Amazon - Website


Audiobooks by Valerio Di Stefano: Single Download - Complete Download [TAR] [WIM] [ZIP] [RAR] - Alphabetical Download  [TAR] [WIM] [ZIP] [RAR] - Download Instructions

Audiobooks by Valerio Di Stefano: Single Download - Complete Download [TAR] [WIM] [ZIP] [RAR] - Alphabetical Download  [TAR] [WIM] [ZIP] [RAR] - Download Instructions

CLASSICISTRANIERI HOME PAGE - YOUTUBE CHANNEL
SITEMAP
Make a donation: IBAN: IT36M0708677020000000008016 - BIC/SWIFT:  ICRAITRRU60 - VALERIO DI STEFANO or
Privacy Policy Cookie Policy Terms and Conditions

Web Analytics Made Easy - Statcounter

Gioia!, di Annie Vivanti /head>

Questo sito usa dei cookie per migliorare la vostra esperienza di navigazione. Continuando la navigazione accettate l'uso dei cookie (Altre informazioni)

Donazioni

Home Page  - Autori - Audioletture a cura di Valerio Di Stefano - Concordanze - DVD-ROM
 Aree linguistiche: Italiano - English - French - Deutsch - Spanish - Portuguese
 Miscellanea: Appunti di informatica libera - Punch, or the London Charivari - Holy Bible
Linux Guides - GNUtemberg  - Liber Liber - Wikipedia for Schools - Bibliothèque Lisieux - OldSoftware

 










The Project Gutenberg EBook of Gioia!, by Annie Vivanti









This eBook is for the use of anyone anywhere at no cost and with




almost no restrictions whatsoever.  You may copy it, give it away or




re-use it under the terms of the Project Gutenberg License included




with this eBook or online at www.gutenberg.org/license














Title: Gioia!









Author: Annie Vivanti









Release Date: May 25, 2012 [EBook #39793]









Language: Italian









Character set encoding: UTF-8









*** START OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK GIOIA! ***
























Produced by Carlo Traverso, Claudio Paganelli, Barbara




Magni and the Online Distributed Proofreading Team at




http://www.pgdp.net (This book was produced from scanned




images of public domain material from the Google Print




project.)



































ANNIE VIVANTI

GIOIA!

NOVELLE

FIRENZE
R. BEMPORAD & F.?? ??? EDITORI
MCMXXI


PROPRIET?? LETTERARIA RISERVATA

per tutti i paesi compresi la Svezia, la Norvegia e l'Olanda.


Copyright 1921 by A. Vivanti Chartres.

1921 ??? Tip. Carpigiani & Zipoli ??? Firenze ??? Via Ricasoli, 63.


INDICE

I. Gioia! (Idillio in sei mesi)????pag. 1

II. Notte di Vigilia????47

III. Tenebroso amore????67

IV. Fata luminosa????93

V. Quella che Landru non uccise????105

VI. ??Galeotti....??????121

VII. Lezioni di Felicit??????135

VIII. ??L'Apollinea Fiera?? (Ricordi di Carducci)????149


[1]

I.
Gioia!
(Idillio in sei mesi)

[3]

GENNAIO

LUI

(Ci?? che pensa)

L'anima mia ?? triste fino alla morte.

(Ci?? che scrive)

Gentile signora,

Antonino Melzi mi ha detto ch'Ella, illustre poetessa, s'interessa alla mia arte e che alla Promotrice, degnandosi di ammirare l'opera mia, ??Il Sacrificio??, ha espresso il desiderio di conoscermi.

Ne sar?? invero onorato e felice.

A. Galeazzi.

[4]

LEI

(Ci?? che pensa)

La mia anima naviga in un mare di letizia. Rescia mi ha mandato il vestito: charmeuse verde-Nilo con bordo di velvet vieux-rose. Lidia e la Delvago che vennero a trovarmi erano verdi d'invidia. La vita ?? buona a viversi.

.... Bisogna ch'io scriva a quell'oscuro scultore romano. Che noia! Perch?? ho detto che volevo conoscerlo?

Melzi e Flavia dicono che ?? un grave austero melanconico genio. In altre parole vorr?? dire che ?? noioso come la pioggia.

Insomma, intoniamo la corrispondenza alla sua austerit??.

(Ci?? che scrive)

Egregio signore,

Grazie. Antonino Melzi e anche la mia cara amica Flavia non cessano dall'esaltare Lei e il Suo grande ingegno.

Venga dunque a trovarmi. Parleremo delle sofferenze profonde e sublimi che l'Arte infligge a chi la segue e serve....

Viviana Allori.

[5]

(LUI)

Com'?? vuota la mia vita! Com'?? grigia e meschina e solitaria.

??Hai la tua Arte??, mi dice Melzi. ??? ??Hai la giovent????, mi dice mia madre. ??? ??Hai il genio e la speranza??, mi dice mio fratello che ?? invalido e misantropo.

Io sento di non aver nulla. N?? genio, n?? giovent??, n?? speranza. Vivo solo, rintanato come una fiera; selvaggio e scontroso nel mio studio tra questi esseri gelidi e immoti di creta e di marmo foggiati da me. Talvolta li guardo ??? sono tutti nell'atteggiamento della sofferenza! ??? e mi chiedo:

??Perch?? vi ho creati???.

Forse Iddio cos?? guarda noi, e si fa la stessa domanda.

Gentile signora,

Con lieto animo ricevo e accetto il lusinghiero invito.

A. Galeazzi.

(LEI)

Claudio mi ha fatto una scena di gelosia che ha durato quattro ore. Ci?? mi rialza il morale.

[6] Oggi con lui e qualche amica, da Baratti, nella ??princesse?? di Rescia mi sentivo veramente ??Au-dessus de la m??l??e??. A proposito, che libro sar?? quello? L'avr?? scritto certo una donna con un vestito nuovo, un amante geloso e un cappello che le stava bene.

Egregio signore,

Sono desolata di aver mancato oggi la Sua visita. Una Lettura di Dante e una conferenza sull'??Evoluzione del Concetto dell'Immortalit?? dell'Anima, da Platone a Porfirio??, m'hanno presa tutta la giornata.

Mi permette di venire al Suo studio? Domani, verso le quattro?

Entrer?? trepida e riverente in quel tempio sacro alla Sua nobilissima Arte.

Viviana Allori.

(LUI)

Il tedio della vita ?? su di me come un mantello di piombo. Lo spleen mi sommerge e mi annienta.

Domani verr?? a trovarmi quella lugubre letterata di cui non ho letto che le gravi e rimbombanti ep??stole.

Ahim??! Non conosco che gente plumbea, non penso che pensieri tenebrosi, [7] non compongo che monumenti funerari. Il mio studio e la mia anima sono dei cimiteri. Dei cimiteri in cui nessuno ?? morto; perch?? nessuno vi ?? stato vivo mai.

Mi far?? una festa, gentilissima signora, di accoglierla qui domani nel mio studio, pur temendo che ella abbia a provare un disinganno riguardo alla mia arte, la quale.... ecc. ecc. ecc.

(LEI)

Claudio mi conduce a Montecarlo in automobile. Dice che ha un sistema. Gliel'ha dato un professore di matematica. ?? infallibile. Si gioca sulle dozzine e le colonne. Partiamo subito.

Bisogna avvertire lo scultore....

Egregio signore,

No. Non posso venire oggi al Suo studio.

Non mi trovo spiritualmente preparata alla grande impressione d'arte che ??? lo sento ??? mi verr?? da Lei. Vorrei per qualche giorno chiudermi nel raccoglimento....

[8] Sono strana? No. Sono poeta; e sono donna. Questa duplice sensibilit?? mi rende quasi timida davanti alle grandi emozioni spirituali.... ecc. ecc.

(LUI)

Son contento ??? se qualcosa pu?? rendermi tale ??? che oggi non venga la trasecolante poetessa. Gi?? troppo sono depresso.

La sua grandiosit?? di sentimenti mi opprime.

Signora,

Quella trepidanza spirituale di fronte alle mie povere opere, che le vieta di venire oggi da me, troppo mi onora.... e mi addolora.

Invero Ella sente squisitamente l'eccelsa tortura di spirito che.... ecc. ecc.

Attendo dunque ch'Ella mi dica: Verr??!

A. Galeazzi.

(LEI)

Idiota il sistema di Claudio e del suo professore di matematica. Dovevo immaginarmelo! Una progressione pazzesca [9] sulla dozzina che non esce; mentre tutti sanno che bisogna giocare sulle dozzine che escono. Risultato: Claudio ??? che gi?? ?? pi?? decorativo che utile ??? completamente spiantato per un mese; mentre io ho sacrificato tutta la prima edizione di ??Parossismi?? alle fisime sue e del suo maniaco professore di matematica.

Egregio signore,

Di ritorno da un breve e triste viaggio in Riviera dove le tonanti onde si accordavano col mio agitato e tumultuoso cuore, trovo il Suo gentile biglietto.

S??, s??! verr?? senza fallo. Domani? Alle quattro?

Viviana Allori.

(LUI)

?? stata qui la scrittrice. ?? diversa da quanto m'aspettavo. Molto diversa.

Partendo, ha dimenticato qui la borsetta e un libro.

Per distrazione, pi?? che per indiscrezione, ho aperto entrambi: la borsetta conteneva uno specchietto, della cipria, del profumo e il biglietto di visita di [10] un tenente di cavalleria con alcune parole che non mi permisi di leggere. Il libro s'intitolava: ??Pour lire au bain??, di Catulle Mend??s.

Gi??; ?? una donna diversa da quello che m'aspettavo.

Illustre signora,

Fu per me un grande onore accoglierla nel mio umile studio che echeggia ancora del trillante riso ch'Ella ebbe davanti alle mie tragiche figurazioni. Queste dunque non furono create invano se hanno potuto divertirla.

Le rimando ci?? ch'Ella scord?? e La saluto devotamente.

Galeazzi.

(LEI)

Fui nello studio dello scultore. Ha dei bellissimi occhi. Si gelava.

Illustre artista,

Il senso di quasi religiosa esitazione col quale varcai la soglia del Suo studio era invero giustificato. Io sono completamente sous le charme!

Le ginocchia mi si piegano davanti al mistero del Genio.

[11] Mi sembra che le Sue statue mi afferrino colle mani di marmo il cuore, e mi atterrino davanti alla divinit?? dell'arte.

Viviana Allori.

P.S. ??? Ricevo in questo istante la borsetta e il libro. Appartengono a una mia amica.... persona un po' frivola e vana.

Come mai, come mai ha potuto credere che le sublimi Sue opere: ??La Rinuncia sostenuta dal Dovere??, ??La Rassegnazione che sorride al Dolore??, ??La Coscienza innalzata dal Sacrificio??!... abbiano potuto suscitare la mia ilarit???

Quel riso ?? una forma di convulso che mi prende, soprattutto quando sono molto commossa.

Pi?? volte, anzi, ho pensato di consultare un neuro-patologo per questa spasmodica ipersensibilit?? del mio sistema nervoso....

Viviana Allori.

(LUI)

Che silenzio! Che freddo!

Queste stanze mi sembrano pi?? che mai sepolcrali.

[12] Grazie, gentile signora, delle parole lusinghiere. Mi ?? doloroso apprendere ch'Ella soffra di quella lieve forma convulsa che, spero, non sar?? nulla di preoccupante.

Augurandole pronta guarigione La saluto devotamente.

A. Galeazzi.

(LEI)

Claudio mi ha condotta in automobile a Lanzo. Abbiamo avuto due pannes.

Pioveva.

Ritta in mezzo alla strada, col mio cappello Louis-Lewis esposto all'acquazzone, sono stata a guardare Claudio che pompava aria nella grossa gomma moscia e schiacciata. Non aveva con s?? il martinetto per rialzare la ruota. I suoi sforzi erano vani.

Io mi domandavo, guardandolo, come mai ho potuto amarlo; come mai da quasi due anni Claudio rappresenti per me l'estasi e lo strazio....

Dopo circa mezz'ora ha smesso.

??? Perde aria dalla valvola ??? mi spieg??.

E a me pareva di sentire che anche il mio amore per lui si sperdeva via, [13] pianamente, lievemente, in un soffio che era tra la risata e il sospiro....

. . . . . . .

Ho rivisto lo scultore. Passando con Claudio in automobile ho fatto fermare davanti alla sua porta e l'ho mandato a chiamare.

?? uscito subito dal suo studio a pian terreno, ed ?? venuto a salutarmi. Ritto sul marciapiede nel sole, senza cappello, colle chiome nere e lucidissime divise nel mezzo, mi ricordava l'amante nel quadro intitolato ??Vertigine??.

Ho notato che ha degli occhi inverosimili, velati da ciglia lunghe e fini come le frangie di seta nera di uno scialle spagnolo.

Che meravigliose ciglia!...

La sua anima deve essere un abisso.

Egregio signore,

Venga stasera a trovarmi. Ci sar?? gente.

Viviana Allori.

(LUI)

Se quei briganti del Comitato delle Onoranze non mi pagano ??La Rassegnazione che sorride al Dolore?? sar?? [14] in un bell'impiccio. Da tre mesi dovevano portarselo via. Farabutti!

Gentile e illustre signora,

Grazie. Verr?? col massimo piacere.

A. Galeazzi.

(LEI)

Iersera ho avuto molte visite.

C'era anche Galeazzi. Non ha mai parlato.

Pareva il giovane Endimione dormiente, prima che Astarte lo baciasse in fronte. Ha una fronte classica, calma, pacata sotto quei capelli neri e lisci divisi nel mezzo. (Come mai hanno potuto un giorno piacermi le teste ?? la Pompadour dalle chiome ondeggianti e svolazzanti, come quella del banalissimo Claudio?).

Temo che lo scultore abbia trovato stolta e frivola la nostra conversazione. Ho pur provato a parlargli dell'influenza di Nietzsche sull'evoluzione della moderna mentalit?? ??? devono essere questi gli argomenti che lo interessano! ??? ma subito il tenente Rossi mi ha distratta e mi ha fatto venire il ??fou rire??.

[15] Ridevo, ridevo.... e lo scultore mi guardava cogli occhi cos?? gravi e strani che ne rimasi tutta sconcertata. Spero che si sar?? ricordato che patisco il convulso.

(LUI)

Ho scoperto ci?? che manca, ci?? che ha sempre mancato, alla mia vita. Il riso. Nessuno ride mai intorno a me. Il riso, che cosa meravigliosa!... C'?? della gente che quando ride riempie di luce, di suono e di fragranza il mondo.

(LEI)

Si chiama Andrea.

[16]

FEBBRAIO

(LUI)

Ho pensato a una nuova statua, affatto diversa dalle altre opere mie.

Non mi occorre modella. La far??, cos??.... dal ricordo: Una donna. Una donna che tra i tragici simboli della vita e il macabro apparato della morte ride! Null'altro.

La intitoler?? ??Gioia??.

(LEI)

Ho rotto definitivamente coll'insoffribile Claudio. Tutto ?? finito tra noi; egli ha accettato il posto a Budapest; ed io ho scritto un poema intitolato ??Addio??! ritmo moderno, come un carro che sballotta per una via sassosa; versi lunghi e corti: bellissimo!

Lo mander?? alla Rivista ??Ardente??.

E cos?? dalla mia vita ??? exit Claudio.

Che sollievo! Che leggerezza!

[17] Mio signore,

Venga a trovarmi questa sera.

Sar?? sola.

Viviana Allori.

(LUI)

Ci?? che mi rapisce in lei ?? la sua letizia, la sua trillante esultanza! Sembra vivere in una continua estasi, in una perenne ebbrezza.

Lavoro alla statuetta ??Gioia??. Mi pare ch'essa chiuda nel viso ancora misterioso tutti gli splendori e tutte le giocondit??.

Mia signora,

Grazie. Verr??.

Andrea Galeazzi.

(LEI)

Ero brutta, so che ero brutta iersera. Alice mi pettina esecrabilmente. Mi fa una testa che pare una ??pagnotta Garibaldi??.

La licenzier??.

Farei bene ad andare in campagna per un mese a curarmi i nervi e la carnagione. Flavia dice che contro i [18] primi soli di Febbraio non c'?? di meglio che la crema Hazeline coll'acqua di rose e alcune goccie di tintura di benzoino.

Mio signore ed amico,

Lascio la citt?? per qualche tempo. Un nuovo poema mi canta ed urge entro il cervello. Andr?? ad ispirarmi nella solitudine e nel silenzio.

Venga a salutarmi prima ch'io parta.

Se domani, alle cinque, non avesse nulla di meglio a fare....

V. A.

(LUI)

Fui da lei oggi alle cinque. Quante cose avrei voluto dirle per impedire o ritardare la sua partenza! Non ho trovato nulla nel mio cuore selvatico, nella mia gola inaridita. Sono rimasto muto, impietrito, a guardare quel riso che le scintillava negli occhi.

.... Non sapevo che le donne potessero essere delle creature cos?? gaie e delizianti.

Gi??, ne ho conosciute ben poche.

[19] La donna, dunque, ?? cos??? Non parla, canta. Non cammina, vola. Non vive, gioisce....

Mi pare di aver trascorso i miei giorni finora rinchiuso in un sepolcreto di famiglia.... d'autunno.... nella nebbia....

Signora gentilissima,

Se la Sua partenza, come spero, non sar?? imminente mi permetterei di offrirle il modello di una mia nuova statua, intitolata ??Gioia?? che mi sarebbe caro dedicare a Lei.

Confido che Ella ritarder?? di qualche giorno il progettato viaggio, e mi professo di Lei devotissimo

A. Galeazzi.

(LEI)

??Nella guerra d'amor vince chi fugge, E chi non fugge, strugge.??

Amico mio,

?? necessario ch'io parta. Il clima di questa citt??.... ecc. ecc.

Le arrida ogni fortuna.

Viviana Allori.

[20]

(LUI)

Mio Dio!... mio Dio!

Viviana,

Non partite!

Andrea.

(LEI)

Andrea,

Non parto.

Viviana.

[21]

MARZO

(LUI)

Mia adorata, mia adorata!

Verrai stasera?

Altrimenti verr?? io da te.

Tuo per la vita e al di l??.

Andrea.

(LEI)

Mio divino amante,

Ti aspetto.

Viviana.

(LUI)

Gioia!... Gioia!...

Non trovo altra parola nel mio cuore.

Non trovo altro nome per te.

Andrea.

(LEI)

Ti ho negli occhi, nei nervi, nelle vene. Vado tra la gente come in un sogno, estatica e stupefatta, perduta nel ricordo di te....

Viviana.

[22]

(LUI)

Viviana,

Mi pare di aggirarmi in un mondo popolato di fantasmi, dove tu sola sei viva.

Mentre intorno a me si discorre, si ragiona, si vive, io, trasognato e tremante, sento al mio collo la stretta delle tue mani, sento la fragranza del tuo respiro nella mia gola; m'anniento nella profonda e spaventevole estasi che tu mi d??i....

(LEI)

Andrea,

Sono posseduta da te, anima e corpo, posseduta nel senso biblico della parola ??? in modo che nulla all'infuori di te pu?? entrare in me o nel mio spirito. Posseduta in un senso quasi innaturale che preclude il corso alla vita stessa; che ferma ogni palpito, che arresta ogni pensiero.

Dal momento in cui ti lascio al momento in cui ti ritrovo mi pare di trattenere il respiro.

Viviana.

[23]

(LUI)

Come ho potuto vivere prima di conoscerti? Prima di respirare l'atmosfera d'ebbrezza, d'esultanza e d'estasi che si sprigiona da te? Ed io credevo che l'amore nella donna fosse una passione fosca e malinconica, tragica e tormentosa!... No! tu, mia divina creatura, sei tutta luce, tutta riso e sorriso e volutt??!

(LEI)

Ma ?? possibile, ?? possibile che tu, cos?? grave e austero, abbia amato in me la mia letizia, la mia insensata, irragionevole giocondit???... Ed io che avrei voluto ammantarmi di solenni e sentimentali parvenze per piacerti!

Potr?? dunque finalmente essere sincera con te? Essere quale sono ??? folle frivola felice? Sorridere e ridere, di tutto e di tutti, col capo appoggiato al tuo cuore?...

(LUI)

Ridi, ridi, ridi, adorata!

?? questa letizia, questa esultanza, questa fresca felicit?? che pi?? io amo in te.

Andrea.

[24]

APRILE

(LEI)

.... Intorno a me c'?? musica e folla. Vorrei essere nel silenzio del suo studio, vicino a lui e alle sue sublimi opere d'arte. Beate, ah! beate quelle donne marmoree ch'egli ha creato e che inclinano a lui i volti appassionati ed estatici.

Anche a me pare d'essere una donna creata da lui, che aspetta d'essere dalla sua mano immortalizzata o distrutta.

(LUI)

Novit?? piacevole e inattesa: il Comitato Regionale ha pagato!

Vengono oggi a prendere la ??Rassegnazione che sorride al Dolore??.

Era tempo!

(LEI)

Egli ?? cos?? bello quando si china su di me e i suoi sguardi di luce filtrano obliqui sotto alle ciglia lunghe, che ne [25] provo un senso quasi di vertigine, un senso di disperata estasi che non so n?? descrivere n?? spiegare.

Allora mi assale un affanno, uno struggimento dell'infinito.... o del nulla; come una profonda nostalgia della morte....

Mio diletto,

A che ora ti vedr???

Viviana.

(LUI)

Viviana era diversa oggi. Mi pareva meno gaia e scintillante.... Perch???

Amor mio,

Verr?? stasera.

Andrea.

(LEI)

Che cos'?? questo struggimento? questa inquietudine? questo affanno?

Mi pare di non poter ridere pi??; mi pare di non poter parlar pi??. La gola mi si stringe come in un perenne singhiozzo.

[26] Quando gli sono lontana mi sento morire; e quando sono con lui non ho voglia che di abbattermi sul suo petto.... e piangere.

(LUI)

?? venuto il conte Ilario d'Eril a darmi l'incarico di eseguire una targa. Ha visto il modello di ??Gioia?? rimasto a mezzo, e l'ha trovato bellissimo.

Voglio terminarlo.

??Gioia??! La contemplo, la scruto; assomiglia a Viviana.

E pure, strano a dirsi, talvolta mi sembra che Viviana alla statuetta non assomigli pi??.

Dolcezza mia,

Mi rimetto al lavoro che tu mi hai ispirato. Cos??, anche da lontano, sento di essere con te. Ci vedremo domani.

Tuo

Andrea.

(LEI)

Dunque per tutt'oggi non lo vedr??.

La giornata primaverile splende e si spegne; io sono qui, sola, triste a struggermi.

[27] Ed egli ?? rinchiuso l??, tra le sue spaventose e immobili statue, macabre nella loro fissit??; terribili e contronatura perch?? non mutano e non muoiono in un mondo dove tutto muta e muore.

Egli ?? calmo e contento; il suo lavoro lo assorbe, la sua arte lo affascina.

L'Arte, ah! l'Arte.... che orrore! L'Arte! la nemica della donna, la nemica della felicit??!

Ma se io gli dicessi questo, non mi comprenderebbe.

Amor mio,

Fai bene, fai bene a lavorare. L'Arte sar?? per te la Donna migliore di tutte. Essa non ti tradir?? e non ti scorder?? se tu non la scordi e la tradisci.

A domani, dunque.

Viviana.

(LUI)

Mio tesoro,

Com'?? bello ci?? che tu dici dell'Arte!

Tu vedi la vita e l'amore diversamente da tutte le altre donne. ?? per questo, forse, ch'io ti amo cos?? perdutamente.

[28] Neppure oggi mi stacco dal mio lavoro. Sei contenta?

Tuo

Andrea.

(LEI)

Strano che il cuore dell'uomo e della donna non siano mai, non possano mai essere completamente all'unisono! La loro armonia sembra basata sul contrattempo, come le note sincopate dei ??rag-times?? o delle Danze Ungheresi di Brahms: quando l'uno ?? sul ??battere??, l'altro ?? sul ??levare??; quando l'uno ?? felice, l'altro soffre; quando l'uno comincia, l'altro termina....

L'uomo vuole la gioia dell'ora; la donna, non appena ama, vuole il parossismo e il pathos, vuole l'infinito e l'eterno.

Andrea s'?? innamorato di me per la mia spensierata indifferenza, la mia gaia, incurante letizia; e non appena m'innamoro io di lui, ecco svanire la mia gaiezza, spegnersi la mia giocondit?? ed io non sono pi?? quella che egli ha amato. Sono cupa, fosca, esigente, noiosa, come tutte le donne innamorate. Mi sento l'anima piena di una esasperata ostilit?? e la bocca piena di parole amare.

[29] Flavia, a cui mi confido, scrolla le spalle: ??Che vuoi! siamo fatte cos??. L'amore si posa sulla soglia del nostro cuore come una cosa mite, luminosa, alata; ci sembra una farfalla, una colomba, o un'allodola che batter?? l'ali.... canter?? e voler?? via. Ma non appena ?? in noi, ecco che ci accorgiamo di aver chiuso nel nostro cuore una tigre; una tigre che ci rode, ci strazia e ci dilania??.

?? vero, ?? vero! Anch'io sento la tigre accovacciata in me. E pensando ad Andrea mi domando: che cosa posso fare per tormentarlo, per farlo soffrire come soffro io?

Mio carissimo,

Poich?? oggi tu non vieni, andr?? alle corse con Clerici e Giorgio di Vallefuoco. Stasera Silvestri mi conduce a udire le poesie indiane del Tagore. Tu sai che cosa ?? per me la poesia!...

In ispecie quella indiana.

Sempre tua!

(LUI)

La statuetta non mi riesce. Il viso pare velato da non so quale mestizia; sulle labbra non vi ?? pi?? un riso ma [30] un ??rictus??, e le occhiaie sono piene d'ombra. Forse, dopo tutto, ci vorr?? una modella.

. . . . . . .

Viviana fu oggi da me per pochi istanti. Era strana. Mi fissava con uno sguardo di fuoco e un sorriso di gelo. Mi disse che Clerici era di fuori in automobile. D'improvviso mi ha domandato:

??? Per quanto tempo m'amerai?

Io risi.

??? Hai forse qualcuno che aspetta il suo turno?...

??? Rispondi! ??? fece lei colle labbra strette.

Allora le presi le due mani:

??? Per sempre.

??? Uh, che orrore! ??? esclam?? con una risata cinica. ??? Non voglio. Voglio essere amata per poco tempo.

??? Perch??? perch???

??? Perch??.... le cose lunghe diventano serpi! ??? mi disse lei.

E mi lasci??.

Pi?? conosco le donne e meno le comprendo.

[31]

(LEI)

Sincera! Volevo essere sincera con lui. Ma qual'?? la donna che pu?? essere sincera con un uomo?

?? nostro destino mentire, mentire sempre. Mentire all'uomo, per non perderlo, quando non lo si ama.... Mentire, mentire mille volte di pi??, per non perderlo, quando lo si ama!

Se ad Andrea io svelassi tutto il mio cuore, se gli gridassi sul viso: ??? Ti amo! Ti amo! Non posso pi?? vivere cos??.... Portami via, tienimi con te per sempre!... oppure, dammi la morte! Fa ch'io piombi dal tuo abbraccio nel Nulla! ??? egli mi guarderebbe stupito con quei begli occhi tranquilli e profondi, e penserebbe con un lieve senso di noia e di stanchezza: ??? Mio Dio! Come ?? eccessiva ed esaltata questa donna!

Non ?? cos?? fatto il cuore degli uomini? L'eccessiva passione, l'esaltazione del desiderio, la dedizione completa, invece di avvincerli li allontana.

Mio caro,

Impossibile vederti questa sera. Vado al Regio con Oldofredi a udire il concerto di musica boema. Tu sai quanto [32] adoro la musica.... in ispecie quella boema.

Addio.

Viviana.

A meno che ci?? ti dispiaccia?...

(LUI)

Strano questo bisogno che hanno le donne di correre di qua e di l?? coll'uno e coll'altro....

Probabilmente se io la pregassi di non andare, mi troverebbe geloso e tirannico e mi prenderebbe in odio.

Amor mio,

Nulla di ci?? che a te piace pu?? dispiacere a me.

Andrea.

(LEI)

No. Nel cuore della donna l'amore non ?? la gioia: ?? lo strazio, ?? lo struggimento, ?? una fosca e frenetica disperazione senza ragione e senza rimedio.

Non c'era concerto al Regio iersera. Egli avrebbe potuto accertarsene, guardando il giornale. Poteva telefonarmi; [33] accorrere, protestare, pregare; poteva rimproverarmi, ingiuriarmi, insultarmi.

Niente! Si ?? rassegnato. Come la sua statua, la sua aborrita e orrenda statua: ??la Rassegnazione che sorride al Dolore??.

Io odio la Rassegnazione. Odio la gente che si rassegna. Odio le statue. Odio tutto.

(LUI)

Il modello in creta di ??Gioia?? ?? terminato. ?? indubbiamente ci?? che di meglio ho fatto finora.

Melzi mi fa osservare che dico sempre questo di ogni mio lavoro pi?? recente.

Sar?? cos??.

Tuttavia ??Gioia?? mi sembra senza contestazione il mio capolavoro.

Viviana ne sar?? felice.

(LEI)

Vorrei morire! morire subito, fulminata ai suoi piedi! Non posso pi?? vivere, non posso pi?? mentire. Non posso pi?? sorridere colla Tigre che mi sbrana e mi dilania. Non penso pi?? che alla morte, al silenzio, alla pace, all'oblio.

[34] Esco sul balcone e guardo il fiume che scorre calmo e lucente sotto alle mie finestre. Perch?? non correrei fuori nel grigio crepuscolo e mi lascerei scivolare gi?? in quell'argentea profondit??? Dopo un breve attimo di terrore, di soffocazione, di disperata lotta, calerei lentamente al fondo, e vi giacerei immobile, calma e placata, colla fronte al cielo.... E le tranquille acque mi scorrerebbero sul viso.

Oh, dolce giacere immobile e supina sotto quel liquido e mobile frescore! oh, dolce sentire l'acqua scorrere sopra il mio viso!...

Perch?? non morire?... O allora.... dirgli tutto?

(LUI)

Ho deciso di concorrere per la Fontana Monumentale di Piazza Solferino.

(LEI)

Gli ho detto tutto. Tutto!

Gli ho detto: ??? T'amo troppo. Soffro troppo. Voglio lasciarti.

??? Ma perch?? soffri? Non t'amo forse? non t'amo? ??? mi chiedeva lui smarrito.

[35] ??? S??, s??! m'ami! ??? E gli accarezzavo i capelli, mentre dentro la tigre mi lacerava e mi sbranava.

Allora egli mi ?? caduto ai piedi. ??? Dimmi che cosa debbo fare! Che cosa vuoi che faccia? Io non ti capisco. Non so perch?? soffri, non so perch?? dici che ti rendo infelice.

??? Non lo so neppur io, ??? risposi singhiozzando.

Allora egli mi chiuse tra le braccia come fossi una bambina. ??? Vuoi che lasciamo tutto? Vuoi venir via con me? Vuoi?... Vuoi che si vada lontano dove nessuno ci conosce a vivere insieme per sempre?

. . . . . . .

Mio Dio, mio Dio! Vi ringrazio.

Partire con lui!... Andare lontano, dove nessuno ci conosce! Vivere insieme!... per sempre!...

La tigre ?? morta.

(LUI)

??Alea jacta est??. Partir?? con lei.

Sar?? quel che sar??.

[36]

MAGGIO

(LEI)

Come sono felice! Come sono felice!

Forse non ?? tanto il pensiero della fuga con lui, della vita con lui, che mi esalta, ma il fatto ch'egli lo voglia.

