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L'amore di Loredana, by Luciano Z??ccoli /head>

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The Project Gutenberg EBook of L'amore di Loredana, by Luciano Z??ccoli









This eBook is for the use of anyone anywhere at no cost and with




almost no restrictions whatsoever.  You may copy it, give it away or




re-use it under the terms of the Project Gutenberg License included




with this eBook or online at www.gutenberg.net














Title: L'amore di Loredana









Author: Luciano Z??ccoli









Release Date: November 16, 2010 [EBook #34346]









Language: Italian









Character set encoding: UTF-8









*** START OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK L'AMORE DI LOREDANA ***
























Produced by Carlo Traverso, Barbara Magni and the Online




Distributed Proofreading Team at http://www.pgdp.net and




DP-Canada at http://www.pgdpcanada.net (This file was




produced from images generously made available by Biblioteca




Nazionale Braidense - Milano)



































DEL MEDESIMO AUTORE:

La Compagnia della Leggera, novelle L. 3 50


l'Amore di Loredana

ROMANZO
DI


Luciano Z??ccoli

MILANO
FRATELLI TREVES, EDITORI
1908


PROPRIET?? LETTERARIA

I diritti di riproduzione e di traduzione sono riservati per tutti i paesi, compresi la Svezia, la Norvegia e l'Olanda.


Milano. ??? Tip. Treves.


 
 

[1]

L'AMORE DI LOREDANA


 
 

PRIMA PARTE.


I.

??? Prendi quelle valigie e portale in questo scompartimento. Su, presto, che il treno riparte!

La voce nota diede un sussulto a Loredana, che stava sola, ancora col velo grigio abbassato sugli occhi, come quando era partita da Venezia.

??? In questo? ??? domand?? il facchino.

??? Ma s??, su questo!...

Filippo sal??, sorrise a Loredana, si volse a prender dalle mani del facchino le valigie, le colloc?? sulla rete, e sedette infine di fronte alla giovane, con un sospiro di sollievo. Poco dopo, lo sportello era chiuso e il treno riprendeva la marcia.

Filippo non aspett?? altro, e si chin?? a baciar le mani dell'amica, poi il volto e le labbra, senz'attendere ch'ella raccogliesse il velo sulla fronte.

??? Hai fatto bene, ??? egli disse, enunziando [2]mille pensieri in una volta. ??? Siamo soli. Fra un'ora saremo giunti. Sai chi ho trovato alla stazione di Venezia? Mi hai visto parlare con un signore alto e calvo? ?? il conte Lombardi: mi ha invitato a pranzo per luned??, e ho accettato. Dove saremo luned???... Ma tu, cara, sei spaventata?... Quanta gratitudine ti debbo, cara!... Vedrai: non aver paura, non accadr?? nulla, non ti toccheranno, non ti faranno nulla....

La campagna triste fra Verona e Peschiera era sinistramente illuminata dalla luce sanguigna del tramonto che alcune nuvole grige interrompevano.

Loredana non diceva parola, tenendo le mani tra le mani di Filippo, sempre col viso celato da quel velo bigio, che pareva la togliesse dal mondo, l'allontanasse da tutti, la dovesse nascondere come una delinquente.

??? Ascoltami, cara, ??? seguit?? Filippo. ??? Hai scritto alla mamma?

??? S??....

??? Che cosa le hai scritto?

La fanciulla non rispose subito. Le veniva innanzi agli occhi della mente la visione della sua casetta bianca nel campiello solitario; e la mamma che ogni mattina entrava a chiederle che cosa desiderasse per colazione; poi la mamma usciva, andava per la spesa, e, tornata, preparava la colazione per la figliuola, che con una vestaglia bianca e lunga, raccoglieva intanto i capelli intorno alla testa e si guardava nello specchio e si dava un po' di cipria e si sorrideva. La vestaglia bianca e lunga era stata abbandonata, anche quella, come tutto il resto....[3]

??? Le ho scritto, ??? rispose Loredana scuotendosi. ??? Le ho scritto che non si dia pensiero; che avr?? mie notizie.... Voglio scriverle anche stasera, subito.... Si pu???

Filippo scosse la testa.

??? Domani ci raggiungerebbe! Puoi scrivere, e io mander?? la lettera a un mio amico a Roma, perch?? la faccia partire di l??.

??? Cos?? la mamma la ricever?? tardi, ??? osserv?? Loredana, ??? e per tanto tempo non sapr?? nulla.

??? Due giorni: fra due giorni sar?? a destinazione....

La fanciulla rimase muta e guard?? il tramonto tragico. A quell'ora, la mamma e la figlia terminavan di cenare, e si mettevano alla finestra prospiciente il campiello, dove i bambini del vicinato si raccoglievano a far chiasso. Sul davanzale la mamma disponeva il vassoio col bricco, e andava centellinando l'ultima tazza di caff??....

Loredana guard?? acutamente Filippo. Che sapeva egli di tutte quelle cose, delle piccole cose amate, tanto piccole nei giorni di pace e tanto tristi a rammentar come perdute?

Ella ritrasse le mani dalle mani di lui e sent?? che il cuore le doleva, che la vita era cupa e misteriosa, che quel cielo pareva farle entrar nell'anima tutta la disperata violenza del suo colore di sangue.... Con quali parole avrebbe ella potuto esprimere quel tormento a colui che le era cos?? vicino e cos?? lontano?...

A Peschiera, nello scompartimento sal?? un uomo: andava a Brescia e non aveva trovato posto[4] in seconda classe. Vedendo Filippo e la signora col velo, si ritrasse in un angolo, dopo aver posto sulla rete una valigia grossolana, biancastra con gli angoli di pelle rossa; e chiuse gli occhi, senza addormentarsi, quasi per far comprendere che non voleva disturbare, che sentiva di essere importuno, ma sapeva esser discreto.

??? Sei stato mai sul lago di Garda? ??? chiese Loredana, dopo aver guardato con diffidenza il nuovo viaggiatore.

??? S??, due volte. In questo mese, con questo caldo, siamo sicuri di non trovar nessuno che possa importunarci.

??? Come far???... ??? disse nuovamente la fanciulla, ma poi s'interruppe impacciata.

??? Come farai, che cosa? ??? domand?? Filippo, riprendendole una mano e accarezzandola.

Era venuto in mente alla ragazza, fra tanti pensieri gravi e terribili, era venuto anche in mente che non aveva abiti, non biancheria, nulla di nulla. Fuggita dalla casa col pretesto di salutare un'amica, non possedeva che gli indumenti dei quali era vestita, e aveva tre lire nel borsellino.

??? Non vuoi dirmi? ??? incalz?? Filippo con la dolcezza di chi prega.

La fanciulla trov?? modo di cambiar la frase:

??? Ci son negozii a Desenzano?

Filippo cap?? e si mise a ridere.

??? Oh non importa, ??? disse.

Loredana non os?? pi?? insistere e chiedere spiegazioni: non importava, la sua roba, non contavan nulla i suoi abitini modesti, a parecchi[5] dei quali aveva dato mano la mamma; non contavan nulla i suoi oggetti d'abbigliamento, i braccialetti, gli anelli, i pettini per la testa.... Tutto perduto e scomparso per sempre, come la vestaglia bianca! Ella sospir?? e si guard?? l'abito nero, che aveva indossato di furia, perch?? capitato prima sotto gli occhi in quell'ora di decisione suprema.

Il treno rallent?? la corsa e si ferm??.

??? San Martino! ??? grid?? un impiegato, ??? San Martino della Battaglia!...

Filippo stava per additare alla sua amica la torre storica, allorch?? lo sportello fu aperto e un signore attempato sal?? nello scompartimento.

Era un uomo sui sessant'anni, robusto, acceso in volto, con basette brizzolate e ancor folti capelli bianchi; gli occhi grigi fissarono un istante Filippo, e pi?? attentamente la sua compagna, il volto della quale era sempre celato dal velo.

??? Buona sera, ??? disse Filippo sorridendo. ??? Vai a Fasano?...

??? Oh, ??? esclam?? il signore, mentre stendeva la mano a Filippo. ??? Non ti avevo riconosciuto!... S??, vado in villa, per qualche giorno....

Guard?? di nuovo Loredana, facendole un inchino, al quale essa rispose con un cenno del capo.

??? E tu?... Non ti ho mai veduto da queste parti...!

??? Un capriccio, ??? borbott?? Filippo impacciato. ??? Far?? una corsa fino a Riva....

??? Bravo, bravo, bravo! ??? concluse il signore[6] con tutta l'aria di chi non crede una parola.

E mentre il treno si rimetteva in moto, aperse la valigia e ne trasse un libro, lanciando un'occhiata sospettosa all'uomo che stava nell'angolo dello scompartimento e teneva ancora gli occhi chiusi....

Filippo guard?? Loredana ed ambedue pensarono che quell'incontro era noioso, ma senza pericolo. La fanciulla conosceva di vista il signore e ne aveva udito parlare molto a Venezia.

Zio di Filippo, il conte Roberto Vagli, noiato, stanco, indifferente, si occupava poco degli affari altrui, e punto di ci?? che faceva il nipote. Egli trovava tutto possibile, tutto giusto, tutto bene, purch?? non gli si desse noia e non lo si disturbasse nelle sue abitudini....

Col libro in mano, un romanzo inglese, si volse ancora a Filippo:

??? Ti fermi all'Albergo Reale? ??? domand??.

??? S??, e riparto domattina.

??? Io pure: ma tu partirai col battello delle dieci e venti?

??? S??.

??? E io pi?? presto, col legno.

Rassicurata cos?? la coppia, poich?? per non disturbare e non essere disturbato avrebbe dormito a un altro albergo se fosse stato possibile, il conte Roberto aperse finalmente il libro e si mise a leggere.

Loredana, allora, os?? guardarlo un istante con un lieve sorriso. Dalle poche parole scambiate con Filippo, riconosceva bene l'uomo che Filippo[7] le aveva cos?? spesso descritto, e sent?? una strana gratitudine pel signore che non si occupava di lei. Forse egli stesso, molti anni addietro, aveva viaggiato in qualche parte del mondo con una fanciulla; certo, i suoi amori non erano stati sempre regolari; aveva fatto male e aveva fatto bene, aveva visto molte cose esotiche, molti paesi lontani, aveva conosciuto molta gente, ormai dispersa. E non giudicava.


II.

A Desenzano, di piena sera, sul piazzale della stazione, si dovette aspettare che i bagagli di Filippo fossero caricati.

Il conte Roberto era gi?? salito nell'omnibus dell'albergo; Loredana vi si era pure rincantucciata, all'angolo opposto; solo Filippo restava fuori, impaziente, presso la fanciulla.

??? Dimmi, ??? chiese il conte Roberto. ??? Hai molti bagagli?...

??? Cinque bauli, due valigie e tre cappelliere.

??? Santo Dio, potevi dirmelo.... Avrei preso una carrozza, per non rimanere in questo sporco omnibus ad aspettare tanto!

Filippo si mise a ridere.

??? Ora vengono, zio!... Eccoli qua.

??? Cinque bauli! ??? ripet?? lo zio. ??? Tu viaggi con gli utensili di cucina?...

Ma ricordandosi che il nipote non viaggiava[8] solo, si morse le labbra e si pent?? dell'osservazione, che poteva sembrare scortese....

??? Sono pesanti! ??? esclam?? poi, udendo sul capo il rimbombo dei bauli calati sull'imperiale. ??? Chi sa quante deliziose galanterie!...

E sembrandogli cos?? d'aver rimediato allo sgarbo, non disse pi?? parola.

Quando l'omnibus, traballando sul selciato, si mosse, Loredana si sforz?? di veder qualche cosa, guardando fuori del finestrino, ma la citt?? le sembr?? orribile, soffocata, male illuminata, coi ciottoli che davano al veicolo sobbalzi continui.

Un senso improvviso di paura le pervase l'animo. Pareva che tutto fosse finito, che la mamma fosse morta, il sole sprofondato tra la nuvolaglia; la fanciulla si strinse tacitamente a Filippo, il quale doveva essere per lei ogni cosa al mondo, e Filippo le prese una mano e la tenne finch?? l'omnibus non entr?? sotto l'atrio dell'albergo.

Scesero primi gli amanti; poi il conte Roberto.

??? Buona notte, Flopi, ??? disse il vecchio al nipote: e volgendosi al direttore dell'albergo, che era accorso salutando, aggiunse: ??? Questo vostro omnibus balla come un orso....

??? Colpa dei ciottoli, signor conte, ??? rispose il direttore sorridendo. ??? L'omnibus ?? solido.

??? Buona notte, zio! ??? disse Filippo stringendo la mano al vecchio.

Il conte salut??, inchinandosi, la sconosciuta e scomparve su per la scala.

Filippo volle due camere comunicanti; ordin??[9] di portar tre bauli in quella della signora, e due nella sua, e li indic?? al facchino.

La camera di Loredana era tappezzata di giallo, coi mobili di damasco giallo; la zanzariera azzurrastra, scendendo da un baldacchino centrale, celava tutto il letto. La camera di Filippo era addobbata di stoffa rossa e disposta identicamente all'altra.

Loredana corse al balcone a guardare il lago, che nella penombra sembrava infinito; solo, nettamente, si distingueva il fanale rosso del faro sulla diga.

Ella stava assorta in quella contemplazione, pensando che il paese sconosciuto era ineffabilmente triste, allorch?? ud?? il passo di Filippo. Egli aveva aperto i bauli e sorrideva.

??? Mi hai chiesto se ci sono negozii a Desenzano, ??? disse, quando l'amica gli fu vicina. ??? Vedi che ho gi?? pensato a tutto? Questo ?? il baule della biancheria; gli altri due contengono gli abiti....

La fanciulla si chin?? per guardare, ma Filippo le afferr?? la testa fra le mani e le ricoperse il volto di baci.

??? Come sei bella! ??? esclam??. ??? Non ti vedevo da tanto, con quel velo misterioso sulla faccia....

Loredana gli rese i baci con un piacere quasi violento, sentendosi rassicurata da colui che ella s'era abituata a credere pi?? forte, pi?? audace, pi?? potente, pi?? libero, pi?? sicuro di tutti.... E, l'anima divenuta a un tratto leggera e aperta, un sorriso sulle labbra, la giovane s'inginocchi??[10] a terra e sollevando con l'agile mano quel cumulo di biancheria e di trine, guard?? rapidamente come fosse composto il suo tesoro.

Filippo in piedi osservava la persona snella e pieghevole, la cara testa dai capelli bruni con bei riflessi dorati e il collo bianchissimo e le piccole mani.

??? S??, a tutto; hai proprio pensato a tutto! ??? disse Loredana, alzando gli occhi a guardare l'amico. ??? E che cosa ?? questo?

Ella teneva fra le mani uno scrignetto trovato sul fondo del baule.

??? Apri: dev'essere aperto, ??? disse Filippo.

Loredana mise lo scrigno sul bordo del camino, e aperse. V'erano diversi astucci e ciascuno conteneva un gioiello: orecchini formati da due piccole perle, due braccialetti d'oro a catenella con qualche turchese, e una collana d'oro a maglie piccoline che sosteneva una medaglietta col motto: ?? Sempre ?? da una parte, e dall'altra la data di tre mesi prima: ?? 8 maggio 1893 ??. Poi un anello con una perla nera ed uno con una grossa turchese....

Filippo aveva voluto che tutto fosse elegante e semplice, i gioielli, gli abiti e la biancheria, perch?? l'amica sentisse d'essere ancora fanciulla, legata ancora alla sua vita di ieri. Ella parve comprendere quella cura gentile e sorrise dolcemente.

??? Una mamma non avrebbe fatto meglio, ??? mormor??.

E andava volgendo e rivolgendo sul palmo la collana e la medaglietta con quella data fatale.


[11]

III.

??? Data fatale! ??? ella pens?? e disse ad alta voce, senza rammarico.

Poi rapidamente si slacci?? il corpetto, pass?? la catena attorno al collo, e sorrise. Nessuno, all'infuori di Filippo, doveva veder quella catena, e nessuno, all'infuori di Loredana e Filippo, sapere e ricordar quella data.

??? Gli abiti li vedremo poi; ora scendiamo a cenare, ??? disse Filippo.

??? E tuo zio? ??? mormor?? la giovane titubando. ??? Se cena anche lui, mi vedr?? senza velo.

??? E rimarr?? ammirato, ??? concluse Filippo.

Cenarono sul terrazzo illuminato da tre lampioni a gas; il lago era scuro, ma a Loredana pareva meno tetro e misterioso. Sulla strada innanzi all'albergo non poca gente passava e guardava la coppia, forse invidiando. Un piccolo gatto bianco e nero, poi un cane p??mero vennero a corteggiare i forestieri e ad accattar qualche boccone. Le zanzare attratte dalla luce danzavano intorno al capo dei due amanti.

Durante la cena, Filippo spieg?? il programma per l'indomani: dovevano cercare un piccolo albergo nascosto o una villetta discreta a Sal?? o a Maderno o a Gargnano; e veder anche la sponda veronese, dove assai minore era la probabilit??[12] d'incontrar gente, poich?? i piroscafi non vi approdavano.

??? La sponda veronese di l?? dalla penisola di Sirmione: Sal?? da questa parte, oltre il capo Manerba....

E Filippo faceva dei gesti in direzione del lago, mentre l'amica sua sorrideva perch?? non riusciva a distinguer nulla.... Ma un gesto rest?? a mezzo: era comparso sul terrazzo lo zio Roberto, seguito dal direttore dell'albergo.

??? Se il signor conte permette, ??? diceva quest'ultimo, ??? gli servir?? io stesso una cena di suo gusto....

??? S??, roba leggera, ve ne prego! ??? rispose il conte, sedendo a una delle tavole di marmo, poco lontano da Filippo.

E vedendo il nipote, come non si fossero lasciati un momento prima, gli fe' cenno con la mano, salutando:

??? Oh, ciao, Flopi!

??? Buon appetito, zio!...

Il conte attese che Filippo riprendesse il discorso a bassa voce con la fanciulla per darle un'occhiata; e la vide bellissima, con quel viso bianco e fresco e con quei capelli scuri, che due pettini scintillanti di strass trattenevano a pena. Ma gli parve pure che ella fosse estremamente giovane, non solo per Filippo che aveva da sei anni valicato la trentina, ma per chiunque se la fosse portata via senza passare dal sindaco e dal parroco....

??? Che cosa le ha dato da intendere? ??? pens?? il conte Roberto. ??? Non mi pare un'oca, e sta[13] ad ascoltarlo come l'oracolo.... Che cosa le ha dato da intendere, dico io?

Egli si volse udendo uno stropicc??o di passi: ma mentre s'aspettava di vedersi posta innanzi la prima vivanda, scorse invece il cameriere che gli tendeva un telegramma sopra un piatto....

??? Un telegramma per me? ??? disse stupito.

Filippo tronc?? il discorso con Loredana e guard?? lo zio, che apriva il telegramma. Il conte Roberto lo lesse un paio di volte e se lo mise in tasca senza dir verbo e senza pi?? volger l'occhio al nipote.

Ma cen?? di malavoglia, scoperse che il Bardolino non aveva un bel colore e acchiapp?? con le mani un paio di zanzare che gli ronzavan troppo da vicino.

Loredana s'era ormai alzata da tavola e rientrava; passando presso il conte Roberto abbass?? il capo. Filippo la seguiva.

??? Ascolta, ??? disse il conte Roberto, ??? verrai quest'anno a San Martino a veder la Torre? La inauguriamo a ottobre....

Ma non appena s'accorse che la fanciulla era scomparsa, mut?? voce:

??? La mamma chiede tue notizie, ??? disse. ??? Come la facciamo?

??? La mamma? ??? ripet?? Filippo sbalordito. ??? Che mamma?

??? Tua madre, mia cognata, la contessa Vagli, quella che ti ha dato alla luce, bont?? sua! ??? esclam?? lo zio Roberto irritandosi.

??? E come pu?? sapere che noi siamo qui?

??? Chi, noi? Quanto a me, lo sapeva, perch??[14] gliel'ho scritto. Quanto a te, avrai fatto le cose con la testa nel sacco. To' guarda!

E il conte Roberto lev?? da una tasca e mise sotto gli occhi di Filippo il telegramma:

?? Flopi partito oggi constami trovarsi sul lago. Se incontri avvertilo domani denunzieranlo Procura Re. ??? Bianca ??.

Filippo gett?? il foglio giallino sulla tavola e non disse nulla.

??? Mi pare, insomma, ??? concluse lo zio, ??? che non tiri vento propizio per te da queste parti.... Io tornerei indietro....

??? Indietro? ??? esclam?? Filippo. ??? E dove? A Venezia?

??? Se preferisci che ti denunzino al Procuratore del Re, ?? un altro conto.

??? Ma perch?? mi denunzierebbero?

Il conte Roberto alz?? le spalle.

??? E me lo domandi, tu che sei avvocato? La tua compagna di viaggio ?? una bambina; ti denunzieranno per corruzione, per seduzione, che so io? per ratto....

E ricordando la famosa grida citata dal Manzoni, aggiunse con voce tranquillamente allegra:

??? ?? Per rapto de dona honesta ??.

??? Non faranno niente, ??? disse Filippo. ??? In ogni modo, ci penser??....

??? Bravo, pensaci! Il Procuratore del Re penser?? anche lui a modo suo: e quella disgraziata tua madre si divertir?? un mondo, fra due pensatori di questo genere....

Il conte Roberto si guard?? intorno, poi seguit?? con voce pi?? cauta:[15]

??? E chi ?? quella ragazza?

??? Lo hai detto: una bambina, che amo pazzamente, che mi ama, e che voglio tener con me.

??? Ma non ha pi?? di sedici anni....

??? Diciotto....

??? Son sempre pochi. E ha il padre, i fratelli, una famiglia?

??? Non ha che la madre.

??? La vuol tenere con s??, ??? mormor?? il conte Roberto, come ripensando alla frase del nipote. ??? O che cosa significa questo?

??? Vedremo pi?? tardi, ??? disse brevemente Filippo.

??? ?? di modesta nascita? ??? riprese lo zio.

??? Di modestissima nascita. Con una madre che l'adora, e che ?? troppo debole, troppo ingenua, troppo facile a credere, la poveretta si sarebbe perduta....

Il conte Roberto interruppe passandosi la mano tra i capelli bianchi, con un gesto di comico stupore.

??? E tu la salvi, ??? disse poi, ??? menandola a passeggio sul lago di Garda?

??? Chi sa? ??? rispose ancora brevemente Filippo.

Il direttore dell'albergo ricomparve e i due uomini tacquero.

??? Buona, la vostra cena, ??? gli disse il conte Roberto. ??? Ma il Bardolino non aveva un bel colore. E poi dovete cambiar posto alle scuderie: il puzzo di lettiera e di fieno vi ammorba tutto l'albergo.

??? Il signor conte ha ragione, ??? assent?? il direttore. ??? Vedremo pi?? tardi![16]

??? Vedr?? pi?? tardi, anche lui! ??? borbott?? Roberto fra i denti.

Si alz?? da tavola e s'appoggi?? al braccio di Filippo ch'era rimasto pensieroso innanzi al vecchio. Il conte Roberto era pi?? alto e pi?? tarchiato del nipote; Filippo aveva statura media, capelli neri e lisci; gli occhi chiari dallo sguardo rapido e vivo dicevano un'anima irrequieta e audace; ma il colorito del volto che intorno agli occhi pareva quasi grigio e certe rughe sottili ricordavano una vita di tempeste e di disordini. L'uomo di sessant'anni, col volto acceso e i capelli bianchissimi, dava pi?? grata impressione di freschezza, o avesse goduto e sofferto meno, o avesse sortito una tempra meno sensibile.

Roberto e Filippo salirono le scale fino al primo piano; innanzi all'uscio della sua camera, lo zio disse a bassa voce:

??? Arrivederci. Io parto domattina presto. Pensa a quello che fai; comunque vada a finire, mi sembra una corbelleria, perch?? io credo che l'uomo non ?? monogamo.

??? Grazie. E... scusami, che cosa scriverai alla mamma?

Il conte Roberto alz?? bruscamente le spalle e spar?? nella sua camera senza rispondere.


[17]

IV.

??? Perdonami, cara, ??? disse Filippo entrando e avvicinandosi a Loredana, che scriveva, seduta innanzi a un tavolino. ??? Mi ha data una lezione di storia: la torre, la battaglia, i quadri con gli episodii pi?? importanti.... Un quadro rappresenta anche lui, che a quei tempi era tenente di cavalleria e si ?? battuto a San Martino.... E tu, che hai fatto?

Loredana scriveva a sua madre una lettera felice e disperata, piena d'umilt?? e di carezze. Filippo vide che gli occhi dell'amica erano umidi.

??? Amore mio, ??? disse, chinandosi a guardare, ??? se tu adoperi la carta dell'albergo con la veduta del lago, di Desenzano, dei piroscafi, e il nome del proprietario e l'indirizzo, tanto vale chiamar qui la mamma e il Procuratore del Re.

Si morse le labbra, ma ormai troppo tardi: Loredana lo fissava corrucciata e pallida.

??? La mamma e il Procuratore del Re? ??? disse. ??? Che cosa significa?

??? Nulla, proprio nulla, ti assicuro, ??? rispose Filippo, accarezzandole lievemente i capelli.

??? Che cosa volevi dire? ??? incalz?? la fanciulla. ??? Come ti son venute queste idee?

??? Volevo dire che non dobbiamo trascurare ogni precauzione e che le imprudenze potrebbero recarci qualche noia.[18]

Loredana prese il foglio di carta gi?? coperto di scrittura diritta e uguale, lo fece in pezzi minuti e li gett?? a terra.

Filippo conosceva da tempo l'anima sdegnosa e taciturna della fanciulla. Non pareva fosse nata da piccola gente operosa (il padre era stato mercante di stoffe a Rialto); ma la sensibilit?? intellettuale, l'intelligenza acuta, la rapida intuizione e sopra tutto un orgoglio e un coraggio pi?? pronti all'azione che alla parola, facevan pensare a un'origine aristocratica, a un atavismo imperioso, a un ambiente squisito. E tuttavia, ella ora cos?? carezzevolmente e voluttuosamente femmina, cos?? sommessa a chi sapeva guidarla, che Filippo non ricordava d'aver conosciuto una donna pi?? varia d'atteggiamenti e pi?? degna d'amore.

Da tre anni ella si recava a villeggiare con la madre a San Don??, in una villetta confinante coi poderi dei conti Vagli; e cos?? Filippo le era diventato amico, senza sognare che un giorno egli, a tanta distanza d'et??, avrebbe avuto bisogno di quella giovanetta, allora tuttavia con le sottane corte e coi capelli sciolti, che le scendevan per le spalle.

Egli le aveva raccontato molti fatti della sua vita, che gli amici pi?? intimi di lui ignoravano; e senza amarlo, ella ne sentiva la protezione e la forza. Quand'egli partiva o da San Don?? o da Venezia per qualche viaggio, una tetra malinconia le piombava sul cuore. Ella trovava in lui i modi, le forme, la perizia di vita, che scarseggiavano o mancavano interamente fra le persone[19] le quali frequentavano la casa della mamma, piccole borghesi che con l'instancabile chiacchier??o la inviperivano e l'allontanavano.

In tre anni, la bambina s'era fatta una giovane bella, della fresca e molle bellezza veneziana, e a Filippo piaceva. Ma anch'egli non l'amava; era la piccola amica....

La piccola amica! Quante volte, sprofondato tra i cuscini della gondola silenziosa, o seduto in un salotto a fianco d'una dama, o in un palco della Fenice tra la luce dorata e lo scintill??o dei diamanti, Filippo Vagli aveva pensato alla piccola amica, che dormiva tranquillamente nella casetta bianca sul campiello muto! E rideva dentro di s??, chiedendosi che cosa avrebbero detto quelle patrizie, le amiche officiali, se avessero conosciuto l'umile sua confidente, colei che sapeva farlo sorridere, sapeva parlare come a lui piaceva, sapeva ascoltare e discutere.

In quei tre anni egli aveva avuto pi?? d'una amante; e la voce, per i meandri molteplici del pettegolezzo veneziano, esagerato ed innocuo, era giunta fino all'orecchio di Loredana, la quale non capiva se quei racconti le facevan piacere o se l'angustiavano; ma intanto si studiava d'osservare le donne che la voce popolare additava quali amanti di Filippo, per vedere s'eran belle, se vestivan bene, se non erano indegne di lui.

Os?? parlarne con Filippo, che ne rise.

??? Stia attenta, ??? egli le disse, ??? e vedr?? che ogni mese e fors'anco di quindici in quindici giorni il nome della mia amante cambia.[20] Son discorsi di sfaccendati, i quali mi rendono il favore di sviar la curiosit?? dietro mille tracce, e non si sono ancora avveduti che io passo tanto tempo vicino a lei.

??? Non ha amanti, allora? ??? chiese Loredana.

Essi parlavan di sera, nel tinello; una sera a met?? gennaio del 1893. Spesse volte si trovavan cos?? quasi soli, perch?? la mamma, con la fiduciosa ospitalit?? veneziana accresciuta dalla stima ch'ella aveva per la figlia, non vigilava i loro discorsi e stava innanzi alla finestra della saletta a centellare la ventesima tazza di caff??.

E quella domanda, la quale sarebbe parsa ardita e sconveniente per un'altra fanciulla, ai due amici sembr?? cos?? naturale, che si stupirono di non aver mai parlato d'un argomento che si prestava a tante confidenze.

??? No, non ho amanti, ??? rispose Filippo.

Loredana si mise a ridere.

??? Neanche la contessa Fausta di Montegalda? ??? domand?? maliziosamente, e soggiunse: ??? Fausta! Che bel nome!

??? Toccato! ??? pens?? Filippo. Quindi rispose: ??? No!

??? Eppure, si ricorda quella sera che andai alla Fenice l'inverno scorso, con la mamma e gli zii? Lei era nel palco della Montegalda, che aveva un cos?? bel diadema di brillanti sui capelli neri; e qualcuno mi disse che lei era innamorato della contessa. Io guardai attentamente e capii che avevano ragione.

??? In ogni caso, ??? osserv?? Filippo, ??? tra innamorato e amante v'?? un abisso.[21]

??? Oh sicuro! ??? esclam?? Loredana con gravit?? comica. ??? Un abisso!... E lei, tanto timido, si spaventa degli abissi....

La fanciulla rise e Filippo la guard??. Non gli era mai parsa cos?? bambina come in quell'ora, e tutta fresca, con la bocca sinuosa e ardente appena ombreggiata da una lievissima pelurie sul labbro superiore; e la luce che veniva dai grandi occhi scuri gli sembr?? pi?? vivida del consueto.

Prima ancora di riflettere, si chin?? e baci?? quegli occhi e quella bocca, mentre Loredana abbassava la testa, attonita e sommessa.

??? Ci?? che egli fa, ?? ben fatto! ??? ella pens??. ??? Ci?? che egli fa, si pu?? fare!

Loredana pensava in tal maniera, pure senza amare Filippo, e Filippo la baciava senza amarla. Ma ambedue con ogni sforzo avrebbero difeso quella loro strana amicizia, perch?? sentivano l'un per l'altra una fiducia, che nessuno al mondo aveva mai loro ispirato.

Fu in quello stesso mese di gennaio che Filippo trov?? un giorno la casetta in festa. Era l'onomastico della mamma e v'eran due o tre famiglie, recatesi a portar dolci e augurii alla buona donna. Intorno a Loredana, tutta vestita di rosa e lievemente scollata, stavano altre fanciulle, e alcuni giovanotti scherzavano con la piccola amica di Filippo, la quale rideva e si scaldava presso il caminetto, avanzando i piedini con una mossa non priva di civetteria.

Filippo guat?? lo spettacolo. Tra quei giovani, uno ferm?? specialmente la sua attenzione, un[22] biondo con occhi cerulei; si chiamava Adolfo Gianella, era impiegato in una banca e possedeva qualche po' di terra in provincia di Vicenza. Parlava poco, vigilava gli amici, ascoltava, serrando le labbra, i madrigali ch'essi rivolgevano alla giovinetta; e sopra tutto, pareva noiato e diffidente per la presenza di Filippo. Egli stava presso il caminetto, in piedi, di fronte a Loredana; e v'era nel suo atteggiamento muto un significato di padronanza e di protezione, che svelava in lui il fidanzato o almeno l'innamorato serio. Dai suoi occhi si sprigion?? pi?? d'una volta qualche occhiata cupida al collo bianco e perfetto di Loredana. Il contegno di Adolfo Gianella divenne a poco a poco tanto chiaro, che i suoi compagni smisero di corteggiare quella e si volsero alle altre ragazze.

Filippo se ne and??, con un male in cuore, con una rabbia, con un'angoscia, che lo stupivano e lo facevano tremare.

Entr?? nel salotto della contessa di Montegalda e parve distratto tutto il tempo che vi rimase. Fausta gli pass?? vicino, gli fece un lieve cenno di seguirla e quando furono nella sala da ballo, deserta, gli chiese:

??? Che cosa avete, Flopi?

??? Mi fa male il cuore! ??? egli rispose.

??? Male? ??? ripet?? Fausta. ??? Un male fisico?

??? Fisico. Un aneurisma, ??? disse Filippo sbadatamente.

??? Mio Dio! ??? esclam?? la contessa con voce soffocata. ??? Siete pazzo? Di aneurisma si pu?? morire![23]

??? Si pu?? morire di tutto, amica, mia! ??? concluse Filippo.

La giovane voleva insistere, chiedere quali cure facesse, ma Filippo le lanci?? un'occhiata stranamente beffarda, e rientr?? nel salotto, dove si intavolava una partita di boston.

Egli aveva bisogno di sapere, e tuttavia stette parecchi giorni senza recarsi a trovar le signore De Carolis. La comparsa di quel giovanotto biondo con gli occhi cerulei gli aveva fatto sentire che un giorno Loredana gli sarebbe stata tolta per sempre e ch'egli non avrebbe potuto nulla per impedire una cosa tanto semplice e tanto grave, poich?? non aveva intenzione di sposare la fanciulla, d'affrontare una lotta con la propria famiglia, con la madre, con le sorelle e coi cognati.... Loredana avrebbe appartenuto ad Adolfo Gianella, impiegato di banca e piccolo possidente.

Fausta di Montegalda conobbe in quei giorni molte amarezze; Filippo era irascibile e pareva che il fasto e l'eleganza della giovane signora lo irritassero, quando per l'addietro gli erano stati tanto cari. In un convegno, egli sbadigli?? pi?? d'una volta, mentre Fausta gli esponeva, come nei primi tempi del loro amore, i progetti per la primavera, per l'estate, per l'autunno, tutto un programma di divertimenti, studiato in modo da non dover vivere troppo lontani l'uno dall'altra.

Quello stesso giorno, Filippo incontr?? in Piazza, sotto le Procuratie Nuove, Loredana che camminava frettolosa, di ritorno dall'aver fatto alcune compere. Egli la salut?? e tir?? dritto, perch??[24] evitava di farsi vedere dagli amici con una fanciulla, ch'essi non conoscevano e che non apparteneva al loro ?? mondo ??; il quale era un gruppo di men che duecento persone. Ma torn?? presto indietro, e corse a casa delle De Carolis.

Loredana era molto impacciata; Filippo era freddo e pieno di rabbia. Anche il fatto, punto nuovo, d'averla trovata sola per istrada, gli faceva dispiacere, sebbene non avesse mai ignorato che la signora De Carolis permetteva alla figlia, come del resto usavan tutte le sue amiche, di uscire sola a far compere o di andare sola a far visita alle conoscenti.

Infine, per togliere quell'ombra che s'addensava tra di loro, la fanciulla raccont?? a Filippo che l'avevano fidanzata, da un mese circa, ad Adolfo Gianella.

??? Le piace? ??? domand?? Filippo.

??? No, per niente.

??? Le pare che sar?? felice con lui?

??? Ne dubito molto.

??? E allora?

Allora? La mamma aveva consigliato cos??; la famiglia Gianella era contenta; Adolfo era innamorato e minacciava d'uccidersi e di uccidere, se Loredana non fosse stata sua. Poi, che cosa poteva fare ella al mondo? Adolfo era un giovane onesto, in buona posizione, e le voleva bene davvero.... Ella s'era rassegnata e il fidanzamento era avvenuto.

??? Senza dirmi nulla! ??? interruppe Filippo.

??? Non osavo, ??? confess?? la fanciulla, guardando l'amico a occhi socchiusi, tra le lunghe[25] ciglia. ??? Del resto, che cosa poteva importare a lei? Lei non si occupa di queste piccole miserie.

Filippo non rispose, ma disse a se medesimo, che infatti egli non poteva e non doveva occuparsi dell'avvenire di Loredana, poich?? non voleva toglierla ad Adolfo e sposarsela lui.

??? Tutto ci?? che la riguarda m'interessa, ??? osserv??. ??? La mia amicizia aveva qualche diritto.

La fanciulla chin?? il capo e non rispose. Una sofferenza nuova sorgeva nel suo cuore per quell'interrogatorio. Aveva qualche diritto, Filippo? E allora anche lei aveva qualche diritto, e pur tuttavia Filippo le aveva sempre taciuto, anzi le aveva sempre negato quell'amore per la contessa di Montegalda, del quale si parlava ormai con sicurezza in citt??.

La madre sopravvenne, e mostr?? a Loredana i campioni di alcune stoffe per gli abiti della fanciulla. Filippo volle sceglierne due egli stesso, ma la signora De Carolis osserv?? ch'eran troppo cari; bisogn?? contentarsi dei pi?? semplici, che a Filippo sembrarono anche molto brutti. Egli compar?? mentalmente la vita modesta, quasi povera della sua piccola amica col lusso onde si circondava Fausta; e fu intenerito, ricordando che Loredana non si lagnava mai, non badava a quei particolari meschini, non invidiava nessuno.

Fausta sarebbe rimasta intontita se avesse potuto sapere che la povert?? di Loredana era pi?? gradita a Filippo che non l'eleganza di lei.[26]

Una sera a pranzo dalla contessa Lombardi, Filippo s'irrit?? sordamente incontrando Fausta gemmata come un idolo, coperta di merletti preziosi, superba. C'era il marito, il conte Ettore di Montegalda, e Filippo non pot?? subito dire a Fausta qualche parola crudele; ma non gliene manc?? l'occasione durante la serata; e ripensando ai campioni delle stoffe per gli abitini di Loredana, sent?? il bisogno di criticare l'abbigliamento di Fausta, con tanta ingiustizia, che la contessa ne rimase stupefatta.

??? Via, via, ??? ella disse, sforzandosi a ridere, ??? voi non potete giudicar di queste cose!

??? Voi, piuttosto, non potete dare un giudizio di nulla e di nessuno! ??? rimbecc?? Filippo. ??? Credete di vivere, e siete tanto lontana dalla vita quanto la terra dal sole!

Fausta aveva l'abitudine di comandare, d'imperare sempre e dovunque. Era bella, alta, formosa, coi capelli nerissimi e gli occhi azzurri; gli uomini la desideravano, le amiche ne tolleravano il potere, il marito ne era orgoglioso senza mai aver pensato ad amarla.... Sentendosi, per la prima volta dacch?? viveva, cos?? umiliata e torturata da Filippo Vagli, ella ne provava un dolore inesprimibile, e invece di ribellarsi, a poco a poco era tratta a soggiacere a quella forma di dominio non mai provata. Se un giorno ella aveva amato Filippo tepidamente, lasciandosi prendere per accidia e per noia, ora la rudezza insospettata dell'amante, la prepotenza che si tramutava qualche volta in sarcasmo, la soggiogavano; e temeva di perderlo, e si chiedeva[27] ansiosa se quella irascibilit??, quella voglia di tormentare non fossero i sintomi della stanchezza; e divenendo umile, moltiplicava le cure gentili per l'innamorato, cercava di farsi piccola e buona.

Ma ella era ormai condannata a scontare ci?? che Filippo soffriva per Loredana; ogni episodio triste o increscioso dell'amicizia tra la fanciulla e il conte Vagli si ripercuoteva nell'amore tra il conte Vagli e Fausta; la quale non capiva, non sapeva darsi ragione, non sospettava menomamente la causa di quella mutazione improvvisa, e cominciava a credere che Filippo fosse malato davvero, seriamente, pi?? di quanto egli aveva detto.

??? Quel suo fidanzato ?? molto antipatico! ??? disse un giorno Filippo a Loredana. ??? Perch?? mi guarda sempre di sottecchi, e scappa appena giungo io? Non potrebbe trattare da persona educata?

Adolfo Gianella voleva togliere di mezzo Filippo: la presenza di quest'ultimo, le sue cortesie e la sua assiduit?? presso una fanciulla dalla quale non doveva sperar niente, gli sembravano strane e sospette.

??? ?? il mio amico! ??? aveva risposto Loredana alle insistenze del fidanzato. ??? ?? il solo amico che io abbia: mi vuol bene come un fratello. Perch?? devo fargli uno sgarbo e mandarlo via, dopo tre anni d'amicizia onesta?

Adolfo non capiva. Un conte, un libertino, un pessimo soggetto, preso da sentimento purissimo per una giovinetta di diciotto anni, bella e[28] povera? Non aveva mai udito raccontar nulla di simile. Ed essa, fredda e testarda, continuava a ripetere ch'era l'amico, e che non lo avrebbe mandato via, e che Adolfo non doveva pensar male.

Ogni giorno si tornava daccapo; il carattere passionale d'Adolfo s'accendeva e s'inveleniva; il giovane avrebbe voluto che la signora De Carolis intervenisse a favore di lui, ma la mamma giudicava con la testa della figlia, e non ricordava nemmeno di averla rimproverata una volta in diciotto anni. Anzi, vedendo che la figlia era triste, anche la signora De Carolis cominciava a pensare, senza avere il coraggio di dirlo, che Adolfo era brutale; e si pentiva d'avere accolta e favorita la proposta della famiglia Gianella, che voleva unire i due giovani. Non si poteva negarlo: la pace della casetta bianca era stata turbata da Adolfo Gianella; Loredana, sempre allegra, aveva mutato carattere per colpa di lui; egli, geloso, inquieto, pieno di sospetto, guardava tutti in cagnesco, non voleva che si andasse a teatro, s'irritava per la spensieratezza di Loredana, l'offendeva con incessanti osservazioni, pretendeva ch'ella fosse gi?? grave e prudente come una madre di famiglia, e infine, anche nei momenti buoni, era querulo e noioso, pedante e meschino.

Per quel contrasto incessante, la fanciulla era accasciata; e pi?? d'una volta Filippo la trov?? con gli occhi rossi e gonfi.

??? Non bisogna sposarlo, sa? ??? egli diceva recisamente. ??? ?? un matrimonio impossibile.[29] Che cosa far?? quel ragazzo quando sar?? suo marito e avr?? i diritti pi?? stupidi e pi?? antipatici? Vuole che parli io con la mamma?

La fanciulla non aveva il coraggio di togliersi da quella situazione tormentosa: tutta la famiglia Gianella, madre, padre, zii, cugini di Adolfo, le stavano attorno, magnificando le virt?? del giovane, facendo disegni per l'avvenire, dimostrandosi tanto sicuri, tanto lieti per quel matrimonio singolarmente felice, che Loredana soffocava e taceva. Ma non si sarebbe potuto trovare un uomo il quale fosse pi?? di Adolfo incapace di comprenderla, tanto che essa, buona con tutti, era sempre con lui irritata, nervosa, dolente.

Da ultimo egli voleva anche legger le lettere ch'ella riceveva dalle amiche, delle quali non si fidava punto; una mattina, mentr'egli s'era recato a dare il buon giorno alla fidanzata, sopravvenne il portalettere, e Adolfo s'impadron?? della posta, aperse la lettera d'una ragazza che scriveva a Loredana da un paese della provincia, domand?? notizie delle persone ch'eranvi ricordate, e fin?? col mettersi la lettera in tasca.

Quando giunse Filippo verso sera, la fanciulla vibrava ancora tutta di sdegno e d'ira; raccont?? ogni cosa all'amico, anche quel che aveva taciuto fino a quel giorno, le angherie, le taccagnerie, la diffidenza oltraggiosa, la gelosia irragionevole, la presunzione di Adolfo.

??? Non lo voglio, non lo voglio, non lo voglio! ??? esclamava con gli occhi sfavillanti di rabbia. ??? Qualunque cosa piuttosto di questo matrimonio! Mai, mai, mai![30]

Filippo aveva ascoltato in silenzio, guardando il pavimento a piastrelle bianche e rosse e segnando col piede il ritmo d'una marcia.

A un tratto sollev?? il capo, afferr?? le mani dell'amica, e chiese:

??? Vuole venire con me?

La fanciulla non cap?? subito.

??? Dove? ??? ella domand??.

??? Via, lontano, fuori di Venezia, per sempre! ??? incalz?? Filippo.

??? Fuggire? Fuggire con lei? ??? ella disse sottovoce, gi?? tremando senza saperne la ragione.

??? Mi ascolti, ??? mormor?? Filippo.

And?? fino al limitare della saletta, vide che la mamma leggeva attentamente un libro mal rilegato, e continu??, tornando presso Loredana:

??? Quella che noi chiamiamo amicizia, non ?? che amore. Se n'?? accorta?

Essa, ferma e fissa, con gli occhi spalancati, non rispose.

??? Me ne sono accorto io, ??? prosegu?? Filippo. ??? So che ti amo, sento che ti amo, sento che noi possiamo essere felici. Io non posso sposarti; capiscimi bene, non posso sposarti perch?? tutta la mia famiglia ci darebbe tali e tanti dispiaceri, che, in confronto, ci?? che hai sofferto finora ti sembrerebbe una gioia. Sono ignoranti, caparbii e feroci.... Ma ti offro lo stesso il mio amore e la mia vita.... Anch'io sono stanco; anch'io non posso pi?? trascinare questa esistenza tormentosa e inutile. Dimmi che accetti, e saremo felici.... Partiremo subito....

Loredana tolse le mani dalle mani di Filippo[31] e si alz?? in piedi: fece alcuni passi come per uscir dalla camera, ma si ferm?? e si addoss?? al muro; piangeva in silenzio e le lagrime le scendevan gi?? per le guance.

Filippo le si avvicin?? di nuovo. Era pallido e la sua voce tremava. Disse:

??? Sei offesa?

Ella neg?? con un movimento del capo.

??? Allora non mi ami d'amore, come ti amo io?

La risposta non venne. Loredana guardava l'amico attraverso il velo delle lagrime. Egli fece un passo come per allontanarsi, ma la fanciulla, rapidamente, istintivamente lo trattenne con un gesto.

??? S??, l'amo anch'io, ??? ella mormor?? sottovoce.

Filippo l'afferr?? per il busto e la baci?? sulla bocca.

??? Pensaci, ??? disse. ??? Pensa che saremo tanto felici.... La mamma perdoner??. Ti vuol troppo bene per condannarti. Capir?? che tu avevi il diritto di vivere, di sottrarti a un avvenire spaventoso. Tu saprai farti perdonare, non ?? vero? poich?? conosci la strada per giungere al cuore della mamma! Dimmi che accetti, e partiremo subito....

Essa, sempre addossata al muro, sempre immobile, con gli occhi pieni di lagrime, non rispondeva. Ma una scampanellata fece sussultare lei e Filippo.

La fanciulla s'asciug?? prestamente gli occhi, e corse nella saletta.

??? Dev'essere Adolfo, ??? ella disse alla mamma. ??? Io[32] ho l'emicrania, non voglio vederlo, mi chiudo nella mia camera!

La mamma sospir?? e alz?? lo sguardo al soffitto. Loredana torn?? da Filippo, gli strinse le mani, mentr'egli la baciava ancora sulla bocca.

??? Pensaci! ??? ripet?? Filippo.

Ella fece un gesto vago e scomparve, per chiudersi nella sua cameretta.

Adolfo Gianella saliva le scale, e Filippo udendone il passo, diceva con la signora De Carolis:

??? Mi dispiace molto che la signorina sia indisposta; spero non sar?? nulla....

??? ?? malata? ??? chiese Adolfo sopraggiungendo e salutando Filippo con un saluto freddo e un'occhiata di sbieco. ??? Dov'?? stata iersera? Avr?? preso freddo, o avr?? mangiato qualche cosa d'indigesto....

Filippo se ne and?? subito, e senza volerlo si disse, ridendo dentro:

??? Tu, dovrai mangiare fra poco qualche cosa d'indigesto!...

Ripens??, quella notte, all'idea della fuga, balenatagli cos?? di repente; e pi?? vi pensava e pi?? gli pareva buona. La signora De Carolis non avrebbe osato nulla contro la figlia adorata; Adolfo avrebbe trovato una consolazione nel pensiero che una fanciulla capace di scappar col conte Vagli non era degna di lui.... Infine, la cosa si sarebbe saputa da pochi, malamente, e si sarebbe sminuita, polverizzata per cos?? dire, nel classico pettegolezzo veneziano. Filippo trovava l'onest?? della sua disonest??; amava Loredana; sentiva che le sarebbe stato fedele, che l'avrebbe[33] fatta contenta, ch'ella non avrebbe sofferto, e poich?? di matrimonio era assurdo parlare a causa dell'opposizione formidabile che avrebbe trovato in famiglia, la fuga, una fuga prudente, senza troppo scandalo, senza chiasso, metteva termine a una situazione insopportabile per lui e per la piccola amica.

Gli venne anche il pensiero di Fausta; ma la disgraziata donna s'era in quel periodo di tempo totalmente perduta agli occhi di lui, pel suo strano contegno d'umilt??, nel quale egli non capiva nulla. Egli pensava con rammarico alla devozione della sua amante: Fausta non era fatta per obbedire, per tacere, per soffrire; ogni donna ha il suo fascino e il suo destino. L'asservimento aveva smorzato la bella fiamma di quegli occhi cilestri e tolto al viso il colorito della fresca giovinezza.

??? ?? veramente doloroso, ??? pensava Filippo, ??? ch'io non possa amarla!

A poco a poco, ribadita dal conte, l'idea della fuga conquistava anche Loredana; nulla pareva pi?? dolce che la vita con Filippo, e la fanciulla non trovava termini di paragone se non nella paura di quel matrimonio. Adolfo aveva svelato un nuovo difetto, insolito in un giovane: l'avarizia. Egli spiegava certe sue miserabili economie con la necessit?? di aver denaro pel giorno degli sponsali, d'aver molto denaro per far bella figura; ma la fidanzata gli credeva poco, e notava, senza volerlo, quasi arrossendo, che intanto lo spirito gretto di lui si rivelava nei regalucci[34] ch'egli le faceva e che sarebbero rimasti in casa a fare non bella, ma triste figura. Egli anche ??? aveva scoperto Loredana, ormai maestra di scoperte incresciose ??? egli mangiava troppo, ingordamente, magnificando la bont?? delle salse e dei sughi. La madre sua si beava vedendolo cos?? allegro, con un appetito quasi insaziabile; e Loredana, per non odiare l'uno e l'altra, inventava un'emicrania ogni qualvolta la signora Gianella l'invitava a pranzo.

Sui primi di maggio, quando la ragazza pensava di farsi qualche abitino nuovo e di comperarsi qualche piccolo oggetto d'eleganza, Adolfo decret?? che gli abiti e i cappelli dell'anno precedente, ritoccati qua e l??, potevano servire ancora; e la petulanza del fidanzato le sembr?? tanto grave, che senza ribatter verbo, ella si ritir?? nella sua camera e vi rest?? fin che Adolfo non se ne fu andato.

Ma egli giudicava quei malumori con la presunzione di un esperto conoscitore di donne, sorridendo e aspettando che la bufera si calmasse.

Era ben lungi dall'imaginare che proprio quel giorno, otto maggio, qualche cosa di terribile e d'irreparabile doveva avvenire nella vita di Loredana.

Sua madre l'aveva lasciata sola in casa, dopo la visita di Adolfo; la donna di servizio era andata alla stazione a incontrare il fidanzato che giungeva a Venezia per passarvi alcuni giorni di vacanza. Loredana non doveva aprire ad alcuno e stava nella sua camera, sdraiata sul lettuccio, leggendo un romanzo. Verso le quattro ud?? una[35] scampanellata; corse al balcone, vide Filippo, e la tentazione fu troppo forte: and?? subito a tirare il cordone e la porta si spalanc?? innanzi al conte, che credeva di trovar la fanciulla con la mamma.

Quando seppe ch'era sola, egli la guard?? in silenzio ed ella guard?? lui; le loro bocche si unirono e cos??, dopo tre anni, la piccola amica divent?? la piccola amante.

Quella medesima sera, la fanciulla and?? a teatro con la madre e un'altra signora. Aveva il suo abitino rosa lievemente scollato e un cappellino di paglia rossa a tricorno, sotto il quale i capelli parevan pi?? bruni e i riflessi pi?? dorati. Ella stava attentissima alla rappresentazione, ?? L'amore ricama ??, una commedia francese in tre atti; teneva gli occhi fissi alla scena, la bocca dalle labbra purpuree un poco schiusa. Filippo la vide e fu colpito da quell'atteggiamento ingenuo, quasi infantile, come se un'altra anima, la vera anima della giovinezza indifesa, si fosse sovrapposta a quella ch'egli conosceva. Sent?? il rimorso per ci?? che aveva osato poche ore innanzi, nella cecit?? della passione e dell'egoismo.

Ma l'atto finiva e parecchi spettatori alzandosi e volgendosi guardavano la fanciulla con ammirazione.

??? Imbecilli! ??? mormor?? Filippo, guardando a sua volta Loredana, sorridente e bianca sul fondo scuro del palchetto. ??? ?? mia!

E la certezza di quell'amore tacito e misterioso, pericoloso e crudele, pot?? meglio d'ogni altro pensiero. Filippo stette un istante a fissar[36] la folla in platea, la quale, ammirando la piccola amante non osava sospettare ch'ella conoscesse gi?? i baci, tutti i baci d'un uomo; e la stupidit?? della moltitudine non gli sembr?? mai pi?? amena.

Due mesi eran passati da quel giorno indimenticabile, quando, sui primi di luglio, Loredana si decise, e abbandon?? la casetta bianca sul campiello solitario per seguire Filippo Vagli.


V

La mattina dopo l'arrivo a Desenzano, Loredana corse al balcone dell'albergo e vide sotto il sole fastoso scintillare il lago di cobalto. Lontano, a levante, un piccolo paese si spingeva per una lingua di terra molto innanzi nell'acqua.

??? Andremo laggi??, ??? disse tra di s??, contenta di vedere paesaggi nuovi, ella che non si era mai allontanata da Venezia se non per pochi chilometri.

Il colore del lago, cos?? azzurro da dare quasi all'acqua una densit?? materiale, era mirabile. La fanciulla, abituata alle trasparenze leggere della laguna, ne rest?? meravigliata e sent?? come un piacere intenso per quella vita liquida che si stendeva ampiamente sotto i suoi occhi.

Filippo buss?? discretamente all'uscio ed entr??.

??? Amore mio, come sei elegante! ??? disse.

Loredana vestiva tutta di bianco, con una cintura bianca e lo scarpe bianche, e sorrideva all'amico,[37] il quale era superbo della sua candida bellezza.

??? Ogni cosa fatta a pennello! ??? dichiar?? Loredana, indicando l'abito; e soggiunse, dopo una lieve esitazione: ??? Tu mi portavi con te, nella tua mente, quando ordinavi i miei abiti!

Ma il pensiero non le si era presentato cos??; era stato piuttosto un senso di molestia per quella strana perizia dell'amico suo, la quale svelava una lunga e costante dimestichezza con le donne, una singolare esperienza d'anime e di corpi femminili. Nulla a lei importava di ci?? che era finito ieri: ma domani?

Ella disse, attirando Filippo sul balcone:

??? Vedi, laggi??? Quel paese che si spinge nel lago? L??, vuoi andare?

??? No, ??? rispose Filippo. ??? Quello ?? Sirmione; noi andremo a Maderno o a Gargnano o pi?? oltre, nel Trentino, a Riva....

??? Che peccato! Dev'essere molto bello, laggi??.

??? Vuoi? Se ti piace, io non ho nulla in contrario. Far?? molto caldo, ecco tutto. Sirmione ?? grazioso. Manderemo a vedere se vi sono alloggi....

Mandarono a vedere; part?? un uomo dell'albergo con la vettura; torn?? dopo colazione. V'erano alloggi, modesti ma puliti, nell'unica trattoria del paese; si poteva tentare....

La cosa piacque molto a Loredana. In quel tempo, Sirmione non vantava ancora alcun grande albergo n?? uno stabilimento di bagni. Vi arrivavano di tanto in tanto gli escursionisti, quasi tutti tedeschi, a visitar le grotte leggendarie di[38] Catullo; mangiavano, ammiravano, ripartivano. Il piroscafo v'approdava una volta al giorno, se il tempo non era cattivo. Tutto questo, raccontato dal direttore dell'Albergo Reale, accese la fantasia della ragazza, che gi?? pensava di vivere pi?? anni in quella penisoletta con Filippo, lontani dal mondo e pur vicini, obliati e felici....

Nel pomeriggio, sotto un sole rovente, per la strada piana e bianca di polvere, gli amanti partirono in una carrozzella alla volta di Sirmione, seguiti da un baroccio coi bauli che avevano spaventato il conte Roberto. Quando giunsero al punto nel quale si lascia la strada provinciale per volgere a sinistra e inoltrarsi nella penisoletta, la fanciulla fu molto contenta. Dal balcone dell'albergo di Desenzano non avrebbe mai imaginato un paesaggio cos?? bello. A destra e a manca, tra i rami degli ulivi e il fogliame degli alti pioppi, scintillavano le acque del lago riccamente turchine, immote nella accidia delle ore calde. ?? a un gomito di quella strada che s'incontra una casetta modesta, con uno svelto cipresso innanzi, e sotto si stende il lago irto per buon tratto di canne fragili; angolo pittoresco, riprodotto migliaia di volte da sapienti e da timidi pennelli.

??? Andremo un giorno a vedere quei paesi laggi??! ??? disse Loredana, indicando i gruppi di case sulla sponda veronese. ??? Voglio veder tutto il lago.

??? Ti piace? ??? domand?? Filippo.

??? Ah, immensamente! Sar?? felice! ??? esclam?? la fanciulla in un impeto di gioia, battendo le mani.[39]

Tacque. La fronte le si rannuvol?? subitamente; ripensava alla mamma, cui non aveva ancor dato notizie, e che era sola ormai nella casa deserta. Per celare a Filippo la tristezza improvvisa, si volse indietro a guardare il baroccio che correva tra un nugolo di polvere.

Ma gi?? si vedeva la torre del castello Scaligero, cinta a met?? da mura grigiastre, e la strada si ampliava; la carrozza oltrepass?? il ponte di legno che dalla porta del castello mette in paese, e la rocca apparve lacerata da lunghe feritoie, circondata tutta intorno dall'acqua; lo stemma degli Scaligeri, ancor visibile, il leone di San Marco, in rilievo, la croce bianca in campo rosso del Comune, posti simmetricamente sull'alto della porta che guarda a occaso, dicono i tre dominii che si susseguirono.

Le donne e i pescatori raccolti in gruppo sulla piazza osservarono l'equipaggio insolito e il carro coi bauli, ma nessuno si mosse. Non avevano alcun bisogno dei forestieri. L'acqua li faceva liberi, e quell'anno la pesca delle sardelle era stata insolitamente fortunata.

Si fece incontro alla vettura il proprietario dell'albergo, e aiut?? Loredana a discenderne. Era un uomo tozzo dal viso rubicondo; non abituato a cerimonie, salut?? con una certa dimestichezza e annunzi?? che gli ?? sposi ?? si sarebbero trovati benissimo in casa sua. Aveva tutto approntato, rinfrescato, ripulito con cura; le due camere e il salotto guardavano il lago; di giorno faceva caldo, ma si tenevan le persiane chiuse e si scendeva in giardino; di sera, poi, era[40] una bellezza ovunque. A pochi passi di l??, comparve anche la moglie dell'albergatore, pi?? timorosa per l'aspetto signorile di Loredana, della quale not?? in un batter d'occhio l'abito, la figura slanciata, il viso freschissimo, la bella bocca. Essa dichiar?? che era felice di non alloggiare i soliti tedeschi con la piuma di gallo sul cappellino verde.

Mentre i due vetturali scaricavano i bauli, gli amanti salirono a veder le camere, e sulla scala s'imbatterono in una signora ampia di forme, col viso pitturato e le sopracciglia duramente segnate a nerofumo. Ella salut?? chinando la testa, e si fece da un lato.

??? ?? la signora Teobaldi, di Verona, ??? disse l'albergatrice, che seguiva. ??? Una buona e bella signora.

Filippo la guard?? appena, rispondendo distratto al suo saluto, Loredana sorrise per quelle spaurevoli sopracciglia; e per la maschera di biacca e di belletto che le deturpava la faccia.

Le due camere da letto erano grandi e pulite, ciascuna con un armadio a specchio, un cassettone di legno chiaro, una tavola rettangolare coperta da un tappeto modesto ma nuovo. Il salotto era addobbato con carta a fiori d'oro sul fondo rosso; i mobili mal disposti, in ordine scrupolosamente simmetrico, facevan pensare a lunghi mesi d'abbandono, quantunque non vi fosse un grano di polvere. Il pianoforte, del quale Filippo tocc?? alcuni tasti, emise un miagol??o prolungato che fece ridere Loredana.

