50° anniversario del voto sul Referendum per il divorzio

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AFRICA/SENEGAL – La Corte Costituzionale annulla il rinvio del voto deciso dal Presidente Sall

Dakar – “Il Senegal ha perso il titolo di campione africano delle nazioni calcistiche, ma conserva quello di faro della democrazia in Africa”. Così il sito d’informazione del Burkina Faso, Wakatsera, ha salutato la decisione della Corte Costituzionale del Senegal di annullare il rinvio delle elezioni presidenziali al 15 dicembre .
Ieri, 15 febbraio, la Corte ha dichiarato incostituzionale la legge adottata il 5 febbraio dall’Assemblea nazionale, rinviando di dieci mesi le elezioni e mantenendo il presidente Macky Sall al suo posto fino all’insediamento del suo successore.
La Corte ha parimenti annullato il decreto del presidente Sall che, modificava il calendario elettorale, ad appena tre settimane dalla scadenza. La Corte rilevando “l’impossibilità di organizzare le elezioni presidenziali nella data inizialmente prevista , invita le autorità competenti a tenerle al più presto possibile”.
I decreti varati dal Presidente Sall, ed ora annullati dalla Corte Costituzionale, prevedevano di prolungare il mandato presidenziale, che scade il 2 aprile, fino ai primi del 2025, ma la Corte Costituzionale ha riaffermato il principio di “intangibilità” della durata quinquennale del mandato presidenziale.
L’opposizione chiede ora che il voto si tenga in una data compresa tra il 25 febbraio e il 2 aprile, per rispettare la Costituzione e la sentenza della Corte.
Poco prima della pubblicazione della sentenza della Corte Costituzionale erano stati rilasciati alcuni oppositori che erano stati arrestati nei giorni e nei mesi scorsi.
L’intervento del massimo garante della Costituzione è stato felicitato da gran parte della popolazione del Paese considerato, come ricordato dal sito burkinabé, il faro della democrazia in Africa”.

ASIA/INDONESIA – Cattolici al voto nel segno della “Gaudium et spes”

Giacarta – E’ il documento conciliare “Gaudium et spes” il riferimento ineludibile per i cattolici indonesiani che domani, 14 febbraio, sono chiamati alle urne insieme con tutta la popolazione indonesiana per la scelta del presidente e di 20 mila rappresentanti locali a vari livelli. Lo ha spiegato il segretario esecutivo della Commissione per i laici nella Conferenza episcopale cattolica indonesiana , padre Yohanes Kurnianto Jeharut, ricordando la chiamata a impegnarsi in politica, propria dei laici cattolici, perché essi, ha detto “con un coinvolgimento diretto, possono contribuire al bene comune”. Per le elezioni del 2024 , il sacerdote ricorda la dichiarazione finale della assemblea dei Vescovi cattolici indonesiani tenutasi nell’autunno scorso ) in cui si invitavano i cittadini a coinvolgersi responsabilmente e a monitorare il processo elettorale affinché si svolgesse in modo trasparente. Il messaggio dei Vescovi invitava a “votare secondo coscienza”, sempre considerando l’etica pubblica sostenendo la “Pancasila” , la Costituzione del 1945, rispettando il principio “unità nella diversità”.
La Commissione per i laici si è attivamente coinvolta nella preparazione delle elezioni attraverso percorsi di “educazione politica” nelle 37 diocesi indonesiane, incoraggiando i fedeli a essere “elettori attivi”, operando un “discernimento”, che è “un’abitudine spirituale insegnata da secoli”, utile “anche quando si prendono decisioni pubbliche, il cui impatto influenzerà il destino di molte persone” ha spiegato p. Jeharut.
Va notato che nella campagna elettorale i candidati alle elezioni presidenziali si sono astenuti dall’usare narrazioni religiose o etniche per raccogliere voti: un approccio molto diverso da quanto verificatosi nel 2019, quando molti leader nazionali avevano fatto ricorso a “discorsi identitari”, facendo leva anche sull’elemento religioso per aumentare il consenso. Secondo gli osservatori, temi e approcci di “politica identitaria” sono meno diffusi anche a causa dell’assenza di gruppi estremisti dalla vita pubblica, come avvenuto per il “Fronte dei difensori dell’Islam”, movimento sciolto dal governo nel 2020. Gruppi e associazioni della società civile auspicano che questo approccio si prolunghi anche se il voto giungerà al secondo turno. Infatti se nessuno dei candidati otterrà la maggioranza assoluta al primo turno, le elezioni presidenziali andranno al ballottaggio tra i due candidati che hanno ricevuto il maggiore consenso.
Le Chiese cristiane indonesiane, delle diverse confessioni, hanno lanciato un messaggio invocando sempre “un linguaggio di amore e accettazione”, ha detto il Segretario generale del Consiglio mondiale delle chiese , Rev. Jerry Pillay, in visita in Indonesia per dare un messaggio di pace e convivenza “da parte delle nostre 352 Chiese, presenti in 120 paesi del mondo, con quasi 600 milioni di credenti”. “Il Consiglio delle Chiese lavora per la giustizia e la pace, non solo tra i cristiani ma anche con persone di altre fedi”, ha rimarcato, esortando a un dialogo sempre collaborativo con i fedeli musulmani, che in Indonesia sono la maggioranza della popolazione.
I cristiani in Indonesia sono circa il 7%della popolazione complessiva. Tra costoro i cattolici sono circa 8 milioni.

