Ebooks, Audobooks and Classical Music from Liber Liber
a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z




Amazon - Website


Audiobooks by Valerio Di Stefano: Single Download - Complete Download [TAR] [WIM] [ZIP] [RAR] - Alphabetical Download  [TAR] [WIM] [ZIP] [RAR] - Download Instructions

Audiobooks by Valerio Di Stefano: Single Download - Complete Download [TAR] [WIM] [ZIP] [RAR] - Alphabetical Download  [TAR] [WIM] [ZIP] [RAR] - Download Instructions

CLASSICISTRANIERI HOME PAGE - YOUTUBE CHANNEL
SITEMAP
Make a donation: IBAN: IT36M0708677020000000008016 - BIC/SWIFT:  ICRAITRRU60 - VALERIO DI STEFANO or
Privacy Policy Cookie Policy Terms and Conditions

Web Analytics Made Easy - Statcounter

The Project Gutenberg eBook of Paolo Pelliccioni, Volume II (of 2), by Francesco Domenico Guerrazzi /head>

Questo sito usa dei cookie per migliorare la vostra esperienza di navigazione. Continuando la navigazione accettate l'uso dei cookie (Altre informazioni)

Donazioni

Home Page  - Autori - Audioletture a cura di Valerio Di Stefano - Concordanze - DVD-ROM
 Aree linguistiche: Italiano - English - French - Deutsch - Spanish - Portuguese
 Miscellanea: Appunti di informatica libera - Punch, or the London Charivari - Holy Bible
Linux Guides - GNUtemberg  - Liber Liber - Wikipedia for Schools - Biblioth??que Lisieux - OldSoftware

 

The Project Gutenberg eBook, Paolo Pelliccioni, Volume II (of 2), by Francesco Domenico Guerrazzi

This eBook is for the use of anyone anywhere at no cost and with almost no restrictions whatsoever. You may copy it, give it away or re-use it under the terms of the Project Gutenberg License included with this eBook or online at www.gutenberg.org

Title: Paolo Pelliccioni, Volume II (of 2)

Author: Francesco Domenico Guerrazzi

Release Date: April 11, 2013 [eBook #42503]

Language: Italian

Character set encoding: UTF-8

***START OF THE PROJECT GUTENBERG EBOOK PAOLO PELLICCIONI, VOLUME II (OF 2)***

 

E-text prepared by Carlo Traverso, Claudio Paganelli, Barbara Magni,
and the Online Distributed Proofreading Team
(http://www.pgdp.net)
from page images generously made available by
Internet Archive
(http://archive.org)

 

Note: Images of the original pages are available through Internet Archive. See https://archive.org/details/paolopelliccioni00gueruoft
(beginning 4 pages after page 349 of Volume I)

Project Gutenberg has the other volume of this work.
Volume I: see http://www.gutenberg.org/files/42502/42502-h/42502-h.htm

 


 

Copertina

PAOLO PELLICCIONI

RACCONTO STORICO

DI

F. D. GUERRAZZI.

VOLUME SECONDO.

MILANO,

CASA EDITRICE ITALIANA DI M. GUIGONI.

Corso di Porta Nuova, N. 5.

1864.


Dritti di traduzione e riproduzione riservati.

NB. Tutte le copie non munite della firma dell'editore verranno considerate come contraffatte.

Tip. Guigoni.


[5]

PAOLO PELLICCIONI.


CAPITOLO X.
Il re Guercino.

Paolo non si poteva volgere, e rivolgere fra tante rose, senza che da qualche pruno rimanesse punto; e sopratutto gli accese dentro (dove non so) un cotal senso di bruciore certa singolarissima fanciulla. Forse contribu?? a mettergliela in grazia l'aspetto non pure diverso, ma contrario a quello di Violante: imperciocch?? l'occhio nostro vagheggi alternare dal bianco al nero, donde avviene, che lo spirito tenendogli dietro si offra come lavorato a scacchi; e dacch?? la Violante ornavano le chiome nere, ora piacquero a Paolo i capelli [6] biondi di Tuda; pallida quella, questa candidissima e tinta in lieve vermiglio come pesca colorata appena dal sole; la spagnuola grave, la italiana leggera; l'una teneva gli occhi velati sotto le lunghe palpebre, l'altra dagli occhi tagliati a mandorla, e posti cos?? in linea obliqua a mo' delle caprette, avventava facelle, anzi ad ora ad ora stringeva i nepitelli quasi per raccogliere quanto pi?? potesse la virt?? del fuoco, che di un tratto sbalestrava in giro su quanti le facevano intorno corona. Io non dir??, che passeggiando su pei prati ella non avrebbe curvato neanco i fiori, no certo, imperciocch?? io creda che non piegato, ma tronco ella avrebbe i fiori e le piante se mai avveniva che ci caminasse sopra, pure moveva quei suoi brevi piedi presto presto, sicch?? sembrava li tenesse sempre fermi, e i lembi delle vesti senza requie ventilati dietro scoppiettavano proprio nel modo, che i poeti antichi finsero dell'Iride quando si affrettava pei cieli a portare il messaggio degli Dei. ??? Ma della cara creatura divino sopra modo il sorriso; io dir?? troppo e male, ma [7] dai suoi labbri scappava fuora un perpetuo nembo di amorini, come dai fiori prorompe l'effluvio odoroso. ??? Farfalla tra le rose, e i giovani intorno a gara smanianti di agguantarla; ella poi, arte fosse o natura, nel fuggire non batteva lontano le ale, che cos?? avrebbe tolto la speranza, bens?? con vago errore, come appunto costuma la farfalla, da un cespo volava sopra un altro cespo, e l?? posata pareva sfidasse i suoi persecutori.

Pi?? veemente degli altri Paolo non le dava posa, e lui, come accade, pi?? che gli altri fuggiva; forse era istinto; fatto sta, che quantunque gli oggetti e le sensazioni, cos?? copiosamente mutabili, s'incalzassero nell'animo di lei, da parere pi?? che altro un perpetuo caleidoscopio, ??? quantunque tutto passasse per la sua mente serena come sommolo di brezza mattutina sul lago, che non turba, ma increspa le acque tanto, che brillantate dal sole, pare che esse rabbrividiscano di piacere, ella nondimanco ogni cosa avvertiva, di tutto pigliava nota, e al bisogno l'agile memoria glielo riponeva davanti lo spirito.

[8] E pi?? che degli altri ella si talentava farne strazio co' bottoni senza occhielli; un d?? che ei le comparve dinanzi pi?? azzimato del consueto con le calze di raso bianco squartate di velluto nero, e mantelletto pur nero foderato di seta bianca, ella ridendo gli disse, che le pareva il babbo del Miserere; il giorno dopo ei si vest?? di velluto e seta colore di fuoco, n?? gli tocc?? miglior ventura, perch?? ella pronta lo proverbiava cos??: Cavaliere, voi mi parete l'emblema di Francesco I re di Francia, che faceva la Salamandra tra le fiamme col motto: ??? ella arde sempre, e non abbrucia mai. ??? L'uomo aitante che regge il feroce cavallo ha virt?? da conquidere il cuore delle fanciulle, e n?? anco questo valse a Paolo, per?? che Tuda consideratolo un pezzo mentre maneggiava un bucefalo romano[1] ruppe in questa puntura: ??? non vi par nato proprio re dei butteri? ??? Quando abbigliato da capitano le si mostr?? improvviso per armi, e per oro smagliante, ella ridendo come pazza lo prese pel braccio, e: ??? oh! bene, oh! stupendo, ella esclam??, se mai un d?? mi sortiranno [9] i cieli all'onore di esservi moglie, noi gireremo il mondo per farci vedere, e voi sarete il capitan Cardone, io Isabella: ??? se lo sapeste potremmo provare il famoso duetto:

??De quien son estas tetiglias?

??Del capitan Cardon:

??Y la vida, y el corazon?

??Del capitan Cardon[2].

Qui sebbene io non mi vanti come Zaccaria Verner per grand ma??tre d'amour, tuttavolta mi permetto ammonire le donzelle, che quando si sono tolte ad uccellare per siffatta guisa un uomo, guardinsi bene di lasciarsi prendere, perch?? alla meno trista l'amante proveranno cacciatore, che quello che piglia, o pela o spella, e poi mette ad arrostire dentro lo spiedo.

Se fosse amore la passione, che spingeva Paolo verso Tuda, per me non saprei, [10] che chimico non fui mai, e non so se possa scomporsi amore: solo assicuro che questi dispetti arrovellandolo, vie pi?? lo intabaccavano, come il poco vento accende, mentre il troppo spenge la fiamma. ??? A questo amore della specie dei rabbiosi si aggiungeva la cupidit?? (per ordinario mi affermano che fanno ottima lega insieme), per?? che non pochi lasciti degl'illustri antenati per causa di maritare donzelle venissero a riunirsi in lei figliuola unica: onde con la ricchezza stabile, la quale merc?? i suoi frutti mantiene la comodit?? e lo splendore delle famiglie, Paolo sperava gli si aprisse una via, in fondo alla quale non gli si mostrassero pi?? corda, tanaglie e ruota; ingrata vista per tutti, anco pel Pelliccioni: di vero, il Cartouche diceva essere un brutto quarto d'ora quello che passava tra carnefice e condannato, e vado sicuro che tutti quelli che ebbero a provarlo non mi smentiranno.

Paolo non era presuntuoso per modo da non comprendere, che il primo ostacolo nello adempimento dei suoi disegni gli veniva da Tuda; ma poi l'era abbastanza [11] da farsi sicuro di superarlo; e il suo specchio gli dava sempre ragione: n?? in fin di conto la repugnanza della fanciulla poteva mettere in apprensione a cotesti tempi, che nelle famiglie ordinate col santo timore di Dio si usava dire: o saltare quella finestra o mangiare quella minestra; ovvero: maritarsi con cotesto uomo, o seppellirsi in convento: maggior pensiero davano i parenti della nobilissima casa Savelli, i quali si sarieno lasciati mettere in quattro pezzi, anzich?? accettare per congiunto un uomo per lignaggio da meno di loro; e peggio poi, che non fosse al caso di sovvenirli di danaro, perch?? tutti spiantati, ch'era un des??o. Del padre di Tuda non si poteva far capitale alcuno perch?? prodigo, e sebbene vecchio, nabissato negli amori volgari, e nei debiti: quanto al gioco, pareva binato con lui, per?? n?? rispettabile n?? rispettato; bene ostentava sopra la propria famiglia assoluta padronanza, e a sentirlo dire, i vecchi romani che avevano diritto di vendere i figliuoli sanguinolenti, e lo adoperavano, dirimpetto a lui non ci erano per nulla: perpetui gli ricorrevano sopra [12] la bocca i vanti: ??? il padrone sono io; e se non era io che ci metteva le mani non se ne sarebbe venuti mai a capo, e quando parlo io tutti hanno a chinare il capo, tutti, e abbiatelo per inteso. La sua consorte donna Clelia da prima gli dava su la voce, poi le bast?? guardarlo aggrondata perch?? ei si cacciasse la coda fra le gambe: ora non lo guardava n?? manco, facendo dei suoi detti il conto medesimo del cigol??o del vento che entrava pel buco della chiave nella stanza. Come se il caso ci si fosse messo a posta, su questo marchese Savello avevano balestrato il nome di Silla: e' par destino che quanto un d?? fece piangere deva pi?? tardi far ridere, per poi ricominciare il giro.

Donna Clelia universalmente celebravano arca di virt??: per me avrei voluto ammogliarmi piuttosto con la tramontana, che con lei, ma in vero ella era un impasto di buone e di ree qualit??, con questa ragione, che le ree invecchiando diventarono pessime, e le buone si erano infortite. Amava la famiglia con tutti i nervi, ma pi?? per superbia, che per altro, sopportando [13] con acerbo animo la presente decadenza, e disposta a fare di ogni erba fascio per restaurarla nello antico splendore; aveva tentato prima la via del risparmio per rimetterla in fiore, e tale sperando, e via via assottigliando si era ridotta agli ultimi termini della miseria; accortasi poi, che mentr'ella badava al fuscello, il consorte Silla faceva fal?? del pagliaio, e che per avarizia veniva ad invilirsi la clarissima casa, mise tutto il suo cuore in certe liti, che agitava da dieci anni, e nel procurare nozze splendide ai figliuoli; il suo naturale rissoso crebbe d'ira, e con la usanza continua dei forensi impar?? in certo modo a regolare la contesa, e mettere ordine alla tenzone: dopo la superbia, la cupidit??, e la smania di contrastare veniva la divozione; ma se meriti questo nome il credere alle streghe, ai folletti, e non in Dio, anzi non sapere che si fosse, non rammentarlo n?? manco, giudicatelo voi. Temeva il Papa, come si teme il diavolo, perch?? ha potenza di fare il male; e si asteneva di rammentare ambedue proprio per sospetto gli comparissero [14] davanti: presuntuosa, che Dio ve lo dica per me, sapeva ogni cosa, in tutto metteva il becco, era avvocata, medica, teologa, fattora in campagna, negoziatrice in citt??, nella conoscenza dell'arte araldica un portento; parlava copioso, e male, talora anco bene, eloquenza da legna verdi, dopo molto fumo un po' di fiamma: della sua curiosit?? non parlo, perch?? la madre Eva trovando a possederne un grossissimo patrimonio, come donna imparziale, e perch?? maggioraschi non costumavano allora, la lasci?? pro indiviso a tutte le sue figliuole. Ma come ella ha da parlare, cos?? si paleser?? da s??, senza ch'io perda il fiato a sostenere la parte di Cicerone delle figure di cera; per?? non posso tacere che la povera donna aveva un gran martello nel cuore dubitando di potere riuscire mai a calafatare la barca sdruscita della casa Savella, imperciocch?? il marito cercava il male per medicina. Tuda certo era provveduta d'avanzo, ma quando le ragazze non portano un gancio nella destra, e un tizzo acceso nella mancina (il che significa che dalla casa onde escono per andare a marito [15] esse razzolano quanto possono, e nella casa ov'entrano appiccano fuoco), il gancio nella diritta tengono sempre; e poi le sue nozze magnifiche, se pure le toccavano, non riuscivano di profitto alla casa; anzi all'opposto, scemandola dei legati dotali, le toglievano il credito, che sempre accompagna le famiglie in possesso di grandi sustanze, sia che le abbiano a rendere, ovvero a serbare. Circa a Marcantonio, anch'egli unico maschio, e colonna su cui si appoggiava tutta speranza e il gran nome Savelli, ci voleva un supremo sforzo di amore materno per isperare di cavarne costrutto; inane e sciapito come una zucca romana; egli era proprio nato sotto lo influsso della stella, che il Salvatore Rosa chiama asinina[3] e pare che a quei tempi remoti (e le male lingue perfidiano anco ai presenti) presiedesse alle nascite dei patrizi: checch?? di ci?? sia, se l'amore materno non le avesse posto un cuscino su gli occhi, donna Clelia [16] con ben altra ragione che il Saccenti, avrebbe potuto volgere al suo gentile portato i versi famosi:

??O figlio grande e grosso, e bue davvero,

??Che quindici anni fa ti misi al mondo.

Queste le pedine con le quali a Paolo toccava giocare la sua partita, e non erano belle; n?? alcun se ne persuase meglio di lui; per?? si pose tosto l'animo in quiete, fermo in questo, che in casa Savelli, se non vi si entrava per via del Vaticano, altro verso non ci era; ma la chiamata del Papa si faceva attendere tanto ch'ei gi?? si dava al disperato; che il Cardinale lo avesse posto nel dimenticatoio non si poteva supporre, imperciocch?? egli si studiasse ogni d?? comparirgli davanti e salutarlo, e l'altro gli sorridesse cortese come uomo che veda persona grata; che se egli si asteneva di rammentargli il fatto suo, ci?? operava, non perch?? si peritasse, bens?? un poco per superbia, ed un poco per non iscapitare di reputazione. All'ultimo venne lo staffiere, gli rec?? il foglio, lo aperse palpitante, e quando lesse, che il [17] d?? successivo il cardinale Alessandro lo avrebbe presentato al Papa, stette per rompere in pazzie, come saltare al palco, abbracciare lo staffiere, baciarlo, empirgli le tasche di monete, ed altre cotali, e pure (tanto esercitava impero sopra di s??) si contenne, e donato da gentiluomo lo staffiere, con molto sussiego lo accommiat??.


Dall'ultima volta che lo vedemmo, si direbbe, che non si fosse mutato; sempre ei tenevasi n?? seduto, n?? ritto alla estrema sponda del tavolino, con le braccia aperte e le mani ferme sopra lo spigolo di quello, con ambo i piedi tesi e puntati sul pavimento, il capo sempre chino, gli occhi sempre chiusi, senonch?? il colore della carne appariva pi?? acceso, n?? per quanto sforzo ci adoperasse giungeva a padroneggiare il turbamento che lo agitava. Paolo pertanto, introdotto alla presenza del Papa, appena entrato pieg?? il ginocchio a terra, n?? Sisto lo avvertiva; giunto al mezzo della sala da capo inchinavasi senza che se ne addasse il Pontefice; all'ultimo, [18] prosternatosi ai piedi, e curvo gi?? con la faccia al pavimento, glieli baci??!....

Gli baci?? i piedi! Cos?? costumava, e costumasi anco adesso nella Corte di Roma; dicono ponesse questo uso Adriano I; che lev?? dai tempi e dalle regioni dove il governo si definisce cos??: un solo, che squarta e scoia, e gli altri che si lasciano scoiare e squartare; di su superbia pi?? che da demonii, di gi?? bassezza superiore a quella dei lumbrichi. ??? I Papi potranno a ragione chiamarsi rappresentanti dei Faraoni di Egitto, dei Cosroe di Persia, dei tiranni insomma di Babilonia, o di Ninive, di Cristo non gi??. Se Cristo tornasse al mondo starebbe lontano da Roma per tema lo crocifiggessero una seconda volta; difatti la prima, in croce ce lo inchiodarono i preti.

Nel sentirsi baciare i piedi Sisto si riscosse e aperti gli occhi accenn?? a Paolo si levasse; mentr'ei si raddrizzava, gli sguardi di costoro incontraronsi acerbi ed ostili; n?? veruno pareva dal suo canto volesse essere primo ad abbassarli; ma Paolo considerando avere fatto prova di [19] coraggio sufficiente, n?? tornargli conto sfidare il Papa mentre andava a sollecitare grazia da lui, gli declin??, e Sisto si compiacque aver vinto; se Paolo avesse tenuto sempre gli occhi dimessi ei non ci avrebbe avvertito, e se avvertito, reputato Paolo pusillanime e dappoco; ora per?? gli pareva averlo superato nella lotta degli occhi, nella quale talora si fa prova di maggiore prestanza, che non in quella delle braccia; n?? s'ingann??; l'errore cadde in questo altro, ch'egli cred?? Paolo lo facesse per tema, ed invece lo mosse subdolo ingegno.

??? Dunque, con voce aspra, e che pure s'ingegnava rendere blanda, siete voi quel desso, che si vanta sterminare dai nostri Stati i banditi?