??? Bisogner?? comprare molti oggetti inutili per[41] nascondere la bruttezza degli oggetti utili, ??? osserv?? Filippo, senza badare alla faccia scorata dell'albergatrice. ??? Va bene, ??? seguit?? con quest'ultima. ??? Faccia portare subito i bauli....

??? S??, signor conte, ??? disse la donna.

??? A proposito: sa il mio nome?

??? Me lo ha detto l'uomo che ?? venuto stamane a vedere le camere, ??? rispose l'albergatrice. ??? Il signor conte Filippo Vagli e la signora contessa, di Venezia. Anzi, volevo chiedere alla signora contessa se suona il piano....

??? Perch??? ??? domand?? la giovane.

??? Perch?? in tal caso lo farei accomodare: ?? un po' scordato.

??? Lo faccia accomodare, ??? disse Filippo.

E quando la donna se ne fu andata, seguit?? con l'amica sua, che si toglieva il cappello:

??? Non vorrei esser caduto in un covo di pettegole....

??? Dove sarebbero? ??? domand?? la fanciulla stupita.

??? Quella signora di Verona, per esempio: Teobaldi o Tibaldi o Ribaldi....

??? L'albergatrice ha detto che ?? buona....

??? S??, ??? osserv?? Filippo, ??? ma ha detto pure che ?? bella! E allora, stiamo freschi!

Loredana diede in una risata, pensando alle terribili sopracciglia immobili. Ella s'era affacciata alla finestra e sembrava compenetrarsi della luce folgorante che saliva dal lago, dardeggiava la linea onduleggiata delle montagne, incendiava le case di Desenzano, faceva frinir le cicale sugli alberi.[42]

Ad un tratto si volse e disse:

??? Oggi scrivo alla mamma.

??? Appunto, ??? rispose Filippo. ??? Anch'io....

E stava per continuare, quando fu bussato alla porta ed entrarono gli uomini con un baule.

??? Che cosa dicevi? ??? domand?? Loredana, allorch?? gli uomini uscirono per prender gli altri bagagli.

??? Volevo dirti che ho intenzione di andare a Venezia, fra qualche giorno. Bisogna ch'io sappia ci?? che si dice, ??? dichiar?? Filippo, sedendo in una poltroncina. ??? La mia assenza non pu?? essere stata notata: a Venezia son rimaste poche famiglie che io conosco, e in quest'epoca, tutti gli anni io vado in campagna. Ma voglio udire se si fanno chiacchiere e voglio, se mi riuscir??, aver notizie di tua madre.

??? Come farai?...

Di nuovo gli uomini entrarono con un baule, che Filippo ordin?? di deporre nella sua camera.

??? Non dev'esser difficile, ??? egli continu?? poscia, ??? mandare qualcuno da lei con un pretesto. Anzi, servendomi d'una persona fidata, potrei farle consegnare la tua lettera.

La fanciulla tacque un istante. Quel disegno di Filippo le pareva logico e pure la turbava; appena arrivata in un paese nuovo, tra gente sconosciuta, doveva rimaner sola, di giorno e di notte. E all'idea che Filippo volesse abbandonarla, un tale spavento la prese, che si sent?? sbiancare il volto, come tutto il sangue le si fosse gelato nelle vene.

Ritorn?? alla finestra, per nascondere il suo turbamento;[43] ma non vedeva n?? il lago, n?? il sole, n?? la citt?? dirimpetto, che un minuto prima le era parsa sfavillante....

??? Che pazza! ??? disse a s?? medesima. ??? Come potrebbe abbandonarmi, se mi ama, se lo amo, se gli ho dato tutta me stessa? Non lo conosco da tre anni, non sono stata per tre anni la piccola amica, e non sono oggi la piccola amante?

Ud?? che gli uomini, recato l'ultimo baule, salutavano e uscivano ringraziando. Si tolse dalla finestra, e disse a Filippo, con voce un po' debole:

??? S??, ?? giusto. Devi andare.

Quella stessa mattina, il conte Roberto, arrivato a Fasano in carrozza, sped?? subito un telegramma a sua cognata. Il telegramma, alla forma del quale aveva pensato durante tutto il viaggio, diceva: ?? Non ho visto nessuno. Lascia fare ??.

E la contessa Bianca ricevendolo si chiese se quel ?? Lascia fare ?? significasse ?? Fida in me ?? o non piuttosto: ?? Lascia che ciascuno viva a modo suo ??.

Ma le parve che la seconda interpretazione fosse la buona.


[44]

VI.

A Venezia, la scomparsa di Loredana De Carolis non aveva sollevato rumore. La fanciulla e sua madre Emma vivevano una vita modesta, fra poche conoscenze e pochi parenti, senza attinenze con la grande societ??. I vicini di casa, che dopo qualche giorno non videro Loredana al balcone come di solito, credettero fosse partita per la campagna. La madre, atterrita dalle conseguenze dei pettegolezzi, dovette farsi sua complice, e a quelle amiche le quali chiedevano di lei, rispondeva ch'era andata a San Don??, ove ella stessa l'avrebbe fra poco raggiunta.

In fondo, la povera donna non sapeva che fare: solo innanzi all'avvenimento inaspettato aveva compreso ch'ella era stata colpevole, che l'amicizia di Filippo alla quale aveva creduto cos?? stupidamente non poteva non mutar forma, e ch'ella avrebbe dovuto, per la salvezza di sua figlia, mettere alla porta Filippo con una mano e Adolfo con l'altra.

Per acquetare Adolfo, la signora Emma invent?? dapprima delle bugie: Loredana era uscita, poi stava poco bene, poi era a letto con un male a un piede. Ma la faccia pallida della signora, e qualche cosa strana in tutta la casa e il contegno misterioso della donna di servizio,[45] che voleva bene alla signorina, odiava Adolfo il quale non le aveva mai dato un soldo, amava il conte Vagli ch'era stato sempre con lei generoso, e infine approvava pienamente la fuga e la trovava proprio stupenda, ??? qualche cosa strana, inusata, avvert?? Adolfo Gianella che lo si voleva ingannare.

E quando la signora De Carolis dovette finalmente dire che Loredana non era a Venezia, ma, rifugiatasi presso alcuni parenti, dichiarava di non voler pi?? a nessun patto sposare Adolfo, quest'ultimo s'accasci?? d'un colpo; la superbia, l'albag??a, la cieca sicurezza in se stesso, la esperienza del cuore femminile ond'egli andava tanto orgoglioso, tutto precipit?? in un attimo. Pianse e poi divent?? violento. Voleva vedere la fanciulla, persuaderla, prometterle di cambiar carattere.

Per pi?? giorni la signora De Carolis ebbe la casa assediata dai parenti di Adolfo; chi la rimproverava, chi la chiamava pazza, chi gridava al tradimento, e tutti chiedevano l'indirizzo della fanciulla per farle mutar pensiero. La signora Emma dovette tener testa a quei furiosi e seguitare a ripetere che rispettava la volont?? di sua figlia e non voleva influire sulla sua decisione. Adolfo minacci?? di girare l'intera provincia alla ricerca della scomparsa; poi minacci?? di uccidersi; ma non fece n?? una cosa n?? l'altra, e la signora De Carolis not?? ch'egli non era men roseo o meno grasso del consueto.

??? Vedremo, ??? egli diceva, ??? vedremo chi sar?? il fortunato che sposer?? sua figlia! Son proprio curioso di conoscerlo![46]

Egli era certissimo che un miglior marito di lui Loredana non avrebbe mai potuto trovare; e cercava intanto nell'amor proprio offeso un principio di consolazione.

??? Non era degna di te! ??? dichiarava la signora Gianella ad Adolfo. ??? Forse ?? una fortuna che questo matrimonio vada in fumo!

??? Non era degna! ??? pens?? finalmente anche Adolfo, rinunziando al suicidio. ??? Dopo tutto, era senza un soldo e non aveva che superbia!

I parenti di lui lasciarono in pace la signora De Carolis, che per quelle emozioni s'era fatta palliduccia e magra in una settimana; ma non trascurarono le occasioni di parlar male di lei e di sua figlia, la quale aveva respinto un cos?? bel ?? partito ??. I pi?? allegri furono i colleghi di Adolfo, che non potevano soffrirlo; essi risero quando seppero che la sua fidanzata lo aveva messo alla porta; uno ramment?? l'aria d'importanza ch'egli si dava quando spiegava loro la psicologia del cuore femminile; un altro ne imit?? i gesti quando, nei giorni di molto lavoro, mangiava in ufficio e la sua testa spariva dietro il fumo di una ?? minestrina ?? che sarebbe bastata per quattro; un terzo ricord?? ch'egli andava superbo della intelligenza della sua fidanzata.

??? Perdio! ??? esclam?? quest'ultimo. ??? Bisogna dire ch'egli avesse ragione, perch?? il calcio che la ragazza gli ha dato, prova ch'era intelligente davvero!

Gli altri risero, e la fanciulla ignota divent?? simpatica a tutti gli impiegati della Banca.


[47]

VII.

Loredana e Filippo vissero a Sirmione alcuni giorni di felicit?? senza pari; lungi dagli sguardi indiscreti, non conosciuti, sicuri l'un dell'altra, s'imaginavano d'essere in qualche isola perduta nell'Oceano. Tutto era bello.

Le grotte di Catullo, i ruderi maestosi e robusti, che l'erba circonda, che il vento accarezza, che il sole riscalda, parvero loro una cosa divina. Di l?? essi ammiravano la grandiosit?? del lago, ora illuminato con cruda forza, ora soffuso di nebbia, leggera come un pulviscolo; e seduti, verso il tramonto, ai piedi del promontorio, dove le rocce levigate sorgono dall'acqua limpidissima, i due amanti stavano spesso in silenzio a guardare, raccolti e commossi, ciascuno sentendo d'essere troppo felice e temendo che l'incanto si smagasse presto.

Qualche volta uscivano con la barca, una barca tozza a guisa di canotto, che danzava bene sulle onde; remava Filippo e l'amica sua stava a poppa, dapprincipio un po' timorosa e poi contenta come una bambina. Ella era ormai tranquilla; aveva ricevuto due lettere dalla mamma, respinte da Napoli a Roma, da Roma a Firenze, da Firenze a Brescia e a Sirmione per mezzo di amici fidati di Filippo; e in quelle lettere non[48] un'imprecazione, non un rimprovero; solo una ineffabile tristezza, che la fanciulla sapeva di poter calmare con buone parole. La mamma dava le notizie della famiglia Gianella e di Adolfo, che seguitava a mangiare e a parlar di suicidio. La mamma non malediceva, non rimproverava, non faceva minacce; era sola, e tra le righe delle lunghe lettere si poteva leggere l'espressione dell'unico desiderio di lei, che la figlia tornasse, che la solitudine finisse.

Al principio della terza settimana, Filippo si decise finalmente a recarsi per poco a Venezia; Loredana volle accompagnarlo fino a Peschiera, in carrozza, e l??, quando lo vide salire in treno e salutare mentre il treno si rimetteva in moto, la giovane ebbe una fitta in cuore. Torn?? a Sirmione in carrozza, con gli sguardi perduti, colla mente presa dai pensieri pi?? strambi, imaginando che Filippo non dovesse pi?? rivederla, che sua madre lo facesse arrestare, che qualcuno potesse ucciderlo. Le era parso molto preoccupato al momento di abbracciarla, come egli pure temesse qualche cosa nuova e imprevedibile.

Ella non vide la strada; sent?? che la carrozza si fermava, si guard?? intorno, riconobbe il piccolo albergo, discese.

Al momento di pagare, non trov?? moneta. Filippo le aveva lasciato cento lire in un biglietto; ma mentre ella si volgeva per incaricare la padrona di pagare il vetturale, la signora Clarice Teobaldi, dalle sopracciglia al nerofumo, comparve improvvisamente e si offerse.

??? Lasci, lasci, signora contessa, ??? ella preg??[49] con la voce forte e melata. ??? Mi permetta che le presti io....

Trasse dal borsellino alcune monete d'argento, le diede al vetturale, gli disse che bastavano per una corsa a Peschiera, che la signora contessa non era un'inglese da svaligiare, ebbe un breve alterco, e fin?? per vincerla.

??? Con questa gente bisogna andar cauti, ??? osserv?? poi, mentre si metteva a fianco di Loredana ed entrava con lei nell'albergo. ??? Sono abituati coi forestieri; ma noi siamo italiani....

Lanci?? alla fanciulla un'occhiata ammirativa, e aggiunse:

??? E che bel sangue italiano!... Il signor conte ?? partito?

??? S??, ??? disse Loredana, fermandosi ai piedi della scala, mentre il volto esprimeva ingenuamente una noia senza pari.

??? Torner?? presto, si capisce, ??? seguit?? la signora Clarice per conto proprio. ??? Non vuol mica lasciare a lungo un fiore cos?? bello, abbandonato in questo selvaggio paese.

??? Oh il paese ?? magnifico! ??? rimbecc?? la ragazza, offesa che si criticasse ci?? che piaceva a Filippo.

??? S??, ma in due lo si ammira meglio! ??? disse argutamente la signora Clarice.

??? Mi perdoni, ??? interruppe Loredana, salendo le scale. ??? Le mander?? subito ci?? che mi ha prestato. La ringrazio....

??? Di che? Lei deve disporre di me, signora contessa, come d'una vecchia amica, come d'una mamma....[50]

Dall'alto delle scale, Loredana lanci?? alla donna un'occhiata furibonda. Voleva farle da mamma, quella vecchia stopposa? Non l'aveva lei, la madre sua, tanto buona?

Quando fu in camera si gett?? sul letto a piangere.

Quella settimana doveva essere un inferno, a giudicar dalle prime ore. Senza Filippo, senza la mamma, col titolo di ?? signora contessa ?? che le facevan tuonare all'orecchio ogni istante e che aveva per lei un significato d'ironia, Loredana si sentiva perduta.

Fiss?? la tappezzeria della camerina da letto, una tappezzeria cilestre a fiori mav??, che parevan piccoli cavoli o piccole teste rincorrentisi in lunghe file verticali e orizzontali; si mise a contar quei segni, a guardar gli spazii cilestri tra fiore e fiore; e rest?? cos??, con gli occhi rossi e velati, fin che l'albergatrice non le rec?? la colazione, disponendola sulla tavola del salotto.

La fanciulla voleva restare sola tutto quel giorno, tutto il tempo che Filippo fosse rimasto assente; ma aveva appena bevuto l'ultimo sorso di caff??, che ud?? battere all'uscio.

??? Avanti! ??? disse.

E invece dell'albergatrice, essa vide comparire la Teobaldi, sorridente e incerta.

??? Mi perdoni, signora contessa, ??? cominci?? questa, ferma sul limitare. ??? Ho pensato che lei era sola e che forse avrebbe gradito di scambiar qualche parola con una persona pi?? intelligente che quella povera donna.... Io sono vecchia, ho visto molte cose a questo mondo, ho[51] sofferto, e valgo di pi??, modestia a parte, dell'albergatrice.... Mi permette?

??? Prego.... ??? mormor?? Loredana, stupefatta d'un'audacia della quale non aveva ancora idea.

La Teobaldi s'avanz?? guardandosi intorno.

??? Ah, molto ben messo, molto carino! ??? disse. ??? Come si sente la mano della donna, d'una signora! Ma s'io fossi una signora come lei, indiscrezione a parte, non verrei in un paese bizzarro come questo. Ci sono tanti bei siti, in Cadore, nella Svizzera, nella Scozia, nel Caucaso....

Ella sedette presso la tavola, di fronte a Loredana, la quale non sapeva che cosa dire e che cosa fare.

??? Oh ecco il pianoforte! ??? esclam?? la Teobaldi. ??? Lei suona il pianoforte?

??? No, ??? rispose la fanciulla.

??? Peccato! Io suono e canto. Ah sono stata una cantante, modestia a parte, coi fiocchi; e compongo anche; ho delle romanze scritte da me. Tamagno ne ha cantata una l'anno scorso.

Loredana s'accorse che la Teobaldi le cercava con gli occhi la mano sinistra, che la fanciulla teneva sul grembo, mentre aveva l'altra distesa sulla tavola. E cap??; l'intrusa voleva vedere se portava l'anello nuziale.

La giovane se ne sent?? cos?? turbata, che la fronte le s'imperl?? di sudore. Non aveva pensato a quel particolare; veramente non aveva pensato di dover trovarsi mai a conversare con una persona che non fosse Filippo; e ora, se la Teobaldi avesse scoperto ch'ella non aveva l'anello nuziale, avrebbe capito tutto.[52]

??? Ah, lei canta! ??? disse.

Si decise. Lev?? la sinistra dal grembo e si mise a giocherellare col laccio argenteo del tovagliolo; gli occhi della Teobaldi le si fissarono sulla mano e il suo volto carico di biacca non disse nulla.

??? Canto per diletto, da povera vecchia, ??? seguit?? malinconicamente.

S'alz??, travers?? il salottino e and?? a sedere innanzi al pianoforte, sullo sgabello di reps rosso; le mani corsero agilmente sulla tastiera, mentre la testa accompagnava il ritmo con voluttuoso abbandono.

??? ?? Mon r??ve ??, ??? annunzi?? d'un tratto. ??? Il mio sogno!

Era una romanza, per soprano. La Teobaldi lanci?? alcuni trilli preliminari, cos?? acuti che parvero lacerar l'aria, poi inizi?? una nenia lagrimosa con un ritornello singhiozzante; la cantatrice tremolava da capo a piedi, e le si agitavano i riccioli grigi sulla fronte; essa aveva gli occhi levati in alto, quasi a cercare il suo sogno tra gli arabeschi stampati del soffitto.

A Loredana parve che stonasse due o tre volte; del resto la fanciulla non sapeva se ridere o piangere, se gridar di rabbia per quella visita sfacciata o cercar di svagarsi al grottesco spettacolo. Pensava a Filippo, che le note tristi del piano e la cantilena funebre le facevan desiderare ancor meglio, con un impeto disperato e selvaggio. Dov'era? Che faceva? Egli pure la desiderava cos??, la cercava con la mente e col cuore? E aveva visto la mamma sua?[53]

Un grido straziante interruppe il suo pensiero; la vecchia aveva finito e restava con la bocca spalancata, con gli occhi fissi al soffitto e i riccioli definitivamente sciolti sulla fronte, come fulminata dalla passione traboccante. Ma non udendo parola di elogio, si gir?? sullo sgabello, guard?? la ragazza, e disse:

??? Eh?...

??? Canta molto bene, ??? rispose Loredana.

??? No; non voglio complimenti. Ma che bella romanza, eh?

??? Bellissima.

??? C'?? tutta un'anima qua dentro! Gi??, io mi commuovo troppo!

Loredana vide infatti che la vecchia aveva gli occhi lucidi per le lagrime, e si dolse di non poter piangere a sua volta per quel ?? Mon r??ve ?? ch'era cos?? diverso da quello che la fanciulla aveva in cuore.

La Teobaldi fece un mezzo giro sullo sgabello, si ritrov?? innanzi al piano e cominci?? un galopp.

??? ?? Folletto! ?? ??? disse, enunziandone il titolo. ??? Le piace ballare?

La risposta di Loredana si perdette tra una tempesta di note senza tempo e senza misura, che la vecchia accumulava con frenesia, come se il ballabile le avesse fatto perdere ogni nozione musicale.

Ma quel fracasso e la vista della donna che nell'ebbrezza di una danza imaginaria dimenticava anche la presenza di lei, crebbero la tristezza di Loredana; ella si alz??, fece cadere a[54] bella posta il coltellino delle frutta, smosse le sedie e riusc?? ad interrompere la musica del ?? Folletto ??, che gi?? le pareva interminabile.

??? Ho un po' di emicrania e desidero riposare, ??? disse alla Teobaldi, che s'era rigirata sullo sgabello. ??? Spero che scuser??....

??? L'emicrania! Ha l'emicrania e non me lo dice! ??? esclam?? l'altra, drizzandosi in piedi. ??? Vada, vada a riposare; io le porter?? una boccetta di sali, un rimedio infallibile.... Esco e torno subito....

??? No! ??? disse Loredana bruscamente, atterrita dal nuovo supplizio che la vecchia le minacciava. ??? Ho bisogno di stare sola. La ringrazio!

La Teobaldi guard?? la fanciulla e cap?? che avrebbe insistito vanamente; la voce l'aveva scossa, aveva sentito un fremito di sdegno e di antipatia in quella che pareva la pi?? docile e la pi?? timida delle ragazze.

??? Va bene, va bene, ??? mormor??. ??? Buon riposo, dunque; sar?? cosa da nulla. Arrivederla, signora....

I suoi occhi cercarono istintivamente di nuovo la mano sinistra di Loredana; e la vecchia non aggiunse ?? contessa ??.

Ma il supplizio della sua presenza, evitato pel momento, si rinnov?? pi?? tardi, si rinnov?? nei giorni successivi. La Teobaldi, non avendo assolutamente nulla da fare, s'appiccicava alla giovane, l'accompagnava alle Grotte, la seguiva sulla strada di Sirmione, veniva a coglierla quando stava sola in giardino, si presentava in salotto[55] chiedendo di rievocare al piano qualche ballabile antico o qualche canzone della sua giovinezza.

E parlava, parlava, parlava, in dialetto veronese, infaticabilmente; parlava di s??, degli amici suoi, di Loredana, del conte, dei pescatori, di gente del paese che la ragazza non conosceva affatto, dell'orario dei piroscafi, dei trionfi del defunto Teobaldi tenore, dei vini e dei cibi dell'albergo, dei dissapori tra l'oste e l'ostessa, della moda e della cucina, della vita di Venezia, dell'amore antico e dell'amore moderno; e di tutto a rifascio, senza nesso, passando dall'uno all'altro argomento e non mutando mai voce....

Una volta domand??:

??? Lei, quando si ?? sposata?

Loredana fremette e sent?? che impallidiva; ebbe la tentazione di rispondere seccamente, brutalmente: ?? Non sono sposata; non voglio commedie! ?? Ma gliene manc?? l'ardire, e balbett??, guardando in un angolo:

??? Il mese scorso....

??? A Venezia non ?? vero? ??? incalz?? la Teobaldi.

Loredana non rispose.

Le due donne erano in giardino; la fanciulla sedeva sul parapetto, fissando l'acqua verdastra del lago e i piccoli e i grossi pesci che passavano aspettando qualche manciata di briciole; la vecchia, adagiata in una poltroncina di vimini, lavorava all'uncinetto.

??? Gi??, ??? disse, tanto per concludere qualche suo pensiero. Poi aggiunse: ??? Io mi sono sposata a sedici anni, nel.... nel....[56]

Ma non trov?? subito una data decente, s'imbrogli?? e corresse:

??? Bei tempi! Si figuri ch'io era bionda come il grano, avevo un busto cos??, un piedino cos??....

Loredana, senza badarle, raccolse un pugno di ghiaia e lo gett?? nel lago, scompigliando il corteo dei pesci.


VIII.

Arrivato a Venezia, Filippo si rec?? a palazzo Vagli.

Erano le cinque; sua madre riceveva.

Egli, indugiatosi un istante nella grande sala, nella quale non era alcuno, ud?? le voci che provenivano dal salotto attiguo. Parlavano, a volta a volta, sua sorella contessa Ada de Idris, la contessa Osvaldi, la contessina Fioresi, e dall'acciottol??o di chicchere e di piattini si comprendeva che le gentildonne stavano bevendo il t??.

Filippo era per ritirarsi e salire nel suo appartamento, allorch?? la contessina Fioresi, tutta vestita d'azzurro, usc?? correndo dal salotto, vide Filippo che s'era messo innanzi a uno specchio il quale occupava intera una parete, e si mise a ridere.

??? Colto in flagrante! ??? esclam??. ??? Si fa bello, qui, solo? Ma la contessa Bianca ci annunciava poco fa che lei era in campagna....[57]

??? Dalla campagna non si pu?? tornare? ??? disse Filippo, sorridendo e stringendo la mano alla fanciulla dai capelli fulvi.

??? Chi c'??? Chi c'??, Giselda? ??? chiesero pi?? voci dal salotto.

??? C'?? Flopi che si arriccia i baffi! ??? rispose Giselda Fioresi; e ridendo usc?? per andare a prendere una cartella di musica.

??? Davvero, Flopi? ??? esclam?? la contessa Bianca, apparsa subito sul limitare.

Ella era alta e magra, vestita di scuro; dal volto pallido spirava un'aria di maest?? e di dolcezza insieme; gli occhi castani avevano sguardi placidi e dritti; la bocca ben disegnata, col labbro inferiore un po' sporgente, sorrideva volontieri. Tutti i capelli della contessa Bianca erano candidi come neve e un poco ondulati.

Filippo si chin?? a baciarle la mano; ella lo baci?? in fronte e gli disse, presto, sottovoce:

??? Che hai fatto? Che hai fatto?

Ma anche le altre signore apparvero sulla soglia, e Filippo si avanz?? per salutarle.

??? Dove sei stato fino a oggi? ??? domand?? la contessa Ada de Idris, ch'era bionda e aveva una carnagione rosea delicatissima.

??? In giro, sono stato, ??? rispose Filippo. ??? Avevo qualche cosa da sbrigare a Milano e a Torino.

La contessa Osvaldi, piccoletta, irrequieta, bruna, diede in una risata; ma Filippo non se ne cur??, perch?? quella rideva sempre.

Tornarono nel salotto, tappezzato di stoffa antica, giallina ad arabeschi tenuemente rosei, che[58] un raggio di sole, penetrando dal balcone prospiciente il Canalazzo, sembrava cospargere d'una imponderabile polvere d'oro.

Ada de Idris, ripreso un discorso interrotto dall'arrivo di Filippo, parl?? della campagna. Il conte de Idris era in campagna, e Ada doveva raggiungerlo; poi sarebbero andati a Lucerna, dove l'anno prima s'erano molto affaticati e punto divertiti.

??? O perch?? vi ritorni? ??? domand?? Filippo, prendendo una tazza di t?? dalle mani di sua madre.

??? Sai che Leopoldo non vuol campagne romantiche; odia le chaumi??res....

??? E anche ton coeur? ??? chiese sbadatamente la contessa Osvaldi.

Ma le chiacchiere furono interrotte di nuovo.

Entr?? il conte Lombardi, alto e calvo, che, vedendo Filippo, fece un gesto di piacevole maraviglia, and?? a baciar la mano alle signore, e disse:

??? Tornato?... Io ti faceva cos?? lontano!

??? E perch??? ??? rispose Filippo. ??? L'ultima volta che ci siamo visti....

??? Ma s??, alla stazione, ??? seguit?? il conte Lombardi. ??? Mi sembravi nervoso, allegro, inquieto....

Filippo, che stava in piedi presso un alto stipo di mogano a fregi d'oro sbiadito, sent?? gli sguardi di sua madre.

??? Anzi, ??? continu?? il Lombardi, ??? ti avevo invitato a pranzo, tu avevi accettato, noi ti abbiamo atteso.... e ti rivedo ora, da quel giorno!

??? Questa ?? grossa, Flopi! ??? disse Ada.[59]

??? Hai ragione; non so come scusarmi, ??? convenne Filippo, sorridendo, ma noiato per quel ricordo.

??? Ti dir?? io come puoi essere scusato, ??? rispose il conte Lombardi. ??? Vieni a pranzo da noi, domani. ?? detta?

??? ?? detta! ??? ripet?? Filippo, pensando che aveva sperato di ripartire subito, ma che a quel secondo invito bisognava arrendersi.

??? Ecco, benissimo, ??? osserv?? Ada de Idris. ??? Domani vai a pranzo da Lombardi, e domani l'altro mi accompagni a Vittorio, da Leopoldo, e ti fermi da noi.

??? No, cara, ??? disse Filippo recisamente. ??? Ho da fare qui.

??? Ha da fare a Venezia, in luglio! ??? esclam?? la contessa Osvaldi, ridendo. ??? Voi avete da fare a Milano, a Torino, a Venezia! Mi sembrate un ministro....

??? Anzi, la negazione d'un ministro, ??? corresse il conte Lombardi. ??? Un ministro non ha mai da far nulla, in nessun paese del mondo!

Filippo non segu?? oltre la conversazione; s'avvicin?? a uno dei poggiuoli, gett?? un'occhiata distratta in Canalazzo, dove non passava che una gondola lenta.

Quei discorsi, quegli accenni a persone e ad abitudini familiari, quelle amiche, tutto lo noiava. All'infuori di sua madre, nessuno pareva conoscere l'ultima scappata di lui; ma le poche parole scambiate in quei brevi istanti, gli facevan comprendere che si sarebbe saputo tutto da tutti, poco pi?? tardi.[60]

La sua vita, la vita a Venezia, tra quella societ?? aristocratica tanto esigua di numero, era troppo nota, confidenziale, metodica. Si svolgeva sempre tra le medesime persone, che ripetevano, senz'accorgersi forse, le medesime occupazioni, ogni anno, ogni giorno. Le donne erano strette in gruppi; gli uomini erano stretti in gruppi; nulla poteva sfuggire in quel circolo nel quale egli pure era chiuso da anni.

Giselda Fioresi gli pass?? daccanto col suo fascicolo di musica.

??? Dunque, ??? ella disse. ??? ?? stato in campagna? Ora si ferma?

??? Le pare? ??? rispose Filippo. ??? Fermarmi a Venezia? Credo che la mamma parta a giorni; e io rimarrei qui solo?

??? Allora accompagna la mamma, come sempre?...

Come sempre! Egli guard?? la fanciulla, che gli stava innanzi, col suo fascicolo sotto l'ascella, il busto eretto, i capelli fulvi arruffati sulla fronte. Era graziosa; gli occhi avevano qualche lampo di malizia, e la bocca, schiudendosi, mostrava bei denti.

Filippo si mise a ridere.

??? Come sempre? ??? ripet??. ??? Io vorrei invece quest'anno far qualche cosa di diverso.

??? Ah, bene! ??? esclam?? Giselda. ??? Allora al Polo Nord, in cerca d'avventure.

??? Gi??, in cerca d'avventure! ??? mormor?? Filippo.

??? Mi dispiace. Speravo vederla in campagna!

Filippo s'inchin?? leggermente.[61]

??? Lei ?? molto gentile. Ma, le avventure? Le avventure a San Don???

La fanciulla scosse la testa, lo guard?? un attimo, rise con gli occhi:

??? Eh, siamo d'accordo! ??? disse. ??? Se ha intenzione di fare il matto, San Don?? non le conviene. Mi dispiace, ripeto!

Veramente non sapeva nemmen lei, Giselda, perch?? la partenza di Filippo le spiacesse, e non sapeva perch?? andasse ripetendoglielo; ma la vita di quell'uomo aveva il curioso potere di irritarla, a quando a quando. Avrebbe voluto mettersi a cavalcioni d'una sedia, accendere una sigaretta e udirlo raccontare ci?? che faceva e ci?? che pensava. L'ignoranza alla quale era costretta, la pungeva continuamente.

??? Bene, ??? concluse. ??? Buone avventure, dunque!

??? Ma no; non vorrei che desse alle mie parole un significato che non hanno. Intendo fare un piccolo viaggio, ecco tutto! ??? spieg?? Filippo.

??? E a me lo racconta? ??? esclam?? Giselda, allontanandosi.

??? Che originale! ??? pens?? Filippo con un sorriso, mentre la seguiva con gli occhi.

Ella and?? a parlare con la contessa Bianca.

??? La ringrazio, ??? disse, mostrando il fascicolo di musica. ??? Fra un paio di giorni glielo rendo!

??? Ma non importa, bambina! ??? esclam?? la contessa Bianca ridendo. ??? Fra un paio di giorni io sar?? gi?? forse in campagna.

??? Sola; perch?? Filippo va a fare un viaggio. Al Polo Nord, mi ha detto....[62]

La contessa lanci?? un'occhiata interrogativa a suo figlio, che finse di non vedere e di non comprendere.

Ma quando le dame e il conte Lombardi si congedarono, verso le sette, Filippo si avvicin?? a sua madre, le baci?? di nuovo la mano sorridendo, e disse:

??? Ebbene, mamma, so che tu sei inquieta....

??? Sono sdegnata, Flopi, ??? rispose la contessa Bianca, severamente, pur non potendo abbandonare il diminutivo col quale sempre aveva chiamato il figliuolo. ??? Sono sdegnata per quello che so e per quello che si dice....

??? Quanto a quello che si dice, ??? osserv?? Filippo, ??? non ?? il caso di curarsene; a Venezia si dice sempre qualche cosa di qualcuno, per ozio e per abitudine. Quanto a quello che sai....

??? ?? questo! ??? interruppe la contessa, con gli occhi vivi di luce, fissando il figlio. ??? Tu hai fatto fuggire di casa una onesta ragazza e te la sei portata via; con quale coscienza, con quale diritto? Che ne farai, quando il vergognoso capriccio sar?? sazio e non potrai pi?? mentire? Mi spaventa l'idea che tu sia di quelli i quali, per un istante di concupiscenza, osano spezzar la vita d'una donna e abbandonarla a un destino orrendo; e mi sembra anche ridicolo che tu, a trentasei anni, non sappia calcolar l'importanza delle tue azioni e non veda dove tu vai....

Filippo, ch'era seduto in una poltroncina assai bassa, quasi alle ginocchia di sua madre, la guard?? pi?? inquieto per la verit?? semplice[63] e logica delle sue parole, che non per lo sdegno onde s'era imporporato il bel viso pallido di lei.

??? Bisogna conoscere gli ambienti, ??? egli osserv??.

??? Gli ambienti? ??? ripet?? la contessa. ??? C'?? dunque un ambiente nel quale tu abbia il diritto di non essere onesto? Se questo ambiente esiste, un gentiluomo non deve mettervi piede.

??? E d??lli! ??? esclam?? Filippo, allungando la mano fino a togliere da un tavolino un astuccio, e accendendo una sigaretta. ??? Tu sei rigida come la matematica! Non ti dico che io abbia il diritto di essere disonesto; ti dico che ogni colpa ha le sue attenuanti.

La contessa si alz??, passeggi?? lentamente pel salotto, a capo chino, meditando; e dopo un istante di silenzio, disse:

??? Forse noi non ci comprendiamo. Tu credi che io voglia ascoltare le attenuanti della tua colpa per giudicarti. No, di questo non mi occupo, perch?? le tue attenuanti non mi commoverebbero, e la colpa ??, in ogni caso, alla tua et??, nella tua posizione, imperdonabile ed enorme.

Fece una pausa; sedette di nuovo, sopra un divano, all'altro angolo del salotto. La luce morente che entrava dai poggiuoli aperti illumin?? i bei capelli candidi della signora e il viso un po' roseo per l'interna agitazione; c'era in quella donna forte ancor qualche cosa di giovane e di fresco, una purezza di linea e d'espressione, che pareva riflettere la purezza del sentimento e del pensiero. Nei suoi occhi non era mai passata un'ombra.[64]

Soggiunse:

??? Ma ?? di lei, capisci? che io mi preoccupo! Di quella, giovinetta, di quella illusa, di quella tua vittima, io voglio sapere. Che ne farai? ?? spaventevole pensare che tu non abbia il concetto giusto della vita....

Filippo, che stava scuotendo la cenere della sigaretta in un piattino d'argento, alz?? la testa.

??? No, tu non sai, ancora oggi, che cosa sia la vita, perch?? non sai che valga una creatura di Dio. Credi che quella fanciulla sia nata pel tuo piacere, che il suo corpo, la sua anima, la sua intelligenza, i suoi sentimenti, le sue speranze, i suoi sogni giovanili, tutto quanto ?? pi?? misterioso, pi?? delicato, pi?? nobile ed alto in una creatura umana, credi sia stato creato per te, perch?? tu ne goda e ne abusi, perch?? tu ne decida come un padrone e un giudice. E di una fanciulla, ti fai una concubina; e di una concubina farai una donna perduta! Mi parli di attenuanti, per questo delitto di prepotenza e di superbia, per questo scandalo, per questa ribellione alla volont?? di Dio? Non ce ne sono, non potresti essere scusato che quando tu mi dicessi d'esser diventato pazzo. Soltanto a un pazzo non si chiede conto di ci?? che fa; soltanto un pazzo pu?? essere perdonato se reca ingiuria a Dio nelle sue creature....

Sotto quell'irruenza, stretto in quella inesorabilit?? di logica, toccato nei sentimenti intorpiditi ma sempre vivi coi quali era stato allevato, Filippo non os?? replicare. Mormor?? soltanto:

??? Se non mi lasci dire una parola, mamma....[65]

La contessa si rischiar?? in volto e aggiunse con voce subitamente pi?? calma:

??? Hai ragione.

??? Io non ti posso rispondere, per ora, intorno alla sorte della ragazza, ??? seguit?? Filippo. ??? Fui travolto da un impeto di passione, ed ?? giusto che tu mi rimproveri la mia debolezza; ma appunto perch?? la passione era ed ?? sincera, non posso risponderti circa l'avvenire che ?? serbato a me e a quella ragazza.

??? Tu mi spaventi! ??? interruppe la contessa, levandosi in piedi. ??? Non ho mai udite parole cos?? gravi dalla tua bocca.

??? Gravi e leali, mamma, perch?? non voglio ingannarti, ??? rispose Filippo, guardando sua madre con occhio tranquillo. ??? Ma devo aggiungere subito che comunque gli avvenimenti si svolgano, io non dimenticher?? n?? il nome che porto, n?? i doveri che ho verso una fanciulla onesta e buona....

??? E vai cos??, alla ventura, senza un'idea, senza la stessa percezione di ci?? che fai? ?? deplorevole, ?? veramente deplorevole....

La contessa tacque; aveva udito, lontano, fin dalle ultime camere, un passo cauto e lento; indi a poco, sulla soglia comparve un valletto in livrea verde scura, e s'inchin??.

??? Pranzi in casa, Flopi? ??? disse con voce mutata la contessa. ??? Dammi il braccio. Stasera siamo soli.


[66]

IX.

Col pretesto di mutarsi finalmente d'abito e d'indossare lo smoking, Filippo sal?? nel suo appartamento dopo pranzo, e scrisse una lunga lettera a Loredana, che le avversit?? gli rendevano pi?? cara. Dovette confessarle che il soggiorno a Venezia si sarebbe prolungato oltre le previsioni, perch?? non gli riusciva di sottrarsi a qualche invito e fors'anche a una gita nelle campagne di suo cognato de Idris.

S'affacci?? a una finestra e vide il Canal Grande immerso quasi totalmente nell'oscurit??, con qualche linea pi?? nera, una gondola, che passava silenziosa, distinta appena dal fanale piccolo e rossastro. I palazzi, in fila, come spettri bianchi che si dessero la mano, erano muti e chiusi; ai pali innanzi alla gradinata scorse gi?? alcune gondole ferme, che avevan recato i visitatori, i pochi amici non ancora partiti per la campagna. Le note d'un valzer gli giunsero all'orecchio, e nel Canal Grande, da una gondola lontana, arriv?? la strimpellata vivace e improvvisa d'un mandolino. Poi pass?? una barca, zeppa d'uomini e di donne, illuminata a palloncini, silenziosa; era una serenata, che s'avviava nel bacino di San Marco, presso i grandi alberghi; e di nuovo l'oscurit?? e la quiete pesante si stesero sul Canale.[67]

Filippo discese e pass?? qualche ora in salotto, a fianco di sua madre.

Gli ospiti ridevano ascoltando le chiacchiere del conte Mercatelli, piccolo, pelato, rosso in volto, che magnificava il sonno.

??? ?? Le sommeil ??, ??? diceva, rivolto a una francese, madame de la Chaux. ??? ?? Le sommeil ??; io non conosco che questa volutt??: dormire, dormire, dormire quanto mi ?? possibile. Se non avessi dormito tanto, avrei fatto certo qualche cosa di straordinario.... Ma dormire mi piace, mi piace troppo! Sembra che l'anima si volatilizzi, che il corpo si riduca in una materia imponderabile. ?? Qu'en dit madame de la Chaux ???

E senza aspettare che madama, vestita di violetto scuro, con un merletto prezioso sui capelli grigi, enunziasse una risposta, il conte Mercatelli seguit??:

??? ?? Moi, je vous assure ?? che l'imprevisto non si trova, se non nel sonno. Dove potreste incontrare qualche cosa che somigli a un sogno, nella realt?? d'ogni giorno? Uomini che volano, bestie che parlano, mostri non mai veduti, gioie, terrori, fughe, combattimenti, scene che si dissolvono e si sovrappongono.... ?? Moi, je vous assure que votre Dumas n'est qu'un imb??cile en comparaison de ce romancier in??puisable qui s'appelle r??ve.... ??

Madame de la Chaux ebbe un debole sorriso.

Filippo disse qualche parola a un domestico, fece preparare il tavolino da giuoco, e mentre le dame e le fanciulle ascoltavano quella specie di conferenza sul sonno, egli sedette al tavolino[68] col conte Lombardi, col marchese di Spinea e con Berto Candriani.

Berto Candriani era temutissimo per la sincerit?? pazzesca delle sue parole. Egli diceva ad alta voce tutto quel che pensava e tutto quel che sapeva, a costo di parere insolente o mal educato. Qualcuno in societ?? aveva espresso il dubbio ch'egli fosse un po' matto, e poich?? questa induzione accomodava molte cose, risparmiava la noia di indignarsi e toglieva ogni valore a quanto raccontava, tutti convennero ch'egli era un po' matto e che bisognava lasciarlo fare.

Del resto, bel giovane non ancora trentenne, snello, con capigliatura nera foltissima e occhi castagni dallo sguardo pungente, piaceva alle signore, che ne ambivano la lode, perch?? rara.

Egli, quella sera, aveva tentato pi?? volte di dire a Filippo ci?? che gli stava fitto in testa dal momento che l'aveva visto; ma il tema della conversazione, la presenza della contessina Fioresi e di qualche altra fanciulla, glielo avevano impedito.

Appena i quattro uomini furono appartati pel giuoco, presso la finestra d'angolo, Berto Candriani disse a Filippo:

??? Dunque, come va?

Filippo s'aspettava qualche razzo di quei famosi, ma ormai, dopo le spiegazioni con sua madre, poco gli importava ci?? che si poteva dire.

??? ?? vero, ??? domand?? Berto quietamente, ??? che hai fatto scappar di casa una ragazza?

Il conte Lombardi e il marchese di Spinea, che disponevano le carte nella sinistra, alzarono[69] sbalorditi il capo, e videro Filippo che sorrideva.

??? Ti sembra, ??? egli rispose, ??? che se avessi una ragazza per le mani, starei qui a giuocare?

??? Evvia, Flopi! Polvere negli occhi! Non sei mica vecchio per niente, e fai le tue cose benino, pian pianino, in punta di piedi.... Insomma, questo ?? l'ultimo pettegolezzo e dovevo pur dirtelo!

Filippo fece un cenno con la testa, come per ringraziare il Candriani della sua premura; e nell'intervallo seguente, Berto riprese:

??? M'hanno detto che ?? un tesoro, quella ragazza! Una delle nostre pi?? belle e pi?? caratteristiche borghesi....

??? Sai che ho buon gusto! ??? rispose Filippo, sempre sorridendo.

??? Gi??; ma mi dispiace che il cattivo gusto sia dall'altra parte! ??? mormor?? Berto con rammarico sincero.

I giuocatori diedero in una risata. Rison?? la voce del conte Mercatelli, che diceva:

??? Dormendo circa dodici ore al giorno, io mi trovo benissimo....

??? O perch?? non va a dormire anche adesso? ??? osserv?? Berto, senza curarsi di abbassar la voce.

E seguit?? la partita; mentre la contessina Giselda Fioresi, che non si divertiva a parlar con le altre fanciulle, dopo aver gironzato qua e l?? a occhieggiare i vecchi quadri che conosceva da tempo, and?? a mettersi alle spalle di Filippo, guardando il giuoco.

??? Non so, ??? disse Berto Candriani, ??? perch??[70] voglia portar fortuna a Flopi, contessina. ?? gi?? tanto fortunato! Venga dalla mia parte.

Giselda non rispose, e coll'indice sottile indic?? a Filippo una carta che doveva giuocare. Filippo obbed??.

??? Andiamo, andiamo! ??? esclam?? il Candriani. ??? ?? proibito immischiarsi nei giuochi degli altri. Il giuoco di Flopi ?? poi cos?? pericoloso!

La fanciulla non batt?? palpebra, e indic?? a Filippo un'altra carta. Ma le parole di Berto Candriani le parvero oscure, e trov?? conveniente non allontanarsi, per udir qualche cosa di pi?? significante. Alla fine di quel giro, Filippo s'era avvantaggiato molto sugli avversarii, e Berto Candriani, mentre il conte Lombardi mischiava le carte, protest??:

??? Io la sequestro, tesoro mio! Lei fa vincere Flopi per ridere di noi. Le assicuro che il nostro amico non ha bisogno di lei, proprio non ha nessun bisogno!

??? Com'?? noioso! ??? esclam?? Giselda. ??? Stia zitto e tiri avanti!

??? Bisognerebbe fargli la cura di Mercatelli, ??? osserv?? Filippo. ??? Se dormisse dodici ore al giorno, sarebbero tante chiacchiere di meno.

Berto diede un'occhiata a Giselda, sempre ritta alle spalle di Filippo; era giovane e magra; l'abito leggero lasciava trasparir gli omeri scarni e delicati; il corpo esile faceva pensare alla donna futura, non pi?? magra ma snella, non pi?? scarna ma sottile e flessibile. I capelli fulvi, illuminati dalla luce elettrica, davano al volto bianco qualche ombra viva e tagliente.[71]

Filippo sembrava non accorgersi della presenza di Giselda.

??? Mi pare un gatto che vigila, ??? pens?? il Candriani. ??? Se la porti via anche questa?

Ma la partita finiva; la contessina Fioresi volse le spalle ai giuocatori, torn?? fra le donne, e subito trov?? un appiglio per interloquire.

??? Mi direte voi, ??? chiese Berto al Lombardi e al marchese di Spinea, ??? che cosa ha questo vecchio satiro per piacere alle ragazze?

??? Vecchio satiro! ??? esclam?? il marchese di Spinea. ??? Ma non ha quarant'anni; e che cosa dovresti dire di me, che ne ho cinquantasette?

??? Satiro decrepito! ??? sentenzi?? il Candriani. ??? Filippo, occhio alla Fioresi! Quella sta facendo una passione per te, vorr?? scappare anche lei.

Filippo stette ancora muto. Egli rispondeva raramente a Berto Candriani; dacch?? lo si era classificato per matto, Filippo lo lasciava parlare, e il pi?? delle volte non ascoltava nemmeno le sue parole, col pensiero rivolto altrove. Cos??, se non fosse stata la necessit?? incoercibile di dire tutto quanto gli frullava pel capo, Berto Candriani, a sua volta, non avrebbe mai parlato con Filippo; e quando v'incappava, se ne pentiva sempre.

Egli si alz?? indispettito e and?? a raggiungere il conte Mercatelli, che fumava una sigaretta, sdraiato sopra un divano, beatamente, gli sguardi perduti in alto.

??? Ci??! ??? disse Berto. ??? Non dormi? Vattene, su; ?? quasi mezzanotte....[72]

??? Hai ragione, ??? rispose il conte mansueto. ??? Nel mio letto starei tanto bene!

Si mosse, and?? a porgere il saluto alla contessa Bianca, alle signore, agli amici, ed usc?? lentamente.

Poco dopo, anche gli altri visitatori presero congedo.


X.

Quella notte, Filippo Vagli sent?? crudelmente la solitudine in cui lo piombava l'assenza di Loredana. Vag?? fino ad ora tarda per le calli deserte, immerse in un'ombra che un fanale rompeva a pena, e salito in una gondola si fece condurre alla ventura; i rii, coi muri delle case a picco, parevan chiusi, senz'aria; ora la gondola sfiorava la scalea d'un palazzo, ora scivolava lungo qualche casipola, dalle finestre della quale giungeva il chiacchier??o infaticabile delle popolane; e se una gondola passava rasente, era una visione d'ombra, una linea nera e fugace, un uomo ritto a poppa, una figura indistinta sdraiata sui cuscini; poi silenzio, rotto dal remo che grondava acqua.

Allorch?? torn?? a casa, Filippo not?? quel che gi?? aveva sentito durante il giorno: la sua camera non gli diceva pi?? nulla, il suo ricco appartamento, al quale era andato per tanti anni recando belle cose d'arte e oggetti di pregio, non[73] gli importava pi?? dell'appartamento d'un albergo. Le ore gli sembrarono eterne; il pensiero di quella ragazza, lasciata sola in un piccolo paese, in un alloggio che differiva poco da una taverna, gli martell?? il cervello tutta notte.

Prese sonno verso l'alba; e non si svegli?? da quel torpore se non quando gli parve che qualcuno camminasse cautamente per la camera.

Era un servo, mandato dalla contessa Bianca, la quale, vista l'ora tarda, temeva che Flopi stesse poco bene.

??? Che ora ??, Piero? ??? domand?? Filippo.

??? Sono le undici, signor conte.

Piero stava immobile presso il letto ad aspettare gli ordini.

??? Va, va! ??? gli disse il conte. ??? Non ho bisogno di nulla. Avverti la contessa che mi alzo subito.

E poco dopo, mentre attendeva alle cure della persona, Filippo sent?? la noia plumbea per quelle ore che ancora gli toccava di passare a Venezia, per il pranzo dei conti Lombardi, per le chiacchiere insulse alle quali avrebbe dovuto prestare orecchio. Egli era irritato e malcontento. Dopo una colazione quasi sempre silenziosa, perch?? sua madre cercava ella pure di schivare allusioni ed argomenti spiacevoli, egli usc??, gironz?? qualche tempo in Piazza e sotto le Procuratie, fece parecchi acquisti per Loredana, e quasi senz'accorgersi, camminando lentamente, si trov?? nel campiello, innanzi alla casetta bianca della piccola amica.

Egli aveva promesso a Loredana di portar notizie[74] di lei alla sua mamma; e quando rivide la casa, con quelle finestre bifore, alle quali la fanciulla s'affacciava un giorno per salutarlo; e quando sent?? la familiarit?? di quel tranquillo angolo di Venezia, dov'egli veniva per salvarsi dalle omel??e della contessa Fausta, per vivere la vita modesta degli altri e dimenticar la propria, inutilmente ricca e fastosa; quando mille ricordi semplici e graditi gli tornarono in folla al pensiero, Filippo non si perdette a riflettere oltre: si avvicin?? alla porta, dipinta in verde scuro, con un bel battente di bronzo foggiato ad anello che una testa di leone teneva fra le mandibole; e suon?? il campanello.

A una delle finestre si affacci?? indi a poco la domestica, piccoletta e nera in viso, che voleva bene alla fanciulla.

Essa fu cos?? stupita alla vista di Filippo, che mand?? un'esclamazione:

??? Maria a te provveda! Il conte! Il conte! Il conte!...

E d'un subito si mise a correre per la casa, in cerca della signora, gridando a perdifiato:

??? Il conte! Il conte! Il conte!

La signora De Carolis, che era occupata a stirare, accorse tutta maravigliata e tremante; si affacci?? alla finestra ella pure, s'assicur?? che il visitatore era il conte Vagli, e infine si decise a tirare il cordone.

La porta s'aperse, e Filippo entr??.

In alto della scala, proprio sull'ultimo gradino, vide ritta e pallida la signora Emma; la quale, senza rispondere al saluto di lui, scese qualche[75] scalino per abbreviar la distanza, e domand?? con voce rauca:

??? E Lori, dov'???

??? Sono venuto a portarle sue notizie, ??? rispose Filippo, salendo con la signora, tuttavia incerto dell'accoglienza. ??? Sta bene, mi parla sempre di lei.

Passarono innanzi alla domestica, la quale rimaneva a bocca aperta, guardando Filippo con ammirazione attonita.

??? Buon d??, Rosa! ??? egli le disse.

E l'altra fece una riverenza, non potendo esprimere la voglia d'aver notizie della signorina.

La signora Emma e Filippo entrarono in quella saletta dal pavimento a piastrelle bianche e rosse, dove il conte e la fanciulla avevano concertata la fuga; Filippo not?? subito, sopra una mensoletta di legno, una figurina di biscuit, che abitualmente era sulla tavola, e che un giorno la ragazza andava girando e rigirando, mentre l'amico le susurrava all'orecchio parole ardenti d'amore e speranze di giorni felici.

Egli prese le mani della signora De Carolis, e le disse con voce malcerta:

??? Io devo chiederle perdono. Le ho portato via Loredana, la sua Lori! Ma essa ?? oggi felice con me. Ho fatto male, ho agito per impulso, ciecamente. Non oso scolparmi, lo vede! Pure, Loredana ?? felice, e questo non risponde a tutti i suoi dubbii, a tutte le sue paure?

La signora scosse tristemente la testa e ritrasse le mani dalle mani di Filippo.

??? No, ??? ella rispose. ??? Sarebbe felice se[76] potesse andare a fronte alta: ma cos??, quale umiliazione! Ora non comprende; comprender?? pi?? tardi.... ?? una fanciulla disonorata; non ha nome; e nessuno creder?? all'amore. Il mondo ?? cattivo; sar?? accusata d'essersi venduta per vizio o per bisogno....

Filippo fece un movimento con la mano, come per protestare.

??? Oh, non neghi! ??? interruppe la signora, il cui volto bianco, dalle occhiaie scure, diceva quante notti tormentose e quante ore d'angoscia aveva passato la povera donna.

Ella sedette sopra un divano, dimenticando di accennare una sedia a Filippo; e prosegu??:

??? Nessuno di quelli che la conoscono sa ancora nulla; ma il mistero non pu?? durare pi?? a lungo, e il giorno si avvicina in cui dovr?? confessare la sua colpa. Che cosa dir?? per farla perdonare, o perch?? gli altri le siano indulgenti? Non aveva la sua mamma che le voleva bene? Forse le mancava qualche cosa, qui, dove io non pensava che a lei? Non voleva sposare quel Gianella maledetto? E io l'avrei aiutata, e io le avrei permesso di scegliersi persona pi?? degna.... Ma fuggire, ma diventar l'amante d'un uomo che non potr?? mai sposarla, e abbandonare la mamma sua, la casa, tutto e tutti, come una disperata, e rovinare la sua giovinezza!... S??, ?? giovane, era inesperta, io mi fidava ciecamente.... Io posso assolverla; il mondo rider?? di lei e di me, cadute vittime di un falso amico, d'un egoista senza cuore....

Filippo, tuttavia in piedi, col cappello di paglia[77] tra le mani, udendo l'accusa scudisciargli il viso, fece un passo, sent?? il viso avvampargli, ma si rattenne e non disse parola.

La signora Emma lo guard??, e aggiunse freddamente:

??? Si sieda! Mi parli di Lori. Dov'?? adesso?

??? A Sirmione, ??? rispose Filippo.

??? Verr?? a prenderla, ??? annunzi?? la signora con voce decisa.

??? A prenderla? ??? esclam?? il conte sbalordito.

??? S??, a prenderla. Forse sono ancora in tempo a riparare uno scandalo. Ho detto a chi mi chiedeva di lei che ?? in campagna. Ebbene, bisogna che da questa campagna Loredana ritorni. Io non confesser?? mai mai, che mi ?? fuggita di casa, capisce? Il suo ritorno, la sua presenza, la ripresa delle nostre abitudini faranno tacere le cattive lingue. Mia figlia ?? conosciuta da poca gente modesta, che certo non villeggia a Sirmione. Forse sono ancora in tempo a salvarla se Dio mi aiuta. E lei, conte, non si opporr??. Ha commesso un'azione disonesta, non vorr?? commetterne una seconda....

??? Ma io l'amo, Loredana! ??? proruppe Filippo. ??? Non permetter?? che me la portino via; io vivo per lei, cerco di renderla felice, mi allontano io pure dal mondo, per dedicare a lei le cure pi?? affettuose, e ho fatto della sua vita la mia.... Non permetter?? che me la ritolgano, a nessun costo; non permetter?? ella stessa, Loredana, perch?? mi ama e non domanda nulla a nessuno!

La voce del conte vibrava di tanta sincerit??[78] e di tanto affanno, che la signora De Carolis ne fu scossa e lo guard?? un istante, presa da esitazione.

??? Sono venuto da lei a chiederle perdono, ??? prosegu?? Filippo, ??? a chiederle perdono con una umilt?? che non ?? nelle mie abitudini. E lealmente le ho detto dove viviamo, perch?? non volevo continuare con lei una finzione antipatica; se l'avessi ingannata, se le avessi detto che viviamo a Roma o a Parigi, ora potrei ridermi delle sue minaccie.

S'interruppe e cammin?? pel lungo e pel largo nella saletta.

??? Non me la porter?? via! ??? soggiunse. ??? A qualunque costo, non me la porter?? via! Appartiene a me, ora, e a nessun'altro al mondo! Non me la porter?? via!

La signora De Carolis comprese che non poteva ragionare con un uomo in tale stato d'animo. Filippo aveva le labbra bianche e il suo corpo tremava come scosso da febbre violenta; egli si abbandon?? in una poltrona, nascose il volto tra le mani, e stette cos??, per lungo tempo, in silenzio, agitato sempre da un tremito invincibile.

Emma tacque ella pure, a lungo, guardando l'uomo superbo, ridotto da una parola come uno schiavo o come un mendico, accasciato sotto il peso della sua passione.

??? Veda, ??? cominci?? infine la signora. ??? ?? necessario! Appunto perch?? vuol bene a Loredana, la lasci tornare con la sua mamma.... Lei si pentir?? un giorno di questo rifiuto.[79]

??? Non mi pentir?? mai! ??? esclam?? Filippo, staccando le mani dal volto.

La signora De Carolis vide che le lagrime solcavano il viso del conte, ebbe un lampo forse di riconoscenza, certo di piet??, ma seppe frenarsi, e continu??, quasi non avesse notato nulla:

??? Per parlare come lei parla, bisognerebbe dirmi quale avvenire attende mia figlia. E lei non lo sa, perch?? l'avvenire di Loredana dipende dal capriccio, dalla volont??, dall'interesse del conte Filippo Vagli, il quale oggi l'ama sinceramente e domani pu?? considerarla un impaccio....

Filippo croll?? le spalle, ma la signora aggiunse, senza badargli:

??? ?? possibile che io accetti una situazione simile per mia figlia? Ripeto che forse sono ancora in tempo a impedire uno scandalo enorme; se non mi ingegnassi di riuscirvi, sarei non una madre, ma la pi?? vile, la pi?? spregevole delle donne....

Nel turbamento di tutto il suo spirito, Filippo sentiva che la disgrazia aveva dato una lucidit?? di comprensione, un'energia e una volont??, a quella donnina fragile e dimessa, quali egli non avrebbe mai potuto sospettare. La signora De Carolis aveva il viso pallido tutto rischiarato dalla luce d'una decisione, dalla speranza di salvare la figliuola; Filippo intu?? che era impossibile lottare con un sentimento cos?? forte, il quale aveva l'aureola di qualche cosa di sacro. Egli non poteva opporre che le ragioni del[80] suo amore, cio?? di un sentimento comune, fatto di egoismo, di concupiscenza, di orgoglio.

Disse lentamente:

??? Loredana penser?? che io l'ho tradita, che son venuto apposta a Venezia perch?? lei andasse a ripigliarsela, dopo quindici giorni....

??? Oh no, ??? interruppe la signora Emma, ??? io sapr?? parlarle, e le spiegher?? come sono avvenute le cose....

Segu?? un breve silenzio. Filippo era sempre seduto, con le labbra bianche, gli occhi annebbiati dal pianto: la signora Emma gli si avvicin??, gli mise una mano sulla spalla, e disse:

??? Lei non deve opporsi. Dio aiuta le madri. Se lei non mi facesse trovar pi?? la mia Lori a Sirmione, ebbene, scandalo per scandalo: agirei con la forza, come non ho osato fino ad oggi....

Il conte sollev?? il viso a fissare la donna, e rispose brevemente:

??? Non minacci!

??? No, non minaccio, ??? disse la signora pi?? calma. ??? ?? stato Dio che l'ha mandato, per quest'atto di pentimento e di sincerit??....

Tacque, guard?? Filippo, che pareva in quell'istante un fanciullo domato, un mendico febbricitante, cos?? scosso dal tremito implacabile. La signora si ritrasse, perch?? non voleva mostrar gli occhi che le si velavano di pianto, e usc?? in fretta.

Filippo rimasto solo, si guard?? intorno come trasognato....

Era dunque la realt??, quella? Non doveva pi?? vedere Loredana, la sua bella, la sua cara amica,[81] e non pi?? baciarne i capelli bruni dai riflessi dorati, e non pi?? udirne la parola, e non pi?? farla fremere di piacere e di gioia? Quale demonio l'aveva cos?? scioccamente condotto in quella casa, a chiedere un pi?? sciocco perdono, a dire stupidamente dove Loredana era nascosta?

Tutto crollato, tutto finito in un lampo! E Loredana, la fiduciosa amica, abituata a considerar lui come il pi?? forte, il pi?? libero, il pi?? saggio degli uomini? Che avrebbe pensato?...