Una immensa tranquillit??, una pace blanda ?? scesa sulla mia anima e quasi non riesco a comprendere e a ricordare le turbolenti angoscie dei giorni passati. Perch?? soffrivo tanto? Non lo so pi??.

Oldofredi, il pittore, ?? venuto a trovarmi oggi e mi ha guardata stranamente. ??? Che cosa avete? ??? mi ha chiesto. ??? Come siete translucente e raggiante! ??? Indi ha soggiunto: ??? E perch?? non lavorate? Perch?? non scrivete pi???... Badate che l'ingegno non ?? un dono, ma una responsabilit??. L'ingegno ?? un debito da pagare, ?? un dovere da compiere; non ?? un fiore da puntarsi nei capelli!

[37] Io sospirai. ??? Lo so, lo so; ma che volete? Una donna non pu?? scrivere se non ?? innamorata. E quando ?? innamorata.... non pu?? scrivere!

??? Forse ?? vero, ??? disse Oldofredi colla sua voce un po' cavernosa. ??? Ma vi ?? un momento, momento fugace, effimero, evanescente, tra un amore che sta per tramontare e un amore che sta per nascere, in cui pu?? fiorire il capolavoro. State in attesa, o Viviana! di quel momento fatale e vitale. E non lasciatelo passare invano.

Rimettermi a scrivere? Creare un capolavoro? Ah, lo vorrei!

?? vero. ??? L'ingegno non ?? un fiore da puntarsi nei capelli!...

(LUI)

Pi?? ci penso e pi?? mi afferra la febbre della partenza, mi appassiona l'idea di lasciare dietro di me il passato, e slanciarmi nell'avvenire. Ci?? che da principio mi spaventava, mi pareva una follia quasi colpevole, quasi imperdonabile, mi sembra ora l'unica cosa giusta e grande e felice ch'io abbia concepito mai, ch'io possa realizzare mai.

[38] E perch?? no? Sono un artista, dunque sono libero. Dovunque io vada porto le mie due mani con me; porto con me i miei occhi e la mia anima; e porto con me Viviana, ispirata e ispiratrice.

Partire! partire con lei! Ricominciare la vita in un paese nuovo, ignoto, vasto, generoso; lavorare, sostenuto dal meraviglioso amore di quella creatura meravigliosa!

(LEI)

Partire!... Esiliarsi!... Lasciare l'Italia e tutto ci?? che l'Italia rappresenta per me! La luce.... l'incanto.... l'ispirazione!...

Questo pensiero talvolta mi spaventa.

(LUI)

Giro per questa citt?? come un allucinato.... o come un dio: gi?? rimoto, gi?? staccato da tutto e da tutti.

Come mi sembrano poveri e pietosi quelli che restano qui, in questo ambiente ristretto, sordido, meschino, dove ogni giorno s'incontrano le medesime [39] persone, i medesimi pregiudizi, le medesime piccole amicizie e piccole ostilit??. Tra un mese sar?? lontano da tutto ci??. Lontano!...

E tutte le acque dell'Atlantico scorreranno tra me e questi pallidi giorni del passato!

(LEI)

Da due giorni non vedo Andrea. Lavora febbrilmente alla sua statua, o corre in qua e in l?? preparandosi alla partenza.

Fui stamane nello studio di Oldofredi che s'apre su un grande giardino soleggiato.

Ne esco ebbra di colori. Donne azzurre e donne arancine, donne drappeggiate e donne ignude, donne sdraiate e donne ritte, donne vaganti per lunghi misteriosi corridoi o danzanti all'aperto sotto cieli verdastri punteggiati di lucciole.... Quanta fantasia, quanta stranezza, quanta suggestiva ambiguit?? in quest'arte!

Gi??, l'Arte!... In fondo, come dice Oldofredi, non c'?? altro di bello al mondo. L'Arte! figlia del Sogno, sorella dell'Amore!...

[40]

(LUI)

Oggi ho detto a mia madre e a mio fratello che partivo. La loro disperazione ?? indescrivibile. Sembrano annientati, terrorizzati.

??? Che cosa faremo? ??? piangeva mia madre, ??? io vecchia, lui malato, senza di te?

Sono fuggito. Mi pareva d'essere un carnefice.

(LEI)

Ho voglia di lavorare; di scrivere un nuovo libro.

Che sia questo il momento fatidico pronosticato da Oldofredi? Ma quale sarebbe ??l'amore che tramonta??, e quale ??l'amore che nasce???

.... Pensiamo al capolavoro.

In un libro ci?? che conta soprattutto sono due cose: il titolo ??? e la fine.

La fine ?? subito trovata. Lui la abbandona, e lei muore. (Non ?? forse freschissimo ma ?? sempre bello).

Ma il titolo? ?? cosa pi?? ardua.

Inviter?? tutti i miei amici per venerd?? sera: far?? servire il th?? ?? la russe; del caff?? fortissimo; del vino di coca, e delle pillole di fosforo. E tutti [41] dovranno aiutarmi a trovare un titolo, un titolo strano, strabiliante, per il mio nuovo libro. Lo dir?? anche ad Andrea, sebbene non abbia molta fantasia.

Andrea,

Ti aspetto domani sera, senza fallo!

Viviana.

(LUI)

Questa sera l'ho udita ridere come nei primi giorni in cui la conoscevo. Veramente non rideva con me. Io andavo da lei credendo di trovarla sola, ma il salotto era pieno di gente.

Mi accolse festosa salutandomi da lontano colla mano alzata e il sorriso raggiante.

??? Oh.... Andrea Galeazzi! Che piacere!...

In quell'istante mi parve che tutte le acque dell'Atlantico scorressero tra me e lei.

[42]

GIUGNO

(LEI)

Carissimo Andrea,

Ma come puoi pensare ch'io voglia rinunciare al nostro progetto? Mi credi dunque incostante e leggera? frivola e senza cuore?

?? perfettamente vero che i Lafor??t mi hanno invitata a passare l'estate nel loro castello di Revoire. Ma non per un istante ho pensato ad accettare l'invito.

Il mio pensiero ?? con te; lo sai.

Viviana.

P. S. Mi pare che di tutti i titoli suggeriti l'altra sera, ??Narciso?? ?? quello che mi piace di pi??. Anche ??Pervertimenti?? non sarebbe male....

Tu, che ne dici?

Oldofredi mi ha promesso le illustrazioni.

(LUI)

La statua ?? finita.

Tutto ?? pronto.

Agli amici pi?? intimi ho gi?? detto addio.

Il mio cuore ?? in tumulto.

[43]

(LEI)

Perdonami, Andrea! Perdonami!

Non parto. No. Non posso partire con te. Sarebbe la peggiore delle follie, sarebbe la pi?? atroce delle crudelt??.

Pensa, pensa quanto saremmo infelici.

S??: dopo un anno, dopo due anni ??? forse anche prima ??? pensa quanto soffriremmo tu ed io. Tu pi?? di me!... O io pi?? di te!... Non lo so.

So che verrebbe presto tra noi l'ora atroce del rimpianto e dei rimproveri.

Oggi ci sembra che l'esistenza intera non basterebbe alla nostra sete d'amore. Oggi, che tutto ci separa, che non possiamo mai saziarci l'uno dell'altro, mai guardarci abbastanza, mai parlarci abbastanza, ecco, ci irrompono dal cuore, ci fioriscono sulle labbra le grandi parole enfatiche di tutti gli amanti: la Lontananza!... l'Isolamento!... l'Eternit??!...

Ma quando fossimo isolati, quando fossimo lontano, quando ??? dissetati e placati ??? ci trovassimo soli di fronte l'uno all'altra nella perpetua solitudine accoppiata degli amanti che vivono fuori della legge.... credi tu che non ne soffriremmo?

[44] Tu forse non lo credi. Ma io lo so.

Quando tu, per amor mio, avessi lasciato dietro di te tutto ci?? che ti fu caro, tutto ci?? che ha formato fino ad oggi la tua esistenza: tua madre, tuo fratello, i tuoi amici, i tuoi impegni, i tuoi doveri, ??? ne avresti rammarico e rimpianto.

E quanto a me?... Oh, Andrea, io non sono che una piccola anima meschina; sono come tutte le donne ??? o quasi tutte ??? che, pur anelando alla vietata gioia vogliono anche la decorosa rispettabilit??; che pur non volendo rinunciare al piacere, non intendono derogare dalle convenienze; che vogliono la passione ma non lo scandalo; che vogliono l'abbraccio degli uomini ma anche il saluto delle donne....

Tu mi odierai; tu mi disprezzerai! E avrai ragione.

Ebbene, disprezzami, odiami, ma non soffrire. Non voglio, non voglio che tu soffra per me. Non lo valgo, non lo merito.

Io ti ho sempre mentito. Io ti scrivevo delle lettere tristi quando ero gioiosa, ti scrivevo delle lettere gioiose quando ero triste; e anche ora, ora che vorrei essere cos?? sincera con te, forse.... non lo sono.

[45] Forse la verit?? ?? un'altra.

Non lo so. So che tu non devi, che tu non devi soffrire per me.

Andrea, Andrea! Dimmi che non soffri.

Viviana.

(LUI)

Non importa se io soffro. Segui la tua strada.

Quanto a me non affliggerti. Anche prima di conoscerti ero triste.

Addio.

[46]

LUGLIO

(LEI)

?? finito. Finito!

Quando penso a lui, solo laggi??, nel suo studio tetro e desolato, mi sento morire.

Perch?? l'ho amato? Perch?? ho sofferto? Perch?? l'ho lasciato?...

Non so. Non capisco il mio cuore.

Parto domani per Castel R??voire; con Flavia.

Viene anche Oldofredi.

(LUI)

Quanto vano gioire e vano soffrire! Ecco: torno qual'ero; torno alle mie silenziose creature.

E di tutto questo turbine di volutt?? e d'angoscia, di tutta questa bufera che ?? passata sul mio cuore, che cosa resta?

. . . . . . .

Resta una statua intitolata: ??Gioia??.

[47]

II.
Notte di Vigilia

[49]

Un invito da B??rang??re! Dopo un anno di silenzio. Stupita rileggo il biglietto postale:

??Diletta Annie,

So che sei in Isvizzera. Dove passi il Natale? Perch?? non a Montreux, colla tua sempre affezionata amica

B??rang??re???.

Io ripasso mentalmente la lista delle diverse persone con cui ho promesso di passare quest'anno il Natale: con Jack a Dublino; con Maman a Nervi; con Vivien a Glasgow; con Barbara a Torino; con Silvia a Roma; con O'Kelly a Parigi.... Secondo una mia abitudine, nei momenti d'incertezza faccio saltare in aria un soldo perch?? decida della mia sorte: se ?? testa ??? B??rang??re; se ?? croce, no.

Il soldo balza, gira e cade. ?? croce. Dunque ?? esclusa B??rang??re. Ma allora, rifletto io, chi prescegliere tra tutti gli altri a cui ho promesso?... Ritentiamo la sorte!

[50] Stavolta ?? testa. Dunque B??rang??re.

Ed io le scrivo:

??Cara B??rang??re,

Aspettami nel pomeriggio della Vigilia.

Tua Annie??

Chiusa la lettera, mi si affaccia un dubbio: B??rang??re Tarnier? Era fidanzata un anno fa al conte Lucien de Lussain-Mald?? di Ch??teau-Mirval; poi non ne ho pi?? saputo nulla. Sfumate le nozze? o smarrito il faire-part?

Mi decido a indirizzare: ??B??rang??re Tarnier, Montreux??; e il mattino del 24 dicembre salgo nel treno Berne-Gen??ve con gente di ogni paese e d'ogni colore, politico e fisico. Di fronte a me un grande e magnifico Bey egiziano guarda con cupi occhi sfilare il paesaggio da cartolina illustrata, sognando certo le sue pianure torride, i suoi deserti sabbiosi, la sua gente oppressa dal ferreo pugno britannico.... Accanto a lui un uomo biondo, ancor giovane, di cui i tragici occhi azzurri hanno scandagliato le profondit?? ultime del dolore; lo riconosco: ?? Von Hindenburg, nipote del chiodato Feld-Maresciallo. Presso a lui, rosea e ridente sotto al grande cappello nero, Mary Snowden, la propagandista del Labour-party inglese, la bionda Amazzone degli operai. Nell'angolo di fronte a me due giapponesi, a cui io mi sentirei tentata di dire: ??Anatanoh?? Taxan Kiri!?? in purissimo nippone; ma me ne astengo perch?? non [51] so pi?? che cosa voglia dire. Alla mia destra, biondo-ricciuta come l'immortale suo fratello, la sorella di Paderewski mi saluta con affetto.

E il treno corre....

Qui ci starebbe un po' di descrizione di paesaggio svizzero sotto la neve; ma le descrizioni di paesaggio si possono trovare in molti libri scritti da altri autori.

Quindi salto subito, come in un viaggio cinematografico, alla stazione di Montreux; ed ecco anche B??rang??re, sorridente e soave, che dalla piattaforma mi saluta sventolando il fazzoletto di seta rossa. (?? sempre stata un poco socialista, B??rang??re!).

??? Prenderemo il th?? qui nell'Eden Palace, ??? dice, traendomi verso un Grand H??tel vicino alla stazione. ??? Dopo, verrai a casa mia.

Quando siamo nell'Hall, installate in due grandi poltrone, le chiedo:

??? Parlo con mademoiselle Tarnier o con madame la comtesse de Lussain-Mald???

Ella, senza rispondermi, si slancia in una poetica dissertazione sul Natale; sul mistico significato della Vigilia di Natale, del giorno di Natale, della notte di Natale.... Indi improvvisamente mi chiede:

??? Tu, come hai passato la notte della Vigilia, l'anno scorso?

Io riordino rapidamente i miei pensieri; poi rispondo: ??? Nascosta in una casa di Londra con cinque o sei Sinn Feiners evasi dalle carceri irlandesi. E tu?

[52] B??rang??re nervosamente gira e rigira entro le mani il suo fazzoletto rosso e ne fa qualche cosa che somiglia a un topo, con coda e orecchie; poi lo fa saltare da una mano all'altra.

??? Io?... ??? dice, come per guadagnar tempo; ??? Ah! Io!... ??? E improvvisamente si chiude il viso nelle mani.

Vi ?? nella sua voce un'espressione che non comprendo. Orrore? Estasi? Disperazione? Non so.

??? Dimmi, ??? le ordino, colla tazza di th?? in mano, mentre di fuori nel crepuscolo....

(Qui leggere due pagine di un altro autore).

??? Ebbene, ??? dice B??rang??re, ??? ascolta.

??? Ero venuta a passare un mese dalla zia Clotilde qui sopra, a Glion, dovendo poi raggiungere per le feste natalizie la famiglia del mio fidanzato a Ginevra. La sera della Vigilia vi doveva essere da loro a Ch??teau-Mirval un pranzo di famiglia segu??to da un grande ricevimento per partecipare al mondo che l'erede dei Lussain-Mald?? si fidanzava.... a me. Da Parigi era annunciato, per l'occasione, l'arrivo di parenti milionari che portavano in dono a lui una Peugeot 40 HP., e a me una collana di perle con sessantotto gemme scelte. Tutta la festa doveva rivestire un carattere di grande etichetta e solennit??.

Fu deciso ch'io lascerei Glion, accompagnata dalla zia, alle due del pomeriggio, arrivando a Ginevra verso le quattro. Indi, th?? di gala; pranzo intimo; ricevimento fastoso.

Il giorno 23 mandammo a Ginevra bauli e valigie; [53] il 24, alle due, uscimmo dall'albergo e ci avviammo alla stazione della funicolare per scendere a Montreux.

Ed ecco che sulla strada nevosa e ghiacciata mia zia scivola, cade, si sloga un piede.

Agitato ritorno tra le braccia del portiere all'H??tel! affannati telefonamenti al dottore di Montreux ??? assente! a quello di Territet ??? presente ed accorrente. Compresse d'acqua vegeto-minerale. Altri telefonamenti ai de Lussain-Mald??, Ch??teau-Mirval, Ginevra. ??Verr??, io sola, col prossimo treno. Arrivederci stasera alle 21,10??. Disperate proteste dall'altra estremit?? del telefono. Laceranti gemiti dal letto di zia Clotilde. Nuove compresse d'acqua vegeto-minerale. Tristi riflessioni: niente th?? di gala! niente pranzo intimo! Unico conforto: arriver?? a tempo per il fastoso ricevimento.

Difatti alle 17,50, avviluppata in fluttuanti veli da viaggio, scendevo nella neve e la nebbia alla Funicolare Glion-Montreux; alle 18 e 20 m'aggiravo quaggi?? nella stazione di Montreux con quaranta minuti da aspettare. Era buio; faceva freddo; la sala d'aspetto era lugubre e deserta. Nessuno viaggiava in questa serata. Pensai al pranzo di famiglia ??? tavola risplendente, visi sorridenti, vini spumeggianti, discorsi augurali, ed io, a fianco di Lucien, eroina di tutti i festeggiamenti.... Un'irrefrenabile tristezza mi morse il cuore e mi riemp?? gli occhi di lagrime. Ma subito il pensiero di arrivare in casa de Lussain cogli occhi gonfi, fren?? il mio pianto, e decisi di andare nella Salle de Toilette a dare un ultimo ritocco [54] ai miei capelli ondulati, un soffio di cipria alle mie guancie.... Quest'idea mi confort??.

M'avviai per il vasto andito deserto, percorsi un altro lungo corridoio ed arrivai davanti all'uscio della ??Toilette pour Dames. (Luxe). 50 centimes??. Girai la maniglia ed entrai.

La custode aveva gi?? lo scialle in testa per partire e stava riponendo in un armadietto il ??luxe??, costituito da un pacco di forcelline, una scatola di cipria e una saponetta rosa. Parve contrariata dal mio arrivo.

??? Capir??, ??? mormor??, ??? ?? la Vigilia. I bambini aspettano ch'io vada ad accendere l'albero di Natale.

??? Non occorre che aspettiate, ??? diss'io; ??? lasciatemi il sapone e un asciugamano. ??? E togliendo dalla borsetta (unico mio bagaglio, poich?? il resto mi aveva preceduta a Ginevra) alcune monete d'argento, gliele porsi augurandole buon Natale. Essa ringrazi?? con effusione; indi, salutandomi e raccomandandomi di ??badare alla porta??, usc??.

Io udii risuonare a lungo i suoi passi per l'andito sonoro.

Chiusi con cura la porta ch'essa aveva lasciata semi-aperta e mi dedicai alla mia toilette. Non fu spiacevole occupazione; m'incipriai; mi lucidai le unghie; constatai che i miei occhi non erano per niente gonfi; appena un leggero arrossamento delle palpebre tendeva a darmi ??? colla mia carnagione bianca e i miei capelli color rame ??? un'aria un [55] poco tizianesca. Pensai con soddisfazione alla mia entrata nel gran salone di Ch??teau-Mirval, all'effetto che produrrei sui parenti milionari, al primo sguardo di Lucien.... Indi mi disposi a tornare sul quai ad aspettare il treno.

Richiusi la borsetta, gettai un ultimo sguardo nello specchio e m'avviai alla porta.

Afferrai la maniglia. Non gir??. Spinsi la porta ??? non cedette. Tirai la porta ??? non si mosse. Tentai di scuoterla ??? era rigida, solida, incrollabile. Mi guardai d'intorno in cerca d'una finestra. Non ve n'era.

Allora chiamai. Chiamai: ??Custode!... Facchino!... Portiere!...?? Nessuno rispose; nessuno venne. Tutti erano a casa a fare il pranzo della Vigilia. Tutti erano intorno agli alberi di Natale accesi; ed io ero qui rinchiusa nella ??Toilette pour Dames, luxe, 50 centimes??.

Udii da lontano un fischio, segu??to quasi subito dal fragore del treno che entrava nella stazione. La disperazione mi colse; poi rinacque la speranza: qualcuno sarebbe venuto; qualche ??dama?? che per 50 centesimi....

Nulla. Nessuno venne. Urlai, strillai, diedi dei calci nella porta e nel muro, corsi in su e in gi??, aprii e richiusi una porticina in fondo su cui spiccavano due lettere maiuscole dell'alfabeto inglese....

Un altro fischio, un rintocco di campana, un rull??o: il treno usciva dalla stazione ??? andava a Ginevra senza di me! La festa del fidanzamento avrebbe luogo senza la fidanzata.

[56] Colla calma della completa stupefazione sedetti sull'unica seggiola ??? quella della custode ??? e cercai di riordinare i miei pensieri sconvolti. Non c'era pi?? treno per Ginevra fino alle 2 del mattino. Viceversa c'era un treno proveniente da Ginevra alle 23,28. Pensai: Lucien prender?? quel treno e verr?? a cercarmi. Chieder??, cercher??; interrogher?? il bigliettario, il capostazione.... Il bigliettario non mi aveva veduta, poich?? avevo preso il biglietto direttamente da Glion; ma il capostazione, s??. Durante quei pochi minuti in cui avevo girato per la stazione prima di venir qui, l'avevo scorto col suo berretto rosso; ed anch'egli mi aveva veduta. Era un capostazione giovane, con baffetti biondi.... e se li era arricciati, guardandomi. S??, s??! il capostazione direbbe a Lucien d'avermi veduta; mi cercherebbero, mi troverebbero, mi salverebbero!

Ma erano le 19,10. Come far passare le ore fino alle 23,28? Non avevo altra occupazione che di lucidarmi le unghie; non avevo altro da guardare che il lavabo di marmo, la saponetta rosa, l'asciugamano e la tavola; non avevo altro da leggere che le due lettere maiuscole sulla porticina in fondo.

Mi chiusi nei miei pensieri. Pensai a Lucien, al mio avvenire con lui.... pensai al pranzo di famiglia.... agli alberi di Natale accesi per il mondo....

E lentamente ??? oh! come lentamente! ??? le ore passarono. Ogni tanto emettevo qualche strillo per il caso che qualcuno potesse udire. Ma la mia voce in quel silenzio mi gelava il sangue. Cominciai ad [57] aver paura, a guardarmi attorno; mi pareva di veder muovere delle ombre negli angoli della stanza.

Allora provai a dire tutte le preghiere che sapevo; poi tutte le poesie che ricordavo. Cominciai con ??Napol??on ??colier??.

???? genoux, ?? genoux au milieu de la classe,

L'enfant mutin,

Dont l'esprit est de feu pour l'alg??bre, et de glace

Pour le latin!...??.

Ma il terrore mi riprese, mi agghiacci??. Il cuore mi batteva cos?? forte che pensai: ??Adesso morir?? di sincope. Mi troveranno domani, giorno di Natale, seduta qui, morta ??? tragica e ridicola in questa esecrabile ??Toilette??.

Le 22. Le 22 e un quarto. Le 22 e mezzo. Le 23. A momenti sarebbe arrivato il treno da Ginevra.... e Lucien! Questo pensiero mi agit?? tanto che mi misi a gridare e non smisi pi??; gridai, gridai frenetica e forsennata, e i corridoi vuoti echeggiarono dei miei urli stridenti.

Un passo! S??, era un passo. Smisi di strillare un attimo per ascoltarlo, poi ripresi pi?? forte. Il passo si ferm??; indi riprese, affrettandosi, avvicinandosi: e una voce chiam??:

??? All??! all??! Dove siete?

??? Qui! qui! qui! ??? e lo strid??o della mia voce si ripercuoteva in tutti gli angoli.

??? Ma dove?

??? Qui! Toilette pour Dames! Luxe! Cinquante [58] centimes! ??? ululai. E caddi, quasi svenuta, sulla seggiola.

Dopo molto lavor??o colla maniglia la porta si apr??, e il mio salvatore apparve sulla soglia. Era il capostazione.

Mi guard?? stupefatto. ??? Mais qu'est-ce qui arrive?

??? Qu'est-ce qui arrive? Qu'est-ce qui arrive? ??? feci io, balzandogli incontro come una Furia. ??? Arrive che io dovevo essere a Ginevra per il mio pranzo di fidanzamento e che sono qui, da quattro ore, a strillare, a soffocare, a spasimare....

??? Oh! che disastro! ??? esclam?? il capostazione; ma mi parve di scorgere sotto ai suoi baffi biondi tremolare un sorriso represso. Questo m'infuri??.

??? ?? iniquo ??? gridai, ??? ?? infame. Far?? un processo, a voi, alla Compagnia, alla Direzione, alla Federazione. S??, vi processer??; perch?? non avete il diritto di rinchiudere una creatura in questo posto immondo la notte della Vigilia di Natale....

E il mio pianto sgorg??.

??? Creda, sono desolato, ??? diss'egli; ??? ma non capisco.... ??? e tenendo la porta aperta gir?? due o tre volte la maniglia e poi la chiave ch'era al di fuori. ??? La serratura funziona perfettamente.

??? Gi?? ??? esclamai sarcastica. ??? Perfettamente! Difatti.... ??? E con un riso di scherno gli volsi le spalle.

??? Ma s??; funziona perfettamente, ??? disse lui calmo e cortese. ??? Guardi lei stessa.

??? Non ?? vero, non ?? vero! ??? gridai, e afferrando [59] la porta la chiusi con violenza. ??? Non funziona affatto! ??? E gli mostrai, tentando di riaprire, che la maniglia non girava.

Un poco impressionato, egli l'afferr?? a sua volta. La mosse, la scosse; spinse la porta, tir?? la porta. Niente. Solida, ferma, incrollabile, quell'uscio resisteva ad ogni sforzo. Egli si volse e mi guard??.

??? Siete pazza? ??? disse, e i suoi occhi mandavano lampi, ??? ci avete chiusi dentro!

Io fremetti di sdegno. ??? Uscite, ??? gli dissi, con gesto di comando. ??? Uscite subito di qui. Lasciatemi sola.

??? Magari! ??? rispose lui, sgarbato. ??? Siete voi che me ne avete impedito.

Il mio furore non ebbe limiti. ??? Andate via! ??? strillai; e poi, come quello mi guardava con occhi saettanti, mi misi a urlare di nuovo: ??? Aiuto! Aiuto!... Ah! ah! ah!...

Egli non bad?? pi?? a me. Chino accanto all'uscio, esaminava la serratura; quindi, subitamente risoluto, cominci?? a dare delle potenti spallate nel legno. (Mi pass?? per la mente che se Lucien, colle sue esili ed aristocratiche spalle, avesse tentato un'impresa simile, avrebbe dovuto poi stare otto giorni in letto).

Ma la porta resisteva. Il capostazione si guard?? intorno; indi, buttando per terra il berretto rosso che finora aveva tenuto in testa, afferr?? il tavolino, lo alz?? in aria brandendolo per le gambe, e, con quanta forza aveva, lo scaravent?? contro la porta.

Il tavolino and?? a pezzi; ma la porta non croll??. [60] Una lunga striscia bianca sulla vernice scura del legno rimase, unico testimonio dell'inutile violenza.

Il mio compagno di prigion??a allora si appoggi?? al muro, e colle mani in tasca guard?? la porta. Gett?? un'occhiata verso il piccolo uscio in fondo alla stanza, ma di sopra a quella tramezza si scorgeva la continuazione della parete a indicare che di l?? non v'era uscita.

I suoi occhi tornarono, irosi, alla porta screpolata, e a me. Io m'ero accasciata su quell'unica seggiola che pareva un isolotto in un mare di desolazione; ai miei piedi giacevano i rottami del tavolino. Avevo cessato di gridare; la violenza di lui m'aveva intimidita e calmata.

Forse il mio atteggiamento di mansueta disperazione lo commosse, perch?? disse con voce abbastanza umana:

??? Mi dispiace per lei. Comprendo quanto sia penosa la sua situazione; e quanto la mia presenza l'aggravi.

Chinai il capo senza rispondere. Veramente, io non la pensavo cos??. La presenza di un essere umano, chiunque fosse, m'era di conforto; se non altro mi impediva di aver paura, quella paura frenetica e sragionata che mi assale talvolta nella notte e nella solitudine. Forse avrei dovuto aver paura anche di quest'uomo, di quest'estraneo col quale ero qui rinchiusa, lontana da ogni soccorso; ma a dir vero egli non m'ispirava alcun senso di terrore. Era molto giovane e molto biondo. I capelli, scompigliati dai suoi gesti violenti, gli cadevano in ciocche soleggiate [61] sulla fronte; erano bionde le ciglia aggrottate, e biondi i brevi baffi sopra la bocca risoluta. Aveva il mento quadro, indicante fermezza di carattere, ma una fossetta profondamente incavata ne attenuava la durezza. (Pensai al mento alquanto fuggente di Lucien, e mi dissi ch'egli certo doveva essere di carattere assai pi?? malleabile ed arrendevole di costui. Infatti sapevo Lucien anche troppo suscettibile alle influenze femminili!...).

Lo sconosciuto stava ritto, immobile, addossato al muro colle braccia conserte. Io alzai gli occhi al suo viso fosco e chiesi, tremante: ??? E adesso?

??? Adesso, ??? disse lui, ??? arriver?? il diretto di Ginevra ed io non sar?? al mio posto.

??? Allora la cercheranno! ??? esclamai subitamente sollevata.

??? S??, mi cercheranno! ??? ribatt?? lui con un sorriso ironico, ??? ma non qui.

??? Cercheranno anche me, ??? dissi con un piccolo singhiozzo, pensando a Lucien.

??? Chi? Chi la cercher???

??? Il mio fidanzato, ??? risposi, chinando il capo. Avevo ancora il cappello da viaggio e il velo grigio in testa, e ne ero tutta avviluppata come da una nube malinconica. ??? Non vedendomi arrivare alle nove a Ginevra, avr?? preso il primo treno per venirmi a cercare.

??? E qui, non trovandola, ??? fece il giovane, sempre con lieve aria di motteggio, ??? vorr?? subito interrogare il capostazione. Irreperibile anche quello! Sar?? una bella situazione, ??? soggiunse con un'amara [62] risata, ??? quando portieri, facchini e fidanzato apriranno la porta e ci troveranno qui.

Io trasalii. A questo non avevo pensato. ??? Mio Dio! ??? esclamai, ??? e il conte Lucien ?? un vero Otello!

Il giovane, a queste parole, d??tte in un'improvvisa risata, e continu?? a ridere e ridere, col viso all'indietro e la testa appoggiata al muro.

Rise tanto ch'io fui molto offesa. Mi alzai con dignit??; avrei voluto uscire, con tranquilla alterezza, dalla presenza di quello stolto giovinetto ridacchiante.... ma dove andare? Non c'era che da avviarmi altezzosa verso la porta colle due iniziali....

In quel momento ecco da lontano il brontol??o, il rull??o, il fischio del treno da Ginevra. Il capostazione smise di ridere e mormor?? tra i denti un'amara esclamazione.

Con clamore e clangore, con strid??o e cigol??o il treno entr?? nella stazione e si ferm??, con un lungo sospiro stridulo in scala discendente.

Restammo entrambi silenziosi, immobili, ascoltando. Non altro rumore ci giungeva traverso le mura massicce della stazione ??? non voci, non passi ??? nulla eccetto il profondo, asmatico respiro del treno. Allora il capostazione alz?? le mani alla bocca e con due dita, allargando le labbra, emise un lungo e potente sibilo. Lo ripet?? tre o quattro volte. Nulla! Aspettammo irrigiditi una risposta, un suono. Nulla.

Allora io mi rimisi a gridare con quanta voce avevo (e mi pareva fievole e poca) e non sapendo [63] che cos'altro gridare, gridai alternatamente: ??Aiuto!?? e ??Lucien!...?? A mia grande mortificazione vidi che quell'uomo se ne divertiva; anzi non gli riusciva pi?? di emettere il suo fischio perch?? le labbra gli tremavano nel riso.