??? Beatissimo Padre, io non ho detto questo, bens?? questo altro, i banditi essere una sozza e rea piaga d'Italia, impresa degna al pari di ogni altra attendere con ogni sforzo a guarirla; il cittadino da bene dovere porre in ci?? opera, e consiglio; gloriosissimo vincere la prova, e non manco glorioso perderci la vita....

[20] ??? San Grisostomo Boccadoro non potria favellare di meglio. Adesso esponeteci bene e succinto che volete da noi? Volete essere capitano dei Micheletti? Volete che vi sieno sottoposti i bargelli di campagna e di citt???

??? Santit??, sono cavaliere romano.

??? Ma il buon cittadino non deve porre in opera ogni suo consiglio, e ogni sforzo per sterminare questa razza di vipere? Voi lo diceste pur dianzi....

??? Ogni consiglio e ogni opera degna di cavaliere romano.

??? Ch'?? questo? Non basta, non ha da bastare l'onore di servire lo Stato? Non parvi a bastanza nobile il grado? Noi che possiamo tutto, non potremo per avventura nobilitarlo?

??? Santit??, sono cavaliere romano.?????

Sisto, dubitando che coteste parole contenessero una puntura allo antico suo stato, aggrond?? le sopracciglia in molto orribile maniera, e gli occhi suoi mandarono faville, ma Paolo che le aveva dette senza maligna intenzione non si accorse del turbine, onde il Papa fatta la prova e la riprova [21] del granchio preso, cesse il sospetto, ripigliando con accento benevolo:

??? O sentiamo un po' di che vorreste voi essere creato capitano?

??? Dei cavalleggeri.

??? Ma di questi non ?? proprio ufficio perseguitare banditi.

??? E loro si conferisce.

??? Ma adesso lo tiene il signor Paolo Ghisliero nipote di Papa Pio V....

??? E gli si leva.

??? Voi siete spiccio, voi.

??? Furono tardi Cesare ed Alessandro.

??? Noi siamo ministri di un Dio di pace, e il paragone con questi eroi del paganesimo non corre.

??? E non pertanto costretti alla guerra per la difesa del proprio patrimonio, e chi aspetta la guerra spesso la fa male, e sempre alla sprovvista. Chi assalisce in tempo, ho inteso dire, da cui se ne intende, che alla pi?? trista la impatta; e poi le arti della pace hanno forse men pregio di quelle della guerra? E vostra Santit?? emul?? la magnificenza antica con le cuntazioni di Fabio, o con gli ardori di Marcello? Vorrei [22] sapere un po' se Sisto regna da un secolo sopra la cattedra di San Pietro??????

O lode! chiunque sort?? dalla natura orecchie, forza ?? che ti ceda; se il porfido sentisse, io penso che non si sarebbe perduta l'arte di lavorarlo; n?? per mia opinione importa lo intelletto, o poco, dacch?? anco gli enti che da noi si appellano irragionevoli si lascino pigliare dai suoni geniali: le stesse balene si sentono commovere dalle blandizie della musica, onde sollevano il capo fuori delle acque per intendere meglio; di che prevalendosi i pescatori le sfolgorano co' moschetti tra un occhio e l'altro e le ammazzano, ora io giudico i suoni partoriscano nelle bestie l'effetto della lode sopra gli uomini. Si conosceva espresso, che Sisto anco fisicamente si deliziava alla piaggeria di Paolo; vado convinto, che se fosse stato buio si sarebbe vista la pelle pontificia corruscare di getti fosforici come da quella dei gatti stropicciati sul groppone. ??? Per?? Sisto non era terreno da piantarci vigna, e delibati appena alquanti sorsi di laude, all'improvviso interrog??:

[23] ??? Ors?? adesso sentiamo con quali argomenti voi vi augurate fare opera buona contro i banditi.

??? Santit??, io innanzi tratto supplico di non arrecarsi delle mie parole, e quando sonassero temerarie piaccia condonarle alla ignoranza.

??? Dite franco, che ove non entra malizia, quivi non pu?? essere offesa.

??? Dunque se ?? lecito paragonare le cose grandissime con le piccole, anzi le sacre con le profane, io credo che quando possediamo fede salda, e proposito deliberato, la capacit?? venga col maestrato o con lo ufficio; per?? come sopra lo eletto papa scende lo Spirito Santo e lo spira a cose sempre divine, cos?? sul preposto alla milizia scende dall'alto una forza, che gli schiara lo intelletto, e gl'ingagliardisce le mani.

??? Tutto questo io lodo come ottimamente pensato, ma se da questi in fuori non avete altri moccoli, voi ne andrete a letto al buio, e da me non isperate n?? uno scudo, n?? un uomo.

??? Vostra Santit?? mi dar?? uomini, e mi dar?? scudi.

[24] ??? Io? Alla prova.

??? Alla prova: ecco sono tornati a nabissare il patrimonio di San Pietro in un groppo Sacripante, Battistella, il Piccolomini, il Conte di Ascoli, il prete Guercino...[4]

??? Al corpo di Dio! url?? Sisto V trasformandosi in belva inferocita, pur troppo; finch?? piaggiando la Spagna nimicava la Francia, tutti mi porgevano la mano a snidare questa infamia di banditi, onta dei governi, e gravezza dei popoli; adesso che, considerando io come se la Francia non viene in Italia a bilanciare la Spagna, di qui a tre anni anco lo Spirito Santo ?? forza che diventi a marcio dispetto spagnuolo, m'industrio tenermi bene edificato Enrico di Borbone, il quale, sebbene francese, e per giunta nato in Guascogna, mi pare marmo da scolpirci un re, ecco tutti mi danno addosso, i vecchi banditi mi aizzano contro, altri ne aggiungono, gli forniscono di armi e di danari: da ogni castello piovono vittovaglie nelle caverne, anzi le nobili donne con le gentilesche mani non aborrono apprestar loro manicaretti, e pasticci[5]. Che se questo fastidio [25] mi capitasse per la parte del Re cattolico, e dei suoi vicer??, che Dio tutti sprofondi gi?? nello inferno, sarebbe ostico ma non insopportabile; ora poi quelli che mi fanno pi?? guerra sono principi italiani, sangue latino, che, dopo avere dominato tutto il mondo, adesso mutare servit?? reputano signoria. S??, viva Dio, s?? gl'italiani principi non hanno core che loro basti ad altro, che ad ammazzarsi per mutare padrone: asini, ai quali, quando invece di barili si sentono carichi di corbelli, e' sembra essere diventati Cesari, che salgono il Campidoglio.

??? Io chiedo umilmente perdono, ma mi sembra che i principi italiani si affrettino ad operare quello che dopo molte ambagi si trover?? costretta a fare anco la Chiesa; il partito dei principi forse procurer?? loro un amico, quello della Chiesa le frutter?? certo due nemici. Per durare non bisognerebbe assottigliarsi il cerebro a fine di vivere fra la incudine e il martello, bens?? rafforzare le mani e liberarsi da ambedue.

??? Ah! pur troppo, ma come posso io [26] tanto, se uno sciagurato, un prete ardisce chiamarsi Re della Campagna, e mandarmi a sfidare fin nel Campidoglio? Ora non sono anni un perfido ladrone chiamato Venanzio Tombesi... avete mai sentito parlare del Tombesi?

??? S??, Santit??, al mio ritorno in patria qualche cosa ne ho sentito parlare.

??? Costui mi riferirono essere giovane, e manieroso; aggiungevano falso il nome, e senz'altro sotto quello nascondersi qualche lontano germoglio dei Metelli, e degli Scipioni, a cui par bello da padri eroi discendere banditi; procurammo che non crescesse la vipera, e Dio aiutando, vi riuscimmo; egli ci concesse la grazia di farci toccare con queste mani quel capo scellerato mozzo dal busto, che esponemmo a terrore del popolo.

??? Vostra Santit?? tocc?? proprio con le sue benedette mani il capo mozzo del bandito Tombesi?

??? Certo, e con la devozione stessa con la quale tocco le reliquie dei santi Pietro e Paolo; n?? vi paia grave, imperciocch?? i principi non possano provvedere alla prosperit?? [27] dei popoli soggetti, senonch?? in due modi: o procurando il bene, od estirpando il male; ora atteso le scarse facolt?? nostre, e la molta malizia degli uomini, riesce, a noi che regniamo, pi?? agevole torre via il male, che operare il bene.

??? E se non ?? temeraria la domanda, chi fu l'avventurato che port?? a Vostra Santit?? la testa del Tombasi?

??? Tombesi non Tombasi; e' fu una perla di Bargello, giovane anch'egli, di buona famiglia, di buoni studi, e credo fosse stato in seminario; pieno di timore di Dio, e di noi. ??? Il dabbene giovane si era preso lo impegno di portarci anco quella di prete Guercino, e invece.... invece questo scomunicato ... questo maledetto da Dio ci ha mandato la sua.

??? Di quale?

??? Di Angelotto, del Bargello di Campagna; e senti come... ??? Qui il Papa strinse pel braccio Paolo, e per veemenza di passione pigliando a passeggiare su e gi?? nella sala se lo traeva dietro con forza che mirabile in giovane, era per vecchio prodigiosa, ??? e senti come... il d?? di San Bonaventura [28] si presenta il Padre guardiano dei Minori osservanti di Viterbo al Vaticano annunziando avere a rimettere una cassetta consegnatagli da certo penitente in confessione con l'obbligo di portarla egli proprio a Roma, e consegnarla nelle mani di Sisto. Noi gli mandammo a dire la lasciasse, ma egli niente; allora lo accogliemmo al nostro cospetto e dopo il bacio dei piedi ci confid?? la cassetta, la quale aperta in nostra presenza vedemmo contenere il capo di quel povero giovane di Angelotto... ??? Misero! ne increbbe la sua morte molto, ma troppo pi?? ch'ei fosse morto senza sacramenti; per?? ci trovammo buon rimedio con le indulgenze e i suffragi. Insieme con la testa andava unita una leggenda, che diceva: = A papa Sisto V infelicemente regnante in Roma, prete Guercino re della Campagna[6]. = Ordinammo mettessero le mani addosso al padre guardiano, e sottilmente lo ricercassero con la corda, e fu trovato il poverino non essere consapevole di nulla; torn?? al convento con le braccia slogate ma per compenso carico di benedizioni, sicch?? fu [29] troppo maggiore il guadagno della perdita. Prete Guercino vive!... a tale ?? ridotto Sisto, oh! oh!...

??? Santit??, mi sia benigna di posare l'animo meritamente agitato, e permettermi ch'io possa dirle alcune altre parole. Dunque le preme far vendetta di prete Guercino?

??? Figliuolo, chi sostiene le ingiurie senza risentimento non ?? uomo, e chi potendo vendicarsi non si vendica abbilo per bestia addirittura[7].

??? Ancora; Vostra Santit?? innanzi di conferirmi officio stabile vorrebbe avere da me un po' di saggio di quanto sapessi fare...?

??? Giusto cos??, mi avete letto dentro.

??? Dunque si degni conferirmi commissione temporanea sopra i Micheletti e i Bargelli della Campagna: basta una settimana, ma poniamo due; in questo mezzo tempo Vostra Santit?? ricever?? di sicuro una testa; od io le porter?? quella di prete Guercino, o il prete Guercino le mander?? la mia.?????

[30] Sisto stette l?? l?? per dargli un bacio, ma se ne astenne; per?? con voce carezzevole gli disse:

??? Siamo contenti, che cos?? si faccia; il cardinale di Montalto avr?? cura di munirvi delle necessarie spedizioni. Se opererete quanto avete promesso, ben per voi! N?? potrete immaginare comodo o favore per grande che sia, che noi non siamo disposti a concedervi. Parola di Sisto ?? parola di Dio. Intanto, inginocchiatevi, vi compartiamo la nostra apostolica benedizione; ci dimenticammo compartirla al povero Angelotto, e forse questa mancanza fu colpa che capitasse male.

??? Anzi, di sicuro, soggiunse Paolo, e camminando all'indietro a capo chino si part?? dalla presenza del Papa, il quale rimasto solo col cardinale di San Marcello, che fu Giambattista Castagna, dopo lui assunto al Pontificato col nome di Urbano VII, gli disse, accennando col dito la porta donde era uscito Paolo:

??? Illustrissimo, veda cotesto ?? uomo destinato ad andare in su; se poi sopra il Campidoglio, ovvero sopra la forca, chiariremo tra poco.

[31] A Paolo uscito dal cospetto del Papa venne vaghezza, non avuta prima, di portarsi sul ponte di Sant'Angelo a vedere le teste mozze, che infilate su i pali stavano l?? ad atterrire i banditi, i quali lontani o non sapevano, o non curavano esempii siffatti: di vero tra altre parecchie ci mir?? anche la sua col cartello sotto, che per quanto poco umile egli fosse, pure gli largiva tali e tanti titoli, che egli per giustizia non avrebbe potuto accettare: non vi si ferm?? sotto troppo tempo, imperciocch?? cotesto teschio che ciondolava tuttavia al vento alcuni carnicci era tal mostra da mareggiare anche lo stomaco di un bandito; allontanandosi pertanto pensava:

??? Dacch?? altri ha pagato per me, ormai io spero, che passer?? per bardotto.

E dato bando alle malinconie, venuto vespro, abbigliatosi con abiti di nuova foggia e attillati, fu a casa Savelli dove lo aveva precorso la fama del successo alterando il vero, e la pi?? parte aggiungendo falso; e siccome ogni cosa, anco falsa, tornava ad incremento della sua reputazione, cos??, quelli che prima gli [32] s'inchinavano, ora voltarono la schiena a mezzo cerchio perfetto, gli altri pi?? renitenti cominciarono a disegnare della persona una elittica; le mamme gli esponevano dinanzi un assortimento di risi sorrisi co' labbri stretti, per?? che l'arte di fabbricare dentiere non fosse anco trovata, e i denti cascati non fanno finestre dove goda affacciarsi amore: delle ragazze non dico nulla: diluviavano occhiate da disgradarne i razzi finali della girandola di San Pietro; ma il Pelliccioni salutava sbadato, o poco ci avvertiva, ch?? l'anima e gli occhi stavano fissi su quel folletto di Tuda, la quale andava, veniva, girava da parere che ce ne fossero quattro, e tutto vedeva, e tutto fingeva non vedere, e di ogni cosa si pigliava spasso; gli sguardi suoi non cadenti, n?? dritti, bens?? obliqui come i Turchi adoperano le scimitarre, e con tale virt?? da fiedere netto come gambi di pera sbarre di ferro grosse quanto un braccio; con perpetua irrequietezza ella ora aggroppava ora snodava il mirabile collo, che vinceva quello dei colombi in amore quando il sole lo veste di colori sempre [33] nuovi e sempre pi?? belli. Per quanto Paolo s'industriasse attirarla a s?? ora con ridenti, ora con supplichevoli, ed anco talvolta con minaccevoli sguardi non ne venne a capo; peggio se tentava accostarla; Tuda, quasi lo presentisse, batteva altrove l'ale, e in mille modi, sconosciuti a cui non sente amore e rabbia, lo deludeva e scherniva. All'ultimo Paolo altro non vide che uno scintill??o di faville che poi diventarono teste, e da prima tutte di Tuda, aggirantesi in vortici, sempre ridenti, e sempre folleggianti, ma indi a breve diventando penoso, altre teste vi si mescolarono laide, e sinistre, tuttavia ritraenti una immagine sola; poi diradaronsi, e ne rimasero solo due, che facevano l'altalena che ora si tuffava, ora sorgeva da un lago di sangue; da un lato quello di Tuda, dall'altro quello di prete Guercino. Quello di Tuda scatur?? da principio pi?? volte vario per ornamenti diversi, ora con diadema, ora con ghirlanda, ed ora con acconciatura leggiadra di capelli, quello poi di prete Guercino sempre grondante sangue cagliato, con le chiome grommose; [34] ma poi mutata vicenda tocc?? al capo di Tuda comparire terribilmente miserabile, mentre la testa del prete Guercino si affacciava ora con la sua bella chierica candida come fiore di latte, ora colla berretta a tre spicchi, e perfino con la corona in testa come re della Campagna. Paolo si appoggi?? improvvido alla base di una statua di Giulio Cesare, pure aspettando che gli cessasse il bagliore; il quale fu breve, avendo contribuito a dargli fine certe parole ch'ebbero potenza di respingergli con subito riflusso il sangue dal cervello al cuore, e queste furono:

??? Mirate un po' come la gente magna anco senza avvertirlo si mostri nata da una stessa famiglia.

Anzi no, ei si accostava alla immagine di Cesare per la ragione, ch?? l'ambra tira la paglia...?????

Paolo spalanc?? gli occhi e le ultime parole dell'atroce ingiuria sorprese sopra le labbra di Tuda.

??? Bene sta; io dar?? la testa del Guercino, io ne darei cento per la tua, divina fanciulla; che importa a me che tu mi [35] ami? Mi basta che tu patisca il mio amore. Farfalla scellerata, fa' quello che sai, tu devi cadermi nelle mani, perch?? se non bastasse ad agguantarti il mio amore, piglierebbe a perseguitarti la mia vendetta.

Di poi tolto commiato, senza porre tempo fra mezzo cavalc?? forte alla villa di Nettuno, dove giunse sul far della notte, e Renzo udito il noto segno gli aperse senza avvertire la Violante, onde Paolo la colse alla sprovvista mentr'ella genuflessa davanti la immagine della Madre di Cristo leggeva il libro delle orazioni.

??? Sempre in opere pie, Violante, voi volete pigliare di assalto il paradiso...

??? Paolo, io pregava pel mio povero padre, per voi, e soprattutto per me misera peccatrice, che ne ho tanto, e poi tanto bisogno.....

??? Era parecchio tempo che noi non c'incontravamo.

??? Senz'altro qualche grave causa vi teneva lontano da me, ed io devo rispettare l'operato di mio marito e signore.

??? Signora, mi perdonerete voi di comparirvi cos?? allo improvviso davanti?

[36] ??? Paolo, lasciate da banda queste cerimonie; non ci hanno luogo; voi, lo ripeto, siete mio marito e signore; gli affanni co' quali mi prova Dio, mi hanno, se non guarito, emendato la vanit?? che gonfiava il mio spirito; comunque venga, subitaneo o avvisato, il marito porta sempre consolazione alla sua consorte; io poi sapeva il vostro arrivo.

??? Lo sapevate? Chi mai poteva avervelo detto?

??? Non bocca umana certo, bens?? un presentimento... una voce del cuore...

??? E credete davvero che vi dica tutto il cuore?

??? Non tutto, ma in ci?? di cui mi avverte ei non s'inganna mai.

??? E la cagione che mi ha mosso di venire a voi ve l'ha detta il cuore?

??? Me l'ha detta....

??? Non pu?? essere, non pu?? essere, interruppe Paolo spaventato.

??? Giudicatelo voi, la causa che vi mosse e' fu per chiarirmi come voi non potete condurmi a Roma...

??? Ma se il cuore non vi ha taciuto la [37] miglior parte, aggiunse precipitoso Paolo, deve avervi detto eziandio come Sua Santit?? chiamatomi a s?? mi abbia commesso il carico onorevolissimo quanto pericoloso di ricondurre la sicurezza pubblica nei suoi Stati, e preponendomi alla milizia mi ha conceduto la facolt?? di conseguire il nome invidiabile di restauratore del vivere civile.