La porta della saletta si aperse ed entr?? la signora Emma, recando ella stessa un vassoio col caff?? e una bottiglia di liquori.

??? Prenda qualche cosa, ??? ella disse. ??? Le ho preparato un caff??; beva una goccia di cognac.

Essa vers??, mise innanzi il vassoio a Filippo, riemp?? di cognac un bicchierino, glielo porse: egli lasciava fare, macchinalmente, e sorbiva il caff??, senza sentirne il gusto.

??? Non capisco, ??? disse a un tratto, rimettendo sul vassoio la chicchera. ??? Non capisco. Loredana torna qui? Lei va a riprenderla?... E io....

La signora Emma non rispose, ma Filippo incalz??:

??? Mi dica: non la vedr?? pi???

E poich?? la signora rimaneva sempre silenziosa, anch'egli non domand?? pi?? nulla, e rest?? immobile, con gli occhi fissi nel vuoto, come a seguire qualche fantasma spaventevole.

Finalmente si alz??, prese il cappello, stese la mano alla signora De Carolis, e usc?? senza far[82] parola. In anticamera, la domestica lo aspettava per dirgli qualche complimento, ma vedendolo cos?? pallido e sfatto, corse in cucina e vi si richiuse, perch?? egli non avesse a soffrire incontrandola in anticamera.


XI.

Il sole che arroventava il campiello e illuminava le case con una luce quasi insopportabile, ebbe potere di scuotere Filippo da quell'accasciamento che pareva sonnambulismo. Si drizz??, sentendo che le spalle gli si erano incurvate, e si guard?? intorno con occhio sicuro.

Perdere Loredana? Obbedire a sua madre? Tutto finito, tutto crollato?

??? Parto col primo treno, ??? promise a se stesso. ??? Arrivo a Sirmione, prendo Loredana e questa sera saremo lontani e sicuri. Qualunque cosa, piuttosto di perderla. Ho commesso una fanciullaggine con sua madre; bisogna riparare subito, subito, subito....

Non aveva ancor finito il suo pensiero, che una voce nota gli rison?? alle spalle.

??? Guardalo qui! Dove vai, cos?? meditabondo?

Era Berto Candriani, che, fattoglisi al fianco, lo squadr?? e rimase stupefatto.

??? Accidenti! Che cosa t'?? successo? Ti hanno bastonato?

Filippo gli disse con voce secca:[83]

??? Non ho voglia di scherzare, Berto!

??? E non scherzo. Mi dispiace sinceramente di vederti cos??, come ti fosse avvenuto qualche cosa di molto grave. Eri tanto allegro iersera....

Il conte non rispose, e i due uomini procedettero qualche tempo senza far parola urtati dalla gente che passava per le calli; ma quel giorno doveva essere singolarmente disgraziato per Filippo, perch?? allo svolto d'una viuzza s'imbatt?? col conte e con la contessa Lombardi.

??? Ah, bene, bene, bene! ??? esclam?? il conte Lombardi, aprendo le braccia, come per impedire il passaggio ai due amici. ??? Venite a proposito!

La contessa ebbe un sorriso di compiacenza alla vista di Filippo, che le stava innanzi a capo scoperto e la salutava.

??? Abbiamo la gondola a due passi di qui, ??? ella annunzi??, ??? e si parlava, proprio di voi, Flopi. Noi facciamo un giro, e vi conduciamo con noi. Anche Berto Candriani ci far?? compagnia....

??? Un giro? ??? ripet?? subito Berto con circospezione. ??? Che cosa deve intendersi per un giro, contessa?

??? Muoviamoci, ??? ella rispose. ??? Noi impediamo il passaggio alla gente. Ora entriamo in gondola, e vi spiegheremo.

La contessa Lombardi era ancora piacevole, bench?? avesse valicato la quarantina. Il suo corpo era svelto, i capelli eran chiari, gli occhi vivi; solo la carnagione aveva perduto la sua freschezza; ma poich?? la contessa dichiarava ella per prima di esser vecchia e finita, tutti la[84] guardavano con simpatia e la trovavano assai pi?? giovane di quanto non dicesse.

Arrivati al traghetto dove aspettava la gondola a due remi, la contessa vi mont??, Berto vi balz?? dentro, dicendo:

??? Spiegateci il giro!

Ma Filippo disse:

??? Contessa, io devo scusarmi....

??? Ah bah! ??? esclam?? la contessa. ??? Flopi, voi mi fate pensare che la nostra compagnia vi dispiaccia. Quando noi vi facciamo un invito, voi avete subito pronta una scusa.

??? Cara contessa, siete crudele! ??? mormor?? Filippo.

??? Oh, a proposito, ??? aggiunse il conte Lombardi. ??? Ricordati che sei a pranzo da noi, stasera.

??? Dunque, vi decidete? ??? domand?? la contessa, guardandolo.

Filippo comprese che bisognava decidersi, si appoggi?? al braccio del gondoliere, e sal??....

Il giro della contessa dur?? per pi?? ore; la gondola, spinta con agile vigor??a, usc?? dal bacino di San Marco in un batter d'occhio, e prese il largo verso il Lido, poi, per le Vignole, arriv?? a San Francesco del Deserto.

La contessa Lombardi e Berto Candriani erano allegri.

??? Non ?? vero che almeno cos?? godiamo un po' di fresco? Sentite che bel fresco, Flopi? ??? diceva la contessa.

Filippo aveva perduto ogni velleit?? di ribellarsi. Le ore passavano e gli cadevano sul cuore[85] come goccie di piombo, con un presentimento funesto; ma egli era troppo abituato alle commedie del mondo perch?? il suo volto lasciasse trasparir l'angoscia febbrile alla quale tutta l'anima sua era in preda. Sarebbe partito l'indomani: ormai bisognava adattarsi e non far pesare i proprii dolori sugli amici che volevan godere la sua compagnia.

Con un rude sforzo riusc?? a dominarsi e parve felicissimo di quella gita, di quello sciup??o di tempo, infinitamente prezioso per lui; scherz?? con Berto Candriani, il quale non sapeva comprendere una mutazione cos?? rapida, ed era stupefatto; Filippo fece anche un po' di corte alla contessa, col consenso del marito, che sorrideva.

??? Io non so dove tu sia stato, ??? osserv?? a un tratto il conte Lombardi. ??? Se ne raccontan di belle, a questo proposito....

??? Di bellissime, ??? rincalz?? Berto.

??? Non so dove tu sia stato, Flopi, ma la campagna ti ha fatto bene. Sei allegro....

??? Allegro, ??? ripet?? Filippo, sentendo l'ironia di quella affermazione.

Tornavano verso Venezia, e la citt?? si scorgeva tutta bianca, come tutelata dall'angelo d'oro del campanile vetusto: i palazzi marmorei parevan da lungi portentosi ricami, fragili merletti diuturnamente lavorati dall'uomo e dal tempo; le acque ai loro piedi si stendevan placide, con un trasparente color di smeraldo, che gli ultimi raggi di sole facevano scintillare.

??? Ma io vorrei sapere, ??? osserv?? la contessa, ??? che cosa si dice della campagna di Flopi....[86]

I tre uomini si guardarono.

??? Ecco, ??? disse Berto Candriani, ??? si dice che....

??? ?? sottinteso, ??? interruppe Filippo, ??? che voi, contessa, non crederete parola di quanto sta per raccontarvi Berto. Voi conoscete quest'uomo? Il pi?? fantasioso dei maldicenti....

??? Non creder?? nulla, ??? rispose la contessa. ??? Ma vorrei sapere.

??? Si dice, ??? continu?? Berto Candriani, ??? che Flopi, innamorato d'una bella, d'una bellissima ragazza, sia scappato con lei.

La contessa Lombardi diede in una risata.

??? Che pazzo! ??? esclam??. ??? ?? scappato, ed ?? qui in gondola, al mio fianco?

Berto croll?? le spalle.

??? Siete ingenua, contessa, mia! ?? qui per un giorno o due. Domani sar?? scomparso di nuovo.... Sa far le cose da maestro, la vecchia volpe....

La contessa stette un momento a pensare, poi osserv??:

??? Credevo meglio. Queste cose vanno sempre a finir male; e se l'avventura ?? come si racconta, Flopi ha perduto la testa davvero.

Filippo sorrise con l'indifferenza dell'uomo che ascolta cose senza alcun senso.

??? ?? come ve la racconto io, ??? assicur?? Berto Candriani. ??? Fuga romantica con giovinetta.

La contessa alz?? le spalle.

??? Via, via, ??? esclam??, ??? sono maldicenze sciocche: sarebbe nato uno scandalo senza esempio, e invece non c'?? che qualche diceria.... Voi non sapete ragionare, povero amico![87]

??? Oh guarda, ??? protest?? il Candriani, ??? Flopi scappa con una ragazza, e chi non sa ragionare sono io! Voglio mettermi anch'io a far fuggire le fanciulle, per vedere se mi troverete ragionevole....

Gli amici risero, e la conversazione fu mutata.

A Venezia, giunsero sull'imbrunire; Filippo e il Candriani, scendendo dalla gondola presso la piazza San Marco, presero congedo per correre a casa a mutarsi d'abito e per ritrovarsi indi a un paio d'ore nuovamente dai conti Lombardi.

Non appena fu solo, nella sua camera, Filippo sent?? calargli sulle spalle il peso di quella giornata nefasta, l'accoramento per la sorte di Loredana. Gli torn?? il pensiero d'andarsene subito, di giungere in piena notte a Sirmione, di prendersi la fanciulla e fuggir lontano.

Ma di nuovo, le abitudini lo dissuasero. Era impossibile mancare al pranzo, dar quella clamorosa conferma alle voci delle quali il Candriani s'era fatto eco. Bisognava partire all'alba; ormai non si trattava pi?? che di poche ore, dell'ultimo sacrifizio.

Quando Filippo, in marsina, con una gardenia all'occhiello, varc?? la soglia del palazzo Lombardi, egli aveva dipinta in viso una tale espressione di pace, che lo si sarebbe giudicato l'uomo pi?? tranquillo del mondo.

Berto Candriani, il quale l'aveva preceduto di poco, rimase, al vederlo, stupefatto per la terza volta.


[88]

XII.

Loredana, accasciata per la lettera nella quale Filippo le annunziava che la sua lontananza si sarebbe ancora prolungata di alcuni giorni, stava sul divano, a occhi chiusi, non udendo, non pensando, nella disperazione di far passare quel tempo che doveva essere eterno.

Le fiamme della gelosia cominciavano a divorarle il cuore. La societ?? alla quale apparteneva Filippo e nella quale era momentaneamente rientrato, pareva alla fanciulla singolarmente pericolosa. Egli vi avrebbe ritrovato Fausta e mille altre donne come quella, aiutate dal lusso e dall'eleganza. E che cosa poteva far lei, povera ragazza ancora ingenua, contro le mal??e di quelle femmine sapienti, cariche di gioielli prodigiosi, ornate di tutte le grazie? Per la sua fantasia inesperta i convegni mondani eran come convegni d'amore nei quali Filippo avrebbe dimenticata presto la piccola amica che soffriva.

E il pensiero venne a colpirla con tanta durezza, che la fanciulla balz?? in piedi, corse nella camera da letto, ne usc?? con un largo cappello bianco che piant?? risolutamente in testa, e s'avvi??, tenendo un ombrellino scarlatto fra le mani.

Nel vestibolo trov?? la signora Teobaldi, la quale s'avviava appunto dalla ragazza per strimpellare[89] il piano. Clarice era vestita alla Pompadour, con amplissimi disegni sul corsetto e sulla gonna: questa, troppo corta, lasciava scoperti i piedi calzati di scarpe bianche; e cos?? abbigliata, coi fianchi prominenti, la figura tozza, la Teobaldi pareva una trottola accuratamente pitturata di fresco.

??? Esce? ??? ella domand?? con voce triste.

??? S??, vado a passeggiare, ??? rispose Loredana. ??? Vuol tenermi compagnia?

Eran le quattro; il sole abbruciava, la luce era acciecante, sugli alberi strillavano le cicale.

Clarice, fattasi sulla soglia, gett?? un'occhiata intorno, aggrott?? le terribili sopracciglia, e disse:

??? Non so se mi convenga arrischiare....

??? E perch?? no? ??? chiese Loredana stupita.

??? Sa, per la voce; potrei prendere un riscaldo....

La fanciulla croll?? le spalle e usc??.

Voleva andare a quelle Grotte di Catullo che avevano visto la sua felicit??, quando vi passava con Filippo quasi l'intera giornata, imaginando d'esser con lui in un'isola perduta dell'Oceano. Ma per la certezza che quei ricordi, uniti all'amaritudine presente, l'avrebbero fatta soffrire di soverchio, Loredana s'avvi?? sulla strada di Sirmione, verso la strada provinciale.

Camminava adagio, riparata dall'ampio ombrellino scarlatto, e guardava gli alberi, l'erba, l'acqua, le barche dei pescatori, per distrarre la mente, perdendosi in osservazioni oziose. Si ferm?? a rintracciar fra l'erba una cavalletta, stette a vedere una lucertola che, immobile, la fissava[90] coi piccoli occhi neri e acuti. A un punto della strada, alcuni monelli uscirono a giuocar coi noccioli delle pesche, e Loredana assistette a una partita, come un monello essa pure.

Cos?? s'era gi?? dilungata verso la strada provinciale, quando da un nugolo di polvere che si scorgeva lontano, comprese che una carrozza s'avvicinava; e perch?? la cosa non era troppo frequente, Loredana sedette sopra un muricciuolo, aspettando l'arrivo insolito. La vettura correva rapidissima e si udiva il tintinn??o dei campanelli.

Un pensiero balen?? nel cervello di Loredana:

??? Fosse Filippo?

Ma non volle fermarsi a quell'idea, assurda, e che pur le faceva battere il cuore con tanta ansiet??.

Del resto la carrozza era ormai a pochi passi. Loredana si alz?? in piedi, gett?? un'occhiata, e vide....

Era possibile? Aveva visto bene? Non si trattava d'un'allucinazione?

La carrozza procedette ancora per alcuni metri, poi si ferm??, e una donna ne discese, torn?? indietro a corsa, grid??:

??? Lori, Lori, Lori!

Loredana le and?? incontro, smarrita, felice, non riuscendo a comprendere; e sulla strada, innanzi al vetturale attonito, madre e figlia s'abbracciarono e si baciarono piangendo.

??? Vieni con me, ??? disse la signora De Carolis alla figlia. ??? Andiamo all'albergo. Devo parlarti....[91]

Le due donne saliron di nuovo nella vettura, che riprese la sua corsa.

??? Oh mamma, come sono felice! ??? esclam?? Loredana, tornando ad avvinghiarsi al collo della madre, e baciandola con forza. ??? Chi ti ha detto che ero qui? Sei venuta a farmi compagnia? Sono sola, tutta sola. Starai con me. C'?? una bella camerina all'albergo, e te la far?? preparare subito, subito, perch?? devi essere stanca, con questo caldo. Ah, come sono felice, mamma! Mi pareva che qualche cosa mi chiamasse per questa strada!

Mentre ascoltava le parole e rendeva i baci, Emma andava considerando la sua figliuola, cos?? elegante nell'abito leggero di seta cruda color d'oro, con la vita stretta in un'alta cintura rossa, con quell'ombrellino scarlatto dalla impugnatura d'avorio bruciato.

Era molto bella, e molto diversa da un giorno. Il soffio misterioso dell'amore le aveva dato un'espressione nuova, inconsciamente pi?? ardita; se prima era ammirata, adesso poteva svegliare la concupiscenza e accendere la passione degli uomini. Ma Loredana pareva ignorare e il mutamento compiuto e la significazione pericolosa della sua bellezza. Tutto pareva ella ignorare; anche l'abisso in cui era precipitata, dal fondo del quale sorrideva a sua madre.

Emma evit?? di rispondere, il cuore stretto da uno struggimento oscuro; per fortuna il supplizio dur?? poco; la carrozza giunse innanzi all'albergo, e Loredana, svelta e leggera, balz?? a terra, e stese la mano ad Emma.[92]

Una donna assisteva a quell'arrivo impensato: Clarice Teobaldi, la quale, pavoneggiandosi nell'abito troppo corto alla Pompadour, passeggiava avanti all'albergo, per farsi ammirare da alcuni pescatori, che la guardavano con ironia mal celata.

Loredana si volse, vide la Teobaldi e sorrise.

??? ?? tornata in carrozza? ??? disse l'altra, sorridendo a sua volta. ??? Credevo fosse arrivato il signor conte.

??? No, ?? la mamma, la mia mamma! ??? esclam?? gioiosamente Loredana.

La Teobaldi fece un inchino alla signora De Carolis, che la squadr?? con un'occhiata, non rispose al saluto, ed entr?? nell'albergo, seguita dalla fanciulla.

Quando giunsero alla camera di Loredana, Emma, appena varcata la soglia, si volse e chiuse l'uscio a chiave.


XIII.

Quella era la camera che aveva visto e tutelato gli amori di Loredana con Filippo; tra quelle pareti s'era svolto il dramma eterno della fanciulla che si tramuta in donna; e forse ogni oggetto, ogni mobile, ogni ninnolo conservava un ricordo, aveva un significato pei due amanti.

Emma De Carolis gett?? uno sguardo a sua figlia, e disse bruscamente con voce secca:[93]

??? Sono venuta a prenderti.

Loredana, la quale era in piedi, ancora col cappello in testa, non pot?? frenare un sussulto, e ripet??:

??? A prendermi?

??? A prenderti, ??? annunzi?? Emma di nuovo. ??? A prenderti e a condurti a casa. Credi che sia venuta qui per assistere a questo scandalo, a questa vergogna? Su; levati codesto abito, metti il tuo vestitino nero; fa presto, perch?? non abbiamo tempo da buttar via.

Loredana, udendo quella rampogna espressa con voce fredda, decisa, che non avrebbe attesa mai da sua madre, divent?? pallidissima e si appoggi?? allo schienale d'una sedia. Non comprendeva ancora bene, ma intuiva oscuramente che il suo amore era finito, spezzato, cancellato per sempre.

??? V??stiti, ??? ripet?? Emma. ??? Fa presto.

La fanciulla le si avvicin??, ma non os?? stendere le braccia, per attirarla a s??.

??? Mamma, ??? disse, ??? che cosa avviene?

Si pass?? una mano sul viso, come per fugare una nube che le avesse ottenebrato la vista; e seguit??:

??? Mamma, non comprendo....

??? Lo so; lo so, che non comprendi, ??? rispose Emma. ??? Obbediscimi; va a vestirti; ti spiegher?? tutto, dopo.

??? Ma dove andiamo, mamma? ??? esclam?? Loredana, stendendo le mani quasi ad implorare.

??? Dove andiamo? A casa; torniamo a casa nostra, a Venezia.

La fanciulla fece ancora un gesto, smarrita, guardandosi intorno.[94]

??? E Filippo? ??? domand??. ??? Lo sa, Filippo, che sei venuta, a prendermi?

Emma si sent?? avvampare la faccia ed ebbe un lampo nello sguardo.

??? Filippo? ??? ripet??. ??? Io, tua madre, ho da chiedere il permesso al conte Vagli per riprendere la mia figliuola? E tu obbedisci a lui, piuttosto che a me?... Lori, non farmi parlare, non tormentarmi....

Le due donne eran di fronte e si guardavano, ambedue timorose di far male e tuttavia nell'impossibilit?? di capirsi. Loredana tremava da capo a piedi, come gi?? Filippo aveva tremato innanzi ad Emma; ma la fanciulla, invece di piangere e di smarrirsi, sentiva tumultuare nell'animo una ribellione sorda, imperiosa, veemente, che a pena era frenata dalla presenza della madre.

??? Filippo, ??? essa mormor??, ??? Filippo non sa nulla, e io non posso partire cos??, senz'avvertirlo. Mi ha scritto che torner?? fra qualche giorno; ebbene, mamma, aspetta; glielo dirai tu, che io devo tornare a casa....

Emma non pot?? trattenersi, avanz?? qualche passo, afferr?? un braccio della figliuola, e la scosse con forza.

??? Ma che cosa dici? ??? esclam??. ??? Chi ?? Filippo? Che diritti ha su di te, perch?? tu non possa muoverti senza il suo beneplacito? Io non so chi sia, colui.... ?? un libertino che ti ha sedotta; e io devo aspettarlo qui, per chiedergli il permesso di riprendere mia figlia? Che cosa dici, pazza?[95]

Per la durezza di quelle parole, per la stretta nella quale sentiva preso il braccio, per le offese lanciate a lei e al suo amante, Loredana proruppe. Si liber?? dalle mani di sua madre, fece un passo indietro, e con gli occhi scintillanti, colla persona eretta come se tutti i nervi si fossero tesi rudemente nel suo corpo fragile, ella rispose:

??? Ma ?? inutile, sai? ?? inutile che tu insista! Io non parto: io non mi muovo.

??? Lori, ??? mormor?? Emma, ??? pensa a quel che fai....

??? Non parto, non mi muovo, se prima non ?? tornato Filippo, ??? rincalz?? Loredana con voce che le usciva tronca dalle labbra. ??? Filippo ha dei diritti, su di me; tu puoi ignorarli; io non posso, se non sono una ragazza spregevole. I suoi diritti non li ha inventati lui; glieli ho dati io, perch?? l'amo, e ho abbandonato ogni cosa per seguirlo. Egli non mi ha sedotta; gli volevo bene, gli voglio bene oggi pi?? che mai; vivo qui sola, in questo paese, per lui. Che colpa ha Filippo in tutto questo? Se anche avessi sposato Adolfo, oggi vorrei bene a Filippo, perch?? non ho mai amato che lui; e perci?? Filippo ?? un libertino? Se anche fosse? Io lo amo, gli ho dato tutti i diritti su di me, e tanto peggio per me, dunque! Del resto, mamma, non ?? questione di diritti. Io dovrei partire senza avvertirlo? Egli torna, felice di stare con me, e non mi trova pi??? Che cosa mi ha fatto, per trattarlo a questo modo? Non parto, non mi muovo, fin che io non lo abbia rivisto....[96]

Emma ascolt?? in silenzio; il suo sdegno, a mano a mano che la figlia parlava, andava cadendo. Ella raffrontava mentalmente le parole di Filippo con le parole di Loredana, e sentiva di trovarsi alle prese con una passione senz'argini, fatta d'impeto, contro la quale era impossibile agire con la forza.

Sedette in una poltrona, e quando Loredana tacque, ella disse, addolcendo la voce:

??? Capisco che lo ami. Lo ami pi?? di me. Io sono una povera mamma. Ero venuta per perdonarti.... Quante mamme avrebbero perdonato?

Udendo quella voce, la solita voce buona di sua madre, Loredana s'avvicin??, si mise in ginocchio presso la poltrona, ricinse con le braccia il busto di Emma; e mentre le scendevan le lagrime silenziose per le gote, susurr??:

??? S??, mamma. Io ti voglio tanto e tanto bene....

Esit?? un istante, poi aggiunse con qualche incertezza:

??? Ma per Filippo ?? un'altra cosa; non lo amo di pi??, lo amo diversamente. E non posso, credimi, abbandonarlo in questo modo.... Tu mi hai perdonato, mamma; e sono cos?? felice! Ma non posso abbandonare Filippo senza dirgli una parola.... Ah tu non sai come voglio bene a te, come voglio bene a lui! Ho tanto sofferto, pensando a te, che eri sola; non ho mai avuto un giorno di requie; non dirmi che io ti ho dimenticata....

Cautamente, mentre Loredana parlava, Emma le tolse il lungo spillo e le liber?? la testa dal[97] cappello, posandolo sulla tavola vicina; poi con la mano leggera le accarezz?? i bei capelli dai riflessi dorati.

??? Lo so, ??? disse, ??? che mi vuoi bene. E per ci?? ti ho perdonato. Ma il mio perdono, vedi, non servir?? a nulla, se non potr?? aiutarti....

??? Aiutarmi, come? ??? interrog?? Loredana stupita.

??? Nessuno sa che tu sei fuggita col conte. A tutti io ho narrato che sei fuori, in campagna, presso una famiglia amica. La cosa ?? parsa vera, e non si parla pi?? della tua assenza; ma i giorni passano, e se tu non torni, verr?? il momento ch'io dovr?? confessare la tua fuga.... Hai capito, Lori? Io dovr?? confessare la tua fuga, e tu non potrai pi?? tornare a Venezia, se non vorrai che tutti ti segnino a dito, e ridano di me e di te. Hai capito, Lori? Ecco perch?? son venuta a prenderti; siamo ancora in tempo; il tuo ritorno sembrer?? naturale, e con l'aiuto di Dio, se nulla di peggio avverr??, questa brutta pagina della tua giovinezza sar?? un mistero per tutti. Hai capito, Lori?

Loredana tentenn?? il capo, e si alz??, asciugandosi gli occhi.

??? Non me ne importa niente, ??? disse poi. ??? Perch?? devo occuparmi di ci?? che si dir?? un giorno?... Tu agisci, mamma, come se io un giorno dovessi sposare Adolfo Gianella o qualche altro. Io appartengo a Filippo, e apparterr?? sempre a lui. Non si tratta d'una pagina della mia[98] giovinezza; si tratta della mia vita intera, che ho donata a Filippo.... Gli altri non esistono pi?? per me.

La madre sospir??, mulinando di pronunziar qualche parola decisiva, e temendo di pronunziarla; fece sedere la fanciulla sulle ginocchia, le fece appoggiar la testa alla sua spalla, e osserv?? cautamente:

??? Dici bene, Lori. Hai dato la tua vita intera al conte. Ma se il conte si stancasse di te, e se tu comprendessi un giorno che gli sei di peso?

Loredana balz?? in piedi, guardando sua madre con gli occhi spalancati.

??? Non dirlo, mamma! Non lo pensare nemmeno! ??? esclam??. ??? Sai qualche cosa tu? Ti hanno raccontato qualche cosa di lui?

Emma allung?? le braccia, fece sedere di nuovo la figlia in una poltroncina ch'ella aveva avvicinato; e di nuovo con voce dolce e piana, disse:

??? Non so nulla, cara, non mi hanno raccontato nulla. Ma gli uomini sono facili a stancarsi e a mutare....

??? Filippo ?? diverso, sentenzi?? Loredana prontamente.

??? Il conte, ??? osserv?? Emma, ??? gode una posizione privilegiata, ha abitudini signorili; pu?? stancarsi non di te, ma della vita che per te sar?? costretto a condurre; forse i parenti gli daranno dei dispiaceri, e, non conoscendoti, giudicheranno che tu sia una donna cattiva. Il conte ?? ricco, e si fa presto a supporre che una ragazza[99] viva con lui non per amore, ma per calcolo.

Loredana ascoltava inorridita, con le mani strette, fremendo come l'avessero obbligata a piegarsi e a guardare in un gorgo minaccioso, dal quale presto ella doveva essere ingoiata.

??? Che cose ripugnanti mi dici, mamma! ??? esclam??, torcendo istintivamente la bocca.

Ma Emma sorrise con tristezza, e accarezz?? le mani della figlia, bianche, dalle lunghe dita.

??? Son cose vere, di tutti i giorni, ??? ella disse poi. ??? Ed ?? per questo ch'io son venuta a prenderti. Ah, imagina, Lori, che sarebbe di me, se dovessero accusarti non solo di aver gettato il tuo onore, ma di esserti venduta a un ricco! E non pensi che potrebbero sospettare anche di me, come se io avessi visto, compreso e permesso? Io sola conosco la verit??; io sola ho udito le tue parole e le parole del conte....

Si morse le labbra, volle aggiustar la frase, ma gi?? Loredana l'aveva afferrata e gi?? di nuovo, con un balzo, era dritta innanzi a sua madre.

??? Di Filippo? ??? grid??. ??? Hai udito le parole di Filippo? L'hai visto, dunque? ?? stato da te? Che cosa ti ha detto?... Anch'egli mi ama, non ?? vero? Me l'aveva promesso, che ti avrebbe fatto giungere mie notizie; ma egli ?? venuto a trovarti.... Vedi come ?? leale? Se volesse abbandonarmi, se pensasse di potere stancarsi di me, non verrebbe a parlarti.... Dimmi quando l'hai veduto; che cosa ti ha detto?

Emma dovette raccontare, e raccont?? della visita e del colloquio avuto con Filippo; la fanciulla[100] stava attenta, quasi senza respirare, accompagnando la narrazione di sua madre con brevi cenni del capo; e quando Emma ebbe finito, Loredana torn?? a sedersi e rest?? a lungo muta e cogitabonda.

??? Infine, ??? ella osserv?? a un tratto, ??? egli ha acconsentito alla tua idea, e ti ha permesso di venire a prendermi. ?? molto strano il suo amore....

??? Io l'ho persuaso, ??? disse Emma.

??? Oh aveva paura, dunque? ??? domand?? Loredana. ??? Di che cosa aveva paura? Io non ho avuto paura di nulla, quel giorno....

Tacque nuovamente; a poco a poco l'espressione del suo viso mutava, diventando chiusa e dura, come se uno spasimo contraesse i muscoli del bel volto giovanile; la fronte bianca e fresca fu solcata da una ruga, e le labbra si strinsero, mostrando agli angoli una piega di disgusto.

Ella s'alz??.

??? Aspettami, ??? disse. ??? Mi svesto, indosso il mio vestitino nero, e poi partiamo!

Emma, che aveva colto con l'occhio intento la mutazione rapidissima di quel viso, che aveva notato la inflessione recisa della voce, che vedeva la figlia impallidire, volle seguirla.

Loredana entr?? nella sua camera da letto, si guard?? intorno come avesse sentito tremare il pavimento sotto i piedi; s'avvicin?? a un baule per aprirlo; poi si ferm?? ancora, passandosi una mano sul volto e sulla fronte.

??? Ora partiamo, ??? ella ripeteva. ??? Ora partiamo. Aspettami.[101]

Ma, d'un tratto, mentre s'inchinava per sollevare il coperchio del baule nel quale conservava il suo povero abito nero, mand?? un grido e cadde a terra di schianto.


XIV.

L'albergo fu sossopra; accorsero alle grida della signora De Carolis l'albergatrice e la signora Teobaldi; poi uscirono ambedue, soffiando e galoppando, e tornarono l'una con una bacinella d'acqua fresca, l'altra con una boccetta di sali.

In ginocchio presso la figlia sempre immobile a terra, Emma le aveva slacciato il busto; ma non riusciva a sollevarla.

La Teobaldi si prov?? a darle mano, e mentre s'affannava all'opera pietosa, ud?? il laceramento del corpetto alla Pompadour, che non aveva potuto resistere agli sforzi inusitati della cantatrice. Allora ella usc??, ancora galoppando, con la faccia color paonazzo, e torn?? seguita dall'albergatore; il quale sollev?? Loredana come un fuscello, l'adagi?? sul letto, e si ritir?? subito.

??? Lori, ??? susurrava la madre, ??? Lori, tesoro mio, amore mio....

??? Le faccia fiutar questa boccetta, ??? consigli?? la Teobaldi, ??? ?? miracolosa! Povera fantolina; le sar?? rimasta la colazione sullo stomaco....

??? Ma no, ??? rispose Emma. ??? Mi dia dell'acqua fresca.[102]

La Teobaldi rec?? la bacinella, e con la mano Emma spruzz?? il viso della figlia, due, tre volte.

Loredana sospir?? infine, profondamente, e il seno bianco si sollev?? come per un singulto.

??? Lori, ??? susurr?? Emma, ??? amore mio, sono qui.

??? Ecco, ecco! ??? esclam?? la Teobaldi. ??? Rinviene; apre gli occhi....

Apriva gli occhi, infatti, Loredana, e li volgeva intorno senza raccapezzarsi; ma incontr?? lo sguardo di sua madre e sorrise, allungando una mano per prender la mano di lei. Emma le copr?? il viso di baci, piangendo e balbettando parole di tenerezza.

??? Che bella scena! ??? osserv?? la Teobaldi, colpita nel suo sentimento estetico. ??? Che bella scena d'amor materno!

Loredana riconobbe la voce, e mormor?? a sua madre:

??? Mandala via!

Emma si volse.

??? Io la ringrazio, signora, ??? disse alla Teobaldi. ??? Lei ?? stata molto gentile....

??? Non lo dica, non lo dica, ??? interruppe Clarice, ??? io voglio molto bene a sua figlia. Come si fa a non volerle bene?

Si avvicin?? al letto e si rivolse a Loredana:

??? Sta meglio, signora? Ah, ma com'?? bella, cos??!... ?? vero che sta meglio? Un po' d'imbarazzo, forse. E poi, nella sua condizione di giovane sposa, un malessere momentaneo pu?? avere tanti significati....

Emma fremette da capo a piedi, quasi fosse[103] stata punta. Quell'udir chiamare sua figlia ?? giovane sposa ??, quell'allusione a una maternit?? possibile, la richiamarono d'improvviso alla realt?? senza illusioni.

??? Lasciamola, lasciamola, ??? disse alla Teobaldi, ??? ha bisogno di riposare, adesso. La ringrazio di nuovo, signora.

La Teobaldi salut?? ancora Loredana, salut?? Emma, ed usc?? tra il frusc??o dell'abito alla Pompadour e della sottana inamidata.

??? Non ti spaventare, ??? disse la fanciulla a sua madre, non appena l'uscio fu chiuso alle spalle della cantatrice. ??? Sto bene, ora; possiamo partire....

E fece l'atto di scendere, ma Emma la rattenne.

??? No, ??? disse. ??? Puoi aspettare; partiremo stasera.

Ella avvicin?? una poltrona e sedette; Loredana chiuse gli occhi, e per lungo tempo le due donne non pronunziarono verbo, seguendo ciascuna i proprii pensieri. Il silenzio era pesante; non risonava nell'albergo alcun rumore, e appena dal basso veniva il mormor??o del lago, che lambiva la casa; di tanto in tanto, s'udiva l'ultimo frinire delle cicale, salutanti il sole ch'era presso al tramonto.

A un tratto Loredana volse il capo, e domand??:

??? Ti ha detto lui, che io era qui? Ne sei ben sicura, mamma?

??? Come potrei ingannarti, amore mio? ??? rispose Emma.[104]

??? E ti ha permesso di venire a prendermi?

??? Ha dovuto cedere; ha pianto, ha pregato, ma ha dovuto cedere....

La fanciulla sorrise con amarezza.

??? Io, ??? disse poi, ??? io non ti avrei detto nulla, se fossi stata Filippo; o se per disgrazia mi fosse avvenuto di dirtelo, sarei partita subito, subito, avrei preso con me colei che amavo, e mi sarei nascosta ben bene. Io avrei fatto cos??.

Emma non rispose, e vi fu un'altra pausa lunga.

??? Ma che cosa fa, a Venezia? ??? riprese Loredana. ??? Te lo ha detto?

??? No.

??? ?? tornato nella societ?? elegante, ??? mormor?? la fanciulla, quasi parlando con se stessa. ??? Dice che non pu?? muoversi, perch?? deve rispondere alle cortesie e agli inviti che gli fanno; e io ero qui, sola, di giorno e di notte, in un paese che non conosco, dove tutti mi guardano in cos?? strana maniera!

Tacque; poi, d'improvviso, domand??:

??? Che cosa voleva dire quella sciocca?

??? Chi, Lori? ??? chiese Emma.

??? La Teobaldi.

??? Non ho udito nulla.

??? Ma s??: ha detto che il mio malessere pu?? avere tanti significati....

Emma alz?? le spalle con disdegno.

??? E una sciocca, lo hai detto, ??? mormor??.

Verso le otto, pranzarono in silenzio, rapidamente. L'albergatrice, che le serviva ella stessa a tavola, indovin?? qualche avvenimento grande,[105] e, chieste notizie della ?? signora contessa ??, non domand?? altro; poi dispose per avere una carrozza che le conducesse a Desenzano, dove avrebbero preso il treno; e fu stupita, apprendendo che lasciavano i bauli e le valigie.

Era un'idea di Emma, la quale non voleva portarsi a casa i regali e il corredo fatti dal conte a sua figlia.

??? Vuol dire che tornano? ??? osserv?? l'albergatrice.

??? Senza dubbio, ??? rispose Emma. ??? In ogni modo, il conte s'incaricher?? lui di dare ordini pel bagaglio.

Appena la donna fu uscita, Loredana svest?? l'abito di seta color d'oro, indoss?? presto l'abituzzo nero, che agli occhi della madre la ringiovaniva e quasi la purificava.

La fanciulla non parlava, come avesse avuto bisogno del silenzio per sostenere la sua volont?? e per trovare forza in quegli istanti crudeli, in quell'ora in cui il passato cadeva nel nulla e un avvenire torbidamente incerto le si spalancava innanzi.

Quando fu pronta, disse:

??? Aspettami, torno subito.

E prima che la madre pensasse a trattenerla, Loredana usc??, discese le scale, and?? in cerca della Teobaldi.

Era ripresa dalla necessit?? di dire una parola a Filippo, di mandargli un saluto; non poteva, da un istante all'altro, staccarsi da lui e dimenticarlo; tutta la sua anima, tutto il suo corpo gli appartenevano ancora, quantunque egli le apparisse[106] ora cos?? diverso da quello che aveva sognato, cos?? cattivo e vile.

Trov?? la Teobaldi in cucina; parlava sommessamente con l'albergatrice, presso la tavola, sulla quale eran disposti i piatti e le posate sporche.

Loredana s'affacci?? alla soglia, e con voce che fece dare un sobbalzo alla Teobaldi, chiam??:

??? Signora Clarice!

L'altra le si avvicin?? senza rispondere, e la fanciulla la condusse fuori, nell'atrio; poi prese una matita, verg?? alcune parole sopra un pezzo di carta, e disse:

??? Di lei mi posso fidare?

La Teobaldi mise una mano sul petto esuberante, e rispose:

??? Tesoro mio, che cosa domanda? Io darei la vita per farle piacere.

??? Bene: lei deve spedirmi domattina questo telegramma; vada a Peschiera e lo spedisca di l??; qui non c'?? telegrafo. Ma non dica parola ad anima viva. Mi posso fidare?

Clarice ripet?? il gesto, e rispose:

??? Le ho detto: per farle piacere, darei la vita; che cosa devo dirle di pi??? Domattina alle nove sar?? fatto tutto.

??? Prenda, ??? soggiunse Loredana, ??? questo ?? il telegramma, questi sono i denari per la carrozza. Su, su, non voglio che rifiuti. Perch?? deve spender lei? E la ringrazio di cuore. Ma non parli nemmeno con l'aria.

La Teobaldi afferr?? la mano della fanciulla, e domand?? inquieta:

??? Ci rivedremo? Torner???[107]

??? S??, ci rivedremo.... Addio, grazie!

Allora Clarice non si rattenne, allung?? le braccia, si strinse Loredana al petto, baciandola sulle guancie impallidite.

??? Addio, tesoro! Addio, bellezza! Che la Madonna l'aiuti....

Sentendo in quell'abbraccio il calore d'una affezione sincera, d'una simpatia verace, Loredana si liber?? dalla stretta dolcemente, e sorrise con malinconia.

??? Che la Madonna l'aiuti! ??? ripet?? Clarice.

Ma gi?? la fanciulla saliva rapida le scale e tornava presso sua madre, la quale le veniva incontro, inquieta.


XV.

Le emozioni della signora Clarice Teobaldi non dovevano finir cos?? presto.

Quella sera stessa vide partire Loredana con sua madre nella carrozzella che le conduceva a Desenzano. La fanciulla, vestita d'un abito nero, inelegante e povero, mostrava gli occhi stanchi per il pianto, e tutto il suo corpo si reggeva a mala pena, quasi che un peso invisibile e intollerabile le gravasse le spalle.

Salita nella carrozza, fece alzare il soffietto, si rincantucci?? al suo posto, abbass?? il capo, e parve con la mente allontanarsi subito da tutto quanto la circondava. Sua madre non apriva pi??[108] bocca, ma aveva sguardi lunghi e meditabondi per la figliuola.

La vettura, part??, s'avvi?? per la strada sulla quale Loredana aveva il giorno stesso incontrata la mamma; sparve nell'oscurit?? della sera calante; qualche tempo ancora rison?? il tintinn??o dei campanelli, poi il silenzio ricadde come un velo fitto, che separasse per sempre il passato da ci?? che doveva avvenire.

La Teobaldi, rimasta sola, col cuore gonfio di gratitudine per la missione delicata affidatale da Loredana, col cuore gonfio di sconforto per la partenza della fanciulla, disdegnando esprimersi con l'albergatrice, sal?? nelle camere di Loredana, ne trov?? l'uscio aperto, entr??.

Sulla tavola stava un doppiere, che la Teobaldi ravvis?? nella penombra; ella lo accese, gett?? un'occhiata in giro, afferr?? il senso di desolazione ond'erano invase quelle camere, nelle quali s'era svolto un poema d'amore. Il piano era tuttavia aperto; in un angolo stava un grosso baule; sul divano giacevano un cappello bianco, una cintura rossa, un ombrellino scarlatto, gettati alla rinfusa, quasi con rabbia.

Nella camera da letto, dove la Teobaldi si rec??, portando con mano incerta il doppiere pesante, restavano sul cassettone ancora tutti gli oggetti graziosi, ch'ella aveva ammirato altra volta; spazzole e pettini d'avorio, uno spruzzatore d'argento, un bruciaprofumi in bronzo; innanzi al letto le pantofoline trapunte d'oro; a terra giaceva anche una camicia da notte, che la Teobaldi raccolse, piegandosi dopo non pochi[109] sforzi, e ammir?? per i bei merletti che l'ornavano.

Aleggiava nell'aria un profumo tenue, come la persona che era vissuta nella camera avesse lasciato dietro di s?? un solco misterioso, fatto di olezzo inafferrabile e penetrante.

La Teobaldi ritorn?? nel salottino, depose sulla tavola il doppiere, e si mise al piano.

Le tornarono alla mente le note di quella romanza, ?? Mon r??ve ??, che aveva cantato a Loredana; e le richiam??, dolcemente, stonando con delicatezza, quasi che la fanciulla avesse potuto ancora udirla. Ella se l'imaginava come allora, distesa sul divano, tutta bella, tutta superba del suo amore, nervosa per l'impazienza di riveder presto il conte.

Ma volgendosi, Clarice sent?? il vuoto che la circondava, e rest?? al piano assorta....

Ah, essa aveva capito subito un mistero nella giovane esistenza di Loredana, e aveva tremato subito per lei! Chi le avrebbe detto ch'ella stessa, Clarice, sarebbe stata la confidente in quel dramma, troppo semplice per non essere compreso?

Di quella fiducia insperata, la Teobaldi conservava cos?? profonda l'impressione, ch'ella si sarebbe ormai fatta uccidere piuttosto di parlarne. Non le era mai avvenuto d'essere messa a parte d'un segreto, perch?? i maligni la dicevano pettegola; soltanto Loredana aveva improvvisamente, istintivamente avvertito ch'ella sarebbe stata capace, per amor proprio e per gratitudine, d'un silenzio eroico.[110]

Non aveva nemmeno letto il telegramma affidatole da Loredana, e l'avrebbe spedito senza leggerlo.

Presa questa risoluzione, ella passeggi?? con le mani sulla tastiera ingiallita e suon?? lentamente la ?? Serenata ?? di Schubert, che le spezzava sempre il cuore, e che in quell'occasione le fece piover dagli occhi lagrime abbondanti. Pareva l'addio alla fanciulla lontana, che nel frattempo viaggiava, viaggiava, verso un destino crudele, verso una citt?? nella quale non avrebbe trovato se non memorie di giorni cancellati per sempre; pareva il grido d'un'anima stanca e delusa....

Ma la Teobaldi si dest?? di soprassalto dal suo sogno.

Aveva udito la voce dell'ostessa, la quale stava ritta sul limitare, e le diceva:

??? Che le viene in mente, signora Clarice? Bisogna chiudere, qui, perch?? mi hanno affidata tutta la roba....

??? Non penser?? mica ch'io son venuta a portarla via? ??? osserv?? la Teobaldi alteramente.

??? Dio me ne guardi! ??? esclam?? l'ostessa.

??? Bene, bene, me ne vado, ??? concluse Clarice.

Si alz?? e si avvi?? verso l'uscio, per recarsi nella sua camera; ma l'albergatrice aveva voglia di chiacchierare, e riprese:

??? Che ne dice?

??? Di che?

??? Ma di questa partenza. Ha visto com'era disfatta la signora contessa? Che ne dice, lei?[111]

??? Io? Io ho l'abitudine di non impacciarmi degli affari altrui, ??? sentenzi?? la Teobaldi. E aggiunse, con una occhiata di traverso: ??? E lei farebbe bene a imitarmi, per rispetto ai suoi ospiti!

L'albergatrice rimase intontita, fulminata da tanta austerit??, alla quale non trovava altra spiegazione se non che gli artisti son tutti pazzi da catena.

Ma intanto la Teobaldi l'aveva piantata sulla soglia; e quasi ad aumentar la stupefazione della femmina, riprese con tono imperativo:

??? Domattina alle otto, una carrozza per Peschiera!

L'ostessa spalanc?? la bocca, e allarg?? le braccia.

??? Come, signora Clarice, vuol partire anche lei! ??? esclam?? la povera donna. ??? Sarebbe offesa per quel che le ho detto, senza intenzione...?

??? Che partire! Faccio una scappata e torno; star?? fuori poco pi?? d'un'ora in tutto.

L'ostessa respir?? e non rispose altro, racconsolata.

La Teobaldi fece come aveva detto. La mattina seguente, alle otto, mont?? in carrozza, giunse a Peschiera, sped?? il telegramma senza leggerlo, si fece rilasciare una ricevuta, e torn?? a Sirmione.

Sulla soglia dell'albergo trov?? l'ostessa, che appena la vide, le and?? incontro col pi?? schietto de' suoi sorrisi, e le disse:

??? Veda, signora Clarice. Io ho chiuso l'appartamento del conte Vagli. Queste sono le chiavi, e vorrei pregarla di tenerle lei.[112]

Clarice le prese, le mise in tasca, e rispose:

??? La ringrazio; penser?? io a tutto. La ringrazio molto.

L'ostessa aveva parecchie domande da fare, ma non os??.

??? Anche la signora contessa, ??? osserv?? rientrando, ??? sar?? contenta che le tenga lei, perch?? le voleva bene.

??? Ah s??, che sia benedetta! ??? esclam?? la Teobaldi. ??? Mi voleva bene, mi stimava, mi considerava. Giovane come l'acqua, ma testa fina!...

E a vincer la tentazione di spiattellare ogni cosa, s'arrampic?? bofonchiando per le scale, e ripar?? nella sua camera.

Vi sarebbe restata tutto il giorno, contentandosi di mangiare il prosciutto e l'uva che s'era comprato a Peschiera, se verso le quattro non fosse accorsa l'ostessa trafelata a chiamarla.

??? Venga, signora Clarice, ??? ella disse alla Teobaldi. ??? ?? arrivato il signor conte, e desidera parlarle.

La Teobaldi arross?? per l'emozione.

??? Il signor conte? ??? ripet??. ??? ?? gi?? arrivato? Desidera parlarmi?...

Si diede un'occhiata, per incosciente civetteria, in uno specchio che la faceva verde; si aggiust?? i cernecchi grigi, si diede un colpo di mano alla veste, e finalmente segu?? l'altra, che aveva frenato a stento l'impazienza.

Sotto l'atrio trovarono Filippo, che passeggiava nervosamente, a testa bassa, arricciandosi i mustacchi. La Teobaldi si sent?? stringere il cuore,[113] vedendo quel viso sbiancato: si sarebbe detto che in cos?? poco tempo Filippo fosse dimagrito e che una mano invisibile lo curvasse un poco.


XVI.

??? ?? lei la signora Teobaldi? ??? egli domand?? con voce spenta a Clarice. ??? Ha lei le chiavi dell'appartamento?

Clarice si presentava gi??, le chiavi in una mano e la ricevuta del telegramma nell'altra.

??? E questo, che cosa ??? ??? domand?? Filippo guardando il pezzetto di carta.

??? ?? la ricevuta del telegramma, che ho spedito stamane per ordine della signora contessa, ??? rispose Clarice, pensando che non le conveniva far comprendere al conte tutto ci?? ch'ella aveva imaginato.

??? Ah, l'ha spedito lei! Loredana ha dato a lei questo incarico! ??? disse Filippo. ??? Lei ?? stata a Peschiera?

??? S??, signore, ??? conferm?? Clarice. ??? La signora contessa era molto buona con me.

Filippo diede un'occhiata alla Teobaldi, poi, come colpito da un pensiero improvviso, soggiunse:

??? Io devo ritirare i bauli; vuole aiutarmi a mettere un po' d'ordine, signora Teobaldi?

Clarice non credeva alle proprie orecchie; le maniere cortesi di Filippo, l'accoglienza gentile,[114] l'invito a dargli mano, la mandavano in visibilio. Ella squadr?? l'ostessa, ch'era rimasta in disparte, e rispose:

??? Io sono molto onorata, signor conte....

Filippo la precedette sulle scale, arriv?? al primo piano, aperse, fece entrare la Teobaldi, richiuse. Egli, che pur sentiva crescergli in cuore una disperata amarezza, non batt?? ciglio, vedendo sul divano il cappellino dell'amante.

??? Si sieda, ??? disse alla Teobaldi. ??? Mi aiuter?? quando le dir?? io.

Da un largo baule pendeva il mazzo delle chiavi; Filippo aperse, e riprese:

??? Ecco, signora Teobaldi; qui occorre la sua opera. Il baule della biancheria non pu?? essere spedito cos??.

Clarice si alz?? dalla poltrona, quasi spinta da una molla, e corse a vedere: la biancheria era magnifica, in tela finissima, ornata di merletti e di fettucce.

??? Ora ci penso io, ??? dichiar?? la Teobaldi.

E mentre con cura meticolosa estraeva dal baule la biancheria, per riporvela poi sapientemente, Filippo prese una sedia e si mise a sedere vicino.

??? ?? partita ieri sera, con sua madre? ??? egli domand?? in capo a un attimo d'esitazione.

??? S??, signore. Sono andate in carrozza a Desenzano, e di l?? hanno preso il treno, io credo.... Ma che stupende sottane!...

??? Ed era allegra? ??? chiese Filippo.

Clarice, che passava con un carico di sottane bianche sulle braccia, si ferm??.[115]

??? Ah no, signor conte! Anzi, ?? stata malissimo, durante il giorno.

Filippo divent?? subitamente pallido.

??? ?? stata male? ??? ripet??. ??? Per carit??, mi racconti, mi racconti tutto.

Allora la Teobaldi depose cautamente le sottane sulla tavola, prese una sedia ella pure, e raccont?? dell'arrivo di Emma, dello svenimento di Loredana, dell'invio del telegramma, senza obliare l'incidente pi?? piccolo, senza dimenticar parola, quasi avesse scritto ogni cosa ed ora rileggesse.

??? Ma come ha potuto sua madre ricondurla a Venezia, se stava male? ??? esclam?? Filippo, quando l'altra ebbe finito. ??? Come ha osato commettere questa cattiveria?... Ah Loredana, Loredana, Loredana!...

Egli chiam?? l'amante a voce alta, quasicch?? ella avesse potuto rispondergli, ed era nel suo viso una tale espressione d'ambascia, che la Teobaldi rest?? inchiodata sulla sedia, senza trovare una frase di conforto.

??? Lei non sa, ??? riprese Filippo, ??? lei non sa, non imagina che cosa sia Loredana per me: ?? la vita, capisce? Me l'han portata via, come si strappa un balocco dalle mani di un fanciullo, e vorrebbero ch'io tacessi, che figurassi anzi quasi un complice, che non la vedessi pi??.... Non veder pi?? Loredana, le pare possibile?

La Teobaldi fece un gesto disperato con le mani, come a dire: ?? Impossibile ??, ma il gesto richiam?? Filippo alla percezione della realt??; sent?? quasi meraviglia di trovarsi di fronte alla[116] vecchia dalle sopracciglia al nerofumo e di sorprendersi a parlarle con tanta confidenza. Mut?? voce, e disse:

??? Vogliamo riprendere il lavoro?

Clarice riprese tosto, e, curva sul baule, sostando ad ogni poco, trasse tutta la biancheria e ve la rimise lentamente.

??? Lei ?? di Venezia? ??? domand?? Filippo, dopo una pausa.

??? No, signore; son di Verona; ma ho a Venezia qualche parente....

??? Ah! ??? mormor?? Filippo. ??? Allora conosce bene Venezia?

La Teobaldi sbuff??, perch?? si rialzava, dopo aver collocato nel baule una bella collezione di calze di seta.

??? Certo, ??? disse. ??? Vado a Venezia almeno due volte all'anno.... Queste calze rappresentano un tesoro; la calza di colore per l'estate ?? l'ultima parola della moda.

??? Se viene a Venezia, ??? interruppe il conte, ??? non si dimentichi di me: avr?? piacere di vederla....

??? Ah, conte! ??? esclam?? la Teobaldi. ??? Metter piede a palazzo Vagli, io, povera meschina!

Ella s'era fatta pi?? rossa pel piacere, e s'imaginava gi?? d'arrivare in gondola al palazzo, di salirne le scale preceduta da un valletto in livrea, di incontrarsi con qualche dama dal nome sonante, e di potere un giorno destar l'eco delle ampie v??lte con le note d'una romanza, probabilmente intitolata ?? Mon r??ve ??....[117]

??? Che idee! ??? osserv?? Filippo. ??? Perch?? non dovrei io trattarla come la trattava Loredana?

Il nome della fanciulla rison?? di nuovo nella camera, rison?? dolorosamente nel cuore dell'uomo. Egli ripet??:

??? Venga a trovarmi, venga a trovarmi.

E alzandosi, and?? alla finestra a guardare il lago, placido nel suo denso color di cobalto.

Clarice intu?? ch'egli era caduto di nuovo in preda al dolore e ai ricordi, e non volendo riuscire importuna, si studi?? di lavorar presto, senza chiasso, ma con precisione. Riempito un baule, pass?? nella camera da letto, raccolse le spazzole, i pettini, le fiale, tutti i preziosi gingilli ch'eran rimasti sul cassettone e ne fece un imballaggio accurato; poi guard?? gli altri bauli, accomod?? quelli ch'erano in disordine.

E mentre, sudando e soffiando, faticava con tanto entusiasmo e con s?? accorta discrezione, pensava che alla sua non pi?? giovane et?? ??? ella non confessava gli anni nemmeno a se stessa ??? aveva finalmente il conforto d'esser compresa. Prima Loredana, poi il conte, uno dei pi?? nobili patrizii veneziani, riconoscevano in lei la donna saggia, prudente, fidata; e, oltre la soddisfazione di quella tarda vittoria, ella gustava la volutt?? di vivere in pieno romanzo, tra una tempesta di passione, della quale sentiva la rossa fiamma, sognava i vaghi episodii.

La voce di Filippo, che le risonava alle spalle, la fece trasalire.

??? Io credeva di trovarla qui, ??? egli disse,[118] pensando a Loredana. ??? Il suo telegramma non era chiaro. Se lo ricorda?

??? Io non l'ho letto, signor conte, ??? dichiar?? Clarice con solennit??. ??? Ho eseguito l'incarico affidatomi, e mi sarebbe parsa indiscrezione riprovevole gettar l'occhio sul....

??? Bene, ??? interruppe Filippo. ??? Diceva: ?? Un addio prima di partire ??. Credevo d'arrivare in tempo. Ah se non ci fosse stato di mezzo Candriani con quella sua stupida compagnia e quella gita, e quel pranzo! Ma non ?? possibile finirla cos??.... Che cosa devo fare, che cosa devo fare?

Clarice Teobaldi, udendo parlare di Candriani, di compagnia, di gite e di pranzi, ebbe la vertiginosa impressione di trovarsi gi?? a piene vele nell'oceano della grande societ??; e sedette, si asciug?? la fronte con la pezzuola, ripet?? guardando per terra:

??? Che cosa dobbiamo fare?


XVII.

?? Non si tratta d'una pagina della mia giovinezza; si tratta della mia vita intera ??. Le amare parole che la figlia aveva pronunciato in un grido di dolore, tornarono alla mente di Emma De Carolis non appena ebbe varcata la soglia di casa a Venezia.

Tutto era mutato. Loredana trascinava con s??, in quelle camere gi?? piene delle sue risa e del suo canto, qualche cosa d'infinitamente triste,[119] qualche cosa che non si poteva vincere, qualche cosa che mutava il senso della vita, rimanendo immutabile.

Emma la guardava camminare, parlare, vivere, senza riconoscerla; la fanciulla d'un giorno era spenta.

Subito, appena arrivata, Loredana s'era messa a letto con la febbre; quel viaggio di sera, da Desenzano a Venezia, quella strada gi?? percorsa in senso inverso con Filippo, e tutta piena di episodii memorabili, le avevano suscitato in cuore un tale spavento, una tale disperazione, da farle perdere conoscenza appena tornata nella sua casetta sul campiello muto.

E di quello strazio le eran rimasti in mente una lettera e un numero, ?? a 3622 a ??, ch'erano segnati all'interno sulla portiera del vagone, e che ella aveva fissato per tutto il tempo del viaggio attraverso la campagna scura.

Furono giorni orrendi.

La canicola mozzava il respiro; Venezia era deserta; i vaporetti portavano al Lido orde di disperati in cerca d'aria pi?? leggera; e lo scirocco pesava, spietatamente, fiaccando il corpo e lo spirito di giorno e di notte.

Per un mese intero, Loredana non volle uscir di casa; la gente le incuteva paura, i discorsi la irritavano; se la madre era intorno a lei con mille piccole cure insolite, ella sentiva la piet?? pel suo dolore, e il dolore le tornava pi?? vivo; se la madre si sforzava di fingersi lieta, Loredana si sentiva sola, avvilita, torturata da un sogno e da un rimpianto inutili.[120]

Ad ogni tentativo di sollevarsi, di liberarsi, di rivivere, s'agitavano in lei i ricordi minuti del suo amore, ed era come chi non potendo retrocedere, n?? avanzare, n?? durare sul posto, si dispera in cerca d'un aiuto o d'una idea o d'un'illusione.

Di Filippo, non pi?? notizie. Che pensava? Che contava di fare? L'aveva abbandonata cos??, approfittando dello insperato intervento della madre? Il suo amore era stato anche pi?? vile e pi?? rapido d'un capriccio; Filippo aveva voluto il corpo della fanciulla, lo aveva corrotto per la sua libidine, lo aveva foggiato a strumento di piacere; e, subito stanco, non tentava nemmeno difendere la sua conquista. Tre anni di finta amicizia gli avevan dato finalmente il possesso di Loredana; e pochi giorni eran bastati a saziarlo; essa era stata il suo zimbello per tutto quel tempo; e non aveva memorie che di Filippo, perch?? tre anni addietro era una piccoletta, che confondeva ancora il conte con le bambole.

Come vivere, ormai? Che cosa poteva sperare? Aveva provato ogni gaudio nel giro di brevi giorni; il suo corpo sentiva ancora la carezza lunga e morbida, che l'aveva iniziata all'amore, dando al sangue un moto pi?? vivo, pi?? gagliardo, pi?? impetuoso; e tutto d'improvviso le era stato tolto; e le notti insonni erano insopportabili per lo spasimo del desiderio che le ricordava una bocca ardente, un abbraccio violento, una preghiera e un dominio.

Ma non era possibile che Filippo fosse cos?? repentinamente scomparso dalla sua esistenza.[121] Doveva tornare; sarebbe tornato domani, doman l'altro, un altro giorno prossimo; l'avrebbe richiamata, per continuare quel gaudio, per confondere le anime loro....

Il passo di sua madre la faceva trasalire. La mamma aveva snebbiato il sogno, e invece dell'amore di Filippo le aveva recato il perdono. Chi chiedeva il suo perdono? Erano felici; lass??, ai piedi delle Grotte, non si ricordava la madre, non si ricordava il mondo; le acque del lago erano limpide e gli amanti vi si specchiavano, e le loro voci avevano toni d'infinita sollecitudine, e le giornate erano brevi, e le notti erano brevi. Egli la spogliava con quelle sue mani esperte, e ogni sera ella arrossiva, fremendo e sentendo il fremito di Filippo, che voleva indugiare e far presto, contemplare e possedere, allontanar la coppa e bere avidamente. Il mattino, sempre lieto, ascoltava i loro discorsi; dovevano partire di giorno in giorno. Filippo parlava di Roma con un entusiasmo che nessuno avrebbe mai supposto in lui; Roma tutta dorata d'un sole giallo e abbagliante, Roma stupenda a dispetto degli uomini e del tempo, Roma che ha visto milioni di pellegrini d'amore, sperduti e obliati nei secoli, contenti e umili, Roma appariva anche nei sogni di Loredana. E dovevano andarvi di giorno in giorno, ma intanto le acque limpide del lago e la quiete del paese e il bel silenzio e le care abitudini di giorno in giorno li trattenevano. Che importava? Vi sarebbero giunti, pi?? tardi; come presente e come avvenire non avevano che il loro amore, il quale[122] pervadeva anche tutto il passato di Loredana; sarebbero giunti pi?? tardi a Roma, col loro amore, grande abbastanza per cos?? grande teatro....