Un rintocco di campana e il treno, sibilante e rantolante, si mosse. Ben presto il pulsante battito si fece pi?? ritmico, pi?? rapido, pi?? lontano.... e il silenzio ricadde.

Restammo per un gran pezzo immobili, impietriti.

??? E adesso? ??? diss'io di nuovo.

L'altro non rispose.

??? Quanto tempo dovremo restar qui?

??? Fino alle sette del mattino, quando la custode verr?? ad aprire.

??? Misericordia! ??? esclamai, e chinando il capo tra le mani, piansi.

??? Farebbe meglio a togliersi il cappello e cercar di dormire, ??? disse lui.

Obbediente e piangente tolsi il cappello e il velo, e quando li ebbi tolti non sapevo dove metterli; se sul lavabo o per terra. Mi decisi per il lavabo: e, deponendoli, gettai uno sguardo nello specchio.

Mi vidi una piccola faccia smunta e gli occhi spiritati e gli ondulati capelli in disordine. Tuttavia non ero bruttissima. Gi??.... se avevo potuto piacere al conte Lucien de Lussain-Mald??, cos?? difficile a contentare.... Nello specchio incontrai lo sguardo del capostazione; arrossii, e tornai a sedermi.

[64]

. . . . . . .

Come passarono le ore? Non lo so.

Ogni tanto guardavo l'orologio, e, dopo due o tre ore, quando lo riguardavo erano passati dieci minuti! Pensai alla zia Clotilde e al suo piede; pensai a Lucien, che certo s'aggirava, frenetico e disperato, pei corridoi della stazione....

Invece no. Seppi poi che in quel frattempo egli (arrivato difatti col treno delle ventitr??) adesso saliva nella nebbia e nella neve da Montreux a Glion; saliva a piedi perch?? a quell'ora non c'era pi?? funicolare; e lo accompagnavano ??? fiutando l'articolo sensazionale ??? un redattore del Journal de Gen??ve e due altri cronisti che i de Lussain avevano invitato per render conto della festa. La strada ?? lunga, ripida, scurissima; e i tre salivano cupi, tragici, gelati, sdrucciolando nella neve e nel fango, coi colletti rivoltati fino al naso.... salivano verso la dormente zia Clotilde per svegliarla di soprassalto e gettarla nel p??nico e nella disperazione....

E il capostazione ed io, rinchiusi nella ??toilette de luxe??, ci guardavamo inebetiti ascoltando da lungi un suono festoso di campane....

B??rang??re tacque.

??? Ebbene? ??? chiesi io.

??? Ebbene? ??? fece B??rang??re, e colle dita irrequiete torn?? a far saltare il topo rosso dall'una mano all'altra.

??? Come and?? a finire? Come passaste la notte?

[65] ??? Ma, non so, ??? fece B??rang??re; ??? faceva un gran freddo.... camminammo in su e in gi??.... Poi ci parlammo. Io gli narrai di Lucien, ed egli mi parl?? di suo padre, un vecchio dottore di La Chaux-de-Fonds e di una sorella ??bionda come una lampada accesa??. Mi piacque il paragone: e pensai, guardandolo, che anch'egli era biondo come una lampada accesa. Le sue chiome flave parevano mandar luce.

Poi parlammo di letteratura e di musica. Egli era stato in Ispagna e in Germania prima della guerra; aveva letto ??Also sprach Zarathustra??, e gli piacevano le sinfonie di Mahler.

Io gli recitai ???? genoux, ?? genoux au milieu de la classe??; e poi egli, seduto sul lavabo, mi cant?? dei brani d'opera.

Stava appunto cantandomi il Leitmotif delle Figlie del Reno, allorch?? uno strepito alla porta ci fece voltare. Era la custode, esterrefatta, che dalla soglia ci contemplava.

Ma come! Erano gi?? le sette del mattino?...

E di nuovo B??rang??re tacque.

??? Ebbene? ??? diss'io.

??? Ebbene; quando, dopo aver calmato e consolato la zia Clotilde, mi presentai nel pomeriggio al Ch??teau-Mirval, la contessa mi accolse con gelida cortesia; disse che suo figlio era sofferente, ma che, probabilmente, quando stava meglio, mi avrebbe scritto....

Indi mi porse, con gesto regale, alcuni giornali: [66] la Gazette de Lausanne, le Journal de Gen??ve e La Suisse.

Il primo narrava in forma serio-comica ??L'Avventura di una Fidanzata??. Il secondo, pi?? faceto, intitolava il suo articolo: ??Fortunato Capostazione!??. Il terzo, oh! il terzo!...

In cima alla colonna spiccavano a grandi caratteri queste parole: ??IDILLIO DI NATALE IN UN....?? .... e qui le due iniziali che sai!

Non ho pi?? veduto Lucien.

.... Basta! Sono molto felice. La zia Clotilde mi regal?? per le nozze una collana di perle di ottantasei gemme scelte; una meraviglia! Quanto alla Peugeot, non saprei cosa farmene. Capirai, abbiamo tutti i viaggi gratuiti!...

??? E infine, ??? soggiunse B??rang??re, disfacendo il topo e facendosi vento al viso roseo col fazzoletto rosso; ??? aspetto tra poco l'arrivo di qualcuno.... di qualcuno.... che forse sar?? anche lui ??biondo come una lampada accesa!??.

[67]

III.
Tenebroso amore

[69]

PARTE PRIMA

L'Amico ??? quell'??amico?? che troviamo sempre nelle novelle e nei drammi, il modesto e mansueto amico che non vive di vita propria ma esiste soltanto per accompagnare con brevi commenti ed esclamazioni i discorsi del protagonista ??? quell'amico (utilissimo anche in questo racconto) disse, come dice sempre:

??? Ma.... ella ti ama!

??? S??; ella mi ama, ??? disse cupamente Manlio.

??? E non ti tradisce.

??? No, ??? disse Manlio, con un profondo sospiro; ??? non mi tradisce.

(Da quel sospiro che cosa deduce l'intelligente lettore?

Deduce: a) che Manlio parla di sua moglie.

b) che questa moglie ?? probabilmente grassa e sulla quarantina.

[70] c) che Manlio ha un cuore modernamente irrequieto e infedele).

??? Io non so di che cosa ti lagni, ??? disse l'amico. ??? Sei un uomo arrivato; sei un poeta stampato. Hai girato il mondo; ti sei divertito; ne hai fatto di tutti i colori....

??? Ah no! ??? grid?? Manlio ??? no! Non ?? vero. Non ne ho fatto ??di tutti i colori??.... ??? E sprofondando le mani nelle tasche soggiunse, crollando il capo: ??? Ed ?? questo, questo appunto che mi affligge.

L'amico (di cui la missione ?? di raccontare diffusamente al protagonista ci?? che questi sa assai meglio di lui) enumer?? la serie di brillanti conquiste fatte dal fortunato Manlio:

??? La Tortola.... la Vannucci.... Carlottina.... Vilfrida.... Cic??.... la Soresina....

??? S??!... s??!... s??!... ??? gemette Manlio. ??? Ma quelle.... erano tutte dello stesso colore.

L'amico si stup??. ??? Che cosa vuoi dire?

??? Voglio dire, ??? e Manlio appoggi?? il capo sulla spalliera della poltrona guardando con aria ipocondriaca il soffitto, ??? voglio dire che quelle donne non erano di tutti i colori. Erano tutte pi?? o meno bianche; chi un po' pi?? chiara, chi un po' pi?? scura; chi d'un bianco latteo, chi d'un bianco niveo, chi d'un bianco d'avorio.... Ora tutto quel biancore mi ?? venuto a nausea. Il mio cuore e i miei nervi reclamano delle tinte pi?? forti e fosche, del pimento pi?? carico e pi?? caldo.... I miei sensi reclamano.... un tenebroso [71] amore! ??? E Manlio si pass?? una mano fine e ??psichica?? (come l'aveva un giorno definita una Americana dilettante di chiromanzia) si pass?? dunque la mano psichica sulle lunghe chiome ondulate che portava spazzolate indietro dalla fronte e gonfie in cima al capo, ?? la Pompadour.

L'amico ??? che aveva i capelli semplicemente castani e tagliati a spazzola ??? croll?? la testa.

??? Manlio, tu leggi troppa letteratura psico-analitica, ??? disse. ??? Queste inquietudini intellettuali morbose, questa ricerca di stranezze, diremo cos?? cromatiche, le ho trovate gi?? nei libri di.... ??? (ed enumer?? vari autori moderni a cui io qui non desidero fare della r??clame).

??? Ti sbagli, ??? rispose Manlio. ??? Questa mia brama, questo mio struggimento ha una tutt'altra origine. Tu sai che quando ero in Libia le donne indigene, per me.... posso dire che non esistevano. Le avevo in orrore colle loro forme nere e le loro chiome lanose.... Ebbene, strano a dirsi, partendo, quasi non ero ancora a bordo che gi?? provavo come un senso di rammarico.... che so io!, di rimpianto; come se avessi mancato qualche cosa, come se fossi passato accanto a un fiore senza coglierlo, a una sensazione senza provarla.... Allora quando l'altra sera il maggiore Hubert Elia mi lesse certi suoi bellissimi versi intitolati: ??La Migiurtina??....

??? Ah! vedi che c'entra la letteratura! ??? esclam?? l'amico.

??? .... questo rimpianto, questo desiderio retrospettivo, si acu?? fino alla sofferenza.

[72]

??Chi t'ha foggiato in questa forma pura

Di bronzo antico, figlia del deserto?

Quale artefice l'agile cintura

Ti assottigli?? con lo scalpello esperto?...??

cit?? Manlio, fervido e fremente.

??? Ah s??, s??! bellissimo, ??? mormor?? l'amico, che non amava la poesia.

??Ma tu sei tutta caldo bronzo aurato....??.

??? Di chi parli? ??? interruppe l'amico.

??? Ti dir??. Questa specie di nostalg??a vaga, questo desiderio fluttuante e indefinito, da ieri si ?? fissato su un essere vivo e tangibile, ha preso forma materiale e umana....

??? La forma di chi? ??? chiese l'amico.

??? Stasera vedrai! ??? pronunci?? Manlio misteriosamente (anche per mantenere tesa l'attenzione del lettore). ??? Vieni con me all'Alhambra. Trovati sulla porta alle nove precise.

E l'amico, il quale, s'intende, non ha mai nulla da fare per conto suo, accett??.

PARTE TERZA

(Il lettore dir??: ??? Il tipografo ha sbagliato. Qui doveva esserci la ??Parte Seconda?? non la terza.

Invece no. Poich?? la letteratura d'oggi esige qualcosa d'inatteso e d'originale, io ho escogitato questo modo di stupire il lettore.

[73] L'inversione! Fargli leggere prima la fine della mia opera ??? Parte Terza ??? e poi la continuazione ??? Parte Seconda. Basta questo semplicissimo mezzo per generare nella sua mente quella confusione necessaria a convincerlo che si trova di fronte a un capolavoro.

Dunque ecco la fine del mio racconto).

Dopo questo trasecolante avvenimento.... (il lettore non sa di quale avvenimento si tratti, ma appunto in questo sta l'interessante) si sparse per la citt?? sul conto di Manlio una dicer??a macabra e misteriosa.

Donde nacque?... Chi l'origin???... Mistero. Ma il nefando sospetto serpeggi??, subdolo, da casa a casa, da ristorante a caff??, da strada a piazza. E un giorno tutti lo sapevano, tutti lo dicevano. Manlio De Luca aveva ucciso sua moglie!

??? Ma perch??, perch?? l'avrebbe egli uccisa? ??? gridava l'amico (di cui oggi la missione era di saperne meno di tutti gli altri), perch??? ??? E battendo coi pugni sul tavolino di marmo del Caff?? pi?? frequentato, urlava: ??? Perch???

??? Perch?? Manlio ?? un poeta, e quindi un degenerato, ??? diceva l'uno.

??? Ma se voi stessi, ??? ribatt?? l'amico, ??? ma se voi tutti avete sempre detto di Manlio che non era che un mezzo poeta. Quindi non poteva essere che un mezzo degenerato. E per uccidere la moglie bisogna essere un degenerato completo.

[74] Su questo punto si fu d'accordo. Ma un altro sugger??:

??? L'avr?? uccisa perch?? aveva quarant'anni ed era grassa.

??? Ma lui ne ha quarantotto! ??? grid?? sdegnato l'amico. ??? E se la signora Clotilde era grassa, non era pi?? facile farle fare la cura Guelpa (Digiuno e Purga, Quintieri L. 3.50) che ammazzarla?

Vi fu un breve silenzio. Poi qualcuno disse:

??? L'avr?? uccisa perch?? ella lo amava troppo.

??? Mio Dio! ??? fece l'amico, abbassando le palpebre e inarcando le sopracciglia, ??? se dovessimo uccidere tutte le donne che ci amano troppo!...

??? Eh.... gi??! ??? sospirarono tutti. E tutti abbassarono gli occhi e inarcarono le sopracciglia con un'aria di rassegnazione e di lieve stanchezza. E chi aveva i baffi se li arricci??.

??? Non ha ucciso! No! Non ha ucciso! ??? grid?? l'amico, alzandosi in piedi pallido e fremente.

E poich?? tutti lo guardavano, egli per non diminuire l'effetto di quel momento drammatico, si calc?? in testa il cappello, e cupo, a lunghi passi, colle spalle curve, lasci?? il Caff??, dimenticando di pagare la consumazione.

E Manlio? Aveva egli davvero ucciso sua moglie? E se non l'aveva uccisa dove la teneva?

Da oltre due mesi nessuno aveva pi?? veduto la signora Clotilde. ?? vero che la sua suocera, e anche qualcuna tra le sue amiche pi?? intime, avevano ricevuto [75] qualche biglietto da lei, o che almeno parevano scritti dalla sua mano. In queste brevi comunicazioni ella diceva:

??Non state in pensiero per me.... Sto bene.... Mi rivedrete un giorno....??.

Ma questi oscuri messaggi non facevano che accrescere vieppi?? i sospetti.

E intorno a Manlio, divenuto cupo, evasivo, impenetrabile, si addens?? la fosca nube del sospetto.

E qui possiamo tornare indietro alla

PARTE SECONDA

La signora Clotilde non aveva un ??Amico??. Non aveva neppure un'amica a cui si sentisse disposta a confidare i suoi intimi pensieri.

??? Io conosco le donne. Sono vipere, tutte quante! ??? diceva a s?? stessa. E si rassegnava quindi durante le frequenti assenze di suo marito a dare alle sue considerazioni e ai suoi sentimenti una forma di semplice soliloquio.

Nel giorno stesso in cui suo marito recitava all'amico la poesia del maggiore Elia, ella ??? facendo in camera sua un po' di ginnastica svedese secondo le prescrizioni di un Manuale intitolato ??Igiene e Bellezza Muliebre??, ??? cos?? rifletteva:

[76] ??? Ho notato che Manlio.... (la signora Clotilde si alz?? sulla punta de' piedi, allargando lentamente le braccia e respirando profondamente) uno.... era alquanto.... due.... eccitato iersera.... tre. Non so precisamente.... quattro.... se era per quella canzonettista belga.... cinque..... oppure per una di quelle.... sei.... spudorate femmine seminude... sette.... nei tableaux vivants.... otto.

La signora Clotilde abbass?? le braccia e le calcagna e torn?? in posizione di ??riposo??.

??? Gi?? non avrei dovuto permettergli di condurmi in un Caf??-Chantant, ??? riflette. ??? Viceversa, se non mi ci lasciavo condurre.... (la signora mise le mani sui fianchi, coi pollici in avanti e i gomiti bene all'indietro).... probabilmente ci andava da solo. E visto che era l'anniversario del nostro matrimonio.... Uno.... (la signora chin?? il busto in avanti e rote?? lentamente otto volte da destra a sinistra).... questo mi sarebbe spiaciuto. Due.... tre.... quattro.... Tutta notte ?? stato.... cinque.... inquieto.... sei.... e mormorava in sogno.... sette.... delle parole strane.... otto. ??? (Si raddrizz??). ??? ??Sed Formosa!?? L'ho sentito chiaramente pronunciare pi?? volte quelle due parole: ??Sed Formosa??. Vediamo! L'epiteto ??formosa?? potrebbe applicarsi a me. Ma ??Sed??? Che cosa mai vorr?? dire ??Sed???

La signora torn?? a chinarsi in avanti e riprese il suo esercizio girando lentamente il busto otto volte da sinistra a destra.

Quindi si sdrai?? per terra rigida e supina.

??? Forse era quel Tokay che bevemmo a pranzo [77] al Savini. U-no.... ??? (la signora sollev?? lentamente i piedi in aria) ??? du-e.... ??? (li riabbass??). ??? Io non ne presi che mezzo bicchiere.... U-no.... e subito sentii un non so che.... du-e.... come uno stordimento.... U-no. E lui bevette tutto il resto.... du-e.... S??, s??. Era probabilmente.... U-no.... il Tokay.... du-e.

Finiti gli esercizi la signora Clotilde, sempre seguendo il Manuale d'Igiene, si fece una frizione di Acqua di Colonia, si spalm?? sulla faccia del bianco d'uovo sbattuto, e si sdrai?? sul letto per venti minuti cogli occhi chiusi.

??Rilassate completamente i muscoli e la mente??, diceva il Manuale; ma ahim??! se alla signora Clotilde riusciva di rilassare i suoi muscoli, il suo cervello rimaneva teso nello sforzo di sciogliere l'enigma dell'agitazione di suo marito.

??? L'anniversario delle nostre nozze, l'anno prossimo lo festeggeremo in casa, ??? si prefisse ella. Ma questa saggia risoluzione non bast?? a tranquillizzarla sul conto del festeggiamento di ieri.

Ella ben conosceva il suo Manlio; le erano note le sue placide abitudini giornaliere e notturne. Il suo calmo e ritmico russare che dalle undici di sera alle sette del mattino accompagnava i loro sonni coniugali (e che talvolta negli anni trascorsi l'aveva stizzita ed irritata) era divenuto ormai per lei quasi una musica piacevole e tranquillizzante, un simbolo di sicurezza maritale.

Gi?? qualche altra volta, quando questa sonora ber??euse si era per un breve intervallo interrotta, [78] la signora Clotilde vigile e all'erta si era guardata d'intorno. La prima volta ??? ben se lo ricordava! ??? si trovavano con certe sue cuginette ai bagni di mare ad Alassio. Allora, senza indugio, aveva deciso che si andrebbe a finire le vacanze in alta montagna. La seconda volta ella non aveva fatto altro che licenziare una cameriera bionda e petulante.... ed ecco che la notturna musica da camera, col suo timbro tra il bombardone e il fagotto, aveva ripreso il misurato ritmo abituale.

Ora, anco una volta, era interrotta; la ber??euse era divenuta spasmodica e sincopata come un ??bunny-hug?? americano. Manlio per tutta la notte si era rigirato inquieto e febbrile nel letto, destandosi di soprassalto, con una scossa, da brevi sogni agitati.

Nel buio, al suo fianco, sua moglie silenziosa ascoltava e notava quei rotti sospiri, e si diceva:

??? Clotilde!... in guardia!

Ora, di giorno, coi muscoli rilassati, cogli occhi chiusi e il bianco d'uovo sulla faccia, ella passava in severa rivista i ricordi della serata precedente, come un colonnello farebbe allineare davanti a s?? i soldati tra cui volesse ravvisare un delinquente.

Ripass?? mentalmente l'intero programma della serata.

I primi due numeri ??? causa il pranzo e il Tokay ??? non li avevano veduti; dunque si potevano escludere. Erano entrati nel loro palchetto a met?? del terzo numero: ??The Jolly Japs??, una compagnia di equilibristi giapponesi; Manlio non li aveva neppure guardati; anche quelli erano dunque esclusi.

[79] Il numero 4 era un baritono francese. Escluso.

Numero 5: ??La blonde Agla????, danzatrice. Manlio l'aveva guardata; aveva detto: ??? ??Che rana! ??? e ritiratosi in fondo al palco aveva schiacciato un sonnellino. Esclusa.

Numeri 6, 7 ed 8, esclusi, perch?? Manlio dormiva.

Numero 9: Canzonettista Belga. Manlio s'era svegliato di soprassalto, s'era affacciato all'orlo del palco; poi, ritraendosi, aveva acceso un sigaro. Poteva essere lei?... Mah!

Numero 10: Prestidigitatore Chinese. Escluso.

Numero 11: Cani ammaestrati. Esclusi.

Numero 12: Quadri Viventi Allegorici della Guerra Mondiale. Primo Quadro: ??Gli Alleati affrontano la Tigre Germanica??. Niente. ??? Secondo Quadro: ??La piccola Martire?? (il Belgio). Niente. ??? ??Il Sorriso della Vittoria??. Ah!... Vediamo. La Vittoria era tutta chiusa in un'armatura d'acciaio, e invero di lei non si vedeva, sotto l'elmetto rilucente, che il sorriso. Ora ?? difficile che un sorriso per quanto radioso, basti da solo a turbare.... No. Escluso anche il Sorriso della Vittoria. ??? ??La Liberazione della Colonia Germanica Sud Africana??. Esclu.... Alto-l??!

Della Colonia Germanica Sud Africana, rappresentata da una giovane negra che tendeva le braccia incatenate verso un gruppo di soldati alleati, non si vedeva il sorriso.... ma si vedeva quasi tutto il resto. Quelle braccia tese all'altezza del volto le celavano i lineamenti ma concedevano interamente allo sguardo del pubblico il corpo, quasi nudo, di un bel color mogano scuro. La linea di quel corpo, [80] appena interrotta da una sciarpa rossa legata intorno ai fianchi, era perfetta; poteva anche dirsi conturbevole.... La signora Clotilde aveva creduto udire dietro di s?? un piccolo fischio sommesso in scala discendente.... e s'era voltata di scatto. ??? Manlio? Cos'hai detto? ??? Ma Manlio non aveva detto niente. Allora la signora, china in avanti e movendo i piedi irrequieti, aveva esclamato: ??? Guarda un po' se vedi dove ?? andato a finire il mio sgabellino.... ??? E Manlio per tutto il tempo che aveva durato la Liberazione della Colonia Sud Africana era rimasto a brancolare per terra in cerca dello sgabello (ch'era poi sotto la sedia della signora Clotilde). Quando si rialz??, una bianca e grassa ??Pace Imperante sul Mondo??, reggendo una colomba imbalsamata aveva sostituita la Colonia Sud Africana che, probabilmente, era andata a rivestire di etiopici drappeggi le sue belle membra crepuscolari....

La signora Clotilde balz?? dal letto. Che si chiamasse Sed Formosa quella femmina nera?

Ritrov?? sul tavolo da toilette il programma. (Aprendolo not?? che oggi vi era una matin??e all'Alhambra). No. La negra non si chiamava Sed Formosa; si chiamava Alabama Loo.

??? Del resto, ??? riflett?? la signora Clotilde mettendosi le calze (ch'erano di seta fino ai ginocchi, e di cotone pi?? in su) ??? quella donna non era affatto formosa. Lo sono assai pi?? io.

Ci?? che noi, pudichi lettori, ci asterremo dal constatare o contrastare.

[81] La signora Clotilde scese mezz'ora dopo, e cerc?? suo marito nello studio. Non c'era. Sulla scrivania giaceva un libro aperto e la signora Clotilde si chin?? a guardarlo. Commossa e stupita constat?? ch'era la Bibbia: un'edizione bilingue, in latino a sinistra, in italiano a destra. Era aperta al Cantico dei Cantici.

Ed ecco che una parola nella colonna latina balz??, tonda come un molle pugno, agli occhi della signora Clotilde!

??? Formosa! ??? S??, s??.... ed era preceduta dalla paroletta: Sed. Lo sguardo di falco della signora viaggi?? a ritroso e trov?? la parola ??sum??, preceduta a sua volta dalla parola ??Nigra??.

??Nigra sum sed formosa??. Che cosa voleva dire? Guard?? la colonna a destra e ne trov?? la traduzione: ??Non ti dispiaccia, amato mio.... ecc. Nera io sono ma bella!??.

Un grido sfugg?? alle labbra della signora Clotilde. Manlio!... Dov'era?

L'intuizione la illumin?? come una folgore: Manlio era andato alla matin??e!

Le intuizioni non sono sempre esatte. Manlio non era alla matin??e. La signora Clotilde, in agguato dietro una colonna nell'atrio dell'Alhambra, dovette convincersene vedendo vuotare la sala, e la folla che le passava dinanzi riversarsi sul Corso.

Ma subito un'altra intuizione la illumin??, mozzandole il respiro e facendole mancare i ginocchi. Manlio [82] era colla negra! Era nel camerino della negra!... Ebbene ??? ci andrebbe anche lei.

. . . . . . .

.... La fecero aspettare parecchio in corridoio. Miss Alabama Loo non poteva riceverla. Stava svestendosi.

??? Ma che svestendosi! ??? esclam?? sdegnata la signora Clotilde. ??? Se era gi?? svestita!

Dopo un quarto d'ora ribatt?? alla porta. Ancora no.... Miss Alabama si vestiva.

Tremando e ansando la signora Clotilde aspett??, dicendosi: ??? S'egli esce di l?? deve passare di qui. S'egli non esce, entro io. E guarder?? negli armadi!...

??? Entri pure, signora ??? disse una donna affacciandosi alla porta. E la signora Clotilde entr??.

Vide subito che non vi erano armadi. Vide anche che non vi era Manlio. E vide infine che non vi era neppure la negra.

Una signorina bionda, alta e sottile, stava incipriandosi davanti allo specchio. Fremente la signora Clotilde si guard?? intorno.

??? Dov'???... Dove sono?... ??? chiese con voce rauca e tremante.

??? Dove sono chi? ??? domand?? con amabile sorpresa la signorina.

??? La negra.... e mio marito.

La giovane si ferm?? impietrita col piumino della cipria in mano. Che fosse pazza questa povera signora?

??? Suo marito, non so. La negra.... sono io.

.... La signora Clotilde ebbe un breve accesso convulso, [83] e fu premurosamente assistita dalla signorina e dalla cameriera. Riavutasi alquanto, spieg?? le sue angoscie e i suoi sospetti alle due, che ridevano sgangheratamente.

La Colonia Sud Africana non era affatto bella, e la signora Clotilde si trov?? quasi a desiderare che Manlio fosse qui a vederla. E poi non era neanche ??nigra-sum??, si disse la signora con sarcastico compiacimento.

Era una buona e semplice creatura contenta di parlare di s?? e di rivelare alla elegante visitatrice tutti i segreti della sua toilette: una parrucca di lana nera, una bottiglia di liquido bruno, un vasetto di vasellina color caff??....

??? Ma non sarebbe pi?? semplice mettere una maglia scura, invece d'impiastricciarsi tutta a quel modo? ??? chiese la signora Clotilde.

??? Magari! ??? esclam?? la signorina. ??? Ma la Direzione non permette. Il pubblico se ne accorgerebbe subito.

??? E non ?? difficile levare tutto quel colore?

??? No, no; affatto. Con questa lozione ??? e la signorina addit?? una grande bottiglia quasi piena di un liquido incolore, chiaro come l'acqua, ??? si toglie tutto. ?? un preparato americano, meraviglioso! Guardi come lascia la pelle bianca e levigata. ??? E stese alla signora Clotilde una mano bianca e un braccio fine e candido. ??? Appena appena se le unghie restano un pochino scolorite....

In quel momento si batt?? alla porta.

La signora Clotilde sussult??.

[84] ??? Manlio!...

Ma non era Manlio. Era un telegramma urgente. La signorina l'apr??, lo lesse e diede uno strillo d'esultanza:

??? Parigi, Parigi! Sono scritturata a Parigi!... ??? E nella sua gioia abbracci?? la cameriera. E quasi quasi avrebbe abbracciato anche la signora Clotilde se avesse osato. ??? Mi ha portato fortuna, mi ha portato fortuna! ??? esclamava stringendole le grassocce mani inguantate. Ma d'un tratto si fece seria e guard?? di nuovo il telegramma. ??? Si va in scena il primo del mese. E oggi ?? gi?? l'ultimo. Cielo! Per arrivare a tempo dovr?? partire stasera col diretto delle nove.

??? Ma ?? impossibile! ??? esclam?? la cameriera, molto agitata anch'essa; ??? poich?? qui andiamo in scena alle nove e quaranta.... ??? La cameriera non andava affatto in scena, ma quando si alludeva alle funzioni artistiche della sua padrona parlava sempre al plurale.

??? E che importa? Credi ch'io voglia perdere la scrittura di Parigi per un'ultima rappresentazione qui? Vuoi dire che per questa sera trover?? una sostituta; oppure si ometter?? il quadro, e pagher?? la penale. S??, s??! Che cosa importa?... Pagher?? la penale.

La signora Clotilde ebbe un lampo d'ispirazione. Drammatica e maestosa mosse un passo avanti.

??? Voi non pagherete la penale. Vi sostituir?? io!

Un momento di silenzio esterrefatto segu?? questa dichiarazione; ma la signora Clotilde, a testa alta, [85] nell'atteggiamento ispirato e solenne di Martire Cristiana entrante nell'Arena, ripet??:

??? Vi sostituir?? io. Io, Clotilde de Luca, nata Arpiggiani, di eminente famiglia bolognese, figlia di avvocato e nipote di sottoprefetto, comparir?? stasera sul palcoscenico dell'Alhambra vestita unicamente di tintura marrone, di una sciarpa rossa, e di una parrucca di lana! Ah!... Ma questo sacrificio ch'io compio, questa immolazione dei miei pi?? sacri istinti e delle pi?? eccelse tradizioni della mia famiglia, avr?? la sua ricompensa! Allorch?? mio marito questa sera torner?? al suo focolare, tutto fremente della sua illecita passione, io gli andr?? incontro colle braccia aperte, col sorriso sulle labbra: ??Manlio! Colei che tu credi d'amare, colei che ti conturba i placidi sonni.... la ??Nigra sum sed formosa??, sono io!... Io che t'amo, e ti perdono!??.

Questa prova generale di una scena cos?? commovente turb?? la protagonista stessa a tal punto che scoppi?? in lagrime, e di nuovo tocc?? alla buona Alabama Loo e alla fida cameriera di calmarla. A dir vero, parevano anch'esse in preda a un accesso di commozione convulsa; erano rosse in faccia e ogni tanto si coprivano la bocca colle mani. Riavutesi tutte e tre, la cameriera, ancora colle lagrime agli occhi, interrog?? la sua padrona: ??? Che cosa ne dice?

La signorina sfior?? cogli occhi la persona breve e tondeggiante della signora Clotilde. ??? Dico ch'?? un'idea magnifica!

[86] ??? Ma, ??? fece in uno scoppio la cameriera, ??? il direttore non consentir?? mai!

??? Ma che! ??? esclam?? Miss Alabama. ??? Non ha bisogno di saperlo.

??? Gi??!... che non se ne accorger??! ??? strill?? la cameriera, dimenandosi convulsa.

??? Se ne accorger?? troppo tardi, ??? singhiozz?? Miss Alabama, coprendosi il viso. ??? Noi saremo gi?? in treno.... lontane.... Del resto, a lui importer?? poco, visto che ?? l'ultima sera dei Quadri Allegorici....

Furono impartite accuratamente alla signora Clotilde le istruzioni necessarie per l'uso del liquido bruno, della vasellina marrone, della cipria color caff??; e della lozione americana decolorante. Si fecero delle prove, che riuscirono perfette, sulla faccia della cameriera e sulle braccia di Miss Alabama. E poi anche sulle mani della signora Clotilde.

La signora Clotilde ringrazi?? Miss Alabama, Miss Alabama ringrazi?? la signora Clotilde.

Si lasciarono con un abbraccio.