(Certo non era a quei tempi avanzata siccome ai nostri l'arte di onestare con parole magnifiche fatti vulgari, o turpi, o scellerati; tuttavia e allora e prima si sapeva dare ad intendere eroico gesto l'utile delitto. I custodi della umanit?? si confidano atterrire con le minaccie della storia, ma perch?? spaventassero altrui bisognerebbe che questi le temesse; chi non pregia la fama ?? sempre disposto a venderla per una scodella di lenticchie come Esa?? la sua primogenitura: se non fosse cos??, in qual modo mi spieghereste questa immane, perpetua, ogni d?? crescente produzione di Scariotti tre, quattro volte e dodici superiore alla richiesta? Quest'asta pubblica di anime al minore e al peggiore offerente? Anco lo inferno rinvilia!)

[38] La Violante strinse la mano a Paolo in segno di compiacenza, e:

??? Tu non puoi immaginarti, Paolo, ella riprese, quanto esulti l'animo mio nel vederti aperta la via per palesare altrui i tuoi meriti; ci?? mi consola per te non nato certo a logorare bellissime doti in ozii ignobili, e molto anco per me, dacch?? per questo mezzo imparer?? la gente come io nello eleggerti consorte, e in te ponendo ogni mio affetto non fui cieca, n?? mi lasciai vincere da sfrenata passione.

??? Per??, Violante, prima di accettare mi correva obbligo di consultarti per due motivi; il primo, perch?? capisco, che deve tardarti, ed anco a me tarda metterti in possesso del nostro palazzo, e presentarti come conviene allo splendore della tua nascita e delle tue nozze.

??? Aspetter??; ch?? tornando vittorioso parteciper?? alla tua gloria... sebbene siffatte glorie non sieno estranee alla nobilissima casa d'Ayerba.....

??? Pertanto, finch?? io non torni tu desideri starti qui in villa senza darti a vedere, o a conoscere da persona viva?

[39] ??? Senza te, mi basto sola.

??? Ci?? messo in sodo: veniamo all'altro motivo. Tu sai, che la vita e la morte stanno in mano al Signore; ora nel cimento al quale mi espongo potrei restare ucciso...

??? Oh! non dirlo ??? e qui l'affettuosa ven??a con la mano manca turandogli la bocca; Paolo baci?? la mano, e dolcemente removendola, prosegu??:

??? Questa vita non appartiene a me, almeno in tutto; tu pure ci hai diritto dal d?? che, in grazia del sacramento, tu mi vincolasti la tua; n?? io potrei senza mancare al debito di cavaliere e di cristiano mettere a cimento la mia persona, se prima tu non me ne dia il consenso.?????

La Violante riprese con la destra la destra di Paolo, la manca gli pose sopra la spalla, e il capo gli appoggi?? sul petto; in cotesto atteggiamento stette alquanto: alfine disse:

??? Dio mi ti render?? sano e salvo; misericordioso com'?? non vorr?? farmi la pi?? trista femmina, che abbia mai vissuto nel mondo; lo pregher?? tanto! Tuttavolta, non [40] piaccia al Signore che per cupidit?? di passione umana io ti tolga la bella rinomanza; il cavaliere cristiano ha il suo primo obbligo con Dio, il secondo col suo Principe, principalmente poi se questi sia vicario di Cristo in terra, gli altri obblighi vengono dopo. Non pu?? dirsi del tutto infelice la vedova del marito morto in servizio del suo padrone e signore...

??? Ma s'io mancassi, come rimarresti? Senza aiuto... reietta....

??? Consolati, amor mio; dal tuo in fuori io non conobbi, e ti sacramento che non vo' conoscere altro amore, che quello di Dio. Non parti a bastanza aiuto il suo? La tua vedova non ti sembrer?? difesa, se io mi rendo a lui? Egli non respinge veruno... morta al secolo, io vivr?? solo vita materiale a vegliare pel restante dei miei giorni il tuo sepolcro dentro il monastero delle cappuccine...

Non favellarono pi?? innanzi; solo Paolo sentendosi il peso della testa della Violante sul seno pens??: ??? ecco un terzo capo! e questo pi?? grave di tutti; finch?? non torni, egli star?? quieto, lo ha promesso, e non [41] ?? femmina da mancare: ma bisognerebbe, che ei se ne stesse fermo.... quieto.... tranquillo anco dopo. Basta, per ora contentiamoci; poi provvederemo. Curiosa! ella meriterebbe amore, e non la posso amare; l'altra, a buttarla nel Tevere col sasso al collo, non le si darebbe il suo avere, e non so perch?? mi accende il sangue..., e mi ?? forza amarla. Come l'andr?? a finire? ??? Se lo confidassi al cardinale! Scempio! se prima di rendergli servizio, prometter?? alla larga per non attenere alle strette; se dopo, mi seppellir?? sotto una montagna di ammonimenti, e bazza se non saranno rimproveri, con citazioni di canonisti, moralisti, e padri della santa madre chiesa cattolica, apostolica e per giunta romana: ??? riesce cos?? agevole predicare virt?? quando con la predica puoi saldare un debito! Bada, Paolo... tu corri grandissimo rischio di ammazzare questa donna che ti ama, e di farti ammazzare per l'altra che ti vuol bene come il fumo agli occhi. ??? Ci fosse dentro stregoneria? ??? Stregoneria o no, su le forche io non ci vo' capitare; il mio vicario ha pagato per [42] me: ed egli ci fa troppo brutta figura. ??? Dunque renunzia, e trovata la buona via, fa' si dimentichi dagli uomini il passato; quanto a Dio, egli tiene sempre le braccia aperte. ??? Questo non ?? possibile: lasciando da parte le fattucchierie, accade all'anima, quello che al corpo quando spenzolato troppo fuori della finestra non si pu?? pi?? tenere... chi nacque per ardere non arriver?? mai a spengere.?????

E qui come preso dalla smania sorse con moto convulso, onde il pugnale che portava nelle tasche delle brache ne balz?? fuori cascando sul pavimento; pronta lo raccolse la Violante porgendolo a Paolo, senonch?? questi lo respinse con la mano, e turbato parl??:

??? Tienlo, Violante; serbalo caro; forse potrebbe venirti a bisogno per difesa della tua vita.

??? No, la mia vita ho posto nelle mani di Dio.

??? N?? io voglio negare il suo aiuto validissimo, nondimanco, vedi, un buon coltello in certe occasioni difende meglio.

??? Dio non abbandona mai chi confida proprio in lui.?????

[43] ??? Certo... certo... ma fa' a modo mio; tienti il coltello.

??? Ecco lo metto qui in memoria di te.


Era in cotesti tempi, e forse ?? anco adesso in vicinanza di Ardea una boscaglia famosa per accessi impenetrabili, e per gesti di masnadieri; vera selva Ardenna di banditi: per essa andava un singolare viandante, per?? che alle vesti paresse uno di quei pellegrini, i quali pel recarsi a Roma hanno nome di Romei: alla canizie dei capelli e della barba, lo avresti creduto decrepito mentre cavalcava un cavallo poderoso, e molto gagliardamente ora in questa, ora in quell'altra parte spingevalo; e se strano sembrava l'arnese, troppo pi?? strano era lo intento, dacch?? al contrario di ogni viandante, egli invece di evitare i banditi, si arrovellava per non averli ancora trovati; per?? i suoi voti furono indi a poco compiuti ch?? ad una svolta eccogli sopra parecchi masnadieri co' soliti moschetti inarcati [44] e le solite minacce; ??? la borsa o la vita.?????

??? Voi non avrete n?? l'una, n?? l'altra, rispose il pellegrino; dov'?? il prete?

??? Chi sei?

??? Voi lo saprete, menatemi a lui.

Per molti andirivieni lo condussero al prete Guercino, il quale stavasene di pessima voglia con la sua compagnia, e la sua donna Lucrezia, perch?? poco fornito di vittovaglia e di pecunia peggio; n?? aveva avuto anco occasione di accontarsi con alcuno dei capi-banda tornati sul contado di Roma; pi?? di tutto poi impensierito per trovarsi scarsissimo di cavalli, onde gli era tolto di avventurarsi in imprese di momento. Il Romeo, appena vide il prete Guercino, gli and?? incontro a braccia aperte chiamandolo con gran voce; ma l'altro sospettoso non si mosse; all'opposto imbracci?? il moschetto, e con brusca cera gli disse:

??? Chi sei, e qual diavolo ti scaraventa quaggi???

Il Romeo invece di rispondere prese a buttar via prima il cappello, poi la barba, [45] la parrucca, per ultimo la schiavina; il Prete sbirciava pi?? intenso a mano a mano che costui si svestiva, a mo' dello antiquario che, speculando sottilmente le traccie delle lettere sopra il marmo antico, coglie di un tratto il senso della iscrizione intera; cos?? il Prete, riconosciuto di subito il pellegrino, si fece bianco come panno lavato, e senza pensarci si segn?? due volte:

??? Domine aiutaci! Vattene pei fatti tuoi anima, che cos?? per dire, dir?? benedetta...

??? O compare, per caso avresti mandato a rimpedulare il cervello?...

??? Se un po' di suffragio fosse il tuo caso, io ti prometto, appena rientrato in quattrini, di regalarti di una dozzina di messe dette da frate Ieronimo, ch'?? un'anima santa, e intanto valga per quello che pu?? valere, qualcheduna te ne celebrer?? io.

??? Ors?? smetti le baie, io sono Tombesi...

??? Ma non sei morto? Non ti hanno impiccato e squartato? La tua testa non [46] ist?? fitta sul palo in capo al ponte Sant'Angiolo?

??? Io non mi sono accorto di tutto questo...

??? Ma come qui? Per qual miracolo?...

E trattisi da parte con la Lucrezia, Egeria di cotesto Numa di nuovo conio, Paolo prese a raccontare le strane novelle della sua vita, avvertendo tacere le cose che non approdavano o nocive, aggiungendone false; fece capace il Guercino come Angelotto forse cred??, e pi?? verosimilmente dette ad intendere la sua morte per gratificarsi papa Sisto, e per buscare la mancia, narr?? essersi salvato in Ancona, donde sur un legno greco recatosi in levante, dopo varie fortune si ridusse a Venezia, per la Dio merc?? assai bene in arnese...

??? Tu ci avrai veduto Curzietto? Interruppe il Guercino; e l'altro pauroso di essere colto in bug??a, rispose:

??? Dove?

??? A Venezia...

??? Io me ne viveva assai ritirato in casa di certa femmina, tu mi capisci... e che fa egli Curzietto?

[47] ??? La cena ai pesci...

??? Come sarebbe a dire?

??? Ma che non l'hai saputo? Per pi?? di un mese ne fu pieno il mondo, ed anco adesso la maretta dura...

??? Tanto ??, io non ne seppi novella...

??? Curzietto si tratteneva a Venezia, e cost?? il povero figliuolo per tirarsi innanzi faceva onoratamente un po' di tutto, meno che del bene; un padrone di barca anconitano trovandosi per le sue faccende a Venezia pigli?? usanza con lui e saputi i casi del giovane promise procacciargli salvocondotto dal Papa; e di vero l'ottenne; anzi Sisto mand?? una galera a posta per levarlo; Curzietto lesse due volte il salvocondotto, e riconosciuto il suggello, tenne lo invito del Comite, e alla sua fede si commise. Venanzio, e sono proverbi vecchi, anco le civette impaniano, in pellicceria ci vanno pi?? volpi che asini; appena usciti dalle lagune, in un attimo addosso a Curzietto assicurandolo con le catene alle mani ed ai piedi, e siccome lo sciaurato si lagnava, cotesti non esser tratti da Papi, il Comite rispose: anzi da [48] Papi e non da altri, imperciocch?? egli possa a beneplacito legare e sciogliere, mentre gli altri non possono che legare; il Papa quasimente fa da maschio e da femmina. Allora Curzietto soggiunse (e queste cose mi rifer?? un prodiero, che ci si trovava presente): i gentiluomini possono senza macchia operare quello che schiferebbe un bandito?

??? I gentiluomini, rimbecc?? il Comite reale, operano sempre ottimamente quando obbediscono gli ordini del Principe.

??? Anco tradire?

??? Anco tradire.

??? Allora messere, vi domando perdono, perch?? in verit?? io non lo sapeva. ??? E Curzietto non mosse pi?? lagno da quel d??; al contrario mostravasi piacevole come se non fosse fatto suo, ora cantando qualche canzone di amore, ed ora narrando taluna delle sue avventure. Certa sera per ammazzare la noia essendosi il Comite seduto a canto a lui per ascoltarlo meglio, egli colto il destro lo abbracci?? a mezza vita rotolandosi fino alla estrema proda, donde senza che la gente vi potesse [49] fare riparo dette il tuffo; il peso delle catene di Curzietto trasse in fondo ambedue, e comecch?? le ciurme si affrettassero a gettare il palischermo nell'acqua e a calare i ganci per pescarli, non li poterono estrarre prima che entrambi fossero morti, essendosi Curzietto tenuto sempre tenacemente avviticchiato col Comite. Cos?? periva Curzietto vero sangue latino, n?? io lo piango intero, perch?? vedi, Venanzio, chi muore vendicato mi sembra morto a mezzo[8].

??? Possano i traditori, quando Dio li protegge, non fare mai fine pi?? lieta di questa. Adesso torniamo a bomba: senti Guercino, io ho messo assieme una trentina di uomini forniti di tutto punto, e incavallati eccellentemente, e se ti quadra io li pongo in combutta co' tuoi e comporremo una banda sola.

??? Vuoi che io te la dica, Venanzio? la tua proposta non mi d?? buon bere. Amore e signoria non patono compagnia...

??? Re sei, e re ti lascio; mi basta farti da luogotenente.

??? Com'?? cos??, muta specie; perch??, [50] considera, figliuolo, avrei potuto proporre ci conducessimo come Romolo e Remo, vo' dire comandassimo un giorno per uno; ma s??, quantunque fossero fratelli e nati a un parto, tu sai come l'and?? a finire; n?? dopo Romolo con Tazio fecero meglio prova, cos?? riportano le storie... e nondimanco neppure a questo modo mi va, o non potremmo legarci pei casi straordinari, nei d?? delle feste, e per tutti i giorni rimanere sciolti?

??? Separati non ci ?? dato imprendere cosa che valga, e cresce il pericolo di restare presi; le occasioni poi si presentano l?? per l??, e innanzi di porgerci avviso e trovarci riuniti alla posta, le sono passate senza rimedio.

??? Questo ?? vero, ma tu mi sembrasti sempre uomo da volere rimanerti piuttosto capo di lucertola che coda di lione.

??? Certo tu parli come un libro stampato, ma stretti dalla necessit?? di radunarci grossi di numero, bisogna che tu ceda a me, od io a te: tu a me non vuoi cedere, n?? io vo' che tu ceda; mi sei maggiore di anni e godi di reputazione [51] grandissima, mentre me stimano universalmente morto; se mi bandissi vivo, chi ci crederebbe, chi no; mi ci vuole tempo a rifarmi il credito, e adesso ci bisogna un uomo noto, di cui da un lato fidino e dall'altro temano.

??? Ma o non possiamo tirare innanzi come abbiamo costumato fin qui?

??? Non possiamo, e ti chiarisco. Tu saprai come il signore Alfonso, e Sciarra, e il conte di Ascoli sieno entrati grossi in campagna; chi ha seicento, chi cinquecento uomini, la pi?? parte cavalli; chi ne ha meno se ne tira dietro dugento. La Spagna paga, e questi sono ducati spagnuoli ??? e qui Paolo mostr?? la tasca che gli pendeva al fianco. ??? Comandamento ?? che ci teniamo bene edificati i contadini, e quanto loro chiediamo paghiamo; certo questo non quadra con le nostre regole, e prima di farci l'uso cascheremo qualche volta in fallo, ma col tempo e la pazienza ne verrai a capo anco tu; e si vuole eziandio lasciare che vadano pei fatti loro i mercanti e i passeggeri, stringendoci ad assalire le terre e i castelli, insomma [52] mutare forma alla guerra; invece di moverla ai privati pigliarla con lo stato, col Papa...

??? Per me mi confesso uomo grosso, pure non mi entra come tu la conti; prima il nostro mestiere in certo modo era cosa di famiglia, ma di ora in poi aiuteremo quei di fuori a legare quei di dentro, e della fune ne avanzer?? sempre per impiccarci quando non avranno pi?? bisogno di noi; ora io capisco, che la ?? ubbia, ma mi pare che sentirmi impiccato da corda spagnuola mi abbia a dolere pi?? che se fosse una brava fune italiana.

??? Secondo i gusti; ma il nodo giace qui, che non ci avanza scelta, per?? che i capitani la vogliono a questa maniera, e tu comprendi, che tra il signor Alfonso, lo Sciarra, Battistella, il Conte e gli altri dal lato manco, e Sisto e il Ghisiliero dal lato destro, n?? tu, n?? io possiamo durare; necessit?? non ha legge; tiriamo innanzi e qualche santo aiuter??.

??? Io non ci vedo chiaro, aggiunse il Guercino con ambedue le mani pigliandosi il capo; e Paolo:

[53] ??? Lucrezia, che ?? donna di governo ed ha sentito tutto, dica la sua; per me sto al suo giudizio.

??? Di' la tua, tu donna femmina.

??? Ho a dire la mia? Guercino pare trattenga lo scrupolo, che i ducati non escano da buona fonte, io sto peritosa di qualche tranello, che ci covi sotto. Al Guercino dico: ricorda di quello imperatore, me lo hai tu stesso raccontato a veglia, cui il figliuolo rinfacciava cavare i quattrini dal balzello dei pisciatoi; ei gli mise sotto al naso un ducato domandandogli: che odore ha? ??? I quattrini non hanno odore, chiappali da qualunque parte ti vengano; meno che dal diavolo perch?? si mutano in zolfo: a me poi dico: che questo bel figliuolo ci voglia menare alla mazza io non lo credo se prima Cristo non si fa luterano, e caso mai ci si scoprisse traditore, can mai non mi morse che non volli del suo pelo.?????

Lucrezia dava il tratto alla bilancia, e la lega fu convenuta: il Guercino per?? senza dire il numero dei suoi propose a Paolo se ne tornasse dond'era venuto, [54] ed ottenesse dai caporioni un trenta di cavalli, e munizioni da guerra di che pativa difetto. La verit?? era ch'ei si trovava al verde di tutto, e Paolo gli casc?? addosso come la Provvidenza, almeno cos?? la pensava Lucrezia, la quale aveva gi?? detto al Guercino, che se l'andava di quel passo anco una settimana, bisognava dare spesa al cervello e sciogliere la banda; di che il Guercino accorato buttava fuori sospiri da parere un bufalo, che muglia quando ?? in amore.