ASIA/INDONESIA – I cattolici al voto ispirandosi alla “Gaudium et spes”

Giacarta – E’ il documento conciliare “Gaudium et spes” il riferimento ineludibile per i cattolici indonesiani che domani, 14 febbraio, sono chiamati alle urne insieme con tutta la popolazione indonesiana per la scelta del presidente e di 20 mila rappresentanti locali a vari livelli. Lo ha spiegato il segretario esecutivo della Commissione per i laici nella Conferenza episcopale cattolica indonesiana , padre Yohanes Kurnianto Jeharut, ricordando la chiamata a impegnarsi in politica, propria dei laici cattolici, perché essi, ha detto “con un coinvolgimento diretto, possono contribuire al bene comune”. Per le elezioni del 2024 , il sacerdote ricorda la dichiarazione finale della assemblea dei Vescovi cattolici indonesiani tenutasi nell’autunno scorso ) in cui si invitavano i cittadini a coinvolgersi responsabilmente e a monitorare il processo elettorale affinché si svolgesse in modo trasparente. Il messaggio dei Vescovi invitava a “votare secondo coscienza”, sempre considerando l’etica pubblica sostenendo la “Pancasila” , la Costituzione del 1945, rispettando il principio “unità nella diversità”.
La Commissione per i laici si è attivamente coinvolta nella preparazione delle elezioni attraverso percorsi di “educazione politica” nelle 37 diocesi indonesiane, incoraggiando i fedeli a essere “elettori attivi”, operando un “discernimento”, che è “un’abitudine spirituale insegnata da secoli”, utile “anche quando si prendono decisioni pubbliche, il cui impatto influenzerà il destino di molte persone” ha spiegato p. Jeharut.
Va notato che nella campagna elettorale i candidati alle elezioni presidenziali si sono astenuti dall’usare narrazioni religiose o etniche per raccogliere voti: un approccio molto diverso da quanto verificatosi nel 2019, quando molti leader nazionali avevano fatto ricorso a “discorsi identitari”, facendo leva anche sull’elemento religioso per aumentare il consenso. Secondo gli osservatori, temi e approcci di “politica identitaria” sono meno diffusi anche a causa dell’assenza di gruppi estremisti dalla vita pubblica, come avvenuto per il “Fronte dei difensori dell’Islam”, movimento sciolto dal governo nel 2020. Gruppi e associazioni della società civile auspicano che questo approccio si prolunghi anche se il voto giungerà al secondo turno. Infatti se nessuno dei candidati otterrà la maggioranza assoluta al primo turno, le elezioni presidenziali andranno al ballottaggio tra i due candidati che hanno ricevuto il maggiore consenso.
Le Chiese cristiane indonesiane, delle diverse confessioni, hanno lanciato un messaggio invocando sempre “un linguaggio di amore e accettazione”, ha detto il Segretario generale del Consiglio mondiale delle chiese , Rev. Jerry Pillay, in visita in Indonesia per dare un messaggio di pace e convivenza “da parte delle nostre 352 Chiese, presenti in 120 paesi del mondo, con quasi 600 milioni di credenti”. “Il Consiglio delle Chiese lavora per la giustizia e la pace, non solo tra i cristiani ma anche con persone di altre fedi”, ha rimarcato, esortando a un dialogo sempre collaborativo con i fedeli musulmani, che in Indonesia sono la maggioranza della popolazione.
I cristiani in Indonesia sono circa il 7%della popolazione complessiva. Tra costoro i cattolici sono circa 8 milioni.