. . . . . . .

??? Chi m'avesse detto che avrei baciato Alabama Loo!... ??? riflette la signora Clotilde andando a casa in carrozzella.

Quella sera Manlio, tornando a casa verso le sette, trov?? sua moglie incappellata e ammantellata, pronta ad uscire.

??? Pranzo in casa di mia nipote (la figlia del sottoprefetto!) ??? spieg?? la signora ad occhi bassi, mettendosi [87] i guanti. ??? Capirai, non potevo rifiutare.... Non aspettarmi prima delle undici.

??? Oh, guarda un po', ??? fece Manlio, ??? come capita bene! Io per l'appunto stasera devo uscire....

??? Ah, devi uscire? ??? fece ella, subdola, sogguardandolo.

??? Ho da trattare un affare, ??? rispose disinvolto Manlio.

Un lampo pass?? negli occhi della signora Clotilde. ??? Te lo tratter?? io l'affare, ??? disse tra s?? e s??.

E usc??.

Manlio pranz?? solo, con placido godimento, poggiando alla caraffa dell'acqua il giornale della sera.

Alle nove si trov?? davanti alla porta dell'Alhambra dove l'amico, come d'accordo, l'aspettava.

. . . . . . .

La Colonia Sud Africana ebbe quella sera un grande successo d'ilarit?? e d'applausi; e nella Direzione del teatro si decise, seduta stante, di continuare la serie dei Quadri Viventi, sostituendo per?? ai Quadri Viventi Allegorici una serie di Quadri Viventi Umoristici ??? visto che il pubblico pareva dilettarsi ancor pi?? al comico che all'estetico.

Ma nella sala, Manlio, sprofondato nella sua poltrona accanto all'amico, esclamava sbigottito:

??? Misericordia!... Che orrore!... Che orrore!... ??? E si batteva coi pugni la fronte. ??? Ma cosa avevo io iersera?... Le traveggole?... O allora che cosa diavolo m'avevano messo in quel Tokay?...

[88]

PARTE QUARTA

La signora Clotilde, intontita dal successo e dall'abbaglio dei lumi della ribalta, ritorn?? barcollante verso il suo camerino. Percorse coi neri piedi scalzi il dedalo degli stretti corridoi, aprendo molte porte che non erano la sua, e gli artisti ??? chi pi?? o meno vestito, chi pi?? o meno spogliato ??? salutarono con urli di protesta o con strilli d'ilarit?? la sua breve apparizione sulla loro soglia. Finalmente apr?? una porta ??? N. 12 ??? che era la sua: ma si ritrasse ella stessa con un grido, vedendosi confrontata da una fosca e spaventosa apparizione.... Poi s'avvide che era la psiche che le rimandava la sua propria imagine.... e sorrise.

Ma il sorriso bianco in quella faccia color cioccolata le fece una penosa impressione, e si affrett?? a volgere le nere spalle allo specchio. Si tolse di testa la parrucca di lana nera che le dava un caldo insopportabile; indi, seguendo appuntino le istruzioni di Miss Alabama, si dedic?? alla delicata impresa del ??d??maquillage??.

Prese un grosso batuffolo di ovatta e vi vers?? qualche goccia di liquido trasparente. Anzich?? cominciare dal viso, volle, per prudenza, provarselo prima su una gamba.... la sinistra....

Benissimo!... Constat?? con gioia che, dovunque passava il batuffolo bagnato, il magnifico colore nocciola scuro spariva subito, lasciando trasparire a [89] strisce la naturale tinta carnicina. Quando il cotone fu tutto nero e la gamba tutta bianca, la signora Clotilde gett?? in un angolo il batuffolo usato e ne prese uno nuovo. Aveva appena afferrato la bottiglia del liquido, quando ud?? battere alla porta.

??? No! ??? strill?? la signora Clotilde, ??? no!

Ma la porta ciononostante si apr??, e un signore col cappello in testa entr?? con passo risoluto. Era il Direttore in persona che veniva a chiedere spiegazioni alla ignota sostituta di una delle sue artiste.

Con un urlo la infelice signora Clotilde, ricordando di essere nipote di un sottoprefetto, volle nascondere a quell'intruso le sue bicromatiche forme. Fece un balzo all'indietro, vacill??, scivol??...., la bottiglia ??? la preziosa bottiglia del liquido Americano! ??? le cadde dalle mani e and?? a frantumarsi in mille pezzi in un angolo sotto lo specchio.

Allora una sequela di frenetici strilli riemp?? di stridore il camerino e i corridoi. Il Direttore, non comprendendo la gravit?? del disastro, si tur?? le orecchie colle mani:

??? Ma cos'hai da strillare, cretina? Credi forse che mi commuova la vista delle tue gambe.... Per me, oramai, gamba pi??, gamba meno....

. . . . . . .

L'intera Compagnia si radun?? intorno al camerino N. 12, con consigli e suggerimenti. La signora Clotilde, avviluppata in un ampio accappatoio prestatole dal baritono, tremava e piangeva in un angolo, [90] presentando invero lo spettacolo della pi??.... nera disperazione.

Tutti offrivano consigli, unguenti, vasetti, bottigliette. Si prov?? a strofinarla colla vasellina, colla lanolina, colla benzina, col sapone al pomice, col sale e il limone.... I Giapponesi suggerirono una mistura d'alcool e di latte caldo. Il padrone dei cani ammaestrati sugger?? la terebentina collo spirito canforato. Nulla valse....

La signora Clotilde fu portata a casa in carrozza, accompagnata dalla canzonettista Belga che aveva buon cuore, e dalla Pace Imperante sul Mondo che aveva voglia di ridere.

Si telegraf?? a tutti i Caf??-Chantants di Parigi, chiedendo nuove di Alabama Loo. Invano. Certo ella aveva cambiato nome e colore.

Si fecero richieste in tutte le farmacie americane, si telegraf?? a New-York, a Washington e a Chicago. Invano.

. . . . . . .

Lugubre, truce, colla sua faccia nera e la sua gamba bianca, la signora Clotilde, chiusa in due camere, aspetta fosca e depressa la lenta azione del tempo.

E infatti, adagio, a poco a poco, col passare dei mesi, la tinta va lievemente rischiarandosi. Dal caff?? moka scuro ha preso qua e l?? una tinta khaki.... e si spera che forse, tra un anno o due anni....

. . . . . . .

[91] Una profonda malinconia incombe sulla casa, interrotta a rari intervalli da improvvisi e pazzeschi scoppi di risa.... ?? l'Amico (l'unico ammesso in quella tragica dimora) che tratto tratto non sa frenare la sua crudele, spasmodica ilarit??.

E contemplando Manlio, ??? sprofondato nella sua disperazione, sfuggito dai suoi simili, temuto dalle donne, sospettato d'uxoricidio ??? egli talvolta mormora sommesso:

??? L'hai voluto!... L'hai voluto un tenebroso amore!

[93]

IV.
Fata luminosa

[95]

La Fata Luminosa sono io.

Questa dichiarazione pu?? sembrare mancante di modestia. Infatti, scrivendolo, arrossisco.

Tuttavia, trattandosi di narrare una storia che ha la sua brava morale, la racconto tale e qual'??.

E forse a Lola far?? piacere.

Incontrai Lola in montagna. L'estate era stata torrida, ma io, occupata a scrivere degli articoli illustranti la barbarie della perfida Albion, non me ne ero accorta. Un giorno alzando gli occhi per caso al calendario m'avvidi che l'estate era gi?? lontana. Ed io non ero stata in campagna! Non ero stata, come ogni anno, a 1000 o 2000 metri d'altitudine!

??? Dov'?? la pi?? vicina montagna? ??? chiesi a chi mi stava accanto, mettendomi in fretta il cappello.

??? Macugnaga, ??? mi fu risposto.

??? Avanti. Vado a Macugnaga. Addio a tutti.

Invano si protest?? che Macugnaga in ottobre sarebbe vuota, che a Macugnaga sarei gelata....

[96] Partii.

Il sole d'ottobre ??? il pi?? bel sole dell'anno ??? raggiava in un cielo di lapislazzuli quando arrivai lass??, e i ghiacciai del Monte Rosa fumigavano abbaglianti e le valanghe balzavano e rotolavano tonando, come per un foot-ball di giganti.

E Macugnaga era vuota.

Meglio cos??. Tutta questa gloria di sole e di neve era per me, per me sola.

Ma facevo i conti senza l'oste: l'oste di Macugnaga chiudeva i suoi alberghi, e se non volevo dormire nelle pinete o sul ghiacciaio, dovevo scendere con lui al piano.

Scesi; ma il meno possibile. Mi fermai a mezza montagna, a Ceppo ??? ridente villaggetto che si posa come una driade montana, con un piede sul pend??o e l'altro nel torrente ??? e presi alloggio nel piccolo H??tel des Alpes, presso la signora Maria. (Signora Maria! se voi leggerete questo racconto, sentitevi nel cuore il mio saluto).

E a Ceppo conobbi Lola. Passando un meriggio accanto alla scuola, la vidi, circondata dai suoi venti o trenta bambini, che tutti le strillavano qualche cosa. Lei non rispondeva. Teneva fissi su me gli occhi, occhi immensi, neri, ardenti.

Le dissi qualcosa; ella si fece rossa e poi pallida e mormor?? il mio nome. Mi parve lusinghiera, sebbene esagerata, la sua commozione.

Nel pomeriggio venne a trovarmi. Mi port?? molti fiori. Era magra, esaltata, febbrile.

[97] E nel villaggio mi dissero: ??? Ah, la maestrina? Poveretta! va consunta.

Anche lei me lo disse un giorno, ansando un poco: ??? Vado consunta. ??? E nella sua voce vi era insieme una grande paura e un certo romantico compiacimento. ??? L'hanno detto tutti; anche i dottori di Milano; e il dottore di qui, che mi fa delle iniezioni. ?? tutto inutile! Vado consunta.

Io ne ebbi grande dolore e piet??. Quando salivo correndo per la montagna, al sole e al vento, pensavo a lei, e mi dicevo: ??? Povera Lola, che non pu??!... ??? Perdendomi nei boschi d'abeti, arrampicandomi per l'arida morena, traversando il torrente e scivolando sui sassi levigati e bagnandomi fino alle ginocchia nella gelida acqua, arrivando infine alla croce sul ghiacciaio e guardandomi intorno, col mondo ai miei piedi e soltanto il cielo sopra di me, pensavo: ??? Povera Lola!... povera Lola che non deve muoversi, che non deve stancarsi....

E ad ogni cappelletta, ad ogni crocifisso sull'orlo delle vie alpestri mi fermavo a dire una piccola preghiera perch?? Lola guarisse; ad ogni Madonnina ammantata d'azzurro, impallidita dal sole e dalle pioggie, sussurravo piano: ??? Oh Madonnina, fate guarire Lola.

Ma in fondo al cuore sapevo che Lola non poteva guarire.

Lola si aggrapp?? a me con un affetto febbrile e appassionato. Ad ogni passo la incontravo, ferma a guardarmi con quegli occhi troppo lucenti. Le bambine [98] della scuola avevano tutti i momenti ricreazione perch?? la maestra doveva uscire; lieve e lenta passava davanti alla bianca porta e sotto alle verdi finestre dell'H??tel des Alpes.

Allora, un giorno, l'invitai ad entrare.

Poi l'invitai a rimanere; ed ella pass?? i suoi pomeriggi sdraiata sul divano a guardarmi scrivere; talvolta, in pieno sole, uscivamo entrambe sul terrazzo. Non permettevo che mi parlasse. Era l'ora in cui le veniva la febbre; aveva le guance infocate, le mani brucianti: e i brevi capelli neri le si arricciavano sulla fronte sudata.

Sempre, quando arrivava e quando partiva, io la baciavo. Ed ogni volta che la baciavo, lei mi diceva:

??? Grazie!

Venne il novembre, e il sole si ritir?? da Ceppo; si ritir?? con garbo, un poco ogni giorno, allontanandosi gradatamente dal villaggio come un amante infedele che medita un tradimento.

??? Ora per tutto l'inverno il sole in paese non verr?? pi??, ??? disse la signora Maria. ??? Torner?? in aprile. E spero che allora, ??? soggiunse, china ad aiutarmi a chiudere la valigia, ??? torner?? anche Lei!

??? Anch'io lo spero, ??? dissi con un sospiro, pensando come di rado mi sono concessi i ritorni.

Tutto il villaggio si radun?? davanti alla Posta per salutarmi alla partenza; soltanto Lola non c'era.

Io avevo prescelto di fare a piedi i dieci o dodici chilometri di via maestra che scendono allegramente a valle tra rocce e abeti; e alcuni dei miei nuovi [99] amici mi accompagnarono per un tratto di strada. Ma gi?? tutti se n'erano tornati indietro al villaggio allorch??, a uno svolto, vidi Lola seduta su un tronco d'albero ad aspettarmi. Aveva le braccia piene di fiori e gli occhi pieni di lagrime. (Non mi piacciono n?? le lagrime quando sono per me, n?? i fiori quando sono colti).

??? Non dovevate venire cos?? lontano, ??? la sgridai. ??? Come farete ora a tornar su?

Tremava tutta. ??? Addio, addio! Non La scorder?? mai, ??? disse. ??? Ella ?? stata per me.... una fata luminosa!

??? Che esagerata! ??? risi, baciandola.

E lei subito mormor?? il suo solito ??? Grazie!

??? Addio, Lola. Andate a casa. Badate di far giudizio. E mangiate molte uova.

??? Addio, Fata Luminosa, ??? singhiozz?? lei.

E la lasciai cos?? ??? sola, in mezzo alla strada maestra; piccola e scura sullo sfondo del Monte Rosa, col suo male e la sua malinconia. Ricordo che dopo qualche chilometro ??? e i fiori ciondolavano le teste di qua e di l??, stanchi d'essere portati come io di portarli ??? passai davanti a una piccola cappella. Mi fermai a guardare. Dentro, una Madonnina sorrideva in atteggiamento assai mite, quasi le rincrescesse d'aver messo per errore il piede sulla testa del serpente. Sette stelle le incoronavano il capo.

Le posi sul davanzale i fiori. ??? O Madonnina dalle Sette Stelle! ??? pregai. ??? Fate guarire Lola.

E ripresi la via.

[100]

. . . . . . .

Il destino mi trasse lontano, e Lola era gi?? da un pezzo scordata, quando mi giunse a Parigi (rispeditomi dal mio indirizzo ??stabile?? di Milano, dove non mi trovo mai) una cartolina. Era scritta in una grande calligrafia chiara e infantile; e diceva:

??Fata Luminosa!!... Noi siamo ventinove bambine che le vogliamo bene. La nostra maestra ci parla sempre di lei. Andremo questa primavera a cercare le viole nei boschi per lei??!

Sorrisi. Come era sentimentale e romantica Lola!... Con una cartolina ringraziai collettivamente le ventinove bambine; che a loro volta mi risposero con un'altra cartolina. Nella stessa calligrafia grande e tonda cominciava anche quella, al solito:

??Fata Luminosa!??.

(Mi sembr?? che il portiere dell'albergo presentandomela avesse un piccolo sorriso).

E in primavera mi giunsero le viole. Ogni otto giorni arrivavano delle scatolette di cartone schiacciate, piene di muschio ??? talvolta ancor umido ??? su cui posavano pallide ed avvizzite delle violette boschive. Mi seguivano da Milano a Roma, da Roma a Genova, da Genova a Montecarlo, da Montecarlo a Parigi.... Un giorno di nebbia nera a Londra, al mio ritorno da un tragico viaggio in Irlanda, ecco sul mio tavolo il solito pacchettino sgangherato, con dentro i cadaverini di viole mammole. Tutta una piccola primavera morta!

Le gettai via con impazienza.

Ma nel cuore me ne rimase, lene e lieve, il profumo.

[101] Alfine la mia felice ventura mi ricondusse in Italia. Ed ecco che un giorno mi venne annunciata una visita. Sospirai, ed entrai nel salotto.

In un angolo sedeva una figuretta, una figuretta esile sotto un grande cappello di feltro. Si alz?? e mosse con passo trepido verso di me.

??? Fata Luminosa! Non mi riconosce?

Era Lola. Una Lola rosata, abbronzata, ingrassata.

??? Ma Lola! Come state? Ma state meglio, molto meglio!

??? Sono guarita, ??? disse Lola. ??? Peso quarantanove chili. ??? Per Lola ?? l'obesit??, poich?? a Ceppo ne pesava trentasette. ??? E lo devo alla Fata Luminosa.

??? Silenzio! Non siate sempre cos?? esagerata, ??? dissi severamente. E l'abbracciai.

Notai che stavolta non mi disse grazie.

??? Sono guarita, ??? disse; ??? e lo devo a Lei che mi ha incuorata e consolata; a Lei che non aveva paura di baciarmi; a Lei che....

??? Lo dovete alle uova. E alle iniezioni del dottore. ??? E in cuor mio soggiunsi: ??? E alla Madonnina delle Sette Stelle.

Lola chiese ed ottenne una licenza di due mesi dalla sua scuola. E quei due mesi li pass?? con me.

Parlandomi, o parlando di me, essa mi chiamava invariabilmente: ??Fata Luminosa??. Non ci fu verso di farla smettere. E ??? devo confessarlo? ??? da principio questo nomignolo mi lusingava deliziosamente. Quando per la casa mi udivo chiamare cos??, accorrevo [102] lieta e sorridente. E a poco a poco anche gli altri in casa ??? un po' per ridere di Lola, un po' per prendersi gioco di me ??? cominciarono tutti a chiamarmi con quell'appellativo.

.... Ebbene, se io dovessi dire quale martirio, quali sacrifici m'impone oggi quel nome, non mi si crederebbe.

Vengono dei momenti nella vita, dei momenti nella giornata in cui non si ??, n?? si vuol essere, una fata luminosa. Quando si ha molto da fare, quando si ha fretta, quando le cose non vanno pel loro verso, quando si ?? nervosi e contrariati, allora ?? odioso, ?? insopportabile sentirsi dare della fata luminosa.

??Fata Luminosa!??. Con queste due esecrabili parole Lola mi ha amareggiata l'esistenza. Un tempo io facevo press'a poco ci?? che mi garbava. Al mattino mi alzavo quando mi pareva; mi vestivo come mi piaceva; quando aveva voglia di ridere, ridevo; quando avevo voglia di far bronci, li facevo. Ora non pi??.

Ora, all'alba, prima ancora ch'io abbia aperto gli occhi, mentre lo spirito ?? voluttuosamente inabissato nelle lontane, vellutate profondit?? del sonno, odo al mio capezzale un saluto alacre e festoso:

??? Ben svegliata, Fata Luminosa!

Allora mi tocca aprire gli occhi e abbozzare un sorriso il pi?? possibile luminoso; mi tocca rispondere a tono ??? non con un inarticolato brontol??o, ma giuliva come risponderebbe una fata desta all'aurora:

??? Ah! buon giorno! buon giorno!...

Alzata di malavoglia nel grigiore mattutino, infreddolita [103] e lugubre, penso di indossare una certa vestaglia di flanella regalatami da mia suocera (che disprezza le apparenze) e infilare i piedi in un paio di pantofole paleontologiche, ma che serbano i resti d'una fodera di pelliccia. Cos??, appuntate le chiome ?? la sans-fa??on, apro la mia porta per dire che mi si porti il caff??-latte. Lo prender??, sola, con un certo ??confort??, leggiucchiando il giornale.

Ma ecco le voci dei familiari che da lungi mi salutano: ??? Ti aspettiamo, fata! ??? E il trillante soprano di Lola che esclama:

??? Ah! ora viene la fata!... la Fata Luminosa!

Richiudo la porta. Getto uno sguardo nello specchio e mi convinco che, lungi dal sembrare una fata, somiglio piuttosto (come direbbe la mia toscana amica, Pia) a ??Quella che diede la via ai fulmini!...??

Con ira getto lungi da me la vestaglia di flanella, scaglio una dietro all'altra, fuori dei piedi! le pantofole colla pelliccia; mi vesto, mi calzo, mi profumo.... e mi presento con un sorriso estatico alla soglia della sala da pranzo.

??? Ah! eccola la fata! La Fata Luminosa!

La morale? S??, al principio di questo racconto vi ho promesso una morale.

Eccola. Se tu, caro amico sconosciuto che mi leggi, hai la fortuna di avere nella tua casa una donna ??? sia essa moglie o sorella, suocera o cognata, zia o nipote; sia essa allegra o arcigna, indulgente o rigida, angelo o megera ??? tu prenderai l'abitudine di dirle, e lo dirai tutti i giorni, incessantemente:

[104] ??? Ah, Clelia! (o Sofia, o Luisa, o come del caso), tu sei invero una fata luminosa!

Basta questo semplice mezzo perch?? la tua casa divenga un paradiso.

Quando la vedi un poco torva, un poco severa, quando la senti litigare coi fornitori, gridare colla cameriera, dare gli otto giorni alla cuoca, assestare qualche scappellotto ai bambini strillanti.... presto, prima che venga il tuo turno, hop-l??! senza por tempo in mezzo, apri la porta e chiama con voce soave:

??? Sei tu, mia Fata Luminosa?

Ella ti dir??: ??? S??. Sono io. ??? (Perch?? non pu?? dirti: ??? No, non sono io!).

E nove volte su dieci la bufera si dileguer??.

Ma questo non ?? tutto. Nove volte su dieci quell'appellativo la indurr?? non soltanto a comporsi un'espressione intonata all'epiteto; ma incliner?? anche la sua anima alla blandizia.

A poco a poco, ella prender?? la consuetudine ??? direi quasi il vizio ??? di essere adorabile e adorata, di effondere intorno a s?? luce e letizia, di sentirsi il sorriso sempre presso alle labbra, la carezza sempre dentro alla mano, e la bocca sempre ??di perle piena e di rose e di dolci parole??.

.... Cos??, quasi per incanto, pronunciando queste due parole evocatrici di raggi e di lucentezze, ecco che il mondo intorno a noi si riempir?? tutto di fate luminose.

[105]

V.
Quella che Landru non uccise

[107]

Parigi, 26 Novembre.

.... Uscivo questo pomeriggio dalla Direzione del Matin, dove ero andata a salutare l'amabile De Jouvenelle e la sfolgorante Colette, allorch?? il vecchio usciere ??? un sorridente cerbero che conosco ??? mi ferm??, e additandomi una donna che in quel punto scendeva le scale uscendo dagli uffici di redazione, susurr?? misterioso: ??? Sa chi ?? quella signora?

Io non lo sapevo; ed egli, abbassando ancor pi?? la voce, mi inform??:

??? ?? quella.... che Landru non uccise!

??? Landru! ??? Subito mi si affacci?? alla niente la imagine del terribile uomo supposto uccisore di almeno dieci donne. Tratto in arresto per una frivola mancanza (faceva un breve viaggio senza biglietto) ecco che venne alla luce la pi?? mostruosa serie di delitti che sia mai stata attribuita ad un essere umano. Una donna che era partita con lui non era pi?? tornata; una seconda donna ch'egli aveva condotto nella sua villa a Gambais, non aveva pi?? dato [108] nuove di s??; una terza donna ch'egli aveva promesso di sposare era sparita.... E cos?? via. Il Matin pubblic?? il suo ritratto, e da ogni parte di Parigi affluirono alla redazione di quel giornale e all'ufficio della S??ret?? lettere, telegrammi, ricerche di parenti d'altre donne che, partite col sorridente Barbableu, non erano mai pi?? ritornate.

Gli abitanti del villaggetto di Gambais (a un'ora da Parigi) lo vedevano arrivare ogni poche settimane sempre con una compagna nuova ch'egli installava con affettuose premure nella solitaria villa. E per alcuni giorni i passanti scorgevano quella donna, ignara e lieta, aggirarsi nel giardino, cogliendo fiori o seduta all'ombra degli alti alberi secolari.

Per ben dieci volte Landru aveva fatto il viaggio da Parigi a Gambais in lieta compagnia, prendendo ??? particolare trasecolante! ??? un biglietto d'andata e ritorno per s??, e un biglietto di sola andata per la sua compagna! Quelle giovani donne erano tutte eleganti; molte portavano ricche vesti e preziosi gioielli.... Poi da un giorno all'altro, non si vedevano pi??.

Ci?? che si vedeva era, al calar della notte, delle nuvole di fumo denso e giallastro uscire dai camini della villa; un fumo cos?? acre e fetido che i contadini passando esclamavano tra loro: ??? Ma che orrenda cucina si fa mai in quella casa! ??? (Orrenda cucina, invero!)

Ci?? che si vedeva ??? o qualcuno almeno dice di averlo veduto ??? era una misteriosa automobile chiusa, che nelle notturne ore s'avviava dalla villa verso [109] lo Stagno delle Brughiere ??? un'acqua viscida e profonda sull'orlo di un bosco vicino....

??? Quella che Landru non uccise!... ??? Non stetti ad ascoltare di pi??; scesi rapida dietro la snella figura che gi?? spariva allo svolto della scalinata. Volevo vederla, questa donna scampata da una morte cos?? atroce; volevo vedere se il suo viso portava le traccie del passato terrore.

Giunsi quasi contemporaneamente a lei nel grande vestibolo, ed ella, uscendo, si volse a tenere con atto cortese la porta aperta dietro di s??.

Pioveva; sul boulevard Montmartre passavano frettolosi i viandanti sotto gli sgocciolanti ombrelli; in mezzo alla via correvano veloci le carrozze tutte occupate.

La mia automobile stazionava vicino al marciapiede.

Mi volsi e guardai quella donna che, senza ombrello, ferma sullo scalino del Matin pareva incerta se avviarsi o no; non era bella, ma aveva un viso estremamente interessante e due grandi occhi scuri, mobilissimi. Seguendo l'impulso del momento io le rivolsi la parola.

??? Vuole ch'io la conduca.... quelque part?

Ella mi guard?? un po' stupita e non rispose subito. Indi chiese repentina: ??? Lei appartiene alla redazione del Matin?

??? Sono scrittrice, ??? risposi evasivamente.

??? Ah! ??? vi fu un attimo di pausa. ??? E.... sa chi sono io?

[110] Allora, guardandola fisso, io ripetei la frase dell'usciere.

La donna si volse di scatto e un'espressione indefinibile le pass?? sul volto. Era come un tic nervoso che per un attimo le sconvolse i lineamenti.

??? Ah!... ??? fece di nuovo. E tacque.

In me la smania dell'esplorazione psicologica era nata, e s'agitava.

??? Venga a prendere il th?? con me al Grand H??tel, ??? dissi, seguendo l'impulso irrefrenabile dello scrittore davanti ad un'anima nuova, ad un'esperienza nuova.

??? Che strana idea! ??? esclam?? lei, e rise. Aveva un sorriso bellissimo; ma non era un sorriso consenziente; anzi, vidi i suoi occhi vagare inquieti per il boulevard, come s'ella meditasse la fuga..

D'improvviso mi balz?? nel ricordo un consiglio datomi un giorno a Roma da un eminente personaggio diplomatico: ??Se mai volete ottenere qualche cosa da qualcuno??, mi aveva detto lui, ??ricordatevi di guardarlo fissamente in mezzo agli occhi: proprio tra le due sopracciglia! Quindi esprimete lentamente e con ferma volont?? il vostro desiderio. Vedrete che nove volte su dieci riuscirete nel vostro intento??.

Allora io, ferma su quel trottoir parigino, incurante dei passanti, fissai con intensit?? ipnotizzante quella sconosciuta; la fissai nel centro della fronte tra le due sopracciglia nere, e ripetei il mio invito.

Ella ebbe uno strano gesto delle spalle, un istante d'esitazione.... Indi accett??.

Il foyer del Grand H??tel era pieno di una folla [111] cosmopolita, profumata e mormorante. L'orchestra suonava dei languidi ??Hesitations?? e dei sussultanti ??Shimmy-shakes??. Trovammo una tavola appartata in mi angolo, tra fronde e fiori; e ci venne servito il th??.

??? Volete aprirmi per un istante la vostra anima? ??? diss'io.

La donna volse su me i suoi occhi un poco spiritati. Aspettava.

Ed io l'interrogai.

??? Foste amata da.... quell'uomo?

Ella chin?? il capo in segno di affermazione.

??? Che cosa vi siete detta quando scopriste che era un assassino?

Un attimo di silenzio. Indi ella disse lentamente, deliberatamente: ??? Io lo sapevo gi??.

??? Lo sapevate!... Quando?

??? Prima di andare da lui. Mademoiselle Marchadier, quella ch'egli.... ??? la voce cadde d'un semitono.... ??? ch'egli strozz?? e bruci??, era una mia amica.

??? Voi sapevate.... sapevate ch'egli l'aveva uccisa?

??? Lo immaginavo. Essa mi aveva fatto delle confidenze molto strane. Poi era sparita. Nessuno aveva pi?? saputo nulla di lei.

??? Ma allora.... ??? E mi manc?? la voce per continuare.

Gli occhi spiritati si fissarono su me con una espressione stranissima. ??? Gi??. Allora sono andata lo stesso da lui.

[112] ??? Ma voi.... siete dunque un'isterica? siete una pazza? ??? esclamai.

??? Pu?? darsi. ??? E la sconosciuta si strinse nelle sottili spalle. ??? Siamo tutte un poco squilibrate, noi donne oggigiorno. Non trovate?

Io non rispondo. Contemplo smarrita e stupefatta questa enigmatica creatura; e guardandola negli occhi mi pare di guardare nelle torbide acque di quello Stagno delle Brughiere che nasconde tanti orrendi misteri.

L'orchestra frattanto intona un malinconico valzer e la mia vicina si volge subitamente a me.

??? Volete proprio guardare nella mia anima? Ebbene....

Colle labbra pallide e le mani strette convulsivamente in grembo essa mi fa il seguente racconto:

??? Sappiate che io ho sempre avuto orrore di tutto ci?? che ?? consueto, usuale, terre-??-terre.

Il mio sogno era di vivere una vita stravagante e fuori del comune. Sognavo delle avventure fantastiche, degli amori bizzarri.

Invece parve che la mia esistenza dovesse scorrere sulle grige linee della pi?? tediosa convenzionalit??. Mio padre era notaio in un piccolo villaggio, ed io, la maggiore di quattro sorelle, avevo, a quanto pare, un certo talento per la musica. Fatto sta che quando ebbi sette anni mia madre cominci?? ad insegnarmi il pianoforte. Si principi?? col Diabelli; poi venne lo Czerny; poi il Cramer; poi le mazurke di Chopin.... Alla terza mazurka mia madre mor??.

[113] La maggiore delle mie tre sorelline aveva allora otto anni; e mio padre volle ch'io le insegnassi la musica. Cos?? ricominciai da capo col Diabelli, col Cramer, collo Czerny.... Quando fummo alle mazurke di Chopin, mia sorella spos?? il farmacista del paese.

Le altre due sorelle avevano allora nove e dieci anni; ed ecco che si dovette ricominciare anche con loro il Diabelli, il Cramer....

Stavolta, arrivate allo Czerny io scappai di casa col figlio del sindaco, e venni a Parigi.

E qui speravo che cominciasse per me la vita strana e avventurosa che avevo tanto sognato. Ma quasi subito il figlio del sindaco mi lasci??, ed io, per poter sussistere, dovetti cercare delle altre bambine che volessero imparare il Diabelli, il Cramer, lo Czerny e il Chopin.

Disgustata della vita sognai di morire. La morte almeno me la potevo scegliere e foggiare a piacer mio.

??? Ah, vivaddio! ??? dissi un giorno alla mia amica, C??line Marchadier; ??? la vita ?? quella che ??. Ma la morte ?? quella che noi vogliamo. Io voglio trovare pel grigio dramma della mia vita un finale inedito!