Paolo pertanto facendo il fagnone ricerc?? il Guercino se intendeva mandare egli trenta fanti per i cavalli: qui ricominciarono le ambagi, perch?? se ei li mandasse tutti s'indeboliva per modo da rimanere agevolmente oppresso; se all'incontro concedeva menassero i cavalli trenta uomini della banda di Paolo, egli era lo stesso che mettersi alla sua discrezione; n?? al santo intendeva fidarsi se prima non avesse fatto il miracolo, tenendo per regola di governo che in terra di ladri si vuole camminare con la valigia davanti: per?? come quando si possiedono [55] mezzo cervello e mezzo cuore, o la necessit?? ce gli dimezza, si apprese alla via mezzana, mand?? dieci fanti dei suoi, e ci?? anco fece per iscoprire marina; di ragioni per condursi cos?? ne addusse un mucchio, a cui sempre pi?? ne aggiungeva alla stregua che quelle addotte gli parevano grulle e la gaglioffaggine loro aumentava a braccia quadre. Per ultimo fu stabilito che i dieci fanti s'incavallerebbero, e recherebbero a mano dieci cavalli; in tutto venti; di quei di Paolo ne verrebbero dieci, i quali pure menerebbero dieci cavalli e su questi le munizioni che potrebbero portare; e cos?? fu fatto.

I dieci di Paolo e gli altri del Guercino tornarono vestiti tutti di un'assisa, e portarono vesti per gli altri venti; onde subito nacque tafferuglio tra la gente del Guercino, perch?? ognuno pretendeva essere primo vestito e incavallato; n?? egli trovava via a metterli d'accordo, anzi aggiungeva legna al fuoco, perciocch?? preso dalla stizza incominci?? a bestemmiare come un turco e a mescere minaccie, ingiurie e pugni; la sarebbe finita [56] per la peggio, se Paolo, cacciatosi fra mezzo non gli avesse acquetati con la promessa di assettarli tutti alla medesima maniera, tale essendo la intenzione del signor duca di Montemarciano, sotto gli ordini del quale avevano a stare. Quando poi volle mettersi a cena fu trovato come non solo mancassero le munizioni da guerra, ma delle vittovaglie altres?? si patisse difetto: gli altri brontolarono, Paolo si content?? osservare come la colpa era di Lucrezia che forse si peritava a palesargli la presente strettezza. Alla quale accusa Lucrezia oppose, che quanto a lei non sarebbe stata sul puntiglio, perocch?? ormai fossero diventati tutti una sola famiglia; se ci cadde fallo, err?? prete Guercino che mulinava sempre pensieri da cavaliere con la borsa da cappuccino. E siccome pareva che il Guercino inasprito non se ne sarebbe rimasto, Paolo tronc?? le parole dichiarando: che i ragionari non crescevano la cena, bens?? la sete; per quella sera si facesse alla meglio, nel d?? seguente avrebbero tolta la rivinta. ??? Si accomodarono per dormire come poterono; il [57] Guercino non trascur?? mettere le sentinelle; n?? Paolo fece sembiante di accorgersi ch'egli dopo essersi ristretto a colloquio co' suoi pi?? fidati, questi, fingendo vigilare per tutti, esclusero i suoi dalle guardie, sotto pretesto che, stracchi dal cammino, abbisognassero di riposo.

Il Guercino si vergognava dirlo, anzi pure pensarlo, e nondimanco aveva paura: una strana inquietudine gli si era cacciata addosso, n?? avrebbe saputo chiarirne la ragione; tanto ??, uno sgomento nuovo gli faceva cascare il cuore e gli troncava le braccia; si stese su la paglia con la Lucrezia allato, e prese sonno; ma indi a breve si rizz?? a sedere co' capelli ritti, e gli occhi strabuzzati, con la manca brancicando la Lucrezia e con la destra tastandosi il collo; i detti suoi piuttosto grugniti, che favellati sonavano:

??? Sei tu? Proprio tu, Lucrezia? Benedetto il Signore, mi pareva, che mi stesse al fianco per confortarmi il cappuccino... sar?? per un'altra volta; cos?? mi sono sentito stringere il collo, che me n'?? rimasto il rastio fin dentro la gola... dopo [58] questa prova quando faranno per davvero, poco pi?? mi toccher?? a penare... io credo.

??? Dormi in pace, Guercino, che Lucrezia veglia.?????

La mattina misero in consulta se quinci avessero a partire o se ridurvi anco la restante squadra di Paolo; al Guercino pareva mal sicuro il primo partito, n?? gli piaceva il secondo, e, come suol dirsi, nicchiava.

??? Senti, gli disse Paolo, io ti leggo dentro, tu non ci vai di buone gambe; chi ha fatto il carro lo pu?? disfare, rimanti; ti dono i cavalli, le munizioni e ogni altra cosa; ti ho consigliato da amico, mi sono comportato da fratello, ora ingegnati come puoi, che cos?? col tuo fidarti e non ti fidare ci rovineremmo ambedue e con noi questa gente dabbene, che ci seguita...

??? No; mi fido... io considero... perch?? capisci, giova pi?? un moccolo davanti, che una torcia di dietro.

??? Or b??: se in questa selva non hai trovato da nudrire te e la tua banda, come ci procureremo la vettovaglia per due?

[59] ??? E' parla come Marco Tullio, il bel figliuolo, osserv?? Lucrezia.

??? E poi oggi o domani bisogna pure che usciamo: anco i frati se non mandassero fuori i cercatori morirebbero di stento.

??? Questo ?? chiaro ??? esclamarono parecchi banditi d'intorno.

??? E il coltello se non si adopera arrugginisce; e leva leva, ogni gran monte scema, di qui il bisogno di tenere le mani perpetuamente in faccende: ora d?? retta, Guercino, vien via senza gingillarti; andiamo a unirci col grosso della mia banda, che sta a cinque miglia quinci oltre a buona guardia in una masseria sotto Renzo mio luogotenente: ripos??ti e nudriti, verso vespro io proporrei andassimo ad assalire Mentana castello di Latino Orsini, dove se ci capiter?? di giungere alla sprovvista, io fo conto di averlo a man salva...

??? E poi a Roma ??? irridendo disse il Guercino.

??? E poi a Roma ??? riprese in atto superbo Paolo; da cosa nasce cosa, e sappi [60] che da un legno medesimo sono cavati i banditi e gli eroi; la differenza sta qui, che i primi sono piccini, i secondi grossi.

??? Andiamo... e il diavolo dica amen al tuo credo.?????

La impresa riusc?? a capello; i terrazzani del castello Mentana ebbero di catti a salvare le persone, lasciando le robe e perfino i cibi al fuoco per la cena. La Lucrezia, presa stanza al palazzo dell'Orsino, dette mano ad apparecchiare proprio un banchetto per le feste; rovist?? dalle soffitte alle cantine, accese un fuoco da arrostire anco il castello; chi strozzava, chi pelava, altri spillava il vino, trovarono torce, accesero lucerne; anzi per maggior decoro appesero festoni di mortella. Ogni cosa ormai essendo posta in ordine non si aspettava pi?? che Paolo e il Guercino, i quali andavano attorno a mettere le guardie: da un momento all'altro si teneva per sicuro sarebbero comparsi insieme, ma non accadde cos??, che il Guercino si mostr?? primo e solo. Egli da principio cammin?? di conserva con Paolo attendendo giusto a mettere le sentinelle, [61] senonch?? presto si accorse avere fatto conquisto troppo grande per poterlo guardare, come con sicurezza tenere, molto pi?? che la massima parte dei banditi si era dispersa a foraggiare, e a commettere certe altre taccherelle le quali riesce pi?? facile vietare con parole, che impedire co' fatti; onde di un tratto quasi noiato il Guercino si rimase a mezzo e scrollando le spalle disse:

??? Che monta pigliarsi tante scese di testa? quello che deve accadere accadr??; s'?? vero, che senza la volont?? di Dio un capello solo non possa cascare dal capo dell'uomo, ?? vero altres??, che non gli si pu?? n?? anco aggiungere. ??? Paolo, fa tu, che io me ne vado a cena.?????

Paolo si strig?? in quattro battute, e corse a gambe dove lo tiravano la luce viva di tante lucerne, e di tante legna accese, che pareva un fal??; le canzoni una dopo l'altra si rincorrevano come baccanti scapigliate, e motti giocondi piovevano gi?? come lacrime di San Lorenzo nelle notti della prima met?? di Agosto. Il Guercino sed?? in capo alla mensa quasi a [62] posto di onore, Paolo in fondo e Lucrezia in mezzo per tagliare le carni e distribuire le vivande. I convitati non osservarono regola n?? misura, in breve la cena divent?? stravizzo, correva vino la mensa; e sotto la mensa vi erano pozzanghere; chi si abbracciava, chi si mordeva, ognuno il suo vicino blandiva, scongiurava, o vituperava, secondoch?? la fantasia alterata glielo veniva raffigurando o per innamorata, o per cappuccino, o per carnefice. Il Guercino aveva mangiato per due e bevuto per quattro: pareva avesse voluto annegare i tristi presentimenti nel vino: di vero la stolida sua vanit?? pigliando in lui il sopravvento ad ogni altra cura, di un tratto si leva barellando: la manca mano puntella sopra la tavola, con la destra alza il bicchiere e grida:

??? Alla prossima morte del porcaio della Marca; viva prete Guercino re della campagna... viva me!

??? Viva Papa Sisto lo sterminatore dei banditi.

A questo urlo, che a squarcia gola cacci?? fuori Paolo, in un bacchio baleno due [63] uomini agguantarono di dietro per le braccia il Guercino, e lo atterrarono; nove porte, ch?? tante ne aveva la sala, si aprirono con fracasso e si rovesci?? dentro un nugolo di micheletti armati di archibugi. Al Guercino parve uscisse ad un punto il vino dal capo, e la baldanza dallo spirito; sporta la faccia livida, agguardando Paolo con occhi trucemente lucidi, queste parole mand?? fuori dalle labbra grommose di vino:

??? Solite cose; io il solito venduto, tu il solito Giuda; badati dal solito fico: ??? traditore! non ti puoi n?? manco vantare di avere immaginato qualche cosa di nuovo...

??? Ammazzatelo! ??? Schiamazzava Paolo. ??? Ammazzatelo!

??? Non si pu?? movere ??? ?? inutile.

??? Ammazzatelo per Dio! ??? Strepitava Paolo pestando i piedi.

??? E si ha ad ammazzare davvero?

??? Ma s??, ma s??, ma s??.?????

Allora uno sbirro trasse un gran fendente sul capo al Guercino, il quale ebbe virt?? di spaccarglielo fino al mento, sicch?? [64] stramazzando col capo innanzi sopra la mensa, il cervello gli si vers?? dal cranio come il sale dalla saliera rovesciata.

??? Bel figliuolo, l'ultima pietanza della cena ?? questa?

??? Della cena non so, della tua vita s?? se tu vorrai gustarla.

??? Ho da morire anch'io?

??? Che faresti nel mondo senza il tuo marito prete?

??? Priva cos?? di sagramenti?

??? Te li amministrer?? prete Guercino intanto che sarete in viaggio per lo inferno.

??? Tu sei troppo ingrato, ma non importa; io ti fui amica, e non mi sento senza rimorso di avere condotto il povero Guercino al macello. Di me sia quello che piace alla santissima Vergine, solo ti chiedo tu mi faccia una grazia; io vorrei confidarti un segreto che forse potr?? giovare anco a te...

??? Non vo' saperne di segreti io, ammazzate anco lei.?????

Ammazzare cos?? una donna legata, che si mostrava quieta, n?? rompeva in vituperii [65] e in furori, parve strano anco per uno sbirro; sicch?? la gente balenava; allora Paolo, come colui che aveva buone ragioni perch?? la Lucrezia favellasse poco, le si accost?? meno acerbamente dicendo:

??? Non ti perdere di animo, la tua morte non ?? mica decisa, e il santo Padre potrebbe nella sua misericordia graziarti; sentiamo un po' il gran segreto che hai in corpo. Di' su...

??? Accostati, che se non ti parlo sommesso, il mio sar?? segreto da panico, che ogni uccello ne beccola... anco pi?? qua... ecco il segreto...

Azzann?? l'orecchio, e strettolo ferocissimamente prese a dimenare con furioso impeto il capo a mo' di mastino che tenga co' denti la bufala. Urlava Paolo:

??? Maledetta strega... lascia ire... ahi! lascia... al corpo di Dio ti fendo il cuore... ahi! ahi!?????

E l'altra peggio, sicch?? Paolo cavato il coltello dalla tasca delle brache incominci?? a tirare gi?? colpi da disperato: percoteva in pieno, ficcandone la lama fino al manico, non per ci?? la donna lasciava [66] presa; la gente di Paolo vedendolo infellonito menar botte da rompere il muro si peritava aiutarlo; all'ultimo colta in mezzo al cuore Lucrezia cadde, ma stringendo fra i denti un brandello di orecchio del suo nemico.?????

La presa del castello e' fu postura ordita fra Paolo e il barone Latino Orsino fautore di Sisto; la gente che sbalz?? fuori al termine della cena, fino dalla mattina si era nascosta nei sotterranei del castello; n?? Paolo si tenne contento alle morti del Guercino e della Lucrezia, bens?? fece ammazzare senza misericordia tutti quelli i quali sospett?? potessero avere odore della sua condizione antica di bandito. I meriti nuovi non avrieno presso Sisto saldato le colpe antiche, in simili casi ei solea sdebitarsi con messe e suffragi; generoso fino a spiantarsi nell'altro mondo, in questo egli era duro ad esigere.?????

Quando Paolo con una benda di seta nera intorno al capo si present?? al Pontefice con la testa mozza di prete Guercino accomodata dentro a un paniero nuovo sopra ramelle di rosmarino, come si costuma [67] portare le lepri morte perch?? le si mantengano fresche, lev?? devotamente le mani al cielo ringraziando Dio; poi nella veemenza dello affetto disse non so che parole di coronare Paolo in Campidoglio come aveva fatto Pio V a Marcantonio Colonna dopo la battaglia di Lepanto: e poich?? il Cardinale di Montalto prudentemente lo persuase a meglio ponderare la cosa, volle che portassero subito duemila scudi, e datili a Cesare disse, che li pigliasse non mica per compenso della opera egregia condotta a fine, bens?? perch?? gli spendesse a farsene onore co' suoi compagni: al resto si provvederebbe presto con la sua pienissima soddisfazione.?????

Mandato quindi per l'orafo di corte, Sisto gli commise una corona di rame dorato; se gliela portasse prima che finisse il d?? gli darebbe con le sue benedette mani, oltre la sua buona grazia, venti scudi d'oro, se no gli farebbe dare dalle mani di Gigolo due tratti di corda; e siccome l'orafo accennava volere favellare forse per dirgli in tanta angustia di tempo impossibile contentarlo, il Papa mettendosi [68] l'indice della manca lungo il naso, e con la destra accennandogli la porta, lo licenzia.?????

Il giorno successivo la testa mozza del prete Guercino comparve incoronata fitta su di un palo sul ponte di Castello Sant'Angiolo.

[71]

CAPITOLO XI.
La Marchesa dopo pranzo, e la Marchesa innanzi pranzo.

Dopo avere fatto reverenza al Papa, presso cui rinvenne il Cardinale di Montalto, Paolo se ne and?? difilato al convento dei Gesuiti a visitare il suo diletto padre Migali; se da questo, e da tutti gli altri cos?? professi come novizi degl'incoli del collegio di Ges??, Paolo ricevesse accoglienze pi?? che cordiali svisceratissime, si creder?? di leggeri quando si consideri che gli uomini inclinano per natura a soffiare nella vela gonfia dal vento della fortuna; e poi i Gesuiti vecchi salivano in isperanza di ottenere per mezzo di questo loro protetto, una volta arrampicato in alto, favori e comodit?? infinite; nei giovani, sboglientito assai, pure durava l'entusiasmo per le cose belle, o che paiono tali; onde ai cervelli loro, pieni degli studi [72] dei classici latini, Paolo si veniva offerendo come un Dio, che domi Pitoni, o semideo trionfatore d'Idre, e di Minotauri; alla pi?? trista come un Giulio Cesare, e un Alessandro Magno. Gli piovvero addosso esametri e pentametri, sonetti, canzoni, odi, e perfino acrostici; le monache lo mandarono a presentare di paniere di brigidini, di Ges?? bambini, e di abitini. Sopra tutto abitini, per?? che allora attribuissero in Italia a cotesti amuleti una oltrapotente virt??... Perch?? ho io scritto allora? Forse ieri non vidi qui in casa mia un frate mirabile per vecchiezza e per laidume con la stola al collo, gli occhiali sul naso, e il libro in mano intimare lo sfratto dai cavoli ai bruci, e i contadini d'intorno composti a diversi atti di devozione? E mentre io appoggiato con la spalla ad un grosso olmo contemplava mestamente il caso, il frate levati gli occhi mi scorse, e vibratomi quasi uno sguardo di sfida sopra gli occhiali disse queste parole: ??? figliuoli, io ho fatto la parte mia, ora tocca a voi fare la vostra; quanto a me non ho omesso una virgola, e la [73] orazione non pu?? fallire; se la non riesce, la colpa ?? vostra; e' vorr?? dire, che non avrete avuto fede, perch?? vedete, con la fede potreste dire a cotesto albero l?? (ed accennava appunto l'olmo a cui mi appoggiava io) ??? parti, e l'albero subito partir?? per andarsene in altro luogo. ??? Tanto disse co' labbri, col cuore aggiungeva di certo: ??? voi credete di cantare il vespro all'errore, e non siete n?? manco a mattutino. ??? O ragione, vero ebreo errante della umanit??, allorch?? sarai giunta al termine del tuo cammino ti troverai entrata nel secolo immortale; quando anco tu arrivassi al tuo plenilunio, i raggi usciranno da te peggio che indarno, perch?? allora l'universo sar?? fatto tomba del genere umano!