AFRICA/SENEGAL – Ancora scontri per il rinvio del voto. Il Consiglio dei laici cattolici: “Rischi di destabilizzazione”

Dakar – Tre morti e oltre 250 arresti. È questo il bilancio degli scontri avvenuti lo scorso fine settimane in Senegal contro il rinvio delle elezioni presidenziali in Senegal, deciso il 3 febbraio dal Presidente Macky Sall . Le votazioni dovevano tenersi il 25 febbraio ma dopo l’annuncio del loro rinvio a data da destinarsi da parte del Presidente, l’Assemblea Nazionale ha deciso di posticiparle al 15 dicembre.
Nella capitale Dakar le forze di sicurezza i hanno lanciato gas lacrimogeni e usato granate assordanti contro i manifestanti nella capitale.
Mentre a Dakar sembra essere tornata la calma gli scontri sono proseguiti a Ziguinchor, capitale della Casamance, contrapponendo decine di giovani, alle forze di sicurezza, che hanno formato posti di blocco e lanciato pietre.
Oltre ai partiti d’opposizione, anche diverse organizzazioni della società civile hanno espresso il loro rifiuto per la posticipazione del voto. Tra queste c’è il Consiglio Nazionale del Laicato del Senegal che in una dichiarazione esprime “con amarezza e rammarico, tutto il suo dissenso per questa decisione le cui conseguenze possono condurre il Senegal verso un domani incerto”.
“Questa decisione inedita- prosegue il CNL- in contraddizione con la tradizione democratica leggendaria del Senegal comporta rischi reali d’instabilità e costituisce per la nostra organizzazione una forte preoccupazione”.
“Fedele ai suoi valori di pace e fraternità e nell’interesse superiore della Nazione, il CNL invita il Presidente della Repubblica come tutte la parti politiche al rispetto scrupoloso del calendario elettorale. Le CNL esorta lo Stato e tutte le parti coinvolte nel processo elettorale, in particolare i partiti politici, a lavorare per la pace e la stabilità del Senegal trovando il primo possibile le soluzioni necessarie per organizzare un’elezione trasparente, inclusiva, pacifica e democratica”.

AFRICA/SENEGAL – “Sono turbato come tutti i senegalesi per il rinvio del voto” dice l’arcivescovo di Dakar