Ella rideva; e mi rimproverava d'essere romantica ed esaltata. Aveva una piccola anima borghese, C??line. E colla sua piccola dote borghese s'apprestava a trovare una calma felicit?? nel matrimonio.

Aveva infatti incontrato il fidanzato dei suoi sogni: una onesta persona, con modi corretti, con barba rassicurante, con villa in campagna.... Landru!

C??line part?? un giorno per la villa di Gambais [114] col suo fidanzato; mi disse che sarebbe ritornata la settimana seguente.

Non la vidi mai pi??.

Ricevetti da lei una strana lettera:

??Questa villa??, diceva essa, ???? lugubre. La parete della mia camera, accanto al mio letto, ?? tutta chiazzata di macchie scure.... Il giardino mi fa orrore. Figurati che in un angolo, sotto a delle foglie secche, ho visto due cani e un gatto morti; avevano tutt'e tre intorno al collo uno spago, quello spago impeciato che adoperano i calzolai.... Ce n'?? molto in questa casa di quello spago....??.

Una seconda lettera, datata il giorno seguente, diceva:

??Credo che quest'uomo sia un maniaco! Tutto il giorno mi ha fatto raccogliere delle foglie secche e portarle nella cucina.... Domani torno a Parigi??.

E un terzo messaggio mi giunse da lei; era una cartolina tutta sgualcita ch'io stessa le avevo scritto: ella aveva cancellato a matita l'indirizzo e riscritto il mio; le parole erano quasi illeggibili. La carta era infangata come se fosse stata gettata sulla strada, e poi raccolta da qualcuno e impostata. Diceva:

??Vieni, vieni subito! ?? pazzo. Sta accendendo un gran fuoco.... Ho paura??.

Immediatamente, con una mia vicina e suo figlio, partii per Gambais. Trovammo la villa chiusa e silenziosa. Nel villaggio nessuno sapeva nulla.

L'indomani e l'indomani ancora, tornai sola a [115] Gambais, ma il cancello del giardino era sempre chiuso.

Una terza volta, in un grigio pomeriggio di marzo, feci da sola quel viaggio; e gi?? me ne tornavo via, scoraggiata e depressa, allorch?? sulla strada solitaria che conduce alla stazione mi trovai d'improvviso faccia a faccia con un uomo. Era lui!

Lo riconobbi subito. Era tal quale C??line me lo aveva descritto.

Mi fermai, come paralizzata; senza respiro. Quell'uomo mi guard?? in faccia ??? non so dire l'impressione di ribrezzo e insieme d'orribile attrazione che provai. Rimasi ferma a guardarlo, e un gran freddo mi correva come una serpe viva per la schiena.

??? Buona sera, ??? disse lui. ??? Cercate qualcuno?

Aveva una voce stranamente morbida e bassa.

??? S??, ??? balbettai; ??? cercavo.... volevo.... delle notizie di C??line Marchadier.

Vi fu un attimo di silenzio. Poi quell'uomo si avvicin?? di un passo.

??? Io posso darvene, ??? disse, ??? se volete entrare nella mia villa....

Io volevo gridare, volevo fuggire. Gi?? mi vedevo correre urlando per quella strada solitaria, inseguita da questo spaventevole uomo, pazzo ed assassino.... Ma egli mi teneva ferma, come catalettica, sotto il suo sguardo, e non potevo parlare, non potevo muovermi.

D'improvviso mise una mano sul mio braccio. Come una sonnambula io lo seguii.

. . . . . . .

[116] Non vi dir?? ci?? che provai quando fui chiusa in quella casa con lui. Quando ridomandai di C??line, egli disse: ??? Prima mangiamo!

E mi prepar?? egli stesso una cena: ??? Da studenti!... ??? diceva lui ridendo.

??? Le piacciono queste avventure, signorina?

Ed io, tra me e me, pensavo:

??? Quando mi uccider??? E come?... Mi salter?? al collo improvvisamente e mi strangoler??? Oppure in questo vino che mi offre avr?? gi?? messo un narcotico o un veleno?...

Egli frattanto mi parlava, mi parlava di cose indifferenti.

Ed io lo guardavo.... lo guardavo. Guardavo le sue mani scure e nervose.... e me le figuravo intorno al sottile collo di C??line....

Ed ecco ch'egli si mise a parlare di lei; disse ch'era partita per l'America....

A quelle parole io fui presa come da una crisi isterica e scoppiai in una risata, una risata convulsa, frenetica, rotta da singulti. Landru mi guardava con aria stupefatta.

A un tratto si alz??, and?? nella stanza attigua ch'era la cucina, e torn?? portando un bicchierino di liquore.

??? Bevete, ??? comand??.

Io ridevo ancora; mi battevano i denti; ero tutta scossa da un tremito violento. Gli presi di mano il bicchiere, e d'improvviso, guardandolo negli occhi, domandai:

??? ?? veleno?

[117] Egli trasal??; vidi lampeggiare nei suoi occhi la sorpresa ed il furore.

??? Oppure... ??? continuai singhiozzando e ridendo, ??? oppure mi strozzerete? S??!... s??!... mi strozzerete colla cordellina impeciata, come strozzaste i due cani e il gatto?...

Egli fece un balzo in avanti e mi afferr?? le braccia; il suo terribile viso era vicino, vicino al mio.... Sentii che la mia ultima ora era venuta. Mi balen?? il pensiero che era questa la morte, la morte strana, la morte trasecolante che avevo desiderato....

E glielo dissi! Gli gridai sulla faccia ??? forse con un senso istintivo che questo solo mi poteva salvare ??? la mia voglia di morire.... di morire sgozzata da lui che sapevo assassino!

??? Uccidetemi! uccidetemi!... ho bisogno di morire cos??! Mettetemi le mani alla gola.... e stringete! Stringete! Cacciatemi le unghie nelle carni....

E rantolavo di volutt??.

Egli indietreggiava da me con gli occhi sbarrati.

??? Che donna! Che donna! ??? esclam??. ??? Mio Dio! che donna!...

Sentii ch'ero salva. Sentii che in quell'uomo mostruoso sorgeva per me qualche cosa che somigliava alla passione....

Fuori era gi?? notte; e pioveva. Si udiva lo scroscio della pioggia nel giardino, e il vento correva mugolando intorno all'ampia casa.... mentre quell'essere nefando mi svelava gli abissi della sua anima demoniaca.

[118] Parlava piano, chino in avanti, accarezzandosi la barba colle mani scure e sottili.

??? Tu mi hai capito, tu sola! ??? sussurrava. ??? Tu sai che gli altri uomini quando vedono una donna si domandano: ??Come sar?? quella donna nell'amore??? Ebbene, io no! Io, quando vedo una donna, mi domando: ??Come sar?? quella donna.... nella morte??? Si dibatter?? come una furia, con urli orrendi che bisogner?? soffocare? O si torcer?? con piccoli gemiti e strilli, come un cagnolino che si tortura?... Il bisogno di veder morire le donne che mi piacciono ?? in me come una frenes??a, come un parossismo di desiderio....

. . . . . . .

La narratrice interruppe l'orrendo racconto e si copr?? il volto. L'orchestra del Grand H??tel sospirava ??Shadows??.

Io balzai in piedi.

??? Basta! ??? gridai. ??? Non voglio saper altro. Non mi dite di pi??!

Allora la sconosciuta si alz??; era terrea in volto, ma sorrideva.

??? Non avete i nervi forti, ??? disse.

E, sempre con quel sorriso ambiguo, mi salut?? e usc?? dall'albergo.

[119]

. . . . . . .

Passata la prima emozione di questo incontro, io ora mi domando: ho forse guardato per un istante nei pi?? profondi abissi della mostruosit?? umana?...

Oppure quella donna che veniva dalla redazione del Matin, non sarebbe essa forse una mia collega e rivale.... fabbricatrice di favole?

Non lo so. Forse non lo sapr?? mai.

Ignoro tutto di lei, persino il suo nome.

[121]

VI.
???Galeotti....???

[123]

I.

.... ??? Poi mi prende come un capogiro e debbo aggrapparmi a qualche cosa per non cadere. Talvolta ho delle palpitazioni che mi par di soffocare. E altre volte il cuore mi si ferma d'un tratto, salta un battito.... senti! anche adesso....

E Vilia stese un polso sottile verso la sua amica, che glielo prese tra le dita inguantate. ??? Sentirai; ogni dieci o dodici battiti ne salta uno: c'?? un attimo di arresto che mi toglie il respiro.

??? Uno, due, tre, quattro, cinque.... ??? cont?? l'amica. ??? Ah, ecco! Ho sentito come un'intermittenza....

??? Poi ho mille altri guai. Qualche volta ho dei ronzii nelle orecchie, come una nota di contrabbasso che s'interrompe e riprende. E anche la vista mi fa degli scherzi. Vedo sempre come un moscerino nero che mi balla davanti agli occhi....

??? Mio Dio! e che cosa prendi per tutti questi mali?

??? Ma.... non so. ??? sospir?? Vilia, incerta. ??? Il [124] dottore ha suggerito una cura di Jodarsol e poi un soggiorno in alta montagna.

Un breve silenzio regn?? nel tepido salotto, e dalla larga pianta d'azalea in mezzo alla tavola caddero alcuni petali sul tappeto di velluto cremisi.

??? Cara mia, ??? disse Claudia, togliendosi di tasca un porta-sigarette d'oro fregiato di uno stemma di marchese, ??? secondo me, tu hai bisogno di tutt'altro.

??? Non credi a quella cura? ??? chiese Vilia un poco inquieta.

Claudia scelse una sigaretta, la batt?? lievemente sull'astuccio, l'accese e soffi?? verso il soffitto una lunga boccata di fumo.

??? S??, s??; puoi andare in montagna e prendere il Jodarsol, ??? disse Claudia. ??? Ma faresti bene a prendere anche un amante.

??? Che cosa dici? ??? esclam?? Vilia, trasalendo.

??? Hai pur sentito, ??? dichiar?? l'amica.

??? Un amante! Ma che idea! Ma perch???

??? Dolce mia, ??? disse Claudia poggiando all'indietro la graziosa testa nella toque verde di rue de la Paix; ??? perch?? fa bene ai nervi, fa bene alla carnagione, fa bene al carattere; bisogna prenderlo come si prende un tonico. Che vuoi, a una certa et?? come si farebbe una cura iodica, si fa la cura dell'amore.

??? Che cinismo! ??? esclam?? Vilia coprendosi il volto colle mani. ??? Sei veramente una persona immorale e orribile.

??? No, no, ??? disse Claudia, ??? io sono una persona [125] semplice e sincera. E se ti guardi d'intorno dirai che ho ragione. Guarda le donne poco amate, come inaridiscono! ??? E Claudia incroci?? le ginocchia e fece dondolare in aria un sottile piede ben calzato.

??? Dici delle cose orribili! ??? esclam?? Vilia, fissando la sua amica con occhi turbati.

??? Tu, tu inaridisci e t'ammali, ??? prosegu?? Claudia, ??? semplicemente perch?? sei poco amata.

??? Ma non ?? vero! Mio marito....

Claudia la interruppe alzando una mano sottile, colle lunghe dita tutte unite, nel gesto solenne di un antico idolo indiano. ??? Non parlarmi di tuo marito. Mi dirai che ti adora. Lo so. Ma ci?? entra in un tutt'altro ordine di idee. Non parlo di affetti familiari.

??? Ti accerto che Gino....

Claudia rifece il gesto di vecchio Budda.

??? Da quanti anni sei sposata? La tua Luciana ha dieci anni, se non erro.

??? Ne ha undici. Da tredici anni Gino fa di me la pi?? felice delle donne, ??? disse Vilia risentita e stringendo le labbra un poco pallide.

??? Lo so, lo so, ??? rispose Claudia, ??? so che Gino ?? un angelo, ma ci?? non cambia le eterne leggi della natura. Fisiologicamente, l'amore, nel senso specifico della parola, non pu?? durare pi?? di quattro anni. Dunque tu da nove anni fai una vita incompleta ed anormale.

??? Ma che eresie, che sciocchezze dici?

??? Non sono sciocchezze; me lo ha detto un dottore, [126] un neuropatologo, uno che ha studiato a Parigi, in Germania, in Olanda; uno che sa tutto. Mi ha anche condotta nel suo laboratorio e mi ha fatto vedere dei cervelli conservati nello spirito.... Ebbene, egli mi ha assicurato che, dopo quattro anni, le cellule nervose.... il neurolemma....

E Claudia fece una lunga dissertazione scientifico-realistica.

Ma Vilia non ascoltava. Guardava con occhi trasognati l'azalea che lasciava cadere silenziosamente di quando in quando i suoi p??tali rosati.

??? Del resto, ??? concluse Claudia ??? non hai che da osservare intorno a te. Guarda la Miriam Voli: ha trentadue anni e ne dimostra cinquanta. Guarda la Gina Del Bosco: ne ha anche meno ed ?? avara, arcigna e bigotta. Guarda Carlotta Allegri: ?? pi?? giovane di noi, ed ?? completamente mummificata. Tutte donne irreprensibili ed infelici. E guarda te! S??, s??! Va! va a guardarti nello specchio. Guarda che faccia hai! Hai quella faccia noiosa che hanno le donne che non sono innamorate.

Vilia rise. Si era alzata ed era andata a guardarsi nello specchio sopra il caminetto. Claudia la segu?? e le cinse le spalle col braccio.

??? Vedi se ho ragione? Arida sei; arida. Hai gli occhi morti, hai la pelle morta, hai i capelli morti; sei tutta senza vita e senza elettricit??. Se vai avanti cos??, tra cinque anni sarai un rudere.

Vilia rise ancora, ma senza soverchia gaiezza.

??? E guarda me, invece, ??? continu?? Claudia; ??? ho la faccia noiosa io? Guarda i miei capelli! [127] Quando li spazzolo crepitano e mandano scintille. Ogni filo ?? una pila di elettricit??. E guarda i miei occhi!... e la mia bocca, com'?? vivida. Ebbene, credimi; se non era Renzo Galimberti, a quest'ora ero incartapecorita anch'io. Renzo rappresenta per me un vero Institut de Beaut??.

??? Renzo Galimberti? ??? Vilia la fiss?? stupefatta. ??? Ma scusa!... credevo.... credevamo tutti che il conte Arsieri....

??? L'anno scorso, ??? disse Claudia con gravit??, ??? compievano i quattro anni da che Giulio Arsieri era il mio amante. Quindi ho dovuto lasciarlo.

??? Ma perch??? Se ti era cos?? devoto! E col legame della vostra musica....

??? Te l'ho detto il perch??. La teoria del mio dottore. Erano passati i quattro anni; quindi l'azione.... terapeutica del nostro amore era cessata; e Giulio, come rimedio, come tonico, come antisclerotico, non serviva pi??.

??? Tu sei un mostro! ??? disse Vilia.

L'altra rise e si alz??. Vilia l'accompagn?? alla porta.

Sul limitare Claudia si volse; prese tra le due mani il viso sottile dell'amica e la guard?? negli occhi:

??? Non odiarmi, piccola Vilia; non odiarmi.

??? Non ti odier??, ??? disse Vilia, ??? ma voglio scordare ci?? che hai detto.

??? Va bene, ??? rispose Claudia. ??? Ma fa che io non ti veda sfiorire ed intristire.

E con un bacio la lasci??.

[128]

II.

??? Sfiorire ed intristire.... ??? Le due melanconiche parole ossessionarono Vilia per parecchi giorni. Ogni volta che si guardava nello specchio diceva a s?? stessa: ??? Tu sfiorisci ed intristisci. ??? Poi i doveri della vita quotidiana la chiamavano, la distraevano; doveva ordinare il pranzo per Gino, riordinare la casa per Gino, mettere ordine nelle carte di Gino; doveva sorvegliare i compiti di Luciana, condurre a passeggio Luciana; ed ecco che quando andava a passeggio si accorgeva di non essere n?? sfiorita, n?? intristita. Tutti la guardavano; gli occhi degli uomini si fermavano su di lei insolenti ed insistenti, e le donne la fissavano, la studiavano, la analizzavano colla disapprovazione pi?? lusinghiera.

La cura di Jodarsol consigliatale dal suo dottore ??? la cura derisa da Claudia ??? fece miracoli; Vilia non soffriva pi?? n?? di palpitazioni, n?? di aritmie, n?? di vertigini. E la vita le parve buona a viversi.

Claudia era andata in Sicilia con suo marito, e Vilia fu contenta di non vederla pi??.

Un giorno, in Villa Borghese, incontr?? Renzo Galimberti; lo vide appoggiato alla ringhiera del galoppatoio intento a guardare delle amazzoni che passavano al piccolo trotto. Vilia sent?? una improvvisa voglia di ridere al pensiero che Claudia l'aveva chiamato un ??Institut de Beaut????.

Il giovane Galimberti la scorse e la salut??; poi, [129] vedendola cos?? rosea e ridente, si avvicin?? premuroso e offerse di accompagnarla.

Si parl?? di cavalli, di societ??, di danze moderne; egli disse che sarebbe andato l'indomani a un concerto al Grand H??tel. Poi si parl?? di Claudia; e Vilia rise, e Galimberti sorrise.

Luciana camminava davanti a loro, composta e snella, a braccetto di una sua piccola amica. Galimberti osserv?? che la bimba aveva dei meravigliosi capelli ??? erano infatti lunghi, rossi e ricciuti ??? e soggiunse rivolto a Vilia:

??? Ecco una personcina che tra pochi anni le dar?? assai da pensare!....

Vilia si sent?? seccata da quell'osservazione senza sapere perch??. E dopo un istante lo conged??. Egli, alto e ritto, a capo scoperto nel sole, tenne un momento stretta la sua mano.

??? Verrebbe con me al lunch domani all'Excelsior?

Vilia scosse il capo.

??? Ad ogni modo.... io ci sar??, ??? disse l'Institut de Beaut??, con uno sguardo significativo.

Vilia chiam?? a s?? Luciana, salut?? e torn?? a casa.

Guardandosi nello specchio, mentre toglieva il cappello, si trov?? bella. E per tutto il resto del pomeriggio si fece del massaggio alla faccia e si aggiust?? le mani e le unghie. Alle sette fece una toilette ricercata, indossando una veste gialla e nera che non metteva quasi mai. ( ??? Sembri un affiche di qualche marca di Champagne, ??? le aveva detto suo marito la prima volta che gliel'aveva veduta, soggiungendo [130] in francese perch?? Luciana non capisse: ??? Tu es tr??s troublante et ??moustillante!).

Ma Gino quella sera non torn?? a casa. Telefon?? dallo studio che doveva andare in casa Ricci ad incontrare un deputato che forse si sarebbe interessato al Credito Fondiario, e ch'ella non lo aspettasse a pranzo.

Vilia, vestita di giallo e nero, pranz?? sola con Luciana, la quale fece molti capricci e pianse e dovette essere mandata a letto prima delle frutta.

Vilia girell?? un poco per sala e salotto, suon?? un poco il pianoforte, lesse un poco il Giornale d'Italia, poi fece i conti colla cuoca, si tolse la veste gialla e nera e si coric??. Disse a s?? stessa che la vita era una vacua e noiosa istituzione; e nella notte ebbe nuovamente dei ronzii nelle orecchie e delle palpitazioni di cuore.

Da parte sua Gino si secc?? molto col suo deputato che non s'interess?? affatto al Credito Fondiario; la cucina di casa Ricci essendo detestabile ??? il vecchio Ricci era stato in Inghilterra e voleva sempre le salse al curry indiano ??? Gino mangi?? poco, diger?? meno, e torn?? a casa di cupo umore. And?? da Vilia per farsi consolare e la trov?? sveglia, ma fredda e sarcastica; e per di pi?? assolutamente scettica riguardo alla storia del deputato.

??? Ma fammi il piacere.... ma che deputato! non parlarmi di deputati.

??? E di che cosa devo parlarti? ??? brontol?? Gino, togliendosi la cravatta. ??? Del curry indiano?

Vilia volt?? le spalle e si sprofond?? nei cuscini.

[131] ??? Io conosco la signora Ricci; ?? un'isterica che ti vuole nella sua collezione. E tu te ne compiaci, la incoraggi, la lusinghi....

Il curry indiano ?? cattivo consigliere. Gino usc?? dalla camera sbattendo l'uscio e and?? a dormire nella stanza degli ospiti accanto alla sala da bagno. Lasci?? aperte le imposte e si coric??.

Dalla finestra circondata d'edera entr?? lungo la notte un avventuroso insetto, che porta il nome imponente di ??formica punzaiola??. Questo gir?? nel buio lungo la parete, soffermandosi, voltando la testa in qua e in l??, aprendo e chiudendo le piccole forbici maligne; gir?? nello spiraglio della porta socchiusa che metteva alla sala da bagno, e, continuando la sua peregrinazione, avvert?? che la parete di mattonelle di maiolica offriva ai suoi passi una sgradevole superficie lucida e bianca; affrett?? il passo, tastando colle pinze frementi le mattonelle fredde, e scese correndo verso un rifugio pi?? grato. Lo trov?? in una spugna, piacevolmente soffice, un poco umida, piena di ombrosi corridoi; e penetrandovi frettolosamente, inconscia arbitra di due destini, vi si annid??.

L'indomani mattina Vilia si svegli?? presto, ma non apr?? subito gli occhi. Collo spirito ancora sommerso nel dormiveglia, tentava di ritardare l'ora del ritorno alla cruda vita mattutina, riluttante a lasciare le vaghe luminosit?? dei sogni per rientrare nell'aspra e materiale realt?? giornaliera. Con senso fastidioso udiva battere un tappeto nel cortile, udiva nell'appartamento sopra al suo l'andirivieni di passi [132] e lo smuovere di mobiglio. Indefinitamente, nebulosamente sentiva che era meglio dormire che svegliarsi; nello sfondo del suo pensiero ancora assopito vi era come un senso premonitore di cose disaggradevoli che l'attendevano sulla porta del giorno.

Il battito del tappeto continu??, irritante, insistente; e, nell'appartamento vicino la figlia dell'ingegnere fece i due soliti accordi al pianoforte, preludianti alle solite scale.

Vilia sospir?? e apr?? gli occhi. Era sveglia.

Che c'era di sgradevole a ricordarsi? Ah s??! Gino. Gino non era tornato a pranzo iersera. E, tornato, era stato antipatico e scortese. La Ricci.... gi??, la Ricci. E lei, Vilia, aveva passato il pomeriggio stupidamente a lucidarsi le unghie, ad aggiustarsi la faccia e ad arricciarsi i capelli, e poi aveva passato la serata stupidamente sola. Dunque, dalle quattro del pomeriggio alla mezzanotte quando s'era addormentata, otto ore gettate via; buttate nel vuoto, sprofondate nell'abisso. Otto ore non vissute e che non tornerebbero mai pi??. Che spreco, che sciup??o! Alla sua et?? non doveva permettersi di questi lussi. Alla sua et?? ogni ora della vita dovrebbe contare; non si poteva gettar via cos?? il terzo d'una giornata....

Alla sua et??! Odiose parole. Le pareva di non avere ancora incominciato a vivere, e gi?? doveva dire di s?? ??? perch??, tanto, gli altri lo avrebbero detto ??? ??alla mia et?? non si fa questo.... non si fa quello??.

Col subitaneo istinto di chi annega e stende la mano a un'asse di salvezza, il suo pensiero corse a [133] Gino. Gino era buono; Gino l'amava; Gino l'avrebbe sempre amata. La Ricci non lo interessava affatto; la Ricci non serviva che di pretesto a Vilia per qualche rara rappresaglia, quando, ogni tanto, sentiva il bisogno di tempestare un pochino, di fare qualche piccolo litigio.

Vilia si alz?? rapida e si vest??.

Gino che aveva dormito male nel letto non suo, e a cui bruciava ancora il ricordo del deputato, del curry e dell'ingiustizia di Vilia, si alz?? anche pi?? tardi ed entr?? frettoloso e rabbioso nella sala da bagno. Trov?? il bagno preparato, la stufa a gas accesa, la bottiglia dell'acqua di Colonia a portata di mano, e subito il suo rancore cadde e si spense. Vilia si era pentita, aveva fatto onorevole ammenda; Vilia era un angelo, la Ricci era una bestia, la Ricci che gli serviva un curry indiano e un deputato ancora pi?? indiano ??? puh!

Gino con un colpo del piede gett?? lontane le pantofole come se fossero state la signora Ricci, scagli?? via il pygiama come se fosse il deputato, e risolvette che dopo il bagno sarebbe andato a baciare le mani a Vilia e dirle che l'adorava.

Come al solito, prima di entrare nel bagno afferr?? la spugna, la tuff?? nell'acqua e se l'applic?? sulla faccia. Subito sent?? correre sulla guancia una cosa, e si sbatt?? la mano sul viso; la cosa gli corse nei baffi e sull'altra guancia. Che cos'era? Gino si guard?? nello specchio. Era una ??forbice??, era una formica punzaiola uscita dalla spugna!

[134] ??? Porcheria! ??? url?? Gino, gettando da s?? la spugna e sbattendosi dal collo la bestia che gli correva verso l'orecchio. Gino sent?? la sua pelle nuda incapponirsi. Non solo schifo aveva, aveva anche paura! Una vecchia domestica gli aveva detto, anni fa, che quelle bestie entravano nelle orecchie e facevano impazzire la gente. Egli non aveva mai dimenticato quella disgustosa storia.

L'immondo insetto dov'era? Era sparito! Ma dov'era? Gino si cacci?? le dita nelle orecchie, e pest?? i piedi nudi profferendo molte bestemmie. Suon?? per la cameriera e le grid?? traverso la porta chiusa:

??? Questa casa ?? una porcheria. Le spugne piene d'insetti!... ?? una vergogna.

Non fece il bagno, non baci?? le mani a Vilia, non entr?? neanche nella sala da pranzo dov'ella con Luciana l'attendevano per prendere il caff??. Usc?? sbattendo l'uscio di casa e prese un esecrabile caff?? in un bar.

A mezzogiorno torn?? a casa, ammansito e compunto. Vilia non c'era.

Non c'era che Luciana, lagrimosa e spettinata. La mamma era uscita alle undici dicendo che non sarebbe tornata fino a sera.

La formica pinzatola, avendo compito la sua missione, pass?? una giornata febbrile sotto al bagno, e la notte torn?? fuori nell'edera; dove, quando fu giunta la sua ora, un passerotto la mangi??.

[135]

VII.
Lezioni di Felicit??

[137]

Il Destino sonnecchiava, stanco dopo le fatiche d'una giornata occupatissima. Aveva rovesciato le sorti di ventisette nazioni; aveva gettato nelle fauci spalancate della Morte qualche milione d'uomini e ne aveva messo al mondo altrettanti; aveva spezzato molti cuori teneri e ferrei; aveva fatto dei milionari e dei mendicanti; aveva sparso per l'orbe terracqueo gioie e sventure, ed ora si sentiva in diritto di riposare.

Ma, appena assopito, si ud?? invocare a grandi grida, e, brontolando come un vecchio medico condotto un po' rimbambito, si alz??, mise le pantofole e si affacci?? a vedere chi lo chiamava.

Era tutta una folla ??? c'era mezzo il mondo. Allora, sospirando e soffiando, il Destino si rimise in giro, coi suoi occhiali da orbo sul naso e la sua vecchia scorta di rimedi in tasca.

La sua prima visita fu per una donna che piangeva, e la sua voce era pi?? forte di tutte le voci. ??? Cosa volete? ??? chiese il Destino.

??? Mio figlio!... Fatelo tornare. Fate che non sia morto!... Rendetemelo, e non vi chieder?? mai altro.

[138] ??? Sta bene, ??? disse il Destino. E, scostandosi sul limitare per lasciar entrare un soldato, se ne and?? piegando il capo sotto un turbine di benedizioni.

La seconda visita fu ad una giovinetta.

??? Fammi sposare Gigi! ??? grid?? lei, aggrappandosi convulsa al manto lacero del Destino. ??? Se non sposo Gigi, muoio!...

??? Prenditi il tuo Gigi e non seccarmi pi??.

??? Mai! Mai! Te lo giuro. Non ti chieder?? mai altro!

.... Poi c'erano delle donne senza figli che ne volevano, e delle donne incinte che non ne volevano; e dei malati che volevano la salute; e dei poveri che volevano l'agiatezza; e dei poeti che volevano la gloria.... E tutti giuravano che non volevano altro; che se il Destino stavolta li accontentava, non avrebbero mai chiesto altro favore.

E il Destino li accontent??.

Ma ecco che appena fu tornato a casa ??? e non era passato per i mortali un anno e pel Destino un'ora ??? che gi?? tutti quelli ch'egli aveva assistito erano a battere alla sua porta, chiamandolo a gran voce.

??? Ma cos'avete tutti quanti? ??? brontol?? il Destino affacciandosi; ??? non avevate promesso...?

??? S??, ??? strill?? la vecchia, ??? ma c'?? mio figlio che mi vuol portare in casa una nuora senza cuore e senza dote.

E la giovane piangeva: ??? C'?? Gigi che mi tradisce....

E le donne che avevano voluto dei bambini erano [139] piene d'ansie e d'angoscie; e le donne rimaste sterili erano piene di rimpianti e di struggimenti; e gli ammalati che avevano ricuperato la salute ora volevano l'amore; e i poeti che avevano la gloria volevano anche dei denari....

Allora il Destino grid?? ??? Basta! avevate promesso di non chiedere pi?? niente, e non vi d?? pi?? niente.

Chiuse la finestra e torn?? a dormire.

Morale: Bisogna guardarsi dal fare delle promesse al Destino; poich?? non accade mai che, ottenuta una cosa, non se ne voglia un'altra.

Oppure ??? morale alternativa ??? : Se avete ottenuto una grazia, accontentatevi di quella, e fatela durare il pi?? possibile. Perch?? non sempre ve ne sar?? concessa un'altra.

. . . . . . .

Questo io pensavo, la sera di San Silvestro, mentre legavo i ricordi del passato alle speranze dell'avvenire, come un mazzo di fiori da offrire ai Fati sulla soglia di un anno nuovo.

E tra i ricordi ne sorgeva uno, della mia lontana infanzia.

Eravamo un gruppo di bambini nel giardino di Park House a Norwood; e ciascuno diceva ci?? che avrebbe desiderato essere quando sarebbe grande.

??? Io sar?? pittore, ??? disse Arnaldo, il maggiore di noi sette. ??? Ed io cavallerizzo, ??? dichiar?? Ferruccio. ??? Io palombaro, ??? disse Anselmo. ??? Io sar?? capo di una trib?? di pellirossi, ??? disse Eva, [140] ch'era fantasiosa e selvaggia. E rivolta a me ch'ero la pi?? piccola, e tacevo: ??? E tu, Annie, cosa vuoi essere?

??? Felice, ??? diss'io.

Tutti tacquero un momento, riflettendo. Poi il futuro cavallerizzo disse: ??? Che sciocchina! La felicit?? non ??.... una professione.

Allora io, mortificata, dissi subito che volevo essere padrona di una pasticceria; e questo mi riabilit?? agli occhi dei miei fratelli.

Ma un po' pi?? tardi chiesi ad Anselmo: ??? Che cos'?? una ??professione???

??? Una professione.... ??? spieg?? lui, con pittoresca ambiguit??, ??? ?? quello che s'impara ad essere.

Ed a me stessa io posi la domanda: ??? E non si pu?? imparare ad essere felici?

***

Oggi pi?? che mai sono convinta che si pu??. Sono anzi dell'opinione che bisognerebbe istituire dei corsi di lezioni speciali per insegnare alla gente ??? soprattutto alle donne! ??? come si fa ad essere felici.