Le femmine sono tenere; le monache anco pi??, testimoni Santa Teresa, la perpetua innamorata, e Santa Caterina, la quale non si tenne quieta, finch?? non ebbe barattato il suo cuore con quello di Ges??; [74] e per?? trepidanti per quell'anima angelica di Paolo, che avesse a morire, e pi?? poi, che morisse fuori di grazia, le monache gli mandarono abitini a fusone; imperciocch?? voi avete a sapere come i Gesuiti, i quali inventarono l'abitino, bandissero, e con sacramenti affermassero come chiunque portasse l'abitino addosso non potrebbe morire l?? dove non fosse in istato di grazia; di ci?? allegavano esempi parecchi uno pi?? edificante dell'altro; a me basti riferirvene solo due: certa buona femmina smaniosa di affogarsi si butt?? nel pozzo; dato un tuffo in fondo torn?? a galla, e l?? rimase non altramente che se un turacciolo di sughero si fosse, e questo perch?? da un lato tenesse l'abitino al collo, e dall'altro non avesse la coscienza netta: dunque la ripescarono, ma persistendo in cotesto proponimento una mattina and?? in chiesa, donde uscita, dopo essersi confessata e comunicata, si condusse a dare di nuovo la balta nel pozzo, e per questa volta furono buone mosse, che rimase annegata nelle regole. Altro esempio della virt?? dell'abitino. Un soldato nelle guerre [75] di Fiandra contro gli eretici giacque sul campo di battaglia crivellato da trentanove ferite, una pi?? mortale dell'altra, senza che il poverino potesse morire: avendolo visitato i medici, questi si facevano il segno di croce per la maraviglia, come mai con quella razza laceri potesse durare vivo; ??? senonch?? a trarli dallo stupore il soldato parl?? queste parole: ??? magnifici signori, a che tante marie? Se fossero divoti come dotti troverebbero il caso naturalissimo. Io porto due abitini addosso donatimi per carit?? dai reverendi padri della compagnia di Ges??; dopo ci?? capiranno, che se io non rientro in istato di grazia, ?? tempo perso che io pensi a morire. Da uomo avvisato, innanzi di cacciarmi nello sbaraglio mi era munito dei sacramenti, sicch?? alla prima ferita stava l?? l?? per andarmene in pace; ma no signori; il demonio, nemico del genere umano, mi ha tentato spingendo Rosa la cantiniera a passarmi da presso, e i miei occhi andarono a cascare sul magnifico seno di Rosa: allora pensai, voi mi capite, eccetera, per la quale cosa, perduto lo stato [76] di grazia, io non posso morire se non mi levate l'abitino di dosso, ovvero, e questo sar?? il meglio, non andate per un reverendo padre della compagnia di Ges??, il quale mi riconcilii con Dio scorrucciato meco per colpa delle mammelle di Rosa; quando a ci?? sar?? dato sesto, io vi prometto da cavaliere di andarmene via dal mondo senza farmi pregare.


Ma il serpe troppo spesso giace tra i fiori: e Paolo, afflitto in vista, richiese il Padre volesse ascoltarlo in confessione, di che molto volentieri il buon gesuita lo compiacque, e secondo il solito egli ebbe a udire peccati, che per altri sarebbero stati meriti, e presso il gesuita poi passavano per virt??; onde cresceva la speranza in lui, e con la speranza l'amore: quando lo ebbe arroventato bene, gli aperse di punto in bianco com'ei per non darsi alla disperazione si era deciso tornarsene a pellegrinare per il mondo; e poich?? l'altro lo veniva dissuadendo, egli soggiunse, che [77] se restava egli lo avrebbe con le sue mani sepolto, e con le lacrime agli occhi gli favell?? di messe, di suffragi, di sepolture, che metteva proprio passione a sentirlo. Il padre batteva, e forte, per sapere la causa di tanta angoscia, e l'altro se ne schermiva adducendo non trattarsi mica di peccato, bens?? di altra cosa; allora il padre pi?? fervoroso che mai lo raumiliava sponendogli: ??? essere presunzione la sua, e grande; non toccare a lui dire ci?? che fosse peccato, e ci?? che no, palesasse intero l'animo suo, egli medico dell'anima conoscerebbe se ci fosse male e quanto, e come si avesse a curare; perch?? con la provvidenza di Dio accompagnata da un po' d'industria umana si viene a capo delle faccende pi?? ardue. Paolo per ultimo lasciandosi vincere confess?? la sua passione per Tuda; dopo ci?? il padre aggiunse:

??? Ecci altro?

??? No.

??? Allora il padre levando le mani e gli occhi al cielo:

??? Signore, esclam??, e per queste cianciafruscole voi vi volete buttare via?

[78] ??? Ma Tuda mi spregia...

??? Vi amer??... vi amer??...

??? No, che mi aborre... mi odia.

??? Vi amer??, vi dico, uomo senza fede, vi amer??.

??? Ah! voi non conoscete il cuore della femmina...

??? No? La fede fa ballare i monti, con la fede Pietro cammin?? su le acque.

??? Ma non sul cuore della donna.

??? Oltre la fede, riprese il padre, abbassando gli occhi e con voce soave, noi abbiamo in pronto altri partiti i quali possiedono virt?? di mutare l'acciaio in cera, e la cera in acciaio.

??? Ma l'amore?

??? Che ti fa l'amore di donna? Ti obbedisca, ti serva, tremi di te; non basta? L'amore sta a potest?? della femmina, e pu?? darlo o torlo secondo le frulla, ma il terrore sta in mano tua; l'obbedienza ?? ancella fedele, l'amore spesso diventa tiranno acerbo e duro.

??? Sarebbe poco, ma in mancanza di meglio mi adatterei... rispose Paolo piegando un po' il collo sopra l'??mero destro [79] per fare riscontro al Gesuita, per?? io non ci vedo bandolo.

??? Sta di buon animo, figliuolo, questo ?? pensiero mio.


Il padre Migali, dopo avere pranzato e dormito da persona che non si trova rimorsi sopra la coscienza, o dove se li trovi gli sa digerire insieme alle altre pietanze, a vespro cos?? pel fresco si avvi?? lemme lemme al palazzo di Silla Savello; la famiglia lo accolse come uomo dal quale, s'era da sperarsi poco, bisognava temere moltissimo; un fante, da lui richiesto, salendo le scale a tre scalini per volta and?? ad avvertire la Marchesa se le piacesse accoglierlo o no (che allora si costumava senza tanti arzigogoli cos??, giudicando pericoloso avvezzare i servi alla ipocrisia ed alla menzogna): torn?? a dire che si accomodasse, la signora vedrebbe volentieri il suo padre Migali: quel suo dolcemente detto, e la mirabile celerit?? del giovane persuasero il padre a guardare il [80] giovane di sghimbescio, e vistolo leggiadro gli sorrise blando, lo accarezz?? pel mento confortandolo di andare a confessarsi da lui che gli avrebbe donato un abitino. Venuto al cospetto della nobile matrona, molti furono hinc et inde i discorsi per accostarsi mano a mano all'argomento; cos?? lessi gi??, il pesce spada, e il pesce cane si girano e si rigirano dintorno, si abbassano, si alzano ingegnandosi di essere i primi a dare l'uno all'altro o colpo di spada o zannata. Gi?? con molta arte schermendosi gl'interlocutori nostri erano venuti a mezza spada, sicch?? il padre Migali stringendo diceva:

??? Clarissima donna Clelia, io confido nella sua insigne benevolenza, che mi vorr?? compatire se proprio in vista di salvare un'anima dalla perdizione io mi attento proporle le nozze della divina sua figliuola donna Geltruda...

??? Reverendo, chi conosce come me, e pregia la solenne prudenza vostra, non pu?? astenersi da giubbilare, pensando avere in voi un consigliere fedele ed un amico parziale. Dite franco...

[81] ??? Potrei, madonna, a mo' dei ciurmatori narrarvi monti e mari del gentiluomo ch'io vi propongo; il santo timore di Dio, la grazia del Papa, la prestanza della persona, lo aspetto leggiadro, le maniere accorte, il tratto cortese che l'anima ti piglia con soavi catene, il parlare concettoso, il sovrumano coraggio, la nobilt??, le ricchezze, la devozione per tutta la casa vostra, e per voi peculiarmente, ma io inesperto di simili negoziati mi taccio, sebbene tutti questi pregi concorrano, e copiosissimi, nel gentiluomo di cui ?? discorso: mi basti annunziarvene il nome.

??? Ed ???

??? Voi lo conoscete, il cavaliere Paolo Pelliccioni.

??? Il cavaliere Paolo Pelliccioni, ripet?? la Marchesa come l'eco, senza maraviglia, del pari che senza cruccio n?? affetto; a mo' di materia da meditare; nella stessa guisa, che un pittore si pone dinanzi una tela da dipingere, o lo scultore un marmo da scolpire. ??? A questo esordio tenne dietro un silenzio non breve, per?? nemmeno lungo oltre il convenevole, e tuttavia [82] quasi mano strisciata su quanto ?? lunga la tastiera del gravicembalo, la marchesa Clelia prov?? tutti i suoni, gli aggrupp??, gli snod??, ed ogni cosa bene considerata deliber?? ributtare il partito: la superbia da principio in quel concerto prese le mosse dal cantino, e vie via procedendo, all'ultimo si pose a cavalcioni sul basso. Molto pi??, che la superbia (non so se lo abbia avvertito, caso che no supplisco adesso) nella composizione di donna Clelia ci era entrata per una met?? avvantaggiata del suo tutto; nel descrivere gente patrizia io aveva creduto, che la cosa andasse da s??, e si potesse omettere, come a mo' di esempio quando parli di Giudice parrebbe pleonasmo appiccargli dietro lo aggettivo, o lo epiteto di probo, di Prete il benigno, di Re il galantuomo: aggettivi tutti che compenetrando i sostantivi, ne fanno una sola e medesima cosa. Ho sentito dire, che il diavolo regala la superbia ai patrizi quando li battezzano se cristiani; quando li circoncidono se ebrei o turchi; chi la regali alle patrizie non saprei, perch?? diavolesse nel mondo di [83] l?? non so se ve ne abbiano; affermano che per godere un po' di pace in casa, i diavoli caccino le diavolesse nel mondo di qua, ma questo dicono le male lingue, e per?? non sono da credersi. Insomma la conclusione del lungo deliberare fu, non volerglielo concedere, e lo signific?? con le seguenti parole:

??? Gi?? tutto quello viene da voi si pu?? accettare a chiusi occhi; per me, reverendo, ho in voi tanta fede che se mi consigliaste a tirarmi gi?? dal balcone, mi ci butterei di rincorsa, sicurissima di provvedere alla mia prosperit?? spirituale, o temporale, sicch?? se io renda grazie col cuore dello studio che vi pigliate delle cose mie, lascio figurarlo a voi, ma Tuda ?? tenera troppo per le nozze.

??? Come tenera? Mi sembra all'opposto fatta, e proprio a tiro.

??? ?? tenerina, che io non so bene se Tuda arrivi od abbia compiti i quindici anni....

??? Oh! Clarissima donna Clelia, la signora Geltruda compisce i diciassette anni come saremo a Giugno, essendo nata nel [84] 1572 la vigilia del Corpus Domini, alle ore quattro e minuti ventisei di mattino; fu levata al sacro fonte....

??? Guardate un po' come passa il tempo!

??? S?? signora:

??Il tempo passa e non si arresta un'ora

??E la morte vien dietro a gran giornate

come cant?? il reverendo canonico messere Francesco Petrarca.

??? E non dimanco mi sembra tenerella.

??? E pu?? parerle, perch?? la tenerezza materna ?? infinita quanto la misericordia di Dio o gi?? di l??, ma la signoria vostra non ignora di certo come per le nostre leggi romane le fanciulle compiti gli undici anni sieno reputate....

??? Eh! padre mio, le leggi fate voi altri uomini per le vostre comodit??, se fossero consultate anco le donne....

??? Voi almanco, clarissima signora, non sareste di avviso contrario, conciossiach?? vi maritaste di quindici anni, tre mesi, e quattordici giorni giusti come si ricava dalla fede del matrimonio del d??....

??? Altri tempi, reverendo, altri tempi, [85] voi sentite ogni d?? movere lamento come la generazione umana vada di anno in anno tralignando, e per essere giusti bisogna confessare il lamento pur troppo vero; un d?? ci potevamo considerare fatte a quindici anni, oggi sono le fanciulle teneruccie a diciassette.

??? Io porto fede che la vostra signoria vorr?? mutare sentenza quando consideri, che vergini di dieci, ed anco di meno anni, si rendono quotidianamente spose del nostro buon Ges??.

Le metafore, i traslati, e i tropi presso gli scrittori o vuoi poeti, o vuoi prosatori, quando anco ne abusino, ti gioconderanno grotteschi, immani ti disgusteranno, o sgangherati ti faranno strabiliare. Certo alla umanit?? importa poco che il Marini chiami l'Etna

??..... arciprete dei monti

??Che in cotta bianca al cielo offre gl'incensi;

e sorrideranno di cuore alle immagini dell'altro seicentista che avendo a descrivere la Maria Maddalena, la quale piangente [86] asciugava co' biondi capelli i piedi del Redentore, cos?? ebbe a dire:

??Se il crine ?? un Tago, e son due soli i lumi,

??Non vide mai maggior prodigio il cielo.

??Bagnar co' soli ed asciugar co' fiumi!

E chi legge caver?? argomento festoso da quest'altra metafora. Su certo dramma un personaggio, dopo avere chiamata scoglio la figlia del re, mira com'ella per levarsi questo uggioso dal lato pigli il partito di fuggire: ond'egli correndole dietro tale la rampogna:

??E se scoglio tu sei perch?? mi fuggi?

E la figliuola del re di rimando:

??E se scoglio sono io perch?? m'insegui?

Ma Dio ci guardi dalle metafore quando elleno cascano in mano ai preti, che allora vedrai tramutarsi in opere di ferocia inaudita. Siccome io scrivo per dilettare s??, ma ad un punto per istruire, n?? a scopo altro che questo per me si adopera l'arte del racconto, come a me non fie grave a scrivere, cos?? nol sia a cui legge vedere [87] riportati qui alcuni fatti cerniti per la storia immensa degli errori umani. Dalle parole gregge, lupi e pastore che sovente ricorrono negli Evangeli, i preti cavarono il diritto del Papa pastore di fare carne degli eretici lupi, e il Salmeron, gesuita, senza ambage ti spiattella: ??? ammazzare i lupi significa per lo appunto levare l'anima di corpo agli eretici[9]. Nella congiura delle polveri i congiurati proposero al padre Gametto il quesito se fosse lecito minare la torre del nemico, dove per avventura si trovasse chiuso qualche amico: il frate fagnone levando il pelo per aria rispose: potersi; donde i congiurati conchiusero non mettere ostacolo la coscienza a mandare a catafascio il palazzo di Westminster, per?? che da loro fosse battezzato col nome di Torre di Eresia. Nelle controversie fra la Curia romana ed Arrigo I re d'Inghilterra intorno al diritto delle investiture, pigliarono varii testi della Bibbia, dove si dice la Chiesa sposa di Cristo, e i Sacerdoti si affermano Dei per [88] abusare in istranissima guisa delle parole adulterio e sacrilegio; e peggio ancora appellando gli ecclesiastici, con la perversa intemperanza del linguaggio a loro consueta, assassini quelli che gli spogliavano dei benefizii, ne traevano per conseguenza, che si dovessero ammazzare per farsene merito presso a Dio. E poich?? Cristo, il quale impose a Pietro deponesse il coltello, aveva detto, che l'albero infecondo va reciso e buttato sul fuoco, il prete argomentando giudic??, che tanto pi?? ci si doveva gettare l'albero portatore di frutti maligni, di qui, nel nome santo di Cristo, e a gloria di Dio creatore, i preti (non dico jene per non ingiuriarle) nella sola Spagna, dalla istituzione del santo Officio alla sua abolizione, che fu lo spazio di trecentoventisette anni, arsero vivi 34,658 creature umane, 18,049 bruciarono in effigie, e 288,214 mandarono in galera. E qui fo punto ripetendo che Dio ci liberi da tutto ci?? ch'?? prete, massime poi alle metafore cascate in mano di loro.

Comecch?? l'ultima delle ragioni addotte dal padre Migali fosse la pi?? assurda, appunto [89] per cotesto maggiormente percosse donna Clelia: tra l'andare sposa a Ges??, e sposa al Pelliccioni, la discrepanza sarebbe stata grande anco nei casi ordinarii, immaginate un po' quale parr?? a noi, che sappiamo, quali panni vestisse costui; tuttavia risoluta a non cedere donna Clelia obiettava:

??? E poniamo eziandio, che io mettessi l'affare della tenerezza da parte, intorno alla nobilt?? del suo lignaggio io nulla so, ed in queste faccende bisogna ire innanzi col calzare di piombo.

??? Clarissima donna Clelia, che dite mai? Scusate, ma questa poi non ?? da pari vostro: voi per consueto s?? perita nei misteri delle famiglie romane, o non sapete voi, che la famiglia dei Pelliccioni nasce in linea diritta dallo imperatore Settimio Severo di cui l'arco si ammira qui dentro Roma?

??? Io ve lo confesso addirittura, reverendo, possa non vedere pi?? la faccia di Tuda se io ne ho mai inteso movere parola: per?? ci si ripara presto; mi dia le sue pergamene, o meglio mi consegni tutto [90] l'archivio, e quando avr?? veduto co' miei occhi, considerer??... penser??... gi?? in tutto, ma quando si tratta mantenere inalterata la purezza del sangue ??io sono un po' come San Tommaso.??

Ed il Gesuita pronto: ??? Per?? questa indagine menerebbe per le lunghe, e il santo Padre giunge per cos?? dire a tagliare la testa al toro quando fa il cavaliere Pelliccioni capitano delle milizie, e si prevede in breve gonfaloniere della Chiesa.

??? Sua Santit?? pu?? fare molte cose, anzi moltissime, nobilitare eziandio un uomo, non dargli illustri antenati.

??? Silenzio, per amore di Dio, donna Clelia, non vi scappino pi?? queste parole di bocca; se le venisse a risapere Sisto voi sareste spacciata ??? le figliuole di Cammilla la lavandaia forse non hanno mutato sangue? Se cos?? non fosse, e tale stimasse la comune degli uomini, donna Orsina Peretta sarebbe stata chiesta in isposa da Don Marcantonio Colonna principe di Sonnino, e di Manupelli, duca di Tagliacozzo e Paliano, marchese di Altezza, [91] conte di Albi, gran contestabile del regno di Napoli, e cavaliere del Tosone di oro? Don Michele pronipote di Sisto non salutano principe di Venetr??, marchese di Lamentana, e conte di Celano? La casa Colonna nobilissima tra tutte le famiglie della cristianit?? forse non si reput?? onorata di accordargli una delle sue principesse? E casa Orsina ebbe a schifo, o sollecit?? come grazia imparentarsi co' Peretti? ??? Guai a voi, donna Clelia, guai a voi se i vostri sensi sapesse papa Sisto, o pure ne sospettasse!

??? N?? voi certo glieli andrete a riferire, disse la Savella spaventata.

??? Certamente n?? a lui n?? ad altri, ma voi rammentatevi: che il Papa si ricus?? ad accordare le nozze della sua nepote con Don Federigo Savello, perch?? (cos?? almeno affermavano i cortigiani) conobbe, che la vostra casa aveva pi?? debiti che entrata, ed andava declinando di giorno in giorno.?????

Allora la donna pronta a pigliare la palla al balzo:

??? Pur troppo, esclam?? sospirando, la [92] nostra fortuna volge al basso, e noi abbisogniamo in grazia delle nozze acquistare facult?? di rifiorire al pristino splendore. ??? Ora quali le sostanze del cavaliere? Dal palazzo in fuori dove profuse scudi alla disperata (cosa che mi rende pensosa sopra il buon governo di lui) io so che il cavaliere Pelliccioni non possiede altro.

??? Corre comune la fama ch'egli possieda un'isola intera...

??? E sar??, ma nel mondo nuovo: ora mi capite, reverendo, io desidererei moltissimo, che possedesse almanco un ducato nel mondo vecchio.

??? E lo far??, anzi so che ha di presente parecchi trattati per le mani per acquistare o qui, o nel Regno, o in Lombardia non uno, bens?? parecchi principati e duchee.

