Wikipedia:Vetrina
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«Sed omnia praeclara tam difficilia, quam rara sunt.»
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(Baruch Spinoza, Etica, De potentia intellectus seu de libertate humana, Propositio XLII)
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Franco e Ciccio (Francesco Benenato detto Franco Franchi e Francesco Ingrassia detto Ciccio) furono la coppia di comici più famosa degli anni sessanta e settanta in Italia. Interpretarono insieme 114 film, molti dei quali come protagonisti assoluti ed altri al fianco di Totò, Domenico Modugno, Vittorio Gassman e molti altri. La loro collaborazione iniziò nel 1954 e si concluse solo con la morte di Franco, nel 1992. Al cinema, apparvero insieme dal 1960 (con il film Appuntamento a Ischia, in cui furono lanciati da Modugno e Mario Mattoli) al 1984 (con Kaos), con delle interruzioni nel 1973 e dal 1975 al 1980. Malgrado siano stati aspramente criticati per la qualità dei loro film, spesso autentici esempi del trash ed etichettati come B-movies, realizzati con pochissimi mezzi e incentrati sulla loro bravura nell'improvvisazione, Franco e Ciccio ebbero un notevole successo tra il pubblico e divennero la coppia che incassò di più del cinema italiano. È emblematica anche la loro parabola artistica, da guitti a simboli, avendo come punto di partenza solo la povertà e la miseria della Sicilia durante la seconda guerra mondiale. |
[modifica] ModificaIl greco di Calabria, chiamato localmente grecanico o greco vutano (di Bova), è una lingua parlata in provincia di Reggio Calabria. Tale lingua era parlata in tutta la Calabria meridionale fino al XV-XVI secolo, quando fu progressivamente sostituita dal dialetto romanzo, influenzato comunque dal greco-calabro nella grammatica e in molti vocaboli (nel XVIII secolo il dialetto calabrese aveva ancora moltissimi grecismi). Ancora in età angioina la lingua greca veniva usata in una vasta area, compresa tra Seminara, Taurianova, la valle del Mésima e l'altopiano del Poro, caratterizzata da dialetti, toponimi e forme folcloristiche. Un breve escursus storico consente di verificare la scomparsa progressiva del greco in varie aree calabresi, a partire dal Cinquecento. |
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[modifica] ModificaGaetano Bedini (Senigallia, 15 maggio 1806 - Viterbo, 6 settembre 1864) fu un cardinale della Chiesa cattolica, importante diplomatico per la Santa Sede e ricoprì cariche di primo piano nel governo dello Stato della Chiesa. Gaetano Bedini nacque a Senigallia, appartenente alla celebre famiglia Bedini di Ostra, figlio di Alessandro Pellegrino e Marianna Spadoni. Ultimo di sette figli fu dal padre destinato alla carriera ecclesiastica, entrò giovanissimo nel seminario di Senigallia e fu ordinato sacerdote il 20 dicembre 1828 dal Cardinal Fabrizio Sceberras Testaferrata. Svolse i suoi primi anni da sacerdote come canonico del capitolo della cattedrale di Senigallia dal 1829 al 1838. |
[modifica] ModificaJules Sébastien César Dumont d'Urville (Condé-sur-Noireau, 23 maggio 1790 – Meudon, 8 maggio 1842) è stato un navigatore ed esploratore francese. Il padre Gabriel Charles François Dumont, signore d'Urville e balivo di Condé-sur-Noireau (1728 – 1796) ricopriva, come i suoi antenati, la carica di giudice presso il tribunale di Condé. La madre Jeanne Françoise Victoire Julie (1754 – 1832), originaria di Croisilles, era una donna molto rigida e formale proveniente da un'antica famiglia della nobiltà rurale della Bassa Normandia. Il giovane Jules era fragile e spesso malaticcio; dopo la morte del padre la figura di riferimento per il bambino fu l'abate di Croisilles, fratello della madre, che a partire dal 1798 si incaricò della sua educazione. Tra gli insegnamenti che gli vennero impartiti dall'abate vi furono il latino, il greco, la retorica e la filosofia. Dal 1804 studiò presso il lycée Impérial di Caen; è proprio nella biblioteca di questa città che iniziò la lettura degli enciclopedisti ma soprattutto dei resoconti di viaggio di Bougainville, Cook e Anson, che lo appassionarono profondamente. All'età di 17 anni venne scartato alle prove fisiche dell'esame di ammissione all'École Polytechnique [1] e in modo del tutto inatteso decise di arruolarsi in marina. |
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[modifica] ModificaOdino (norreno Óðinn, anglosassone Woden, tedesco Wotan) è una delle principali divinità del pantheon norreno, e in particolare dio della guerra, della magia, della sapienza e della poesia. Odino dimora nel palazzo di Válaskjálf innalzato da lui stesso, dove, seduto sul trono Hliðskjálf, osserva ciò che accade in ciascuno dei Nove Mondi. In battaglia brandisce Gungnir, la sua lancia e cavalca Sleipnir, il suo destriero a otto zampe, nato da una portentosa unione tra il dio Loki (momentaneamente trasformato in giumenta) e il cavallo Svaðilfœri. Figlio di Borr e della gigantessa Bestla, fratello di Víli e Vé, marito di Frigg e padre di molti degli dèi, tra cui Thor, Baldr, Víðarr e Váli. Spesso viene inoltre definito "padre di tutti gli dèi", o addirittura Allföðr ("padre del tutto"). Come dio guerriero raduna gli eroi morti in battaglia nel Valhalla, gli einherjar, presiedendo al loro banchetto. Infine Odino guiderà gli dèi e gli uomini contro le forze del caos nell'ultima battaglia, quando giungerà il Ragnarök, la fine del mondo, nel quale il dio sarà ucciso, inghiottito dal temibile lupo Fenrir, per essere immediatamente vendicato da Víðarr che ne lacererà le fauci dopo avergli piantato un piede nella gola. Un importante tempio di Odino sorgeva ad Uppsala, in Svezia. |
[modifica] ModificaSocietà Sportiva Calcio Napoli S.p.A., (SSC Napoli), è il titolo sportivo della squadra calcistica del Napoli, principale formazione della città omonima. Dopo il fallimento sancito nel 2004 e la perdita del titolo sportivo, era stata sostituita dalla Napoli Soccer, fondata e presieduta da Aurelio De Laurentiis, che in seguito ha provveduto a riscattare titolo sportivo, storia e trofei della vecchia società dal Tribunale Fallimentare. Dal maggio 2006 la società è tornata alla denominazione acquisita negli anni sessanta. Le origini del calcio a Napoli risalgono al 1904 quando, ad opera dell'inglese James Poths, impiegato in un'agenzia marittima della città, e dell'ingegnere napoletano Emilio Anatra, venne fondato il Naples Foot-Ball & Cricket Club, la prima squadra calcistica cittadina che nel 1906 prese il nome di Naples Foot-Ball Club. La prima partita venne giocata contro i marinai-giocatori della nave Arabik che pochi giorni prima avevano battuto a Genova la blasonata squadra del Genoa per 3-0: il Naples si impose per 3-2 con le reti di MacPherson, Scafoglio e Chaudoir. |
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