Siamo tutti d'accordo nell'ammettere che una vita, una giornata, un'ora in cui non si ?? stati felici (o, ci?? che ?? sinonimo, in cui non si ?? reso altri felici), sono un'ora, una giornata, una vita perdute.

Ma la felicit?? non ?? cosa semplice ed elementare. La felicit?? ?? un'arte difficile e complessa; per possederla occorre un'educazione speciale; per apprezzarla ci vuole coltura, esperienza e raffinatezza.

[141] Naturalmente, il concetto della felicit?? ?? assai diverso secondo le persone e i temperamenti. Quello che rende felice me, per esempio, lascerebbe perfettamente indifferente la mia amica Dora; mentre ci?? che rende felice Dora....

E qui apro una parentesi. La felicit?? di Dora ?? una cosa cos?? strana che sento di doverla raccontare.

Essa mi venne a trovare ieri, raggiante, trasfigurata. Prima di salutarmi corse allo specchio e si guard?? lungamente, facendo molte smorfie colla bocca e movendo il capo in su e in gi?? come un idolo chinese un po' pingue.

??? Cos'hai? ??? le chiesi attonita.

??? Tu vedi in me, ??? diss'ella, ??? una donna felice!

??? Che cos'accade? Sei divorziata? Tua figlia si sposa?

??? Ma che! ??? esclama lei. ??? Figurati che ho trovato il modo di far sparire il doppio mento. ?? una americana che me l'ha insegnato. ?? un metodo miracoloso e semplicissimo!... Tre volte al giorno ti metti ritta e pieghi il collo all'indietro, forzando tutti i muscoli; poi giri il capo lentamente da destra a sinistra, e viceversa, sessantaquattro volte. Poi pizzichi fortemente ottanta volte la carne sotto al mento; e, dopo un grande lavacro con acqua gelata contenente venticinque goccie di benzoino, spalmi la pelle colla crema hazeline; poi percuoti il collo colla punta delle dita articolando in gola ??? ma senza proferirla ??? dodici volte la vocale a; indi....

??? Stop! ??? esclamo io ??? mi dirai il resto un'altra volta.

[142] ??? L'americana mi garantisce ??? dice Dora, sedendosi con aria di tranquilla soddisfazione, ??? che con questo sistema, tra sei mesi avr?? a sostegno del mio capo una perfetta colonna d'alabastro.

Io rido. Ma ella seguita con gravit??:

??? Ti assicuro che tale certezza ha portato nella mia vita un nuovo senso di felicit??. Questo doppio mento mi amareggiava l'esistenza.

??? Ma dimmi, ??? le osservo, ??? e quei dieci anni, o quei ven....

??? Non fare dell'aritmetica, ??? mi interrompe essa.

??? Ebbene, durante tutto quel tempo in cui non avevi il doppio mento, sei stata sempre felice?

??? Ma no: non ci pensavo, ??? dice lei.

Ecco, ecco l'errore! ?? questo. Non ci si pensa. Nelle mie Lezioni di Felicit?? s'imparerebbe a pensare, a pensare a tutto ci?? che di buono si ha, a tutto ci?? che di sgradevole si potrebbe avere, e a rallegrarsi del contrasto.

Ma Dora continua: ??? Quando penso che a ventotto o ventinove anni ero cos?? magra e carina.... ??? S'interrompe con un sospiro. ??? Com'?? detestabile ogni mattina davanti allo specchio constatare che si hanno quei dieci anni di pi??....

??? Ma io, tutti i giorni, constato che ne ho dieci di meno! ??? esclamo, lieta. ??? Vado allo specchio e mi dico: ??? Che gioia essere quale sono oggi! Tra dieci anni, avr?? dieci anni di pi??. Ma oggi.... non li ho.

??? Gi??, ??? dice Dora, ??? ma tra dieci anni....

[143] ??? Tra dieci anni potr?? dire la stessa cosa.

Dora mi fissa pensierosa. ??? ?? un'idea, ??? dice lei.

??? Tutto, vedi, dipende dal nostro atteggiamento mentale di fronte alle cose. Prova, ??? continuo, sentendomi saggia come il mago Alfesibeo, ??? a guardare la vita sempre da un punto di vista di gratitudine e di letizia. Aprire gli occhi al mattino e dirsi: ??Che gioia aprire gli occhi!... Vi ??, ahim??! chi non li apre pi????. Alzarsi, traversare la camera e spalancare la finestra: ??Che beatitudine poter salutare, ritta in piedi, la nuova giornata!...?? Ascoltare, se sei in campagna, il grido degli uccelli; udire, se sei in citt??, battere i tappeti nel cortile pensando con giubilo: ??Quale privilegio, udire questi suoni! Vi ?? chi vive in un eterno e terribile silenzio!...?? E cos?? di seguito per ogni cosa che si fa. Credimi, quando non esiste una vera e seria ragione di affliggersi, ?? un delitto il malcontento, un crimine il malumore....

Strano a dirsi, si ?? sempre inclini a credere che i felici.... sono gli altri.

Per i bambini sono felici i grandi. Per i grandi sono felici i bambini. Quest'ultima asserzione, pur cos?? abituale, ?? falsa anch'essa come la prima. I bambini non sono felici perch?? non sanno di esserlo. E, prima condizione della vera felicit??, ?? la consapevolezza.

Quindi nelle mie Lezioni di Felicit?? si farebbe un elenco di tutte le cose buone, belle ??? o anche solo normali ??? che si posseggono, con relativo atto di grazia per ognuna di esse.

Si insegnerebbe ai bambini che il fatto di avere [144] due occhi che vedono, due orecchie che odono, due piedi che camminano, sono altrettante fonti di felicit??. Imparerebbero a rallegrarsi di tutto: C'?? il sole ??? che gioia! Piove ??? che bellezza! Tira vento ??? che allegria! Fa caldo ??? che gusto! Fa freddo ??? che piacere!

Nel mio corso per gli adulti vi saranno altri esercizi: Sono innamorata ??? quale estasi! Non sono innamorata ??? che tranquillit??!... Ho tanta gente d'intorno ??? che divertimento! Sono tutta sola ??? che pace!... Sono giovane ??? che giubilo! Sono vecchia ??? che riposo!... E cos?? via.

E tutti i frequentatori dei corsi, i grandi come i piccoli, dovranno tutti i giorni e a tutte le ore dire a s?? stessi e agli altri: ??? Io sono felice! ??? Solo cos?? sapranno di esserlo; e solo sapendo di esserlo lo saranno.

Si dir?? che questa ?? una specie di felicit??.... forzosa. Ma non c'?? come farsi delle abitudini! E, come ci si esercita negli sports, o nelle lingue estere, cos?? si pu?? esercitarsi alla gratitudine e alla letizia, e formare un'abitudine preziosa: l'abitudine della felicit??.

Le lezioni si dividerebbero in corsi speciali. Le lezioni sulla ??Felicit?? nell'Amore??, per esempio, sarebbero senza dubbio assai apprezzate e frequentate....

Espongo queste teorie a Dora, che le ascolta con scettico sorriso. Ma a questo punto m'interrompe:

??? Tu affermi delle cose insensate, ??? dice. ??? La felicit?? nell'amore ?? una contraddizione in termini. [145] L'amore, lo sanno tutti, ?? sinonimo di sofferenza.

??? Chi non ama, ??? sentenzio io ??? non pu?? essere felice.

??? E chi ama, ??? ribatte Dora ??? non pu?? essere che infelice.

Ma io non mi lascio turbare da questi cavilli. ??? Le classi di Felicit?? nell'Amore, ??? continuo imperterrita, ??? saranno le pi?? ardue, ma saranno anche tra le pi?? utili. Le allieve di questo corso si divideranno in due categorie: quella delle ??Amate?? e quella delle ??Amatrici??. La grande maggioranza delle donne appartiene senza dubbio a quest'ultima categoria; ma vi sono donne che, per caso fortuito o per qualit?? intrinseche, appartengono alla prima.

??? ?? vero, ??? dice Dora con un sospiro.

??? Strano a dirsi, quasi tutte le ??Amatrici?? preferirebbero appartenere alla categoria delle ??Amate....?? ed hanno torto.

??? Hanno torto? ??? esclama Dora. ??? Perch???

??? Mia cara, la felicit?? della donna pi?? amata che amante, ?? apparente pi?? che reale. Non ?? forse pi?? felice l'artista che il suo modello? Non dovremmo noi preferire all'inerzia passiva dell'ispirare una passione, lo struggimento divino del risentirla?

??? Mah!... ??? dice Dora stringendosi nelle spalle.

??? Eppure, troviamo che le ??Amatrici??, le donne nate col fuoco sacro della passionalit?? nel cuore, guardano con invidia, invece che con piet??, le fredde e passive loro sorelle ??? le ??Amate?? ??? che come statuette d'amianto, s'ergono illese tra le fiamme [146] dell'amore altrui, insensibili alle passioni ch'esse ispirano senza condividerle.... Perch??, bada bene, non appena le condividono, ecco che passano anche esse nell'altra categoria, quella delle ??Amatrici....?? e allora devono seguire un corso di lezioni del tutto diverso....

??? Comincio a confondermi, ??? dice Dora, fissandomi con occhi alquanto vacui. ??? L??mitati a spiegarmi il tuo ??corso di Felicit?? per le Amatrici??. ??? (E noto che Dora arrossisce).

??? Questo, ??? sentenzio io, ??? si suddivider?? in tre classi: la felicit?? cinica; la felicit?? magnanima; e la felicit?? assoluta. Alle allieve che prescelgono la ??felicit?? cinica?? si insegnano vari precetti, utili ad evitare gli amori sfortunati. Per esempio: La donna, nella relazione amorosa, sia sempre l'ultima a cominciare e la prima a finire; cio??, non s'innamori mai lei per la prima, n?? si disinnamori lei per l'ultima. ??? (Vedo le labbra di Dora che si muovono ripetendo sottovoce questo saggio ammonimento). ??? Secondo precetto: ??Non correre mai appresso a un uomo n?? a un tram, perch?? ce n'?? sempre un altro che segue....??. E cos?? via.

??? Cinico davvero, ??? dice Dora. ??? Passiamo all'altra classe.

??? La felicit?? magnanima? In questa classe impareremo a trovare in noi stesse tutta quella gioia che, erroneamente e illogicamente, abbiamo l'abitudine di esigere che altri ci diano. Una volta convinte che ogni gioia deriva da ci?? che noi sentiamo, e non da ci?? che gli altri sentono per noi, si arriva [147] a non preoccuparsi se, o no, il nostro amore ?? contraccambiato. ?? una forma, questa, di superiore e sagace egoismo. ??? Io sono brutta? Che importa! Purch?? colui ch'io amo sia bello. ??? Io non gli piaccio? Che importa! Pur ch'egli piaccia a me! ??? Egli mi ?? lontano? Ma io lo tengo chiuso nei miei pensieri dove lo trovo quando voglio. ??? Si noti che queste teorie, esposte con tutta franchezza all'oggetto amato, hanno un altro vantaggio. L'uomo, lo sappiamo, ?? assai vano. Quindi non accadr?? mai che, di fronte a un simile atteggiamento, l'idolo mascolino non finisca col commuoversi. Egli si dir?? che questa donna che l'ama senza scene, senza pianti, senza rimproveri, senza esigenze, che gli parla sempre di lui, approvando tutto ci?? ch'egli fa, ammirando tutto ci?? ch'egli dice, in fondo lo interessa pi?? di un'altra. Egli si abituer?? a mirarsi in lei come in uno specchio ??? uno specchio alquanto adulatore ??? e cos?? avverr?? che un giorno l'??Amatrice magnanima?? si trover?? d'un tratto promossa nella categoria delle ??Amate??!

??? Oh, guarda un po', ??? mormora Dora, impressionata. ??? Hai forse ragione.

??? Ed ora veniamo alla terza classe: la felicit?? assoluta. Qui si avr?? l'insegnamento pi?? prezioso di tutti; qui si insegner?? alla donna ad amare unicamente ci?? che ha. Amica mia, quando noi avremo imparato a dirci che la cosa, o l'essere, che possediamo ?? l'unico che desideriamo, quando saremo convinte che ci?? che ci appartiene, per il solo fatto che ?? nostro [148] ?? l'unico degno del nostro amore ??? ecco che avremo trovato invero il segreto della felicit??!

??? Va bene, ??? ribatt?? Dora, dopo un attimo di silenzio, ??? ma se questa cosa, se questo essere, che oggi ?? nostro.... domani ci sfuggisse....

??? Ah! ??? rispondo io, ??? appena ci sfugge, non ?? pi?? nostro; quindi, automaticamente, cessiamo di amarlo. E cessando di amarlo cessiamo ??? o evitiamo ??? di soffrire. Del resto, ci?? che ?? nostro bisogna saperlo tenere. E lo si tiene appunto colla felicit??. Colla felicit?? nostra! Poich?? non ?? che la donna felice che pu?? rendere felici gli altri. Credimi; la Malinconica, la Rassegnata, la Sacrificata, nella vita quotidiana, ?? un tribolo a s?? stessa e un tormento agli altri.

Dora ride e mi abbraccia.

Da quel giorno Dora ed io cogliamo la gioia a piene mani dovunque la troviamo; ed ?? sorprendente in quanti e quali angoli vicini e remoti la troviamo, per quanti sentieri romiti e battuti essa sboccia e fiorisce!

Volgi il capo, sconosciuta amica mia che leggi, e vedrai che tu pure gi?? ne hai piena la casa, il giardino e il cuore....

[149]

VIII.
???L'Apollinea Fiera???
(RICORDI DI CARDUCCI)

[151]

Carducci mi disse:

??? Vuoi parlare colla Regina?

??? S??, caro Orco, ??? diss'io, molto contenta.

??? Allora, aspetta qui. Vado a dirglielo.

E Carducci si avvi?? per la salita ripida e verde sopra a Gressoney la Trinit??, verso un gruppo di ufficiali, brillanti nel sole in cima all'altura.

In mezzo a loro un fluttuante velo cerulo, un bagliore di chiome dorate: era Margherita che passava in rivista le sue truppe alpine. Vestiva il pittoresco costume Gressonese: breve gonna scarlatta e corsetto di velluto nero; intorno al capo un gran velo celeste.

??? Un momento! un momento! ??? Corsi dietro a Carducci che si ferm??. ??? E alla Regina che cosa dovr?? dire?

??? Non tocca a te dire; sar?? lei che ti parler??. E tu, bada di rispondere assennata e di non farmi sfigurare.

Carducci riprese la via; ma fatti pochi passi si ferm?? di nuovo e si volse a me. ??? Spero che frattanto [152] non andrai a vagabondare pei boschi secondo il tuo solito, ??? ammon?? severo. ??? Hai capito? Stai l??, fin che ti chiamo.

??? Star?? qui, ??? diss'io. E rimasi ferma, col cuore un poco agitato; mentre vedevo allontanarsi la breve, poderosa figura col suo bastone ferrato e il gran cappello di feltro grigio alla Buffalo Bill.

Subitamente un p??nico mi colse. Pi?? lo vedevo avvicinarsi al risplendente gruppo in cima al colle e pi?? cresceva la mia trepidazione. Pareva che la salita la facessi io; mi mancava il respiro e mi batteva rapidissimo il cuore. Laggi?? a sinistra la foresta d'abeti oscura e silenziosa m'invitava alla fuga.

Allora ricordai la poesia inglese ??Casabianca??, che narra del mozzo sul bastimento incendiato a cui il padre dice: ??Rimani qui finch'io torno??.

??The boy stood on the burning deck

Whence all but he had fled....??

Invano i marinai dalla scialuppa gli gridano: ??Vieni! Salvati!?? Al fanciullo fu detto: ??Rimani??; ed egli non si muove. ??? Il padre non torna perch?? le fiamme l'hanno divorato. Ed egli non si muove e le fiamme divorano anche lui.

Avevo sempre di queste immaginazioni epico-romantiche nella mente; mi figuravo di essere l'eroina di grandiose ineffabili avventure anche nelle circostanze pi?? semplici e negli avvenimenti pi?? comuni della vita.

Questo certo non era un avvenimento comune. Parlare con una regina! Parlare con quella regina, che [153] pareva uscita fuori ??? per un istante solo, in punta de' piedi! ??? da un meraviglioso racconto delle fate, nel fluttuante velo celeste, sullo sfondo abbagliante delle Alpi nevose e del cielo....

Vidi il gruppo dividersi per lasciare il passo al poeta. Poi si richiuse ondeggiando intorno alle due figure centrali.

Quasi subito il gruppo nuovamente si aperse; una figura si stacc?? dalle altre e scese verso di me. Non era Carducci. Era un ufficiale ??? un colonnello di artiglieria ??? risplendente e magnifico. E a me, cui sempre danzavano nella testa i versi, balz?? subito in mente la canzone puerile e deliziosa di Giovanni Rizzi che avevo imparato non molto tempo prima, a scuola.

??C'era una volta un cavalier cortese

Colto, leale e pieno di valor,

Combattuto egli avea pel suo paese

Ed era detto il Colonnello d'or!

Ch?? d'or gli sproni avea, d'oro il caschetto

E, sopra tutto, il cor.??

Il Colonnello d'or si ferm?? davanti a me, presentandosi in un fiero e cavalleresco saluto.

??? Allason, ??? disse.

Io risposi inclinando il capo.

??? Sua Maest?? m'incarica di condurla presso di lei.

??? Grazie, ??? mormorai tremante; e al suo fianco ascesi il verde e ripido pend??o.

. . . . . . .

[154] O Colonnello d'or!... Ti ho riveduto poco tempo fa per la prima volta dopo quel giorno; non eri pi?? Colonnello; in grige chiome portavi la divisa di Tenente Generale.

Accanto a te le tue due figlie sorridevano.

Col fiero e cavalleresco saluto militare, ti ripresentasti a me: ??? Allason. ??? E subito mi riparlasti di quel lontano giorno radioso.... ??? Gressoney.... la Regina.... si ricorda?...

S??, s??; ricordavo.

Ed ecco che ieri ti ho riveduto ancora. Ieri! Eri steso, fermo e immoto, sul tuo letto. E non salutavi pi?? nessuno. Se anche la tua Regina, che tanto amavi, fosse entrata nella tua camera, tu non ti saresti alzato, non ti saresti mosso per renderle omaggio o per offrirle uno solo di tutti quei fiori che ti circondavano in fasci profumati.

Accanto a te le tue due figlie piangevano.

Ma! oh miracolo! tu, uscendo dal tempo, ne avevi trionfato. I grigi pesanti anni tra quel lontano giorno luminoso ed oggi erano svaniti, erano caduti da te come un logoro mantello da trincea, e tu uscivi fuori nella morte, bello e baldo nella superba divisa, colle medaglie sul petto e la sciabola vicina alla mano.... Guardandoti, mi balzarono ancora nella mente i vecchi versi da tanti anni scordati:

??C'era una volta un cavalier cortese

Colto, leale e pieno di valor....??

. . . . . . .

[155] ??Nell'adam??ntina luce del serto?? la Regina mi aspettava. Accanto a lei ritto e immobile stava Carducci; mi pareva di scorgere nel suo sguardo rivolto a me una certa trepidanza e preoccupazione. Anche gli ufficiali in cerchio guardavano tacendo.

Il mio spavento crebbe. (Oh silenziosa selva di abeti!).

Ma la sovrana mi tendeva sorridendo la mano e davanti a quel sorriso la mia timidezza svan??. Mi parl??. Subito mi parve d'essere sola al mondo con lei. Virt?? veramente regale, ella dava, parlando, l'impressione che tutto di me le fosse noto e che nulla all'infuori di me la interessasse.

.... Quel meriggio alla table-d'h??te del Miravalle (io sedevo tra Carducci e Piero Giacosa) si parl?? molto della regale udienza. Cio?? io parlai poco e Carducci non parl?? affatto. (Gi??, egli era ??d'indole orsina?? e amava di tacere quando non aveva nulla d'importante a dire). Ma Piero Giacosa raccontava molte cose; e, passando dagli eventi del mattino ad apprezzamenti generali sull'augusta dama, osserv??:

??? S??; Margherita ?? veramente regale. Ma ?? anche.... veramente donna.

??? Perch??? Come mai? ??? chiesero le molte signore presenti.

Il professor Piero si volse a me.

??? Quando per la prima volta le parlai di voi e delle vostre poesie, Sua Maest?? m'interruppe subito colla domanda tutta femminile: ??Ma.... ?? bella???

[156] In coro io colle altre signore chiedemmo:

??? E che cosa rispondeste?

Confesso che attesi non senza trepidanza la risposta.

??? Risposi, ??? e Giacosa si volse a me con un affabile sorriso: ??? ??Bella? ??.... peggio, Maest????.

??? Peggio? Perch??? ??? chiesero le signore.

??? Peggio? Che cosa vuol dire? ??? chiesi io, non poco mortificata.

Giacosa mi guard?? di nuovo con quel sorriso.

??? Non ve ne lagnate. Era una risposta lusinghiera, ??? disse.

E sorrisi anch'io assai riconfortata.

??? Era una risposta scorretta, ??? tuon?? Carducci d'improvviso. ??? Ella non aveva alcun diritto di fare simili apprezzamenti.

Tacemmo tutti, mortificati e compunti. Io non sapevo cosa fare del mio sorriso. Fortuna volle che i camerieri entrassero nella sala portando maestosamente, nel nostro silenzio, dei polli arrosto, supini in un'insalata smeraldina.

Contemplando il piatto che il cameriere mi porgeva con benigno sussiego, sentenziai con voce alta e melliflua:

??Del pollo il vol, e del tacchino il passo.??

E presi un'ala di pollo.

Carducci si volse di scatto con fosco cipiglio.

??? Eh? Cosa? Cos'hai detto?

Io ripetei la sagace sentenza.

[157] ??? ?? una poesia, ??? spiegai, ??? e significa che bisogna prendere l'ala del pollo e la gamba del....

Carducci m'interruppe sdegnato: ??? Ma che poesia! ??? esclam??, crollando le spalle con ira ed impazienza.

Qualcuno rise (probabilmente ero io!) e il temporale si dilegu??.

Non fu quella l'unica volta che Carducci si adir?? con Piero Giacosa, a cui tuttavia era legato da viva amicizia. Giacosa era spiritoso e brillante e amava gli scherzi. A Carducci gli scherzi non piacevano. O allora dovevano essere degli scherzi assolutamente puerili e semplici. Le parole ambigue e le frasi a doppio senso gli erano odiose e lo incollerivano subito.

Gi??, egli sorrideva poco. E non rideva mai.

In quello stesso pomeriggio venne nel giardino del Miravalle il conducente Ciocca da Pianazzo; teneva per le redini un cavallo da sella per una delle tre signore Serra-Zanetti che abitavano l'albergo. Ma poich?? il tempo si guastava, la signora non volle uscire e il buon Ciocca se ne tornava via col suo cavallo allorch??, uscendo dall'albergo con Carducci per andare a pranzo alla ??Cascata??, io lo vidi.

??? Lascia stare quel cavallo, ??? mi disse subito Carducci scorgendolo da lontano; poich?? io avevo l'abitudine di accarezzare il muso ad ogni cavallo che vedevo. Anche in citt??, egli s'irritava molto a vedermi andare con mano tesa verso tutti i cavalli di ??brum??; e sempre, avvistando qualche malinconico ronzino fermo accanto al marciapiede colla testa [158] bassa e un ginocchio ripiegato, Carducci esclamava da lontano: ??? Lascia stare quel cavallo.

Ma era impossibile lasciar stare il cavallo di Ciocca, fermo nel giardino a portata di mano, che aveva un naso marrone, lungo e aristocratico, un ciuffo tagliato a frangetta e una stella bianca in mezzo alla fronte.

Poich?? si andava verso Pianazzo, Ciocca mi offerse di montare ed io con entusiasmo accettai.

Ma n?? lui, n?? Carducci sapevano farmi montare in sella; e stavo per l'appunto ignominiosamente tentando di arrampicarmici coll'aiuto di una sedia portata da un cameriere, allorch?? apparve Giacosa, che accorse e con pronta destrezza mi iss?? in arcione.

??? Che strana sella, ??? osservai, quand'ebbi il piede nella staffa e le redini incrociate all'inglese sulle dita. ??? Mi pare che vi sia un corno di troppo.

Giacosa rise. ??? Paese che vai.... corna che trovi, ??? disse. E si volse a Carducci con un sorriso.

Ma ??l'Orco?? aveva subito assunto la sua fisonomia dei momenti foschi. Con occhi lampeggianti e feroci squadrava il professore.

??? Come sarebbe a dire? ??? domand?? con voce fremente.

??? Sarebbe a dire niente, ??? rispose l'affabile Piero.

Quella serenit?? parve incollerire ancor pi?? Carducci. Lo vidi stringere le mascelle e chiudere i pugni.

[159] ??? Misericordia!... ??? pensai, ??? bisogna intervenire! ??? E dall'alto del mio cavallo (ricordando il successo della mattinata) sentenziai: ??? ??Del pollo il vol....??

Ma non essendovi alcun pollo la frase manc?? totalmente il suo effetto e la collera di Carducci non si plac??.

Giacosa ebbe il cortese pensiero di allontanarsi rapidamente, ed io cercai con furtivi calci di far impennare il cavallo di Ciocca onde creare una diversione.

Ma il cavallo non era di quelli che s'impennano. Era un cavallo pensieroso e circospetto che ogni momento si fermava a scacciare con un calcio languido qualche mosca che lo disturbava.

??? Aspettate, Ciocca, ??? dissi, ??? questo cavallo vuol sedersi a guardare la vista. Preferisco scendere.

??? No, no! ??? esclam?? Ciocca, afferrando la redine e trascinando il letargico quadrupede per la via maestra. ??? Stia pur su. Non abbia paura!

Paura, io, che montavo come un fantino!...

Cos??, scortata da un lato da Carducci e dall'altro da Ciocca che mi teneva le redini, proseguimmo nel sole del tramonto; e in cuor mio pregai che nessuno c'incontrasse. Ma per fatalit?? tutti i villeggianti di Gressoney, di Saint-Jean e della Trinit?? parevano essersi dati convegno in quell'ora su quella strada. C'era il dottor Ry, c'era il professor Vivante, c'era il giovane Dezza, c'erano tutte le signore e le signorine [160] della vallata. La mia vergogna era grande. ??? Se mi vede anche la Regina, muoio, ??? pensai.

Ma la Regina non usc?? dalla luminosa Villa Peccoz e, come il cavallo volle, si arriv?? all'Albergo della Cascata.

Umiliatissima mi lasciai scivolare dalla sella e misi piede a terra.

??? Tu monti molto bene, ??? disse Carducci, che aveva scordato le sue ire. ??? Guardandoti, pensavo alle Valchirie.

Allora, per fargli piacere quasi ogni giorno Ciocca port?? all'albergo uno dei suoi alti ed asimmetrici bucefali ed io salivo in sella e uscivo per sentieri e praterie, mentre Carducci camminava accanto senza parlarmi e senza guardarmi, mormorando tra s?? e s??, gesticolando un poco, pensando o componendo.

??Bionde Valchirie, a voi diletta sferzar de' cavalli,

Sovra i nembi natando, l'erte criniere al cielo....??

. . . . . . .

Sull'altipiano della Trinit?? una sera si ferm?? a guardare le cascatelle che tutt'intorno dall'alto delle rocce scaturivano scintillanti, incendiate dallo splendore del tramonto.

??? Guarda l'oro sull'acqua, ??? mi disse.

Obbedii. ??? Non ?? acqua, ??? osservai (a Carducci dicevo tutte le fanciullaggini che mi venivano in mente). ??? Lass?? in alto stanno sdraiate supine le [161] fate, e lasciano pendere lungo le rocce i loro capelli sciolti.

??? Sar?? cos??, ??? disse Carducci contemplando le cascate increspate e rutilanti e facendosi schermo agli occhi colla mano. ??? Sar?? precisamente cos??. Lo dir?? anch'io.

E difatti lo disse pi?? tardi in una lettera a me. Quella lettera ?? ristampata nelle sue Opere col titolo ??Eleg??a del Monte Spluga??.

L'estate fin??; e Carducci doveva ritornare a Bologna. Ma io volli rimanere a vagabondare pei monti, nel freddo e nelle bufere.

Lo vedo ancora alla partenza, seduto in carrozza ??? e Ciocca gi?? a cassetta ??? guardarmi con quegli occhi vividi e sempre un poco corrucciati sotto l'ombra del grande feltro.

??? Addio, ??? mi dice, alzando il cappello e scoprendo le grige chiome.

??? Addio, caro Orco. ??? E soggiungo: ??? Vi ringrazio di essere stato cos?? paziente e buono con me.

??? Va, bene, ??? dice lui. E ripete ??? Addio. ??? Poi volge lo sguardo in giro sulla spianata dove tutto ?? gelido e scintillante, sugli abeti gi?? incappucciati di bianco e sull'immensa cerchia di cime algide nel cielo freddo. Certo, io gli appaio solinga e sperduta in tutto quel grandioso biancheggiare, poich?? d'improvviso, rivolto ai monti e al cielo, e stendendo la mano come se volesse additarmi a loro, grida:

[162] ??? Ecco la piccola Annie che se ne va tutta sola, per il mondo pieno di neve!

Ciocca fa turbinare la frusta in un gran gesto che a Carducci piace, e i cavalli partono al galoppo verso la valle.

Io resto sola nel mondo pieno di neve. Ma mi sembra che Carducci mi abbia raccomandata alla cura dei giganti montani, e mi par di sentire che essi si chiudano amici e protettori intorno a me.

Quando sotto alle nevi le capanne spariscono, piegano i pini, si spezzano i fili telegrafici e sui ??Pass?? non si passa pi??, io, in una slitta aperta ??? ritta, rigida e gelata accanto a due guide e un pecoraio ??? scendo alla valle.

A Pont-Saint-Martin il proprietario dell'??Albergo Posta?? mi accoglie stupefatto, e corre a prepararmi un th?? di tiglio fumante col kirsch. Sua moglie mi sveste degli abiti irrigiditi e gelidi, e appena sono a letto riappare con una boccia d'acqua calda in una mano e una grande fetta di lardo nell'altra.

??? Questo per i piedi e questo per lo stomaco, ??? dichiara risoluta.

Inorridisco.

??? Ma ?? impossibile ch'io mangi quella roba! ??? dico coi denti stretti, contemplando la fetta di grasso che le penzola bianco e lucido dalla mano.

??? Ma che mangiare! ??? esclama lei, ridendo; e, maternamente, me lo applica sul petto. ??? Non vorr?? mica morire di polmonite!

[163] Il tiglio, il kirsch, la boccia e il lardo esplicano i loro benefici effetti e al mattino mi sveglio gaia e affamata.

Prendo il treno per Milano, dove fa molto pi?? freddo che a duemila metri d'altitudine, e dove ??? non pi?? difesa dai miei giganti amici ??? il Naviglio mi getta al collo il suo abbraccio di grigia umidit??.

Mi ammalo; ho la febbre, la tosse. Invoco il tiglio e il lardo; invano! Il dottore mi prescrive altri rimedi.

Al mio capezzale siede una dolce amica mia e di mia madre: Emilia Luzzatto. Sono stata a scuola coll'unica sua figlia, Evelina ??? rapita dalla tisi nello sbocciare dell'adolescenza ??? ed ella mi adora.

??? Signora Emilia.... vieni qui!... (l'abitudine mi fa rispettosa, la malattia mi permette la familiarit??). Senti.... se devo morire....

M'accorgo con un piccolo tremito che ella n?? protesta n?? ride, come avrei sperato. Dice: ??? Ebbene? ??? e le lagrime le scendono dagli occhi.