??? Che sia benedetto; compri prima questi stati, e intanto ci penseremo su... e tastato il terreno vedremo se ed in quanto faccia ostacolo la tenera et?? della fanciulla.

??? E d??i col tenerume!... Quando vi assicuro io che il cavaliere Pelliccioni sta sul tocco e non tocco di comperare un [93] principato, mi potreste credere; conosco ottimamente che voi, clarissima signora, siete bene disposta per questo gentiluomo; salute, leggiadria, et??, prosapia illustre, ricchezze, insomma ogni cosa desiderabile in egregio marito trovasi con stupenda copia in lui, questo ?? certo; ora a che pro rimandare la conchiusione alle calende greche? Dire al povero innamorato: aspetta, egli ?? crudele come rimandare chi ha fame al giorno dopo. Anco le anime del purgatorio vivono sicure di entrare quando che sia nella gloria eterna del paradiso, ma tuttavolta noi ci sbracciamo con suffragi ed orazioni ad abbreviare il termine della dolorosa aspettativa. ??? Io amore non conosco a prova, soggiunse il Gesuita sorridendo sottile ??? ma per quanto ne ho sentito dire, so che mette gli zolfanelli addosso ai suoi vassalli ... piet??, signora mia, piet?? del povero innamorato.

??? Avventurosi voi, che non conoscete le miserie delle nostre condizioni; credetemelo, reverendo, se si tira la somma delle gioie e dei dolori di quelli che vivono al secolo, tale che s'invidia vi farebbe piet??: [94] le cure della famiglia, il governo del patrimonio, la condotta dei mariti, la educazione dei figli, l'ansiet?? pel collocamento delle figlie ci gettano in angustie da non potersi descrivere. Vedete, noi abbiamo discorso molto; mi avevate convinto quasi, ed ora mi accorgo, che logorammo il nostro tempo invano....

??? Come? Perch??? Interrog?? a sua posta il Gesuita spaventato, non potendo immaginare con quale nuovo amminicolo sarebbe saltata fuori cotesta forte negoziatrice; e la sagace con balda voce:

??? Il cuore della fanciulla, reverendo, noi non lo consultammo; e sembra convenevole sapere il gusto della donzella dacch?? ella, non noi, ha da sposare il signor cavaliere Pelliccioni.?????

Il Gesuita non si aspettava questa parata; n?? l'aveva creduta, n?? la credeva adesso possibile; di fatti quasi sbalordito soggiunse:

??? Com'entra la signora Geltruda in questo? E qual bisogno ci ?? del suo consenso?

??? Non siamo mica ai tempi d'Iefette, [95] che i padri tagliavano la gola alle figliuole, e queste dicevano: grazie, egli ?? per sua carit??.

??? Se non sapessi di discorrere, qui adesso, proprio con la clarissima donna Clelia Savella, mi parrebbe trasecolare. Dove l'autorit?? paterna? A che ci troveremmo condotti noi con queste massime? Dunque da qui innanzi i figliuoli, i sottoposti faranno a loro modo? Il proprio libito irrazionale sempre, e quasi sempre pernicioso anteporranno al savio, e considerato dei genitori? La passione sostituita alla ragione, il talento al dovere? Donna Clelia! Donna Clelia! I figli, i sottoposti in mano ai padri e ai genitori hanno ad essere come un cadavere, perinde ac cadaver, come un bastone nelle mani del viandante; come una lima in quelle del fabbro.

??? Vi domando umilmente perdono, ma in questo sto ferma come la colonna traiana. Eh! non gli avete portati voi i figliuoli nove mesi nel seno, non voi partoriti in mezzo ai dolori, non allattati col vostro latte voi... Se i matrimoni riescono [96] a bene, il merito tocca al padre; se nascono guai, tutto si rovescia sul capo alle povere donne. Stava alla madre informarsi, a lei interrogare, e indovinare il segreto del cuore della figliuola; alla madre prendere odore delle voglie, dei costumi, dei gesti, e dei detti dello sposo. Se si mettono in tavola contentezze, alla madre ?? bazza se ci pu?? intingere il pane; se tribolazioni, la sua parte ?? per quattro, quando non l'abbia a trangugiarsele intere.

??? Ma qui non siamo al caso, distingue frequenter....

??? Io non distinguo.... senza il consenso della fanciulla, recisamente, assolutamente io non devo, non posso, n?? voglio consentire.?????

Il Gesuita trovato il terreno duro non ci volle rompere la vanga, e con giravolta maestra riprese con voce in bemolle:

??? Comunque possa questa vostra scrupolosa condescendenza parere soverchia, e tale da tirare a male esempio, non vorr?? ripigliarla io... duramente. Donna Clelia, pensateci su con la solita vostra prudenza; [97] mettetevi innanzi agli occhi la volont?? del Papa... il bene della figliuola, lo incremento della nobilissima vostra casa.... e poi consultate la signora Geltruda. Intanto addio, e mi raccomando alle vostre orazioni.

??? Alle mie? Che fragile appoggio trovereste in me indegnissima peccatrice! Con migliore fiducia di buon successo mi raccomando alle vostre.

??? Sia laudato Ges?? Cristo.

??? Sempre sia.?????

Donna Clelia rimase come spossata dalla discussione, e pi?? dal repentaglio in cui le pareva essersi messa. La vanit?? sua da un lato trovava argomento di trionfo dallo avere ridotto al verde di ragioni un solenne maestro in divinit?? quale si stimava il padre Migali, ma dall'altro sentiva l'amaro di essersi in certa guisa ribellata al suo confessore, e per via di sofismi ch'ella per la prima dannava per falsi e per esiziali; basta, ormai parola detta e sasso gittato non si possono tirare indietro, e il tempo dar?? consiglio.

Il padre Migali si partiva, certo un po' [98] confuso, ma pi?? che mai fermo a volerla spuntare; la confusione veniva dall'essersi figurata troppo facile la vittoria; per?? se di venirne a capo di punto in bianco non era riuscito, aveva riconosciuto la fortezza, e scoperto i punti deboli, onde poterla espugnare, i quali si riducevano a due, paura del Papa, e cupidit?? di averi; nel mentre che scendeva le scale distratto, allo svoltare nello androne urt?? di forza nel marchese Silla, il quale, secondo il suo costume, camminava con frettolosi passi come se dovesse andare a mettere i consoli in palazzo. Al dolore del cozzo ognuno di loro in cuor suo mand?? l'altro all'inferno, e stette a un pelo di traboccare in male parole; ma quando levato il viso si riconobbero, il Gesuita, stese le mani, disse:

??? Oh! dulcissime rerum, caro, ma caro cento volte caro quel mio marchese Silla.

L'altro, tastandosi il corno che il Gesuita gli aveva fatto nella fronte, rispose:

??? Amatissimo in Christo frater, va bene che voi vi sprofondiate a salire presto le scale del paradiso, ma bisognerebbe badaste pi?? a scendere quelle del mio palazzo, [99] e ci?? moltissimo per amore del vostro collo, ed anco un po' per amore della mia povera fronte

??Che nuovi allori ormai n?? merta o spera,??

come cant?? il Poeta.

??? Marchese Silla, soggiunse il Padre ridendogli pi?? degli occhi, che co' labbri: costituitevi in colpa; il peccatore siete voi; pensando ai fatti vostri io m'era svagato.

Il marchese naturalmente domandava il come, e il Padre trattolo gi?? sotto la scala, in luogo riposto, dopo essersi guardato sospettoso dintorno, gli espose, parte levando, e molti arabeschi aggiungendo di suo, il colloquio avuto con la marchesa Clelia; un capo di opera di stile loiolesco, a cui per dare degna conchiusione disse:

??? Capisco il mio torto; presento il rimprovero che sarete per farmi, e gi?? me lo sono mosso io: doveva volgermi a voi, che siete capo di casa, e non impacciarmi con le rocche e coi fusi, ma con voi altri non si sa che pesci pigliare, imperciocch?? la Marchesa ad ogni pi?? sospinto non [100] rifiniva di dire anco a cui non lo vuol sapere che padrona ?? lei, e quello si fa da lei ?? tutto ben fatto.

??? Non ?? vero niente; il padrone sono io.

??? Gli ?? ci?? che diceva a mia posta.

??? E mi par tempo di finirla, da farmi passare per uno zoccolo.

??? Su da pari vostro, chi pecora si fa il lupo se la mangia; mostrate i denti...

??? Nella ragazza ci ho la mia parte anch'io.

??? Cos?? almeno giova credere. La legge parla chiaro ??pater est quem justae nuptiae demonstrant;?? la ?? una presunzione, ma juris et de jure, che equivale alla verit??.

??? In casa mia comando io. Non gliela vuol dare, gliela dar??... gliela dar??...

??? Il cavaliere da splendido gentiluomo non intende vivere a spilluzzico... feste... balli... insomma bando alle malinconie....

??? Ma naturale... che colpa ho io se i peccati mortali troviamo, a lungo andare, pi?? gustosi dei sacramenti.

??? Uh! bocca d'inferno, ve ne avete a confessare, sapete?

??? Non mancher??, e di farne altres?? la [101] penitenza; ma voi, padre Migali, dovete convenire che tra una bella cortigiana sbucciata pur ora, e la ventennale consorte ci corre quanto la messa piana e la messa cantata...

??? Non ne voglio sentire pi??, altrimenti mi danno di rimbalzo, ??? e il Gesuita turandosi con le dita gli orecchi scappava via; giunto a qualche distanza aggiunse: ??? fatevi valere, v??! ricordatevi, che non per nulla vi chiamate Silla, e che il cavaliere ha promesso, dopo conchiuso il matrimonio, pagarvi mille ducati di pensione al mese.

??? Posticipata, o anticipata?

??? Anticipata, che diavolo! anticipata s'intende.

??? Bisognerebbe che di botto mi pagasse un'annata almeno.

??? Ne parleremo... aggiusteremo di corto i vostri desiderii... e questo il padre Migali disse a voce alta, poi aggiunse languido: ??? nel miglior modo possibile; ??? ma al marchese Silla non arrivarono scolpite che le prime parole, ond'egli tempestando saliva la scale di tratto in tratto ripetendo:

[102] ??? Non gliela vuol dare... oh! gliela dar??... gliela dar??.


Il marchese Silla entrato nello studio di donna Clelia ex abrupto come l'esordio della prima Catilinaria, la trov?? co' libri dell'amministrazione davanti facendo conti; levati appena gli occhi ella lo vide, e senza salutarlo torn?? a computare; ad ora ad ora postasi la penna fra le labbra la Marchesa contava, o riscontrava la puntualit?? del calcolo mettendosi uno dopo l'altro i diti sul naso. Il Marchese passeggia e gestisce come per mantenersi agitato il sangue, allo improvviso si ferma e dice:

??? Clarissima donna Clelia nostra consorte, siamo stati informati come un degno ecclesiastico, che noi onoriamo della nostra estimazione, venne qui a proporvi certo partito accettevolissimo per accasare la nostra figliuola Tuda; voi, signora consorte, commetteste colpa assai grave, e oltraggio del tutto riprovevole alla nostra autorit??, quando avocaste a voi simile negozio obliando, o sprezzando la nostra competenza.?????

[103] La Marchesa gli vibr?? una occhiata di scancio, e non aperse bocca; il Marchese con un po' meno di abbrivo continuava:

??? N?? qui si ferm?? la petulanza vostra, che presumeste farvi arbitra della bont?? del partito, e su due piedi, senza consultare noi, pater familiae, e per giunta della figliuola per presunzione juris et de jure, senza considerazione, come senza cortesia, lo ributtaste, e ci?? con iscapito grande, e sto per dire infamia del nostro credito. Ora se per natura di femmina ?? consueto, che dove si allenti un poco la briglia ella trasmodi, giudizio e decenza impongono all'uomo, richiamando le cose ai principii, tolga via gli umori viziati e ripigli la propria autorit??.?????

A questo punto la Marchesa torn?? a guardare il marito, e parve volere prorompere, ma tentennato il capo, riprese la penna e il conteggiare interrotto. Il Marchese tramontando sempre aggiunge:

??? Tutto qui a catafascio, manca il governo della casa, se ne oscura lo splendore, per miseria diventiamo contennendi; noi tenuti a stecchetto cos?? che diventiamo [104] favola della gente. Ora bisogna che per noi si rimandi il cercatore dei frati di San Giovanni di Dio, ora non possiamo sovvenire di pecunia il Camarlingo dei padri Agostiniani del riscatto; l'altro ieri vennero a sollecitarci invano di aiuto per la Confraternita di maritare donzelle; stamane il cuor nostro s'infranse di amarezza avendo a rifiutare pochi scudi, perch?? una misera peccatrice, ritrattasi dalla via della perdizione, su quella della salute s'incamminasse...

La Marchesa non pot?? pi?? stare ferma alle mosse, si lev?? silenziosa, ed appressatasi a certo stipo, l'aperse, ne cav?? fuori qualche oggetto, che chiuse nella mano; ci?? fatto volse il passo verso il marchese Silla (che omai si pentiva di essersi messo a quel cimento), e mostratagli una collana, la quale usavano in cotesti tempi portare i gentiluomini intorno al collo, gli favell??:

??? Per levare la donna dal peccato dategli questa vostra collana che per sottrarvi alla infamia ho riscattato stamani dalla cortigiana.

??? Clelia!... Marchesa!...

[105] ??? Se maritiamo Tuda noi restiamo quasi privi di sostentamento in casa.

??? A questo non aveva pensato...

??? Il Cavaliere per ora non possiede fondi, n?? acquist?? tanta autorit?? da poterci sovvenire con danari, o col credito in Corte. ??? Se vestite lui rimanete spogliato voi.

??? La ?? chiara come l'acqua.

??? Promesse ve ne far?? a cantara, ma poi come le soda? = Chi del suo si spodesta dagli un maglio su la testa!??=

??? Dagliene due. Mia cara, mia degna Clelia, voi siete la provvidenza di questa casa, voi misericordiosa, voi divina...

??? Che cosa diavolo fate?

??? Mi butto in ginocchio davanti a voi per ottenere l'assoluzione dei peccati.

??? Andate l??, pecorone.

??? Grazia vostra, Marchesa, grazia vostra.

??? Ed o vorreste dare Tuda a cotesto spiantato?

??? E come insisteva a spuntarla! Quel frate... frate

e per non dir di pi??, dir??... beato!

[106] Non l'avr?? di certo, dovessero mettermi in pezzi, non l'avr??; in casa mia comando io....


Quando la mattina di poi incontr?? il padre Migali che lo posteggiava, guardatolo di traverso gli grid??:

??? ?? inutile che gittiate il fiato; il vostro cavaliere non avr?? Tuda...

??? Come! Come!

??? Dovessero mettermi in pezzi non l'avr??, e non l'avr??, il padrone sono io... in casa mia comando io...

??? Voi siete un pecorone...

??? Questo me lo ha detto anco la signora Clelia, e con pi?? diritto di voi, ma il vostro Cavaliere non avr?? la Tuda... e non la pu?? avere; ??? e scapp?? via temendo non potere resistere alle esortazioni, o alle rampogne del frate.


Il padre Migali veramente non aveva creduto, che il Marchese gli fosse per dare ausilio d'importanza, ma tra aspettarci poco o veruno aiuto da una persona, e [107] trovarcela avversa per la vita la ?? faccenda che avventa; quindi il Gesuita stizzito s'inviper?? a rompere gli ostacoli: per la quale cosa ristrettosi col Pelliccioni presero a ventilare con lunga considerazione le vie per arrivare al fine proposto, e dopo avere stacciata per bene ogni cosa decisero, che la chiave della volta essendo il Cardinale da Montalto, a lui bisognava raccomandarsi, lui scaldare, e per lui sgararla.

??? Innanzi tratto, mi capite, figliuolo, ammoniva il Padre, bisogner?? guadagnarci amici intorno al Cardinale perch?? ci servano, e perch?? non ci disservano; la Corte qui fa per impresa chiave di oro e chiave di argento.

??? Ci aveva pensato.

??? Mi avanza il crederlo, tanto vi ho sperimentato previdente e sagace.

??? E sono ito pi?? oltre....

??? Voi camminate co' trampoli...

??? E gi?? mi resi parziali il segretario, il cameriere e il fratello della Marchesa...

??? Oh! badate alle frecce di san Sebastiano, che maestri arcatori sono qui in Roma.

[108] ??? Io li pago a raccolta; chi d?? subito, d?? due volte, e talora n?? anco tre bastano, che allora chi ha da farti servizio torna ad ogni po' sul chiedere. La speranza non presenta confine, o glielo d?? sempre largo il desiderio di chi spera; la ricompensa come limitata comparisce sempre minore dell'aspettativa anco quando l'avarizia del donante non la tosi; e poi voglia soddisfatta e stomaco sazio vogliono riposo. Al segretario ho promesso mezza annata della paga dell'ufficio che mi verr?? concesso, agli altri un quarto per uno.

??? Cavaliere, esclam?? il padre Migali gittando le braccia al collo di Paolo come uomo innamorato, rendetevi Gesuita: io metto pegno che diventerete Generale dell'Ordine.

??? Una cosa alla volta; ora vo' Tuda.


Il cardinale Alessandro, trafitto come un barbero con le perette in casa e fuori, prese il negozio a petto, e ragguagliato punto per punto di ogni cosa, instituita [109] sottile indagine di quanto giovasse, e di quanto o non giovava o noceva, un bel d?? salito in carrozza si rec?? al palazzo Savelli. ??? Batteva per appunto mezzogiorno quando pose il pi?? su la soglia del portone, e quinci invi?? due staffieri innanzi a s?? per annunziare la Marchesa Clelia della sua visita.

La Marchesa colta cos?? alla sprovvista rimase trasecolata; non sapeva se dovesse andare a incontrarlo in capo alla scala, ovvero sopra la soglia della stanza; se attenderlo di pi?? fermo dove si trovava, ovvero farlo aspettare tanto, che potesse mutare veste e mettersi a sedere sul seggio marchionale sotto il baldacchino. Intanto ch'ella avviluppandosi in mezzo tante ambagi non sapeva risolversi, fu sollevata la portiera della sala e comparve il cardinale Alessandro[10].

??? Ella rimase attonita, e visibilmente tramutossi in viso; il Cardinale non se ne accorse, o finse, e con leggiadra disinvoltura accostato alla Marchesa, assai cortesemente la salut??, ned ella, riavutasi tosto, si rimase addietro, ch?? manierosa era [110] molto, n?? disgradava il suo nobile lignaggio; e poich?? il Cardinale le aveva porto la mano, ella non ricus?? la sua, e si rimasero cos?? impalmati; anzi il Cardinale a disegno trattenne la destra di donna Clelia, la quale di tratto in tratto sogguardando, intanto che si alternavano le cerimonie, per ultimo, quasi forzato dalla contemplazione della sua bellezza, disse:

??? Signora Clelia, ce ne rallegriamo con voi; voi avete una mano da disgradarne Giunone...

E veramente appariva venusta; delle grazie antiche, avanzava questa una, a lei carissima come tavola di naufragio che le pendeva inevitabile sul capo, e se ne faceva onore come messere Amerigo del falco rimastogli in casa unico bene della passata fortuna: ella si compiacque della lode (qual donna non si compiace di essere lodata? E quale uomo altres?? pu?? resistere?), sorrise alquanto; come un crepuscolo di rossore le apparve sul sommo delle gote e si sent?? vie pi?? disposta ad ascoltare con diletto il Cardinale.