Invece di quell'arcano, di quell'intimo poema, fatto di realt?? e d'illusione, forte e inebbriante questa come quella, la vita s'era chiusa d'un tratto. Pareva a Loredana d'essere stata colta nel sonno e trasportata a Venezia; e nessuna di tante delizie esisteva pi??; non restava che il perdono di sua madre e l'obbligo di tacere, simulando una verginit?? di corpo e di mente, che aveva offerto da tempo in olocausto, tutta vibrante di gioia, al solo uomo degno d'insignorirsene.

Poi cominciarono i pettegolezzi.

Emma De Carolis s'accorse in breve, con terrore, che tutti sapevano. Che cosa sapevano? Ogni cosa e niente. Ma nessuno aveva creduto al soggiorno di Loredana a San Don??; avevan fatto finta di credere per convenienza; si era notato che a San Don?? Loredana non aveva messo piede quell'anno, e che sua madre era turbatissima, e che rifuggiva dal parlarne; e che una notte era tornata da un paese misterioso, con la figlia, che non pareva pi?? quella, che alcuni dicevano malata, che altri affermavano essersi imbruttita e che gli uomini esperti giudicavan bella, degna di concupiscenza e gi?? istruita per l'amore.

S'era saputo che anche quel signore, un conte, il conte Filippo Vagli, il quale frequentava la casa da amico intimo, anch'egli era stato assente[123] da Venezia tutto il tempo ch'era mancata Loredana.... Come s'era saputo? Per quella misteriosa catena di parole e di chiacchiere, che ha talvolta il primo anello in un'alcova e l'ultimo in una bottega.

La famiglia Gianella, avuto appena sentore di qualche diceria, soffi?? sotto, perch?? il giovane Adolfo non tornasse a incapricciarsi di quella svergognata, non pensasse alle volte di sposarsi quella disperazione. Si determinarono i fatti: Loredana era scomparsa qualche tempo per mettere alla luce un figlio, che aveva abbandonato in campagna, presso una contadina; il figlio era nato dalla tresca tra la ragazza ed il conte, il quale aveva coronato l'opera abbandonando la sedotta.

E vennero fuori i testimonii improvvisati di quell'amorazzo: chi aveva visto Filippo entrar nella casa a notte fatta e non partirsene che all'alba; chi aveva notato che la madre lasciava gli amanti soli, chiusi in camera, per lunghe ore; una vicina, affacciandosi alla finestra, aveva dovuto assistere agli amplessi dei due, che si davan baci spudoratamente; un'altra invece affermava che non appena giungeva in casa Filippo, le finestre del salotto si chiudevano e si tiravan cortine e tende.

Questa marea di fango saliva, saliva, a poco a poco; forse in qualche anima di ragazza brutta o di donna volgare rodeva anche l'invidia per l'avventura, qualunque ella fosse stata, e ciascuna, pensava che al posto di Loredana avrebbe ceduto, ma pi?? sapientemente, cos?? da provvedere[124] anche al proprio domani; e ciascuna si rammaricava di non aver trovato un ricco signore per amarlo, esserne amata e metter da parte un peculio. Onde, allo sdegno per la verecondia calpestata, non andava disgiunto in quelle donne un certo senso di commiserazione sprezzante per l'idealismo di Loredana, che seminava figlioli senza assicurarsi l'avvenire.

Ma quella madre! Quella madre che non aveva occhi n?? orecchie, e si lasciava sedurre in casa la figlia, e se la riprendeva poi con tanto agio! Che pensare di quella madre, se non che ella avesse trovato il suo tornaconto nell'affaraccio?

Una comare, la signora Opimia Incudi, un vero chiodo dalla testa piccola sopra il corpo allungato, si present?? finalmente a Emma De Carolis, la quale non ricordava bene dove l'avesse conosciuta; e avvis?? la signora delle voci che correvano, perch?? sapesse regolarsi, perch?? non si fidasse della gente, perch?? provvedesse a tutelare l'onore suo e della figliola, perch?? era tempo di metter fine a tanta cattiveria. E nel frattempo la signora Opimia stava a guardar l'effetto delle notizie sulla faccia di Emma, e aspettava qualche risposta che servisse a nuovi comenti e a nuove induzioni. La faccia di Emma era pallidissima, gli occhi le si appannavano per lo sdegno; ma mentre appunto doveva venir la risposta, la difesa, la confessione, qualche cosa che ripagasse la signora Incudi della sua buona opera, comparve in salotto Loredana, la quale si fece ripetere tutta la storia.[125]

E fu un colpo per la signora Incudi, quando la fanciulla si mise a ridere. Anche la mamma la guard?? con un senso di sollievo, perch?? aveva temuto che Loredana soffrisse acerbamente.

Loredana rideva, senza ostentazione, trovando nuova cagione d'allegria e di risa nell'aspetto stralunato della signora, alla quale traballava la punta del naso lunghissimo sotto l'impressione della maraviglia.

Poi, senza dir parola, Loredana usc??, lasciando che sua madre s'indignasse per le calunnie riferite; e non fu mai cos?? allegra come quel giorno.

La visita della signora Incudi le aveva fatto bene, le aveva recato un alito di vita; il susurro di quei pettegolezzi la ristorava. Non aveva cercato di meglio; ora sapeva, ora aveva il concetto chiaro di quel che poteva aspettarsi.

Era contenta che si mormorasse; ci?? le risparmiava la commedia che sua madre aveva ingenuamente pensato, quella commedia di verginit??, che le ripugnava. Era stata l'amante di Filippo, non aveva amato che lui ed era ancora sua.... Doveva fingere per la signora Incudi e per le sue amiche, doveva far loro intendere la nobilt?? del suo sentimento, se quelle femmine per poco non l'accusavano di avere ucciso un figlio?

Ormai, al confronto di tutto ci?? che si narrava, esser l'amante di Filippo sembrava quasi una virt??; e lieta di quella strana liberazione dalle paure del mondo, che la malignit?? del mondo le offriva, Loredana sent?? crescere il coraggio per sostener meglio lo sguardo di sua madre,[126] per attendere ci?? ch'ella sperava in segreto ostinatamente, per vivere della sua vita, senza curarsi del giudizio altrui. La collana d'oro a maglie piccoline con la medaglia era diventata un talismano, e la fanciulla aspettava, credeva, perch?? la medaglietta diceva: ?? Sempre ?? e recava una data, che Filippo non doveva dimenticare.

Si rimise a vivere; and?? a trovar qualche amica, la quale non pareva saper nulla, ma non domandava nulla intorno a quanto aveva fatto Loredana in quell'ultimo tempo; usc?? a passeggio, e perfino un giorno, un giorno dal sole furioso, le sal?? alle labbra un motivo che non le piaceva e che pur l'inteneriva, e si prov?? a cantare, e tacque subito, perch?? quell'aria le rammentava la cameretta cara di Sirmione e la povera signora Teobaldi, tanto maltrattata in principio, che si girava sullo sgabello di reps rosso, e diceva, aspettando un elogio:

??? Eh?


XVIII.

Poi, d'un tratto, Loredana si rintan?? in casa di nuovo, come impaurita, e non volle pi?? uscirne.

Aveva incontrato Adolfo Gianella per istrada e s'era rifugiata in un negozio a comprar bottoni e nastri; ma non cos?? presto che Adolfo non avesse potuto vederla, sentire il sangue avvampargli la faccia e il cuore martellargli in petto.[127]

Gli avevano tanto e tanto parlato di Loredana, delle sue colpe, dei suoi amori, della sua perfidia, che mentre egli lavorava a tutt'uomo per dimenticarla, essa gli tornava alla mente con acre persistenza; e la fantasia s'infervorava a seguirla nel turbine della nuova vita, tra i divertimenti che il seduttore prodigava certo intorno a lei, per ubbriacarla di gioia e avvincerla a s?? tenacemente.

Poi Adolfo apprese la notizia del suo ritorno, e ne fu percosso come da un gran colpo; il ritorno scombuiava tutte le visioni fantastiche. Era un pentimento? Era una sconfitta? Era una sosta? E i pettegolezzi incalzavano; il conte l'aveva abbandonata, l'aveva gettata da banda, come un cencio. Tornava povera come prima, e non era pi?? come prima....

Adolfo imagin?? la disperazione di colei ch'egli chiamava un giorno sua fidanzata; e s'alternava nel suo animo il piacere della vendetta insperata con la vergogna per quel piacere; e, quando meno se l'aspettava, s'imbatt?? in lei, e sent?? il cuore martellargli in petto e il sangue avvampargli la faccia.

Allung?? il passo, non sapendo egli medesimo che volesse fare, spinto dal bisogno di leggere la verit?? su quel viso, di rintracciare dentro gli occhi della ragazza la parola suprema dell'enigma; ma Loredana, al vederlo, si gettava nel primo negozio che le si parava innanzi, e Adolfo non osava aspettarla all'uscita.

Di quell'incontro egli non soffi?? verbo ad alcuno; in casa Gianella, del resto, dopo un uragano[128] di romanzesche calunnie e di drammatiche imprecazioni, il nome di Loredana non si pronunziava pi??; la madre di Adolfo per poco non spingeva l'ostentato disdegno per la perduta fino a vestir di gramaglia, come si usa nelle case principesche.

Ma la visione della ragazza bruciava dentro, nel cuore di Adolfo; ed egli cominci?? a gironzare intorno alla casetta bianca, a guardar le finestre, ad aspettare. E tremava e sperava di rivederla, perch?? tutte quelle avventure, vere o false, gliel'avevano ingigantita nel pensiero, ed egli temeva di subirne il fascino, come se Loredana avesse compiuto qualche grande impresa della quale nessuno l'avrebbe detta capace.

In quell'andirivieni intorno alla casa di Loredana avvenne ad Adolfo d'imbattersi e una e due e dieci volte in una signora, che si poteva credere lo canzonasse, perch?? anch'essa gironzava di frequente nei dintorni, anch'essa guardava le finestre; anzi, fu pi?? spiccia del giovane, perch?? entr?? in dimestichezza con Rosa, la serva della De Carolis, la quale pareva zelantissima nel recarle notizie. Si trovavano, la signora e Rosa, in una calle vicina, all'ombra d'un sottoportico, e generalmente la signora consegnava a Rosa una lettera, alla quale Rosa portava la risposta l'indomani.

Adolfo non riusciva a capir nulla in tutto quell'armeggiare; la sconosciuta era assai ridicola, con un certo cappello alla cacciatora, che le stava appena sul cocuzzolo e ch'era ornato d'una penna di fagiano, ardita come una sfida al cielo;[129] ma c'era di peggio: la signora guardava Adolfo con occhiatacce mezzo beffarde e mezzo compassionevoli, le quali avrebbero fatto perder la pazienza a chiunque non avesse avuto un demonio pi?? sarcastico e pi?? fiero nel cervello.

E fu appunto per le stratte di quel demonio, che non voleva star queto e che aveva tutta l'andatura d'una passione irragionevole, fu appunto in un impeto di dubbio, di gelosia, di paura e d'amore, che Adolfo Gianella varc?? la soglia della casetta, e su a corsa per le scale, dietro Rosa che, rientrando, non gli aveva badato.

In anticamera, Adolfo si ferm??. Gli giunse, netta e squillante, la voce di Loredana, la quale doveva essere nel salottino; e la fanciulla cantava a distesa, con pieno abbandono, come se tutta la bella gaiezza veneziana, come se tutta l'audacia della giovinezza avessero ripreso il loro dominio. E tra l'una e l'altra strofe del canto s'udiva il rumor delle forbici posate sul tavolino da lavoro o il passo svelto della ragazza, che si muoveva per la camera.

Senza discutere con se stesso, Adolfo spinse la porta, e si trov?? alla presenza di Loredana, la quale stava adattando un pezzo di seta gialla a una certa forma di ferro ch'era un paralume da candela; innanzi a s?? la fanciulla aveva altri pezzi di stoffa a colori e diversi gomitoli di seta; ed era cos?? assorta nel lavoro e nella canzone, che il giovane dovette chiamarla:

??? Loredana!

Ella alz?? il capo, e trattenne a stento un grido;[130] ma Adolfo aveva gi?? detto ogni cosa, e non sapeva come continuare, come esprimersi, come riprendere d'un subito le abitudini di padronanza.

Sprofond?? le mani nelle tasche della giacca, e disse:

??? Sei stata l'amante del conte, non ?? vero? Cos??, ti preparavi a sposarmi? E non hai vergogna?

Loredana mand?? un lampo dagli occhi. Aggredita di fronte, non esit?? un attimo a rispondere:

??? Io mi preparava a sposar lei? Non mi ?? mai venuta per la mente un'idea cos?? malinconica, sa? Era la sua famiglia, che mi seccava tutti i giorni per ottenere questo sacrificio. Io non pensava a sposare nessuno....

??? Gi??, volevi conservarti per il conte, ??? osserv?? Adolfo con ironia. ??? Ti sei conservata benissimo, non c'?? che dire!

La ragazza arrotond?? con le forbici una certa lingua, di seta violetta, che doveva ricadere sul paralume a uno dei quattro angoli; misur?? l'altezza, adatt??, prov??, cambi??, tranquillamente, senza occuparsi del giovane, fremente nell'attesa di una discolpa.

??? Non so, ??? disse poi, ??? come ha potuto venire fino in casa; ma se per la stessa strada se ne andasse, non mi dispiacerebbe.

??? Mi metti alla porta? ??? esclam?? Adolfo. ??? Invece di scolparti, invece di giurarmi che col conte non c'?? stato nulla di nulla, tu mi metti alla porta?

??? Scusi, perch?? dovrei scolparmi? Che cosa[131] rappresenta, lei? Chi ??, lei? Che diritto ha lei di giudicarmi?

A queste parole di Loredana, Adolfo si lasci?? calare in una poltrona, come annichilito. Chi era, che cosa rappresentava, che diritto aveva?

??? Io, ??? mormor??, ??? sono pronto a sposarti.

Loredana si mise a ridere.

??? Ma non sono pronta io, vede? ??? rispose, arrotondando un'altra lingua di seta violetta. ??? E, del resto, la sua dichiarazione mi stupisce: mi crede o non mi crede l'amante di Filippo.... del conte?

Adolfo si strinse nelle spalle.

??? Me l'hanno detto, ??? mormor??. ??? Me l'han detto a casa, che tu sei stata col conte fuori di Venezia.

??? E tuttavia mi sposerebbe? ??? incalz?? Loredana.

??? Ma perch?? non ti difendi? ??? grid?? Adolfo balzando in piedi. ??? Perch?? non mi dici se sei stata o non sei stata l'amante di colui?...

Egli era avanti al tavolino da lavoro, con le mani aperte e stese dirette al volto di Loredana, la quale lo guardava, piuttosto attonita che intimorita.

??? Vede, ??? ella rispose pacatamente, ??? innanzi tutto non basta dire a una donna: ?? Son pronto a sposarti ?? per acquistare il diritto di indagarne la vita; poi, io m'inganner??, ma lei mi sembra disposto a sposarmi in tutti e due i casi, che io sia stata, o che io non sia stata l'amante di Filippo.... del conte. E allora, a che pro una discolpa o una confessione?...[132]

Adolfo, il quale era rimasto, ancora con le mani aperte e stese, ad ascoltar la risposta della colpevole, si sent?? vinto, e si lasci?? calar di nuovo nella poltrona. Egli ritrovava, immutati, l'anima sdegnosa, la sensibilit?? intellettuale, l'intelligenza acuta, la rapida intuizione, l'orgoglio, il coraggio, che facevano la ragazza tanto superiore a lui. Egli era andato arrovellandosi per sapere che cosa volesse, che cosa intendesse fare, e se lo sentiva dir dalla bocca di Loredana, e doveva riconoscere che quella bocca diceva giusto....

??? Non so, ??? egli riprese, tanto per riattaccare il discorso. ??? Non so nulla. Ti hanno accusata anche d'aver avuto un figlio e di essertene sbarazzata.

Lo forbici, che stavan nella mano della fanciulla, descrissero uno stretto arco nell'aria, e andarono a cadere ai piedi di Adolfo. Il viso di Loredana avvamp?? di collera, e le labbra le tremarono.

??? Mi hanno detto, ti hanno accusata! ??? ella ripet??, imitando il tono piagnucoloso del giovane; poi esclam?? con forza: ??? E lei, che cosa faceva, che cosa diceva, che cosa raccontava? Stava ad udire, soltanto? Non son tre mesi, lei veniva per casa tutti i giorni e sapeva della mia vita ogni cura, minuto per minuto; e non ha trovato un argomento per difendermi, come amico, come fidanzato? Bel rispetto avevan di lei quanti venivano a dirle quei complimenti!... E vuole ch'io mi difenda innanzi a un pupazzo del suo genere, e che tremi davanti a un giudice[133] della sua levatura? Non capisce d'essere stupido? Se in casa sua si sparlava della ragazza che doveva un giorno portare il suo nome, lei aveva l'obbligo di farla rispettare, mi sembra! Invece, porta qua tutto il rifiuto dei pettegolezzi, pretende ch'io lo ascolti e vuole sapere anche se, caso mai, avessi avuto un figlio! Non s'avvede, non sente di essere ridicolo?...

??? No, ascolta, ??? interruppe Adolfo, alzando la destra quasi a frenare quel torrente. ??? Io non voglio sapere nulla....

Ed era, per seguitare, quando la porta s'aperse e comparve la signora Emma, seguita da Clarice Teobaldi, col cappellino alla cacciatora.

??? Ah, ?? lei! ??? disse Emma, vedendo Adolfo, che s'era levato in piedi. ??? Mi era parso di riconoscere la voce....

Non aggiunse parola per lui; poi si rivolse a Loredana:

??? Lori, questa signora dice che tu l'aspettavi....

La fanciulla and?? incontro a Clarice e le strinse la mano sorridendo, mentre Adolfo, combattuto tra il desiderio di capire, la convenienza d'andarsene, l'impressione per la gelida accoglienza fattagli dalla signora De Carolis, restava in piedi a guardare or l'una or l'altra delle tre donne.

??? Se m'aspettava! ??? esclam?? Clarice, gettando le braccia al collo di Loredana. ??? Doveva aspettarmi, questo tesoro, perch?? da tanto tempo desideravo rivederla! Ho sempre nel cuore quella partenza, di sera, con la carrozzella.... Lei era cos?? bianca, cos?? debole....[134]

Soggiunse, guardando Emma:

??? Gi??, erano bianche e deboli tutt'e due, madre e figlia....

Loredana disse presto:

??? Le presento il signor Adolfo Gianella.

Clarice fece un cenno con la testa, verso Adolfo che s'era avanzato di qualche passo; poi tutti tacquero; Clarice e Loredana sedettero l'una a fianco dell'altra sul divano, come intime amiche, sorridendosi.

??? Fa molto caldo a Venezia, ??? riprese Clarice. ??? A Verona non abbiamo questo scirocco....

??? S??, fa molto caldo, ??? conferm?? Emma, la quale stava sempre a un passo dalla porta, e si augurava che l'uno o l'altra, Adolfo o Clarice, comprendesse la necessit?? di ritirarsi.

Ma erano ostinati ambedue. Adolfo, ormai, aveva ripreso posto nella poltrona, e sembrava deciso a voler seguire la conversazione.

??? A Venezia abbiamo poi le zanzare, ??? egli disse.

??? Le zanzare, s??, ma ci sono le zanzariere, ??? osserv?? Loredana.

E tacquero di nuovo.

Emma si sentiva morire per quella commedia, maravigliandosi che la sua Lori vi prendesse parte. La buona donna, al ritorno da Sirmione, aveva perduto l'energia e la volont??, soffrendo per la sofferenza della figlia, chiedendosi se il suo intervento non fosse stato inutile di fronte al traboccar della maldicenza, tormentandosi ogni giorno per mille timori, studiando ansiosamente negli occhi di Loredana il pensiero segreto, la[135] segreta ambascia, e rideva quando rideva la sua Lori, e piangeva quando la sua Lori piangeva, e ormai non avrebbe pi?? discusso, non avrebbe pi?? riflettuto, pur di vederla felice, a qualunque costo.

Per ci??, la visita della Teobaldi le era gradita, perch?? sembrava gradita a Loredana; ma non le piaceva che si dovesse fingere innanzi al Gianella, come se la Teobaldi fosse venuta per tramar qualche intrigo.

??? Lei non ?? di Venezia? ??? domand?? Adolfo a Clarice.

??? No; ma conosco bene la citt??, ??? rispose l'altra.

Un silenzio pesante ricadde; e allora, comprendendo ch'era impossibile uscirne, Adolfo prese congedo.

??? Torner??, se permette, ??? disse a Loredana.

Questa non rispose. Egli s'avvi??, seguito da Emma, la quale ardeva di sbarazzarsi dell'impaccio per lavorar nella sua camera ad una coperta da letto, nella quale doveva ancora ricamare trenta foglioline in seta verde e sessanta viole del pensiero.


[136]

XIX.

Dal giorno in cui era tornato a Venezia, Filippo aveva passato molte brutte ore.

L'onda del pettegolezzo aveva varcato anche la soglia della sua casa, e le chiacchiere s'eran fatte pi?? strambe e pi?? inverosimili. All'orecchio della contessa Bianca giunse la voce che Filippo aveva avuto un figlio dalla sua amante, e perch?? la contessa non sapeva a qual tempo risalissero quegli amori, e perch?? si parlava di tre anni addietro, ella credeva a quel legame, ormai indissolubile, a quella paternit?? inconfessata.

La contessa Bianca andava da tempo accarezzando l'idea d'un matrimonio tra suo figlio e Giselda Fioresi, buona e bella ragazza, di eccellente casata; e la notizia le rompeva il sogno e la sbalestrava in un mare d'incertezze e di dubbii.

Fu necessario spiegarsi, riparlar di Loredana, discutere un amore che la vecchia dama avrebbe voluto obliare. Avvenne una scena brusca tra lei e Filippo, il quale neg?? l'esistenza di un figliuolo, ma s'impenn?? all'idea di sposar quella ?? canna da zucchero ?? di Giselda Fioresi. Egli voleva esser libero; per dare scandalo, diceva la contessa Bianca; perch?? era ancor troppo giovane, diceva lui.[137]

Un'altra scena, pi?? breve ma pi?? cruda nella forma, avvenne poco di poi tra Filippo e il cognato, conte Leopoldo de Idris, il quale viveva senza passioni e senza turbamenti una vita di piaceri semplici, in campagna, amministrando i suoi poderi, interessandosi all'agricoltura e alla politica modesta della provincia. Leopoldo si stup?? che Filippo si perdesse ancora dietro una cocotte, ma fu addirittura spaventato quando seppe dalla bocca di Filippo medesimo che non si trattava d'una cocotte, bens?? d'una ragazza, la quale doveva aver dunque delle pretensioni, una specie d'onore, molto da perdere e pi?? ancora da guadagnare. Fu spaventato per Filippo, che certo non avrebbe saputo cavarsela con garbo, senza troppo danno da ambo le parti.

E qui Filippo sent?? scappar la pazienza.

??? Ma che cavarsela! Ma che garbo! ??? egli esclam??. ??? Le voglio bene sul serio, e non penso affatto a cavarmela. Ho fatto male a cominciare, siamo d'accordo, bench?? in queste cose ci si accorga sempre troppo tardi dell'errore commesso; ma farei peggio a finirla con qualche gherminella!

Il conte Leopoldo, ancora pi?? inquieto per quelle dichiarazioni, domand?? a Filippo se pensasse mai di tirarsela in casa....

??? In casa, di chi? ??? rispose Filippo. ??? In casa tua, no di certo; tocca a me provvedere, e non so perch??, dunque, voi tutti vi disturbiate.

Leopoldo, allora, torn?? alle idee generali, osservando che all'et?? di Filippo si doveva vivere quieti, pensare a far figliuoli legittimi, che continuassero[138] la casa e allietassero la bella vecchiaia della contessa Bianca, la quale non meritava d'essere travagliata nei suoi ultimi anni.

L'argomento era di quelli che trovano la strada del cuore; e Filippo, sentendosi toccato, s'infastid??, rispose a Leopoldo ch'era stufo di dover rendere conto a tutti delle pi?? minute cose della sua vita come un collegiale, che desiderava ormai vivere libero, senza tutela e senza giudici.

E su quel ?? vivere libero ?? si scaten?? una gragnuola di osservazioni da parte di Leopoldo, il quale temeva che libero per Filippo fosse sinonimo di libertino; e, presa ormai la corsa, ramment?? altre avventure del cognato, che avevan fatto chiasso, col risultato finale di voltargli contro l'opinione pubblica.

Ma peggio fu, quando Filippo si vide comparire lo zio conte Roberto, del quale non aveva pi?? avuto novella dopo l'incontro a Desenzano. Roberto gli snocciol?? un discorso assai lungo e reciso, che Filippo ascolt?? sbalordito, perch?? aveva creduto di trovare nello zio il compatimento ch'era la caratteristica pi?? nota della sua buona indole, quel compatimento che Roberto non lesinava a nessuno per nessuna colpa, la quale non fosse ignobile e vile.

Roberto, invece, dichiar?? al nipote che la condotta di lui era assurda, per non dir peggio; Filippo aveva messo lo scompiglio nel parentado, in causa d'una ragazzetta, d'una monella, e tutti erano addosso allo zio, come al pi?? vecchio, perch?? si valesse della sua autorit?? a far cessare quella tresca.[139]

Filippo cap??; lo zio era sdegnato, perch?? seccavano lui e mettevano in giuoco il suo prestigio; lo avevan toccato nel suo egoismo senile, ed egli era pronto a mandare al diavolo il nipote e la ?? monella ??, pur di non avere pi?? noie.

??? Del resto, ??? osserv?? il conte Roberto, ??? mi maraviglio di dover dirtele io, certe cose. Non ha una madre, un padre, quella tua bambola? E come si spiega che stiano zitti, e che tocchi a noi, a tua madre, a tuo zio, a Leopoldo, a tua sorella, di richiamarti al dovere?

??? Ha una madre, ??? rispose Filippo. ??? Ha una madre, e la madre ?? venuta a Sirmione e me l'ha ripresa....

??? Bene! ??? esclam?? Roberto.

??? S??, benone; ma, ora io la riprendo alla madre! ??? dichiar?? Filippo, che, torturato ed esasperato da tante chiacchiere, si sentiva capace di strappar Loredana anche agli artigli di quel diavolo, al quale Roberto l'avrebbe consegnata.

Il vecchio, stupefatto per tale sfacciataggine, grid?? che rinunciava a discutere con un matto di quella forza. L'ostinazione di Filippo oltrepassava il credibile; tutto gli andava a seconda, grazie a una madre dabbene, che si riprendeva la figliuola dopo quel po' po' di scappuccio; ed egli invece era per ricominciar la festa e per condurla a termine, a un termine che non doveva e non poteva aver nulla d'invidiabile.

??? Come devo dirtela? ??? seguit?? il conte Roberto. ??? ?? uno scandalo; te lo hanno gi?? cantato in musica; io non ho nulla da aggiungere. Tutti ne parlano; anche l'altro giorno, a Tai di[140] Cadore, da Fausta Montegalda ho udito i particolari di questa farsa, e puoi imaginarti che gusto provavo io! La contessa dice che ti rovini, e non si pu?? darle torto.

Filippo sorrise.

??? Eh, ridi, ridi fin che vuoi, ma la Montegalda dice giusto! ??? esclam?? Roberto. ??? Dice che, alla fin fine, nessuno sa chi sia quella tua pupattola, e che potrebbe aver fatto con altri quel che ha fatto con te.... Chi ne sa niente, chi la conosce!

??? Povero zio Roberto! ??? mormor?? Filippo. ??? Va da una donna a chiedere informazioni di questo genere! Perch?? non domandi il suo parere anche alla Fioresi, che mi vogliono appioppar come moglie?

Roberto alz?? le spalle.

??? Insomma, ??? concluse, ??? io sono indignato per i tuoi vizii, e la cosa non va.

??? Non ti ho indignato io, ??? osserv?? Filippo.

??? Ma non dimenticher?? che hai sorriso dei miei consigli! ??? rimbecc?? il conte.

??? Ho sorriso per le critiche della Montegalda.

??? E per le mie; e non si deve ridere d'un vecchio.

??? Per la Montegalda, per la Montegalda! ??? grid?? Filippo.

??? Gi??, e intanto ti ripigli la sbarazzina!

??? Ci?? non ti riguarda, zio.

??? Ne riparleremo!

??? Spero di no; vedo che pi?? che se ne parla e meno ci si capisce.

??? Ne riparleremo, ne riparleremo! ??? si ostin??[141] il conte Roberto. ??? Perch?? io sono sempre dell'opinione che l'uomo non ?? monogamo. Tu non vuoi prendere moglie per essere libero; ma allora, n?? mogli n?? amanti! Questa ?? logica. E hai deciso che cosa te ne farai?

Alla domanda inaspettata, Filippo non diede risposta; onde Roberto seguit??:

??? Te lo dir?? io: ne farai una mantenuta, da coprir di gioielli e da condurre a teatro e in carrozza; ti coster?? ventimila lire l'anno, ti peser?? come una moglie e ti sar?? infedele.

??? Perbacco, zio, ??? esclam?? Filippo con aria beffarda. ??? Vedo che te ne intendi!

Roberto s'indispett??.

??? Spero che non ce la metterai sotto il naso, come a Desenzano, la tua conquista! ??? osserv?? con rude cipiglio.

E credendo d'aver rimbeccato fieramente l'insolenza del nipote, tronc?? il colloquio e and?? a riferirne alla cognata contessa Bianca.

Tali e simili furono i discorsi che Filippo dovette ascoltare in quel tempo nel quale, tornato da Sirmione, non osando pi?? ripresentarsi in casa De Carolis, andava torturandosi il cervello per trovare un espediente che lo riavvicinasse all'amante. E tra il desiderio che, insaziato, si faceva di giorno in giorno pi?? molesto, tra la logomachia di casa e gli sdegni di tutta la parentela, Filippo conduceva una vita piena di tristezza, che non aveva riscontro negli anni precedenti.

Rimaneva a Venezia, schivando gli inviti, passando mezza giornata al Circolo dell'Unione, dove[142] mancavan gli assidui, e l'altra mezza in casa, dove s'occupava lunghe ore a leggere libri e riviste su tutti gli argomenti; la sera usciva in gondola pel Canalazzo o pel canale della Giudecca, lontano dai rumori e dalla luce.

Ma il pensiero di Loredana lo seguiva passo per passo, ora per ora, senza tregua, fatto pi?? vivo dagli episodii di quella battaglia che la fanciulla gli aveva inconsciamente scatenato contro; Filippo non ricordava nulla di simile in tutta la sua vita, quantunque pi?? volte si fosse parlato delle sue avventure. Ma perch?? si era trattato sempre di donne conosciute tra i gaudenti o saldamente legate ad altri, i suoi di casa s'eran guardati dall'occuparsene e dal fargliene parola.

Un giorno gli fu annunziata la signora Clarice Teobaldi.

Da Sirmione, poco dopo la partenza del conte, ella era tornata a Verona, e qui era rimasta, aspettando che passasse tempo sufficiente per poter ricordare l'invito di Filippo e recarsi a Venezia.

Piero, il valletto di Filippo, precedeva la signora, la quale, come aveva sognato, saliva veramente lo scalone marmoreo del palazzo Vagli, giungeva al primo piano, traversava una fuga di sale immerse nella penombra, dentro la quale si vedevano i mobili dorati, le pallide tappezzerie antiche, gli oggetti d'arte; e di nuovo saliva una scala meno larga e pi?? breve, ed era finalmente introdotta nello studio di Filippo.

La Teobaldi guard?? avidamente, nel tempo dell'attesa,[143] le carte sparse sulla scrivania, semplici fogli da lettera, senza cifra e senza stemma; e guard?? le pareti, dalle quali pendevano quadri antichi in vecchie cornici. Si vedeva, in uno, una donna ??? Venere doveva essere, tutta nuda, o Danae ??? sdraiata sopra un largo divano, e una ancella, con rapido atto sembrava voler coprire d'un manto porpureo che aveva tra le mani, la superba nudit?? della sua signora, perch?? di tra le pieghe d'un pesante cortinaggio, sullo sfondo, apparivan la testa e il busto d'un importuno, che poteva essere Marte, desideroso ma accigliato per la prudenza dell'ancella.

La Teobaldi si stup?? che quella fosse Venere, perch?? non aveva, ai suoi occhi, nulla di particolare; era una femmina nuda, n?? meglio n?? peggio di tante altre. E anche non le piaceva quella tinta scura, quasi nera, che il quadro aveva preso qua e l??, a danno dei colori.... La fotografia d'una bella dama moderna in abito scollato le sarebbe andata a genio, assai pi?? di quel preteso tesoro d'arte.

Ma non ebbe tempo di seguitar nelle sue critiche, perch?? Filippo sopraggiunse, e si dimostr?? lietissimo della visita. Fece sedere la Teobaldi, la interrog?? cortesemente per sapere quanto intendesse fermarsi a Venezia, esprimendo la speranza che si fermasse a lungo; e di chiacchiera in chiacchiera, mentre Piero recava un t?? squisito in un servizio d'argento massiccio e molti biscottini deliziosi, vennero a parlar di Loredana.

??? Ah, bisogna ch'io riveda quella mia fantolina! ??? esclam?? Clarice, quantunque avesse la[144] bocca piena. ??? Andr?? a trovarla, andr?? ad abbracciarla. Non l'ho mai dimenticata un'ora, in tutto questo tempo. Cos?? bella, cos?? buona, quella creatura di Dio.... Grazie!

Filippo le versava una seconda tazza d?? t??, qualche goccia di latte, e le porgeva il canestro argenteo coi biscottini.

??? Grazie. Bisogna ch'io la riveda, e che le parli.

Bevve alcuni sorsi, e, incoraggiata dalla simpatia che risvegliava nell'animo di Filippo rievocandogli l'amante perduta, Clarice riprese:

??? Ma le pare, conte, che le cose possano andare avanti a questo modo? Lei non osa avvicinarla, per colpa della madre; Loredana non osa chiamarlo; e intanto vivono infelici l'uno e l'altra, mentre son fatti per intendersi, e si adorano.... Sono certa che io ho una missione, in questo dramma; sento che potr?? riavvicinare due anime, due destini, due cuori. Ho certamente una missione; io non m'inganno! ?? stata Loredana stessa che mi ha chiamata a parte, quella sera, quella sera del telegramma, e mi ha additato ci?? che dovevo fare. Sera fatidica!...

Filippo non avrebbe mai pensato che due tazze di t?? potessero ubbriacare la buona donna, meglio che due coppe di sciampagna; ed esitando rispose:

??? Vuole? Vuole parlare a Loredana? Le dica, allora....

Ma si tacque, non parendogli di poterla trattare, di punto in bianco, da ambasciatrice in un'impresa cos?? delicatamente intima.[145]

La Teobaldi diede fondo alla tazza, mangi?? ancora un paio di biscottini.

??? Sono baicoli, specialit?? di Venezia, non ?? vero?

E seguit??, aprendo un ventaglio spettacoloso di carta, e facendosi aria:

??? Non ho bisogno che lei mi consigli. So quel che devo dire; ho, qui dentro, un consigliere infallibile che si chiama cuore.... Prima cercher?? di studiare le abitudini della casa e di sapere come sta, quel tesoro di Dio, come la pensa: e poi, se tutto va a seconda, mi presenter?? alla madre. ?? pi?? prudente e pi??.... corretto. Le pare?... Scusi, ?? una Venere, quella che si vede lass???

??? Venere, ??? rispose Filippo.

??? L'avevo capito subito; vecchi capolavori. Ah conte, lei non pu?? imaginare quanto io sia fiera del compito che mi assumo.... Quando vedr?? sorridere quelle labbra di fanciulla, io che l'ho vista partire disfatta da Sirmione, sar?? felice pi?? di tutti!

Filippo sorrise, prese una mano della Teobaldi, la tenne un istante fra le sue, e rispose:

??? Lei ?? molto buona, cara signora, e vuole impedirmi di ringraziarla. Ma creda che, comunque le cose finiscano, io non dimenticher?? mai, mai, ci?? che lei ha fatto per me, per tutti e due!

??? Le dico: io servo il mio cuore, e nessuno mi deve nulla. Se permette, quando avr?? notizie, verr?? a portargliele.

??? Ma venga anche tutti i giorni, la prego.[146] Faccia conto che questa casa sia sua, ??? esclam?? Filippo, incalorito dalla speranza di aver finalmente nuove dell'amica.

La Teobaldi si alz?? e s'incammin?? con passo svelto, a testa alta, il ventaglio nella destra, pensando a un figurino di gran dama che aveva visto in un giornale di moda. E camminando, seguita a un passo da Filippo, domand??:

??? Questo ?? il suo appartamento particolare, conte?

??? S??, sono le mie camere, ??? rispose Filippo, mentre, all'uscire dallo studio, premeva il bottone d'un campanello elettrico. ??? Ho la mamma in campagna.

??? Messe con gusto principesco, ??? osserv?? Clarice, traversando un corridoio e poi una sala. ??? Magnifiche tappezzerie!... Non si disturbi, non si disturbi!

Filippo volle accompagnarla alla scala, ai cui piedi stava Piero in attesa di ricondurre la visitatrice attraverso il primo piano fino alla porta d'uscita. Al momento di stringerle la mano, Filippo non pot?? vincersi, e disse:

??? La vedr?? subito, non ?? vero?

??? Domani! ??? promise Clarice, e ridendo d'un bel riso grasso, aggiunse: ??? Ma non sono a Venezia per questo?

??? Grazie, grazie, grazie! ??? esclam?? il conte inchinandosi. ??? Arrivederci!

Clarice scese la scala, e preceduta da Piero, ripercorse tutte le sale che aveva gi?? intravedute; nell'anticamera, scorgendo sopra una tavola un Sileno coronato di pampini, circondato[147] da baccanti ebbre, disse a mezza voce, con tono di persona esperta:

??? Bello quel biscuit!

??? Legno policromo del seicento! ??? enunzi?? Piero, senza guardar la signora, come avesse parlato all'aria.

Ella pass??, a testa alta, imperturbabile, il ventaglio nella destra, mentre il valletto, premuto il bottone elettrico per dar avviso al portiere, si piegava fino a terra.


XX.

Cos?? fu che Loredana pot?? aver notizie di Filippo e dargliene.

Il giorno in cui la Teobaldi si decise a varcar la soglia di casa De Carolis ??? quel giorno avverso ad Adolfo Gianella ??? Loredana fu contenta da non trovar parole per esprimersi.

Partita appena Clarice, la fanciulla corse nella cameretta dove sua madre stava ricamando la quattordicesima fogliolina in seta verde, e infantilmente si mise a ballare.

??? Ebbene, Lori, che hai? ??? domand?? Emma stupita.

Ma Loredana seguitava a girare in tondo, gli occhi scintillanti e le labbra aperte a un sorriso di pace.

Si arrest?? d'un tratto, con un ultimo giro, in modo che le gonnelle le si gonfiassero d'aria,[148] e si mise in ginocchio presso la mamma, la quale andava seguendola con l'occhio.

??? Ho, ??? disse Loredana, ??? che Filippo mi ama sempre, anzi meglio di prima, e che non mi sono ingannata fidando in lui, e che mi pento d'aver pensato male, e che ?? qui, e che ?? mio, e che io sono sua....

??? Questa bella ambasciata ?? venuta a farti la signora Teobaldi? ??? interrog?? Emma, mentre una ruga profonda le solcava la fronte.

??? S??, mamma, la Teobaldi ?? buona. Anche su di lei m'ero ingannata. ?? buona, ?? prudente, e non bisogna rimproverarla. Non ha che il difetto di dipingersi male, e di vestirsi peggio. Hai visto, mamma, quel suo cappellino alla cacciatora, e subito sotto, quelle terribili sopracciglia al carbone? Oh che paura e che risate a Sirmione, quando la vidi la prima volta!...

Si mise a ridere, a gola spiegata, e balz?? in piedi, a riprendere il ballo, cantarellando l'aria di un valzer.

??? Lori, ??? esclam?? Emma severamente, arrestandola con lo sguardo. ??? Che pensieri hai? Che cosa conti di fare?

??? Io?

La fanciulla, ritta in mezzo alla camera, stette pensierosa un momento; poi disse:

??? Io? Non temere nulla, mamma! Ah come ho imparato a vivere in questi pochi mesi, come son diversa da una volta! Flopi non sapr?? pi?? riconoscermi, e mi dir?? con meraviglia: ?? Sei una donnina, sei veramente una donnina! ?? E tu non temere, mamma; io sar?? felice....[149]

??? In nome di Dio, ??? interruppe Emma, respingendo il lavoro, e alzandosi, ??? che cosa intendi con queste parola? Vuoi tornare con lui?

Loredana le corse incontro, l'abbracci?? stretta, le diede molti baci, dicendo:

??? O mamma bella, o mamma cara, non sgridarmi, ma s??, ecco, voglio tornare con lui! Ed egli vuole tornare con me, o mamma bella, perch?? niente gli piace senza di me, e il lusso non ?? il lusso, e il suo palazzo ?? una casupola, e le donne sono pupattole, e le abitudini sono catene.... Me l'ha scritto, e l'ho imparato a memoria, e gli credo....

??? Povera, povera bambina! ??? esclam?? Emma. ??? Tu credi tutto; ma non gli hai domandato perch?? non ti sposa?

Loredana allent?? le braccia e lasci?? sua madre.

??? Non glielo domando, ??? rispose, oscurandosi in volto, ??? perch?? se anche egli volesse, io non vorrei. Ah no, non vorrei morire per tutta la guerra che la sua famiglia mi muoverebbe contro prima di cedere, e per tutte le umiliazioni che dovrei subire da quella sua gente e dai suoi amici, il giorno ch'io fossi moglie di Flopi. Vedi: io so, perch?? egli non mi sposa; perch?? non mi tormentino e prima e dopo fino alla morte. Sar?? la sua amante; dunque meglio che la sua sposa.

??? E calpesterai anche il ritegno, e lascerai che tutti sparlino di te e di tua madre? ??? osserv?? Emma con voce dolente.

??? O mamma cara, non parlan male di te e di me, ora, tutti? ??? rispose Loredana. ??? E che[150] premio ho io dunque di ci?? che credono il mio ravvedimento? Hanno saputo, hanno inventato, mi hanno gi?? uccisa nell'anima; nulla pu?? accrescere il male che gi?? mi fu fatto, e se io non sono morta per gli altri, gli altri sono ben morti per me. O mamma bella, tu, tu sei la bambina che crede; io non potr?? mai essere tanto cattiva quanto si ?? detto....

??? E vuoi andartene ancora, e lasciarmi sola? ??? domand?? Emma, guardandola con gli occhi annebbiati.

??? Non so, mamma; non interrogarmi, non turbarmi, oggi. Oggi io sono cos?? contenta, perch?? egli mi ama ancora; e non bisogna turbare chi ?? contento dopo un lungo dolore.

??? Ma come, dunque, ??? insistette Emma, ??? se ti ama tanto non ?? venuto pi?? qui?

??? O mamma, cara, tu lo sai. Tu gli hai detto che ogni cosa doveva essere finita e che non varcasse pi?? la soglia della nostra casa. Egli ha obbedito; non lo rimproverare; ?? stato lontano da me, pensando che io pure non lo volessi, temendo che io gli facessi colpa ??? e gli facevo colpa! ??? di avere svelato il luogo ov'ero rifugiata.... Non lo rimproverare; egli ti ha obbedita.

??? Poi ti ha mandato quella donna a dirti che ti vuole ancora! ??? esclam?? Emma. ??? Cos?? mi ha obbedita, il briccone!

??? Volevi ch'egli morisse? ??? domand?? Loredana. ??? Volevi ch'egli mi lasciasse morire?

??? Non si muore per queste cose, bambina!

??? Io sarei morta, o mamma bella! Io ero gi??[151] sfinita e non avevo pi?? forza per resistere all'avvilimento! Si pu?? essere vivi e morti, non sai? Io era viva e morta, fin che di lui nulla sapevo; ed oggi soltanto sono tutta, tutta viva!...

??? Oh che pazza! ??? esclam?? Emma, andando a sedersi in un angolo della cameretta. ??? Che pazza ?? dunque diventata mia figlia?

Ma non ard?? continuare il lamento.

Guard?? Loredana e la vide, com'essa diceva, tutta, tutta viva; la fragranza di quella giovinezza s'effondeva per la camera; la fanciulla dritta, svelta, bella, sembrava una prigioniera in quel piccolo spazio; qualche voce che nessuno poteva udire, echeggiava intorno a Loredana, chiamandola per la sua strada ampia o aspra; e nulla avrebbe potuto arrestare la forza misteriosa, che gli uomini chiamano destino, e che parlava inconsciamente per gli occhi ardenti di Loredana.

Emma sent?? questo in confuso; e cap?? che ogni ostacolo sarebbe stato travolto; si domand?? se avesse diritto d'imprigionare ancora sua figlia, e del suo diritto dubit??.

Riprese in silenzio il ricamo, abbass?? la testa sul lavoro, non disse pi?? nulla.

Loredana, in punta di piedi, non potendo trattenersi, ricominci?? a ballare il valzer chetamente.


[152]

XXI.

Essa non pot?? mai dimenticare quella notte, quell'angoscia, quelle emozioni.

Sol per aprire la porta della camera e per discendere le scale, dovette radunar tutta la sua volont??; e ad ogni scalino le sembrava che il frusc??o della gonna fosse strepitoso, che il suo respiro fosse veemente cos?? da destar chi dormiva; e i ginocchi le scricchiolavano.

S'era avvoltolata intorno alla testa una sciarpa nera, che le cadeva fino in grembo; ed era tutta vestita di nero; il viso bianco e i grandi occhi scuri attraevan meglio lo sguardo, per quella sciarpa che incorniciava l'ovale delicato del volto; ma Loredana credeva d'essersi mascherata, sentendosi avvampar dal caldo.

Finalmente, aperto, con un ultimo brivido, l'uscio a pianterreno, si trov?? in istrada, e vide Clarice.

Le due donne si misero a camminare senza far parola, spaurite dalla propria audacia e pensierose. Era di poco valicata la mezzanotte; da una taverna uscirono alcuni uomini e squadrarono quella coppia frettolosa, non comprendendo di quali femmine si trattasse; e poich?? l'uno diceva con parole villane la sua ammirazione per la ragazza, un altro lo ammon?? sarcasticamente:[153]

??? Lascia andare, figliuolo. L??, occorrono biglietti da mille!

Loredana vibr?? da capo a piedi; mormor?? a Clarice:

??? Ho paura. Torniamo indietro.

??? Su, su, coraggio! ??? disse la Teobaldi, che tuttavia non era meno inquieta della sua giovane amica. ??? Non siamo lontane.

Ella stentava ad agguagliare il passo di Loredana; ma correva aiutandosi con qualche piccolo salto, facendo sobbalzar tutta la sua povera carne.

??? Presto! ??? diceva Loredana quasi ad ogni passo. ??? Non ci segue nessuno?

??? Nessuno! ??? rispondeva Clarice, cogliendo il destro per rallentare un poco, e voltarsi.

Un ubbriaco, in una calle stretta, parlava e gesticolava da solo. Non gli tornava il conto della serata e nominava alcuni uomini illustri della citt??, dichiarando che all'indomani li avrebbe chiamati a testimoni contro l'oste e i compagni di giuoco. Vide le due donne, le lasci?? avvicinare, e si rivolse a Loredana:

??? Dica: se io spendo sessanta per un litro e mezzo....

E pencol?? maledettamente; Loredana mand?? un grido soffocato e si mise a correre.

??? Lei, la vecchia, ?? pi?? ragionevole, ??? osserv?? il beone, guardando Clarice che s'allontanava a passo celere. ??? Non corre, la vecchia, perch?? ha i piedi in malora. Ma se io spendo sessanta per un litro e mezzo....

??? Lori, Lori, mi aspetti! ??? disse a mezza voce Clarice.[154]

La fanciulla si ferm??, la Teobaldi le si mise al fianco, e ripresero a camminare.

??? Che paura, tesoro mio! ??? esclam?? Clarice, tentando di sorridere.

??? Ah s??, muoio di paura! Quell'ubbriaco per poco non mi cadeva addosso!... Ma quanto dobbiamo camminare ancora?

??? Adesso ci siamo. Volti a destra....

??? Non ne capisco pi?? nulla, ??? mormor?? Loredana.

Essa stentava a riconoscere le calli, in quell'ora notturna; tutte le porte eran chiuse, le finestre chiuse, e di tratto in tratto una larga chiazza d'ombra toglieva la vista delle case, dei confini, degli angoli; poi appariva un lampione dalla luce rossastra, e, a quando a quando, un rio dall'acqua immota e nera. Nel silenzio solenne, dentro le calli pi?? anguste, i passi delle due donne davano un rimbombo prolungato; lontanamente, per due volte in due punti diversi, rison?? la voce gutturale d'un gondoliere, che s'internava con la sua gondola in un rio; e qua e l?? una zaffata di odore salso giunse alle nari di Loredana, che storse la bocca.

??? Ci siamo! ??? disse improvvisamente Clarice.

Loredana alz?? gli occhi, e riconobbe il palazzo Vagli, balzato fuori dall'ombra come per mag??a; largo e tozzo, ammantellato nell'oscurit??, lasciava a pena intravedere le finestre bifore e le colonne patinate dal tempo; era tutto muto.

Ma la fanciulla non ebbe agio a contemplare; un uomo si staccava dalla porta fiocamente illuminata, le veniva incontro, l'abbracciava con tale[155] veemenza da sollevarla da terra e trasportarla dentro in un sol gesto.

Richiuse d'un colpo lo sportello, e stringendosi la fanciulla al fianco, cingendole col braccio destro il collo quasi a difenderla da un nemico invisibile, inoltr??.

Restarono per sempre impressi nella mente di Loredana il cortile buio, l'atrio buio, illuminati a sprazzi dal fanale, che l'uomo teneva nella sinistra; e la scalinata e quelle sale dove lampeggiavan fugacemente uno specchio, la doratura dei mobili, la superficie levigata d'una tavola o d'una statua.

I passi risonavano sordamente sul tappeto, e tanto silenzio era intorno, che bench?? nessuno vegliasse a quell'ora, i due amanti non parlavano.

Loredana si volse a cercar Clarice, ma non vedendola pi??, alz?? gli occhi a guardar Filippo, e gli sorrise.

Obliata la madre, la notte, la casa, essa era felice e superba della propria audacia; il palazzo le sembrava immenso, ma sicuro, e quel braccio attorno al collo era il segno d'una protezione quasi onnipotente. Le tornava l'imagine di Filippo pi?? forte, pi?? audace, pi?? fidato di chiunque al mondo, e ne fremeva di piacere.

??? Qui? ??? ella domand?? sottovoce.

??? Qui, ??? rispose Filippo, liberandola dalla stretta.

Erano nella camera di lui. Loredana vide larghi e pesanti cortinaggi alle finestre, un letto ampio, una pelle di tigre, con la testa enorme e gli occhi fissi, stesa a terra; sopra un tavolino[156] moresco incrostato di madreperla ardevan cinque candele in un candelabro di vecchio argento; a una parete scintillavano le gua??ne metalliche di armi stravaganti.

Non vide altro, nel tumulto della gioia; pens?? che il suo amore seguitava, riallacciando quella notte col giorno malinconico in cui era tornata tutta sola da Peschiera; oh, anche il suo amore gagliardo vinceva gli ostacoli, e i baci che sentiva eran pi?? saporosi dopo tante lagrime...!


[157]

SECONDA PARTE.


I.

Giselda Fioresi, al braccio di Berto Candriani, s'era fermata innanzi alla tavola del buffet, in casa della contessa Lombardi.

La lunga tavola era tutta occupata da piatti colmi di pasticcini e di dolci; due grandi samovar d'argento fumavano, e da un'enorme zuppiera un servo scodellava nelle tazze il punch freddo, mentre altri versavano lo sciampagna gelido dalle caraffe di cristallo e distribuivano i sorbetti rosei e bianchi.

??? Se lei non fosse venuto a salvarmi, ??? continu?? Giselda, accennando con la testa a un signore tozzo e rubicondo, che sorbiva adagio una granita di caff??, ??? gli sarei caduta fra le braccia....

??? Oh Dio! ??? singhiozz?? comicamente Berto Candriani.

??? Per la noia, per la noia! ??? disse Giselda ridendo. ??? Non sa parlare che del suo automobile, e s'atteggia a disdegnare i cavalli....[158]

??? Cos?? le ha fatto sapere che ne ha....

??? Ne ha dieci, nelle scuderie della sua tenuta di San Polo; ma vuol venderli....

Nuove coppie, gli uomini in marsina, le donne in abito scollato e grande cappello, erano sopraggiunte e facevan coda, incalzando, alle spalle di Berto e di Giselda.

??? Vuole sciampagna? ??? domand?? Berto, prendendo una coppa dalle mani d'un servo e passandola a Giselda, che vi bagn?? appena le labbra.

??? Datemi due gelati, ??? ordin?? qualcuno che stava dietro il Candriani.

??? Aspetta, ??? disse questi al marchese di Spinea, che aveva al braccio la contessina Cafiero, ??? ti lasciamo il posto.

E avviandosi con Giselda, seguit?? ad alta voce:

??? Bada, che c'?? molto punch bollente, che non si beve, e poco sciampagna freddo che si berrebbe volontieri.

??? Zitto, maldicente! ??? gli disse il marchese di Spinea. ??? Vedremo che cosa ci offrirai quando verremo da te.

??? Bravo, stai fresco! ??? esclam?? Berto. ??? Resto scapolo apposta per non avere seccatori in casa!

Sul limitare, Berto e Giselda dovettero fermarsi. La duchessa di Torrecusa e la contessa Osvaldi, tenendo ciascuna una coppa di sciampagna, s'esercitavano a portarla alle labbra, dopo aver fatto col braccio destro alcuni giri a spirale. La duchessa vi riusc??, versando dall'orlo met?? del contenuto, e la contessa Osvaldi, che rideva a gola spiegata, vuot?? la coppa intera sul tappeto,[159] e rinunzi?? alla prova, perch?? i cavalieri intorno la facevan ridere troppo.

Berto Candriani s'apr?? un varco tra i gruppi, travers?? con Giselda un lungo corridoio, poi la sala pei fumatori, dove sedevano alcuni uomini, timidi o noiati, che si scambiavan gli astucci delle sigarette o i gravi propositi d'una pi?? energica politica internazionale; pass?? oltre la sala rossa, tutta rossa fiammante per le tappezzerie e pel colore dei mobili dorati, e si ferm?? nella sala rosea che precedeva la sala da ballo.

??? Andiamo laggi??! ??? disse, accennando un alto e lungo paravento sul quale eran trapunte in oro parecchie grosse cicogne, brillanti sopra uno sfondo color chiaro di luna.

??? Dietro il paravento? ??? chiese Giselda, lasciandosi trascinare senza troppa resistenza.

??? Sieda, ??? ordin?? Berto. ??? Io siedo qui di di fronte; lei metta fuori le punte dei suoi piedini, cos?? quelli che passeranno per andare a saltar come pere secche, capiranno che qui c'?? qualcuno.

??? Ma no, ma no, ?? sconveniente! ??? osserv?? Giselda. ??? E poi, lei ha l'abitudine di parlar male di tutti, e potrebbe sparlare proprio di quelli che passano....

??? Ingenua fanciulla! ??? esclam?? Berto Candriani. ??? C'?? l'occhio della cicogna!

??? Che cosa vuol dire? ??? domand?? la contessina Fioresi con un sorriso, che pregustava qualche strana storia.

??? Vuol dire che son forati gli occhi d'una cicogna, e di qui vedo benissimo senza essere veduto. Guardi che bei buchi![160]

Giselda si alz?? a guardare, appoggiandosi lievemente alla poltrona di Berto; attraverso due fori, che corrispondevan dall'altro lato agli occhi d'una gigantesca cicogna, si vedevan benissimo il resto della sala e la porta dalla quale dovevan passare le coppie. Giselda diede in una risata.

??? Ma quando ha fatto questo lavoro? ??? domand??.

??? Badiamo: ?? un segreto che si rivela a una gentildonna; i buchi li ha fatti Silvestrelli, il capitano di corvetta, due anni or sono, e prima di partire per il giro del mondo li ha confidati a me. Io sono l'unico erede di questi buchi, e nessuno se n'?? mai accorto. Spero che lei apprezzer?? tutto il valore della mia rivelazione.

??? Sono utilissimi, ??? dichiar?? la Fioresi solennemente. ??? Non dir?? parola ad anima viva.

Berto fece un cenno con la mano; qualche coppia passava, dirigendosi al salone da ballo e chiacchierando; alcuni cavalieri sopraggiunsero, diedero un'occhiata, videro la sala vuota e se ne andarono di nuovo.

??? Ha notato, contessina, che stasera non c'?? Flopi? ??? riprese Berto con la sua voce pi?? melliflua, piano piano.

??? Non ho notato nulla! ??? rispose Giselda bruscamente. ??? Perch?? dovrei notare queste inezie?

??? Inezie? Non ci sono inezie per chi ama.... Si vorrebbe sapere dove ?? Flopi a quest'ora, che cosa fa, che cosa dice.... Non ?? vero?

??? Non ?? vero; io non voglio sapere nulla. Il conte Vagli non m'interessa pi?? di quanto sia[161] lecito, e io non ho l'abitudine di amare chi non si occupa di me.

??? Non dico sia un'abitudine, ??? osserv?? Berto. ??? Pu?? essere una fatalit??.... Zitta! ??? soggiunse, dopo aver dato uno sguardo ai buchi della cicogna. ??? C'?? lo zio!

Il conte Roberto Vagli entrava in quel punto con un altro vecchio signore; il conte Roberto era dritto e magnifico, il largo petto inquadrato dal panciotto della marsina, all'occhiello della quale era fissato un superbo garofano bianco; tra le mani il conte teneva il gibus, alla maniera antica.

??? Io ti assicuro, ??? egli seguitava, ??? che ?? una corbelleria, questa di voler tanti treni fra Venezia e Milano; treni diretti, treni direttissimi, o, come si dice ora, treni-lampo! Sai che cosa avverr???

L'amico sedette in una poltrona, e il conte ripet??, standogli innanzi:

??? Sai che cosa avverr??? Avverr?? che Venezia fra pochi anni sar?? un sobborgo di Milano, e le nostre civette andranno a far le compere a Milano, e i nostri giovanotti si vestiranno a Milano, e tutti i nostri quattrini ingrasseranno Milano, e il nostro commercio e la nostra industria rimarranno quel che sono ora, una povera cosa. Non mi diceva un momento fa il Cavenaghi, sai, quel mercante di carbone, che si pensa d'attuare un treno per tempissimo, cosicch?? si possa andare a Milano, starvi sei o sette ore, e tornar la sera medesima? Io ti domando!...

L'amico si alz??, e tutt'e due s'avviarono.[162]

??? Io ti domando se questo si chiama far l'interesse di Venezia....

??? Che bella mente! ??? esclam?? Berto Candriani, quando fu sicuro che i due se n'erano andati. ??? Non vuole i treni diretti; bisogner?? offrirgli un servizio di muli. Dopo la battaglia di San Martino, non ha capito pi?? nulla. E Flopi deve lottare con questi suoi parenti, i quali, nonch?? l'amore, non sanno intendere nemmeno la ferrovia!...

??? Ma io non comprendo perch?? Flopi debba lottare coi parenti, ??? osserv?? Giselda. ??? Lotta per che, per chi?

??? Bah, ??? esclam?? Berto Candriani, arricciandosi i mustacchi con studiata espressione di mistero. ??? Affari riservati! Non dimentichiamo che lei ?? una signorina.

Giselda si sent?? avvampar la faccia: aveva ventitre anni, molta voglia di vivere, fors'anco molta violenza contenuta dall'abitudine e dalla educazione; e nulla pi?? l'irritava che l'ignoranza e l'espressione di candore che dovevan formare la sua maschera sociale.

Ella croll?? il capo e rispose con voce dura:

??? Quali sciocchezze! Ma se so tutto!...

??? Tutto? ??? ripet?? Berto, sicurissimo che non sapeva nulla, ma contento d'essere esonerato dalla discrezione. ??? Lei sa che Flopi ha un'amante?

??? Ma certo!

??? La quale ?? bellissima?

Giselda esit?? un attimo.

??? Ci?? non importa. Chi la dice bellissima, ??? rispose, ??? chi mediocre, chi brutta![163]

Berto sorrise fugacemente, e incalz??:

??? Bellissima; e lei sa che Flopi l'ha rapita, l'ha sedotta, la tiene con s??, e che ora ha sulle braccia tutti i parenti?

??? Di lei; ?? naturale, ??? osserv?? Giselda.

??? No, di lui; i parenti di lui sono spaventati, perch?? non capiscono che cosa voglia farne, e temono che la sposi....

??? Ma i parenti di lei perch?? non intervengono? ??? domand?? Giselda quasi con impazienza.

??? Per una ragione ottima, contessina mia, ??? rispose Berto ridendo. ??? Perch?? sono nel regno dei cieli, ad eccezione d'una madre, la quale se l'?? ripresa una prima volta, ma se l'?? vista ripartire con Flopi; onde la povera donna ha rinunziato a lottare e a discutere.