??? Se devo morire.... avverti....

??? Chi?

Chi? Me lo domando anch'io. Papa ?? a Yokohama con la sposa nuova che ancora non ho potuto imparare a chiamare mamma. I miei fratelli? Arnaldo ?? a Tokio, Ferruccio a Nuova York; Anselmo a Buenos Ayres; Louise a Kew; Eva a Petermaritzburg. La pi?? vicina ?? la mia mamma.... che dorme nel piccolo cimitero protestante di Milano.

Allora dico:

??? Avverti Carducci.

[164] Ed ella lo avverte.

Carducci arriva, pi?? fosco e accigliato che mai. Mi guarda un pezzo, senza parlare, poi dice:

??? Guarisci; e ti far?? un regalo.

??? Che regalo? ??? mormoro io.

??? Vedremo, ??? risponde. E se ne va. Sparisce. Sparisce anche la signora Luzzatto.... Sparisce tutto.

Non perch?? io muoia; ma perch?? dormo. Dormo per quattordici ore e mi sveglio senza febbre.

??? Che regalo? ??? dico appena apro gli occhi, a Carducci che ?? riapparso; e accanto a lui sta la signora Emilia tutta ridente.

Carducci ripete: ??? Vedremo. Adesso pensa a guarire.

Pensai a guarire. Carducci torn?? via tranquillizzato e ritorn?? a trovarmi qualche mese pi?? tardi.

Andai alla Stazione Centrale ad incontrarlo. Molta gente lo conosceva e lo salutava. Come ero solita, gli diedi due grandi baci, uno di qua uno di l?? sulle guancie, ed egli li sub?? col suo abituale cipiglio; io mi appesi al suo braccio e uscimmo dalla stazione a cercare una carrozzella.

Ma prima di salirvi Carducci a un tratto si volse a me con severit??: ??? Mi farai il piacere, ??? disse, ??? di non baciarmi sempre nelle stazioni:

Io rimasi sorpresa e mortificata.

??? Ma altrove non vi bacio!... Non vi bacio che quando partite e quando arrivate, ??? esclamai.

[165] Carducci croll?? il capo. ??? Appunto. Non ?? necessario, ??? disse seccamente.

??? Ma s?? che ?? necessario! Vi bacio quando arrivate per la gioia di vedervi, e alla partenza per il dolore di lasciarvi.

Carducci scosse di nuovo rabbiosamente il capo, e fece il suo gesto abituale d'impazienza battendosi un dito sul labbro per farmi tacere. Se non era che il vetturino ci guardava credo che avrei pianto.

Salimmo in carrozza per andare al suo albergo; io ero molto mortificata e non parlai.

??? Sei guarita? ??? diss'egli dopo un poco.

??? S??, ??? mormorai.

??? Ti ho promesso un regalo.

??? Ma allora ero ammalata.

??? Io non prometto per promettere, ??? disse Carducci iroso. ??? Ti ho promesso un regalo e lo avrai.

??? Che regalo? ??? feci flebilmente.

??? Ho pensato che ti darei un cavallo.

Un cavallo! Io subito ebbi l'impulso di gettargli le braccia al collo, ma memore dei suoi divieti me ne astenni. Gli afferrai la mano.

??? Quando?

??? Subito, ??? disse lui.

Subito!... Mi sentii mancare.

??? E dove si compera un cavallo?

??? Non lo so, ??? disse Carducci. ??? Domanderemo al cameriere del Savini. Tanto, bisogna far colazione.

Ferm?? la carrozza all'Albergo ??ncora dove sempre [166] alloggiava e vi lasci?? le valigie; indi proseguimmo fino alla Galleria.

Al Savini il cameriere, il ma??tre d'H??tel e il direttore ci dissero che i cavalli si comperavano al Tattersall. Anzi, mandarono subito ad avvisare il proprietario, cavalier Rossi, che ci saremmo andati.

A tavola mi colse un dubbio.

??? Ma siete abbastanza ricco, caro Orco, per comprar cavalli. Avete denari che bastino?

??? S??. Ne ho molti, ??? disse Carducci. ??? Ho venduto ieri un libro a Zanichelli.

??? Che libro?

??? Non importa. Tanto tu non lo leggi. ?? una nuova edizione d'antiche cose; e lo Zanichelli me lo ha pagato moltissimo. ??? Carducci pose la mano sulla tasca della giacca. ??? Me lo ha pagato tremila lire.

??? Tremila lire! ??? Io rimasi sbalordita davanti ad una simile cifra. ??? Tremila lire!...

Passata la prima meraviglia, osservai: ??? Dunque, in fondo.... conviene anche molto, di essere poeti.

Carducci sorrise. ??? S??, s??. Conviene. E adesso taci un po'.

Ma io non potevo tacere, e dopo un istante ricominciai.

??? Forse non vi dispiacerebbe se parlassimo un poco.... del colore e della forma....

??? ??Del Colore e della Forma??? ??? fece Carducci aggrottando le ciglia. ??? Non conosco. Di chi ??? Sar?? qualche pedanteria.

[167] ??? Di chi ???... che cosa?

??? Questo libro che tu dici.

??? Ma no! ma no! Del colore e della forma del cavallo!

??? Gi??, ??? brontol?? Carducci, crollando le spalle, ??? mi pareva impossibile.... Basta. Adesso lasciami mangiare in pace.

Sulla forma convenne con me: il cavallo doveva essere grande. Grande e grosso, dicevo io; grande e magro, diceva lui. Ma sugli altri particolari non fummo d'accordo. Io lo volevo bianco colla coda mozza. Carducci lo voleva nero colla coda lunga.

??? Ma, caro Orco....

??? Basta; ??? fece Carducci, ??? ti ho detto di lasciarmi mangiare in pace.

Ma Carducci non doveva mangiare in pace. Un professore di filosofia, che faceva colazione a un'altra tavola, lo scorse e venne a parlargli. Dopo che ebbero discusso varie cose io riparlai del cavallo; e il professore si offr?? di venire con noi al Tattersall.

A me parve provvidenziale. Un professore! Ci aiuterebbe nella scelta. Tanto pi?? che se ne intendeva, avendo un fratello capitano di cavalleria.

Al Tattersall il direttore ci accolse con agitata e premurosa affabilit??. Era circondato da molti uomini ??? maestri d'equitazione, palafrenieri, garzoni di stalla, che in cerchio ci contemplavano.

Allora davanti a noi passarono i cavalli: passarono cavalli grigi e morelli, cavalli bai, cavalli sauri, cavalli pomellati; passarono al passo, al trotto, [168] al galoppo destro, al galoppo sinistro, in appoggio e caracollo.

Carducci ed io li fissavamo incerti. Ad ogni nuovo cavallo che appariva io dicevo: ??? Voglio questo!

Specialmente mi colp?? un magnifico baio con due belle calze bianche sulle gambe posteriori.

Ma il professore di filosofia con cipiglio da conoscitore sentenzi??:

??? ??Balzano da due vale quanto un bue??.

E questo mi raffredd??.

Indi ne apparve uno tutto bianco, colla coda lunga e la criniera increspata come se gli avessero fatto l'ondulation Marcel.

??? Questo! ??? esclamammo in coro tutti e tre; ma il cavalier Rossi si affrett?? a spiegarci che il puledro ??? un arabo puro sangue ??? apparteneva alla cavallerizza di un Circo Equestre Americano; e lo fece ricondurre via.

Ma ecco comparire un altro stallone, un morello altissimo, quasi gigantesco: breve coda irrequieta, orecchie mobili, nervose; occhi lampeggianti in cui balena nell'angolo il bianco iniettato di caff??.

Entr?? con passo danzante, alzando i piedi come se la terra gli facesse schifo. Era tutto nero, eccetto due calzerotti bianchi alle gambe posteriori e uno alla gamba anteriore.

??? ?? magnifico! ??? esclamai.

Il professore al mio fianco cit??: ??? ??Balzano da tre, cavallo da re!??.

??? ?? questo, ?? questo ch'io voglio, ??? dissi con [169] fervore a Carducci; e anche lui guardava assai ammirato la formidabile bestia.

??? Pare il cavallo dell'Apocalisse, ??? disse il professore.

Il cavalier Rossi vedendo il mio entusiasmo mi chiese se volevo provarlo.

Mi prestarono una amazzone, e hop! eccomi in sella, cos?? in alto che mi sembrava d'essere in cima a una torre.

Feci dapprima a passo il giro del maneggio: veramente non era a passo, ma sempre a quel trottigno saltellante e caracollante; mi pareva che facessimo, il cavallo ed io, come nella Mignon, la ??danza delle uova??. Poi partimmo al trotto, un trotto molto alto, un po' duro, che a scosse e sbalzi mi fece cadere il cappello e spuntare la treccia; indi dal piccolo galoppo ci lanciammo al galoppo allungato; e l?? veramente sentii il cavallo perfetto sotto di me. Pareva alato!

Facemmo alt; e mentre io, ancora in sella, mi riappuntavo le treccie, Carducci si avvicin?? ad accarezzare il collo lucente del morello.

Anche il Professore si avvicin??, ma guardingo.

??? Vedono che mantello? ??? diceva il direttore, ??? vedono questa rete magnifica di vene?...

Difatti sul collo e sulla spalla del morello fremente si disegnava tutto un intrico di delicate venature pulsanti. Il professore le esamin?? con diffidenza.

??? Che non sia un principio d'arteriosclerosi! ??? mormor??.

[170] Scesi di sella, e dietro richiesta del direttore, provai vari altri cavalli. Ma tutti mi parvero meno interessanti della grande bestia nera. Allora mentre quattro o cinque dei cavalli venivano condotti a passo in giro alla pista, Carducci in mezzo al silenzio domand??:

??? Quale di quei cavalli non costa pi?? di tremila lire?

Per un momento tutti tacquero. Poi il direttore si pass?? due o tre volte la mano sui baffi prima di rispondere. Fu per me un momento di grande ansia. Finalmente con gesto regale stese la mano.

??? Quello l??.

Era il cavallo dell'Apocalisse ??? era il balzano da tre!

??? Glielo lascer?? per duemila settecento lire, ??? disse il magnanimo cavaliere.

Carducci mise subito la mano al portafogli; ma il direttore con un gesto lo ferm?? e lo invit?? ad entrare nel suo ufficio. Insieme si allontanarono.

Io mi volsi tutta agitata a uno stalliere che stava vicino. ??? Come si chiama? ??? domandai.

??? Francesco Impallom??ni, ??? rispose quello.

??? .... Ah s???

Per non offenderlo attesi qualche minuto prima di spiegarmi meglio. ??? E.... il cavallo che nome ha?

??? Il morello? Si chiama Rebecca.

??? Rebecca! Che orrore! Perch?? Rebecca?

Lo stalliere cacci?? in fuori il mento e abbass?? gli angoli della bocca fino a parere una rana.

??? Mah!... Lo sa Lei?

[171] ??? Rebecca? ??? ripetei desolata, volgendomi al professore.

??? Sar?? forse Babieca, ??? disse l'erudito. ??? Babieca ?? il nome del celebre cavallo del ??Cid el Campeador??.

??? Non mi piace affatto quel nome, ??? diss'io; e siccome Carducci ricompariva (a fianco del cavaliere, tutto sorrisi) io dissi subito che volevo cambiar nome al mio cavallo.

??? -E che nome vuoi dargli?

??? Voglio chiamarlo: ??O Sauro Destrier della Canzone??.

??? ?? troppo lungo ??? disse Carducci. ??? E poi non ?? sauro.

Il professore sugger?? molti nomi classici: Pegaso.... Chirone.... Bellerofonte.... e vidi che Carducci si stancava e s'impazientiva.

Allora tagliai corto.

??? Che ne direste, caro Orco, se gli dessimo il vostro nome? Mi pare che nello sguardo.... e forse nel carattere.... assomigli un poco a voi. Potremmo chiamarlo ??Giosu?? Cavallo??, per distinguerlo da ??Giosu?? Poeta??.

Carducci torn?? di buon umore. ??? Sta bene, ??? disse. ??? E adesso basta. Io devo trovarmi alle quattro col marchese Visconti Venosta a visitare il Castello Sforzesco.

E con un breve gesto di saluto se ne and??.

Il professore mi salut?? anch'esso frettolosamente, e lo segu??.

E io?... E il cavallo?... Dove l'avrei portato? Che [172] cosa ne avrei fatto? Ero ospite in casa della mia cara amica, signora Luzzatto, che abitava un piccolo appartamento in via Borgo Spesso. Mi vedevo, io, arrivare alla sua porta con quel cavallo!... Spiegai al cavalier Rossi la situazione, ed egli fu gentilissimo; si offr?? di tenerlo al Tattersall finch'io non avessi trovato una scuderia conveniente. Avrei semplicemente pagato la pensione. Un'inezia! Dodici lire al giorno.

Dodici lire al giorno! Una specie di formicol??o mi percorse, fermandosi soprattutto nelle mie ginocchia.... Dodici lire al giorno!

Mio padre mi mandava un assegno di duecento lire al mese; e ogni qualvolta passavo un mese in villeggiatura o all'albergo, per tre mesi non avevo pi?? nulla. Allora andavo a rinchiudermi in campagna in casa di mio fratello dottore; oppure, come ora, mi rifugiavo dalla signora Luzzatto e stavo un po' di tempo con lei.

Corsi subito in via Borgo Spesso. Arrivai pallida e stravolta.

??? Che cos'hai? ??? esclam?? con ansia la dolce signora.

??? Ho un cavallo! ??? balbettai. ??? Un cavallo nero, grandissimo, balzano da tre.

??? Riposati un poco, ??? disse la signora Emilia, con dolcezza ferma. ??? Mettiti subito a letto.

E vidi che andava verso l'armadietto delle medicine per cercare il termometro clinico.

La convinsi, con qualche difficolt??, che non deliravo. La pregai anzi di venire a vedere Giosu?? Cavallo; [173] ma ella, che aveva di tutte le bestie e in ispecial modo dei cavalli un'invincibile paura, non ne volle sapere.

??? E che cosa ne farai? Dove lo terrai?

??? Non so.... non so, ??? balbettai smarrita. ??? Non crede che.... l'onorevole Riccardo.... forse.... saprebbe dove metterlo?

??? Mio marito?

??? S??. Potrebbe anche montarlo qualche volta, se volesse.

La signora Luzzatto alz?? gli occhi al cielo.

??? Meglio non parlargliene, ??? disse.

E non gliene parlai.

La mia vita fu allora tutta subordinata a Giosu?? Cavallo. Volevo stare in citt??? No; dovevo andare in campagna perch?? Giosu?? Cavallo ci stava meglio e costava di meno. Volevo restarmene tranquilla? No; mi toccava andare di qua e di l??, per monti e valli, al trotto e al galoppo, per passeggiare e disciplinare Giosu?? Cavallo (che se stava due giorni in scuderia diventava una belva). Volevo fare un viaggio a Londra a vedere mia sorella? Impossibile lasciare Giosu?? Cavallo; e ancora pi?? impossibile condurlo con me. Mi affondavo sempre pi?? in difficolt?? finanziarie per far nutrire, albergare, governare Giosu?? Cavallo.

Tutte le mie conoscenze mi consigliavano, chi una cosa chi l'altra.

??? Bisogna renderlo. Bisogna venderlo. Bisogna dirlo a Carducci.

[174] Renderlo? Venderlo? Mai!

Dirlo a Carducci? A che pro? Relativamente povero anche lui, ??? che cosa avrebbe potuto fare? E poi egli era cos?? felice di avermi fatto questo regalo, che per niente al mondo avrei voluto dargli un simile dispiacere. Subito, il giorno seguente alla compera, egli aveva voluto vedermi cavalcare all'aperto. Andammo sui bastioni ed io gli passai davanti a galoppo molte volte. Egli era raggiante.

??? ?? bello Giosu?? Cavallo, ??? diceva.

??? Io vado a Legnano, ??? soggiunse, ??? domattina, in carrozza col prefetto. Potrai venire anche tu; a cavallo.

Cos?? feci. Nell'amazzone presa a prestito dal Tattersall, issata a sommo di Giosu?? Cavallo negro-splendente al sole, trottai e galoppai ora davanti, ora dietro, ora a fianco della carrozza, a grande soddisfazione di Carducci e divertimento del prefetto.

La strada era lunga ??? trenta chilometri! ??? ed era dura al trotto rigido del morello; dopo un'ora circa io sentivo gi?? ogni singola vertebra della mia spina dorsale, e avevo il torcicollo e un crampo indescrivibile nel braccio sinistro. Giosu?? Cavallo non andava mai al passo. Neppure per un istante cess?? dal suo trotto rigido e sobbalzante se non per mettersi a quel caracollante trottigno, quasi un passo di danza, cos?? bello a vedersi e cos?? estenuante per chi ?? forzato ad eseguirlo.

Ma dalla carrozza Carducci mi guardava con un [175] sorriso pacato e soddisfatto; e chiudendo i denti sul labbro repressi le mie sofferenze.

Nulla ricordo del breve soggiorno a Legnano; certo all'indomani mattina stavo abbastanza bene per escogitare delle sciocchezze; cos??, allorch?? Carducci e il prefetto furono scesi nel vestibolo, mi feci portare dal cameriere della legna in fascina, e rompendola a pezzetti ne riempii la valigia di Carducci. Accadde poi che, a met?? strada del ritorno, volendo egli mostrare al prefetto certi suoi appunti, apr?? la valigia, e il ??ricordo di Legnano?? che io gli avevo preparato gli si present?? agli occhi.

??? Ma come? Ma questa non ?? la mia valigia! Che cos'?? tutta questa legna? ??? esclam?? Carducci incollerito.

Allora al galoppo precedetti sempre di gran tratto la carrozza, e voltandomi scorgevo Carducci feroce che, aiutato dal prefetto, buttava via i pezzetti di legno sparsi tutt'all'intorno.

??? Se tu mi fai ancora di codeste stoltezze, ??? grid?? Carducci appena fui a portata della sua voce, ??? bada bene che ti porto via il cavallo. ??? Ma la sua ira non mi impression?? troppo. Visto che per lo pi?? quelli che lo avvicinavano ??? intimiditi dal suo cipiglio o dalla sua grandezza ??? mantenevano intorno a lui un'atmosfera di gravit?? e soggezione assai noiosa, credo che, in fondo, le mie monellerie lo riposassero da tanta grigia solennit??. Quanto alla minacciata punizione di portarmi via Giosu?? Cavallo, certo nulla lo avrebbe pi?? stupito, o addolorato, [176] che se io gli avessi detto: ??? S??, s??! Portatemelo via; esso rappresenta per me sotto ogni rapporto una bestia nera!

Me ne guardai bene. Ed egli ripart?? per Bologna convinto di avermi fatto il pi?? meraviglioso dei doni; soddisfatto di s??, di me e di Giosu?? Cavallo; felice di aver speso cos?? bene ??? lui, che non era n?? ricco n?? prodigo ??? una cos?? importante somma.

Dopo tre mesi Giosu?? Cavallo mi aveva completamente rovinata. Per lui mi arrabattavo in una continua ricerca di denaro; per lui mi guastai coi miei parenti pi?? cari a cui chiedevo costantemente denari in prestito; per lui annunciai sulle quarte pagine dei giornali che davo lezioni d'inglese, tedesco, francese, italiano, di pianoforte, chitarra e canto. Il suo baldo passo caracollante mi conduceva, smarrita, dai neri abissi della disperazione alle verdi vette del monte di Piet??.

E per lui io nutrivo quel sentimento complesso fatto di passione e d'ira, di angoscia, d'amore e d'esecrazione che si prova per chi ci costa molto dolore, molte umiliazioni e molti denari.

Egli prosperava, superbo, prepotente, lucente, facendo i passi sempre pi?? alti, sempre pi?? sdegnoso di toccare la terra. Ed io lo guardavo, spaurita e rapita, e sognavo di balzargli in arcione un giorno e via! a carriera, traverso monti, valli e frontiere, fino a giungere ad una certa rupe gigantesca che sovrasta la Via Mala ??? da Carducci amata e cantata ??? ed ivi precipitarmi con lui nella voragine....

[177]

??Dammi dunque, apollinea, fiera, l'alato dorso

Ecco, tutte le redini io ti libero al corso....

O ind??mito destrier,

Voliam, sin che la folgore di Giove tra la rotta

Nube ci arda e purifichi, o che il torrente inghiotta

Cavallo e cavalier.??

Perch?? non lo feci! Sarebbe stato un gesto degno di lui e di chi me l'aveva dato. Forse non ero degna io di una fine cos?? gloriosa. Disertai. Come quegli amanti che dicono: ??Moriamo insieme??, e poi al supremo passo l'uno vilmente si ritrae, cos?? io lanciai solo nella morte Giosu?? Cavallo invece di balzare grandiosamente nel buio con lui.

Volli che morisse? Non lo so; n?? voglio oggi ricordare la folle catastrofe che lo spezz??, e che port?? me pure vicino alla morte. In ci?? ch'io feci ebbi coraggio e vilt??.

Ma la vilt?? maggiore fu che non osai dirlo a Carducci.

Sapevo che gli avrei dato un vero e grande dolore. Egli mi scriveva ora ??? pi?? sovente del solito ??? per domandarmi notizie di Giosu?? Cavallo.

??Mi piace pensare che ?? tua quell'apollinea fiera. Mi piace pensare che ho potuto farti un dono cos?? bello. In cima alla mia mente sta l'imagine tua e sua, lanciati al galoppo, ondeggianti la nera criniera e le tue lunghe chiome al vento.... Cos??, o Loreley pellegrina, sei volata fuor della veduta mia??.

[178] Io aborro ed esecro la menzogna. Tutto mi sembra comprensibile e perdonabile all'infuori dell'inganno. Ebbene, io allora ??? credo di poter dire che questa fu l'unica volta! ??? ho mentito e ingannato. Alle sue domande rispondevo brevemente, evasivamente, ma non avevo il coraggio di dirgli la verit??.

Un giorno mi annunci?? prossima una sua visita.

Tremai. Scrissi che dovevo recarmi subito a Napoli. Mi pareva assai lontano.

Ma Carducci ne fu contento.

??Via, dunque, bionda di cavalli agitatrice, a riva pi?? cortese!??.

Anch'egli sarebbe venuto tra breve per un sol giorno laggi??, onde salutare una regale Amica, e vedermi passare, sull'azzurro sfondo del Mediterraneo, lanciata a volo ??sulla fiera gentil??.

Allora, giunta a Napoli confidai la mia angoscia a un poeta ??? Arturo Colautti ??? che era venuto a trovarmi. Lo pregai di andare incontro a Carducci e dirgli subito la verit??.

Non volle; non os??.

Un ufficiale ch'era con lui mi disse:

??? Perch?? dargli quel dispiacere? Troveremo un cavallo che per un'ora personifichi il tenebroso corsiero da lui regalato.

Allora fu per tutta Napoli un febbrile cercare di cavalli neri. (Se ne ricorder?? forse ancora quell'ufficiale ??? Maggiotto, allora capitano dei bersaglieri; oggi solennemente installato nel Ministero della Guerra. E il marchese Lillo Catalano.... e il conte Bruno Torri....). Davanti al balcone della casa in [179] strada Caracciolo dove io avevo preso alloggio, fu uno sfilare di foschi corridori: di morelli grandi e grossi, di morelli lunghi e magri; di morelli ombrosi e morelli generosi, di morelli con balza e senza balza.... Ma nessuno ??? ah! nessuno ??? che assomigliasse a quello donatomi dal poeta.

La scelta cadde finalmente su di uno portatomi da Maggiotto.

Il cavallo si chiamava ??Ras Alula??; era nero, era grande, era balzano da tre. Ma qui la somiglianza cessava. Ras Alula era un mite, era un remissivo, un rinunciatario, un vinto della vita. Per quanto io lo molestassi con morso, scudiscio e tacco per animarlo, per farlo inalberare come soleva il mio nobile corsiero, Ras Alula scoteva la testa placidamente, partiva a un piccolo trotto, e se a furia di strappi e strapponi, di frusta e sperone riuscivo a farlo galoppare, si dimenava nel molle movimento d'una sedia a dondolo, con pendula coda e testa ciondolante.

Io ero disperata.

??? Non si sgomenti, ??? disse Maggiotto, lisciandosi la barba nera e fissando lo sguardo, pi?? focoso assai che non quello del suo cavallo, sul mite e gigantesco Ras Alula. ??? Ci penso io.

E ci pens??. Appena annunciato l'arrivo di Carducci alla Villa, io che aspettavo, gi?? troneggiante sul titanico e quiescente Ras nel cortile di via Caracciolo, vidi arrivare di corsa Maggiotto col suo attendente. Maggiotto afferr?? la redine, mentre il soldato passava dietro la groppa del cavallo.

[180] Sentii un improvviso fremito percorrere la bestia, che nitr??, e tir?? un violento calcio.

??? Ma che cosa gli fate? ??? gridai.

??? Niente, niente, ??? rise Maggiotto; ??? un po' di zenzero sotto la coda! ??? E abbandon?? la redine mentre il soldato balzava indietro.

L'effetto dello zenzero fu magico. Ras Alula si impenn??, fremente, annaspando l'aria, rizzandosi quasi volesse rovesciarsi all'indietro. Cedetti le redini e con una scudisciata sulla testa lo richiamai; allora, tuffando il capo, part?? forsennato, battendo scintille dai ciottoli del cortile, scivolando sul selciato, lanciandosi a carriera per la passeggiata di Chiaia.

Cos??, a volo, passai davanti a Carducci, che tra un gruppo d'altre persone, era fermo all'angolo della Villa ad aspettarmi; ebbi solo per un attimo la visione della sua faccia alzata a guardarmi ??? e odiai Ras Alula, e Maggiotto, e la vita.... e pi?? di tutto odiai me stessa, che recitavo questa vile, questa ignobile menzogna. Con frusta e sprone aizzai la bestia gi?? frenetica che come una folgore infil?? la strada lungo la marina.

Ed ecco a un tratto, ancora lontano davanti a noi, un brill??o d'argento e di rosso vivido ??? era la carrozza reale, era Margherita preceduta dai suoi staffieri, che faceva con regale dignit?? la sua consueta passeggiata a mare.

Allora con quanta forza avevo tirai le redini: bisognava rallentare la corsa, per non raggiungerla, [181] sopratutto ??? imperdonabile violazione d'etichetta! ??? per non oltrepassarla.

Ras Alula non obbed??, non sent??; aveva il morso tra i denti e andava come il vento, pazzo, cieco, frenetico. Invano con strappi alternati tirai e cedetti le redini, invano strappai a destra e poi a sinistra, segandogli la bocca.... la bestia in furore continu?? la sua corsa! Fu miracolo se, con uno sforzo che quasi mi slog?? i polsi, riuscii a farlo deviare quanto era necessario per non andarci a fracassare contro l'equipaggio reale.

In un fulmine passammo dinanzi alla Regina: ella deve aver visto, come un lampo nero e villano, comparire e sparire le mie esili spalle e la coda sbandierante dell'insano Ras Alula....

Allora pi?? che mai sentii di aborrire tutto e tutti e avrei voluto lanciarmi dalla sella a capofitto nel mare.

Quando fummo all'altezza della chiesa di San Ferdinando, Ras Alula subitamente si calm??: sulla via traversa fece due o tre scivoloni, sal?? sul marciapiede come se volesse entrare nella chiesa.... e si ferm?? ansimante, coperto di schiuma.

. . . . . . .

Allorch?? trovai finalmente il coraggio di scrivere a Carducci che Giosu?? Cavallo non era pi?? mio.... che non era pi?? di nessuno.... egli non rispose. N?? so che cosa abbia pensato.

[182] I casi della vita mi trassero lontano. Quando, dopo molti anni, rividi Carducci n?? io osai rammentarglielo n?? lui me ne parl??.

. . . . . . .

Oggi nella Villa di Napoli, al posto dove in quel giorno vidi alzato verso di me il suo viso fiero, c'?? un rigido busto di marmo che porta il suo nome.

E che non gli assomiglia.


OPERE DI ANNIE VIVANTI

Naja Tripudians. ??? Romanzo. (Bemporad ??? 2?? edizione, 1921) L.??6,50

Lirica. (Bemporad, 1921) L.??6,?????

I Divoratori. ??? Romanzo. (Bemporad) L.??10,?????

Circe. L. 7,?????

L'invasore. ??? Dramma L.??6,50

Vae Victis! ??? Romanzo L.??6,50

??Zingaresca.?? L.??7,?????

Le bocche inutili. ??? Dramma L.??6, ???

Marion. ??? Romanzo L.??7,50

GIUDIZI DELLA STAMPA SU ??NAJA TRIPUDIANS??

Corriere della Sera (Ettore Janni).

Ed ecco ora il romanzo che avvince e fa rabbrividire, l'opera d'arte che spicca il volo dalla realt?? ed ?? fantasia, Naja Tripudians di Annie Vivanti. L'idillico e il tragico vi fanno un violento contrasto.... ma l'idillio ?? come una maschera lieve che cade e scopre il volto dell'orrore.

La catastrofe ?? presentata con una potenza a cui non si resiste. Singolare nella sua sobriet?? formidabile ?? la chiusa.

Un romanzo che non si confonde con gli altri: la voce che canta pi?? alta e pi?? sicura sulle mediocri orchestre e sui cori sguaiati.

Il Secolo (Paolo De Giovanni).

.... Un fiume di delicata poesia.

Giornale d'Italia (Diego Angeli).

.... E in queste parole ?? tutta la morale e tutta la spiegazione del bello e crudele romanzo che Annie Vivanti pubblica in questi giorni pei tipi del Bemporad di Firenze. Bello e crudele e sotto un certo punto di vista altamente morale nella sua immoralit??.... Quest'ultimo capitolo ha la durata di poche ore,... capitolo terribile, dove la descrizione di quella societ?? equivoca ?? descritta con grande sapienza e dove tutti i vizi ??? dall'omosessualit?? alla cocainomania, dall'ubriachezza dei liquori forti allo stupore dell'oppio, dalle sottili dissertazioni sul godimento e sul desiderio, alla rivelazione brutale della volutt?? ??? sono trattati con mano maestra.

.... E Annie Vivanti ?? un'artista e il suo romanzo ?? tanto pi?? pericoloso in quanto che ?? pi?? bello.

Idea Nazionale (Umberto Fracchia).

Naja Tripudians si legge con foga. Ecco stabilita la superiorit?? di questo romanzo femminile su tanti romanzi maschili che sono terribilmente noiosi....

Il Marzocco (Luigi Tonelli).

.... Qui abbiamo una scrittrice nel vero senso della parola, che concepisce con potenza d'intelletto, e s'esprime con una sicurezza ed efficacia mirabili. In Naja Tripudians riconosciamo l'autrice sorprendente de I divoratori, fosca di Circe, violenta e smagliante di Vae Victis: la creatrice d'immagini sfolgoranti, la coniatrice di frasi sintetiche e potenti, la calcolatrice sapiente d'effetti irresistibili.

?? impossibile resistere al fascino di questa scrittrice interessante che quando pare abbandoni, ti riprende di colpo, e t'inchioda allo scrittoio, finch?? hai letto l'ultima pagina.... che ti lascia scosso e turbato fin nell'intimo dell'anima.

Il Tempo (Nicola Moscardelli).

Qui tutto ?? logico, naturale, musicale: il racconto precipita verso la conclusione fatale, cos??, come quella notte precipitava verso l'alba. Con quale modestia di mezzi ?? descritta l'aria in cui vive la mondana!

