Il Cairo – Il Patriarca copto ortodosso Tawadros II elogia il Presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi, invoca benedizioni divine sul calciatore fuoriclasse Mohamed Salah e frena – per il momento – su eventuali progetti volti a realizzare un film sulla vita del suo predecessore, il Patriarca copto Shenuda III, scomparso nel 2012.
In una lunga e articolata intervista televisiva rilasciata al giornalista Ahmed Tahiri e trasmessa domenica 14 novembre sul canale “Extra News”, Papa Tawadros ha fornito risposte su un ampio spettro di argomenti, spaziando dallo sport alla politica, dalla condizione dei cristiani in Egitto al ricordo dei suoi maestri nella fede.
Il Primate della Chiesa copta ortodossa ha ribadito con decisione che i cristiani in Egitto non vengono trattati e non possono essere etichettati come “cittadini di seconda classe” rispetto ai loro connazionali musulmani, e nel contempo ha riconosciuto con realismo e senza recriminazioni che il cammino per la piena affermazione del principio di cittadinanza rappresenta un processo graduale, e giunge a compimento solo quando esso – grazie anche al sostegno delle istituzioni politiche e educative – entra a far parte della cultura e dalla mentalità comune condivisa dal popolo. A tale riguardo, Papa Tawadros non ha lesinato elogi alla attuale presidenza egiziana. Mettendo a confronto la leadership di al Sisi con quella esercitata dai suoi predecessori Hosni Mubarak, Anwar Sadat Gamal Abdel Nasser e Mohamed Naguib, il Patriarca ha dichiarato che in 7 anni di gestione del potere l’attuale Presidente ha ottenuto risultati che in circostanze diverse sarebbero stati raggiunti in non meno di tre decenni, e ha espresso apprezzamento anche per l’espressione “Nuova Repubblica” coniata di recente da al Sisi e dal suo staff come formula sintetica per definire l’orizzonte presente e futuro della propria azione alla guida del popoloso Paese nordafricano.
Passando a argomenti più leggeri, Papa Tawadros ha confidato di essere un appassionato di calcio e di seguire con particolare gradimento le performance sportive di Mohamed Salah, l’attaccante egiziano transitato anche nelle file della Roma e attualmente arruolato dal Liverpool: “l’ho ascoltato anche quando ha parlato del cambiamento climatico in un incontro con il Principe William”, ha aggiunto il Patriarca, elogiando anche le doti umane dello sportivo e augurandosi “Che Dio lo benedica nelle sue gambe, sia la destra che la sinistra, che lui usa in modo impressionante”.
In merito alle voci ricorrenti sulla possibile realizzazione di film dedicati alla imponente figura del suo predecessore, il Patriarca Shenuda III , Papa Tawadros ha riferito di appoggiare nei tempi lunghi tale prospettiva, ma ha aggiunto che non è ancora arrivato il tempo di mettere mano a un simile progetto. L’immagine e la memoria di Papa Shenuda – ha chiarito il Patriarca Tawadros “è ancora presente in tutti noi”, e ogni ricostruzione cinematografica della sua vita sarebbe fatalmente non all’altezza dell’immagine del Patriarca custodita nella memoria di quanti lo hanno conosciuto, a prescindere dall’abilità e competenza di registi e attori. Tawadros stesso ha riconosciuto di essere stato molto segnato dalla figura di Shenuda, “oratore eloquente e poeta”, che guidò la Chiesa copta come Patriarca per 41 anni. “Ho incontrato Papa Shenuda più di una volta, tutti abbiamo imparato dai suoi libri, dalle sue conferenze, e la nostra direzione nella vita monastica si è sviluppata in buona parte grazie a lui, che era molto appassionato del monachesimo”. Proseguendo nella sua conversazione, il Patriarca Tawadros ha citato anche i propri genitori, i maestri delle scuole elementari e i sacerdoti che più hanno favorito il suo cammino cristiano e il fiorire della sua vocazione monastica e sacerdotale. Inoe Papa Tawadros ha ricordato di essere stato colpito e aiutato anche dalla figura del Patriarca Kyrillos VI, che a differenza del suo successore Tawadros non era un teologo né un predicatore brillante, ma manifestava la sua santità nei gesti “senza pretese” della vita di ogni giorno.
Nel marzo 2016, come riferito dall’Agenzia Fides , il Consiglio delle congregazioni laicali copte ortodosse – organismo influente in seno alla Chiesa copta ortodossa, presieduto dallo stesso Patriarca – aveva già diffidato le aziende di produzione di film, documentari e serie televisive, dall’intraprendere senza il placet della Chiesa qualsiasi iniziativa mirante a realizzare film sulla vita di papa Shenuda III. La vicenda storica di papa Shenuda – spiegò allora un comunicato diffuso da quell’organismo – “appartiene alla Chiesa”, e nessuna produzione filmica attinente alla vita del Patriarca può essere realizzata senza aver ottenuto la previa autorizzazione delle autorità ecclesiastiche competenti, che non esiteranno a fare ricorso a iniziative legali per tutelare le proprie prerogative. .