Dakar – “Come molti dei nostri concittadini sono turbato per quel che sta accadendo” afferma alla stampa Benjamin Ndiaye, arcivescovo di Dakar, capitale del Senegal, dopo che il 3 febbraio il Presidente Macky Sall ha annunciato il rinvio a tempo indeterminato delle elezioni presidenziali previste per il 25 febbraio. “I senegalesi devono evitare la tecnica dell’elusione. Quando c’è un regolamento, va seguito. Rispettarlo ci permette di andare avanti” ha affermato Mons. Ndiaye,
“È importante che cerchiamo di vivere la coesione nazionale. Occorre che le istituzioni siano rispettabili e rispettate nella loro missione per poter andare avanti insieme. Quello che mi sta più a cuore è che il Senegal viva secondo la sua Costituzione” sottolinea l’arcivescovo di Dakar che invita i senegalesi a perseguire la via del dialogo per ritrovare la pace sociale.
Nel suo discorso alla nazione in diretta televisiva il Presidente Sall ha detto di aver firmato “il decreto del 3 febbraio 2024 che abroga la legge che fissa le elezioni presidenziali per il 25 febbraio 2024, perché “il nostro Paese è attraversato in questi giorni da un conflitto tra l’Assemblea nazionale e il Consiglio costituzionale, sullo sfondo di un presunto caso di corruzione di giudici”.
“Avvierò colloqui affinché vi siano condizioni per elezioni libere, trasparenti e inclusive in un Senegal pacifico e riconciliato” ha aggiunto senza però annunciare una nuova data per la votazione.
Il presidente Sall ha fatto riferimento al conflitto scoppiato tra il Consiglio costituzionale e l’Assemblea nazionale dopo la definitiva convalida da parte del tribunale di 20 candidature e l’eliminazione di diverse decine di altre.
Su iniziativa di Karim Wade, un candidato escluso dalla candidatura alle presidenziali, che ha messo in dubbio l’integrità di due giudici costituzionali e ha chiesto il rinvio delle elezioni, l’Assemblea ha approvato la creazione di una commissione d’inchiesta sulle condizioni di convalida delle candidature. Altra figura di spicco esclusa dalla candidatura alle presidenziali è Ousmane Sonko, condannato il 4 gennaio per “diffamazione” a una pena detentiva di sei mesi con la condizionale e dichiarato ineleggibile per cinque anni. Sonko è molto popolare tra i giovani per le sue prese di posizione contro la corruzione e l’influenza della Francia nel Paese.
Appare invece debole il candidato del campo presidenziale, il primo ministro Amadou Ba, che è contestato nel suo stesso partito.
Ieri, domenica 4 febbraio sono scoppiati scontri a Dakar tra le forze di sicurezza e i manifestanti che hanno aderito all’appello dei partiti di opposizione a scendere in strada per protestare contro il rinvio delle elezioni presidenziali, un evento che non accade dal 1963 in Senegal, un Paese che non ha mai subito un colpo di Stato, un evento raro in Africa.

ASIA/INDONESIA – Il voto per il bene comune, “omnia in caritate”, e il  “giovedì delle Ceneri”