??? E dove sono ora? ??? chiese Giselda con aria distratta.

??? Chi? I parenti? Lo zio era qui poco fa, a parlar di treni....

Giselda interruppe, battendo un piede a terra, spazientita.

??? Ma no, mio Dio! Flopi e quell'altra!...

??? Ah!... Sono a Venezia; anzi ho pranzato oggi da loro. Bisogna dire che se qualche cosa d'irregolare ?? in quella casa, non lo si vede certo nella disposizione dei mobili, nella scelta delle vivande, nella qualit?? degli oggetti che adornano l'appartamento. Tutta roba squisita.... Credo che Flopi verr?? stasera a salutar la contessa, sul tardi....

??? Lei ?? molto addentro nella confidenza di Flopi! ??? osserv?? ironicamente Giselda, alzandosi.[164]

??? S??, sono dei pochi che frequentano la casa, ??? disse Berto drizzandosi in piedi e offrendo il braccio a Giselda.

??? No, grazie, ??? rispose questa, freddissima. ??? Devo dire una parola alla Torrecusa, che vedo seduta laggi??, nella sala da ballo.

E s'avvi?? sola, ma si ferm?? di repente:

??? Quale casa? ??? domand?? sottovoce.

??? S??, la casa di Flopi. Egli vive solo, ora; voglio dire non vive a palazzo. Ha un bellissimo appartamento sulle Zattere....

??? Con la bellissima compagna! ??? concluse Giselda, che si lasci?? sfuggire una risatina troppo stridula per essere sincera.

Berto s'inchin??, gir?? sui tacchi, e perfettamente sicuro d'aver fatto il bene di Giselda, di Flopi, e fors'anco di Loredana, pass?? nella sala rossa, e si mischi?? a un gruppo di dame che ridevano in piedi con alcuni ufficiali di marina.

L'orchestra attacc?? un valzer; i cavalieri traversarono la sala, s'incrociarono, ricomparvero con le dame al braccio, s'avviarono alla sala da ballo; fu una sfilata rapida di coppie, un'ondata di profumi.

Il valzer diceva: ?? Queste gioie fallaci, tutte simili all'invisibile onda delle mie note, si dissolvono nel tempo, e nulla pi?? rimane quando l'alba livida vi richiama alle case. Abbandonatevi a queste gioie malinconiche, a quest'onda invisibile, e sognate tutti i vostri sogni, prima che l'alba vi risvegli.... ??

Il maggiordomo comparve a un tratto nella[165] sala rossa, si present?? alla contessa Lombardi, le disse qualche parola inchinandosi.

La contessa ebbe un sorriso e mosse lentamente verso la porta d'entrata, mentre un susurr??o di curiosit?? si propagava nella sala tra i gruppi degli invitati che avevan preferito la conversazione alla danza.

Quasi contemporaneamente un signore non alto di statura, largo di spalle, con lunghi favoriti biondi, varcava il limitare e dirigendosi rapidamente incontro alla contessa, le prendeva la mano, cos?? da impedirle l'inchino che la dama aveva abbozzato.

S'ud?? la voce dell'uomo, una bella voce molle:

??? ?? Je vous suis bien reconnaissant, comtesse ??, ??? egli diceva, baciando la sottile mano guantata.

??? Chi ??? ??? domand?? Berto Candriani.

??? Non lo conosci? ??? disse il tenente di vascello Paolo Orseolo. ??? ?? Milan, l'ex-re di Serbia.

??? Oh guarda! ??? esclam?? Berto. ??? Si muove bene in un salotto, meglio che sul trono, l'animale....

Il conte Orseolo diede una gomitata a Berto.

Milan s'inoltrava, tenendo al braccio la contessa Lombardi, che gli present?? gli invitati.

Berto aveva ragione: Milan aveva piuttosto l'aria d'un gran signore annoiato che non l'aspetto d'un Sovrano. I favoriti e i baffi biondi contrastavano con l'espressione di lassezza diffusa sul volto; e dentro gli occhi grigi e freddi passavan talora lampi improvvisi, come per effetto d'un pensiero che sopraggiungesse e illuminasse o facesse tremare quell'anima.[166]

Egli disse qualche complimento alle dame intorno, con misura e con gusto, sorridendo e socchiudendo gli occhi.

A Berto Candriani domand??:

??? ?? Est-ce que vous ??tes du Rowing-Club, comte? ??

??? ?? Mais sans doute, Altesse! ?? ??? rispose Berto Candriani prontamente.

Milan gli sorrise soddisfatto; e mentre egli si allontanava con la contessa per dirigersi alla sala da ballo, Berto soggiunse a bassa voce con Paolo Orseolo:

??? Mai visto il Rowing-Club! E tu?

Il conte Orseolo si mise a ridere.

Milan era giunto a Venezia in quei giorni, proveniente da Abbazia, dove aveva passato qualche settimana col giovane re Alessandro, suo figlio. I giornali avevano anzi parlato d'un tentativo d'avvelenamento commesso dai nemici degli Obrenovich contro Alessandro; e Milan, che in quell'epoca dimostrava pel figliuolo una vera tenerezza, ne era rimasto foscamente impressionato.

Era sceso all'?? H??tel d'Europa ??; la contessa Lombardi, che l'aveva conosciuto alcuni anni prima a Biarritz, l'aveva invitato alla sua sauterie.

Berto Candriani stava per seguirlo a distanza e per gustar le altre presentazioni, ma vide entrare in quel punto Filippo Vagli, e gli corse incontro.

Filippo lo guard?? interrogativamente.

??? C'?? Milan, ??? annunzi?? Berto.[167]

??? C'?? gi??? ??? disse Filippo. ??? ?? simpatico?

??? Un tozzo di pane. Ti domander?? se sei del Rowing-Club. Ti prego di dirgli di s??, perch?? ci?? gli fa piacere.

??? Va bene. E la contessa ?? con lui?

??? Naturalmente. Adesso che ha una specie di re per le mani, tu puoi risparmiar di salutarla, perch?? conti anche meno del solito.

I due amici s'avviarono ridendo verso la sala rossa.

??? A proposito, ??? soggiunse Berto. ??? Ti ho reso un piccolo servizio, questa sera.

??? Mi fai tremare! ??? esclam?? Filippo.

??? Coraggio! C'era la Fioresi che schiattava dalla voglia di saper che cosa fai, come vivi, dove ti nascondi. Io le ho raccontato tutto.

??? Le hai parlato di Loredana? ??? esclam?? Filippo, arrestandosi.

??? No. Le ho parlato di te, della tua passione, delle baruffe con la tua famiglia; quadro completo, insomma!

??? E lo chiami un piccolo servizio, questo? ??? disse Filippo, stringendo la mano di Berto. ??? Ma ?? un servizio impareggiabile, prezioso, magnifico....

??? Un servizio per dodici persone, ??? mormor?? Berto.

??? Proprio! Cos?? avr?? costei sulle braccia, come non bastassero tutte le altre! ??? concluse Filippo. ??? Ma dove hai la testa? Quando imparerai, tu, a essere discreto?...

Berto era un po' confuso; aveva creduto, dapprincipio, che Filippo lo ringraziasse e gli stringesse[168] la mano per davvero; ed ecco che tanta gratitudine si risolveva in un rimbrotto.

??? Non ti arrabbiare, Flopi, ??? egli disse. ??? Alla fin fine, che cosa avverr??? Che la Fioresi non ti annoier?? pi?? coi sospiri e gli sguardi languidi....

??? Ma ti prego di credere che la Fioresi non ha mai fatto nulla di simile, caro mio, e che queste son fantasie del tuo cervello ozioso....

Berto non pot?? replicare.

Giunti nella sala rossa, videro nel bel mezzo Milan Obrenovich che parlava con la duchessa di Torrecusa.

??? ?? Nous avons fait un pari, la comtesse et moi, ?? ??? diceva. ??? ?? La comtesse disait que vous avez les yeux gris clairs, moi je disais que vous les avez verts, ce qui vous sied excessivement bien. Et voil??, j'ai gagn??! ??

La duchessa sorrideva, un po' impacciata, sotto la fiamma che sfolgorarono a un tratto gli sguardi di Milan. Si sarebbe detto ch'egli avesse voluto bere la luce che sorgeva dal corpo sottile, dalla carnagione rosata, dai capelli aurei della giovane dama.

Gli altri tutt'intorno sentirono quella vampa di desiderio, che il re del tappeto verde e delle alcove aveva recato con s??, e tolsero gli occhi dalla coppia e seguitarono per discrezione i loro discorsi.

??? Oh perch?? non si ricoverano dietro il paravento? ??? mormor?? Berto, con un'occhiata al principe. ??? Se vuole io gli insegno i buchi, a Milan....[169]

??? Quali buchi? ??? domand?? Filippo stupito.

??? I buchi del paravento. Li ha trovati comodissimi anche la Fioresi. Vieni, che ti faccio vedere; ?? un segreto, il segreto che si rivela a un gentiluomo....

In quel punto, la Fioresi, giungendo dalla sala da ballo con passo svelto, alta la testa, un tranquillo sorriso sulle labbra, ferm?? Filippo, stendendogli la mano.

??? Buona sera! ??? ella disse. ??? Si disperava di vederla tra di noi....

Berto Candriani rattenne un ghigno di malizia, ma Giselda lo indovin?? pi?? che non lo vedesse.

??? Mi dia il braccio! ??? ella soggiunse a Filippo. ??? Facciamo un giro, lontano da questo re che non mi piace!

Filippo le diede il braccio e s'avvi?? presto con lei fuori della sala.

??? Ha ragione se non le piace quel re, ??? disse. ??? Perch?? pensava che io non sarei venuto stasera?

Berto, sprofondate le mani nelle tasche dei calzoni, rimase a guardar Filippo e Giselda che si allontanavano; poi squadr?? di nuovo Milan Obrenovich, e gli venne in mente un verso, un verso del quale non avrebbe potuto dir l'autore, ma che gli sembrava adatto alla sua situazione:

???Messo l?? nella vigna a far da palo???.

??? Senta che bel galopp! ??? gli disse la contessina Cafiero, passandogli al fianco.

Berto l'afferr?? per il braccio, quasi a volo, con[170] tal furia che la fanciulla fece un gesto di spavento; e conducendola seco di corsa:

??? Andiamo! ??? disse. ??? Qui tutti galoppano! Galoppiamo anche noi!...

La Cafiero, vestita di rosa, alta e bruna, un neo in mezzo alla fronte, cominci?? a ballar con Berto, ridendo e socchiudendo gli occhi voluttuosamente.


II.

Dopo la notte trascorsa da Loredana al palazzo Vagli, Filippo aveva trovato e arredato l'appartamento sulle Zattere, di fronte al largo e torpido Canale della Giudecca; aveva persuaso con molta facilit?? del resto, la signora Clarice Teobaldi a lasciar Verona e ad allogarsi nell'appartamento; di poi era toccato alla Teobaldi, nelle frequentissime sue visite, a persuader Loredana, che combatteva tra il desiderio di raggiungere finalmente Filippo e la crudele necessit?? di dar nuovo dolore alla mamma.

Loredana s'era decisa un giorno in cui Adolfo Gianella l'aveva affrontata in istrada, dichiarandole di volerla accompagnare per vedere se mai andasse dal conte. L'insolenza del giovane l'aveva cos?? esaltata che quel pomeriggio medesimo, invece di tornare a casa, aveva raggiunto Clarice Teobaldi, e alla mamma aveva scritto ch'era a Venezia, ch'ella non temesse, ma che ormai ?? il suo destino la chiamava ??.[171]

Cos?? Clarice era diventata la dama di compagnia di Loredana; e Loredana l'amante, alla faccia del sole, di Filippo. Egli volle festeggiar l'avvenimento con un piccolo viaggio, e partirono i due innamorati per i laghi lombardi, lasciando Clarice a Venezia.

La dama di compagnia, altera del suo nuovo e delicato ufficio, aveva rinunziato agli abbigliamenti vistosi; vestiva sempre di nero, ma con quel suo vezzo di indossare abiti troppo corti, che le lasciavano scoperto tutto il piede, sembrava da lontano un vecchio merlo.

Quando Loredana e Filippo tornarono, ella pot?? annunziare che la signora Emma era stata due volte a cercar della sua Lori, e che non si lagnava pi??, e che aveva piegato il capo, anche lei, sotto quella raffica di passione. La signora Emma, travolta dal furore altrui e dalla debolezza propria, la quale pareva esser cresciuta dopo l'unico atto energico da lei compiuto a Sirmione, aveva veramente abbandonato le redini, non sperando ormai che nella onest?? di Filippo, nella saggezza di Loredana, in qualche lontano avvenimento tuttavia incomprensibile.

La sua Lori andava a trovarla spesso, in quella casetta bianca sul campiello muto, dalla quale i pettegolezzi ostinati e i fatti veri avevano allontanato amici e conoscenze, cosicch?? la signora Emma viveva ora quieta e sola, abbandonata e placida. Qualche volta Lori si fermava a colazione o a pranzo; e mai le due donne non parlavano del conte; bens??, era in tutto l'atteggiamento della fanciulla verso la madre una premura[172] nuova, un'affettuosit?? timorosa, che parevan chiedere continuamente il perdono nel silenzio; e quel perdono era gi?? nel riserbo della signora Emma, che non aveva pi?? detto parola dei suoi presentimenti.

Loredana traversava allora un periodo di selvaggia e franca volutt??. Filippo era l'amore, e l'amore l'inebbriava, come se il calore di quel principio d'autunno avesse bruciato le vene di lei, moltiplicandone il desiderio e i capricci notturni e diurni. Il suo corpo bianco finemente venato, i seni duri dai capezzoli che ricordavan le fragole odorose, il ventre piccolo chiaro come ambra, le gambe dai bei ginocchi e dalle cosce muscolose, ??? splendevan la notte sotto i baci di Filippo, tra i veli della zanzariera, che chiudevan gli amanti come nell'onda azzurra e dolce d'un acquario.

Al ritorno dall'escursione dai laghi lombardi, Filippo chiamava Loredana ?? la viperetta ?? ed ella sorrideva misteriosamente. Quel che di pi?? gaio, di pi?? sano e di pi?? forte era nella sua anima veneziana, sfolgorava nella passione libera, cos?? che nessun dono era per la giovane premio pi?? ambito che un'ora di baci e di carezze.

Baci e carezze di Filippo; mai non aveva pensato potessero essere d'altri; mai non aveva guardato i facili ammiratori che, protetti dall'angustia e dalla cattiva luce delle calli, la seguivano, fosse sola per correre dalla mamma, o fosse accompagnata da Clarice, e le susurravano, passando, brevi frasi, e osavano qualche sorriso e le ronzavano intorno.[173]

Ella aveva per Filippo una gratitudine cieca, una specie di religione; ma lungi dall'essere timorosa, era lieta ed uguale; risuonava il suo canto la mattina, nel torrente di luce che invadeva le camere; e tutto il giorno Loredana viveva con piacere, occupandosi con Clarice delle compere, dando ordini alla cuoca ed alla cameriera, riempiendo la casa delle sue corse, delle sue risatine, facendo ammattire la povera dama di compagnia, della quale imitava i gesti al piano e le stonature e il modo di camminare e il dialetto veronese, con tanto impeto, che Clarice finiva per riderne.

Filippo si recava tutti i giorni dall'amante, vi si tratteneva a colazione spesso, a pranzo quasi sempre, e per lunghe ore nella serata. Ancora non s'era fatto veder per la strada con la ragazza; gli spiaceva l'ostentazione dei suoi amori, quantunque nessuno potesse ormai ignorarli.

Egli aveva pensato di vivere con Loredana lungi da Venezia, in qualche citt?? dove, per esser la vita larga e rapida, la curiosit?? ?? meno molesta. Ma in quei giorni appunto le diatribe coi parenti s'eran fatte acute.

La contessa Bianca aveva minacciato Filippo di farlo diseredare dallo zio Roberto; occorreva una punizione materiale, poich?? i concetti d'onesto vivere e il senso del decoro non avevan presa su di lui; e in verit?? la perdita d'un patrimonio che, come quello dello zio Roberto, si aggirava intorno ai due milioni, non poteva non impensierire Filippo, il quale non possedeva nemmeno un terzo di quella ricchezza. Allontanarsi[174] decisamente da Venezia e con Loredana in un frangente simile, sarebbe stata imprudenza grave, anche perch?? la minaccia non era venuta sino allora che dalla contessa Bianca e nulla diceva nel contegno dello zio Roberto ch'egli pensasse a tanto estremo. Anzi, di Loredana non aveva pi?? parlato.

La contessa Bianca, infatti, s'era avveduta presto che di Flopi, dello scandalo, della ?? monella ??, dei soliti discorsi, il cognato era arcistufo; poteva egli bens?? dare un consiglio, ma considerava i consigli a guisa dei denari, dei quali se si regalano o se si prestano, non ?? lecito al donatore invigilar l'uso e rinfacciar la prestanza.

Prudentemente, la contessa Bianca smise d'intrattenere il cognato sulle follie di Filippo, ripromettendosi di tornar daccapo ad occasione propizia; e dopo un ultimo colloquio breve, secco, perentorio, col figlio che si mostr?? rispettoso e cocciuto, ella si ridusse nella sua campagna di San Don??.

Ci?? che la contessa aveva previsto, si avverava fatalmente: il vincolo tra Flopi e Lori si era fatto via via pi?? saldo; non era Loredana l'amante, n?? la mantenuta, ma qualche cosa tra la moglie e l'amica, qualche cosa che non si vende e non si compera, che si pu?? abbandonare ma che non si dimentica pi??, che con rapidit?? propaga il suo dominio dai sensi al cervello e dal cervello al cuore. Si trattava d'un caso d'amor libero, che talune condizioni potevano spezzar da un giorno all'altro, e che talune, pi?? probabili, potevano un giorno trasformare in un matrimonio.[175]

Filippo, tutto preso dalla ?? viperetta ??, dimentic?? finalmente la prudenza e andr?? a vivere egli pure nell'appartamento sulle Zattere, che per Loredana era troppo grande; la camera attigua a quella in cui dormiva la giovane fu ridotta, da salottino, in camera da letto per Filippo; e tra l'una e l'altra si apr?? una porta di comunicazione. Il conte fece trasportar mobili, libri, oggetti suoi nella nuova dimora; vi condusse anche Piero, il domestico silenzioso, e si ripromise di vivere da quel giorno, ora in casa di Loredana, ora nel suo palazzo, secondo che le convenienze e gli obblighi sociali avrebbero permesso.

Loredana non aveva chiesto mai nulla, e tutto le veniva profferto spontaneamente, con fresco entusiasmo, con incredibile audacia da quello stesso uomo, che andava sostenendo tanta guerra per il suo amore. Ad ogni piccola novit??, ella rideva nervosamente, quasi smarrita, rilevando che la casa si trasformava, si faceva bella e intima, che Filippo le dava a poco a poco una sua impronta personale.

??? ?? Folletto ??, che ne dite? ??? chiedeva Loredana qualche volta alla Teobaldi.

?? Folletto ?? era il nomignolo che Loredana aveva scelto per Clarice in memoria del famoso galop di Sirmione.

??? Dico che ?? magnifico! ??? rispondeva il grosso folletto, guardandosi intorno a gustar meglio l'intimit?? aristocratica del luogo, e a salutar con un sorriso certi oggetti, come quel legno policromo del 600, i quali significavan per lei qualche ricordo. ??? Dico, ??? seguitava, ??? che[176] a Sirmione deve avermi spinta il mio angelo custode; e pensi, contessa, che vi sono andata a caso, senza voglia....

Ma Loredana interrompeva con un gesto la storia risaputa.

??? Non tornerete daccapo? ??? domandava ridendo.

Dacch?? viveva con la giovane signora, Clarice aveva sentito il dovere di renderle il titolo di contessa, che a Sirmione le aveva lesinato; i servi imitavano in questo la dama di compagnia, quantunque nessuno ignorasse da qual vincolo Loredana era legata al conte; e Filippo, non senza riconoscere la fastidiosa gravit?? del fatto, s'era guardato dal muovere osservazioni, che sarebbero state, del resto, assai difficili e spiacevoli.

Berto Candriani aveva raccontato alla contessina Fioresi ch'egli era fra i pochi i quali frequentavano la casa della bella amante, e aveva detto il vero; anzi era il solo che Filippo si conducesse qualche volta a pranzo.

Aveva cominciato quasi involontariamente, perch?? Berto gli si era messo un giorno alle calcagna, essendosi fitto in capo di pranzare con Filippo, dovunque quel giorno e con chiunque Filippo avesse dovuto trovarsi; e quest'ultimo, o perch?? di buon umore, o disperando di levarselo d'intorno, se l'era condotto seco e l'aveva presentato a Loredana e anche alla signora Clarice Teobaldi.

Loredana n'era rimasta sgomenta e sospettosa; ma passato il primo impaccio, Berto s'era mostrato cos?? accorto, cos?? savio, cos?? elegante nelle[177] maniere, pur essendo loquace e malizioso, che a poco a poco Loredana s'era rimessa dal sospetto e da quel sottile pudore che l'avevan dapprima turbata. Clarice dichiar?? netto che dopo il conte Vagli, il conte Candriani era il gentiluomo pi?? compito del mondo, forse perch??, invece di far complimenti usuali alla bella amante, egli aveva rivolto la sua galanteria scherzosa alla cantatrice, la quale n'era rimasta ammiratissima.

Berto non abus?? del privilegio e non si rec?? mai da Loredana se non accompagnando Filippo. Egli pure aveva fiutato in aria che si trattava d'un legame serio, non indegno di qualche rispetto; parlava bene di Loredana a Filippo e di Filippo a Loredana, ma chiedeva a se stesso dove quei due sarebbero andati a parare.

Frattanto, perch?? la contessa Lombardi e altre dame s'indugiavano in citt??, prolungando oltre il consueto la stagione dei bagni, Filippo aveva dovuto riprendere quella ?? vita per la platea ?? della quale era abituato a vivere. Si recava spesso a Lido, nelle capanne delle amiche.

Il Lido piaceva a lui, come a tutti i veneziani, per agonia di luce, di verde, di spazio, d'aria diffusa; anch'egli si contentava dei pochi viali fiancheggiati da villini brutti, e s'era avvezzo alle costruzioni terribilmente antipatiche di quegli alberghi nei quali si mangiava malissimo e dai quali si vedeva una sfilata di capanne tozze, una spiaggia arida, qualche disegno di giardino con gli alberetti ancor giovani, sarcasticamente dimentichi di protegger gli uomini dal sole.[178] Anche a Filippo la terrazza dei bagni pareva una stupenda costruzione d'arte; la vita e i colori glieli prestavano le oziose belle e gli oziosi eleganti in abiti vivacissimi, cosicch?? quella baracca era come un animale indecente coperto da parassiti variopinti che ne nascondevano la sgraziataggine.

Con le dame, con gli ufficiali di marina, coi gentiluomini che a quelle facevano codazzo e corona, Filippo si lasci?? trascinare a gite frequenti; talora prendeva parte alle ?? sauteries ??, che nel linguaggio barbarico dell'aristocrazia dovevano significare balli modesti, fra amici.

Egli aveva il proprio pensiero rivolto a Loredana anche in quelle ore, ma la dimestichezza antica con le famiglie patrizie, la necessit?? di rispondere alle cortesie, la germinazione continua di visite da visite, di pranzi da pranzi, di gite da gite, la rete sottile e densa della vita mondana, che o si fugge interamente o interamente vi afferra, per lunghi giorni lo avevano costretto ad abbandonare l'appartamento segreto e caro delle Zattere, dove non si riduceva che a notte tarda, con la furia di ricomprarsi il tempo perduto e di compensarne l'amante.

Loredana, che di rimbrotti non era capace, sent?? bruscamente d'odiare quelle donne, quegli uomini, quei ritrovi, quegli spassi; non solo perch?? interrompevano la sua bella esistenza d'amore, ma pi?? perch?? la mettevano innanzi a una barriera.

C'eran dunque famiglie ch'ella ?? non poteva ?? conoscere, e donne che ?? non dovevano ?? salutarla?[179] Si era data con ingenua lealt??, fidando, senza un calcolo, per impeto d'amore; e niente la salvava dalla riprovazione arcigna del mondo? Ella aveva contro di s?? la piccola societ?? borghese alla quale apparteneva, e la societ?? aristocratica alla quale non poteva appartenere; l'una e l'altra s'accordavano in un sol punto, nel biasimarla.

La fanciulla evit?? di metter piede a Lido, temendo che la sua mala sorte la facesse incontrar con Filippo e obbligasse l'uno e l'altra alla commedia di scambiare un saluto appena percettibile; ma se lo sguardo le cadeva sui giornali cittadini, vedeva il nome di Flopi nel resoconto delle feste accomunato con quello di Berto Candriani, del tenente Orseolo, del marchese di Spinea, e due righe sopra una sfilata di dame, dalla contessa Osvaldi alla duchessa di Torrecusa, dalla contessina Fioresi alla contessa Lombardi. Eran sempre le medesime, accompagnate dai medesimi aggettivi, disposte nel medesimo ordine; e venivan poi i nomi di signore esotiche, le quali almeno, sparivano e ricomparivano con maggior variet??.

Che cosa faceva Flopi, come poteva non annoiarsi tra quelle donne, ch'egli vedeva tutti i giorni, da anni?

Berto Candriani, una sera a pranzo, aveva detto sbadatamente, innanzi a Loredana, che non si pu?? vincere la noia in societ?? se non a patto di andarvi per corteggiare una donna, per trovar l'amore o per condurre un flirt. E aveva svelato i piccoli intrighi, che legavan questo a quella,[180] sfilando una corona di allegri pettegolezzi ed esagerando molto.

Loredana aveva dato un valore d'assioma alle parole del Candriani, e aveva guardato Filippo impallidendo; ma Filippo, quella sera medesima sul tardi s'era recato a una delle solite ?? sauteries ?? spinto dalla curiosit?? di veder dappresso il famoso Milan Obrenovich, del quale si narrava in quei giorni la riconciliazione con la regina Natalia. La giovane s'era coricata subito, per piangere, e nel cupo silenzio della notte veneziana, a lungo aveva dovuto aspettare il ritorno di Flopi.

Distesa sul letto, i capelli raccolti in fascio dietro la nuca, guardava tra le lacrime la sua camera e gli oggetti intorno, che le eran tanto cari. Una lampada ardeva sul tavolino; il letto chiuso nei veli della zanzariera, che tenevan Loredana come in un'ampia rete, e i mobili di mogano lucido sui quali splendevano le serrature e le borchie d'argento, e le due finestre debolmente illuminate dalla fiammella del lampione ch'era innanzi alla casa, e le poltrone di stoffa a larghi fiori di velluto in rilievo, tutto era accarezzato come da un raggio lunare, per la lampada che aveva il globo intensamente azzurro.

Il valzer in casa Lombardi cantava intanto: ?? Abbandonatevi a queste gioie malinconiche, a quest'onda invisibile, e sognate tutti i vostri sogni, prima che l'alba vi risvegli.... ??


[181]

III.

Di quel patriziato veneziano del quale le storie del 1848 non dicono nulla, quelle del '59 non dicono niente e quelle del '66 dicono poco, il conte Roberto Vagli era stato a' suoi tempi una fortunata eccezione.

Come ufficiale di cavalleria, aveva preso parte al combattimento di Montebello, che viene giudicato dai tecnici il primo scontro importante del 1859; e terribile, perch?? secondo alcuni autori, met?? della cavalleria piemontese ??? lancieri Aosta, lancieri Novara, cavalleggieri Monferrato ??? vi rimase distrutta, essendosi urtata con gli Ussari Haller sotto la fucilata implacabile dei battaglioni austriaci; e stupendo per l'impareggiabile pertinacia dei cavalieri italiani che si lanciarono pi?? volte alla carica con una furia, la quale il fuoco e il piombo non poterono arrestare.

Fu il conte Vagli di poi alla battaglia di San Martino con quegli squadroni d'Aosta, di Saluzzo e d'Alessandria, che sciabolando ripetutamente il nemico, l'obbligarono a ripiegare verso Pozzolengo. Bella battaglia, ideata e svoltasi alla vecchia, con accanitaggine testarda, con episodii di rabbia incredibile; e l'eco ne giunse tosto a Venezia, dove nessuno os?? per quella vampa di gloria e d'entusiasmo inanimire il popolo e dare al vento il vessillo italiano.[182]

Il conte Roberto Vagli si sentiva certo meglio di suo nipote Flopi, gettando uno sguardo al passato, bench?? la famiglia fosse stata sempre pi?? incline a censurare le mende dei numerosi scapestrati onde s'ornava l'albero genealogico, che non a compensar le gesta dei pochi valorosi i quali avevan compiuto il loro obbligo. Si sentiva certo meglio, il conte Roberto, dei suoi coetanei, ch'egli non aveva incontrato n?? tra i lancieri d'Aosta, n?? tra gli ussari austriaci, n?? tra nemici, n?? tra commilitoni.

Egli fu candidamente felice di poter far parte di quel Comitato che nell'anno 1893, sotto la presidenza del cavalier Breda, aveva preparato l'inaugurazione della Torre di San Martino della Battaglia; e mentre la cognata andava snocciolandogli la litania dei vizii e degli stravizii di Flopi, e degli amori con la sbarazzina e della necessit?? di qualche grave minaccia, il conte Roberto, fattole comprendere d'averne abbastanza, riviveva le belle memorie, tutto chiuso in pensieri pi?? alti e pi?? gravi che non fosse l'avvenire del nipote.

Frugava tra carte vecchie, contemplava i vecchi ritratti degli ufficiali di cavalleria e di quelli dei bersaglieri, che avevano caninamente disputato il terreno agli austriaci, battendoli passo per passo, da una casipola a un cimitero, da un albero all'altro; e sentiva quasi sul volto un alito fresco, certamente nelle vene un sangue gagliardo scorrere, e voleva ridere di piacere per i giorni gloriosi, che nessuno poteva cancellare pi??.

Quel 15 ottobre 1893, in cui la Torre venne[183] finalmente inaugurata alla presenza d'Umberto e di Margherita, tra una folla di settantamila persone onde furono allagati i bei viali di cipressi e la pianura, sotto un mirifico sole, il conte Roberto fu tutto preso da una tenera gioia e da un'ombra di malinconia, rivedendo parecchi dei vecchi combattenti e rammentando i molti scomparsi.

Filippo gli era al fianco; a lui quel tuffo in un'epoca vicina e pur cos?? diversa da quella in cui viveva, diede subito una specie di sbalordimento. Lo stesso zio Roberto ch'egli si dipingeva sempre al pensiero come un brav'uomo bizzarro, gli apparve fermo, giovane, sereno. Ne aveva un poco riso la sera prima, senza malizia, con Loredana la viperetta; e il mattino, innanzi alla torre storica, vedendolo tutto lieto, il petto fregiato di belle medaglie conquistate tra lo sciabolare dei nemici furiosi e vinti, Filippo ebbe quasi un fremito d'invidia e di rispetto.

Quando il cavalier Breda lo chiam?? e lo present?? al Re dall'occhio fulmineo, dicendo a Sua Maest?? nel placido dialetto, a cui il commendatore non aveva voluto rinunziar neppure in quell'ora solenne:

??? ?? La permeta che ghe fazza conossar sto bravo giovine.... ??

Filippo, inchinandosi profondamente, si chiese perch?? lo presentassero al Re e perch?? egli fosse un bravo giovane; forse non per altro, se non perch?? nipote del conte Roberto.

La folla bisbigliava facendo ala ai Sovrani per vedere la Regina, augusta bellezza nell'abito violetto,[184] col cappello nero piumato sulla massa della chioma d'oro; e Filippo, rimasto a pochi passi dal Re, sentiva gli sguardi avidi fissare il gruppo dei generali, cercar fra questi il vecchio Cucchiari, e diffondersi il susurro, diventar grido e tumulto, perdersi lontano dove ondeggiava un mare di teste.

Pi?? tardi, durante la visita all'Ossario, Filippo guard?? i teschi degli ufficiali italiani e austriaci, raccolti e disposti nella scansia circolare.

Pel vialetto di cipressi che adduceva a quel funereo reliquario, la battaglia era stata atroce; i colpi di fucile avevano sloggiato i nemici a uno a uno, quasi in un duello di soldati contro soldati; qua e l?? l'iscrizione breve d'una pietra rozza fitta in terra indicava la zolla su cui un ufficiale italiano era caduto durante la rapida caccia; e la terra pareva diversa da quella di tutti gli altri campi, quasi il sangue onde s'era abbeverata l'avesse fatta pi?? grigia e pi?? triste.

Ma Filippo osserv?? attentamente i teschi raccolti nell'Ossario. Il conte Roberto, senza parlare, gliene segn?? alcuni col dito, gl'indic?? il cartellino col nome; dalle occhiaie e dalle suture sconnesse di alcuni pendeva per una cordicella il pezzo di piombo che aveva traversato il cranio o spaccato il cuore; e toccando quei frantumi di proiettili e di mitraglia, Filippo vide fuggire lungo i palchetti della scansia qualche scolopendra che aveva preso albergo nei teschi dei valorosi.

Egli guard?? Roberto, che sorrise tranquillo.

??? ?? un altr'uomo! ??? pens?? Filippo. ??? La[185] morte non gli desta alcun orrore; egli vede i teschi dei commilitoni come fossero ancora animati, e avessero occhi e carni. Poteva essere lui nell'Ossario; io non l'avrei conosciuto e non avrei compreso il suo sacrificio.

Roberto lo tocc?? nel gomito. I due Sovrani uscivano scambiando qualche parola con gli ufficiali ch'erano intorno; tutto il s??guito si muoveva.

Roberto disse:

??? Ebbene, che pensi? Ti piace?

Filippo non pot?? trattenersi dal ridere sommessamente.

??? Che verbo strano tu hai scelto! ??? egli rispose. ??? Se mi piace! Come fossimo a un ballo!

??? A me piace molto, ??? disse lo zio con semplicit??. ??? Ogni passo su questo terreno mi fa rivivere. Non ?? stata una grande battaglia, sai? E si sono commessi spropositi da cavallo; tuttavia ?? andata bene. A Montebello ci eravamo divertiti meglio; gli Ussari erano magnifici; bei soldati gli Ussari; ma qui abbiam picchiato pi?? forte, pi?? deciso. Tu avessi visto il cimitero! Un carnaio; si dovette conquistarlo a mitraglia e a fucilate come una fortezza. E la villa Tracagne, presa e ripresa sei volte? Ha nella fronte ancora diciotto palle da cannone....

Tacque un istante, gli occhi nel vuoto, sopra le teste della folla che egli non guardava e che guardava lui. Aggiunse, col sorriso pacifico:

??? Ci siamo divertiti! Bah! Non potere tornar daccapo!...

Filippo voleva dire qualche cosa; voleva dirgli[186] che lo amava assai in quel momento, che gli pareva nobile ed alto; ma si rattenne non trovando la parola discreta, e sorrise egli pure.

Il resto della cerimonia, la messa, il banchetto nel padiglione reale, non ebbero per Filippo alcun significato; la festa si vestiva ormai della sua veste ufficiale.

Davanti alla Torre, i due cannoni che la presidiavano con le bocche rivolte al viale, attrassero l'occhio di Filippo, che pens?? i due vecchi arnesi della guerra gi?? antica serrassero qualche cosa in s?? dell'anima di Roberto; egli era della stessa tempra ingenua e salda.

Ma l'imagine che rimase nitidissima fra tutte nella mente di Filippo fu quella dei teschi, dei frantumi di mitraglia, delle scolopendre che correvano smarrite.

Rivide il vialetto dei cipressi gi?? imbevuto di sangue, e si prov?? a sognar quell'episodio di furore, la corsa, il crepit??o delle fucilate; ud?? quasi l'ansimar dei soldati sotto la tempesta di ferro, e questo e quello vide cadere, squarciato il viso, rotto il fianco. Il conte Roberto eccolo alla testa d'un plotone di lancieri sbucare di repente tra quell'inferno, urlando e sciabolando coi suoi cavalieri indemoniati; e il sibilo della mitraglia raddoppiare: cavalli impennati, uomini precipitati di sella; e dietro, altri plotoni e altri, e lampeggiar di lame e di lance: cavalleggieri Saluzzo, lancieri Aosta, cavalleggieri Monferrato, tutti addosso al nemico che balena. Poi, d'un tratto l'uragano scoppia; la furia del cielo si mesce alla furia degli uomini, violentissima, e[187] al fragor delle armi si unisce il guizzo dei fulmini e lo scroscio della bufera.

??? Torni a Venezia? ??? domand?? il conte Roberto.

Filippo sussult?? in modo, che il vecchio si mise a ridere.

??? A che pensavi? ??? disse.

L'altro si pass?? una mano sul viso come trasognato. Erano tutti in piedi, al finir del banchetto. Si fece un gran silenzio: i Sovrani si congedavano; e a Umberto piacque salutare affettuosamente il conte Roberto Vagli.

??? Arrivederci, ??? gli disse, stringendogli la mano e fissandolo con gli occhi acuti. ??? Sono contento d'aver conosciuto ancora un valoroso....

Strinse la mano pure a Filippo, con un breve sorriso.

Sul volto di Roberto s'era diffusa una espressione di compiacimento quasi fanciullesco, alle parole di Umberto; e il vecchio rest?? a guardare il Re che s'allontanava con Margherita, stretti intorno dagli alti funzionarii.

Filippo gli domand??:

??? Sei soddisfatto? Umberto ?? stato molto gentile con te.

??? Molto, molto! ??? esclam?? il vecchio con gioia. ??? Non potevo desiderare di pi??. ?? stato troppo buono, e mi ha confuso. Per quattro sciabolate!... In verit?? mi rammarico del poco che ho potuto fare!... Quattro sciabolate! Ma se torno daccapo....

S'interruppe e si mise a ridere.

??? Oggi mi son fitto in testa di far la guerra, ??? disse[188] poi. ??? Si vede che ho la febbre. Ma ti assicuro che farei meglio, farei pazzie!...

Drizz?? la bella persona, quasi imaginando di rotear la sciabola contro un nemico invisibile; ed era in quella sua fantasia cos?? fiero e deciso, che Filippo lo guard?? ammirato.

Risonava il terreno per un galoppo sordo e continuo; la folla sterminata correva a veder la partenza dei Sovrani, a prender d'assalto i treni; e spinta innanzi dalla curiosit?? e dalla fretta, innalzava un convoc??o incessante che a poco a poco diventava un urlo rauco, quasi il soffio di una procella vicina.

Pi?? volte Roberto e Filippo vennero urtati; ma essi procedevano adagio e in silenzio, ciascuno abbandonato all'onda dei proprii pensieri, i quali eran tanto dissimili che si sarebbe detto i due uomini appartenessero a due mondi piuttosto che a due epoche diverse.

Roberto ebbe ancora qualche esclamazione:

??? Buon Re! ??? disse, quasi parlando da solo. ??? Egli ha conosciuto la guerra e la battaglia; le sue parole mi son pi?? care.

Rintronava il galoppo; passavano intere famiglie, seguite dalla domestica che recava sulle braccia i canestri vuoti della colazione, e tutti della famigliuola correvano, chiamandosi e incitandosi ad alta voce; qualche volta, rapido al par del fulmine, appariva e spariva un cane, abbaiando per cercare il padrone; di quando in quando passava una carrozzella, zeppa di gente cos?? da far pensare che le molle stessero per cedere e il cavallo per rimanere stecchito; e di[189] nuovo la folla sparsa, una tempesta di ombrellini aperti con colori strani, con le forme pi?? varie, dal minuscolo all'enorme; e gruppi che procedevan lenti, a squadre, alternando l'inno di Garibaldi con l'inno di Mameli. I due uomini seguitavano a camminare adagio, in silenzio, urtati e stretti, col pensiero lontano.


IV.

Quando, la sera stessa, Loredana gli domand?? qualche notizia di quella festa, Filippo fu insolitamente loquace.

Il salottino nel quale si trovavano era per tutta la parte superiore immerso nell'oscurit??; dalla tavola di mezzo la lampada, coperta con un paralume rosso, proiettava la luce sul capo di Loredana, che stava un po' curva a ricamare; e Filippo, sdraiato in una poltrona nell'angolo, s'intravedeva appena. Egli era ancor tutto vibrante per le impressioni della giornata, e fu felice di parlarne; disse a Loredana di quella cerimonia straordinaria e si fece a descrivere i particolari che meglio avevano attratto il suo sguardo.

??? Ah quei teschi, quei teschi! ??? esclam??. ??? Che eloquenza viene dalle cose! Io, vedi, non avevo mai capito, anzi dir?? che non avevo mai apprezzato lo zio; ci voleva San Martino, ci voleva l'Ossario perch?? comprendessi finalmente Roberto e imparassi ad amarlo. ?? un uomo semplice e[190] buono, ed ?? un valoroso. Prima m'infischiavo di lui: oggi in verit??, non vorrei dispiacergli per nulla al mondo.

Loredana tacque: il fervore inusato dell'uomo le giungeva nuovissimo, e non sapeva come spiegarne la causa.

??? Ho sentito, ??? continu?? Filippo, ??? quanto io sono miserabile al confronto di quei vecchi. C'era il generale Cucchiari, te l'ho detto? Guardandolo, ho pensato ch'egli ha visto cose e provato emozioni che io non potr?? mai nemmeno sognare. Io sono un piccolo uomo impegolato in una piccola guerra di pettegolezzi; e tra me e quei vecchi c'?? la stessa differenza che tra il pettegolezzo e un colpo di cannone.

??? Quale piccola guerra di pettegolezzi? ??? domand?? Loredana, senza alzare il capo dal suo lavoro.

??? Ma s??, la solita musica! ??? disse Filippo. ??? Voglio dire, tutte le chiacchiere che si fanno intorno a me, e intorno a te, e le ire dei parenti, di mia madre, di mia sorella, di mio cognato e anche dello zio.

??? Ma allo zio non vorresti spiacere! ??? osserv?? Loredana. ??? E se ti pregasse di lasciarmi, allora mi lasceresti subito?

Le parole furon dette con accento cos?? teneramente dubbioso, che Filippo balz?? in piedi ridendo, e corse a baciar la testa curva dell'amante.

??? Sono uno sciocco! ??? esclam??. ??? Anche tu sei una sciocca, a farmi queste domande. Su, ??lzati, su, viperetta![191]

Loredana si alz?? lentamente, e senza comprendere depose il ricamo sulla tavola; ma Filippo l'afferr?? pel busto e la trascin?? ballando.

??? Su, su! ??? diceva. ??? Dobbiamo ballare; non essere triste per queste sciocchezze....

La giovane, abbandonata fra le braccia del suo Flopi, cominci?? a ridere, lasciandosi trasportare; ma a poco a poco, perch?? egli insisteva, si mosse con giusto ritmo; e la signora Teobaldi, che entrava in quel punto con un mazzo di carte per il suo abituale solitario, rest?? a bocca aperta, vedendo i due amanti che ballavano un valzer in silenzio nella camera penombrosa.

??? Quale spettacolo! ??? disse ammirata, disegnando nell'aria un gesto solenne. ??? Quale spettacolo d'amore perfetto!

Loredana diede in una risata; ma il cuore le martellava dalla gioia; una fanciullaggine di Filippo, un suo atto gentile, un pensiero di sollecitudine le snebbiavan dall'anima quelle ore di trepidanza che la vita mondana di lui le cagionava.

Non era pi?? la vita dei salotti; l'autunno aveva ormai circoscritto i convegni, e la societ?? elegante si ritrovava nelle sale dei grandi alberghi sulla Riva degli Schiavoni o lungo il Canalazzo. Ivi i ricchi stranieri che avevano amicizia con l'aristocrazia veneziana, davano pranzi e feste: e le riunioni eran tanto curiose e vivaci, quanto e meglio che quelle della societ?? consueta.

Gli stranieri si dilettavano di recarsi dopo pranzo in gondola alle serenate, per udir le canzoni e per vedere i palloncini che si riflettevano dalle[192] barche dei cantanti nell'acqua scura. Filippo, che a quei pranzi doveva spesso partecipare, si destreggiava sempre in maniera da evitare il supplizio delle canzoni, e tornava presto a Loredana per uscir con lei in gondola, lontano, nell'ombra del Canal della Giudecca, dove il silenzio era stupendo.

A una di quelle feste date da stranieri in un grande albergo, Filippo non fu poco sorpreso di trovare lo zio Roberto.

??? Tu qui? ??? gli disse Filippo, con espressione di piacere.

??? Ti dir?? poi; usciremo insieme, ??? rispose il vecchio.

Alla festa erano intervenuti madame Lodge, una parigina bionda (bionda o tinta?) e una mistress Stewart col marito, il signor Stewart, il quale era un grande cacciatore di galli di montagna.

V'era la principessa Stephen, una viennese di trent'anni, che girava il mondo; suo marito girava il mondo dall'altra parte e non s'incontravano mai. La principessa parlava costantemente dell'anima e si faceva corteggiare di preferenza dagli ufficiali. Ella era tutta vestita di bianco, tre giri di grosse perle al collo, merletti bianchi sullo strascico; ma aveva le scarpette d'oro come mademoiselle de Toulouse.

Mademoiselle Lucienne de Toulouse, di passaggio a Venezia con la madre, abitava a Singapore, aveva diciotto anni, sapeva quattro lingue ed era molto insolente; non la si vedeva mai senza il portasigarette d'argento stellato di turchesi e[193] una piccola borsa a maglie d'oro. Parlava di tutto, a grande velocit??. Il conte Roberto stava ad udirla con una maraviglia cos?? schietta, che Filippo scorgendolo non pot?? trattenersi dal ridere. Egli conosceva bene quei convegni di gente venuta da tutte le parti del globo, non legata che da vincoli di cortesia, pronta a ripartire domani per il Polo Nord o per l'Africa o per qualunque paese dove la noia fosse minore e la moda imperasse; di volta in volta ricomparivano vecchie conoscenze e si ingrossava la schiera delle nuove.

Il signor Stewart, ad esempio, passava a Venezia quindici giorni ogni anno, da trent'anni; e Filippo l'aveva sempre udito parlar della caccia al gallo di montagna; sopra gli altri argomenti il signor Stewart non nutriva alcuna opinione; onde Filippo aveva preso tanto in uggia il gallo di montagna, che avrebbe dato la caccia al cacciatore.

Ma in quelle riunioni di stranieri infierivan l'amoretto, il piccolo intrigo, ci?? che le persone bennate chiamano flirt, e mademoiselle de Toulouse e la principessa Stephen avevano un flirt a ogni angolo della sala; e abitualmente a Vienna, a Biarritz, a Zermatt, al Cairo, ad Aix-les-Bains, ovunque le signore si recassero, il flirt si ripeteva con altri personaggi e con lo stesso effetto; Filippo, sapendo il giuoco, vi si prestava per cortesia, senza mettervi alcun impegno, come chi arrischia una partita per ingannare il tempo.[194]

Egli fu molto gentile con la principessa Stephen, la quale desiderava, civettando con Filippo, d'indispettire il capitano Ketwort, che nel flirt non era sufficientemente destro e si appassionava in modo pericoloso; ma quando Filippo s'accorse che negli occhi del giovane capitano balenavano lampi d'odio, smise subito, fece un lieve cenno al conte Roberto e insieme con lui si conged??.

Era ormai la mezzanotte; i due uomini percorsero in silenzio la riva degli Schiavoni battuta dalla luna; l'isola di San Giorgio era cos?? bianca sotto il raggio, che la chiesa e il campanile parevano di gesso. Dietro l'isola si effondevano densi cirri color d'argento.

Roberto si ferm?? d'un tratto e disse:

??? Volevo chiederti una spiegazione.

Dal tono, Filippo sent?? che si trattava d'un argomento inusitato, e aspett??.

??? Volevo chiederti quante sono a Venezia le contesse Vagli.

??? Non capisco, ??? disse Filippo, guardando stupito lo zio.

??? Ecco; oggi ero in un negozio a comprarmi qualche cianfrusaglia, quando ?? entrata una ragazza, un cosino, un diavolino alto quattro spanne, che rivolgendosi al commesso ha detto: ?? Quella roba per la contessa Vagli non ?? ancor pronta? ?? Io ho guardato la ragazza, ma non la conoscevo. Il commesso ha risposto: ?? S??, ?? pronta! ?? E volgendosi al facchino, e consegnandogli un involto, ha soggiunto: ?? Porta subito alla contessa Vagli, sulle Zattere! ?? Ora io ti domando[195] di nuovo: quante sono a Venezia le contesse Vagli?...

Filippo non rispose: era annichilito. La descrizione del cosino, del diavolino alto quattro spanne, gli aveva fatto subito comprendere che si trattava della cameriera di Loredana, e le osservazioni di Roberto lo avevano colpito in pieno petto.

??? Di contesse Vagli, io non ne conosco che una! ??? seguit?? lo zio: ??? tua madre, mia cognata. Se ve n'?? un'altra sulle Zattere, ti prego di presentarmi, perch?? avr?? piacere di vederla in faccia.

Filippo continu?? a tacere; e come se il silenzio di lui lo inacerbisse, il conte Roberto riprese alzando la voce:

??? Si tratta di quella solita birichina che ho visto a Sirmione. Io non ne ho pi?? parlato perch?? non volevo annoiare me e te. Ma ormai le cose prendono proporzioni fantastiche: non posso permettere, nessuno pu?? permettere che usurpi un nome e un titolo, i quali non solo non le appartengono....

Filippo diede rapidamente un'occhiata intorno: sulla Riva i passanti erano radi e non parevano badare ai due uomini, che si fermavano di tratto in tratto.

??? ....ma appartengono a tua madre, la quale ?? una dama, una vera dama, esempio d'ogni virt??! Che cosa sarebbe avvenuto se quel diavolino di quattro spanne si fosse trovato nel negozio con tua madre? Che cosa avrebbe pensato di te quella povera donna?[196]

??? Permettimi! ??? interruppe Filippo, tanto per interrompere. ??? Tu ti arrabbi troppo per la storditaggine d'una cameriera....

??? Ah no, poi! ??? esclam?? il conte Roberto, fermandosi. ??? Non verrai a dirmi che ?? un capriccio della cameriera: la cameriera non pu?? inventarsi un titolo; se lo inventa, la si redarguisce; ma essa ne usa, invece, e ne abusa, perch?? sa che quest'abitudine riesce gradita alla tua monella e fors'anco a te....

??? Io? ??? disse Filippo, mentendo come un ragazzo. ??? Io non ne sapeva niente.

??? Tu non ne sapevi niente, ?? inteso! ??? ripet?? il conte Roberto con sarcasmo. ??? In casa, pei negozii, tra pettegole, per le vie, tutti la chiamano contessa Vagli, e tu non ne sai niente, tu vivi nelle nuvole, tu non hai orecchie per udire.... Questo ?? deplorevole, Flopi; bisogna saper udire e vedere, specialmente quando si ha a fare con donne, le quali, da ci?? che ho appreso, non hanno scrupoli.... Qui si tratta d'una vera e propria usurpazione di titoli, non solo, ma anche di nomi. Certo, quella ragazza non ?? di nostra famiglia; certo, non ?? contessa.... Questa commedia, insomma, deve finire....

??? Finir??, ??? disse Filippo seccamente, sperando che lo zio si arrendesse.

Ma Roberto, forse animato dalla brezza che soffiava piacevolmente e dall'ora calma che incitava a lunghi discorsi, volle continuare:

??? Tutto potevo aspettarmi da te, all'infuori di questa mancanza che ?? quasi una mancanza contro l'onore....[197]

??? Zio, non dire spropositi! ??? rimbecc?? Filippo.

??? Dico quasi: quasi una mancanza contro l'onore, ??? insistette il conte Roberto. ??? Hai dato in bal??a d'una ragazza un nome e un titolo illustri, che a noi devono essere sacri; hai permesso che i servi e le serve se ne gonfino la bocca e forse ridano alle vostre spalle, sapendo magnificamente che nome e titolo sono falsi, messi insieme per divertire la tua mantenuta....

??? Ma che mantenuta! ??? esclam?? Filippo, irritato. ??? ?? la mia amante!

??? Amante e mantenuta sono sinonimi in certi casi, ??? dichiar?? inappellabilmente Roberto. ??? La birichina non ha una posizione sociale che le permetta di vivere senza il tuo aiuto; e dunque tu la mantieni, e dunque ?? la tua mantenuta....

??? La mantenuta ?? un altro tipo di donna, ??? osserv?? Filippo. ??? Fa dell'amore un reddito e un mestiere, allogandosi presso l'uno o presso l'altro; ?? un oggetto di piacere che si noleggia per un dato tempo. Il caso di Loredana ?? ben diverso....

??? Loredana! ??? ripet?? il conte Roberto. ??? Si chiama anche Loredana, nome patrizio e storico....

??? Non pretenderai mica di toglierle il nome di battesimo? ??? osserv?? Filippo ironicamente.

??? Ma ?? suo? ?? veramente suo? Non sar?? posticcio come il titolo di contessa? ??? domand?? Roberto con inquietudine.

Per tutta risposta, Filippo alz?? le spalle.

??? E si deve chiamar Loredana! ??? seguit?? Roberto, quasi parlando tra di s??. ??? Una volta[198] si era pi?? guardinghi nella scelta dei nomi, e si rispettavano quelli che il patriziato rendeva famosi....

??? Oggi non si rispetta pi?? nulla, ??? osserv?? Filippo con lieve canzonatura.

??? Tu giudichi queste cose con troppa leggerezza, ??? disse il conte Roberto. ??? Sei molto cambiato da qualche tempo, e non hai pi?? le nostre idee....

??? Quali idee?

??? Le idee della nostra classe. Ogni classe sociale deve avere le sue idee e difenderle, ??? sentenzi?? il vecchio. ??? Ne ha il popolo, ne ha la borghesia, ne ha l'aristocrazia, e dal conflitto nasce la vita, sorge il progresso. Quando una classe rinunzia alle sue idee e non le difende o comincia a dubitarne, ?? perduta. Mi dispiace sempre vedere che i giovani moderni ridono d'ogni cosa; noi eravamo assurdi, forse, eravamo troppo rigidi, ma abbiamo difeso il tesoro d'idee lasciatoci dai vecchi, e abbiamo ritardato il trionfo dell'anarchia.

??? Che c'entra tutto questo con Loredana? ??? chiese Filippo.

I due uomini passeggiavano in lungo e in largo per la Piazza deserta a quell'ora; la Basilica aveva alla sommit??, tra gli archi, le cupole, le croci bizantine, ancora qualche pallido sprazzo d'oro; e dalle Procuratie prorompeva qua e l??, in diversi toni di giallo sul grigio, la luce dei caff?? aperti. Cos?? spopolata, con le infinite finestre delle Procuratie, tutte chiuse, la Piazza sembrava immensa.[199]

??? Tua madre ha ragione, ??? dichiar?? il conte Roberto, per tornare all'argomento. ??? Ella vorrebbe che tu sposassi quella piccola Giselda, la Fioresi....

??? Ma se non mi piace! ??? esclam?? Filippo.

??? Non ti piace, non ti piace!... ?? impossibile che non ti piaccia; una ragazza come la Fioresi deve piacere a un uomo di buon gusto. Bella, educazione squisita, intelligenza pronta, nome, titolo, patrimonio sicuri, ecco la vera contessa Vagli di domani. Io ne sarei contentissimo, per te e per tua madre.... E sai che cosa vuol dire far contento lo zio?

Filippo non rispose; procedeva a capo basso, le mani dietro la schiena, guardando le liste bianche della pietra sul selciato. Era la prima volta che il conte Roberto faceva allusione all'eredit?? e al denaro, quantunque assai discretamente; Filippo stette silenzioso ad ascoltare.

??? Lo zio ha molti quattrini inutili, ??? seguitava Roberto, in tono fra lo scherzoso e il grave; ??? molti quattrini inutili, bene impiegati, che d??nno una rendita larga e certa. E se sar?? contento, lascer?? tutto a Flopi, a sua moglie, ai piccoli ?? flopini ??, e creper?? tranquillo, da buon vecchione semplice e onesto. Ma se lo zio non sar?? contento, parola d'onore, Flopi rimarr?? senza un soldo: zero via zero!...

Filippo alz?? il capo: non si aspettava una dichiarazione cos?? esplicita, e se ne sentiva offeso e annoiato. Guard?? in faccia Roberto e disse con accento reciso:

??? Non ti ho mai chiesto nulla, zio: non ho[200] mai domandato quali fossero le tue intenzioni, e mi dispiace che tu confonda una questione di sentimento con un affare d'eredit??. Io devo disingannarti subito: non far?? nulla, non far?? nulla mai per allungar la mano sul tuo denaro.

??? Ma no, ??? interruppe Roberto stupito. ??? Che cosa dici? Mi sono espresso male: non ti credo capace d'un calcolo. Volevo dirti che la Fioresi sarebbe una buona moglie per te, e che io vorrei sentirmi tranquillo circa il tuo avvenire....

??? Lasciamo, lasciamo, ??? fece bruscamente Filippo. ??? Abbiamo gi?? parlato troppo. Oggi ?? di moda la beneficenza, e tu puoi regalare i tuoi quattrini inutili a qualche istituto umanitario. Ma io mi terr?? Loredana.... Anzi, per soprammercato potresti regalare all'istituto anche quella maledetta Fioresi perch?? la sposassero a qualcuno, tanto da togliermela di tra i piedi....

Il conte Roberto croll?? il capo, disapprovando quel tono impertinente; poi si fece forza, e disse con rammarico: ??? Non ci comprendiamo.

??? Non ci comprendiamo, ??? ripet?? Filippo.

I due uomini tacquero un istante, poi arrivati in fondo alla Piazza, all'angolo della Merceria dell'Orologio, si strinsero la mano e si lasciarono freddamente.


[201]

V.

Berto Candriani, che quella sera medesima si era recato al teatro Goldoni, per veder chi ci fosse e per far qualche visita nei palchi, non appena fu in platea ed ebbe girato intorno lo sguardo, si rallegr?? seco stesso della sua buona idea.

??? Com'?? bella! ??? egli borbott??, senza badare a quelli che gli stavano addosso e lo urgevano da tutti i lati.

In un palchetto di primo ordine aveva subito scorto Loredana, alla quale era di fronte Clarice. La fanciulla stava attentissima alla scena ed alla musica del ?? Boccaccio ??, e la dama di compagnia si faceva fresco con un gran ventaglio, lenta e solenne. Berto gett?? un'altra occhiata tutta in giro per abitudine.

Il teatro era stipato; nelle poltrone molte signore; molte dame nei palchi, le quali avevano abiti chiari; in platea non v'era modo di muoversi; nella penombra che avvolgeva il vaso, per dare maggior forza alla luce e ai colori chiassosi del palcoscenico, si vedevan tuttavia parecchi binocoli rivolti al palco di Loredana; uomini e donne la fissavano con curiosit?? e si scambiavano sottovoce qualche osservazione.

Berto non attese che l'atto finisse; usc?? dalla[202] platea, corse per le scale, aperse l'uscio del palco....

??? Oh come mi fa piacere! ??? esclam?? Loredana ingenuamente, al veder Berto che inoltrava, col cappello nella sinistra.

??? Fa pi?? piacere a me! ??? egli rispose ridendo e chinandosi a baciar la mano della giovane.

Clarice voleva lasciare il posto a Berto, ma questi la inchiod?? con un'occhiata.

??? Mi metto qui, ??? egli disse, ??? a fianco della signorina; si sta meglio. Non c'?? Flopi?

??? No, ??? rispose Loredana. ??? ?? al ?? Grand H??tel ??, credo, a fare una visita. Torner?? tardi.

Uno zitt??o improvviso le tronc?? la parola in bocca; gli spettatori della platea non volevano essere disturbati, e alcuni guardavano in su con espressione di sdegno. Loredana si mise a ridere sommessamente: poi sommessamente continu?? a parlare.

??? Ha fatto bene a venire a trovarci, ??? ella disse. ??? Se rimane fino alla fine, ci pu?? riaccompagnare a casa: io ho la gondola.

??? Ma io rimango fino all'alba! ??? dichiar?? Berto, guardando Loredana.

Essa indossava un abito di panno bianco, con la sottana a pieghe verticali e la camicetta di trine; un gran cappello nero dalle lunghe piume posava sulla testolina, dandole un'espressione graziosamente spavalda. Berto si sforz?? a imaginare sotto l'abito il bel corpo nitido e giovanile, il tesoro di volutt?? che quella eleganza semplice e degna avvolgeva misteriosamente; e vicino[203] a lei, con la spalla destra che sfiorava la sinistra della ragazza, aspir?? il profumo che sorgeva dalla gonna e dal collo.

Forse qualche cosa avvert?? Loredana dei pensieri che galoppavano per il cervello del suo visitatore, qualche lampo nello sguardo di lui, l'istinto che parla presto e sicuramente nell'anima della donna; essa non gli volse pi?? gli occhi e si rabbui?? in viso.

??? Lei ha un trionfo, questa sera! ??? mormor?? Berto. ??? Veda quanti binocoli sono diretti qui!

??? Non ?? vero? ??? disse Clarice. ??? L'ho osservato io pure; ma la contessa non vuol sentirselo dire.