Come leggermente si insinuano nell'anima delle due colombe i profumi e gli stordimenti emanati da quel mondo nuovo.... accennando appena un particolare, come una piccola fiammella che s'apre e chiude improvvisa, come se una musica sonnolenta impregnasse di s?? tutta l'aria, scivolando, le immagini si precisano, emergono, si realizzano.

L'impressione che d?? il libro ?? profonda e profondamente morale: ?? l'orrore del male, la nausea per il vizio, il ribrezzo per la impurit?? scandalosa delle citt?? cosidette morali.

Nuova Antologia.

Tutto il romanzo ?? un potente contrasto tra l'innocenza pi?? pura e la depravazione pi?? abbietta. A pagine fresche come un riso di puerizia, seguono pagine torbide di una drammaticit?? che turba e commuove.

L'Italia che scrive (Fernando Palazzi).

Qui veramente Annie Vivanti s'?? abbandonata a s?? stessa, ha svelato s?? stessa. Forse non s'?? neppure accorta di fare dell'arte, perch?? in fondo non ha fatto altro che confidarci l'anima sua. Io non conosco Annie Vivanti, se non da un verso del Carducci.... ma noi conosciamo adesso la vera fisionomia dell'anima sua, che ?? bionda, romantica, timida, ingenua, sentimentale, fanciulla.

Si ?? discusso se Naja Tripudians sia o no il capolavoro di Annie Vivanti. Io capisco benissimo come altri possa preferire I divoratori o Vae Victis, romanzi assai pi?? forti. Io preferisco Naja Tripudians, specialmente per la dolcezza.

Tutto (Cesare Sobrero).

Ecco un nuovo libro casto ed orribile ad un tempo.... Casto poich?? la scrittrice riproduce le impudicizie col ferro rovente di una nausea profonda, di una desolazione accorata. Orribile, poich?? la degenerazione psichica, e non psichica soltanto, vi ?? riprodotta colla precisione di altrettanti casi clinici.... Ricercando i gradi di parentela che possono esistere fra Naja Tripudians e le opere di altri artisti, viene fatto di pensare che Annie Vivanti abbia invocato, compiendo la sua nobile fatica, due grandi ombre: Victor Hugo ed Octave Mirbeau. Victorughiana ?? la concezione del libro per il senso profondo dei contrasti, per la tragicit?? del contenuto umano. La seconda parte del volume, cio?? le pagine vigorosamente realistiche ricordano invece le acri, inesorabili pitture del Mirbeau.

.... Raramente in un libro, evocazione fu pi?? dolorosa, pittura pi?? straziante, lettura pi?? struggente di questa orribile profanazione impunita.

I libri del giorno.

.... Qui veramente la forza del libro sta nella poesia della forma, nella efficace evocazione degli ambienti, nella leggera e quasi trasparente musicalit?? dei periodi. Il libro incomincia con capitoli di una delicatezza e di una grazia squisitamente femminili.... qualche cosa che fa pensare alla freschissima ??Primavera?? del Grieg.

.... Ma a un punto la tinta rosea del romanzo viene interrotta improvvisamente da qualcosa di oscuro e misterioso.... Le pagine si fanno inquiete; a quel profumo di innocenza che aveva fin qui accompagnato il racconto si mescola uno strano e tentante odor di peccato.

.... Corre per tutte le frasi come un misterioso brivido, un serpeggiare di febbre.

Aprire il romanzo e leggerlo ?? come entrare in una serra dove tra i pi?? semplici e delicati mughetti, alcuni strani fiori effondono un loro acuto e perverso profumo. Non si ha il tempo e forse nemmeno il coraggio di avvicinarli, tanto quel profumo ci prende, ci stordisce, ci travolge. Esciremo dalla serra, opporremo gli occhi e la fronte ai rudi baci del vento, ma il ricordo di quei terribili fiori rester?? a lungo entro di noi, come di un sogno bello e perverso....

Il Giorno (Carlo de Flaviis).

Pagine belle e tristissime: due piccoli mondi; scolpito, il primo, con una perfezione d'arte impeccabile, descritto il secondo, con una verit?? a volte piena di impudica baldanza a volte piena di titubante sgomento.

La Chiosa.

Tutta Annie Vivanti ?? qui: con le sue mani cariche di poesia ch'ella profonde in cos?? bizzarro modo: qua, l??, dovunque un dettaglio svegli la sua vibratilit??, soffermi la sua commozione, desti la sua sensibilit??.

Non ci soffermeremo a evocare le bellissime tra le molte belle pagine del romanzo. Al pari di tutti i libri della Vivanti esso afferra alle prime pagine e non lascia pi??.

L'interesse che suscita vi ?? graduato cos?? che dall'incantesimo di una dolcezza piana e serena si passa a poco a poco per tutti gli stadi dell'ansia e della trepidazione fino a raggiungere l'angoscia piena d'orrore che strugge l'anima alla fine del racconto e del libro. Si esce da questa lettura sotto il peso di un incubo.

Poesia! questo ?? il segreto di Annie Vivanti. Il segreto della sua mal??a e della sua arte; dei suoi occhi ancora pieni di stellante azzurro e dei suoi libri sempre saturi di freschezza; della sua giovinezza sempre intatta e delle sue pagine sempre avvincenti.

La Donna (Nicola Moscardelli).

Il libro si chiude con un senso di soffocazione.

Sebbene sia composto con un'arte squisita, nulla rivela in esso l'artefizio, nel quale era cos?? facile cadere.... Non c'?? nulla da aggiungere, e nulla da togliere.

Don Marzio.

Squisitezze psicologiche, gioielli d'osservazione, un profumo di grazia inarrivabile....

Gazzetta di Messina (G. Gigans).

Colei che seppe costruire coll'aiuto del suo potentissimo genio un'affascinante, vicenda ??? I divoratori ??? ; colei che seppe nel poema vibrante di verit?? accomunare la fede al dolore ??? Vae Victis ??? .... ci regala quest'opera semplice e possente.

La Vivanti quando vuole appassionare il lettore, sceglie un argomento semplicissimo, un argomento di vita vera.

Questa la sua arte. La semplice verit??.

La Scuola (Antonio de Filippis).

Il poeta ?? vate. Gli basta uno sguardo, ed egli intravede il futuro. ??? Carducci, da profeta, intravide il genio di Annie Vivanti e disse: ??canta!??.

.... Annie dimostr?? il suo vero temperamento di artista col romanzo. Nel romanzo appare grande, perch?? originale, strana, ardita, ma sempre vera. Tutta la vita di Annie ?? una battaglia contro la ipocrisia.... E con Naja Tripudians ella compie una lotta ancor pi?? potente.

Storia triste che risalta sulla tavolozza di un Rembrandt!

Il Pungolo (Giuseppe Scaglione).

La poetessa squisita di ??Lirica?? la narratrice intensamente drammatica dei casi pietosi e terribili di Maria Tarnowska, l'autrice di ??Zingaresca?? di ??Vae Victis?? di ??Bocche Inutili?? ha creato ancora un'opera di grande bellezza artistica e di appassionata, travolgente poesia. Sopratutto da questo ultimo libro bisogna veramente riconoscere ad Annie Vivanti, una grande forza di pensiero e di forma; di pensiero ricco, elevato, profondo, di stile deciso, rapido, serrato, in alcuni momenti quasi convulso.

Ella non soffre infingimenti e contraffazioni del pensiero e della forma. Ribellandosi a falsare la propria natura impetuosa e serena, e la natura delle cose e degli uomini, porta nei suoi libri una veemenza ed un pathos, una sincerit?? di vita che incatena l'attenzione del lettore di pagina in pagina e di libro in libro, con un continuo crescendo.

I suoi libri sono morali, non di una morale stentata, arcigna e cattedratica, ma libera e spontanea.

Con quale signorilit?? e sicurezza d'intuito, con quale potenza di analisi e semplicit?? di espressione ?? narrato questo documento umano cos?? tragico e cos?? patetico!...

Il Pungolo (Rodolfo Guido de Marsico).

.... Questa la vicenda di ??Naja Tripudians??. Vicenda terribile che martoria lo spirito, che esaspera, che accende una ribellione, che ci fa bestemmiare la vita!

E pi?? terribile ?? il romanzo perch?? scritto da una artista. Annie Vivanti ha adoperato i colori pi?? delicati, le sfumature pi?? evanescenti, perch?? pi?? fosca noi sentissimo la tragedia che quella luce distrugger??.

Don Quichotte (Parigi).

.... Madame Vivanti y confirme une fois de plus son grand talent. Les derniers chapitres constituent un morceau de haute litt??rature horrifique.

GIUDIZI DELLA STAMPA INGLESE SU ??I DIVORATORI??

Herald.

Qui ci troviamo davanti a quella rara cosa ??? un'opera di genio.

Telegraph.

Questo meraviglioso libro ?? un'opera di bellezza creata da chi possiede il pi?? grande dono dello scrittore ??? lo stile.

Nota del Trascrittore

Ortografia e punteggiatura originali sono state mantenute, cos?? come le grafie alternative (th??/th??/th??, Revoire/R??voire e simili), correggendo senza annotazione minimi errori tipografici.






























End of the Project Gutenberg EBook of Gioia!, by Annie Vivanti









*** END OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK GIOIA! ***









***** This file should be named 39793-h.htm or 39793-h.zip *****




This and all associated files of various formats will be found in:




        http://www.gutenberg.org/3/9/7/9/39793/









Produced by Carlo Traverso, Claudio Paganelli, Barbara




Magni and the Online Distributed Proofreading Team at




http://www.pgdp.net (This book was produced from scanned




images of public domain material from the Google Print




project.)














Updated editions will replace the previous one--the old editions




will be renamed.









Creating the works from public domain print editions means that no




one owns a United States copyright in these works, so the Foundation




(and you!) can copy and distribute it in the United States without




permission and without paying copyright royalties.  Special rules,




set forth in the General Terms of Use part of this license, apply to




copying and distributing Project Gutenberg-tm electronic works to




protect the PROJECT GUTENBERG-tm concept and trademark.  Project




Gutenberg is a registered trademark, and may not be used if you




charge for the eBooks, unless you receive specific permission.  If you




do not charge anything for copies of this eBook, complying with the




rules is very easy.  You may use this eBook for nearly any purpose




such as creation of derivative works, reports, performances and




research.  They may be modified and printed and given away--you may do




practically ANYTHING with public domain eBooks.  Redistribution is




subject to the trademark license, especially commercial




redistribution.



















*** START: FULL LICENSE ***









THE FULL PROJECT GUTENBERG LICENSE




PLEASE READ THIS BEFORE YOU DISTRIBUTE OR USE THIS WORK









To protect the Project Gutenberg-tm mission of promoting the free




distribution of electronic works, by using or distributing this work




(or any other work associated in any way with the phrase "Project




Gutenberg"), you agree to comply with all the terms of the Full Project




Gutenberg-tm License (available with this file or online at




http://gutenberg.org/license).














Section 1.  General Terms of Use and Redistributing Project Gutenberg-tm




electronic works









1.A.  By reading or using any part of this Project Gutenberg-tm




electronic work, you indicate that you have read, understand, agree to




and accept all the terms of this license and intellectual property




(trademark/copyright) agreement.  If you do not agree to abide by all




the terms of this agreement, you must cease using and return or destroy




all copies of Project Gutenberg-tm electronic works in your possession.




If you paid a fee for obtaining a copy of or access to a Project




Gutenberg-tm electronic work and you do not agree to be bound by the




terms of this agreement, you may obtain a refund from the person or




entity to whom you paid the fee as set forth in paragraph 1.E.8.









1.B.  "Project Gutenberg" is a registered trademark.  It may only be




used on or associated in any way with an electronic work by people who




agree to be bound by the terms of this agreement.  There are a few




things that you can do with most Project Gutenberg-tm electronic works




even without complying with the full terms of this agreement.  See




paragraph 1.C below.  There are a lot of things you can do with Project




Gutenberg-tm electronic works if you follow the terms of this agreement




and help preserve free future access to Project Gutenberg-tm electronic




works.  See paragraph 1.E below.









1.C.  The Project Gutenberg Literary Archive Foundation ("the Foundation"




or PGLAF), owns a compilation copyright in the collection of Project




Gutenberg-tm electronic works.  Nearly all the individual works in the




collection are in the public domain in the United States.  If an




individual work is in the public domain in the United States and you are




located in the United States, we do not claim a right to prevent you from




copying, distributing, performing, displaying or creating derivative




works based on the work as long as all references to Project Gutenberg




are removed.  Of course, we hope that you will support the Project




Gutenberg-tm mission of promoting free access to electronic works by




freely sharing Project Gutenberg-tm works in compliance with the terms of




this agreement for keeping the Project Gutenberg-tm name associated with




the work.  You can easily comply with the terms of this agreement by




keeping this work in the same format with its attached full Project




Gutenberg-tm License when you share it without charge with others.









1.D.  The copyright laws of the place where you are located also govern




what you can do with this work.  Copyright laws in most countries are in




a constant state of change.  If you are outside the United States, check




the laws of your country in addition to the terms of this agreement




before downloading, copying, displaying, performing, distributing or




creating derivative works based on this work or any other Project




Gutenberg-tm work.  The Foundation makes no representations concerning




the copyright status of any work in any country outside the United




States.









1.E.  Unless you have removed all references to Project Gutenberg:









1.E.1.  The following sentence, with active links to, or other immediate




access to, the full Project Gutenberg-tm License must appear prominently




whenever any copy of a Project Gutenberg-tm work (any work on which the




phrase "Project Gutenberg" appears, or with which the phrase "Project




Gutenberg" is associated) is accessed, displayed, performed, viewed,




copied or distributed:









This eBook is for the use of anyone anywhere at no cost and with




almost no restrictions whatsoever.  You may copy it, give it away or




re-use it under the terms of the Project Gutenberg License included




with this eBook or online at www.gutenberg.org/license









1.E.2.  If an individual Project Gutenberg-tm electronic work is derived




from the public domain (does not contain a notice indicating that it is




posted with permission of the copyright holder), the work can be copied




and distributed to anyone in the United States without paying any fees




or charges.  If you are redistributing or providing access to a work




with the phrase "Project Gutenberg" associated with or appearing on the




work, you must comply either with the requirements of paragraphs 1.E.1




through 1.E.7 or obtain permission for the use of the work and the




Project Gutenberg-tm trademark as set forth in paragraphs 1.E.8 or




1.E.9.









1.E.3.  If an individual Project Gutenberg-tm electronic work is posted




with the permission of the copyright holder, your use and distribution




must comply with both paragraphs 1.E.1 through 1.E.7 and any additional




terms imposed by the copyright holder.  Additional terms will be linked




to the Project Gutenberg-tm License for all works posted with the




permission of the copyright holder found at the beginning of this work.









1.E.4.  Do not unlink or detach or remove the full Project Gutenberg-tm




License terms from this work, or any files containing a part of this




work or any other work associated with Project Gutenberg-tm.









1.E.5.  Do not copy, display, perform, distribute or redistribute this




electronic work, or any part of this electronic work, without




prominently displaying the sentence set forth in paragraph 1.E.1 with




active links or immediate access to the full terms of the Project




Gutenberg-tm License.









1.E.6.  You may convert to and distribute this work in any binary,




compressed, marked up, nonproprietary or proprietary form, including any




word processing or hypertext form.  However, if you provide access to or




distribute copies of a Project Gutenberg-tm work in a format other than




"Plain Vanilla ASCII" or other format used in the official version




posted on the official Project Gutenberg-tm web site (www.gutenberg.org),




you must, at no additional cost, fee or expense to the user, provide a




copy, a means of exporting a copy, or a means of obtaining a copy upon




request, of the work in its original "Plain Vanilla ASCII" or other




form.  Any alternate format must include the full Project Gutenberg-tm




License as specified in paragraph 1.E.1.









1.E.7.  Do not charge a fee for access to, viewing, displaying,




performing, copying or distributing any Project Gutenberg-tm works




unless you comply with paragraph 1.E.8 or 1.E.9.









1.E.8.  You may charge a reasonable fee for copies of or providing




access to or distributing Project Gutenberg-tm electronic works provided




that









- You pay a royalty fee of 20% of the gross profits you derive from




     the use of Project Gutenberg-tm works calculated using the method




     you already use to calculate your applicable taxes.  The fee is




     owed to the owner of the Project Gutenberg-tm trademark, but he




     has agreed to donate royalties under this paragraph to the




     Project Gutenberg Literary Archive Foundation.  Royalty payments




     must be paid within 60 days following each date on which you




     prepare (or are legally required to prepare) your periodic tax




     returns.  Royalty payments should be clearly marked as such and




     sent to the Project Gutenberg Literary Archive Foundation at the




     address specified in Section 4, "Information about donations to




     the Project Gutenberg Literary Archive Foundation."









- You provide a full refund of any money paid by a user who notifies




     you in writing (or by e-mail) within 30 days of receipt that s/he




     does not agree to the terms of the full Project Gutenberg-tm




     License.  You must require such a user to return or




     destroy all copies of the works possessed in a physical medium




     and discontinue all use of and all access to other copies of




     Project Gutenberg-tm works.









- You provide, in accordance with paragraph 1.F.3, a full refund of any




     money paid for a work or a replacement copy, if a defect in the




     electronic work is discovered and reported to you within 90 days




     of receipt of the work.









- You comply with all other terms of this agreement for free




     distribution of Project Gutenberg-tm works.









1.E.9.  If you wish to charge a fee or distribute a Project Gutenberg-tm




electronic work or group of works on different terms than are set




forth in this agreement, you must obtain permission in writing from




both the Project Gutenberg Literary Archive Foundation and Michael




Hart, the owner of the Project Gutenberg-tm trademark.  Contact the




Foundation as set forth in Section 3 below.









1.F.









1.F.1.  Project Gutenberg volunteers and employees expend considerable




effort to identify, do copyright research on, transcribe and proofread




public domain works in creating the Project Gutenberg-tm




collection.  Despite these efforts, Project Gutenberg-tm electronic




works, and the medium on which they may be stored, may contain




"Defects," such as, but not limited to, incomplete, inaccurate or




corrupt data, transcription errors, a copyright or other intellectual




property infringement, a defective or damaged disk or other medium, a




computer virus, or computer codes that damage or cannot be read by




your equipment.









1.F.2.  LIMITED WARRANTY, DISCLAIMER OF DAMAGES - Except for the "Right




of Replacement or Refund" described in paragraph 1.F.3, the Project




Gutenberg Literary Archive Foundation, the owner of the Project




Gutenberg-tm trademark, and any other party distributing a Project




Gutenberg-tm electronic work under this agreement, disclaim all




liability to you for damages, costs and expenses, including legal




fees.  YOU AGREE THAT YOU HAVE NO REMEDIES FOR NEGLIGENCE, STRICT




LIABILITY, BREACH OF WARRANTY OR BREACH OF CONTRACT EXCEPT THOSE




PROVIDED IN PARAGRAPH 1.F.3.  YOU AGREE THAT THE FOUNDATION, THE




TRADEMARK OWNER, AND ANY DISTRIBUTOR UNDER THIS AGREEMENT WILL NOT BE




LIABLE TO YOU FOR ACTUAL, DIRECT, INDIRECT, CONSEQUENTIAL, PUNITIVE OR




INCIDENTAL DAMAGES EVEN IF YOU GIVE NOTICE OF THE POSSIBILITY OF SUCH




DAMAGE.









1.F.3.  LIMITED RIGHT OF REPLACEMENT OR REFUND - If you discover a




defect in this electronic work within 90 days of receiving it, you can




receive a refund of the money (if any) you paid for it by sending a




written explanation to the person you received the work from.  If you




received the work on a physical medium, you must return the medium with




your written explanation.  The person or entity that provided you with




the defective work may elect to provide a replacement copy in lieu of a




refund.  If you received the work electronically, the person or entity




providing it to you may choose to give you a second opportunity to




receive the work electronically in lieu of a refund.  If the second copy




is also defective, you may demand a refund in writing without further




opportunities to fix the problem.









1.F.4.  Except for the limited right of replacement or refund set forth




in paragraph 1.F.3, this work is provided to you 'AS-IS' WITH NO OTHER




WARRANTIES OF ANY KIND, EXPRESS OR IMPLIED, INCLUDING BUT NOT LIMITED TO




WARRANTIES OF MERCHANTABILITY OR FITNESS FOR ANY PURPOSE.









1.F.5.  Some states do not allow disclaimers of certain implied




warranties or the exclusion or limitation of certain types of damages.




If any disclaimer or limitation set forth in this agreement violates the




law of the state applicable to this agreement, the agreement shall be




interpreted to make the maximum disclaimer or limitation permitted by




the applicable state law.  The invalidity or unenforceability of any




provision of this agreement shall not void the remaining provisions.









1.F.6.  INDEMNITY - You agree to indemnify and hold the Foundation, the




trademark owner, any agent or employee of the Foundation, anyone




providing copies of Project Gutenberg-tm electronic works in accordance




with this agreement, and any volunteers associated with the production,




promotion and distribution of Project Gutenberg-tm electronic works,




harmless from all liability, costs and expenses, including legal fees,




that arise directly or indirectly from any of the following which you do




or cause to occur: (a) distribution of this or any Project Gutenberg-tm




work, (b) alteration, modification, or additions or deletions to any




Project Gutenberg-tm work, and (c) any Defect you cause.














Section  2.  Information about the Mission of Project Gutenberg-tm









Project Gutenberg-tm is synonymous with the free distribution of




electronic works in formats readable by the widest variety of computers




including obsolete, old, middle-aged and new computers.  It exists




because of the efforts of hundreds of volunteers and donations from




people in all walks of life.









Volunteers and financial support to provide volunteers with the




assistance they need, are critical to reaching Project Gutenberg-tm's




goals and ensuring that the Project Gutenberg-tm collection will




remain freely available for generations to come.  In 2001, the Project




Gutenberg Literary Archive Foundation was created to provide a secure




and permanent future for Project Gutenberg-tm and future generations.




To learn more about the Project Gutenberg Literary Archive Foundation




and how your efforts and donations can help, see Sections 3 and 4




and the Foundation web page at http://www.pglaf.org.














Section 3.  Information about the Project Gutenberg Literary Archive




Foundation









The Project Gutenberg Literary Archive Foundation is a non profit




501(c)(3) educational corporation organized under the laws of the




state of Mississippi and granted tax exempt status by the Internal




Revenue Service.  The Foundation's EIN or federal tax identification




number is 64-6221541.  Its 501(c)(3) letter is posted at




http://pglaf.org/fundraising.  Contributions to the Project Gutenberg




Literary Archive Foundation are tax deductible to the full extent




permitted by U.S. federal laws and your state's laws.









The Foundation's principal office is located at 4557 Melan Dr. S.




Fairbanks, AK, 99712., but its volunteers and employees are scattered




throughout numerous locations.  Its business office is located at




809 North 1500 West, Salt Lake City, UT 84116, (801) 596-1887, email




business@pglaf.org.  Email contact links and up to date contact




information can be found at the Foundation's web site and official




page at http://pglaf.org









For additional contact information:




     Dr. Gregory B. Newby




     Chief Executive and Director




     gbnewby@pglaf.org














Section 4.  Information about Donations to the Project Gutenberg




Literary Archive Foundation









Project Gutenberg-tm depends upon and cannot survive without wide




spread public support and donations to carry out its mission of




increasing the number of public domain and licensed works that can be




freely distributed in machine readable form accessible by the widest




array of equipment including outdated equipment.  Many small donations




($1 to $5,000) are particularly important to maintaining tax exempt




status with the IRS.









The Foundation is committed to complying with the laws regulating




charities and charitable donations in all 50 states of the United




States.  Compliance requirements are not uniform and it takes a




considerable effort, much paperwork and many fees to meet and keep up




with these requirements.  We do not solicit donations in locations




where we have not received written confirmation of compliance.  To




SEND DONATIONS or determine the status of compliance for any




particular state visit http://pglaf.org









While we cannot and do not solicit contributions from states where we




have not met the solicitation requirements, we know of no prohibition




against accepting unsolicited donations from donors in such states who




approach us with offers to donate.









International donations are gratefully accepted, but we cannot make




any statements concerning tax treatment of donations received from




outside the United States.  U.S. laws alone swamp our small staff.









Please check the Project Gutenberg Web pages for current donation




methods and addresses.  Donations are accepted in a number of other




ways including checks, online payments and credit card donations.




To donate, please visit: http://pglaf.org/donate














Section 5.  General Information About Project Gutenberg-tm electronic




works.









Professor Michael S. Hart is the originator of the Project Gutenberg-tm




concept of a library of electronic works that could be freely shared




with anyone.  For thirty years, he produced and distributed Project




Gutenberg-tm eBooks with only a loose network of volunteer support.














Project Gutenberg-tm eBooks are often created from several printed




editions, all of which are confirmed as Public Domain in the U.S.




unless a copyright notice is included.  Thus, we do not necessarily




keep eBooks in compliance with any particular paper edition.














Most people start at our Web site which has the main PG search facility:









     http://www.gutenberg.org









This Web site includes information about Project Gutenberg-tm,




including how to make donations to the Project Gutenberg Literary




Archive Foundation, how to help produce our new eBooks, and how to




subscribe to our email newsletter to hear about new eBooks.














Static Wikipedia 2008 (no images)

aa - ab - af - ak - als - am - an - ang - ar - arc - as - ast - av - ay - az - ba - bar - bat_smg - bcl - be - be_x_old - bg - bh - bi - bm - bn - bo - bpy - br - bs - bug - bxr - ca - cbk_zam - cdo - ce - ceb - ch - cho - chr - chy - co - cr - crh - cs - csb - cu - cv - cy - da - de - diq - dsb - dv - dz - ee - el - eml - en - eo - es - et - eu - ext - fa - ff - fi - fiu_vro - fj - fo - fr - frp - fur - fy - ga - gan - gd - gl - glk - gn - got - gu - gv - ha - hak - haw - he - hi - hif - ho - hr - hsb - ht - hu - hy - hz - ia - id - ie - ig - ii - ik - ilo - io - is - it - iu - ja - jbo - jv - ka - kaa - kab - kg - ki - kj - kk - kl - km - kn - ko - kr - ks - ksh - ku - kv - kw - ky - la - lad - lb - lbe - lg - li - lij - lmo - ln - lo - lt - lv - map_bms - mdf - mg - mh - mi - mk - ml - mn - mo - mr - mt - mus - my - myv - mzn - na - nah - nap - nds - nds_nl - ne - new - ng - nl - nn - no - nov - nrm - nv - ny - oc - om - or - os - pa - pag - pam - pap - pdc - pi - pih - pl - pms - ps - pt - qu - quality - rm - rmy - rn - ro - roa_rup - roa_tara - ru - rw - sa - sah - sc - scn - sco - sd - se - sg - sh - si - simple - sk - sl - sm - sn - so - sr - srn - ss - st - stq - su - sv - sw - szl - ta - te - tet - tg - th - ti - tk - tl - tlh - tn - to - tpi - tr - ts - tt - tum - tw - ty - udm - ug - uk - ur - uz - ve - vec - vi - vls - vo - wa - war - wo - wuu - xal - xh - yi - yo - za - zea - zh - zh_classical - zh_min_nan - zh_yue - zu -

Static Wikipedia 2007 (no images)

aa - ab - af - ak - als - am - an - ang - ar - arc - as - ast - av - ay - az - ba - bar - bat_smg - bcl - be - be_x_old - bg - bh - bi - bm - bn - bo - bpy - br - bs - bug - bxr - ca - cbk_zam - cdo - ce - ceb - ch - cho - chr - chy - co - cr - crh - cs - csb - cu - cv - cy - da - de - diq - dsb - dv - dz - ee - el - eml - en - eo - es - et - eu - ext - fa - ff - fi - fiu_vro - fj - fo - fr - frp - fur - fy - ga - gan - gd - gl - glk - gn - got - gu - gv - ha - hak - haw - he - hi - hif - ho - hr - hsb - ht - hu - hy - hz - ia - id - ie - ig - ii - ik - ilo - io - is - it - iu - ja - jbo - jv - ka - kaa - kab - kg - ki - kj - kk - kl - km - kn - ko - kr - ks - ksh - ku - kv - kw - ky - la - lad - lb - lbe - lg - li - lij - lmo - ln - lo - lt - lv - map_bms - mdf - mg - mh - mi - mk - ml - mn - mo - mr - mt - mus - my - myv - mzn - na - nah - nap - nds - nds_nl - ne - new - ng - nl - nn - no - nov - nrm - nv - ny - oc - om - or - os - pa - pag - pam - pap - pdc - pi - pih - pl - pms - ps - pt - qu - quality - rm - rmy - rn - ro - roa_rup - roa_tara - ru - rw - sa - sah - sc - scn - sco - sd - se - sg - sh - si - simple - sk - sl - sm - sn - so - sr - srn - ss - st - stq - su - sv - sw - szl - ta - te - tet - tg - th - ti - tk - tl - tlh - tn - to - tpi - tr - ts - tt - tum - tw - ty - udm - ug - uk - ur - uz - ve - vec - vi - vls - vo - wa - war - wo - wuu - xal - xh - yi - yo - za - zea - zh - zh_classical - zh_min_nan - zh_yue - zu -

Static Wikipedia 2006 (no images)

aa - ab - af - ak - als - am - an - ang - ar - arc - as - ast - av - ay - az - ba - bar - bat_smg - bcl - be - be_x_old - bg - bh - bi - bm - bn - bo - bpy - br - bs - bug - bxr - ca - cbk_zam - cdo - ce - ceb - ch - cho - chr - chy - co - cr - crh - cs - csb - cu - cv - cy - da - de - diq - dsb - dv - dz - ee - el - eml - eo - es - et - eu - ext - fa - ff - fi - fiu_vro - fj - fo - fr - frp - fur - fy - ga - gan - gd - gl - glk - gn - got - gu - gv - ha - hak - haw - he - hi - hif - ho - hr - hsb - ht - hu - hy - hz - ia - id - ie - ig - ii - ik - ilo - io - is - it - iu - ja - jbo - jv - ka - kaa - kab - kg - ki - kj - kk - kl - km - kn - ko - kr - ks - ksh - ku - kv - kw - ky - la - lad - lb - lbe - lg - li - lij - lmo - ln - lo - lt - lv - map_bms - mdf - mg - mh - mi - mk - ml - mn - mo - mr - mt - mus - my - myv - mzn - na - nah - nap - nds - nds_nl - ne - new - ng - nl - nn - no - nov - nrm - nv - ny - oc - om - or - os - pa - pag - pam - pap - pdc - pi - pih - pl - pms - ps - pt - qu - quality - rm - rmy - rn - ro - roa_rup - roa_tara - ru - rw - sa - sah - sc - scn - sco - sd - se - sg - sh - si - simple - sk - sl - sm - sn - so - sr - srn - ss - st - stq - su - sv - sw - szl - ta - te - tet - tg - th - ti - tk - tl - tlh - tn - to - tpi - tr - ts - tt - tum - tw - ty - udm - ug - uk - ur - uz - ve - vec - vi - vls - vo - wa - war - wo - wuu - xal - xh - yi - yo - za - zea - zh - zh_classical - zh_min_nan - zh_yue - zu -

Sub-domains

CDRoms - Magnatune - Librivox - Liber Liber - Encyclopaedia Britannica - Project Gutenberg - Wikipedia 2008 - Wikipedia 2007 - Wikipedia 2006 -

Other Domains

https://www.classicistranieri.it - https://www.ebooksgratis.com - https://www.gutenbergaustralia.com - https://www.englishwikipedia.com - https://www.wikipediazim.com - https://www.wikisourcezim.com - https://www.projectgutenberg.net - https://www.projectgutenberg.es - https://www.radioascolto.com - https://www.debitoformtivo.it - https://www.wikipediaforschools.org - https://www.projectgutenbergzim.com

/body>