??? Signora Marchesa, questi rispose tenendole [111] sempre presa la mano; noi aborriamo per indole le rivolture di parole, le quali repugnano poi al procedere leale che vuolsi adoperare tra gentiluomini. La nobilt?? impone i suoi doveri, e non pochi... e per altra parte sarebbe tempo perso mettersi sul sottile con voi, che tutto il mondo conosce per la pi?? saputa e prudente matrona che viva in Roma...

La mano della Marchesa dava un paio di scosse elettriche a quella del Cardinale, che dopo breve pausa continu??:

??? Per la quale cosa senza tante ambagi noi vi diciamo espresso, che ci siamo mossi per negoziare con voi le nozze della clarissima donna Geltruda vostra figliuola...

Qui scoppi?? dalla destra della Marchesa un fascio di faville elettriche; e il Cardinale di seguito:

??? E per non tenervi in asso, vi diremo alla ricisa, che la chiediamo pel cavaliere Paolo Pelliccioni...

La mano di donna Clelia divent?? marmorea, ed anco su la faccia parve le passasse un'ombra, ma il Cardinale pronto a rincalzare.

[112] ??? Lo sappiamo, repugna alla vostra tenerezza materna maritare la fanciulla in et?? cos?? fresca; ma su questo pigliate conforto dallo esempio; donna Cammilla nostra nobilissima zia non ha dubitato di consentire andassero a nozze le sue figliuole, nostre cugine, in et?? non disforme da quella della vostra... e Sua Santit?? non ha trovato a ridire; all'opposto con prontezza approv??...

La mano riprese languida gli spiriti vitali: quanto a viso, donna Clelia pareva se lo fosse fatto di vetro: e il Cardinale prosegue:

??? Prima cura di nobil gente ?? quella di avvisare con diligenza che l'inclito sangue non traligni, noi sappiamo che voi in questo procedete rigidi, e noi in fede di gentiluomo vi approviamo; potremo per?? dirvi, che ci hanno nel mondo contatti che nobilitano come ce ne ha altri i quali santificano; cos?? l'uomo chiamato dal Papa in cappella, o fatto sedere alla propria mensa, o tenuto al sacro fonte, di sua natura diventa nobile; ma comprendiamo come questo potrebbe non bastarvi, e quindi noi [113] ci proponiamo procurarci le prove della nobilt?? del cavaliere Pelliccioni, che noi insieme esamineremo a bello agio.?????

E la mano non diceva niente.

??? Rispetto a sostanze, noi considerando il magnifico palazzo quasi rifabbricato di pianta, la copia delle preziose masserizie radunatevi dentro, la famiglia, le livree, e i cavalli, non meno che il traino di vita superiore al consueto dei gentiluomini, e quasi principesco, dobbiamo giudicare che molte abbiano ad essere le ricchezze del cavaliere Pelliccioni; certo in Italia, per quanto conosciamo noi, non possiede feudi, ma egli dice, che non bisogna precipitare la vendita delle sue terre in America, e ci sembra non senza ragione...

E la mano era fredda.

??? Per??, messa da banda ogni altra aspettativa, l'ufficio che sta per conferirgli il Pontefice, unito alla dote... Che vi sentite Marchesa? M'inganno, o tremate?

??? Degnatevi continuare, illustrissimo; io patisco di brividi, ma passano subito.

??? Comprendiamo, Marchesa, comprendiamo; la dote pagata, casa vostra va a [114] trovarsi in angustie... Per??, madonna, parvi dovere essere noi cos?? poco studiosi della nobilt?? da pretendere che lignaggi illustri come il vostro decadano? Siamo usi a rispettare la nostra nobilt?? nell'altrui. Voi avete una lite in piedi??????

La mano della Marchesa proruppe un groppo di faville elettriche, e la ritrasse a s?? con veemenza per adoperarla nei gesti.

??? Pur troppo! Ella esclamava, e da quanti anni! Una voragine, uno abisso dei beni di casa Savella! Non bastando a sopperire alla spesa di sportule ai giudici, di onorarii agli avvocati, di mancie ai sollecitatori, famigli, cancellieri, cursori, apparitori, insomma un nuvolo di cavallette, ho alienato i miei beni parafernali, e manomesso la dote... il marchese Silla nabissa dall'altra parte... io mi affatico a rimontare il fiume, ma la corrente mi sopraff??, e ormai mi cascano le braccia... voi...

??? Noi abbiamo pensato a questo. Ordineremo vi spediscano la causa; i feudi che verrete a ricuperare buttano un quattordicimila scudi di entrata; amministrando [115] voi con la ordinaria prestanza vostra, di leggeri ne ricaverete diciotto e venti; la dote di donna Geltruda tra beni stabili e contanti va a diecimila e cinquecento scudi di rendita calcolato il decennio, dunque voi guadagnate un sette, o un dieci di mila scudi oltre la grazia di Sua Santit??.?????

Madonna Clelia pareva, ed era trasfigurata, il bel vermiglio di cui s'imporpora la vergine quando prima intende favellarsi di amore le giocondava le gote, gli occhi alacri e micanti come quelli che appunta il divino intelletto negli abissi della natura per iscoprire i suoi segreti o gli ha scoperti. Per soverchio gaudio non sapeva snodare parole; innanzi che parlasse l'era mestiero sfocare la intensit?? dello affetto; intanto ch'ella si sboglienta, concedetemi che in quattro battute io vi metta davanti una considerazione.

Ai tempi nostri si arriccerebbero le chiome per orrore ai sacerdoti della giustizia se alcuno si attentasse intimarli a pronunziare sentenze pro o contro la vita o la roba altrui; cos?? rispettando cotesta sacra religione loro non vi ha persona, la [116] quale ordini al giudice: spogliami questo, ammazzami quell'altro; mai no; solo nelle faccende criminali si procura inviare sul mattino i soldati convertiti in carnefici a finire quelli che liberissimamente i giudici a mezzod?? condannano, e nelle faccende del mio e del tuo i potenti osano raccomandare solo, che si affrettino a spedire il negozio. Certo il giudice interpretando, come veruno si ha da supporre che solleciti una trave a cascargli sul capo, o la mannaia sul collo, pronunzia la sentenza in pro del raccomandato; ma in questo qual colpa ci ha il potente? Il peccato ?? tutto dei giudici; errore di giudizio, non gi?? di cuore, che senza scarto quanti sono possiedono santissimo... e circa ad intelletto sappiamo come labile nei figli di Adamo: chi sta su la fossa piange il morto. A me piacerebbe vedere le porte dello inferno, e quelle dell'anima umana aperte a due sportelli, ma gli ?? voglia salvatica, almeno tale sentono i gesuiti e i moderati, i quali predicano che la decenza ?? la virt?? del vizio; non so se abbiano trovato essi l'aforismo, che la Ipocrisia [117] ?? omaggio della colpa alla virt??; se non lo trovarono essi meritavano averlo inventato. Basta a questa gente che il pudore abbia preso alloggio su la guancia destra, e la verecondia sopra la guancia sinistra, donde movendosi vengano a rinnovare su la punta del naso, come sopra l'altare della Ipocrisia, i divini connubii: in altra parte pudore e verecondia pesano e incomodano.

La Marchesa avendo pensato a quello che doveva rispondere favell??:

??? Illustrissimo, a me tocca ripetere ci?? che la sacerdotessa di Delfo ebbe a dire ad Alessandro Magno di cui portate degnamente il nome: figliuolo mio, voi siete invincibile.

Ecce ancilla Domini fiat voluntas Dei.

??? Adesso per?? avete a fare qualche cosa di pi?? in pro di queste nozze.

??? Quale, illustrissimo?

??? Condurre a consentirle anco il Marchese.

??? Contenta io, contenti tutti.

??? E pure vi ha chi ne dubita.

[118] ??? In casa qui, oltre il mio, non si conosce altro volere...


Il marchese Silla in quel mentre tornava a casa; inquieto e guardingo volgeva gli occhi intorno a s??, pauroso, che da qualche canto gli si avventasse addosso un creditore; ma creditori non incontr??, bens?? il perfidioso Gesuita, il quale pari al ragnatelo che dal suo buco si saetta addosso alla mosca, cadde su le spalle al Marchese quando meno l'attendeva, e:

??? Ma pensateci, illustrissimo signor Marchese, una seconda volta; gli ?? proprio un negozio di oro; mi stanno alle costole i Massimi, ma voi sapete quale e quanta la mia parzialit?? per la clarissima casa vostra....

??? Reverendo, lasciatemi in pace; io sono di ferro, io..., e saliva a due a due gli scalini per sottrarsi alla persecuzione; il Gesuita implacabile dietro anch'egli accavalciando con iscosci smisurati senza curare il pericolo di rompersi il naso su le [119] scale, impedito com'era dalla gonnella; e con lena affannata singhiozzava:

??? Affare di oro... me ne va il sangue a catinelle...

??? ?? inutile... potreste smovere innanzi l'obelisco di papa Sisto, che me...

??? Credete, Marchese... voi buttate la fortuna fuori di finestra...

??? Tanto meglio, qualcheduno la trover?? per la strada.

??? La clarissima... sembra... si spera... oro... oro... affare d'oro!

??? Che clarissima, o non clarissima, il padrone sono io: quante volte ve l'ho a cantare... le mie parole s'incidono da s?? nel porfido...

E giunto in capo di scala scappava, scappava come uno starnotto per sottrarsi al cane del cacciatore sotto le ale della madre. La starna madre era la moglie. Aperse l'uscio il Marchese, e sporse il capo mentre il Cardinale e la Marchesa alternavano fra loro i discorsi riferiti test??; n?? lo avvertirono punto, sprofondati com'erano nel negozio che gli occupava:

[120]


??? Vi domando perdono, Marchesa, ma vi ha chi ne dubita.

??? Non sanno quello che abbacano; il mio marito ha da fare a modo mio; chi si ribella guai! io punisco i recalcitranti a mo' di papa Sisto.

??? Grazia della ruota pel povero Marchese! Tanto ??, vi ripeto averci persona, che teme trovare intoppo nel marchese Silla; ei si ostina a sostenere, che i matrimoni in casa li vuole negoziare egli.

??? Il Marchese ?? un somaro....

??? Oh! somaro? non lo avrei mai creduto....

??? I figliuoli gli ho fatti io, non egli.

??? Su questo non troverete chi vi dia torto....

??? Noi (la Marchesa disse proprio noi) non possiamo senza amarezza sentire com'altri dubiti della nostra assoluta facolt?? di provvedere alla sorte dei nostri figliuoli.

??? Meglio cos??: noi abbiamo fede nel vostro valore. Roma, il sacro Collegio, e il Papa, in fede di gentiluomo, stanno a contemplare gli effetti della vostra virt??, [121] e gi?? gli odo applaudire, e dichiararvi degna degli onori del Campidoglio.?????

Detto questo il Cardinale si drizzava in pi?? ostentando certo suo fare pomposo, e pieno di dignit??: veramente la bella impresa aveva sostenuto costui; con menzogne, piaggerie, ingiustizie, e non si dice il peggio, era giunto a infatuare il cervello, e indurire il cuore di una meschina, la quale si atteggiava a gladiatore combattente contro la propria famiglia.


??? Se voi siete la madre...

La Marchesa e il Cardinale percossi di un tratto da queste parole si voltarono quasi atterriti, e videro la faccia scorrucciata del Marchese....

??? Se voi siete la madre, io sono il padre; se per voi sta la natura, per me sta la legge, ed io intendo e voglio maritare la figliuola a modo mio.

Il Cardinale faceva greppo, ed in suo cuore avrebbe desiderato trovarsi lungi di l?? sentendo imminente una procella coniugale [122] dove gli pareva la dignit?? sua scapiterebbe; e s'ingann??, impercioch?? la Marchesa non riottosa, ma blanda e pacata, tuttavolta sicura a mo' dei domatori di belve (e i lettori sanno che il Marchese Silla bestia forse era, non per?? belva), si accost?? al Marchese, e presolo per mano, lo trasse da parte. Che gli disse? Come lo incant??? Furono pi?? i cenni, che le parole, pure entrambi pochi. Il volto del Marchese si tramut??, quasi il sole, rotte le nuvole, allo improvviso lo avesse vestito di luce; e saltellante e festoso si rec?? a baciare le mani al Cardinale con parole burlescamente servili, professandosegli sviscerato e schiavo; per suo servizio si sarebbe fatto arrotare, squartare, attanagliare e mazzolare, con le altre varianti allo estremo supplizio, accettissime al Vicario di Ges?? Redentore. Certo anco la vilt?? opera i suoi miracoli, e sel sapeva il Cardinale, tuttavia superarono anco quello che ei sperava o temeva da questa miserissima fra le infermit?? umane. Ecco quello che vinse il Marchese.

??? Silla, noi siamo rovinati....

[123] ??? Clelia!

??? Tuda non possiamo pi?? tenere in casa; noi ormai siamo ridotti a vivere sopra la sua dote.

??? Dunque non maritiamola come avevamo stabilito.

??? Dunque maritiamola.

??? Io non capisco, Clelia.

??? Ecco; la dote di Tuda butta diecimila scudi di entrata.

??? Diecimilacinquecento.

??? Diecimilacinquecento. I beni che ci litighiamo co' Massimi di Santa Prassede si estimano capaci da quindici a ventimila scudi di rendita.

??? Sicuro! ed anco avvantaggiati.

??? Ora il Cardinale, se concediamo Tuda al cavaliere Pelliccioni, nobilissimo e ricchissimo gentiluomo, e in grazia di Sua Santit??, promette e si obbliga darci vinta la causa.

??? Oh! allora ?? un altro paio di maniche.

??? Il marchesino sar?? provveduto di ufficio da pari suo e non ci coster?? pi?? un baiocco.

[124] ??? Allora muta il caso.

??? E potremo rilevare lo splendore della casa nostra.

??? Allora ci?? aggrava notabilmente.

??? E alle tue spese, sebbene da vecchio matto, peccatore, e impenitente, procurer?? di provvedere...

??? Prima i debiti...

??? Prima i debiti.

??? Cio?? non prima, insieme, perch?? i creditori mi pungono peggio delle vespe.

??? E sommano questi debiti?

??? Io credo a una... die... a una do...oo...zzina di mila scudi.

??? Saranno anco venti, perch?? non conti Aronne ebreo.

??? Quello si pu?? far buttare nel Tevere....

??? Con Sisto in trono?

??? Gli si d?? un acconto, e per buttarlo nel Tevere si aspetta alla sede vacante.

??? Dunque Tuda ha da pigliare, o non ha da pigliare il cavaliere?

??? Come non l'ha da pigliare? Lo ha da pigliare benissimo. Eh! quando mi ci metto io, tu sai che non si scatta di un [125] pelo.... ??? tu sai che tale fu sempre il mio proponimento, eri stata tu, che mi avevi fatto mutare.

A questo modo fu conchiuso il matrimonio di Tuda. Napoleone soleva dire ??che il danaro ai nobili spiantati faceva ufficio di concime sopra le terre magre;?? ei s'ingannava; se la pecunia male acquistata vuolsi considerare per fimo, le palate di scudi su la nobile ciurma gli ?? letame sopra letame; piastriccio di vituperio vecchio col vituperio nuovo.

Per maggiore strazio la Marchesa commise al consorte con voce alta e solenne:

??? Ors?? Marchese, piacciavi andare pel Marchesino e condurlo qui, dacch?? come erede di casa la regola vuole sia informato di tutto, e pronunzi il proprio consenso: inoltre ci potrebbe somministrare qualche buon consiglio, essendo giovane di svegliato ingegno e di dottrina non comune.?????

Il Marchese and??, e la prima persona, che gli occorse aprendo l'uscio, fu il padre gesuita Migali piantato l?? per sentinella, il quale subito impronto ricominciava:

[126] ??? Mio riverito padrone colendissimo, per amore delle cinque piaghe di Ges?? pensateci bene.

??? A che ho io da pensare, mio carissimo?

??? Al matrimonio di donna Tuda... dolcissimo mio.

??? Io ci ho pensato, amabilissimo padre.

??? Dunque gliela volete dare, o non gliela volete dare?

??? Chi?

??? Donna Tuda al cavaliere Pelliccioni.

??? E chi gliel'ha negata?

??? Mi pareva....

??? Vi ?? parso male...

??? E pure avrei scommesso che vostra signoria illustrissima....

??? La vostra signoria reverendissima avrebbe perduto la scommessa.

??? Allora ci sar?? cascato equivoco (insinu?? il Gesuita, il quale avendo sbirciato cos?? di straforo la cappa rossa del Cardinale cominci?? ad accorgersi della ragia) ??? perch??....

??? O piuttosto gli anni vi resero le campane grosse.

[127] ??? Giusto! sar?? come dice lei signoria, colpa delle campane grosse.

??? Dacch?? se avessi detto no, proprio di no, voi sapete....

??? Ch'era pi?? agevole smovere l'obelisco di papa Sisto che voi....

??? Gi??, per lo appunto; quando dico una cosa....

??? La ?? come se fosse incisa nel porfido.

??? Io vado pel Marchesino nostro figliuolo: attendetemi un istante; in quattro salti ritorno; e se vi piace, e vi piacer?? di certo, v'introdurr?? in sala perch?? siate presente alla concessione di Tuda per legittima sposa al vostro Beniamino cavaliere Pelliccioni.

E s?? part??; il Gesuita gli sput?? dietro, a modino per??, ond'ei non se ne accorgesse, e poi chinata la faccia disse:

??? Signore! Questi dunque i successori degli antichi Romani? Valeva il pregio di salire tanto alto per avere poi a tracollare s?? basso.?????

Il marchese Silla si trattenne pi?? che non avrebbe voluto, perch?? ebbe a far lavare [128] le mani e il viso al figliuolo intento a lavorare mortaletti e razzi sua delizia: entr?? dondolando il capo come una zucca mossa dal vento; la imbecillit?? mettendogli le sue mani in capo per battezzarlo marchese gli aveva schiacciato la fronte, e fatti schizzare fuori gli occhi, la quale cosa riunita alla obesit?? precoce, e alla giogaia, gli davano proprio la fisonomia del bue. Baci?? la mano alla Marchesa, che non giunse a fargli capire, che doveva innanzi baciarla al Cardinale; a questo poich?? l'ebbe agguardato un pezzo volse un saluto melenso, per ultimo incatricchiate[11] le dita delle mani, tranne i pollici che girava uno intorno all'altro si butt?? l?? come cosa balorda: se non che la madre con mal piglio lo guard??, e acerbamente chiamatolo gli espose con parlare succinto quanto era avvenuto, interrogandolo del suo consenso. Il giovane che teneva lo spirito distratto altrove, forse al volo delle mosche copioso l?? dentro, quando la madre ebbe finito rispose:

[129] ??? Eh??????