??? Hanno ragione, quegli stupidi, ??? continu?? il giovane. ??? La signorina ?? deliziosa; non c'?? una, in tutto il teatro, che possa starle a paragone. Flopi ?? ben fortunato!

Loredana lo guard?? duramente.

??? Lei ?? molto strambo, ??? disse. ??? Non mi ha mai fatto complimenti di questo genere....

??? Ho avuto torto, e riguadagno il tempo perduto, ??? rispose Berto sorridendo.

??? No, la prego: questi discorsi mi affliggono. E voi, Clarice, non dite altre sciocchezze!

La signora Teobaldi dimen?? il ventaglio in tutta furia, dolentissima del rimbrotto, che la impacciava davanti al Candriani.

??? Io vorrei sapere, ??? riprese questi, ostinatamente, ??? perch?? l'affligga un'espressione di lode sincera. Io l'ammiro e glielo dico; lei ?? molto bella, stasera, e glielo dico; lei veste con molta eleganza, e glielo dico....[204]

??? Perch??? ??? interruppe Loredana, che aveva sentito una vampa infiammarle il viso. ??? Perch?? tutti me lo dicono, ecco; per le calli, pei negozii, sui vaporetti, dovunque io vada, son le solite frasi: a Venezia, gli uomini non fanno altro, come non avessero mai visto una donna giovane che non sia un mostro. Io credeva che lei non fosse cos??. E poi, aspetti a dirmi che sono molto bella quando c'?? Flopi. Perch?? non me lo dice quando c'?? Flopi?

??? Gi??! ??? esclam?? Berto. ??? Come se Flopi avesse bisogno di apprenderlo da me! E del resto, se aspetto che ci sia Flopi, devo aspettare un pezzo, perch?? mi sembra che Flopi non ci sia mai....

Il giovane s'interruppe e si morse le labbra. Un velo d'angoscia era calato repentinamente sul viso della ragazza e le aveva dato un'espressione di tanto dolore, che Berto dovette confessarsi d'essere stato villano e maligno.

??? Come canta bene quella nanerottola! ??? disse, accennando del capo alla prima donna, con la speranza di sviare il discorso.

Ma Loredana non rispose. Le parole di Berto l'avevano toccata profondamente: anche gli altri, dunque, notavano che Flopi sembrava trascurarla per vivere la sua maledetta vita mondana? E quelle donne, quegli uomini che glielo toglievano per godere essi la sua compagnia, quanto erano odiosi ed egoisti! Nei palchi tutt'intorno v'eran parecchie di quelle donne con le quali Filippo aveva dimestichezza, e Loredana le avrebbe avvelenate dello sguardo; esse invece la[205] fissavano insolentemente col binocolo, susurrando poi qualche parola, e insistendo cos?? che si sarebbe detto facessero a bella posta per irritarla.

Da quando Berto Candriani s'era mostrato nel palco, la curiosit?? era cresciuta; molte signore che conoscevano il Candriani, si ripromettevano d'interrogarlo con affettata indifferenza. Le pi?? sapevano che quella ragazza era l'amante di qualcuno; altre, che avevano un migliore servizio di pettegolezzi, sapevano che era l'amante di Filippo Vagli; e i commenti non erano favorevoli: tutte dicevano che il cappello era troppo grande; e che Loredana aveva soltanto la bellezza dell'asino; la camicetta di trine di Burano era pretensiosa; pareva che scherzasse volentieri, la piccina, con quel maleducato Candriani; se Filippo fosse stato in un canto, non avrebbe avuto a felicitarsi n?? dell'amico, n?? dell'amica!

Nell'intermezzo, Berto si studi?? di riparare alla sua sventataggine.

??? Povero Flopi, ??? disse, ??? io credo che sia sulle spine, a quest'ora. Egli ?? costretto a una vita d'apparenza; ci siamo costretti tutti, e tutti ci annoiamo; nessuno ha il coraggio di vivere per conto proprio, liberamente. Il mondo non l'abbiamo creato noi!

??? Conte, non faccia complimenti, ??? disse Loredana. ??? Lei vorr?? render visita a qualche signora: pu?? tornare a prenderci pi?? tardi. Io mi trattengo fino alla fine, perch?? Flopi rientrer?? a notte.

??? Lei vuol mandarmi via? ??? chiese Berto con simulata umilt??.[206]

??? No, no, rimanga, se non si annoia! ??? disse Loredana sorridendo.

??? Rimango, sa? ??? dichiar?? il giovane. ??? Prima di tutto, perch?? non saprei allontanarmi....

??? La prego! ??? interruppe Loredana.

??? Ho gi?? finito!... E poi perch?? ?? bene si sappia da quelle signore che io ho buon gusto; a furia di far loro la corte, mi son rovinato la reputazione. Lei le conosce?

??? Non tutte.

??? Ma esse conoscono lei, lo giuro, ??? dichiar?? Berto. ??? Non ?? la prima volta che si parla di lei in societ??.

??? Lo credo bene, ??? esclam?? Clarice. ??? La contessa non pu?? passare inosservata!

??? Una volta ho parlato io a lungo di lei e di Flopi con una signorina. La contessina..... Aspetti; non c'??; credevo fosse gi?? a ?? pepiano ??.... Vede quella rossa laggi??, di fronte alla signora dai capelli tutti bianchi? Non ?? lei, ma le somiglia.

??? Una signorina? ??? ripet?? Loredana. ??? Che cosa poteva importarle di me?

??? Oh molto! ??? esclam?? Berto. ??? Credo sia innamorata di Flopi....

??? Ah! ??? disse Loredana con voce spenta. ??? Egli non me ne ha mai parlato!

??? Benone! ??? pens?? Berto. ??? Ecco un'altra ?? brioche ??. Questa sera sono fertile!

E ad alta voce soggiunse:

??? ?? naturale ch'egli non gliene abbia mai parlato: credo non si sia mai accorto che la ragazza sospira per lui. Me ne sono accorto io, perch?? io mi accorgo di tutto, e perch?? la contessina[207] m'interroga sempre intorno a Flopi. Del resto, sono sciocchezze, le solite scalmane delle fanciulle, che oggi hanno una simpatia per l'uno, domani per l'altro; niente di serio, effetto dell'ozio, nulla pi??....

Ma, quantunque seguitasse ancora su quel tono, Berto s'avvide che Loredana soffriva orribilmente; era diventata pallida e le sue mani s'erano chiuse per lo spasimo. Anche sul volto di Clarice, Berto ravvis?? un'espressione di corruccio, che gli fece comprendere la gravit?? della sua indiscrezione.

??? Non cerchi d'ingannarmi, conte, ??? disse Loredana con voce grave. ??? Mi dica tutto, con lealt??; ormai il peggio lo so, e le parole non servono.

??? Sono una bestia! ??? dichiar?? il giovane. ??? Lei deve credere a chi sa quali misteri, mentre tutto si riduce a quanto le ho gi?? detto: una fanciulla ha qualche simpatia per Filippo....

??? Come si chiama? ??? interrog?? risolutamente Loredana.

??? ?? la contessina Fioresi, Giselda Fioresi: magra, snella, coi capelli rossi....

??? ?? da molto tempo innamorata di Flopi?

??? Dio sa! Chi pu?? dirlo? Ma non ?? innamorata: vorrebbe sposarsi, forse, come tutte le ragazze di questo mondo.

??? Ora capisco, ??? dichiar?? Loredana sottovoce, quasi parlando da sola. ??? I parenti di Flopi devono saperne qualche cosa, e vedrebbero volontieri questo matrimonio. Mi dica tutto, conte; non abbia paura.[208]

??? Ma io non ho altro da dirle, cara amica! ??? esclam?? il giovane.

??? Non vorr?? darmi a credere che Filippo ignori ogni cosa. La Fioresi si sar?? fatta comprendere, magari involontariamente! E che cosa vuole da me? Io non sapeva che lei amava Flopi, io credeva di potergli appartenere senza far male ad alcuno....

??? E infatti, ??? disse il Candriani, ??? la Fioresi mi ha chiesto di lei per semplice curiosit??, ma si ?? guardata dall'esprimere un giudizio.

??? Lo spero: non ha diritto a giudicarmi, perch?? il mio amore ?? diverso dal suo, e la contessina non potr?? mai capire questo, ??? enunzi?? bruscamente Loredana.

In quel punto l'orchestra attacc?? il secondo atto; la luce in teatro fu abbassata, e Berto respir?? meglio, perch?? la conversazione cessava.

Egli andava guardando la giovane, e rattristato dalla gaia musica dell'operetta, pensava a cose malinconiche. Veramente Loredana gli pareva sospesa sopra un abisso; misconosciuta da tutti, considerata gi?? come una donna facile, invidiata secretamente da alcune, disprezzata apertamente da altre, desiderata dagli uomini, essa non poteva trovare salvezza che nella protezione e nella fedelt?? di Filippo, delle quali Berto cominciava a dubitare. La sorte di Loredana gli sembrava ormai decisa; il giorno in cui Filippo se ne fosse sbarazzato, ella avrebbe dovuto gettarsi alla ventura, accogliendo le offerte degli ammiratori, che si vedevano gi?? in quello stesso teatro, che eran sempre i medesimi e non avevano[209] fama n?? di molta costanza, n?? di liberalit?? soverchia.

??? A che pensa? ??? domand?? Loredana, sorprendendo gli sguardi del giovane.

??? Penso che le ho dato un dispiacere senza volerlo, come un imbecille! ??? rispose il Candriani irritato contro se stesso.

??? No; ?? meglio che io sappia. Non dir?? una parola a Filippo, ??? dichiar?? la fanciulla.

Berto emise un sospiro di sollievo, che fece sorridere involontariamente Loredana. Assolto a quel modo dalla sua colpa, il giovane si sent?? a suo agio, si abbandon?? a guardare con altri occhi la bella amica, e torn?? ad ammirarla intensamente. Non si poteva negarlo: era fatta per l'eleganza e pel piacere; vestiva con un gusto gentile che avrebbe ispirato invidia a pi?? d'una dama; egli giudicava che Loredana non avesse che diciassette anni, tanto la sua giovinezza era candida e fresca; un magnifico fiore del quale si poteva andare superbi.

??? A che pensa? ??? domand?? nuovamente Loredana.

??? Questa volta non glielo dico! ??? esclam?? Berto.

La fanciulla scosse il capo, infastidita.

??? Flopi sarebbe molto malcontento di lei! ??? disse ingenuamente.

Berto si mise a ridere, e Loredana non aggiunse parola, scandalizzata dal poco conto in cui il Candriani pareva tenere l'opinione di Filippo.


[210]

VI.

Ogni volta che Loredana doveva traversare la folla, si sentiva stringere il cuore. La folla era mutata da qualche tempo per lei; aveva compreso ch'ella non era pi?? una signorina come tante altre, e la guardava con sorrisi sguaiati e con occhi insolenti. Gli uomini pensavano che poich?? la fanciulla si dava a qualcuno, poteva darsi a tutti; era una femmina da prendere e da trattare senza scrupoli.

Questo concetto, che nessuno le aveva spiegato, ma che Loredana aveva sicuramente intu??to in coloro ch'ella conosceva e nei molti che non conosceva se non di vista, o non conosceva affatto, le aveva messo in cuore un grande spavento. Anche l'ammirazione onde si sentiva circondata, diversa da quella che si tributava ad altre donne, trovava espressioni petulanti, esclamazioni ciniche ed oltraggiose, che facevano fremere la giovane.

Quando lo spettacolo fu finito e Berto le ebbe avvolto intorno il lungo mantello di panno bianco, Loredana disse al suo cavaliere:

??? Mi stia vicino, la prego; no, non mi dia braccio; mi stia al fianco.

E uscirono seguiti da Clarice.

Nei corridoi la folla procedeva adagio; l'apparizione di Loredana fu salutata da un mormorio,[211] e qualcuno si destreggi?? in modo da farlesi accosto e da squadrarla a un palmo di distanza, perch?? s'era detto ch'era dipinta in volto. Un gruppo di uomini che le stava innanzi, s'aperse e le diede passo, per osservarla meglio; alcuni abbozzarono un sorriso, ma vedendo che il Candriani l'accompagnava, ripresero il loro contegno serio.

??? Bella, non vi pare? ??? chiese una voce.

??? Carne di lusso, ??? rispose un altro.

Berto si rivolse prontamente, ma non pot?? comprendere da chi venisse la frase villana. Tutti guardavano a terra, perch?? eran giunti alle scale e studiavano dove mettere il piede. Le scale anche rigurgitavano di gente; si camminava assai lentamente, e Loredana s'irritava in silenzio, parendole di non poter mai uscire da quella stretta, liberarsi da quei contatti. Mentre cominciava a scendere, un'altra voce risuon??:

??? ?? la mantenuta del conte Vagli.

Loredana a stento riusc?? a trattenere un grido; la definizione le aveva traversato il cuore come una pugnalata; cerc?? Berto con gli occhi, ma questi l'aveva lasciata d'un balzo, era risalito, urtando i pi?? vicini, s'era gettato tra gli uomini di cui aveva notato poco prima il contegno insolente. Essi parvero sorpresi della sua furia ed evitarono di guardarlo, facendogli largo con premura cortese; egli cap?? che sarebbe stato assurdo accusar l'uno o l'altro alla cieca, e chieder ragione di parole delle quali nessuno pareva conoscere la provenienza. Torn?? indietro, raggiunse Loredana, le offerse il braccio e, attraversato[212] rapidamente l'atrio, la condusse alla gondola. Era una gondola col felze, a due gondolieri.

La giovane vi entr??, si abbandon?? sul cuscino di destra, e non appena si sent?? libera e sicura in quella penombra, proruppe a piangere.

Berto che le sedeva a fianco, era desolato; le prese una mano e gliel'accarezz?? cautamente.

??? ?? la canaglia, ??? disse. ??? ?? la canaglia anonima, che non sa come sfogare la sua invidia. Non pianga, Loredana.

La signora Teobaldi non aveva parola per l'indignazione che le serrava la strozza; ella faceva grandi gesti, tenendo in mano il fazzoletto e il ventaglio, e alzando ora l'uno, ora l'altro in segno di protesta. Finalmente riusc?? a esprimere il suo pensiero:

??? Ma il sindaco, ??? dichiar??, ??? dovrebbe fare una legge, una severissima legge contro quelli che insultano le donne!

??? Che c'entra il sindaco! ??? esclam?? Berto, alzando le spalle.

??? Il sindaco dovrebbe cacciare dalla citt?? tutti i mascalzoni! ??? insistette la signora Teobaldi.

??? Cos?? Venezia resterebbe vuota! ??? disse il Candriani, che in quel momento non aveva voglia di distinguere.

??? Povera piccina, povero tesoro bello, non pianga! ??? riprese Clarice, volgendosi a Loredana, la quale rimaneva nell'ombra, e liberata la mano dalle mani di Berto, andava singhiozzando col fazzoletto sulla bocca.[213]

Fa un triste viaggio fino a casa. La gondola scivolava rapida nel silenzio, che la voce del gondoliere di poppa rompeva di tanto in tanto col grido d'avvertimento; s'udiva il tuffo dei remi e lo sgocciol??o dell'acqua.

Nessuno parlava pi??; il Candriani pensava che non v'era modo di consolare la giovane, perch?? sarebbe stato ridicolo aprire una discussione sulle mantenute e metterle a confronto con lei; bisognava attendere ch'ella stessa, giudicando l'inanit?? dell'accusa, potesse disprezzarla; ma Berto doveva confessarsi che a tanto dolore non era sola causa l'ingiuria triviale e ch'egli forse, con la sua leggerezza, col suo racconto indiscreto, con le rivelazioni intorno alla Fioresi, aveva fatto il possibile per avvelenare a Loredana quell'ora di svago; e molestato da questo pensiero, si sentiva goffo e nervoso. La Teobaldi andava dicendosi che le cose da qualche tempo si guastavano e che Loredana, la sua Loredana, era troppo spesso malinconica; avrebbe dato il sangue per quel ?? tesoro di Dio ??, per renderle il bel sorriso e la pazza allegria dei giorni, pur cos?? vicini e gi?? cos?? lontani, in cui erano andate ad abitare alle Zattere. Bisognava accomodare, bisognava trovar qualche cosa per renderla ancora felice, ma non sapeva che cosa, e si struggeva guardando quell'ombra nell'ombra, udendo quel singhiozzo sommesso; a poco a poco, anch'essa, Clarice, si sent?? inumidir gli occhi e lasci?? scorrere le lagrime, con un gran desiderio di stringere la fanciulla tra le braccia e di accarezzarne la bella faccia dolorosa.[214]

L'episodio della contessina, le imprudenze del Candriani erano ormai dimenticati dalla giovane; ella si ripeteva mentalmente la parola ?? mantenuta ?? fin quasi a smarrirne il significato; non aveva fatto altro dacch?? era salita in gondola, non ad altro aveva potuto pensare. Comprendeva d'un tratto il perch?? dei sorrisi e degli sguardi procaci che la perseguitavano, del mormorio che l'accompagnava se compariva in pubblico: era giudicata, classificata, bollata; non poteva difendersi; non poteva gridar per le vie il suo amore, le sue illusioni, la sua fede; credevano che avesse patteggiato e si fosse venduta; era povera un giorno ed oggi aveva gondola, casa, dama di compagnia, tre persone di servizio, abiti eleganti, denaro, gioielli. Non aveva chiesto nulla, ma non importava; era l'amante d'un signore; carne di lusso, avevan detto, e poi mantenuta; non viveva nel lusso? non s'era accorta del mutamento? a che valevano le scuse?

In verit?? non s'era accorta di nulla, perch?? il suo piacere era tutto nell'amar Filippo e nell'esserne amata, e l'avrebbe amato nel lusso o nella miseria, e agli agi della vita non aveva dato alcun peso. Ma questo non contava per gli altri. Gli altri? Chi erano gli altri? Erano uomini che la volevano e le serbavano rancore perch?? non si dava; eran donne che la odiavano pel gusto di odiare, come odiano le donne. Essi avevano ragione perch?? le apparenze eran contro di lei; s'era abbandonata totalmente a Filippo, il quale avrebbe potuto metterla su un trono o relegarla in un abbaino, senza ch'ella chiedesse perch??;[215] la presenza di lui era il perch?? d'ogni cosa, ed egli faceva ci?? che doveva, e ci?? ch'egli faceva era ben fatto. Ma a queste dedizioni intere e profonde, nessuno presta credito; e il mondo diceva ?? carne di lusso ??, ?? mantenuta ??!

Con gli occhi sbarrati nella penombra, dimentica di quelli che le stavano vicino, la fanciulla si lasciava cullar dalla gondola, rivolgendo questi pensieri in mente, e torturandosi senza posa; allorch?? la gondola si ferm??, ella diede un sobbalzo e s'afferr?? al braccio di Berto, come fosse repentinamente caduta da un'altura.

??? Siamo a casa? ??? domand??.

??? Siamo a casa, ??? ripet?? Clarice; e col fazzoletto le asciug?? gli occhi perch?? i servi non vedessero, e poi le diede un bacio sulla fronte. ??? Tesoro caro!...

Mentre Clarice s'avviava, chinandosi per uscir dal felze, seguita da Loredana e da Berto, sulla fondamenta risuon?? la voce allegra di Filippo.

??? A quest'ora? ??? egli disse ridendo. ??? Siete state a teatro? E c'?? anche Berto? Ma ?? un complotto, allora, una grossa bricconata!

Loredana usc?? in fretta, si fece presso a Filippo, con un movimento rapido e timoroso, quasi cercasse protezione. Era felice di vederlo e di udirne la voce. Ella disse:

??? Siamo state al Goldoni, abbiam trovato il conte, che ci ha ricondotte.

??? Potenza dell'amore! ??? pens?? Clarice. ??? ?? gi?? consolata! ha la sua voce solita.

Berto si gratt?? la nuca ricciuta. L'incontro con Filippo imbrogliava le cose: bisognava raccontargli[216] ci?? ch'era avvenuto a teatro, o tacere?

??? Io non racconto nulla! ??? egli decise tra di s??. ??? Ci penseranno le signore se vorranno!

??? Sono stato al ?? Grand H??tel ??, ??? disse Filippo, mentre tutti si fermavano presso la porta di casa. ??? C'era anche lo zio Roberto.... E ti sei divertita, Lori? Che cosa davano al Goldoni?

??? S??, mi sono divertita molto! ??? esclam?? Loredana, presto. ??? Davano il ?? Boccaccio ??.

??? Non racconta nulla! ??? pens?? il Candriani. ??? Le confidenze gliele far?? quando saranno a letto....

Egli si scoperse il capo per prendere congedo, ma Filippo lo ferm??:

??? Non andartene; vieni su. Ti offro una coppa di sciampagna.

??? Se paghi da bere.... ??? disse Berto ridendo ed entrando in casa egli pure.

??? S??, pago da bere! ??? rispose Filippo allegramente. ??? Dobbiamo bere. Come si dice? nunc est bibendum? Me n'?? capitata una graziosissima.

??? Ahi! ??? pens?? Berto. ??? Una graziosissima, anche a lui!

Erano nell'anticamera; senza badare se Berto vedesse o no, senza curarsi di Piero, che stava in un angolo ad aspettare ordini, Loredana si gett?? improvvisamente tra le braccia di Filippo e lo baci?? sulla bocca.

??? Gran Dio, quale passione! ??? esclam?? Filippo stupito. ??? Scusami, Berto!

Il giovane aveva voltato la faccia contro uno[217] specchio e faceva dei gesti comici, che potevano essere di protesta o d'assoluzione. La signora Clarice diede in una risata. Loredana, sorpresa ella stessa e tornata calma, arross?? fino ai capelli.


VII.

Quando furono nel salottino, mentre le signore s'erano ritirate un istante per togliersi i mantelli, Filippo disse a Berto Candriani:

??? Mi son giuocato pi?? di due milioni.

Berto fece un balzo sulla poltrona, nella quale aveva preso posto.

??? Sei matto! ??? esclam??. ??? Da quando in qua ti sei messo a giuocare?

??? Eh no! ??? disse Filippo ridendo e accendendo una sigaretta. ??? Non li ho giuocati a macao o a faraone; li ho giuocati a parole, con lo zio. Egli mi ha fatto comprendere, anzi mi ha detto chiaro e tondo che se non lascio Loredana e se non sposo Giselda, non vedr?? un centesimo del suo patrimonio. Io gli ho risposto che se lo tenga, che faccia della beneficenza, che vada al diavolo. E cos??, l'affare ?? liquidato! Che te ne pare? Non ?? il caso di bere un goccio di sciampagna alla salute dei parenti?

Berto Candriani non rispose subito; pareva guardasse le vecchie stampe lascivette appese alla[218] parete, raffiguranti il bagno di Diana cacciatrice, l'incontro con Atteone, Diana e le Ninfe.

??? ?? un grosso pasticcio, ??? egli sentenzi?? infine. ??? Ma tu credi che le decisioni di tuo zio siano inappellabili?

??? Senza dubbio, anche perch?? mia madre soffia sul fuoco. Mia madre ha preso partito per la Fioresi, e tu sai quanto sia risoluta e tenace. Se Roberto volesse scendere a pi?? miti consigli, dovrebbe lottare con mia madre, dalla quale gli ?? venuto certo il suggerimento di queste minacce. E figurati se lo zio vuol perdere tempo e fiato a discutere!...

In quell'istante comparve il domestico, il quale recava lo sciampagna, le coppe, il servizio col t??: dispose tutto sopra un tavolino e si ritir?? silenziosamente.

??? E vuoi raccontar questo alla signorina? ??? domand?? Berto.

??? Non ho ragioni per nasconderlo, ??? disse Filippo.

Berto gli fe' cenno di tacere: s'udiva nella camera prossima il frusc??o d'una gonna. Egli susurr?? prestamente:

??? Non dirle nulla! ?? troppo agitata stasera.

E si alz?? per andare incontro a Loredana, che entrava sorridendo.

??? Come siamo eleganti, eh? ??? disse il Candriani, guardandola cos?? svelta e bianca.

Filippo fiss?? la giovane e le si avvicin??.

??? ?? strano! ??? esclam??. ??? Ora che ti vedo bene, mi sembri molto pallida; si direbbe che tu abbia pianto....[219]

Loredana s'appress?? al tavolino e si dispose a preparare il t??, cercando di darsi un contegno e di sfuggire alle indagini di Filippo; ella era inquieta, come se l'amante avesse scoperto qualche gravo fallo.

??? No, sai? ??? ella balbett??. ??? Non ho pianto....

??? Che cosa ?? avvenuto? ??? domand?? Filippo al Candriani. ??? Perch?? non volete dirmelo?

Il Candriani era tornato a sedersi, ma presso il tavolino; aveva preso da un canestro alcuni biscotti che andava mangiando con pacata attenzione, e guardava le belle mani della giovane affaccendata intorno alla teiera e al bricco dell'acqua bollente.

??? Glielo diciamo? ??? egli chiese ridendo a Loredana. ??? Bisogna dirglielo, altrimenti creder?? che sono stato io a farla piangere.... Ecco, Flopi, ascolta....

Filippo sedette egli pure vicino a Berto, e sedette anche Loredana, dopo avere offerto ai due uomini la tazza di t??.

??? ?? stato cos??: ??? disse il Candriani. ??? Mentre uscivamo dal teatro, un farabutto ha ingiuriato la signorina; non ho potuto scoprire chi fosse; tutti guardavano a terra e parevano sonnambuli. La signorina, quando fu in gondola, visto che il tragitto era lungo e noioso, occup?? il tempo a piangere, e io che voleva farle la corte sono rimasto con un palmo di naso....

Loredana si mise a ridere.

??? ?? tutto qui? ??? domand?? Filippo incredulo.

??? ?? tutto qui, ??? rispose Berto. ??? Vedi che[220] ora ride; non potrebbe dimostrati meglio che si trattava d'una inezia.

Filippo scosse la testa; sapeva bene che vicina a lui, la giovane dimenticava ogni dolore, e la sua piccola risata squillante non gli provava nulla.

??? Ma che cosa hanno detto? ??? egli incalz??.

La fanciulla gett?? una rapida occhiata a Berto, il quale non si aspettava una domanda categorica.

??? Chi se ne ricorda? ??? egli fece, impacciato. ??? Lei se ne ricorda, signorina?

Loredana torn?? a ridere; ormai non le importava delle ingiurie, ed era tutta felice di sentirsi protetta dall'amante, nella sua casa elegante e quieta.

??? S??, me ne ricordo, ??? ella dichiar??, ancora sorridendo. ??? Mi hanno detto: carne di lusso....

??? Oh, i mascalzoni! ??? esclam?? Filippo, oscurandosi in volto.

??? E poi, ??? soggiunse Loredana col suo placido sorriso, ??? e poi, mantenuta!

Filippo sussult??; nella stessa ora, la folla anonima e lo zio Roberto gettavano in faccia alla ragazza la stessa accusa, coprivano di fango il suo amore. Egli dissimul?? il suo turbamento, e disse:

??? Hai ragione, cara, di ridere; non si pu?? che ridere di certe volgarit??.... Ora ci verserai una coppa di sciampagna e berremo...., berremo a dispetto degli invidiosi.

??? E ai due milioni! ??? si lasci?? sfuggire Berto.[221]

??? E alla carne di lusso! ??? concluse Filippo ridendo.

Loredana s'era alzata a versare il vino dorato nelle coppe. Un po' inclinata verso i due uomini, con la bella testa adorna di pettini scintillanti, il bel corpo chiuso nell'abito bianco, ella era l'imagine della giovinezza forte e procace. Le tre coppe si urtarono lievemente, qualche goccia cadde sul tavolino.

??? Perch?? beviamo ai due milioni? ??? chiese Loredana d'un tratto, come ricordandosi. ??? Che cosa vuol dire?

??? Nulla, nulla, vuol dire, ??? interruppe l'amante.

??? S??, vuol dire qualche cosa, ??? insistette Loredana. ??? Vedi: io ti ho raccontato tutto, e tu non mi racconti.... Quando ci siamo incontrati stasera, ci hai detto che avevi avuto un'avventura graziosissima. Non ?? forse vero, conte?

Il Candriani assent?? con un moto del capo.

??? Ti racconter?? dopo, ??? promise Filippo. ??? Non si tratta di un'avventura. E del resto, non potrei avere un segreto?

??? Certo, ??? osserv?? Loredana pensierosa. ??? Ma allora non si annuncia....

I due amici diedero in una risata.

Berto Candriani bevve ancora una coppa di sciampagna, parl?? dei prossimi spettacoli della Fenice, e dopo pochi istanti si conged??.

Non appena egli ebbe varcata la soglia, Loredana gett?? le braccia al collo di Filippo.

??? Caro! ??? ella disse baciandolo. ??? Che cosa ti ?? avvenuto? Perch?? vuoi tacere con la tua viperetta?[222]

L'amante sorrise e le pass?? un braccio attorno alla vita.

??? Non voglio tacere nulla, ??? egli dichiar??. ??? Berto m'aveva detto che tu eri agitata questa sera, e perci?? non ti raccontavo l'incidente, che non ha alcuna importanza, del resto; poi egli stesso ha voluto fare il brindisi ai due milioni, quella testa matta!

??? Sai perch??? Mi ha visto ridere e allora ha compreso che non ero agitata.

Dolcemente, stringendola al fianco, a piccoli passi, Filippo l'accompagnava nella camera di lei, e la baciava sui capelli. Cos?? spesse volte egli si largiva il piacere di assistere mentre la fanciulla si spogliava e talora le prestava mano; in tal modo tra gli scherzi e i baci, la scena si prolungava e finiva sempre a una maniera.

Quando fu nella camera da letto, Filippo prese posto in una poltrona, e la giovane s'accinse a togliersi gli abiti.

??? Ebbene, Flopi? ??? ella chiese.

??? Ah ecco! ??? disse Filippo. ??? Sono stato al ?? Grand H??tel ?? e ne sono uscito con lo zio Roberto, il quale ha colto l'occasione per farmi una delle solite prediche. Ci siamo accalorati; egli mi ha minacciato di diseredarmi, e io gli ho detto che me ne infischio; a quel che pare, i due milioni dello zio sono cos?? sfumati, ma io preferisco loro la mia libert?? piena e assoluta. Ecco tutto, Lori; vedi che non valeva nemmeno la pena di parlarne.

Loredana, rapidamente liberatasi della gonna, rimase attonita.[223]

??? Due milioni! ??? ripet?? a un tratto.

??? Poco pi??, poco meno, ??? disse Filippo. ??? Ma io non ho mai avuto bisogno del suo denaro, e tu lo sai.

La fanciulla gett?? gli abiti sopra una sedia, e rest?? ritta innanzi all'armadio a specchio....

??? Per colpa mia! ??? ella esclam??.

??? Lori, te ne prego, ??? disse Filippo. ??? Mi dispiace quando tu parli cos??: non ?? per tua colpa, ma per colpa dei miei parenti. Non ?? una novit??, questa: ti ricordi che io te l'avevo detto? I miei parenti non capiscono, e le discussioni non valgono a niente....

??? Vogliono che tu mi lasci? ??? incalz?? Loredana.

??? S'intende! ??? rispose Filippo. ??? Lo zio Roberto, poveretto, non ?? che lo strumento di mia madre, la quale lo fa agire e parlare, ed egli agisce e parla, tanto per avere pace.

??? Vogliono che tu mi lasci? ??? ripet?? Loredana. ??? E non vogliono altro?

??? Per bacco! ??? esclam?? Filippo ridendo. ??? Mi pare che basti....

??? No, potrebbero volere di pi??, ??? disse la fanciulla, dopo un attimo d'esitazione. ??? Potrebbero volere che tu ti sposi.... Perch??, Flopi, io non capisco.... Se tu mi lasciassi, che faresti? Vivresti senza amanti e senza moglie? Pretendono questo i tuoi parenti?... Non vogliono che tu ti sposi? Non hanno qualche signorina che piace loro e che ti offrono?

Filippo tacque, stupito, e si chiese come mai la piccola Lori, ch'egli reputava ancora poco pi??[224] d'una bambina, col solo aiuto della logica, fosse giunta alla verit??. Per nascondere il suo impaccio, egli si alz?? e disse:

??? No, no: che ti viene in mente?... Lascia che io ti guardi....

Loredana fece un gesto per allontanarlo, e insistette:

??? Veramente, Flopi, non ti hanno mai parlato di matrimonio, non vogliono che ti sposi?

??? Ma no; sono tue fantasie queste! ??? ripet?? Filippo.

??? Sei pronto a giurarmelo?

??? Te lo giuro....

??? Sei pronto a darmi la tua parola d'onore?

Filippo ebbe un attimo di titubanza; ma ormai non poteva pi?? retrocedere.

??? Ti do la mia parola d'onore! ??? disse.

La fanciulla si copr?? il volto con le mani e ruppe in pianto.

??? Come! ??? esclam?? Filippo, sorpreso. ??? Ora piangi? Non sei contenta? Forse non credi?

Ella gli stava innanzi con le braccia e il petto scoperti; aveva le mutande di batista che le arrivavano al ginocchio, le calze di seta grigia, le scarpette basse e bianche: pareva un piccolo gentile Pierrot.

??? Cos?? carina, ??? disse Filippo, ??? e cos?? cattiva! Ma non sei contenta, ti ripeto?

Loredana riusc?? a rispondere tra i singhiozzi:

??? S??, ??? dichiar??, mentendo alla sua volta, ??? piango perch?? sono contenta!

Filippo si mise a ridere, e la strinse al petto, sollevandola da terra.[225]

??? Vieni, ??? disse. ??? Vieni, mascheretta bella, viperetta cara. Tu sei tanto bella, io ti amo tanto....

La giovane gli si avvinghi?? al collo, si lasci?? adagiare sul letto, e tra le lagrime cerc?? la bocca di lui, che mentiva e baciava cos?? bene....


VIII.

L'inverno fu singolarmente crudo e lungo quell'anno, a Venezia; nevic?? pi?? volte e nei giorni sereni una gelida bora soffi?? con violenza. Molte famiglie abbandonarono la campagna innanzi tempo e iniziarono la stagione dei ricevimenti e delle feste prima dell'usato; a met?? novembre, la vita elegante, in causa dei rigori invernali, fioriva gi?? in tutto il suo rigoglio.

Filippo ne fu ripreso a poco a poco, quasi senz'accorgersene; ritrov?? gli amici, e rifece la solita ruota di visite e di consuetudini, tra quei soliti gruppi di persone, alla quale era abituato.

Ma per Loredana ebbe le cure pi?? sollecite. Il mormor??o del mondo e l'astiosit?? dei parenti gli avevan reso la fanciulla anche pi?? cara, e spesso rinunziava a qualche trattenimento mondano per dedicarle il suo tempo. L'aveva circondata di lusso, provvedendole abbigliamenti a Milano, facendole regali di gioielli, coprendola di sete e di merletti e di pelliccie, perch?? la sua bellezza avesse una degna cornice.[226]

Loredana lasciava fare.

Era mutata; un dolore sordo e profondo andava rodendola dal giorno in cui aveva scoperto che il suo Flopi mentiva; e mentiva perch?? l'amicizia con Giselda Fioresi doveva avere un significato ch'egli non poteva confessarle. Dapprincipio, quando s'accorse che Filippo riprendeva le sue abitudini mondane, la giovane lo segu?? col pensiero affannosamente; si fece raccontar volta per volta ci?? che egli aveva visto e ci?? che aveva detto; not?? che mai non pronunziava il nome della contessina Fioresi, anche quando dai giornali si poteva rilevare che la contessina frequentava le feste e i ritrovi ai quali Filippo prendeva parte. Mille volte, Loredana era stata in procinto di chiedere spiegazioni, e mille volte s'era trattenuta, pensando ch'egli avrebbe mentito ancora.

Poi a poco a poco, riusc?? a dominarsi; non volle pi?? sapere, non interrog?? pi??. Ella era la sua amante, che lo attendeva con desiderio inesprimibile e gli si dava tutta con infinita volutt??; faceva tacere la gelosia terribile che le attossicava il cuore, divorava in silenzio le lagrime e si mostrava sempre lieta e sorridente. Era un eroismo d'ogni giorno, d'ogni ora, che Filippo non sapeva, non avrebbe mai saputo.

Anche quel lusso che la circondava le pareva soverchio; indossava la pelliccia, infilava nelle dita gli anelli preziosi con un certo piccolo brivido, pensando che il nome di mantenuta le conveniva allora meglio che mai. Non gliene importava; il mondo le era cos?? sconosciuto e cos??[227] lontano, che non voleva occuparsene; ma sua madre, la buona signora Emma, s'era inquietata per lei.

Loredana andava sempre a trovare la mamma nella casetta bianca sul campiello solitario. Ogni volta era certa d'incontrare per la via Adolfo Gianella, il suo antico fidanzato, il quale le faceva la posta. Egli le era rimasto stranamente fedele, attraverso l'uragano di scandalo e di maldicenza che aveva travolto il nome della giovane. La seguiva a distanza per lunghi tratti, la guardava con intenso piacere, e ne era forse pi?? innamorato che nei giorni in cui ella era vergine e innocente. Adolfo aveva appreso tutto dalla bocca dei curiosi e degli sfaccendati, la vita e l'amore di Loredana, e poi aveva scoperto il nido degli amanti e s'era posto a gironzare in quei dintorni, a guardar quelle finestre, a spiar quella gioia. Umile e timido, non confidava ad alcuno i suoi crucci, non parlava in famiglia di Loredana, perch?? la famiglia di lui la odiava. Egli si contentava di seguir la fanciulla e di vederla bella, prosperosa, felice.

La cosa era tanto abituale ormai, che Loredana contava sulla presenza di Adolfo, e s'egli passeggiava nel campiello, essa si tratteneva pi?? a lungo presso sua madre.

??? Bada che ?? tardi, ??? le diceva questa qualche volta.

??? Oh non importa! ??? rispondeva Loredana, dopo essersi affacciata alla finestra. ??? C'?? Adolfo, che mi riaccompagna.

E la fanciulla sorrideva, non sapendo ella medesima[228] se la devozione di lui fosse ammirabile o ridicola.

Una sera egli s'infuri??, con uno di quegli scatti ciechi e improvvisi che sono proprii dei caratteri timidi. Loredana s'era trattenuta assai tardi e ritornava sola, a piedi, verso le Zattere, percorrendo calli deserte. Ella indossava la pelliccia, aveva una borsetta a maglie d'oro appesa al braccio, e le buccole di brillanti negli orecchi.

Adolfo le si avvicin?? d'un tratto e le disse bruscamente:

??? Perch?? torni a quest'ora? Non pensi che ti pu?? capitar qualche cattivo incontro?...

Loredana si ferm?? sbalordita a guardarlo; poi rise involontariamente:

??? Sapevo che c'era lei, ??? rispose, ??? e che lei mi accompagna.

Egli si calm?? subito; le si mise al fianco, e le disse con espressione lamentabonda:

??? Come sei bella!... Non vuoi, non vuoi proprio sposarmi?

La giovane parve non aver capito; egli continu??:

??? Io ti perdono tutto; tu sei l'amante del conte, e non te ne faccio colpa. Forse io non sapeva trattarti, ma ora ho imparato, perch?? ho tanto sofferto.... Non vuoi sposarmi? Non ti piacerebbe di vivere con me?

Loredana scosse il capo, accennando di no. Adolfo soggiunse, umilmente:

??? Hai ragione. Sei abituata al lusso e all'eleganza.... Il tuo valore ?? troppo grande per me....

La fanciulla lo squadr?? e rispose:[229]

??? S??, ora valgo pi?? di due milioni....

Adolfo tacque senza comprendere. Che cosa voleva dire? Era impazzita? La guard?? di nuovo, e vedendo che essa sorrideva, non os?? chiedere spiegazioni; le cammin?? al fianco in silenzio, a capo basso.

??? Lei mi ha perdonato? ??? riprese Loredana d'un tratto. ??? Ma ?? inutile; io non le ho chiesto il suo perdono, e non le ho fatto nulla di male, perch?? ho disposto di me liberamente. Crede lei che per vivere la mia vita non occorra del coraggio?...

Si morse le labbra, temendo di dir troppo; e con voce secca aggiunse:

??? Mi sorvegli, ma non mi stia al fianco; potrei incontrare persone che conosco, e non vorrei far credere che io passeggi coi giovanotti la sera, per le calli perdute....

Adolfo rallent?? il passo, in modo da starle alle spalle e da proteggerla senza accompagnarla. La fanciulla si sent?? presa da tenerezza, per il querulo amante, volse il capo, e disse con un sorriso:

??? Grazie. Cos?? va bene....

Egli la segu?? fino alle Zattere e poi scomparve.

Per pi?? giorni and?? ruminando la frase della giovane: ?? Ora valgo pi?? di due milioni ??. Che cosa aveva voluto dire? Forse la pelliccia, i brillanti, gli abiti che portava indosso valevano pi?? di due milioni? Era impossibile.... Allora qualcuno le aveva offerto due milioni per abbandonare il conte?... Questo era pi?? verosimile; egli, Adolfo, due milioni gli avrebbe dati per la gioia[230] di far sua Loredana, e un ricco signore poteva pagarsi caro quel capriccio.... Andava galoppando nel mondo delle fantasie e degli assurdi, senza venire a capo di nulla, divorato dal bisogno di sapere, annaspando nelle tenebre.

La frase sfuggitale aveva scosso Loredana medesima. Ella pure vi ripens?? nei giorni seguenti, come le parole fossero state una rivelazione, come il fatto avesse trovato in quelle una consacrazione impreveduta e strana.

Valeva ella veramente pi?? di due milioni? Filippo non pensava mai al patrimonio che le aveva sacrificato con tanta prontezza?

Loredana si mise a studiarlo attentamente, a scrutarne il pensiero, a sorprenderne le intenzioni. Egli era imperturbabile; non pi?? parola usciva dalla sua bocca a proposito di quella eredit??, non un accenno ai parenti, allo zio, alle noie che dovevan dargli. La sua educazione e le sue abitudini di gran signore non gli permettevano di gettare uno sguardo di rammarico a quel tesoro perduto; gli sarebbe parso di commettere la pi?? ignobile delle bassezze. Parlava all'amante di ogni cosa, fuor che di quell'incidente, al quale aveva dato minore importanza di quel ch'egli medesimo si aspettasse, forse perch?? sui due milioni dello zio non aveva mai fatto grande assegnamento.

Egli possedeva circa trentamila lire di rendita e non giuocava; tutto il suo lusso e tutto il suo piacere erano in Loredana, la quale gli costava poco oltre la met?? del reddito; viveva cos?? in perfetto equilibrio economico, e finiva per giudicare[231] che le recise dichiarazioni dello zio gli avevan tolto una preoccupazione fastidiosa e gli avevan dato la libert?? assoluta di vivere a proprio talento.

Loredana non riusciva a penetrare il pensiero dell'amante. Lo vedeva padrone di s??, sereno, quasi spensierato, e credeva a una finzione....

Un giorno in cui egli andava ammirandola e accarezzandola, la giovane non riusc?? a dominarsi. Gli chiese:

??? Ti piaccio?

??? Molto, ??? rispose Filippo ridendo. ??? Ne dubiti forse?

??? Mi ami? ??? incalz?? Loredana.

??? Molto, ??? ripet?? Filippo.

??? Ti pare che....

Si trattenne, si sent?? confusa, divent?? rossa in volto.

??? Che cosa? ??? domand?? Filippo. ??? Che cosa deve parermi?

??? Ti pare che...? Ti pare che io valga pi?? di due milioni? ??? disse finalmente la ragazza.

Filippo la strinse fra le braccia ridendo.

??? Pi?? di due milioni? ??? esclam??. ??? Ma pi?? che tutti i milioni della terra! Quali domande tu mi fai! Si direbbe che tu mi creda pentito di non avere accettato un patto vergognoso, e che io ripensi a quei denari con rincrescimento....

Corrug?? la fronte e seguit?? con espressione pi?? grave:

??? Questo ?? offensivo per me, Lori. Tu non dovresti giudicarmi cos?? male. Io ho avuto fortunatamente[232] un'educazione, la quale mi ha abituato a non contare mai sul denaro. Se non fossi ricco, lavorerei, e saprei guadagnarmi da vivere; in ogni modo, certo, non venderei una donna che mi ama per un patrimonio anche enorme.

Loredana si pass?? le mani sul volto e si mise a ridere infantilmente.

??? Questo mi fa bene, ??? disse respirando. ??? Mi fa bene a udir queste parole. Io pensava sempre ai due milioni, e mi dicevo che non valgo quella somma....

Filippo le mise una mano sulla bocca.

??? Tu mi hai scambiato per un mercante di donne, ??? interruppe, sorridendo; e aggiunse con certo orgoglio che Loredana non aveva mai rilevato prima: ??? Noi non ci pieghiamo per denaro....

Scivolatagli dalle braccia, ella gli stava davanti in ginocchio, ammirandolo con espressione ingenua; lo guard??, coi grandi occhi dolci e ridenti velati da ciglia lunghe, e rimase immobile, cos?? che Filippo dovette scuoterla. L'ammirazione di lei, che aveva qualche cosa di alto e di religioso, lo commuoveva sempre; egli se ne sentiva avviluppato e preso in ogni ora, e ne era quasi sgomento, perch?? sapeva ormai che la fanciulla viveva della sua vita, respirava il suo respiro.

In quell'istante nel quale, caduta involontariamente a ginocchi, Loredana pareva adorarlo estatica, l'uomo pens?? che se il vecchio Roberto l'avesse vista, avrebbe compreso l'affetto e la protezione ch'egli Filippo le consacrava, e si sarebbe[233] pentito d'averla chiamata mantenuta con tanta leggerezza: Filippo si volse a guardare se lo zio non fosse in un canto, e poi sorrise della propria allucinazione.


IX.

La signora Marta Serrantoni, una giovane dalla grascia pallida, coi capelli color fiamma, avida di cibo e di denaro, aveva mosso gran guerra in principio a Loredana e a sua madre, in nome della morale. Poi vedendo la fanciulla per le vie tutta elegante, e per il Canal Grande nella gondola a due remi, la signora Marta s'era a poco a poco ravveduta. Il conte trattava bene l'amica sua, bisognava pur dirlo: non era il libertino capriccioso e volubile che si credeva, e dal contegno di lui era naturale concludere che non aveva intenzione di piantare un bel giorno l'amante nuova come tante altre.

La signora Marta diceva questo con solennit??, quantunque avesse detto il contrario pochi mesi prima, con la medesima solennit??; e il codazzo di giovani e vecchie pettegole che davan peso alle sue parole, andavan ripetendole, e di giorno in giorno si riavvicinavano alla madre di Loredana e riprendevano a frequentarne la casa.

Cos?? mentre la signora Emma era malcontenta per il lusso della figlia, che a lei pareva eccessivo, le altre se ne felicitavano; quando Loredana[234] veniva dalla sua mamma e trovava le amiche, queste le passavano una rivista minuta, pregandola talvolta di alzare un po' la gonna per mostrar le calze di seta, osservando la biancheria, divertendosi a infilar gli anelli, a provarsi il cappellino, a indossar la pelliccia. La loro morale taceva innanzi al pregio della roba lussuosa; esse s'inchinavano all'amante ricco e liberale. Anche ne godevano, perch?? pi?? volte avevano avuto in dono gli abiti ancor freschi che Loredana smetteva, e i cappellini ch'ella mutava sovente.

La giovane aveva spesso in tasca qualche biglietto delle amiche, le quali chiedevano protezione al conte per il marito, per il fratello, pel nipote; e il conte riusciva ad allogar l'uno, a migliorar la posizione dell'altro, senza conoscerli, per far cosa grata alla sua viperetta.

I concetti morali di quelle piccole donne avevano sorpresa e disgustata Loredana, che ignorava gli avvolgimenti e le mutazioni dell'umana vigliaccheria; le avrebbe preferite nemiche aperte; e parlandone con Filippo, si sentiva in obbligo di scusarle, perch?? egli non le giudicasse troppo severamente.

Ma egli ne rideva, e se ne faceva ripetere le frasi ammirative, divertendosi ai loro pettegolezzi e al loro mormor??o; qualche volta per mano dell'amante inviava dolci o fiori, ch'esse si disputavano vivamente, e talora anche sulla tavola delle borghesi pettegole comparivan le bottiglie polverose della cantina del conte. A questa maniera, senza conoscerle di persona, Filippo[235] s'era creato intorno un circolo di amiche, le quali correvano dalla signora Emma a esaltar la generosit?? di lui e a felicitarsi della fortuna che era toccata alla figliuola.

La signora Emma non pareva del loro avviso, e da qualche tempo era anzi inquieta.

Come sarebbe finita quell'avventura? La fedelt?? del conte l'aveva stupita senza persuaderla. Nelle sue lunghe ore di riflessioni, ella aveva accarezzato la speranza che Loredana avesse un figlio; il legame avrebbe consacrato quell'amore con vincoli quasi sacri, obbligando Filippo per tutta la vita, forse spingendolo a un passo decisivo. Ma nulla era avvenuto; Loredana era sterile.

La signora Emma non poteva acconciarsi a questa idea; guardando la figliuola bella e gagliarda, non le riusciva di credere ch'ella fosse infeconda; le era balenato il sospetto che la sua sterilit?? fosse voluta dall'esperta astuzia di Filippo. Impossibile parlarne a Loredana, che egli aveva avuto vergine e ignorante d'ogni cosa; sarebbe stato assurdo interrogarla.

Una volta che la giovane scherzava col bambino di Marta, la signora Emma os?? domandarle:

??? Ebbene, Lori, non ti piacerebbe avere un bimbo anche tu?

La giovane divent?? vermiglia in faccia.

??? Certo, ??? balbett??, ??? un bambino anch'io....

??? Forse al conte non piacciono? ??? osserv?? la signora Emma.

??? Non ne abbiamo mai parlato, ??? rispose Loredana.[236]

E bruscamente and?? alla finestra senza proseguire.

??? Un bel bambino, che si potrebbe chiamare.... ??? seguit?? la madre. ??? Come lo chiameresti, Lori?

La giovane si volse e le disse:

??? Oh, mamma, non parlarmi cos??! Mi confondi!

Emma non aggiunse parola, ma quel turbamento la sorprese e le parve la conferma dei suoi sospetti. Non aveva capito che Loredana si sentiva a disagio, perch?? le sembrava che il discorso aprisse un spiraglio di luce sul suo amore pel quale aveva sempre un riserbo timoroso, una verecondia inquieta.

L'argomento ritorn?? pi?? volte; la Serrantoni, alla quale la signora Emma aveva confidato i suoi sospetti, s'incaric?? d'interrogare Loredana; ma a lei manc?? l'animo di spiegarsi e Loredana la guard?? attonita per quell'interrogatorio, disordinato e confidenziale insieme.

La giovane s'infuri??.

??? Se ancora mi parlate del bambino, ??? dichiar?? un giorno, ??? io non verr?? pi?? a trovarvi! ?? un'insolenza; tutti vogliono sapere che cosa pensa Flopi dei bambini; tutti mi domandano che cosa ne penso io; non ci lasciano pi?? vivere! La Serrantoni mi ha perfino chiesto se sono sicura che Flopi mi voglia bene come un marito!... ?? orribile questo pettegolezzo....

E diede in uno scoppio di pianto, mentre la madre e le amiche le si facevano attorno a consolarla. Le amiche, specialmente, eran premurose perch?? si vedevano sfuggire le sottane di seta[237] e i cappellini civettuoli; e quando Loredana accarezzata dalle une, baciata dalle altre, rassicurata da tutte, cominci?? a sorridere attraverso le lagrime, le donne esalarono un grande sospiro di sollievo....

??? Non capisce! ??? dissero tra di loro pi?? tardi. ??? ?? ancora innocente come l'acqua....

In verit??, non capiva; non capiva che cosa volessero da lei, non capiva le perifrasi prudenti, non capiva che cosa importasse loro la sua maternit?? probabile, non capiva sopratutto come questa volta anche sua madre prendesse parte al coro.

??? Ma che cosa mi domandano? Ma di che cosa si occupano? ??? chiese infine alla signora Emma.

??? Esse credono, ??? spieg?? Emma, ??? che se tu avessi un bambino, il conte ti amerebbe di pi??.

??? E che cosa importa loro se Flopi mi ama di pi?? o di meno?

Emma si strinse nelle spalle.

??? Mio Dio, ??? disse, confusa. ??? ?? un pensiero che hanno per te, perch?? ti sono affezionate.

??? Ma ?? un pensiero stupido, mamma! ??? protest?? Loredana. ??? Se io avessi un bambino, Flopi mi amerebbe ugualmente. Che ne so io? Fors'anco mi amerebbe meno.

??? Davvero? ??? esclam?? Emma scandalizzata. ??? E perch?? mai?

??? Perch?? sarei malata, perch?? diventerei brutta, per tante ragioni noiose, insomma....[238]

??? Allora sei tu che non lo vuoi, Lori? ??? domand?? Emma.

La ragazza la guard?? intontita, e poi si mise a ridere.

??? Io? ??? disse. ??? Come posso io volerlo, o non volerlo?

??? Allora ?? il conte che non vuole? ??? insistette Emma.

??? Flopi? ??? esclam?? Loredana. ??? E tu pensi che Flopi si curi di queste sciocchezze? Tu pensi che Flopi sia come la signora Serrantoni?

??? Non sono sciocchezze, Lori, ??? sentenzi?? Emma gravemente. ??? Alla fin fine, tutto dipende dalla volont?? del conte.

Loredana scoppi?? in una lunga risata.

Le preoccupazioni di sua madre e delle sue amiche risvegliavano in lei un allegro stupore. Ebbe la tentazione di parlarne all'amante, poi con lo spirito d'intuizione che spesso la guidava, sentendo nella curiosit?? delle donne qualche ombra di mistero, si trattenne; ma istintivamente scaltra, riusc?? per una via indiretta a sapere che cosa Filippo pensava dei bambini.

Quando egli usciva solo a passeggio, le chiedeva che dovesse portarle a casa.

??? Vuoi i dolci, Lori? Vuoi un palco per questa sera? Devo mandarti i fiori per la tavola?

Loredana sceglieva; il pi?? delle volte non sceglieva nulla.

??? Voglio che tu ritorni presto, ??? rispondeva.

Ma pressata dalla inquisizione delle pettegole, un giorno si arrischi??:

??? Voglio che tu mi porti a casa un bel bambino....[239]

??? Di cioccolata? ??? domand?? Filippo ridendo.

??? No, un bel bambino vivo, ??? disse Loredana.

Filippo, che gi?? stava per uscire, torn?? indietro e le si avvicin??:

??? Veramente? ??? chiese. ??? Veramente, tu desideri un bambino?

A guardarla, non si sarebbe detto; ella sorrideva, osservando la maraviglia dell'uomo, una maraviglia commossa e dolorosa.

??? Hai ragione, ??? egli continu??, accarezzandole i capelli. ??? Tutte le donne vogliono il loro bambino.... Ma un bambino, per noi, in questo momento....

Sembrava molto intrigato, e la cosa divertiva immensamente Loredana, che non l'aveva mai visto cos??.

??? Certo, ??? riprese Filippo, ??? un bambino ti terrebbe compagnia e tu gli vorresti bene.... Ecco: l'anno venturo avrai il bambino. Te lo prometto. Sei contenta? L'anno venturo....

Ma s'interruppe. Loredana rideva, fino ad averne umidi gli occhi; poi con uno scatto gli balz?? al collo, e sempre ridendo gli disse:

??? Tu hai creduto davvero che io voglia un bambino? Ma no; ma non vi ho mai pensato, mai, mai, mai! ?? la signora Serrantoni che mi annoia coi suoi discorsi e vuole sapere perch?? io non ho bambini! A me non importa nulla! La Serrantoni dice che ?? colpa tua se non abbiamo bambini, e poi dice che ?? colpa mia, e non sa nemmeno lei.... Ma io voglio ci?? che tu vuoi, e non ho mai pensato a queste sciocchezze. Non ?? vero che sono sciocchezze?[240]

??? E la Serrantoni, ??? disse Filippo racconsolato, ??? non ti ha spiegato perch?? ?? colpa mia se non abbiamo bambini?

??? Ah no! ??? esclam?? la giovane, ridendo ancora. ??? Non mi ha spiegato niente. Mi ha fatto dei discorsi stranissimi, e in ultimo ha deciso che io sono una grande oca, perch?? non ho capito una parola. Io, per??, le ho dichiarato che se mi secca ancora, non le porter?? pi?? i dolci.

??? Hai fatto benissimo, ??? approv?? Filippo, baciandola sulla bocca. ??? E le dirai che della nostra vita e del nostro amore siamo padroni noi.

Le parole di Filippo diedero un grande coraggio a Loredana, e mentre le pettegole evitavano quel solito argomento per non addolorarla, ella lo provoc?? a bella posta qualche giorno dopo.

??? Ho parlato con Flopi del bambino, ??? disse.

La madre e le amiche, le quali stavano intorno, mandarono una esclamazione di stupore.

??? E che cosa ha detto il conte? ??? domand?? la Serrantoni, trepidando.

??? Ha detto che il bambino lo avr?? l'anno venturo, ??? rispose la giovane categoricamente. ??? Ma un bambino, per noi, in questo momento....

Ella tacque; le altre tacquero, guardandosi. Loredana era stupefatta per il successo impreveduto delle sue parole. Finalmente la signora Emma si pass?? una mano sulla faccia, e disse sottovoce alla Serrantoni:

??? Avevo indovinato. ?? lui che non lo vuole!...


[241]

X.

La serata al teatro Goldoni era stata fatale per Berto Candriani.

Innanzi tutto egli aveva visto Loredana sotto un aspetto nuovo; fino a quel giorno aveva considerata la giovane come una piccola borghese presa nella luce della vita mondana per un capriccio di Filippo e destinata a scomparir presto con quel capriccio; ma standole a fianco, ammirandone l'eleganza e la freschezza, vivendone alcune ore la vita, notandone l'ingenuit?? non priva d'orgoglio, s'era dovuto ricredere. Loredana era destinata a non scomparire presto: aveva tutte le qualit?? per essere un'amante di primo ordine, o una mantenuta lussuosa, o un'amica affezionata e fedele, a seconda dell'uomo che l'avesse guidata nel suo cammino.

Da quella sera in poi, Berto aveva notato che se ne parlava molto tra le dame; dal canto suo, tartassato di domande, aveva dovuto raccontare una quantit?? di cose vere e una quantit?? di cose false, per rispondere alla curiosit?? acuta delle amiche. Forte della sua fantasia, aveva prodigato particolari bizzarri, che raccontava dapprima ridendo; ma perch?? le dame parevano credere, a poco a poco aveva ripetuto quei particolari ed altri ne aveva aggiunti con gravit??; in modo che intorno alla ragazza s'era formata una leggenda.[242]

Fausta di Montegalda, la quale ancora non poteva persuadersi che ?? quella stracciona ?? fosse una rivale, s'era involontariamente prestata a diffondere la leggenda. La ragazza si faceva chiamare Loredana e prendeva un bagno nel latte ogni mattina; mangiava fragole tutto l'anno, e il povero Flopi spendeva un patrimonio per procurargliele durante la stagione invernale. La camera dove riposava, con le pareti ricoperte di specchi, aveva un enorme specchio in luogo del soffitto, cosicch?? la ragazza si vedeva riflessa, in tutte le pose e per ogni lato; la vecchiaccia che l'accompagnava era vedova, ma si diceva avesse avvelenato il marito.... Povero Flopi! Tra l'amante e la dama di compagnia s'era proprio encanaill?? fino al collo.

Se qualcuno, in nome della verosimiglianza e della logica, osava qualche obiezione, Fausta rispondeva:

??? Ma ?? cos??, ve lo assicuro. Domandatene al Candriani. Egli la conosce per benino, la ragazza....

E Berto era interrogato e doveva confermare o mitigare i racconti fantastici, i quali, passando di bocca in bocca, avevano ormai rivestito incredibili forme.

La celebrit?? di Loredana era fatta. Nessuno pensava pi?? a negare che la ragazza prendesse un bagno di latte ogni mattina e vivesse di fragole; la signora Teobaldi, poi, aveva decisamente avvelenato il marito.

Berto non sapeva se riderne o temerne, perch?? capiva che se Filippo avesse conosciuto quel romanzo[243] e il suo autore, le cose si sarebbero fatte molto serie.

E mentre l'immane pettegolezzo sobbolliva, la vita di Loredana aveva avuto una buona ripresa. In quell'inverno la giovane era andata pi?? volte a teatro, ora con la Teobaldi, ora con Filippo, scatenando una bufera di commenti e di discussioni, che non giungevano fino al suo orecchio. L'appartamento sulle Zattere, tutto raccolto e ben riscaldato pareva pi?? intimo e voluttuoso.

Loredana aveva dimenticato Giselda Fioresi e i due milioni e la taccia di mantenuta; viveva spensieratamente con la cieca sicurezza di poter vivere sempre cos?? felice.

Ella fu un po' sorpresa di vedersi un giorno comparire in casa Berto Candriani, il quale non le faceva mai visita nelle ore in cui Filippo era assente.

Berto indossava la redingote, aveva un garofano bianco all'occhiello, e in una mano i guanti paglierini; era addobbato per una visita di societ??, e anche questo maravigliava Loredana, che lo riceveva sempre come un vecchio amico, senza cerimonie.

