BrandaMaglia è una tecnica di terrificante semplicità e d’immediata gratificazione: si adatta a ogni sesso, età e condizione (psico e sociale). E’ un’arte per gli abili o meno, per gli impazienti, i pazienti e i degenti, per i bimbi e gli anziani, i diversi e gli uguali, i non artisti e persino gli artisti.
Qui s’insegna a fabbricare alla svelta uno stupendo cappello (e altro), senza spendere un euro (oltre al prezzo dell’opuscolo presente) e senza dipendere da spacciatori di corsi, di formazione e di creatività. Poi s’insegna a procacciarsi gli appositi ferri del mestiere, senza mollare un centesimo ai negozi di hobbistica ma rovistando saggiamente tra i rifiuti. Per gli altri materiali, si suggeriscono vari recuperi tessili.
Qui si fomentano le attività inattuali, sincere ed eleganti, non prone all’opulenta Era dei Pulsanti. In sé, una maglia è minima: come una bici singola, che si interponga allo scempio del traffico. Non è niente però è già qualcosa. Due o tre, molte. . . meglio ancora: ogni grande rivoluzione è fatta di tante piccole cazzate.
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Luciano Ghersi, Brandamaglia: da come si smonta una branda a come si monta una maglia, in pratica e nel corso della storia
Collana Millelire Speciali, Stampa Alternativa, 2005 (fuori catalogo)
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