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bookmark_borderÁFRICA/EGIPTO – El patriarca copto Tawadros a los jóvenes egipcios: “Con la invención de los teléfonos móviles, la era de la humanidad ha terminado”
El Cairo – “Un sociólogo aseguró que con la invención del teléfono móvil se acabó la era de la humanidad. Y esto es algo grave, porque hemos empezado a medir nuestra humanidad con herramientas tecnológicas, pero las máquinas no tienen sentimientos humanos”. Con estas palabras, el Papa Tawadros II, Patriarca de la Iglesia Copta Ortodoxa, quiso lanzar una advertencia más sobre los riesgos de deshumanización que amenazan la convivencia condicionada de manera masiva por el uso e influencia de las redes sociales. Lo hiz durante una intervención dirigida a los aproximadamente 200 jóvenes egipcios que participaron en el primer Logos Forum de la juventud de la Iglesia Copta Ortodoxa, un encuentro juvenil que se celebró hasta el 30 de agosto en el monasterio de Anba Bishoy, en la región del desierto de Wadi Natrun.
En las palabras dirigidas en estos días a los jóvenes cristianos coptos, el Papa Tawadros también los instó a cultivar sus raíces familiares y comunitarias, a atesorar la educación recibida de los padres, a cultivar sentimientos de compasión por los que sufren y a seguir los pasos de aquellos que viven su vida con generosidad y gratuidad, considerando a los demás como hermanos a los que servir y no como herramientas a explotar para perseguir el propio interés.
Distintos representantes de la Iglesia copta ortodoxa cuestionan desde hace tiempo con una visión muy crítica el impacto causado por la expansión de las redes sociales en la experiencia concreta de las comunidades eclesiales. Un enfoque muy diferente del conformismo con el que en muchas realidades y cuerpos eclesiales se pretende potenciar la eficacia del anuncio del testimonio cristiano precisamente en la puesta en práctica de elaboradas estrategias “profesionales” de comunicación “social”.
En el pasado reciente , el propio Papa Tawadros había reiterado que las redes sociales y las estrategias de marketing y comunicación no abrirán las puertas del Paraíso a los hombres y mujeres de hoy. “Toda persona recibe el don del tiempo de Dios, las 24 horas del día”, subrayó el Patriarca copto ortodoxo en un discurso dirigido a los miembros del Rotary Club Egipcio de Alejandría-Pharos, señalando que si pasas la mayor parte de tu vida en lras redes sociales, como les pasa a tantos jóvenes, acabaremos desperdiciando este tesoro.
bookmark_borderAFRICA/EGITTO – Il Patriarca copto Tawadros ai giovani egiziani: “Con l’invenzione dei cellulari è finita l’era dell’umanità”
Il Cairo – “Un sociologo ha detto: con l’invenzione del telefono cellulare è finita l’era dell’umanità. E questa è una cosa grave: abbiamo iniziato a misurare la nostra umanità con gli strumenti tecnologici, ma le macchine non hanno sentimenti umani”. Con queste parole a effetto Papa Tawadros II, Patriarca della Chiesa copta ortodossa, ha voluto lanciare un ennesimo allarme sui rischi di disumanizzazione che minacciano una convivenza sociale condizionata in maniera invasiva dall’uso e dall’influenza delle reti sociali. Lo ha fatto, con scelta mirata, con un intervento rivolto ai circa 200 ragazzi e ragazze egiziani partecipanti al primo “Logos Forum” della gioventù della Chiesa copta ortodossa, raduno giovanile ospitato fino al prossimo 30 agosto presso il monastero di Anba Bishoy, nella regione desertica del Wadi Natrun.
Nelle parole rivolte in questi giorni ai giovani cristiani copri, Papa Tawadros li ha anche esortato a coltivare le proprie radici familiari e comunitarie, a fare tesoro dell’educazione ricevuta dai genitori, a nutrire sentimenti di compassione per chi soffre, e a seguire le orme di chi vive la propria vita con generosità e gratuità, considerando gli ai come fratelli da servire, e non come strumenti da sfruttare per perseguire il proprio meschino tornaconto.
Settori e singoli esponenti della Chiesa copta ortodossa da tempo si interrogano in maniera critica sull’impatto provocato dall’espansione delle reti sociali e dei social media nel vissuto concreto delle comunità ecclesiali. Un approccio critico ben diverso dal conformismo con cui in tante realtà e organismi ecclesiali si pretende di potenziare l’efficacia dell’annuncio della testimonianza cristiana proprio alla messa in campo di elaborate strategie “professionali” di comunicazione “social”.