Pareva lievemente impacciato.

??? Credevo ci fosse Filippo, ??? disse, ??? ed ero passato a prenderlo.

??? No, ??? rispose Loredana. ??? Flopi ?? andato al t?? in casa Lombardi....

??? Ah, sicuro! ??? mormor?? Berto. ??? Sono le cinque, infatti; le cinque e un quarto, anzi.

??? Se lei non ha niente di meglio a fare, ??? seguit??[244] cortesemente la giovane, ??? pu?? trattenersi un istante, e il t?? gliel'offrir?? io.

Berto batt?? le mani.

??? Anzi, anzi, non domando che questo!

La conversazione langu?? un attimo. Loredana si chiedeva mentalmente: ?? Che cosa vuole? ??. Berto si distraeva a guardar la fanciulla, la quale indossava una semplice vestaglia tutta liscia colore scarlatto, serrata ai fianchi da una fascia alta di seta nera. Egli si diceva che era straordinariamente desiderabile.

??? Flopi ?? sempre di buon umore? ??? domand??.

??? Certo, ??? rispose Loredana. ??? ?? sempre di buon umore con me.

??? Non ha pi?? parlato di quegli incidenti al teatro?

??? Di quali incidenti?

??? Di quella sera, ricorda? quando io ebbi l'onore di riaccompagnarla, e si fece anche un brindisi....

La giovane sorrise.

??? Ah mio Dio! ??? esclam??. ??? Di noi tre, se ne ricorda lei, soltanto!... Sarebbe curiosa che io e Flopi ne parlassimo ancora!...

Berto si morse le labbra.

??? ?? vero; lei e Flopi han da dirsi qualche cosa di meglio, ??? mormor??.

??? Caro conte, ??? osserv?? Loredana, corrugando le sopracciglia, ??? sa che io detesto i sottintesi.

??? Non ci sono sottintesi; dicevo una verit??. Due persone che si amano, non han tempo di badare ai pettegolezzi.[245]

Loredana si alz?? per accendere la luce elettrica; la conversazione ricadde.

??? Flopi le ha narrato la storia dei due milioni? ??? chiese Berto a un tratto.

??? Mi ha narrato ogni cosa.

??? Egli non li rimpiange di sicuro?

??? Pare di no, ??? rispose Loredana sorridendo.

Entr?? Piero, recando il servizio per il t??, che dispose sul tavolino. Vi fu una pausa lunga, durante la quale Loredana vers?? l'acqua bollente nella teiera, spense il fornelletto a spirito, avanz?? il cestello dei biscotti verso il suo ospite.

??? ?? un bel patrimonio, ??? riprese questi.

??? Che cosa? ??? domand?? Loredana.

Non s'era mai trovata sola col giovane, al quale sapeva di piacere, e se ne sentiva intimorita, perch?? gli occhi di lui non l'abbandonavano mai.

??? Dico che due milioni formino un bel patrimonio, ??? egli spieg??, prendendo una tazza dalle mani della fanciulla. ??? Un magnifico patrimonio, al quale pochi uomini rinunzierebbero per l'amore.

Loredana guard?? Berto inquieta.

??? Che cosa significa? ??? domand??.

??? Non ci sono sottintesi, ??? dichiar?? Berto sorridendo. ??? Volevo dire quello che ho detto; pochi uomini rinunzierebbero a due milioni per l'amore di una donna. Flopi ?? di questi uomini, e ci?? mi fa piacere....

??? No, conte, ??? interruppe Loredana, bruscamente. ??? Non ?? il caso di scherzare; lei sa qualche cosa?

??? Non so nulla![246]

??? Forse Filippo le ha confidato che ?? malcontento?

??? Le do la mia parola, d'onore che Filippo non ha mai aperto bocca con me....

??? E allora? ??? chiese la giovane freddamente. ??? Perch?? trova strano che Filippo mi ami?

??? Non trovo strano; dico che tra una donna, chiunque ella sia, e due milioni, quasi tutti gli uomini sceglierebbero questi e lascerebbero quella.

Loredana non rispose; la bella faccia ridente aveva preso un'espressione dura, che gli angoli rialzati della bocca facevan pi?? recisa; e gli occhi fissavan dritti in volto il Candriani, cercando di scrutarne il pensiero riposto.

??? ?? quello che io ho osservato a Flopi, ??? ella, disse. ??? Ma egli mi ha risposto che io lo scambiava per un mercante.

??? Doveva rispondere cos??, ??? osserv?? Berto.

??? Doveva essere sincero, perch?? io con lui sono stata sempre sincera.

??? Lei non aveva nulla da nascondere; ma la sincerit?? qualche volta ?? incomoda, ??? ribatt?? il Candriani. ??? Non si pu?? dire a una donna: ?? Io preferisco due milioni al tuo amore ??....

Loredana balz?? in piedi.

??? Perch?? mi parla a questo modo? ??? esclam??. ??? Filippo le ha dato l'incarico di esprimere le sue idee?

??? No, ??? rispose Berto, stendendo una mano verso la giovane come a tranquillarla. ??? Filippo non mi ha dato alcun incarico, glielo posso giurare! Sono pensieri miei, quelli che esprimo.[247]

Fece una pausa, si alz?? egli pure lentamente in piedi, e movendo un passo verso la ragazza dritta nella veste flammea, aggiunse:

??? Non si spaventi, non si turbi, Loredana. ?? un amico che le parla. Io voleva dirle questo fin dalla sera in cui ci siam trovati a teatro. Volevo dirle che, qualunque cosa avvenga, in qualunque momento, io sar?? lieto di accorrere a una sua parola e di poter esserle utile....

??? Come? ??? domand?? Loredana smarrita. ??? Lei non crede sincero Filippo?

??? Non so. ?? sincero oggi, forse. Domani potrebbe pentirsi, non tanto per il patrimonio al quale deve rinunziare, quanto per la guerra che gli va movendo la famiglia. E se quel giorno venisse, le ripeto, ella deve ricordarsi che ha un amico devoto e pronto a tutto per lei....

La giovane squadr?? da capo a piedi il suo ospite; non era pi?? intimorita; un sorriso ironico le increspava le labbra e una luce vivida le sfolgorava dagli occhi.

??? Io la disprezzo! ??? ella rispose pacatamente.

??? Loredana! ??? esclam?? Berto.

??? S??, s??, la disprezzo! ??? ripet?? la giovane con calma. ??? Lei ripaga a questo modo l'amicizia di Flopi? Lei viene a mettermi il sospetto nel cuore, mentre io era felice! Lei viene ad accusare Filippo, mentre egli ?? cos?? buono con me, cos?? fiducioso con lei! E tutto questo senza una ragione al mondo, solo per dirmi.... Per dirmi che cosa? Che lei vorrebbe succedere a Filippo, non ?? vero? Perch?? lei crede che se domani Filippo mi abbandonasse, io prenderei un altro amante,[248] forse il primo che mi capitasse, con la indifferenza con cui si muta d'abito? Questa ?? la stima che lei ha di me?...

S'interruppe, dando in una risata sardonica; e prosegu??:

??? Caro conte, ha commesso un'azione cattiva, e io dovr?? avvertirne Filippo, perch?? si guardi da lei, che ?? un falso amico! Lei ?? stato il solo ammesso in questa casa, e ne ha compensato Flopi tentando di farmi credere che rimpiange il denaro perduto, e cercando di portar via a Flopi una donna che egli ama. Mi ha messo l'inferno nell'anima, mi ha fatto dubitare, mi ha torturata....

??? Loredana, non esageri, per carit??, ??? interruppe Berto avvicinandosi. ??? Lei non mi ha compreso.

??? L'ho compreso, l'ho compreso! ??? esclam?? Loredana, mentre le lagrime cominciavano a scorrerle per le guance. ??? Ho compreso il suo scopo! Se avesse detto quelle malignit?? senza uno scopo, sarebbe pazzo! Ah, che dolore mi ha dato! Ora questo pensiero non mi si lever?? pi?? dal cervello; ora io continuamente mi domander?? se Flopi ?? contento, se non rimpianga il denaro perduto, se mi ama davvero! Ed ero cos?? felice, cos?? stupidamente felice!...

Si lasci?? cadere in una poltrona, e nascondendo il volto tra le mani, scoppi?? in singhiozzi che le fecero sobbalzare violentemente il seno. A piccoli passi, piano, adagio, Berto si avvicin??, si curv?? sulla spalliera, os?? stendere una mano quasi per carezzare la testolina dolorosa:[249]

??? Loredana, ??? susurr??, ??? io le domando perdono; io non credeva di....

Ma dovette troncare. Loredana era scattata in piedi nuovamente; pareva davvero una viperetta, con la testa dritta e gli occhi sfavillanti:

??? Vada via! ??? grid??. ??? Vada via; non mi tocchi! La disprezzo, gliel'ho detto. Vada via, vada via subito!...

Berto si ritrasse.

??? Vada via subito! ??? incalz?? Loredana. ??? Non voglio pi?? vederla! Vada via subito, o chiamo!

Il tono perentorio, la voce squillante, il fremito visibile che agitava la fanciulla, fecero comprendere a Candriani ch'era impossibile resistere; se avesse osato una parola o un gesto, Loredana avrebbe chiamato il servo o Clarice, facendo uno scandalo. Berto cammin?? a ritroso fin sul limitare, s'inchin??, usc??.

La giovane stette in ascolto qualche poco, indi si abbandon?? sul divano, tuffando il volto tra i cuscini. Ella rimase in tal positura, immobile e con gli occhi asciutti, sforzandosi a pensare, fin che non ud?? nell'anticamera i passi di Filippo che rientrava. Allora balz?? in piedi, si diede una occhiata nello specchio, afferr?? un libro che giaceva sulla tavola e finse di leggere.

Filippo entr??:

??? Buona sera, piccola, ??? disse.

??? Buona sera, Flopi. Ti sei divertito?

??? No, per niente. E tu, che cosa hai fatto?

Un brivido pass?? nell'anima di Loredana; chinato[250] il capo di nuovo sul libro, mormor?? con indifferenza studiata:

??? Nulla. ?? venuto il Candriani a trovarmi....

??? Berto? ??? esclam?? Filippo stupito. ??? A che ora?

??? Alle cinque e un quarto, o alle cinque e mezza, non ricordo.

??? E che cosa voleva?

??? Era passato a prenderti per andare dalla contessa Lombardi.

??? Ma ?? impossibile, Lori; pensa bene a ci?? che dici! ??? esclam?? Filippo.

Loredana s'impaur??; impossibile? perch?? era impossibile?

??? Ha detto cos??, ??? ella insistette.

??? Ma dalla contessa Lombardi dovevamo trovarci pi?? tardi, ??? osserv?? Filippo. ??? E infatti ?? venuto, mi ha visto, e non mi ha detto ch'era stato qui. Tutto questo ?? stranissimo....

Tacque; s'avvicin?? all'amante, ancora seduta sul divano, e la scrut?? attentamente.

??? Tu sei molto agitata, ??? soggiunse. ??? Mi nascondi qualche cosa....

Loredana si sent?? morire. Che cosa poteva credere Filippo? Bisognava raccontar tutto?... Alz?? il capo, e disse, disperatamente:

??? Io, il Candriani, non voglio pi?? vederlo!

Filippo sussult??, l'attir?? al petto, e baciandola rispose con calma:

??? Ho capito. Non lo vedrai pi??!


[251]

XI.

Il conte Filippo Vagli e il conte Berto Candriani, col pretesto d'un diverbio politico, si batterono alla sciabola tre giorni dopo la visita di Berto a Loredana. Al Candriani tocc?? un colpo di figura interna, che partendo dall'orecchia destra, gli tagliava il naso, le labbra, il mento; Filippo, a causa dell'incontro avvenuto in quell'attimo, ebbe una sciabolata all'avambraccio destro, lunga ma non profonda.

Loredana quando vide in quel pomeriggio freddo e nebbioso tornar Filippo col braccio al collo, divent?? come pazza; correva da una camera all'altra, gridando e piangendo; era stata lei la causa del duello; Flopi s'era dovuto battere per lei; ella era la sua maledizione; gi?? tanti danni aveva avuto dal suo amore, gi?? tanti dispiaceri, e oggi anche un duello, una ferita, oggi anche il sangue aveva dovuto dare!

Il chirurgo che accompagnava Filippo le assicur?? che la ferita del conte non era grave; Filippo e Clarice furono attorno alla giovane per confortarla; ma essa era cos?? sbigottita, coi capelli sciolti e gli occhi dilatati dallo spavento, che il medico dovette occuparsi prima di lei che del suo ferito.

A poco a poco, quasi svegliandosi da un terribile sogno, Loredana si rimise e cominci?? a[252] credere che Filippo non fosse minacciato da morte imminente. Ma non appena il chirurgo si conged??, essa volle udire il racconto della scena, e Filippo dovette raccontare, mentre Clarice Teobaldi pensava alle pi?? belle pagine del teatro melodrammatico.

??? La conclusione si ??, ??? termin?? Filippo, ??? che io intendo partire non appena mi sar?? possibile. Questo duello far?? troppo chiasso. Andremo a Roma a passar l'inverno: lasceremo qui Clarice a vigilare la casa, e torneremo a primavera....

La signora Teobaldi sent?? il dispiacere del futuro distacco, temperato dalla soddisfazione di quell'incarico di fiducia, e pens?? che Filippo era veramente un eroe.

??? Mi dispiace per Berto, ??? soggiunse il conte. ??? Gli ?? toccato un colpo crudele, ma non potevo misurarlo. Del resto, la lezione gli insegner?? a tener la lingua tra i denti.... e a rispettar l'amicizia.

Filippo non s'era ingannato, prevedendo che il duello avrebbe fatto chiasso. Per tutto il giorno dovette ricevere amici nel suo studio, i quali venivano ad assicurarsi che non era gravemente ferito. In citt?? il fracasso era enorme, e quelli che ne sapevano meno erano i pi?? esatti e pi?? sicuri nel raccontar particolari.

Non si trattava del solito pettegolezzo, qualche volta campato interamente in aria, sempre mormorato con grazia; era un'onda di ciarle e di commenti fragorosi che dilagava per tutto, nei caff??, nei teatri, nei salotti.[253]

L'aristocrazia veneziana, la quale conta forse i nomi pi?? classici del mondo, s'angusti?? per quell'incidente di cui si sapevano anche le cause, perch?? il pretesto del diverbio non aveva ingannato nessuno. Da anni a Venezia non avvenivano duelli se non tra giornalisti; una cordialit?? simpatica legava i signori l'uno all'altro, e la pi?? squisita cortesia presiedeva ai loro convegni, tanto che al momento di trovare i padrini, Filippo e Berto avevano incontrato non poche difficolt??, perch?? gli amici di quello erano amici di questo; Filippo aveva scelto due ufficiali di marina giunti da poco a Venezia, e Berto due ufficiali di cavalleria che stavano a Padova.

Il conte Roberto e la contessa Bianca furono costernati all'annunzio; n?? l'uno n?? l'altra avrebbero imaginato che Filippo giungesse a tanto per la ?? monella ??; e l'uno e l'altra, d'intesa, fecero comprendere la loro riprovazione ostentando di non voler parlare dell'accaduto e trascurando di chiedere notizie del nipote e del figlio.

Era lo scandalo; lo scandalo aperto, irrimediabile, gigantesco; perch?? sapendo che Filippo si era battuto per una donna, e non gi?? per la politica come voleva dare a intendere, nessuno pensava che questa donna non l'avesse tradito, ch'egli non l'avesse sorpresa fra le braccia del Candriani, ch'egli insomma non avesse fatto una brutta figura. Il nome di Loredana correva per le strade, e la curiosit?? interribiliva.

Loredana! Chi era? Dove l'aveva trovata? Che cosa faceva prima di darsi al conte? Era quella del bagno di latte e delle fragole? Ah era quella![254] Allora la medesima che una sera al teatro Goldoni civettava col Candriani; che sfrontata! Mantenuta dell'uno, andava a teatro con l'altro! Filippo spendeva un patrimonio per coprirla di seta e di gioielli ed essa lo ricompensava a questa maniera; la colpa era di Filippo, che doveva aver perduto la testa. Chi l'avrebbe detto, lui cos?? pronto una volta a cambiar d'amanti, cos?? garbato e accorto, cos?? scettico ed egoista! ?? proprio vero che il gatto, all'ultimo, vi lascia lo zampino; Filippo doveva essere invecchiato; questo amore aveva tutta la goffaggine d'una passione senile.

Non parliamo del Candriani, tanto ben ricompensato della sua amicizia; per poco Filippo non gli aveva portato via naso, orecchia e labbra in un colpo solo; ad ogni modo il povero Berto rimaneva sfigurato per sempre; la cicatrice era spaventosa; venti punti di sutura; ma che venti? trenta, o quaranta; un macello.... E intanto Filippo s'era giuocato per quella donna l'eredit?? dello zio, una diecina di milioni; lo zio l'aveva avvertito pi?? volte, l'aveva pregato e scongiurato, e finalmente aveva perduto la pazienza. Chi poteva dargli torto? Era un vecchio onesto e semplice, che non voleva pasticci in famiglia.... E quell'altra, la madre, la contessa Bianca, quale conforto aveva dal figliuolo, ch'ella voleva accasare! S'era trattato di matrimonio con la contessina Cafiero; no, con la Fioresi, una ragazza che gli avrebbe portato, anche lei, una diecina di milioni; ma Filippo aveva mandato all'aria ogni cosa; e in tal modo, dieci della fidanzata[255] e dieci dello zio, erano ormai venti milioni sfumati.

Qualcuno osava una parola in difesa di Filippo, ma era peggio.... Come difenderlo? Figurarsi: permetteva che la sua mantenuta si facesse chiamare contessa Vagli; in tutti i negozii di Venezia, per contessa Vagli s'intendeva non gi?? la veneranda contessa Bianca, ma quella ragazza; e una volta la contessa Bianca s'era vista portare a palazzo una scatola di trine e piume, ch'eran destinate all'altra; anzi pi?? volte i fornitori sbagliavano, e mandavano da pagare alla contessa Bianca le note della ragazza. Una commedia, una farsaccia, permessa, voluta da Filippo, che neanche rispettava pi?? il nome della famiglia.... Come si poteva difenderlo?... Tutti a questo mondo han fatto le loro; a tutti piacciono le donne; ma c'?? maniera e maniera. Un avvocato diceva: ?? Nisi caste saltem caute ??; il buon gusto, la decenza, non si devono mai offendere; e da gente, poi, che ha obblighi sociali e dovrebbe dar l'esempio.... Se cos?? faceva un patrizio veneto, si poteva imaginare che cosa avrebbe fatto qualche povero diavolo, un facchino della Marittima, un plebeo....

E a proposito di plebei, che cosa era quella sua amante? La chiamava Loredana, lui, per rialzarla; ma veniva dal basso, era uno scialletto, n?? pi?? n?? meno che un'infilatrice di perle a Castello; pensate che educazione poteva avere e che linguaggio; ma faceva ogni giorno un bagno nel latte. ?? per questo che la dicevano tanto caritatevole; distribuiva ai poveri il latte[256] che le era servito pel bagno. Quanto alla bellezza, poi, a Venezia se ne potevan trovare mille, diecimila pi?? belle; bastava guardarsi intorno, e giusto a Castello e a Cannaregio v'eran certi musetti, si vedevan certi occhi e certe capigliature; la Resi, per esempio, e la Nana, e quell'altra, quella bionda, la M??lgari; e nessuno si pensava di portarsele a casa, di rinunziare a venti milioni, di chiamarle contesse, e di metterle in conserva nel latte. Ci voleva proprio un patrizio, e un patrizio come Filippo, per queste minchionerie!

Filippo rimase schiacciato sotto quella valanga. Caldo per ira e per gelosia, aveva provocato Berto, senza prevedere che la responsabilit?? dell'avvenimento sarebbe andata a battere contro Loredana, la quale ne usciva compromessa irrimediabilmente; e compromettere una donna era per Filippo azione cos?? vigliacca e stupida, ch'egli spasimava d'esserci involontariamente incappato. Tutto il fango della strada, l'ira degli uomini, l'invidia delle femmine, si sollevava e ricadeva sull'amante sua.

Era una cosa spaurevole. Fra gli amici venuti in quei giorni a trovar Filippo fu il conte Alvise Pri??li, un vecchio d'oltre sessant'anni, dalla vita cristallina, maestro di cortesie, oracolo in materie cavalleresche, franco nel parlare.

??? Ti sei cacciato in un ginepraio, ??? egli disse a Filippo. ??? Perch?? non consigliarti con qualcuno, prima di agire?... A provocare e a battersi v'?? sempre tempo. E tu sai che quando c'?? di mezzo una donna, chiunque ella sia, un gentiluomo[257] deve evitare duelli e scenate fin che gli ?? possibile....

Filippo, col braccio al collo, passeggiava nervosamente per lo studio, angusto alla sua furia. Si arrest?? innanzi al vecchio che aveva candidi capelli e faccia rosea:

??? Che cosa dicono? ??? chiese avidamente.

Il conte Alvise fece un gesto desolato.

??? Un disastro, ??? rispose. ??? Tutto quello che puoi imaginare di pi?? antipatico, di pi?? losco, di pi?? sciocco; ?? una vera orgia di contumelie....

??? Contro di me?

??? Contro di te, e contro la signora, voglio dire la signorina, insomma la tua amica.

??? Per esempio? ??? incalz?? Filippo.

??? Che esempio! ??? esclam?? Alvise sorridendo. ??? Non ?? il caso di darti esempii; anche tu sai che cosa ?? la folla quando si sbizzarrisce a inventare e a deridere.

Filippo batt?? i piedi a terra, riprese a camminare, e camminando disse:

??? Che cosa mi consigli? Che cosa devo fare, Alvise? Bisogna ch'io ne esca....

??? Io ti consiglio di cambiar aria, ??? disse Alvise. ??? Fa un viaggio, un bel viaggio lungo. Se tu rimani, finisci per batterti altre venti volte, e lo scandalo cresce. Del resto, come puoi pigliartela con gli anonimi? Tutti parlano ora che ti sanno chiuso in casa; pr??vati ad uscire e non avrai che strette di mano e sorrisi....

??? Ipocriti! Vigliacchi! ??? esclam?? Filippo.

??? Ma no, caro, hai torto, ??? osserv?? prontamente[258] Alvise. ??? Il mondo ?? fatto cos??; non intende aggredirti di fronte, perch?? gliela faresti pagare; aspetta che tu volti le spalle. E in questo, Venezia, Parigi, Londra, Pechino, sono una citt?? sola....

??? Dunque un viaggio, tu dici? ??? riprese Filippo, fermandosi un'altra volta davanti al vecchio amico. ??? Io aveva pensato di passar l'inverno a Roma....

??? No, no, un viaggio. A Roma si sa tutto, come a Venezia; fig??rati se la Montegalda, la Fioresi, e venti altre, se di Spinea e lo stesso Candriani non hanno scritto agli amici di laggi??! E ciascuno a modo suo.

??? Come sta Berto? ??? domando Filippo.

??? Bene, puoi imaginare. Gli hai cambiato faccia, ma non sono avvenute complicazioni, e se la caver?? in un mese o poco pi??....

Filippo tacque, guardando a terra.

??? Me l'aveva fatta grossa, ??? mormor?? poi.

??? Sai che ?? un caposcarico; potevi parlargli e persuaderlo a non molestare la tua amica. E anche la tua amica, via, confessiamolo, doveva essere pi?? prudente, metterlo alla porta alla chetichella e non dirtene nulla.

Filippo scosse la testa.

??? Loredana non ha alcuna colpa, ??? ribatt??. ??? ?? abituata a dirmi tutto; e se l'avesse messo alla porta, io non me ne sarei avveduto e non avrei chiesto spiegazioni? Era il solo che veniva a trovarci, e ci voleva poco ad accorgermi che non c'era pi??!... E la mamma e lo zio, che cosa dicono?[259]

Il conte Alvise fece un altro gesto in aria, pi?? desolato del primo.

??? Non ne parliamo, caro Flopi!... Credo che Roberto pensi a fondar col suo denaro un istituto di beneficenza....

Filippo sorrise.

??? Gliel'ho consigliato io! ??? disse.

??? Bravo! ??? esclam?? Alvise. ??? Non ti conoscevo come benefattore dell'umanit??. Quanto a tua madre, povera donna, questo ?? un colpo, ?? un colpo grosso.... Sai le sue idee, anche in materia di duello; e qui poi si tratta d'un duello inutile, d'uno scandalo gigantesco.

??? Povera mamma! ??? disse Filippo, meditabondo.

??? Dovresti scriverle chiedendole perdono, ??? sugger?? Alvise. ??? Non ti risponder??, ma la lettera la calmer?? un poco, e servir?? a prepararti un colloquio.

??? Le scriver??; ?? una buona idea, ??? dichiar?? Filippo. ??? Quanto a colloquii, non ne avremo: essa mi chiede ci?? che io non voglio concederle, l'allontanamento di Loredana. Non voglio e non posso: tu capisci che se oggi, quando ?? aggredita da tutta una folla, da tutta una citt??, mettessi Loredana sul lastrico, sarei un farabutto....

??? ?? giusto, ??? convenne Alvise.

Altri amici sopravvennero, e Filippo li interrog??, e da ciascuno ebbe la conferma che lo scandalo dilagava, che in alto e in basso, nel salotto e nell'osteria, ancora non si parlava se non del duello; qualche amico pi?? addentro nella confidenza di Filippo ripet??, attenuando, i discorsi[260] che correvano, e anche attenuati, specialmente per Loredana, erano oltraggiosi e provocanti....

Le visite si susseguirono fin quasi all'ora del pranzo; e Filippo ne usc?? in uno stato di fredda disperazione. Pieg?? il capo sul braccio sinistro appoggiato alla tavola, e rest?? immoto a pensare.


XII.

A pensare; ma non seppe mai quanto rimanesse in quella positura.

Lievemente, con un passo che il tappeto smorzava del tutto, Loredana entr?? nello studio verso le otto, per chiamar Filippo a pranzo. Ella sorrideva, perch?? da qualche giorno era certa della guarigione dell'amante, e quel viaggio a Roma, di cui s'era parlato, le piaceva molto. Intorno a Roma avevan ricamato mille fantasie l'estate innanzi, a Sirmione, poi non se n'era fatto pi?? nulla per le vicende susseguite.

Loredana si ferm?? di botto sul limitare, e fu per mandare un grido.

Filippo era seduto, con la testa reclinata sul braccio, immobile.

La giovane accorse, gli tocc?? una spalla, ed egli alz?? il capo sussultando.

??? Che c'??? ??? disse.

Loredana vide ch'egli aveva gli occhi lucidi di lagrime, e ne rimase sbigottita.[261]

??? Hai pianto? ??? chiese. ??? Flopi, hai pianto? Che cosa ?? avvenuto?

L'amante scosse la testa, infastidito e confuso.

??? No, no, ??? disse, ??? non ho pianto....

??? S??, hai gli occhi rossi e umidi.... Che cosa ?? avvenuto, in nome di Dio?

Filippo si alz??, fece un giro per la camera, silenzioso, mentre Loredana lo guardava attonita, quasi non lo riconoscesse; ella avrebbe potuto imaginare nei suoi sogni qualunque cosa strana, ma non avrebbe imaginato mai di dover vedere un giorno il viso di Filippo bagnato dalle lagrime; questo spettacolo superava tutto che di pi?? orribile e di pi?? straordinario ella poteva sognare....

??? Dimmi che cosa hai! ??? insistette. ??? Per carit??, Flopi, non farmi morire di spavento; rassicurami, dimmi una parola, non esser crudele a questa maniera....

Filippo s'arrest?? nel bel mezzo della camera.

??? Che cosa ho? ??? disse. ??? Non ne posso pi??, ecco! Ho tutta la citt?? contro di me, tutti i parenti, tutti gli amici, tutti gli sconosciuti, tutti gli sfaccendati, tutti, i ricchi e i poveri, i buoni e i cattivi, tutti sono contro di me. Questo duello ha sollevato uno scandalo senza esempio, e ha coperto di fango me e te. Io sono un vanesio che compromette le donne, un ?? trombone ?? come dicono a Venezia, e tu una sgualdrinella, e i nostri nomi sono popolari.... Ah s??, popolari ormai!... Nelle taverne ci conoscono come nei palazzi, e non abbiamo uno, un solo che ci difenda! Hai capito, Lori, che cosa ho? Un[262] uomo non pu?? combattere contro la folla; sono stritolato da una tempesta che ho sollevato io; non mi posso muovere, perch?? la folla son tutti e non ?? nessuno.... Chi prendere? A chi chiedere ragione? Che cosa devo fare? Io non lo so; Pri??li mi ha detto di fare un lungo viaggio, e sta bene, ma poi? Dovremo tornare, non potremo viaggiar tutta la vita, e rimettendo il piede a Venezia, io sar?? il ?? trombone ?? e tu la sgualdrina.... ?? odioso, Lori! Non mi sono mai perduto d'animo, non ho mai piegato, fin che si trattava di discutere coi parenti; ma oggi non so dove dar la testa, perch?? ho di fronte una citt??, l'intera citt??, ti dico, nella quale il pettegolezzo ?? un'arte, la sola rimasta a questi cialtroni. Capisci, Lori, che cosa ho? Non ne posso pi??, non ne posso pi??, non ne posso pi??!...

Loredana aveva capito; aveva chiaramente e interamente capito.

Dopo il primo senso di terrore e di smarrimento, la giovane stava come agghiacciata, rigida e muta. Aveva compreso; Filippo era vinto; non si poteva chiedergli di pi??; perduta la famiglia, aveva resistito; perduta una fortuna, aveva resistito. Ora, davanti al ridicolo, davanti ai ghigni della moltitudine, davanti alla gazzarra, allo scandalo osceno, davanti al disonore ??? non lo accusavano di compromettere le donne? ??? Filippo era vinto, e piangeva. Lei, con la sua leggerezza incredibile, lo aveva lei con le sue mani spinto in quell'abisso.

Ella rimaneva a testa china, le braccia pendenti lungo il corpo.[263]

Filippo la vide e le si avvicin??.

??? Scusami, ??? disse. ??? Scusami, Lori. ?? stata una debolezza imperdonabile, la mia; non dovevo affliggere anche te. Ora ?? passata.... Faremo un lungo viaggio, ti piace? Prima a Costantinopoli, e l?? poi decideremo dove andare: io posso rimanere assente anche due, tre anni. Odio Venezia, ormai, non mi ci posso pi?? vedere! Non mi rispondi, Lori?

Ella non rispondeva: aveva capito e stava pensando che cosa dovesse fare, che cosa il suo amore chiedesse da lei, e tutto le pareva orrendo. Cercava dentro il cuore l'energia per il domani, e sentiva il cuore gelido, come pervaso repentemente da un veleno mortale.

??? Non mi rispondi? ??? chiese Filippo di nuovo. ??? Guardami, non sono pi?? triste; ha ragione Pri??li: un lungo viaggio ci far?? dimenticare, e intanto saremo felici. Condurr?? con noi anche la Teobaldi, il povero folletto, e la faremo cantare.... Che ne dici, Lori?

Ella non rispondeva. Il suo amore era finito. Bisognava far qualche cosa, non si poteva accettare il sacrificio ultimo dell'uomo che aveva sacrificato gi?? tanto; l'amore, l'amore vero, voleva da lei qualche cosa di pi??.

??? Va bene, ??? disse fievolmente, per dire. ??? Va bene, Flopi. Ora guarisci, perch?? non puoi partire cos??; e dopo decideremo tutto.... Va bene.... S??, anche Clarice; la faremo cantare....

Tacque subito per non dare in uno scoppio di pianto, in un urlo di dolore.

??? ?? tardi, ??? soggiunse. ??? Andiamo a pranzo....[264]

A tavola li aspettava, come al solito, la signora Teobaldi, la quale aveva preparato un discorso intorno a certe opere che si davano alla Fenice, e voleva esprimere alcuni giudizii categorici sulla musica moderna, sulla morte del bel canto.... Ma rimase esterrefatta vedendo Lori e Flopi; il conte pallido come un cadavere; la ragazza pareva intormentita. Mangiarono in silenzio, senza guardarsi; Filippo e Loredana anzi, dimenticavano spesso di mangiare e restavano con gli sguardi perduti nel vuoto. Piero cambiava le posate, senza che il conte avesse toccato cibo; anche Piero era costernato per quello spettacolo di tristezza. Certo, era avvenuta qualche sciagura; ma dove, ma quando, se proprio quel giorno nessuno era uscito di casa, se proprio quel giorno non era arrivato nemmeno un telegramma? Il conte aveva di tanto in tanto un fremito subito contenuto; ripensava alla folla che correva le strade, trascinando il suo nome e il nome di Loredana; gli pareva d'udir le sghignazzate degli oziosi maligni.... La fanciulla, inerte, con un gran freddo dentro, si rivolgeva alcune domande angosciose, alle quali non trovava risposta.

Subito dopo il caff??, il conte le baci?? la mano e si ritir??.

Clarice e Loredana rimasero sole, innanzi alla tavola, che Piero, interamente smarrito, aveva dimenticato di sparecchiare. Un grande silenzio, un silenzio d'angoscia invase la sala; non si udiva fuori se non la cantilena monotona della pioggia che cadeva fitta e instancabile da pi?? ore.[265]

??? Contessa, ??? mormor?? Clarice con voce supplichevole. ??? Contessa, mi dica....

Ma Loredana rabbrivid?? da capo a piedi, come un'aspide l'avesse morsa. Guard?? la vecchia amica dalle terribili sopracciglia al nerofumo, la buona donna che le era sempre stata al fianco, i tristi giorni e i lieti. Una raffica di vento sfior?? la casa fra le tenebre e fece traballare i cristalli alle finestre.

La giovane stese le braccia nel vuoto. Perdutamente, con uno scoppio di pianto, disse:

??? ?? finita!... ?? finita!... ?? finita!...


XIII.

Per le calli e le callette per le quali la plebe, il popolo, la borghesia si dan di gomito e i ragazzi sgusciano da ogni parte e la gente va, accodata qualche volta a una coppia lenta e pigra, che sbarra tutta la strada, Loredana si rec?? da sua madre.

L'alito di quella vita intima le soffiava in volto; finestre di case spianti le case di faccia; dalla soglia d'un negozio dov'erano appesi stoccafissi secchi, le parole e le bestemmie che al suo passaggio si tramutavano in madrigali grossolani; pi?? l??, in alto, un'esposizione di panni variopinti e teste di donne che si affacciavano a guardarla; per quest'altra calle, un facchino[266] rotolante una botte vuota e il codazzo di monelli che correvano a dar mano per arrestare d'un tratto il viavai e obbligare i passanti a farsi contro il muro o a ripararsi dentro le porte. Una baruffa di femmine armate di ciabatte, lo scialle scivolato dagli omeri raccolto sotto il gomito sinistro, e una bordata d'ingiurie metaforiche furono, presso la sua casa, gli ultimi incidenti della corsa; e Loredana sal??, l'anima chiusa da una malinconia infinita. Era stanca.

Lo spettacolo della miseria morale e materiale del popolo non l'aveva mai colpita come in quel giorno in cui il suo cuore era vinto da uno sconforto immenso. Tutta la vita non le pareva se non una trama di dolori, di cose turpi e infami, di giunterie e di volgarit??, un torrente di fango al quale gli uomini devono abbeverarsi. L'illusione li sorregge un poco e li guida; poi d'un tratto l'orribile sapore avvelena la bocca e i bevitori si svegliano allo sconcio inganno.

Anche in casa di sua madre, non sapendo raccapezzarsi tra le mille storie che correvano le vie, le amiche avevan filato caligine; tanto che se non fosse stata la ritrosia e quasi il pudore di varcar quella soglia, la signora Emma sarebbe andata lei da Loredana a chieder notizie.

La giovane raccont?? a sua madre tutto quello che era seguito: Emma impallid??, quando apprese che Filippo aveva pianto.

??? Ahi, povera mia Lori! ??? esclam??. ??? Non hai avuto un'ora di bene, non un giorno di pace, dacch?? hai abbandonato la tua casa!... Ah,[267] Lori, Lori, quale rovina! E doveva finire cos??; il conte non pu?? resistere pi?? a lungo, non pu?? disconoscere sua madre per te!...

??? Parole inutili! ??? interruppe Loredana. ??? Se veramente non avessi fatto altro che soffrire vicino a lui, non soffrirei tanto ora! Sono stata felice, felice, capisci?... Che dirti?... Sono felice anche oggi, che egli ?? con me.... Sono stata felice sempre, perch?? egli era forte, e avrebbe vinto! Mi guardi? Non sapete amare, e non mi comprendete!... Flopi sapeva amare; ma l'hanno ferito, infangato, tormentato, e non pu?? pi?? lottare.... E quel Candriani, quel maledetto!... C'?? una sola buona cosa in tutto questo, vedi, mamma?... C'?? che Flopi gli ha dato una sciabolata spaventosa....

??? ?? dunque vero? ??? interrog?? Emma.

??? Una sciabolata cos?? pesante, cos?? piena, che lo ha sfigurato per sempre. Ne ho piacere: gli ha tagliato la faccia dall'orecchio al mento.... Vada, ora, a fare il bello con le donne degli altri! Ah, di Flopi e di me non pu?? pi?? dimenticarsi! Ne ho piacere, ne ho proprio piacere!

Emma non disse nulla. Si poteva perdonare alla giovane la ferocia di quel compiacimento per l'umiliazione d'un nemico insidioso.

??? E oggi? ??? chiese dopo una pausa. ??? Il conte ?? sempre cos?? triste?

??? Stamane ha ricevuto una lettera anonima carica d'ingiurie sciocche, e ci?? l'ha fatto ridere. Ma ?? un altr'uomo; conta le ore che mancano alla guarigione, perch?? vuol partire; gli amici lo[268] disturbano, ?? nervoso e irascibile; sembra abbia paura della citt??, di se stesso, di qualche cosa ch'egli medesimo non sa.

??? Vuole partire? ??? ripet?? Emma. ??? E dove andrete?

??? Io non partir??, mamma! ??? dichiar?? Loredana con calma. ??? Egli s'illude che io l'accompagni, ma ho riflettuto in questi giorni, e ci son troppe cose contro di me. Per causa mia ha perduto una grossa eredit??, la sua famiglia vuole che sposi una contessina, e questa contessina lo ama. Vedi quante difficolt?? che gi?? esistevano.... Mi ha raccontato tutto il conte Candriani, una sera a teatro; io credeva lo avesse fatto per leggerezza, ma ora comprendo che aveva il suo scopo; non me ne ha risparmiata una, per allontanarmi da Flopi; e oggi devo aprire finalmente gli occhi.

??? E che cosa farai, Lori?

La giovane chin?? il capo fissando a terra le piastrelle bianche e rosse, che un raggio leggero di sole illuminava dolcemente.

??? Te lo confesso: avevo pensato d'uccidermi.... No, no, non ti spaventare, mamma! ??? disse con rapidit??, vedendo che sua madre era diventata subitamente pallida. ??? Non lo far?? mai, te lo giuro, non lo far?? per te, e anche per lui.... Vi accuserebbero della mia morte; ho capito anche questo.

??? Ascoltami, ??? interruppe Emma, che passatasi una mano sul volto andava rimettendosi dal primo impeto di paura. ??? Marta, la Serrantoni, mi ha detto che Adolfo Gianella ti segue[269] ancora, e che un giorno vi hanno visti insieme, e che ?? sempre innamorato di te....

??? ?? vero; quella pettegola sa tutto! ??? esclam?? Loredana.

??? Marta mi ha detto che ?? diventato buono, che ha perduto la sua alterigia stupida, ??? insistette Emma. ??? Ha compreso ch'egli ti trattava male, e insomma....

??? E insomma ha cominciato ad ammirarmi quando sono scappata con un altro! ??? seguit?? crudamente la giovane. ??? Ah, un bel marito sarebbe!...

Emma, con un sospiro, emise una sentenza suprema:

??? Gli uomini sono tutti cos??!

Loredana alz?? le spalle.

??? Del resto, ??? disse, ??? ?? possibile che io viva a Venezia, moglie di Adolfo Gianella e a due passi da Filippo? E che egli non mi cerchi, e che io non cerchi lui? Noi ci amiamo sempre, tra di noi non ?? avvenuto nulla, e l'una ?? pronta a sacrificarsi per l'altro.... In queste condizioni, mi vedi moglie onesta e fedele di Adolfo?

??? Hai ragione, ??? rispose Emma. ??? E che hai pensato dunque?

Mentre era per rispondere, Loredana scorse sulla mensoletta di legno scolpito la piccola figura di biscuit, una pastorella settecentesca con un canestro infilato sul braccio e un piccolo fiore nella destra che offriva.

La giovane si alz?? a prenderla e la fiss?? attentamente.

??? ?? Ti ricordi, ??? susurr?? la pastorella, ??? ti[270] ricordi che cosa egli ti diceva all'orecchio con la voce ardente, mentre tu mi guardavi come oggi? ?? Vieni; vieni con me; noi potremo essere felici; io ti dar?? tutto l'amore e tutta la vita ??. E tu hai preso tutto il suo amore, e oggi puoi prendergli tutta la vita ??.

??? No! ??? interruppe bruscamente Loredana.

Allent?? il pugno, e la figuretta, cadendo a terra, si frantum?? con sordo rumore.

??? Che fai, Lori? ??? esclam?? Emma stupita.

Ma non ebbe tempo a ripetere la domanda.

Un clamore furibondo sal?? dal campiello; le femmine s'erano avvinghiate e volavan pettini, schiaffi e ciabatte; si battevano per un maschio, il quale stava a guardarle come giudice di campo, preparandosi a intervenire quando gli fosse parso opportuno. Le finestre delle case disposte intorno a rettangolo eran gremite di teste, e piovvero di l?? scherzi atroci e incitamenti, fin che la pi?? giovane virago ebbe la peggio e si rovesci?? in terra con un colpo sordo. Allora il giudice intervenne: lasci?? andare alla vincitrice un ceffone formidabile in piena faccia, che le fece sprizzar dal naso uno zampillo di sangue.

??? A casa! ??? ordin??. ??? Va a casa, senza voltarti indietro!

L'altra si mise a correre, urlando contumelie prodigiose, mentre la vinta si rialzava, si ripuliva, raccoglieva lo scialle, cercava in terra il suo pettine, e rideva, tutta accaldata, le fiamme negli occhi, i capelli nerissimi diventati una selva di groviglie.

Dietro i vetri d'una finestra, Loredana aveva[271] seguito le fasi dello spettacolo immondo, e tra i curiosi, in un gruppo di scialletti che spiccavano sul colore meno intenso dei pastrani maschili, vide Adolfo Gianella il quale guardava in su, verso la casa.

??? Me ne vado, ??? annunzi?? Loredana. ??? Addio, mamma; ho fretta!

Baci?? sua madre, infil?? la pelliccia, corse per le scale, fu in istrada.

Faceva freddo, nonostante il sole pallido, e soffiava la bora; la folla s'era diradata, ma Loredana sent?? che i passanti la guardavano, e parendole che ciascuno sapesse la sua storia, temeva in ogni sguardo una maraviglia oltraggiosa. Corse per raggiungere Adolfo Gianella, il quale s'era avviato egli pure e la precedeva di poco.

??? Adolfo! ??? chiam??, quando fu a un passo da lui.

Egli si volse; aveva le mani affondate nelle tasche del soprabito, il bavero alzato fino alle orecchie. E vedendo che la squadrava da capo a piedi, senza salutare, Loredana si sgoment??.

??? Non mi aspettavi? ??? chiese dolcemente.

??? No, ??? rispose Adolfo, ??? non ti aspettavo; non ti aspetto pi??!

La giovane non os?? chiedere altro; ma Adolfo repentinamente s'infuri??, l'afferr?? per un braccio, la scosse.

??? Per carit??! ??? disse Loredana sbigottita, guardandosi intorno. ??? Sei pazzo?

Egli si ravvide subito.

??? Andiamo! ??? riprese. ??? Bisogna che io ti parli![272]

Camminarono presto, in silenzio, portando il peso della muta ironia balenante negli occhi di quelli che li incontravano o si fermavano a guardarli. Loredana non interrog??; andavano, chiusi nel loro pensiero tempestoso, in preda a mille dubbii; salirono il ponte di ferro, gettarono una occhiata al Canalazzo verdastro con chiazze gialle, oltrepassarono l'Accademia, e ad un tratto Adolfo disse:

??? Entriamo qui. Non ci sar?? nessuno.


XIV.

Loredana alz?? gli occhi a guardar la piccola trattoria, deserta perch?? gli artisti e gli impiegati che la frequentavano avevan da tempo finita la loro colazione; e tuttavia, mettendovi piede, la giovane prov?? una molestia indicibile, parendole ridicolo o sospetto quel colloquio, in quel luogo, a quell'ora.

In un angolo, innanzi a una tavola nuda, un giovane ricciuto disegnava a pastello nel suo albo; distratto dal frusc??o delle gonne e della seta, drizz?? la testa e quando Loredana fu seduta all'angolo opposto della sala, in faccia ad Adolfo, il giovane volt?? pagina, e gettando rapide occhiate si prov?? a ritrarne la figurina elegante, strana sul fondo tenebroso dell'osteria.

Un cameriere port?? due tazze di birra, e si ritir?? in una cameretta attigua, dove lo aspettava una colazione molto in ritardo.[273]

??? Che vuoi dirmi? ??? interrog?? Loredana.

??? E tu, ??? domand?? a sua volta Adolfo, ??? perch?? mi hai chiamato?

??? Non so; ti ho visto, ho voluto chiederti se sapevi.... che cosa pensavi....

??? Che cosa penso? ??? cominci?? Adolfo rapidamente, a bassa voce. ??? Di questa nuova storia? Hai la sfrontatezza di chiedermelo?... ?? inutile che tu mi guardi con gli occhi sbarrati; so bene che non confesserai.... Il conte ti ha trovata con un altro, e si ?? battuto in duello con lui.... Per la politica, no, non si sono battuti!... ?? dunque per gelosia.... Ma che gelosia! Quell'altro.... come si chiama?... il conte Candriani, veniva a casa tua tutti i giorni, e tu andavi anche a teatro con lui.... Si capisce che cosa ?? accaduto: un bel giorno siete stati sorpresi, ecco, presi in trappola.... Ma s??, ma s??, non crollar la testa con tanta furia!... Non mi sarei mai imaginato un orrore simile; sei una viziosa senza pudore.... E mi domandi che cosa penso!... Mi maraviglio che tua madre ti accolga ancora in casa sua.... L'amore per il conte si capiva; dico, si poteva anche scusare; eri inesperta e lui una vecchia volpe.... Ma il Candriani, il secondo!... Due uomini: avevi due uomini, due amanti! Come si spiega?

??? Ora se la mangia! ??? pens?? l'artista, che all'altro angolo seguitava a disegnare e a sogguardare.

Egli capiva che il biondo era invelenito, e non poteva afferrarne una parola. Gli occhi cerulei di Adolfo schizzavano lampi e da rosea la faccia era divenuta pallida; pure, si conteneva, non[274] alzava la voce, dicendo a frasi tronche, alla rinfusa, tutto quel che gli passava pel capo.... E Loredana ascoltava, la gola arsa, il cuore in tumulto per lo spavento.

Non la calunnia la impietriva, ma lo stupore per quella calunnia cos?? lata, cos?? precisa, cos?? diffusa, cos?? verosimile, che l'avvolgeva e la teneva nelle sue spire inesorabilmente. Adolfo, l'innamorato fino alla cecit??, non aveva alcun dubbio, non sognava nemmeno che l'accusa potesse essere tutta falsa.... Due uomini si battono per una donna; essa ?? l'amante dei due che se la disputano a prezzo del loro sangue; ci?? ?? logico, epper?? ?? vero; la verit?? non si discute.

??? Forse per questo mi hai detto che ora vali pi?? di due milioni? ??? seguit?? Adolfo. ??? Non ho capito, allora, ma sotto quella frase doveva nascondersi qualche brutto segreto, e tu ne ridevi.... E cos??, si sono battuti per te; sarai contenta!... Uno scandalo, uno scandalo!... Io mi seppellirei vivo; tutti corrono a raccontarmene una; a casa non posso aprir bocca; mia madre ti chiama con certi nomi, e se ti difendo ridono di me.... Hanno sempre avuto ragione i miei cugini, dicendomi che quando una ragazza si mette per una cattiva strada.... Insomma, io scapper??, perch?? non voglio pi?? vederti.... Ed ero ancor pronto a sposarti pochi giorni sono, perch?? io, io solo ti credevo onesta, a dispetto di tutto e di tutti; l'amore del conte, un fallo giovanile, si scusava, si spiegava.... Ma ora; ora sei la favola di Venezia....

??? Guarda che bel nasino e che bella bocca! ??? pens??[275] l'artista, dando un'occhiata a Loredana. ??? E il biondo me la rovina con quelle sue prediche. ?? geloso, l'amico; lei gli ha giuocato un tiro; te ne giuocher?? degli altri, sta tranquillo.... ?? un tipetto capriccioso....

??? Basta, basta! ??? interruppe Loredana sottovoce. ??? Ci?? che ti hanno detto ?? falso, dalla prima all'ultima parola.

??? Gi?? ?? falso, ??? rispose Adolfo dopo un attimo d'esitazione, perch?? la voce velata e lo sguardo smarrito della giovane l'avevano scosso. ??? ?? falso; si sono battuti per la politica, non ?? vero?... Quello che ti dico io, ?? quello che dicono tutti....

??? E che importa? ?? falso! ??? ripet?? Loredana.

Adolfo aveva un suo pensiero e non riusciva a esprimerlo; si freg?? la fronte, si pass?? la mano sul cranio, si guard?? intorno senza vedere; finalmente si prov?? a ribattere:

??? Anche se ?? falso, importa poco, perch?? quando tutti la pensano a un modo, ?? come se fosse vero. Mi capisci? Se uno ?? accusato d'essere un ladro, per andare a spasso con lui e per tenergli l'amicizia non basta credere e anche sapere che ?? onesto; occorre un coraggio, che io non ho, perch?? gli altri credono ch'egli ?? un ladro e io non posso essere l'amico d'un ladro.... Tu hai tutte le apparenze contro di te, e Venezia intera parla di te come d'una ragazzaccia pericolosa; e che ci posso far io?... Del resto, qualche cosa ci sar??, non pu?? essere inventato tutto.... Ma se anche non c'?? nulla, proprio nulla di vero, io ho la famiglia che mi rimprovera[276] d'amarti e di seguirti, ho gli amici che ridono, ho il direttore della Banca il quale non vuole che gli impiegati frequentino donne cattive; e come faccio io a persuadere tutta questa gente che tu non sei una donna cattiva, dopo uno scandalo di cui si parla da tanti giorni e con tanti particolari in ogni angolo della citt???... Non sar?? colpa tua, ammettiamolo, ma sei disonorata, ecco; e le tue proteste si perdono nel fracasso, e oramai, qualunque buona e bella cosa tu faccia, non ti potr?? giovare....

Afferr?? la tazza di birra, l'accost?? alle labbra e non la rimise sul piattello che quando l'ebbe vuotata.

??? Ma allora, ??? disse Loredana con un brivido di terrore, ??? essere innocente significa nulla?

??? Significa...., significa.... So io che cosa significa? ??? rispose Adolfo, il quale non s'accorgeva della sua crudelt??, sbalordito egli stesso per la bont?? delle facili argomentazioni. ??? Ci?? che importa nel mondo, ?? di essere creduto, a torto od a ragione; anche i miracoli non servono, se nessuno vi crede.... E nessuno crede alla tua onest??.... Sarebbe meglio per te essere disonesta, veramente disonesta, e che tutti lodassero la tua virt??....

Un bel fondo color d'ocra, robustamente tracciato alla brava, incornici?? nell'albo la testolina della giovane dai capelli a riflessi dorati; effetto di chiaroscuri che l'artista confront?? con l'originale, movendo il capo a destra e a sinistra, e tenendo a distanza il disegno.

??? Se quell'idiota non finisce di tormentarla, ??? borbott??[277] a fior di labbra, ??? a lui gli faccio la caricatura!

Ma Adolfo non la finiva, esaltato dalla volutt?? di torturare quella ch'era stata sempre in suo confronto vittoriosa, assillato dal bisogno di calpestare e di distruggere il suo amore, cupamente soddisfatto di veder la fidanzata d'un giorno ridotta senza difesa, ebbro di ferocia contro di lei e contro se stesso....

??? E poi, perch?? discutere la tua innocenza? Io non ci credo, via!... ?? possibile che tutta una citt?? si rivolti, cos?? per capriccio, contro una donna, una ragazza?... Mi dirai che guadagno ci fanno quelli che parlan male di te!... Perch?? non parlan male di tante altre?... Io, vedi, quando mi avvertono che bisogna diffidare dei pettegolezzi, mi metto a ridere; i pettegolezzi si fanno contro quelli che se li meritano; di me non si ?? mai detto nulla, per esempio?... Sar?? meglio non parlare della tua innocenza, la quale, del resto, se anche fosse, non varrebbe una saetta, ormai.... Che cosa hai opposto alle accuse determinate e precise? Che tutto ?? falso! Ma questo me l'aspettavo; non verrai mica a raccontarmi i tuoi amori, a me, che ti ho amata davvero, onestamente.... E avevi tanta paura del mio giudizio, che mi hai fermato per istrada e mi hai chiesto se sapevo.... Ecco un'altra prova.... E poi, devo aggiungere....

Loredana si alz?? lentamente.

??? Ti ringrazio, ??? interruppe con voce malsicura. ??? Mi hai detto cose molto utili....

Fece per avviarsi, e barcoll??....[278]

??? Non ti muovere, ??? soggiunse, appoggiandosi a un angolo della tavola. ??? Voglio uscire sola....

Dopo alcuni passi incerti, mentre Adolfo la guardava con occhio spento, Loredana riacquist?? forza, mosse francamente, pass?? vicino all'artista, il quale rimirando il pastello e la giovane, sent?? d'amarli ambedue.... Adolfo rimase immobile accasciato sulla sua panca; d'un tratto, il rimorso gl'invadeva l'animo, lasciandolo con la bocca aperta, in un'espressione di smarrimento ebete.

Venne voglia a Loredana di strappar dalle mani del disegnatore l'albo in cui sapeva d'essere stata ritratta, e di batterglielo in faccia. Dovette chiudere gli occhi per vincersi.

Usc??, tra la nebbia; la nebbia era calata repentinamente, con un lieve odor di bruciato, rotta qua e l?? dall'alone rossastro delle fiamme a gas.

E la giovane si rimise in cammino verso le Zattere, verso Flopi, che parevan le une e l'altro perduti in quella infinita distesa, densa e acre.

??? Che cosa gli porto? ??? si domand?? Loredana.

Gli portava il suo corpo, che la folla diceva mantrugiato da altri, e il disonore.

Certo egli s'illudeva, Filippo; non gli avevano cantato in faccia tutte le accuse e ignorava in qual dispregio fosse tenuta la sua amante; ella gli portava in casa il ridicolo come un fluido avvelenato. Le parole d'Adolfo Gianella eran l'eco di quella saggezza che si trova per terra, fra gli sputi e le carte unte, e si chiama pubblica[279] opinione. Egli diceva bene: non importa essere, ma parere; quando una calunnia ?? ripetuta da tutti, vale una verit??: il male ?? quel che si vede, non quello che si commette. Aforismi che uccidono; bestialit?? caparbia; tirannia inappellabile della maggioranza.... Ma la vita procede su questo carro della morte, e ogni giorno qualcuno cade sotto le sue ruote per un gesto sbagliato.

Loredana arrossiva di se stessa; abbeveratasi lunghe ore al torrente di fango, le pareva d'averne la bocca piena, il corpo inzaccherato, le mani m??cere. Come lasciarsi abbracciare e baciare da Filippo, che avrebbe notato sul volto di lei le tracce delle sofferenze patite, un solco nella fronte, un livido sotto gli occhi? Baciarsi ed amarsi tra i ghigni della platea? Tremare agli sguardi sardonici? Vivere a fianco d'un uomo che, se non si staccava presto e decisamente da lei, diventava ridicolo?

La folla s'era gettata sul suo amore e l'aveva fatto a pezzi.

Protezione sicura e forte, confidenze gentili e fuggenti attimi di letizia, tenerezze segrete e impetuosi scoppii di passione, lunghi oblii d'ogni cosa mortale, viaggi sognati, casetta delle Zattere, bel sole di Sirmione, tutto affogato nella nebbia per sempre!

Voleva correre a casa e dire a Filippo:

??? Tu m'hai avuta ancora bambina, e pel tuo amore tu m'hai fatta donna. Prendimi; amami un'ultima volta; spegni fra le braccia questa vita che ?? tua, e non lasciar che altri uccida lentamente, per odio, colei che vuol morire per te.[280]

E palpitava alla speranza di morire veramente in uno spasimo di volutt?? che fermasse in eterno i battiti del suo cuore; delicata parvenza femminile, che camminava tra la nebbia, sorridendo all'ultimo sogno.

V'era nebbia dovunque, nebbia senza forma e senza fine, dentro la quale gli uomini, a guisa di fantasmi, scivolavano e si dissolvevano; nebbia che mozzava il respiro, copriva l'insidia, guidava all'abisso. E un silenzio tragico pesava, grave come lo sterminato drappo di bambagia da cui Venezia era tutta avvolta.

Loredana giunse a casa, affranta, coi capelli e il veletto bagnati dalla caligine.

Domand?? subito di Filippo.

Clarice le disse che il conte, un'ora prima, era accorso a palazzo Vagli perch?? la contessa Bianca stava male.

E non osando aggiungere particolari, la signora Teobaldi mormor?? con enfasi:

??? ?? un ?? tradimento proditorio ?? del destino!


XV.

In quel crocchio di gentiluomini vecchi e giovani che s'eran recati da Berto Candriani a chiacchierare, a bere, a giuocare, abitudine presa durante i primi giorni dopo il duello e seguitata poi per tacito consenso di tutti, il conte Nino d'Este parlava di donne.[281]

Egli stava quasi sdraiato in una larga poltrona di cuoio scuro e morbido, le lunghe gambe distese sotto la tavola, su cui disseminati piccoli bicchieri, svelte fiale di liquore, scatole di sigari e di sigarette, portaceneri di bronzo e d'argento. Nel mezzo era un tripode alto, che avrebbe dovuto vaporare essenze e che Berto invece aveva coronato con una larga ciotola di Murano dal bel colore turchino, dalla quale traboccavan fiori pallidamente rosei.

Nuvole e nuvolette di fumo ondulavan nell'aria, dandole una lieve trasparenza azzurrognola entro la quale come velati apparivano i volti degli amici.

??? Ho visto ieri il capitano De Sirti con una brutta signora, ??? disse Nino d'Este. ??? Ma brutta assai....

??? ?? Faute de grives ??, ??? osserv?? Paolino Berlendi. ??? Mancanza, di tordi; e quando non ci sono i tordi, si pigliano i passeri....

Egli era tornato recentemente da Parigi e non aveva ancora smessa l'abitudine d'intercalar frasi galliche al suo discorso. Asciutto di forme, col mento breve, i mustacchi biondi, i capelli scuri, il colorito acceso, Paolino Berlendi dava impressione d'un giovane energico e attivo; possedeva infatti un'anima risoluta, ma stava sfogando l'esuberanza giovanile in occupazioni tutte intime, alla caccia di donne; pi?? tardi, secondo ci?? che andava raccontando, si sarebbe dato all'agricoltura.

??? ?? un'americana, ??? egli aggiunse.

??? La conosci? ??? domand?? Nino d'Este.[282]

??? No; ma l'ho veduta, e ho capito che ?? americana.

Nino d'Este non pot?? frenare una risata.

??? Non c'?? da ridere, ??? osserv?? Paolino Berlendi. ??? L'occhio d'un conoscitore non s'inganna; a occhio, si possono giudicar benissimo la razza e la nazionalit?? d'una donna, e fra tutte, le americane son pi?? facili a riconoscersi.

??? Ma fammi il favore! ??? esclam?? Nino. ??? Ci son delle americane piccole, rotondette, coi capelli neri e gli occhi brucianti, che tu diresti nate ai piedi del Vesuvio.... Ve ne sono altre, secche, rigide, biondastre, che possono essere inglesi, russe, norvegesi, tedesche.... A occhio, giudicherai dell'eleganza e della bellezza d'una donna, e non della sua nazionalit??.

??? Storie, storie! ??? dichiar?? Paolino Berlendi. ??? Piccolette e rotondette, o rigide e secche, le americane si vedono a un chilometro di distanza; hanno qualche cosa di speciale nella toilette, nel passo, nell'atteggiamento, nei modi, nei gesti, che non ti inganna mai. Dico bene? ?? ??a te botte ???

??? No, nient'affatto, non mi calza niente affatto! ??? esclam?? Nino d'Este.

??? L'americana ?? una donna come le altre, ??? intervenne Carlo Martellieri. ??? Tutt'al pi?? potrai capire a occhio che non ?? italiana; ma questo suggello di esoticit?? ?? comune alle straniere, ossia la donna italiana si stacca dalle altre cos?? bene che non ?? possibile scambiarla per una straniera.