Ruteng – Vivere l’importante momento delle elezioni nazionali con somma attenzione, con coscienza illuminata dalla fede e dalla ricerca del bene comune e della carità; d’altro canto far sì che i battezzati vivano l’inizio della Quaresima in pienezza, senza distrazioni e polarizzazioni, in autentico spirito di penitenza, con digiuno e preghiera: per questo Siprianus Hormat, Vescovo di Ruteng, diocesi sull’isola di Flores, cuore cattolico dell’Indonesia, ha deciso ufficialmente di rinviare la celebrazione della imposizione delle sacre ceneri che, secondo il calendario liturgico, è prevista il mercoledì 14 febbraio 2024. Quella pratica sarà spostata al giorno successivo, giovedì 15 febbraio 2024, e poi sarà possibile svolgerla – soprattutto per le stazioni missionarie le chiese in aree più remote – anche nella prima domenica di Quaresima, il 19 febbraio. La ragione fondamentale di questa scelta è legata alla politica: il 14 febbraio in Indonesia è il giorno delle elezioni presidenziali, che occuperanno l’attenzione di tutti i cittadini indonesiani, rischiando di far cadere in secondo piano l’importante momento spirituale previsto dalla Chiesa per l’inizio del tempo liturgico della Quaresima.
In una Lettera pastorale diffusa nella comunità, il Vescovo Hormat ha avvisato i fedeli che “la celebrazione del Mercoledì delle Ceneri si terrà giovedì 15 febbraio, dalla mattina alla sera. L’imposizione delle ceneri nelle parrocchie potrà essere effettuata anche domenica 19 febbraio”, ha scritto, motivando la sua richiesta: il Pastore invita il popolo a “partecipare attivamente, adeguatamente e secondo coscienza alle elezioni, esercitando il diritto di voto in modo libero e responsabile, scegliendo leader impegnati per il bene comune”. Tale forma di impegno pubblico è fondamentale per ogni cittadino e, anche in quel frangente, è necessaria una coscienza illuminata dalla fede, si sottolinea nel testo, che si sofferma anche sulle sfide che il passaggio elettorale porta con sè.
Secondo il Vescovo, l’Indonesia, come nazione, è alle prese quattro nodi principali: povertà e instabilità economica; corruzione; cambiamento climatico; deficit di occupazione e problemi legati mondo del lavoro. Di fronte a un passaggio che sarà decisivo per lo sviluppo e il futuro, il Paese – nota il Vescovo – ha bisogno di “leader qualificati”, competenti onesti, trasparenti e impegnati sinceramente per il bene e la prosperità comune.
“Tutti noi siamo chiamati a individuare la persona giusta per guidare la nazione”, ha rilevato, indicando alcuni criteri derivanti dalla Dottrina sociale della Chiesa e riferendosi anche alla filosofia statale della “Pancasila” . Seguendo questi criteri, ha detto, le persone potranno compiere scelte politiche “corrette e sagge”.
In primo luogo, è opportuno cercare leader che abbiano “capacità e integrità per guidare questa nazione verso la prosperità, la giustizia e la solidarietà”, nota. In secondo luogo, è fondamentale scegliere leader che “si prendano cura e abbiano compassione dei loro concittadini, soprattutto dei più deboli e vulnerabili”, in accordo con l’insegnamento sociale della Chiesa che promuove i diritti e la dignità di ogni persona. E’ altrettanto cruciale, afferma al terzo punto, combattere pratiche come corruzione, abuso di potere, autoritarismo, manipolazione e violenza, che in passato hanno avvelenato la storia politica del Paese. Un’autentica democrazia – rimarca – significa “governo del popolo e per il popolo”, secondo principi di “partecipazione e responsabilità”. E’ importante, allora, selezionare candidati che “seguano e credano nel processo democratico e che si impegnino a sostenere la sovranità popolare, l’etica e la democrazia”. Un quarto punto indicato nella lettera osserva che “una nazione è una comunità di vita e di valori, una comunità spirituale e morale”. Di conseguenza, anche la politica deve tutelare la libertà religiosa e la fede di tutti i cittadini, perché essi possano ” liberamente avere Dio come fonte della loro vera forza e felicità”. A tal fine il Vescovo consiglia alla gente di votare “leader affidabili, devoti, religiosi, tolleranti e inclusivi”, e che rifiutano ogni estremismo e polarizzazione religiosa.
Il principio fondamentale da tutelare per il bene della nazione indonesiana, ricorda il Vescovo di Ruteng, è quello della “unità nella diversità”, poiché l’Indonesia è un Paese vasto e plurale, con una diversità di costumi, lingue, culture, etnie e religioni, chiamate a una sintesi di comunione, compartecipazione e unità.
La lettera pastorale non manca di invitare i giovani e quanti votano per la prima volta, “a votare con cuore limpido” scegliendo un leader “buono e capace”, che non sia suscettibile “ad artifici politici che anestetizzano e ingannano”.
L’auspicio finale è relativo alla data del voto: poiché le elezioni si tengono nel giorno di San Valentino, la comunità cristiana prega perchè, sotto la protezione del santo, “l’amore possa sostenere e abbracciare tutti i leader che parteciperanno alle elezioni” e affinché “l’amore permei sempre tutta la vita politica del Paese”, secondo il motto paolino “omnia in caritate”: “Tutto ciò che fate, fatelo con amore” .

Conferenza stampa di fine anno del Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni

Registrazione video della conferenza stampa dal titolo “Incontro con la stampa di fine anno del Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni” che si è tenuta a Roma giovedì 4 gennaio 2024 alle 15:00.

Con Carlo Bartoli (presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti), Giorgia Meloni (presidente del Consiglio dei Ministri, Fratelli d’Italia).

La conferenza stampa è stata organizzata da Associazione Stampa Parlamentare e Ordine dei Giornalisti.

da: Radio Radicale

La registrazione video della conferenza stampa dura 3 ore e 4 minuti.

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Incontro con la stampa di fine anno del Presidente del Consi.mp4 1.445.905.229 07/01/2024 00:13
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YouTube Channel: http://www.youtube.com/@valeriodistefano 75 anni fa, la Costituente votò la Carta Costituzionale

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