Nel recente passato , proprio Papa Tawadros aveva ribadito che non saranno le reti sociali e le strategie di marketing e comunicazione a aprire agli uomini e alle donne di oggi le porte del Paradiso. “Ogni persona riceve da Dio il dono del tempo, 24 ore al giorno” aveva sottolineato il Patriarca copto ortodosso in un discorso rivolto ai membri del Rotary Club egiziano di Alessandria-Pharos, facendo notare che se si passa gran parte della propria vita nelle reti sociali, come capita a tanti giovani, si finisce per gettare nel nulla questo tesoro.
bookmark_borderÁFRICA/EGIPTO – El obispo copto Anba Moussa: ningún argumento religioso puede justificar la horrenda costumbre de la mutilación genital femenina
El Cairo – En la Sagrada Biblia no hay un solo versículo que pueda servir de pretexto para justificar la práctica de la mutilación genital femenina, de la que todavía son víctimas innumerables niñas en muchos países africanos, entre ellos Egipto. La enésima negativa clara a los intentos de justificar con argumentos ético-religiosos o incluso con referencias a los Textos Sagrados esta violenta y devastadora costumbre la ha realizado recientemente Anba Moussa, obispo de la Iglesia copta Ortodoxa encargado de coordinar las actividades pastorales dirigidas a las generaciones más jóvenes. Así lo ha declarado Anba Moussa en el marco del debate público y mediático promovido también en el diario Al-Masry Al-Youm después de que el presidente egipcio Abdel Fattah al Sisi aprobara a finales de abril unas enmiendas al Código Penal egipcio que endurecen las penas previstas para quienes persistan en la promoción y aplicación de la práctica de la mutilación genital femenina, penas que golpean con especial dureza a los médicos y al personal paramédico implicado en este fenómeno. La Iglesia Copta Ortodoxa y otras Iglesias y comunidades eclesiales -recuerda Anba Moussa- siempre han rechazado unánimemente la llamada “circuncisión femenina”, por considerarla una antigua costumbre que no puede tener ninguna relación con la Sagrada Escritura y la doctrina cristiana, que reconoce como buena toda realidad creada por Dios, y por tanto no puede justificar con argumentos teológicos, morales o espirituales la eliminación de órganos y miembros del cuerpo humano. El obispo copto ortodoxo subraya que los genitales, tanto masculinos como femeninos, desempeñan un papel fundamental en la vida afectiva y sexual del hombre y de la mujer, orientado según el designio de la Creación, y cualquier intento de justificar su eliminación o manipulación quirúrgica con argumentos pseudo-religiosos es en sí mismo también una falta de respeto hacia el amor gratuito con el que Dios creó al hombre y a la mujer. Enumerando varios argumentos contra la práctica de la mutilación genital, Anba Moussa recuerda que también puede provocar hemorragias mortales, y que a menudo las niñas víctimas sufren un “shock psicológico aterrador” que puede marcarlas de por vida. El obispo también estigmatiza los argumentos de quienes presentan esta feroz costumbre como un antídoto contra las prácticas sexuales perversas, recordando los pasajes evangélicos en los que el propio Jesús repite que las impurezas y las malas intenciones salen del corazón de los hombres . En su discurso, Anba Moussa también reitera la oportunidad de una “campaña masiva en los medios de comunicación” para apoyar especialmente a las poblaciones del campo en el creciente rechazo a “esta práctica dañina”.
Ya hace unos años había lanzado entre sus fieles una intensa campaña de concienciación contra la práctica de la infibulación y la mutilación genital femenina, que sigue estando muy extendida incluso entre los cristianos coptos de diferentes zonas del Alto Egipto. En su momento, el Patriarca Tawadros II instó a todas las comunidades coptas a concienciar sobre los peligros y las graves consecuencias físicas y psicológicas de esta práctica. Se han colocado carteles de advertencia contra la infibulación cerca de los locales de las iglesias donde se administra el bautismo.
Los orígenes históricos de la práctica de la infibulación están ligados a prácticas muy extendidas en el antiguo Egipto. Por eso su nombre en árabe corresponde a la expresión “infibulación faraónica” . La infibulación y la circuncisión femeninas no se mencionan en el Corán, y el Islam como tal no exige ninguna mutilación genital femenina. La práctica de la infibulación, aunque prohibida por la Iglesia copta, sobrevive en las comunidades cristianas del Alto Egipto y del Cuerno de África, en Eritrea y Etiopía como herencia de costumbres tribales anteriores al inicio de la predicación apostólica.