??? ?? Tu parles ??! ??? disse Paolino. ??? Ma, caro[283] Martellieri, con le tue parole vieni a darmi ragione; per te, ?? l'italiana che si pu?? distinguere con un'occhiata; per me ?? l'americana. Vedi che sul principio siamo d'accordo.

??? Sfido io! L'italiana ?? roba di casa, roba nostra, ??? interruppe il Martellieri. ??? Come non riconoscerla tra mille? L'affare ?? ben diverso allorch?? si tratta d'un'americana; e innanzi tutto, di quale americana tu mi parli? Dell'americana del nord o dell'americana del sud?

Paolino Berlendi, che non s'aspettava una distinzione etnografica, si sent?? impacciato a rispondere; e il Martellieri, giovane e pedante, con la voce acuta che gli fischiava tra le labbra, approfitt?? di quell'attimo di silenzio per incalzar pi?? da vicino l'avversario:

??? Dir?? meglio: intendi parlare dell'americana del nord, del centro, o del sud? Quale americana tu riconosci a occhio? Quella nata in Patagonia, nel Cile, nell'isola di Haiti, nel Guatemala, nell'Argentina, a Filadelfia, a Baltimora, ad Avana, a Buenos-Aires, a Lima, a Quito, a Cuba? Quella che vive al Capo Horn, o quella che ?? nata ai piedi delle Cordigliere o presso il mare dei Caraibi?

Paolino Berlendi stava ad ascoltare a bocca aperta, sbalordito; intorno a lui altri giovani si erano radunati e ascoltavan pure, sorridendo con la sigaretta tra le labbra.

??? Come si vede che ha viaggiato! ??? mormor?? qualcuno ironicamente.

??? Quella, ??? continu?? il Martellieri quasi recitasse una lezione, ??? quella che la Terra del[284] Fuoco ha visto nascere, o quella che passeggia lungo le rive dell'Orenoco, o quella che va a caccia sulle Montagne Rocciose? Quale americana, insomma? L'America si stende per circa quindici mila chilometri tra l'Oceano Atlantico ed il Pacifico....

Paolino Berlendi si alz?? di scatto, e cal?? un pugno sulla tavola....

??? Quella, quella, quella! ??? interruppe. ??? ?? Tu ne me fais pas cr??me, va ??! Mi par di essere a scuola! Per americana, io intendo quella che si vede in Piazza San Marco, nelle sere di concerto!

Una risata clamorosa accolse la dichiarazione di Paolino Berlendi, il quale, senza badarvi, continu??:

??? Certo, non nego che ci possano essere delle donne in Patagonia, ma non vengono a Venezia! E che c'entra l'Orenoco e che c'entra il mare dei Caraibi?...

Alcuni giovanotti alle spalle di Paolino approvarono ridendo.

??? La colpa ?? della tua inesattezza! ??? rispose il Martellieri. ??? Tu hai detto che puoi riconoscere a occhio un'americana; e io ti ho detto che anche le donne della Patagonia sono americane. Le riconosceresti a occhio?

Il Berlendi si strinse nelle spalle.

??? Allora, ??? egli disse, ??? anche tu sei stato inesatto. Tu hai detto che un'italiana si riconosce tra mille: io ti dir?? che a Parigi, proprio il mese scorso, ho incontrato una ragazza che parlava il gergo come tu parli il dialetto veneziano. Ho avuto per lei ?? un b??guin assez s??rieux ??;[285] anzi, ho imparato da lei molte frasi energiche....

??? Ce ne siamo accorti! ??? interruppe Nino d'Este.

??? Ebbene, quando io la lasciai, ella mi confess?? che era nata a Napoli, era sempre vissuta, a Napoli e solo da un anno si trovava a Parigi!... L'avresti riconosciuta per italiana, tu?

??? Alla prima occhiata! ??? dichiar?? il Martellieri.

??? ?? Non, mais, faudrait pas me mener en bateau, tu sais ??? ??? disse il Berlendi, mentre gli altri ridevano alla bizzarra espressione.

??? Questa ?? una frase energica della parigina di Napoli, ??? osserv?? Nino d'Este, versandosi due dita di cognac. ??? E rimane dunque dimostrato che l'americana non si riconosce a occhio....

??? Non rimane dimostrato niente, caro mio! ??? protest?? Paolino Berlendi. ??? ?? venuto il Martellieri a imbrogliarmi con l'Orenoco e il Mississip??; ma io ripeto che l'americana elegante, non quella della Patagonia, si riconosce a un chilometro di distanza. ?? Si vous rigolez ?? ?? un conto, ma se parliamo da senno ?? un altro....

Freddo, scuro in faccia, laconico nelle parole, Berto Candriani all'angolo opposto della sala giuocava alle carte con altri amici; dal loro gruppo non venivano risate n?? schiamazzi; ciascuno badava alle mosse dell'avversario, e le poste raggiungevano ormai una cifra di rilievo.

Berto Candriani aveva il viso traversato dalla cicatrice lucida e ardente come da un formidabile colpo di scudiscio; il segno indelebile fiammeggiava[286] dall'orecchia al labbro nel pallore stanco del viso, un pallore che sembrava pi?? manifesto perch?? dietro il Candriani si stendeva la stoffa granata che ricopriva le pareti della sala: e poco pi?? su, era appeso un gran quadro rappresentante il ratto delle Sabine; e quei nudi vivaci, le carni ambrate delle donne, i torsi poderosi e sanguigni dei guerrieri, creavano un rude contrasto con la figura agile e la pallidezza diffusa del Candriani.

Dal giorno del duello, qualche mutazione era seguita nel suo animo; egli s'era fatto cupo e inquieto, il suo sguardo pungente era diventato pi?? acuto, la chiassosa allegria, la sventatezza e l'impertinenza che l'avevan fatto celebre, erano scomparse. Si sarebbe detto che un pensiero molesto e pertinace andasse rodendolo; e infatti non tanto gli importava della cicatrice che gli deturpava la faccia quanto di aver perduta Loredana per la sua incredibile fatuit??.

S'era svegliato come da un sogno, dopo il duello, avvertendo quasi con paura che per la giovane gli si era annidato in cuore un sentimento assai pi?? alto e pi?? temibile che la concupiscenza; non avrebbe voluto confessarlo nemmeno a se stesso, ma l'ingenuit?? mista ad orgoglio, l'appassionatezza e insieme il riserbo, l'intelligenza e l'audacia che formavano l'indole originale di Loredana l'avevano interessato e vinto.

Non ignorava quel che si andava cantando dappertutto, ch'egli era stato l'amante della giovane e che perci?? Filippo l'aveva provocato; e anche questo gli cuoceva insoffribilmente, non potendo[287] parlarne troppo, perch?? le sue negazioni non avevano alcun valore, e non potendo tacere, perch?? il silenzio sarebbe stato una conferma. In tal modo, dentro un cerchio di tortura si dibatteva incapace a prendere una risoluzione; ora pensando a un viaggio, che lo allontanasse da uomini e da cose venutigli in uggia, ora meditando di rimanere, di riavvicinare Loredana, d'impossessarsene davvero a qualunque costo.

??? Giuoca, giuoca! ??? gli disse il marchese di Spinea, guardando in faccia.

Berto giuoc??: era distratto e andava con la sinistra arricciandosi i baffi; di tanto in tanto gli tornava il ricordo di Loredana, che gli faceva subito smarrire il filo del giuoco; anche questa volta la partita fin?? con la sua sconfitta.

??? Ah, ah! ??? disse il marchese di Spinea, mescolando le carte. ??? Chi ?? fortunato in amore....

Ma si morse le labbra; la vecchia frase, sfuggitagli per abitudine, s'attagliava cos?? bene al caso di Berto e alle dicerie di quei giorni, che lo Spinea toss?? pi?? volte, quasi volesse far dimenticare le sue parole. Il volto di Berto s'era rabbuiato. Egli riprese a giuocare scuotendo la testa fastidiosamente, ma ancora non pot?? raccogliere intorno al giuoco tutta l'attenzione che gli era necessaria.

Dal crocchio nel quale si trovavano Nino d'Este, il Martellieri, Paolino Berlendi e altri giovanotti, gli veniva di tratto in tratto all'orecchio qualche frase che lo distraeva. Gli amici parlavano a voce bassa, ma non cos?? che Berto, avvertito dal ripetersi di alcuni nomi, non potesse[288] afferrare il senso di ci?? che si diceva intorno a lui.

La conversazione era mutata; Paolino aveva rinunziato a dimostrare che le americane si possono distinguere a occhio, il Martellieri aveva finito la sua disquisizione etnografica; si parlava di pettegolezzi, del solito pettegolezzo che occupava tuttavia la citt??.

??? Filippo, secondo me, ??? diceva Paolino Berlendi, ??? ha avuto il torto dei vecchi, il torto di mescolare molto sentimento alla sua avventura. Questa famosa Loredana lo ha stregato; dicono che sia molto giovane, ma dev'essere esperta negli intrighi amorosi.

??? Che, che! ??? esclam?? Nino d'Este, il quale non andava mai d'accordo con Paolino, pure essendogli amico. ??? Ha trovato un cucco, mi dispiace dirlo; e al posto di lei, qualunque altra, giovane o vecchia, avrebbe insaccato il povero Flopi.... Le donne sono ci?? che l'uomo le fa. Ti piace, Paolino, questa massima?

Paolino scosse la testa.

??? Non mi piace, ??? rispose. ??? Io vorrei vedere questa famosa Loredana, per poter giudicare.

??? Io l'ho vista, ??? annunzi?? il Martellieri. ??? L'ho vista pi?? volte a teatro, con una certa megera tinta e ritinta, che mi pareva quella che si brucia a mezza quaresima. Ebbene, la ragazza non vale n?? pi?? n?? meno di tante altre; ?? giovanissima e graziosa, ma a Venezia ne abbiamo una a ogni svolta di strada.

??? Che ne dici, Paolino? ??? esclam?? Nino d'Este trionfalmente.[289]

??? Dico che il Martellieri di donne non se ne intende, ??? dichiar?? il Berlendi. ??? Egli non si intende che delle donne della Patagonia.... Vorrei vederla io.... E tu poi, Nino, sei in queste cose troppo secco....

??? Troppo secco! ??? ripet?? Nino d'Este. ??? Che cosa vuoi dire?

Paolino Berlendi esit?? un istante, guardandosi intorno; ma vedendo tutte facce amiche e familiari, seguit??:

??? ?? Ben voil??! Y a pas de ma faute ??!... Certe cose si possono dire perch?? son vecchie.... Per impadronirti d'una ragazza, non hai tu comprato il fondo sul quale la ragazza viveva? E poi per liberartene, non hai venduto il fondo con la ragazza dentro?

Gli amici in giro scoppiarono in una risata fragorosa, che fece alzar la testa a Berto Candriani. Egli aveva commesso parecchi spropositi e aveva nuovamente perduto; gett?? le carte sul tavoliere, dicendo ai compagni:

??? Vi chiedo scusa; oggi non va. Troveremo qualcuno che possa sostituirmi.

??? No, no, ??? interruppe il marchese di Spinea. ??? Anche noi siamo stanchi, non ?? vero?

Gli altri due confermarono con un cenno del capo, e i giuocatori s'alzarono.

??? Questo ?? un po' secco, ??? dichiarava intanto Paolino Berlendi. ??? ?? C'est du citron ?? la rigolade ??. Io sono del tuo parere: non troppo sentimentalismo con la donna; ma dal sentimentalismo di Flopi alla tua maniera spiccia, v'?? un abisso. Dico bene? ?? ??a te botte ???[290]

Nino d'Este non rispose; si allung?? meglio nella poltrona soffice, epicureamente, e rinunzi?? a difendersi; ma Berto Candriani, che era sopraggiunto, rispose per lui.

??? Tu hai torto, Paolino, ??? egli disse. ??? Questa maniera secca di Nino d'Este, questo, come tu dici, ?? citron ?? la rigolade ??, ?? ci?? che occorre per le donne.

Da quando eran corse le voci dei suoi amori con Loredana, Berto ostentava uno scetticismo che doveva, nel suo concetto, far comprendere com'egli non si dilettasse che di avventure fugaci e volgari, e allontanare il dubbio d'una passione per la giovane compagna di Filippo. Gli amici, i quali non avevano mai udito dalla sua bocca dichiarazioni e aforismi di tal natura, lo ascoltavano sempre un po' incerti e sorpresi, temendo ch'egli si beffasse di loro.

Ma Berto prosegu?? imperterrito, la sigaretta tra l'indice e il medio della destra, la sinistra affondata nella tasca della giacca:

??? Non solo il sentimentalismo ?? ridicolo, ma ?? ridicolo anche il sentimento per questa specie d'animale incomprensibile....

??? ....?? cette esp??ce de cruche ??, ??? abbell?? Paolino.

??? ....che ?? la donna, ??? concluse Berto Candriani. ??? Per conto mio, senza essere un conquistatore come te, Paolino, n?? un dominatore come Nino d'Este, ho sempre cercato donne che si potessero mettere alla porta entro le ventiquattr'ore, e non ho avuto il minimo sentimento per alcuna, mai, in tutta la mia vita....[291]

La dichiarazione era troppo netta ed esplicita, perch?? gli amici intorno non ne afferrassero il significato; ma Paolino strizz?? l'occhio, e disse ridendo:

??? Come parla bene!... Io, intanto, ho trovato il Martellieri che mi ha dato torto sulla questione delle americane; trovo Berto che mi d?? torto sulla questione del sentimento. Se continua cos??, rinunzio alla parola!...

??? Ma no; tu non hai torto, ??? interruppe Berto. ??? Se ti ho dato torto, mi sono spiegato male. Io voleva dire....

Alzando gli occhi in quel punto, vide che un servo era sopraggiunto e dal suo contegno cap?? che aspettava di potergli parlare.

??? Io voleva dire che dei due modi, il modo secco e il modo sentimentale, ??? prosegu?? rapidamente, ??? preferisco il primo, lo trovo pi?? logico, pi?? giusto, o almeno pi?? adatto alla nostra indole. A te, Paolino, non mancano argomentazioni per difendere il tuo pensiero; specialmente se parli francese!

E mentre gli altri ridevano e la discussione si faceva pi?? vivace, egli si avvicin?? al servo e gli chiese:

??? Che cosa c'???

??? Una signora desidera parlarle, ??? rispose il servo a bassa voce.

??? Non ricevo! ??? disse Berto recisamente.

Ma quando il servo era gi?? per allontanarsi, egli lo richiam??, senza ben comprendere a quale dubbio rispondesse.

??? La signora ?? qui? ??? riprese.[292]

??? S??, Eccellenza....

??? Non sar?? una delle solite mendicanti?

??? Non mi pare.

??? Che tipo ???

??? E giovanissima, molto elegante, e....

??? E...? ??? incalz?? Berto.

Il servo esit??.

??? E mi pare molto spaventata, ??? disse infine.

??? Che stupidaggini ti passano pel capo? ??? esclam?? Berto. ??? La farai accomodare nel salotto grigio, e le dirai che abbia la bont?? di attendere un istante.

??? S??, Eccellenza.

Berto ritorn?? verso i suoi amici.

??? Vi chiedo scusa se vi lascio, ??? egli disse. ??? Mi ?? stata annunziata una visita d'affari; rimanete qui, ve ne prego.

Nino d'Este s'alz?? finalmente dalla poltrona.

??? No, no, caro, ??? egli rispose. ??? In casa tua si sta troppo bene, e noi abbiamo fatto tardi. Ce ne andiamo.

Berto Candriani strinse la mano agli amici, e mentre questi, ancora discutendo e ridendo, uscivano in tumulto, egli si avvi?? verso il salotto grigio.


[293]

XVI.

Ritta sulla soglia, appoggiato il braccio sinistro allo stipite e il viso al braccio, Loredana aspettava, tremando. Aveva avvertito un clamor di voci e di risate, poi un silenzio improvviso; guardava il salotto grigio, brillantemente illuminato dalle lampadine elettriche, e le pareva che i divani, le poltrone, le portiere molli, i cortinaggi pesanti, e una certa atmosfera tepida e profumata dessero al luogo un senso d'intimit?? quasi carnale.

Alla sua destra ella vide un piccolo quadro di F??licien Rops, un quadro strano intitolato: ?? Le vol et la prostitution dominent le monde ??; una femmina seminuda e un uomo a mezza maschera, stretti insieme da una fascia, posavano i piedi caprigni sul globo; ed era nel viso dell'una l'artiglio della crapula e sotto la mezza maschera dell'altro si delineava il ghigno cinico del delitto....

A poco a poco, fissando la terribile femmina, Loredana ne sent?? paura; le sembr?? un simbolo e un monito, e che ridesse di lei, e si movesse a lei incontro, quasi per serrarla tra le braccia.... Si volse per fuggire; ma in quell'istante la portiera che le stava di faccia fu sollevata, e Berto Candriani comparve.

Egli si lasci?? sfuggire un grido.[294]

Loredana sent?? che la sua personalit?? l'abbandonava; aveva tanto pensato a quell'ora, a quel colloquio, che le parve di agire e di parlare come un automa, come se qualcuno alle sue spalle suggerisse parole e gesti; pens?? alla femmina dai piedi caprigni, e le corse un fremito dalla nuca alle reni.

Pure, mosse ella per prima, verso Berto, e gli disse con voce soffocata:

??? Chi c'?? di l???

??? Nessuno, ??? rispose Berto, parlando istintivamente sottovoce. ??? Erano amici; sono partiti. Ma come devo interpretare questa vostra visita? Che cosa devo pensare?

Ella chiuse gli occhi e mormor??:

??? Come vorrete....

Berto la vide subito impallidire spaventosamente; avvicinatale una poltrona, la fece sedere, le si mise a ginocchi innanzi, e Loredana rimase un istante cos??, bianca in volto, gli occhi chiusi, mentre Berto andava baciandole le mani guantate. Poi ella s'accorse che lievemente, lievemente, con perizia consumata, le toglieva il cappello e il veletto, e di nuovo inginocchiandosi le posava le labbra sulle mani.

Riapr?? gli occhi, e guardandolo ai suoi piedi, not?? la cicatrice lucida e ardente che gli traversava la faccia come un formidabile colpo di scudiscio.

??? Sono da lei, ??? disse. ??? Sono fuggita. Ho abbandonato Filippo. Lo amo ancora, lo amo sempre, non amo che lui; ma sua madre muore, e io devo fuggirlo.... Sono venuta a ricoverarmi[295] da lei.... Che caldo ?? in questa camera; mi sento soffocare!

Senza levarsi in piedi, slacci?? la pelliccia e la lasci?? cadere intorno, cosicch?? parve che il busto snello sbucasse da quel nido candido e morbido maculato di nero. Guardandosi in giro, ella si vide in uno specchio; non aveva pi?? il cappello, non pi?? la pelliccia; era svestita, quasi fosse tornata nella propria casa; e quell'uomo le stava ai piedi, muto, umile, e gi?? padrone di lei....

Lo spettacolo la rivel?? a s?? medesima. Si drizz?? di scatto, esclamando:

??? No; che cosa faccio? Sono pazza....

Anche Berto s'era alzato, e mettendosele innanzi, le disse prestamente:

??? Non fugga: ?? in casa d'un gentiluomo. Si calmi. Ho bisogno di sapere e di parlarle. Se vorr?? partire di qui, io non la tratterr??.... Mi dia l'amara soddisfazione di chiederle perdono. Ho scontato il mio errore. Sono stato veramente colpevole, ma sono parso pi?? colpevole ai suoi occhi, perch?? lei ha creduto a un capriccio, mentre io l'ho amata e l'amo con profondo sentimento.... Non fugga, la scongiuro....

Loredana torn?? a sedere, raccogliendosi intorno la pelliccia bianca.

Non appena Berto la vide cos??, calma e attonita, usc?? dal salotto e ritorn?? precipitosamente, tenendo in mano una bottiglia e nell'altra una coppa. N?? egli n?? la giovane avvertirono il ridicolo di quella corsa; Berto spinse innanzi a Loredana una piccola tavola sostenuta da quattro[296] svelti grifi, e versando, pos?? la coppa vicino alla sua ospite.

??? Bevete, ??? disse, ??? ve ne prego: vi dar?? forza.

Loredana aveva visto che il liquido gorgogliante era sciampagna; ella fece un gesto per rifiutare, e rispose:

??? No, non ?? possibile; mi farebbe male.

Il Candriani non l'ascoltava; ebbro di gioia, potendola guardare con l'intensit?? di un desiderio non pi?? rattenuto, la guardava tutta, bramosamente, dalla testa ai piccoli piedi, la cui punta sbucava dal lembo estremo della gonna.

??? Io vi far?? dimenticare Filippo, ??? egli disse a un tratto. ??? Voi non l'amerete pi??; io sono libero e solo, posso dedicarvi intera la mia vita.... Amatelo oggi ancora, non importa; ?? giusto che lo amiate; dovr?? io cancellare la sua imagine dal vostro cuore.

E di repente proruppe:

??? Sono felice; sono felice di vedervi presso di me; vi siete ricordata che vi ho offerta la mia amicizia in un caso estremo, e questo mi consola di molti dolori.... Ah vi assicuro, Loredana, che non sono pi?? lo sventato che avete conosciuto un giorno! Vi amo teneramente e spero di potervi rassicurare....

Ella tronc?? le sue parole con un gesto.

??? No, ??? rispose. ??? Non vi amer?? mai.

Si guard?? intorno, e vedendo la coppa, la port?? alle labbra che sentiva arse da un'interna febbre.

??? Ascoltatemi, ??? prosegu?? imperiosamente. ??? Sono[297] qui, non perch?? vi ami, non perch?? io creda alla vostra amicizia, ma perch?? voglio e devo perdermi.

??? Loredana, Loredana, per carit??! ??? interruppe Berto.

??? Devo perdermi. Egli sta per commettere un delitto. Sua madre ammalata gli ha chiesto di abbandonarmi, ed egli ha rifiutato.... No, io non posso accettare questo sacrificio; ?? una cosa orrenda; io devo lasciarlo e in maniera ch'egli non mi cerchi pi??, non mi desideri pi??.... Non voglio far male a sua madre, che per me ha gi?? tanto sofferto.... Se morisse, ah se morisse, quale rimorso, quale vergogna!... E un giorno egli si sveglierebbe da questa follia; e tra me e lui, sempre, sempre, io vedrei il cadavere di sua madre.... Bisogna che io gli impedisca di disonorarsi!

Berto, ritto in piedi, ascoltava con un senso di maraviglia la giovane, che parlava velocemente agitata da violento orgasmo; alla prima pallidezza era subentrato un rossore febbrile che le imporporava le guance, le faceva brillare intensamente gli occhi, le invermigliava le labbra dando loro un color di vivo sangue.

Tanto gli piacque cos?? stesa nella poltrona e affondata nella candida pelliccia, che Berto si chin?? ancora a baciarle le mani. Loredana lo respinse.

??? Io voleva uccidermi, ??? prosegu??, ??? ma sarebbe stato un nuovo scandalo; avrebbero forse accusato Filippo della mia morte.... Ah come sono maligni tutti!... Mi ?? stato detto in faccia[298] che io sono la vostra amante, che la mia onest?? non vale nulla perch?? nessuno mi crede, che un uomo ?? ladro quando tutti lo dicono ladro.... Quante cose ho imparato, spaventevoli! E allora ho pensato che avevano ragione. Il solo che non dubitava di me era Filippo; egli crede al mio amore e alla mia onest??, di cui tutti ridono; e bisogna dunque ch'egli pure non creda pi??, perch?? si salvi.... Ho pensato che poich?? mi dicono vostra amante, ogni sforzo ?? inutile, e io non potr?? pi?? liberarmi da questa accusa....

??? Non parlare cos??, ??? interruppe Berto. ??? Ti fa troppo male....

Ella lo fiss?? con gli occhi sbarrati; quel ?? tu ?? le parve pi?? brutale d'un bacio che le avesse chiuso improvvisamente la bocca; ma Berto se ne avvide, e soggiunse:

??? Vi chiedo scusa; non volevo offendervi. Vi amo, e non ho saputo dominarmi.

??? No, ??? disse Loredana, alzandosi, ??? mi lasci andare!

Berto os?? stendere una mano su di lei.

??? Ve ne prego, ??? mormor??, ??? rimanete ancora.....

Loredana rabbrivid??; raccolta la pelliccia, cerc?? degli occhi il cappello. Ma mentre stava per riprenderlo, si arrest?? quasi folgorata da un pensiero.

Dove andava? A casa, sua? Filippo l'avrebbe ripresa. A casa di Filippo? La madre di lui ne sarebbe morta. E Filippo a quell'ora doveva aver gi?? letto le poche righe che Loredana gli aveva lasciato: ?? Non ti dimenticher?? mai; ti amer??[299] sempre; quanto pi?? ti parr?? lontana, tanto pi?? sar?? tua.... ?? E dopo questo, ella sarebbe tornata da lui, a capo basso, a guisa d'una scolaretta pentita, e sempre troppo tardi per essere perdonata?

Vide ancora quella maledetta femmina dai piedi caprigni, seminuda, che col braccio destro levato sembrava imporle di fermarsi. Si volse, e all'altro lato vide Berto, il quale non osava muoversi per trattenerla, non osava parlare per non impaurirla, e andava guardandola, per indovinar dal gesto di lei la risoluzione che avrebbe presa.

Ella torn?? alla sua poltrona, vi si lasci?? cadere, non disse parola.

Segu?? in tal modo un silenzio angoscioso di alcuni minuti, durante i quali Loredana e Berto si fissarono acutamente, immobili, quasi scrutandosi; ma Berto non pot?? resistere pi?? a lungo, le si avvicin?? di nuovo, le afferr?? le mani.

??? Resta! ??? disse con voce velata dalla passione. ??? Resta! Te ne scongiuro! So che non mi ami, e ci?? non mi spaventa....

Egli cercava di toglierle un guanto; ella se ne avvide, e lo sbotton?? con un rapido gesto, offrendogli la mano e il polso nudi da baciare; ma quando sent?? quelle labbra avide sulle carni, volse il capo quasi con ribrezzo.

??? No! ??? disse. ??? Aspettate!

Afferr?? la coppa e la vuot?? avidamente, poi la tese di nuovo a Berto perch?? versasse ancora, e di nuovo bevve; ma scorgendosi nello specchio, gett?? la coppa vuota a terra, dove s'infranse.

??? Che cosa volete fare di me? ??? disse poi.[300]

??? Tutto quello che tu mi comanderai, ??? rispose Berto. ??? Io sono libero; posso partire oggi stesso, stanotte, domani, quando tu me lo chieda.

??? S??, ??? dichiar?? Loredana. ??? Partiremo subito. Andremo a Roma.

Ella diede in una risata cos?? cruda e sardonica, che Berto la guard?? impaurito.

??? A Roma, ??? ripet?? Loredana. ??? Dovevo andarvi con Flopi; andr?? con voi. Non ?? lo stesso? Non sono la vostra amante? Non hanno voluto che io fossi la vostra amante? Un uomo o un altro, poco importa.... Perch?? non andiamo anche a Sirmione?... Io voglio calpestare tutto il mio passato, io voglio distruggere ogni ricordo, io voglio che non rimanga pi?? nulla, pi?? nulla di ci?? che mi ?? stato tanto caro, e che mi farebbe arrossire!... Ah, voi non sapete l'orrore che io sento per la vita!... Voi non pensate che a impossessarvi di me; lo vedo nei vostri occhi, e non capite che io non sono pi?? viva, non capite che io vi odio, e pi?? vi avvicinate a me e pi?? vi odio!...

Berto non rispose, ma la sua mano che teneva la mano della giovane, allent?? la stretta; egli si ritrasse, percosso dalla veemenza selvaggia di quelle parole.

??? Perch?? mi volete? ??? seguit?? Loredana, lanciandogli uno sguardo di sprezzo. ??? Io amo Filippo, e mi sacrifico per lui. Non ?? chiaro? Non ?? chiaro che io voglio perdermi per salvare lui? Non ve l'ho detto gi??! E ho scelto proprio voi, perch?? egli mi disprezzi tanto che non mi cerchi[301] pi??!... E voi vi prestate a questo giuoco?... Se io acconsentissi a diventar la vostra amante, sarebbe quello il momento in cui amerei di pi?? Filippo, perch?? sarebbe quello il sacrificio pi?? grave che io potrei fargli.... E non lo avete capito? Come devo dirvi che io non vi amer?? mai?

Stretto dalla logica feroce, che sembrava dettata da quel bisogno di mordere e di distruggere onde Loredana si sentiva tutta vibrare, Berto non trov?? dapprima risposta; poi ebbe la parola unica che spiegava qualunque follia:

??? Ma io ti amo, ??? disse. ??? Io ti amo, Loredana; e non so altro....

La giovane lo guard??, sentendo ch'egli non mentiva; le parve sommesso e vinto, e ne ebbe piet??.

??? Suvvia, ??? mormor??, alzandosi, ??? mi lasci andare!

??? Dove, dove vuoi andare? ??? chiese Berto, movendo un passo verso di lei. ??? Dove vuoi andare, cos???

Ella s'era avviata alla porta, senza cappello, come una pazza.

Berto la guard?? elegante e sottile nell'abito tutto liscio color d'ametista, leggiadramente ornato con una lista di pelliccia scura, che le correva intorno al petto e per l'estremo lembo della gonna a guisa d'un serpentello.

Usciva, partiva, fuggiva; d'improvviso aveva sentito che il sacrificio era troppo ripugnante, che meglio era morire, riposare, non pensare pi?? ad alcuno, e aveva ricordato il canale nero e fondo che scorreva innanzi alla casa di Berto.[302]

L'ora era tarda, la luce fievole, la gente rada in quella serata d'inverno. Loredana avrebbe potuto gettarsi all'acqua e affogarvi, senza che alcuno accorresse.

??? Dove vuoi andare? ??? ripet?? Berto.

S'incontrarono sul limitare e si fissarono, l'uno con gli occhi fiammeggianti di desiderio, l'altra con lo sguardo smarrito della disperazione; ma perch?? essa voleva procedere, egli l'afferr?? per le braccia e la rattenne.

Loredana ruppe di nuovo in una risata.

Aveva in bocca il sapore di quel fango al quale s'abbeverano gli umani, di quel fango che ?? tutta la vita, e un'arsura insaziata le bruciava le vene, come avesse ingoiato un fuoco liquido....

Qualcuno alle spalle di Berto ??? forse la femmina seminuda dai piedi caprigni ??? gli sugger?? un pensiero: la giovane non si sarebbe mai decisa n?? a partire, n?? a rimanere, n?? a vivere, n?? a morire; bisognava forzarla.

Egli l'attrasse bruscamente al petto, le suggell?? la bocca con la bocca dandole un bacio cos?? lungo, che pareva, volesse beverne la vita, l'anima, il sangue; sent?? che Loredana s'inclinava a poco a poco, si rovesciava indietro, e assecond?? il movimento senza staccar la bocca dalla bocca agognata, e l'adagi?? sul divano ampio.


[303]

XVII.

Fu una lieta primavera, quella del 1894 a Venezia. Una falange sterminata di stranieri cal?? da tutte le parti del mondo, le donne e gli uomini gi?? ebbri di delizie e di desiderio, con l'anima vibrante di quel romanticismo sensuale che Venezia, la torpida, ispira.

Nuove passioni e nuovi drammi pullularono tra quell'affoltata di gente, e la Piazza San Marco divenne in certe serate un prodigioso salotto pel quale s'aggiravano le eleganti di New-York e di Parigi, di Londra e di Vienna, di Berlino e di Pietroburgo, lasciando sui loro passi un solco di profumi esotici.

Esse vedevano Venezia con gli occhi della leggenda e della storia e la loro anima si trasformava, effondendosi e pervertendosi fra i tesori d'arte e il silenzio mortale della citt?? voluttuosa. La gondola, lenta e carezzevole, agile e muta, faceva loro sognare i sogni erotici e le rapide tragedie dei romanzi; la notte, o rischiarata dal raggio lunare sui rii e sui canali, o tenebrosa o velata, sembrava loro cos?? enimmatica e stravagante quale in nessun'altra citt?? del mondo.

Le pi?? belle donne avevano una falange d'ammiratori, quasi tutti veneziani, che ne aspettavano ogni anno il passaggio, non diversamente dal cacciatore che aspetta lo stormo della ghiotta[304] selvaggina. Esse s'imbevevano il giorno della luce e dei salsi umori di Lido, felici di quella piena vita animale che ingagliardisce il sangue e stende sulle carni una delicata patina di bronzo; la sera, tornavano alle consuete eleganze o nelle grandi sale dei grandi alberghi o in Piazza San Marco.

Si susurrava di passioni e di capricci, di gelosie e di tradimenti.

Il suicidio d'una giovane inglese, un duello tra due russi, avevano messo in tumulto la citt??; poi rapidamente le grandi feste offerte da un patrizio alla colonia straniera e uno straripare di lusso portentoso, una vera orgia di colori e di bellezze e di dovizie, avevan cancellato la memoria di quelle drammatiche vicende. E l'eco del tripudio non era spenta, ch?? la fuga d'una giovinetta con un uomo attempato aveva riaperto i fiumi dei discorsi scandalosi; poi una nuova festa, la colonia straniera che ringraziava il patrizio dell'ospitalit?? ricevuta, profondendo altri tesori, sfoggiando nuovo fasto, e l'arrivo del Re, e la caduta d'un ministero, e un accavallarsi di fatti piccoli e grandi, avevan dato materia alle chiacchiere e non avevano saziato la curiosit?? instancabile degli uomini.

La vita correva la sua corsa senza freno, superba, indifferente, inconsapevole, travolgendo ed esaltando, premiando e punendo; e il nome di questo o di quello roteava come un pal??o.

Un giorno sulla terrazza di Lido, un pugno di gentiluomini faceva corona ad alcune dame, la contessa Lombardi, la contessa Fausta di Montegalda,[305] la duchessa di Torrecusa. Erano gli uomini il conte Alvise Pri??li, il conte Mercatelli, parecchi giovani, tra i quali il conte Paolino Berlendi.

Paolino aveva enunziato anche in quei giorni che la donna americana si riconosce a occhio; aveva tenuto una scommessa, e aveva scambiato un'austriaca per un'americana. Se ne rideva ancora. Paolino imperturbabile aveva osservato che nelle vene dell'austriaca, per qualche dimenticato incrocio, doveva scorrere sangue americano; e conosciuta personalmente la giovane, se ne era innamorato. Anche questo episodio aveva fatto ridere; ma Paolino Berlendi, senza badare ai frizzi dei compagni, dava intanto una caccia accanita alla straniera e sperava impigliarla nelle sue reti.

??? Che cosa guardate? ??? gli domand?? Fausta d'un tratto.

La bellezza della contessa pareva scintillare sotto il sole; i capelli neri avevan riflessi azzurrini e gli occhi cilestri esprimevano una dolce ingenuit?? qualche poco in contrasto con l'anima sensuale ed egoista della donna.

??? Guardo tutte queste forestiere, ??? disse Paolino. ??? Non vi pare che giungano a Venezia gi?? ubbriache d'amore e di Ruskin?

??? Voi parlate del Ruskin come d'un liquore, ??? osserv?? la contessa Lombardi sorridendo.

??? ?? vero; ma io preferisco il cognac, ??? rispose Paolino. ??? Il fatto ?? che le straniere sono innamorate.

??? E di chi? ??? domand?? Fausta.[306]

??? Di me, contessa! ??? afferm?? Paolino trionfante.

Gli uomini risero.

??? Ma sai tu chi ?? il Ruskin? ??? domand?? il conte Pri??li.

??? No; non l'ho mai letto....

??? ?? naturale, ??? disse il Pri??li. ??? Tu devi darti all'agricoltura, e sappiamo che studi accanitamente per distinguere una patata da una barbabietola.

??? Un'austriaca da un'americana, ??? corresse Fausta di Montegalda.

Gi?? Paolino stava per rispondere, quando un silenzio improvviso si fece.

Era comparso sulla terrazza il conte Filippo Vagli, colui che per lunghi mesi la societ?? elegante capitanata da Fausta di Montegalda aveva chiamato ?? il povero Flopi ??.

Molti fili argentei intessuti ai capelli un giorno tutti neri, il cerchio grigiastro intorno agli occhi, le spalle un poco appesantite davano l'impressione che Filippo fosse invecchiato repentinamente. Egli era sempre ilare e sereno, ma chi l'avesse fissato con attenzione si sarebbe accorto che la tranquillit?? e l'allegria di cui dava prova eran dovute a un continuo sforzo, a una instancabile vigilanza sopra s?? medesimo.

Quando egli si credeva non osservato, la sua fisionomia mutava d'un tratto, quasicch?? la maschera gli fosse caduta, e allora si vedeva l'uomo ferito mortalmente da un'angoscia insanabile, torturato da qualche desiderio, malcontento di s?? e degli altri, disperato di poter mai pi?? trovare[307] un bene nella vita. Poi l'orgoglio lo riafferrava, si guardava intorno nel timore che qualcuno gli avesse letto dentro l'anima, e riprendeva la sua maschera di gaiezza e di contento.

Queste alternative, cos?? notevoli che si sarebbe detto che due caratteri albergassero nello stesso corpo, non erano sfuggite all'occhio degli amici; e specialmente tra i pi?? giovani, una simpatia silenziosa s'era formata per Filippo Vagli.

Colui che aveva sentito fare strazio del proprio nome da una folla avida di scandalo, aveva visto la stessa folla ammutolire innanzi a un dolore alto e sincero, a guisa del molosso che s'accovaccia ai piedi del padrone. Filippo avrebbe dato met?? del suo sangue per vivere ancora tra i sibili e i cachinni della maldicenza piuttosto che tra le nuove manifestazioni di rispetto, nelle quali egli sospettava una mal celata piet??. Ma tutto era finito, ogni cosa era miserabile, e mai come in quel tempo s'era sentito tanto lontano da ci?? che faceva, dall'esistenza frivola alla quale s'era dovuto acconciare, e che sembrava non lasciargli un'ora libera.

Egli gett?? un'occhiata al gruppo, e salut?? da lontano. Aveva visto tra gli uomini Paolino Berlendi, che con quel suo carattere scapato, sventato, impertinente e, nel fondo, generoso e sentimentale, gli rammentava un altro; Filippo si studiava di non mostrare a Paolino l'antipatia che quella somiglianza morale gli aveva ispirato.

Entr??, e volse a sinistra.

??? Va a fare la sua corte alla Fioresi, ??? disse Fausta, che lo seguiva con l'occhio.[308]

In fondo alla terrazza, a sinistra di chi entrava, Giselda Fioresi era seduta con la madre.

La fanciulla dalla chioma fulva indossava un abito leggero color turchino con le maniche di prezioso merletto. S'era fatta pi?? bella, il suo corpo s'era invigorito e sul volto le si diffondeva un'espressione che non aveva mai avuta, quell'espressione di riposo che ?? propria di chi giunge a una meta dopo lunga guerra.

Quando vide Filippo avvicinarsi, le sue labbra si schiusero a un placido sorriso.

??? Si sposano? ??? domand?? il Berlendi che guardava la scena.

??? Si sposano, ??? conferm?? Fausta con voce secca.

??? Flopi invecchia; ?? all'ultima tappa.

Dovevano sposarsi il mese appresso, e del matrimonio si parlava con incessante curiosit??. Due casate come quelle dei Fioresi e dei Vagli non avrebbero potuto non dare alla cerimonia tutta la solennit??, tutta la magnificenza che le convenivano, e le donnette gi?? parlavano del corredo di Giselda come d'una maraviglia mai vista.

??? Lo zio Roberto avr?? finalmente i ?? flopini ??! ??? osserv?? il conte Pri??li.

??? E Flopi i milioncini, ??? aggiunse il Berlendi.

??? Non lo fa per questo! ??? rispose freddamente il Pri??li. ??? Tu non lo conosci; Filippo si sposa per obbedire a sua madre.

??? La sola cosa poco aristocratica di questo matrimonio, ??? osserv?? Fausta, ??? ?? la gioia straripante di Giselda.[309]

E storse la bocca, quasi avesse visto qualche spettacolo repulsivo.

Le dame s'alzarono per avviarsi, ma in quel punto sopraggiunse Nino d'Este, che parve cercar qualcuno con gli occhi; ravvis?? la contessa Lombardi e le corse incontro.

??? Lei mi aveva chiesto notizie di Berto Candriani? ??? egli disse.

??? Oh bravo! Parliamo di Berto Candriani! ??? esclam?? Paolino. ??? ?? Il a jet?? son bonnet par dessus le moulin ??!

Alvise Pri??li gli diede una gomitata, perch?? abbassasse la voce.

??? Le porto le notizie, ??? continu?? Nino d'Este, ed estrasse dalla tasca un giornale romano che consegn?? a Paolino Berlendi.

??? Ti ringrazio di quest'atto di fiducia, ??? disse Paolino. ??? Poco fa, Pri??li sosteneva che io non so leggere.

??? Ma fate presto! ??? interruppe Fausta di Montegalda.

??? Ecco qua: ?? Un'automobile sfasciata ??....

??? Mio Dio! ??? esclam?? la contessa Lombardi.

??? ?? Un'automobile sfasciata ??, ??? seguit?? a leggere Paolino. ??? ?? Jeri, verso le quattro, l'automobile del conte Berto Candriani, notissimo patrizio veneziano ospite della nostra citt?? ??.... Come sa farsi la r??clame questo briccone!

??? Volete finirla? Vi tolgo il giornale! ??? minacci?? Fausta.

Paolino Berlendi si fece serio e lesse tutto di seguito:

??? ....?? percorrendo la Via Appia, presso la tomba[310] di Cecilia Metella, urt?? un baroccio da vino, e cadde sul fianco. Lo chauffeur rimase ferito. Il conte Candriani e la contessina Loredana De Carolis, sbalzati a parecchi metri di distanza si sollevarono incolumi ??.

??? Contessina! ??? esclam?? Fausta con un sorriso beffardo. ??? I giornali romani non sono bene informati.

??? ?? quel benedetto nome di Loredana che li trae in inganno! ??? osserv?? il conte Pri??li.

La comitiva si avvi??.

??? Io vorrei sapere che cosa andavano a fare sulla Via Appia! ??? disse a un tratto Paolino Berlendi.

??? Io sono contenta che Berto non si sia fatto male, ??? dichiar?? la contessa Lombardi. ??? Ma chi ci avrebbe detto che sarebbe scappato con quella ragazza?

??? ?? la fine di tutti gli uomini di spirito, ??? osserv?? Nino d'Este. ??? Anche Paolino un giorno sposer?? la sua balia.....

??? Voi avete torto, ??? ribatt?? Paolino. ??? Mi dicono che Loredana sia una ragazza bella e intelligente..... E io propongo una cosa: mandiamo il giornale a Filippo!...

??? Siete matto? ??? esclam?? la contessa Lombardi.

??? Non credete che gli far?? piacere d'apprendere che la sua amica si diverte e ruzzola a gambe in aria con Berto Candriani?

??? Suvvia, siete sconveniente! ??? disse Fausta, mordendosi le labbra per non ridere.

Ma Paolino Berlendi mand?? un grido.[311]

??? Guardate! ??? egli esclam??. ??? Guardate quella signora che ci viene incontro: ?? un'americana. Lo si vede a occhio; guardate come cammina, come sorride, come gestisce.... ?? un'americana....

Gli altri guardarono. La signora che si avvicinava, elegantissima, era alta e bionda; un giovanotto bruno l'accompagnava. Ma tutti diedero in una risata.

??? Caro mio, ??? disse poscia Alvise Pri??li. ??? Quella ?? una russa: la contessa Tatiana Semenow, di Pietroburgo!...

Paolino Berlendi accese una sigaretta.

??? E io me ne infischio! ??? egli concluse tra i denti.

Ma cinque minuti appresso nessuno pi?? pensava alla russa, a Filippo, a Loredana, a Berto, a Giselda.

La vita dominava inesorabile tra un profluvio di luce calda e dorata.

FINE.



Milano ??? Fratelli TREVES, Editori ??? Milano
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EDIZIONE ILLUSTRATA DI GRAN LUSSO
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La Divina Commedia
DI
Dante Alighieri
NELL'ARTE DEL CINQUECENTO

(Michelangelo, Raffaello, Zuccari, Vasari, ecc.)

A CURA DI CORRADO RICCI.

La magnifica opera forma un volume in-folio di XXXVI-320 pagine a due colonne, stampato in rosso e nero, con 288 DISEGNI intercalati nella magistrale introduzione di Corrado Ricci e nelle tre Cantiche. Le celebri tavole di Federico Zuccari e di Giovanni Stradano, ch'erano ancora per la massima parte inedite, e che formano il nucleo fondamentale delle illustrazioni di questa nuova edizione della Commedia, sono riprodotte in facsimile policromo su 67 GRANDI TAVOLE FUORI TESTO IN CARTA A MANO, e montate su passe-partout. La riproduzione fu fatta dalla nostra casa, col permesso del Ministero della pubblica istruzione, sul codice esistente nella Galleria degli Uffizi a Firenze, merc?? i processi fotomeccanici pi?? moderni e delicati. Per universale consenso l'opera dello Zuccari, come dimostra il Ricci nella sua prefazione, ?? la maggiore e pi?? interessante illustrazione che l'Italia abbia mai prodotto. Questi disegni abbiamo voluto separare dal testo adagiandoli sopra una carta dal fondo intonato alle carte del cinquecento di cui abbiam curato la speciale fabbricazione ???a mano??? contrassegnandola con la nostra sigla. Inoltre nel nostro volume si fa larga parte a tutto ci?? che la pittura, e in qualche modo la scoltura, hanno operato attingendo soggetti e ispirazioni alla Divina Commedia, dal terribile Caronte del Buonarroti, sino all'Inferno di Bernardino Poccetti inciso dal Callot nel 1612. Ogni copia ?? legata alla bodoniana, o chiusa in cartella, a scelta del committente, e costa

Cento Lire. ??? Legata in tela e oro, L. 110.
In pelle e oro o in pergamena e oro, L. 125.

(Formato del vol. cent. 43??32. Peso del vol. alla bodon. Kg. 5,500 circa).

Dirigere commissioni e vaglia ai Fratelli Treves, editori, Milano.

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  • Vittorio Bersezio.
  • La carit?? del prossimo 1 ???
  • Povera Giovanna! 1 ???
  • Il debito paterno 1 ???
  • Aristocrazia (2 volumi) 2 ???
  • P. Bett??li.
  • Il processo Duranti 1 ???
  • Giacomo Locampo 1 ???
  • Carmelita 1 ???
  • La nipote di don Gregorio 1 ???
  • Alberto Boccardi.
  • Cecilia Ferriani 3 50
  • Ebbrezza mortale! 1 ???
  • Il peccato di Loreta 1 ???
  • L'irredenta 1 ???
  • Camillo Boito.
  • Storielle vane 1 ???
  • Senso 1 ???
  • Virgilio Brocchi.
  • Le aquile 3 50
  • E. A. Butti.
  • L'Incantesimo 4 ???
  • L'Automa 1 ???
  • Antonio Caccianiga.
  • Il bacio della contessa Savina 1 ???
  • Villa Ortensia 1 ???
  • Il Roccolo di Sant'Alipio 1 ???
  • Sotto i ligustri 3 50
  • Il Convento 3 50
  • Il dolce far niente 1 ???
  • La famiglia Bonifazio 1 ???
  • Brava gente 1 ???
  • Luigi Capranica.
  • Donna Olimpia Pamfili 1 ???
  • La congiura di Brescia (2 volumi) 2 ???
  • Maschere sante 1 ???
  • Fra Paolo Sarpi (2 vol.) 2 ???
  • Papa Sisto (4 volumi) 4 ???
  • Racconti 2 ???
  • Contessa di Melzo (2 vol.) 2 ???
  • Re Manfredi (3 vol.) 3 ???
  • Maria Dolores 1 ???
  • Le donne di Nerone 3 50
  • Luigi Capuana.
  • Homo 1 ???
  • Marchese di Roccaverdina 4 ???
  • Rassegnazione 3 50
  • Passa l'amore 3 50
  • Castelli.
  • Ultime rose d'autunno 1 ???
  • Enrico Castelnuovo.
  • Nella lotta 3 50
  • La contessina 3 ???
  • Dal 1.?? piano alla soffitta 4 50
  • Lauretta 3 50
  • Due convinzioni 4 ???
  • Filippo Bussini juniore 4 ???
  • Alla finestra 3 50
  • Sorrisi e lagrime 3 50
  • L'onor. Paolo Leonforte 1 ???
  • Natalia ed altri racconti 1 ???
  • P.P.C. Ultime novelle 3 50
  • Domenico Ci??mpoli.
  • Diana 4 ???
  • Il barone di San Giorgio 1 ???
  • Luigia Cod??mo.
  • La rivoluzione in casa 2 ???
  • Cordelia.
  • Il regno della donna 2 ???
  • Dopo le nozze 3 ???
  • Prime battaglie 2 ???
  • Vita intima 1 ???
  • Racconti di Natale 3 50
  • Casa altrui 1 ???
  • Alla ventura 4 ???
  • Catene 1 ???
  • Per la gloria 3 50
  • Forza irresistibile 3 50
  • Il mio delitto 1 ???
  • Per vendetta 1 ???
  • L'incomprensibile 1 ???
  • Verso il mistero 3 50
  • Filippo Crispolti.
  • Un duello 1 ???
  • Gabriele D'Annunzio.
  • Il Piacere 5 ???
  • L'innocente 4 ???
  • Trionfo della Morte 5 ???
  • Le Vergini delle Rocce 5 ???
  • Il Fuoco 5 ???
  • Le novelle della Pescara 4 ???
  • Prose scelte 4 ???
  • Ippolito Tito D'Aste.
  • Ermanzia 1 ???
  • Mercede 1 ???
  • Edmondo De Amicis.
  • La vita militare 4 ???
  • Alle porte d'Italia 3 50
  • Il romanzo d'un maestro (2 volumi) 2 ???
  • Fra scuola a casa 4 ???
  • La carrozza di tutti 4 ???
  • Memorie 3 50
  • Capo d'anno 3 50
  • Nel Regno del Cervino 3 50
  • Pagine allegre 4 ???
  • Nel Regno dell'Amore 5 ???
  • Grazia Deledda.
  • I giuochi della Vita 3 50
  • Gian Della Quercia.
  • Il Risveglio 1 ???
  • Sul meriggio 4 ???
  • Federico De Roberto.
  • L'illusione 1 ???
  • Una pagina della storia dell'Amore 1 ???
  • F. Di Giorgi.
  • La prima donna 1 ???
  • Cesare Donati.
  • Flora Marzia 2 ???
  • Paulo Fambri.
  • Pazzi mezzi e serio fine 2 ???
  • Onorato Fava.
  • La discesa di Annibale 1 ???
  • Gemma Ferruggia.
  • Fascino 1 ???
  • Ugo Fleres.
  • L'anello 1 ???
  • Gavotti.
  • Nora 3 ???
  • Viaggio di un distratto 2 ???
  • Piero Giacosa.
  • Specchi dell'enigma 3 50
  • Arturo Graf.
  • Il Riscatto 1 ???
  • O. Grandi.
  • Macchiette e novelle 1 ???
  • Destino 1 ???
  • Silvano 1 ???
  • La Nube 1 ???
  • Luigi Gualdo.
  • Decadenza 1 ???
  • Matrimonio eccentrico 1 ???
  • F. D. Guerrazzi.
  • L'assedio di Firenze (2 volumi) 2 ???
  • Il destino 2 ???
  • Battaglia di Benevento. Veronica Cybo (2 vol.) 2 ???
  • Jarro.
  • L'assassinio nel vicolo della Luna 1 ???
  • Il processo Bartelloni 1 ???
  • I ladri di cadaveri 1 ???
  • La figlia dell'aria 1 ???
  • Apparenze (2 volumi) 2 ???
  • La polizia del diavolo 1 ???
  • L'Istrione 1 ???
  • La vita capricciosa 1 ???
  • La duchessa di Nala 1 ???
  • La principessa 1 ???
  • Paolo Lioy.
  • Chi dura vince 3 ???
  • Manetty.
  • Il tradimento del Capitano (2 volumi) 2 ???
  • G. Marcotti.
  • Il conte Lucio 1 ???
  • Mercedes.
  • Marcello d'Agliano 1 ???
  • Neera.
  • Crevalcore 4 ???
  • Ippolito Nievo.
  • Le confessioni di un ottuagenario (3 volumi) 3 ???
  • A. S. Novaro.
  • L'Angelo risvegliato 3 ???
  • Enrico Panzacchi.
  • I miei racconti 3 ???
  • Antonio Palmieri.
  • Novelle Maremmane 3 50
  • Alfredo Panzini.
  • La lanterna di Diogene 3 50
  • Piccole storie del Mondo grande 1 ???
  • Emma Perodi.
  • Suor Ludovica 1 ???
  • Caino e Abele 1 ???
  • Petruccelli della Gattina.
  • Memorie di Giuda 2 ???
  • Le notti degli emigrati a Londra 1 ???
  • Il sorbetto della regina 1 ???
  • Il re prega 1 ???
  • Luigi Pirandello.
  • Erma bifronte 3 50
  • Esclusa 3 50
  • Carlo Placci.
  • Mondo mondano 1 ???
  • Marco Praga.
  • La Biondina 1 ???
  • Mario Pratesi.
  • Le perfidie del caso 1 ???
  • Corrado Ricci.
  • Un'illustre avventuriera 3 50
  • Rin??scita 3 50
  • Egisto Roggero.
  • Le ombre del passato 1 ???
  • Gerolamo Rovetta.
  • Sott'acqua 3 50
  • Tiranni minimi 1 ???
  • I Barbar?? o Le lagrime del prossimo (2 volumi) 5 ???
  • Il primo amante 3 50
  • Il processo Monteg?? 1 ???
  • Novelle 1 ???
  • Ferdinando Russo.
  • Memorie di un ladro 1 ???
  • Il destino del Re 1 ???
  • Roberto Sacchetti.
  • Candaule 3 ???
  • Entusiasmi (2 volumi) 2 ???
  • Sara.
  • I peccati degli avi 1 50
  • G. A. Sartorio.
  • Rom?? Carrus Navalis 1 ???
  • Isabella Scopoli-Biasi.
  • L'erede dei Villamari 1 ???
  • Matilde Serao.
  • All'erta, Sentinella! 4 ???
  • Suor Giovanna della Croce 4 ???
  • La Ballerina 3 50
  • Serra-Greci.
  • Adalgisa 1 ???
  • La fidanzata di Palermo 1 ???
  • Sfinge.
  • Dopo la vittoria 1 ???
  • I. Trebla.
  • Volontario d'un anno. ??? Sottotenente
    di complemento 3 ???
  • L. A. Vassallo.
  • La signora Cagliostro 1 ???
  • Guerra in tempo di bagni 1 ???
  • Giorgio Velieri.
  • Elegie mondane 3 50
  • Giovanni Verga.
  • Eva 2 ???
  • Novelle 2 50
  • Cavalleria rusticana 3 ???
  • Per le vie 1 ???
  • Il marito di Elena 1 ???
  • Eros 1 ???
  • Tigre reale 1 ???
  • Mastro-don Gesualdo 3 50
  • Ricordi del capit. d'Arce 1 ???
  • I Malavoglia 3 50
  • Don Candeloro e C. 1 ???
  • Vagabondaggio 3 50
  • Dal mio al tuo 3 50
  • G. Visconti-Venosta.
  • Il curato d'Orobio 4 ???
  • Nuovi racconti 3 50
  • Zena Remigio.
  • La bocca del lupo 1 ???
  • L'apostolo 3 50
  • Z??ccoli.
  • La Compagnia della Leggera 3 50

Dirigere commissioni e vaglia ai Fratelli Treves, editori, Milano

 
 
 

?? uscito il 13.?? migliaio
___________________

La Nave

Tragedia in un prologo e tre episodi



DI

Gabriele d'Annunzio

CON FREGI DI


DUILIO CAMBELLOTTI


In-8, in carta di lusso: CINQUE LIRE.

Dirigere commissioni e vaglia ai Fratelli Treves, editori, Milano


EDIZIONE ILLUSTRATA

dell'ultima e interessantissima opera di

Edmondo De Amicis

NEL REGNO

DELL'AMORE


Quest'opera che appena uscita pochi mesi fa suscit?? l'entusiasmo del pubblico giungendo subito a nove edizioni e in pari tempo ottenne le lodi pi?? ampie della critica, si compone di novelle e di bozzetti drammatici e comici. Nessun'opera meglio di questa si prestava all'illustrazione.

Abbiamo intrapresa la pubblicazione di una splendida edizione illustrata da

G. Amato, R. Salvadori, R. Pellegrini.

Sar?? completa in 6 o 7 fascicoli o meglio volumetti. Ogni volumetto, con coperta colorata, pu?? stare a s??.


Prezzo di ogni volumetto di oltre 100 pagine in-8

UNA LIRA.

Sono usciti i primi quattro volumetti:

  I.L'ORA DIVINA FIORE DEL PASSATO ??? IL NUMERO 28 ??? LA QUERCIA E IL FIORE.
 II.UN COLPO DI FULMINE ???NICHTS??? ??? LETTORE TRADITORE.
III.SULLA SCALA DEL CIELO CASA CIRIMIRI.
IV.IL SUPPLIZIO DEL GELOSO OCHINA ??? IL CAPPOTTO CLANDESTINO.

Dirigere commissioni e vaglia ai Fratelli Treves, editori, Milano.

PREZZO DEL PRESENTE VOLUME: Lire 3,50.

NUOVI ROMANZI E NOVELLE

(Edizioni Treves)

Albertazzi.In faccia al destino 3 50
Angeli.L'orda d'oro 3 50
Barrili.Tra cielo e terra 3 50
Beltramelli.Il Cantico 3 50
Benco.Il Castello dei desideri 3 50
Brocchi.Le Aquile 3 50
Capuana.Rassegnazione
Passa l'Amore
3 50
3 50
Castelnuovo.P. P. C. Ultime novelle 3 50
De Amicis.Nel Regno dell'Amore 5 ???
Giacosa (Piero).Specchi dell'Enigma 3 50
Hayd??e.Racconti di Natale 4 ???
Melegari (Dora).Artefici di Pene e Artefici di Gioie3 50
Neera.Crevalcore 4 ???
Palmieri.Novelle Maremmane 3 50
Panzini.La Lanterna di Diogene 3 50
Pirandello.Erma bifronte
L'Esclusa
3 50
3 50
Placci.In automobile 4 ???
Praga.La biondina 1 ???
Russo.Memorie d'un ladro
Il destino del Re
1 ???
1 ???
Verga.Dal tuo al mio 3 50
Z??ccoli.La Compagnia della Leggera 3 50

DI PROSSIMA PUBBLICAZIONE

I MoncalvodiEnrico Castelnuovo.
Centocelle ??? Diego Angeli.
Eldorado ??? Guglielmo Anastasi.

Dirigere commissioni e vaglia ai Fratelli Treves, editori, Milano.

Nota del Trascrittore

L'ortografia e la punteggiatura originali sono state mantenute, correggendo senza annotazione minimi errori tipografici. Sono stati inoltre corretti i seguenti refusi (tra parentesi il testo originale):

  • Pag. 74 ??? accorse [accorsa] tutta maravigliata
  • Pag. 130 ??? Cos??, ti preparavi [prepararvi] a sposarmi?
  • Pag. 135 ??? e allora, comprendendo [comprenprendendo]
  • Pag. 300 ??? Partiremo subito [subuto].

Grafie alternative mantenute:

  • figurati / fig??rati
  • mormorio / mormor??o
  • seguito / s??guito
  • orecchia / orecchio





























End of the Project Gutenberg EBook of L'amore di Loredana, by Luciano Z??ccoli









*** END OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK L'AMORE DI LOREDANA ***









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status with the IRS.









The Foundation is committed to complying with the laws regulating




charities and charitable donations in all 50 states of the United




States.  Compliance requirements are not uniform and it takes a




considerable effort, much paperwork and many fees to meet and keep up




with these requirements.  We do not solicit donations in locations




where we have not received written confirmation of compliance.  To




SEND DONATIONS or determine the status of compliance for any




particular state visit http://pglaf.org









While we cannot and do not solicit contributions from states where we




have not met the solicitation requirements, we know of no prohibition




against accepting unsolicited donations from donors in such states who




approach us with offers to donate.









International donations are gratefully accepted, but we cannot make




any statements concerning tax treatment of donations received from




outside the United States.  U.S. laws alone swamp our small staff.









Please check the Project Gutenberg Web pages for current donation




methods and addresses.  Donations are accepted in a number of other




ways including including checks, online payments and credit card




donations.  To donate, please visit: http://pglaf.org/donate














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works.









Professor Michael S. Hart is the originator of the Project Gutenberg-tm




concept of a library of electronic works that could be freely shared




with anyone.  For thirty years, he produced and distributed Project




Gutenberg-tm eBooks with only a loose network of volunteer support.














Project Gutenberg-tm eBooks are often created from several printed




editions, all of which are confirmed as Public Domain in the U.S.




unless a copyright notice is included.  Thus, we do not necessarily




keep eBooks in compliance with any particular paper edition.














Most people start at our Web site which has the main PG search facility:









     http://www.gutenberg.net









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