La povera signora sudava acqua e sangue: temendo peggio, chiesta ed ottenuta licenza lo trasse da parte, e agguantatolo pel petto non senza squassarlo di tratto in tratto per farlo stare attento, lo rese capace di che si trattasse. La madre giungeva a mettere una notizia dentro cotesto nobile cervello a un dipresso come i nostri giandarmi mettono in prigione un borsaiolo. Quando le parve ammaestrato lo lasci?? ire, ed egli allora con le braccia tese lungo le coscie, a mo' degl'idoli egiziani, tutto di un fiato disse:

??? La signora Marchesa mia madre, ch'?? qui, mi ha detto, che devo dire liberamente di s??... e tacque.

??? Sul matrimonio proposto di mia sorella Tuda col cavaliere Paolo Pelliccioni ??? suggeriva donna Clelia.

??? Sul matrimonio proposto di mia sorella Tuda col cavaliere Paolo Pelliccioni ??? ripet?? il Marchesino.?????

Per poco la gravit?? cardinalizia non iscappava di mano al cardinale Alessandro, ma il Gesuita maligno, aggiungendo [130] alla carezza della mano la carezza della voce, diceva:

??? Bravo, Marchesino, bravo, da pari suo, lei non poteva fare di meglio. Donna Clelia, mi congratulo con voi; Marchese Silla, qui non ci entra miscuglio, gli ?? proprio vostro figliuolo nato e sputato.?????

Adesso toccava la volta a Tuda; non gi?? per assentire. Al consenso di lei, alla prova della nobilt?? di Paolo ora pensavano quanto al primo uomo, che piant?? carote: la era chiamata per udire stabilito il suo matrimonio, nella guisa che si legge la sentenza al condannato. La ud?? la donzella a occhi bassi, e scolorata in viso; poi lev?? la faccia e guard?? attorno vogliosa d'indovinare quali fossero le passioni che agitavano in quel momento le creature che le facevano corona; e fu come rassegnare i sette peccati mortali con la melensaggine per giunta: non profer?? parola, ma pens?? che Dio tiene luogo di padre e di madre, e rimase confortata nella fiducia, che la Provvidenza non la lascerebbe in abbandono: allora le tornarono il vermiglio su le guancie, il sorriso ai labbri, e:

[131] ??? Quello che hanno disposto di me, ella disse con atto leggiadro, i miei amorosi genitori, e questi prudentissimi personaggi che si pigliano sollecitudine di me inesperta fanciulla, senza dubbio ?? ben fatto. Se non trovo parole pi?? degne, non me lo appuntino a sconoscenza, bens?? al turbamento naturale a gentil donzella colta alla sprovvista da nuova cos?? improvvisa, n?? mi reputino zotica se tolgo da loro commiato per quietare la mia agitazione.?????

Da ogni lato scoppiarono altissimi encomii alla bella Tuda; e furono tanti da disgradarne le litanie della Madonna; sopra il suo capo versarono blandizie e carezze come fiori su quello della vittima prima di sacrificarla.

[134]

CAPITOLO XII.
La sorella Maria.

Tutti dunque erano contenti; il Papa e il Cardinale nepote, perch?? senza tirare fuori uno scudo si tenevano bene edificato il Pelliccioni da cui si ripromettevano mirabilia per la dispersione dei banditi; quanto ai meriti vecchi, Roma fissa alla utilit?? presente ed alla futura, della passata poco studio si piglia: ed ella respir?? sempre la ingratitudine come l'aria; per lei Giano cess?? non pure essere Dio, bens?? divenne demonio per infinite cause, massime per quella delle due faccie, una delle quali mira avanti, l'altra indietro. Roma addietro non mira mai; almanco per dare. Certo per via di simile aspetto i Massimi ne venivano a patire, ma oltrech?? la grandine su qualche campo bisogna che scoppii, dai Massimi l?? per l?? non ci era da temere, n?? da sperare nulla; capitando il caso di [135] avere a gratificarseli non mancava gente a cui fare la pelle; e fu pratica costante della Curia Romana colmare una fossa cavandone accanto un'altra. ??? Di Paolo non si parla n?? manco; in coteste sue nozze presentiva che lo avrebbero preceduto al talamo le Furie con la teda di Amore: avanti lo tirava il fato; vedeva rosso, se di sangue o di fiamme non bastava a distinguere; ma se sangue, non sempre il sangue di Abele grida vendetta al cospetto di Dio, e se fiamme, traverso al fuoco si salvarono parecchi, e senza miracolo. Al padre Migali sembrava toccare il cielo col dito, e siccome nella mente pertinace del Gesuita non ci ha superba altezza a cui non presuma giungere, e travagliando irrequieto non giunga, mulinava in cuor suo diventare confessore di Sisto decrepito, e allora che non avrebbe ardito o potuto egli, maneggiando a sua posta una volont?? di ferro accompagnata da una mente fatta per decrepitezza imbecille? Arridevano al marchese Silla l'accerto di commettere nuovi debiti, e con essi insanire nelle lascivie, prurigine inciprignita dalla vanit?? e dalla [136] impotenza senile; anco nella Siberia del cervello del Marchesino cos?? di scancio era penetrato un barlume di compiacimento; a modo suo per?? e a mille miglia lontano dai presagi materni, imperciocch?? mentre il cuore di donna Clelia esultava nella speranza di contemplare il suo portato capitano di gente eletta, magistrato supremo e gonfaloniere della Chiesa, pi?? modesto il Marchesino tripudia nell'estasi di lavorare una girandola grande come quella di San Pietro, di sonare le campane a doppio, di servire la messa, ed anco, ??? gaudio ineffabile! ??? egli medesimo cantarla.

??? Donna Clelia poi era fuori di s??; aveva gittato via la mantiglia, il collare, e per poco non ispogliava la veste e le gonnelle; soffiava, smaniava, non poteva quietare nella medesima posizione un momento; si asciugava il sudore; insomma un qualche Dio o un qualche Diavolo l'agitavano a modo di Pitia. Di un tratto agguantato di forza il braccio del marchese Silla, di qua e di l?? lo sbatacchia; poi fermatasi in secco con atteggiamento tragico esclama:

[137] ??? Vincemmo!

??? Chi abbiamo vinto? domanda il Marchese.

??? Mirate, noi li calchiamo sotto i piedi.

??? Clelia, sotto i nostri piedi io non ci vedo che mattoni, e pi?? i rotti che i sani....

??? Noi ci abbiamo i Massimi... Ah! l'ho sgarata alla fine;... non sentite, Silla, la contentezza ineffabile di pestare una volta chi ci tenne tanto tempo sotto i piedi?

??? Ma io non mi sono sentito pestare da alcuno... anzi con Fabio Massimi c'incontriamo spesso in geniali ritrovi, e con Gabriello talora giochiamo al lanzichenecco.

??? Gi?? per voi tutte le gioie, tutti gli affanni a me. A me vedermi comparire dinanzi, ogni volta io vado a messa, la odiata marchesa Lucrezia (e pare lo faccia a posta e lo fa di certo), e porgermi l'acqua santa con tale un sussiego, che se non fosse la reverenza del luogo sacro, la schiafferei, e con tale un sorriso che mi taglia la carne sottile come un vetro. A me sentirmi accanto, a pi?? dello altare [138] sotto la Madonna del Carmine, cotesta superba femmina intonare il Tantum ergo con voce squillante dove si sente chiara la iattanza: la patrona della cappella sono io! Tanto e tanto ho pregato, che la beata Vergine del Rosario mi ha esaudito..... una volta nella vita godr?? di mirarti umiliata..... abbasserai una volta gli occhi davanti a me..... orgogliosa..... superba....

??? Ma Clelia, non vi scarmanate; la marchesa Lucrezia tanto non ?? qui, e non vi pu?? ascoltare...

??? Va, Silla di gesso, prorompe la marchesa Clelia, e datagli una strappata, scaraventa il povero Marchese lontano da s??, e poi gli muove con la mano aperta incontro un passo: ??? voi avete rubato tutto quanto vi trovate addosso; avete rubato l'acqua del santo battesimo perch?? siete il peggior cristiano che io conosca... ??? Il Marchese dava indietro un passo, e la Marchesa ne spingeva un altro gridando sempre: ??? voi avete rubato il titolo di Marchese, perch?? un da poco pari a voi non visse mai al mondo. ??? Qui il Marchese un secondo passo indietro, e la [139] Marchesa un secondo passo avanti urlando tuttavia: ??? avete rubato il sangue perch?? non vi si squaglia all'ira, allo sdegno, all'odio, al disprezzo.?????

Il povero marchese Silla, cacciato di passo in passo, si era ridotto in un canto, e col?? pari al cervo inseguito, piegava il capo dandosi per vinto; n?? qui si arresterebbero i punti di paragone tra il nobile marito e il cervo anch'egli bestia nobile; al maggiore bisogno, mentre sgomento volge attorno lo sguardo mira prossimo un uscio aperto, e reputandolo grazia di Dio si rannicchia, si fa piccino, e rasentando lungo la parete sguscia dalla porta susurrando:

??? Che demonio di moglie!?????

Nel punto stesso donna Clelia esclamava:

??? Che imbecille di marito!?????

E avevano ragione tutti e due.

Quanto a Tuda non aveva ella dichiarato essere contenta? O almanco repugnanza suprema non oppose ella? E tanto bastava, anzi anche meno, conciossiach??, gi?? lo notammo, le donne contassero nulla allora e poco adesso; n?? a torto. Le donne [140] contrattavansi, e tuttavia contrattansi come giovenche in fiera; conchiuso il negozio il venditore mette la cavezza in mano al compratore, il quale te la mena al presepio o al macello, senza rimedio di vizii redibitori. Ch'?? la donna ond'abbia a consultarsi? Ella ?? la compagna alla vita dell'uomo, parte dei suoi dolori e delle sue gioie, madre dei suoi figliuoli, corona o vituperio della famiglia, contentezza o disperazione, angiolo o demonio; un nonnulla, vedete, ch'?? proprio inutile consultare. I matrimoni fatti senza amore duravano senza fedelt??, o si troncavano con morte sanguinosa; non sempre, ma ora qui ora l??, a spizzico, e quasi mai per rovello di amore tradito, o per ferocia di gelosia; le pi?? volte per puntiglio o per nobilea offesa, sicch?? ad armare la mano del marito pi?? ardenti i fratelli o i prossimi congiunti delle mogli infedeli. Dei tempi che descrivo esempi infelicemente illustri Isabella Orsina, Eleonora di Toledo, e la meno nota Violante Garlonica[12].

Ecco com'era Tuda contenta.

Fiduciosa nella Provvidenza ella la chiam?? [141] in suo soccorso, sicura che le avrebbe risposto pronta e fedele quasi un'eco; ma dal cielo non mosse consiglio, n?? angiolo; durante il giorno il sole continu?? ad irradiare immoto le vite e le morti, le colpe molte e le virt?? poche dei figliuoli degli uomini, nella notte le stelle e la luna non si rimasero da ridere un riso di demenza sopra le miserie della umanit??: Tuda stette sbigottita; in breve sent?? arruffarlesi lo intelletto e il cuore: per ultimo proruppe. Terribili sono le procelle delle anime che non provarono mai la sventura, appunto come nei climi fortunati l'uragano imperversa con violenza suprema. Guai al naviglio che incontra su i mari! Dopo averlo travolto sopra la superficie delle acque a modo di spuma, come spuma lo disperde, anime e corpi. Le immense foreste spariscono, e piante secolari e tronchi vanno in volta peggio che foglie, il male ?? sempre ministrato alla stregua del bene; avventurosi i miseri!

Perch?? la fronte di Niobe commuove cos?? profondo il tuo cuore? Certo cotesta curva ?? divina, ma altri simulacri la possiedono [142] stupenda pi?? di lei: ella ti commuove perch?? sublime di accusa e di minaccia contro la Forza onnipossente, davanti la quale uomini di bronzo piegano pari ai giunchi. La fronte di Tuda cos?? soave si volta in arco, che la Natura dopo averla piegata con le sue proprie mani, sembrava che contenta della opera vi avesse impresso un bacio, stella di gaiezza divina: adesso l'astro era impallidito; ombre succedevano ad ombre quasi nuvole traverso il disco della luna; e gli occhi suoi ella appuntava pugnaci contro il cielo, nel modo stesso che gli Sciti ci vibravano gli strali. Abbandonato il bel corpo, genuflessa, con le braccia pendenti e le mani intrecciate agitava pensieri turbinosi e molesti; tuttavia non definiti; di un tratto cantando con celere curva un uccello traversa e passa via; allora ella pens?? allo arcano potente che d?? all'uccello il volo, il canto, la libert?? dello spazio e lo studio del nido, e al cacciatore il piombo che gli tronca a un punto il volo, il canto e il dolce amore del nido; e pens?? eziandio alla vita non supplicata da lei, e concessa insieme [143] a tanta dote di giocondit?? con la insidia di fargliela scontare pi?? amara; le parvero, come sono, fisime di sacerdoti parabolani, la pazienza figlia dello impossibile convincimento, che quanto la Provvidenza manda ?? ordinato a fine di bene; imperciocch?? onde avviene che ci?? non si rimanga chiarito? E se il sacerdote contrappone essere lo umano intelletto imbecille, e senza presumere troppo, doversi stare contento al quia, ella rispondeva in cuor suo: e perch?? non dilatava il Creatore il mio spirito? Egli tagliava dalla pezza onde nessuno gli reggeva le mani per tenersi al largo. Da capo il prete la tambussava con parole inani: vuolci fede. E fede sia, rispondeva ella; dove la si compera? Non si vende, n?? si compra la fede. Dove dimora ella perch?? mi vi possa condurre in pellegrinaggio? Alberga in alto, allato a Dio, n?? con pi?? mortale si viaggia laggi??. Ma almeno dite con quali opere, con quali supplicazioni si acquista? Non valgono opere n?? preghiere, ?? grazia gratis data che scende dal cielo sopra cui lo aspetta meno, e sopra cui meno [144] la merita. Dio vi confonda, parabolani, che vi attentate ridurre a scienza l'assurdo. Quando cesserete, o nefari, giocare co' cervelli umani come se fossero aliossi. ??? E del vaneggiare lungo la conclusione era: meglio morire; l'anima mia ?? un atomo, per?? di diamante, che n?? anco la macina del fato vale a stritolare; aperta alla vita una porta, alla morte infinite; in questo, e in questo solo veramente misericordioso Dio.?????

Di siffatti pensieri parte usc?? dalle labbra di Tuda vestita di parole, altra no; questi che succedono ella favellava con voce piena d'inestimabile amarezza:

??? Maria; il sole arrivato a mezzogiorno da ogni lato ci avvampa co' suoi raggi, ?? tempo partirci di sotto agli arbori che non danno pi?? ombra; la sorgente qui non manda pi?? stilla, nel pozzo vuoto tu cali la secchia invano, vieni, portiamo altrove le nostre tende.?????

E Maria, che fin l?? troppo diversa dagl'importuni amici di Giobbe aveva tentato consolare Tuda col pio silenzio e l'aspetto benigno, rispondeva:

[145] ??? Tuda di poca fede, perch?? hai dubitato?

??? Non dubito, bens?? provo; fino a ieri tenuta cara quasi pupilla degli occhi, oggi con vicenda brutale mi si fa manifesto, come l'amor materno non proceda meco disforme all'amore del villano pel ciacco; lo ingrassa per ammazzarlo; custodita dianzi come una gioia ora buttata l?? per giunta, ad aggiustare la misura, a pareggiare la soma all'asino...

??? Qualche santo aiuter??...

??? Quando la madre ti abbandona, qual santo vuoi che pigli cura della povera figliuola? Ieri tutto si pesava alla bilancia dei diamanti, ogni cosa si speculava traverso la lente, oggi la propria utilit?? ha murato gli occhi e impietrito il cuore; l'odiato Pelliccioni non si pu?? nascondere per quanto si affatichi; come il lume della lanterna del ladro, comunque chiuso, vibra un raggio obliquamente sinistro; che importa questo? Il mostro acquist?? potenza di nocere e tanto basterebbe per gittargli nelle mascelle il pasto che chiede; ma il mostro, oltre la potenza [146] di nocere, possiede quella di giovare.... quale uomo, qual donna gli negher?? il miglior sangue, il pi?? puro, a patto che non sia il loro? ??? Maria, tu conosci meglio di me la virt?? delle erbe: domani fa con qualche pretesto di tornare a casa, la campagna va ingombra di aconito... se sempre sia stato cos??, ignoro; ma adesso per la campagna romana l'aconito cresce spontaneo e rigoglioso, il frumento va seminato; noi ne caveremo il liquore che concilia il sonno donde l'uomo si risveglia in grembo alla eternit??.

??? Tuda, riprese Maria, tu offendi il Signore mentre egli gi?? t'inviava il soccorso che deve consolare le tue tribolazioni.

??? E dov'?? questo soccorso?

??? Qui, in questa stanza, accanto a te.

??? Ma dove? dove?

??? Nel cuore della tua sorella; noi abbiamo bevuto la vita alla medesima sorgente, le nostre braccia strinsero insieme il medesimo collo, le nostre mani si cercavano sul medesimo seno; ora il seno della madre non vale quanto un altare [147] per giurarci amicizia? Siamo due nella carne, una nello spirito: io ti salver??.?????

E con parlare succinto le aperse l'animo suo; Tuda procurasse tirare le nozze per le lunghe; cause oneste occorrerne pi?? di venti; ad ogni modo pria mancherebbero alla primavera fiori, che a femmina pretesti, ella intanto s'industrierebbe acconciarsi in casa al Cavaliere, dove spiando sottilmente confidava venire a capo di qualche cosa capace a sturbare il negozio. Non difficile il compimento del disegno, imperciocch?? la natura le avesse dato forme pi?? atte a garzone, che a donzella, essendo robusta molto, di colore ulivigno, capello ruvido, e nelle sembianze adombrata di calugine: aggiungi certi bucherellamenti di vaiolo, i quali certo non le aveva condotto sul viso la mano delle grazie.

Mandarono pertanto le baldanzose giovani un famiglio in ghetto per Nataniele giudeo, che venne guardingo come la volpe, la quale cammina adagio con una zampa levata, e il muso di traverso, punta dall'agonia della rapina e dalla paura della insidia; gli commisero portasse vesti civili [148] da abbigliare di tutto punto Maria in condizione di villano, ma subito. L'ebreo cominci?? da mettere innanzi un monte di difficolt??; temeva esporsi a qualche fiero sbaraglio, gli confidassero a quale fine volessero adoperare cotesto travestimento, lo avrebbe tenuto in s??, non fatto trapelare a persona; non ci pensassero n?? meno. Maria tronc?? i fastidiosi sciolemi: se non voleva fornire le vesti, se ne andasse, n?? ciarpe, n?? ebrei mancavano a Roma; solo si pentiva non avere scelto Mordokai come lui ladro, ma meno sazievole di lui. Allora Nataniele buttati da parte gli arzigogoli si proferse prontissimo a soddisfarla, e Maria di riscontro: aspetterebbe un'ora; quella trascorsa manderebbe per Mordokai; non ne pass?? mezza che il giudeo torn?? con vesti che facevano piet??, pi?? toppe che panno, e pi?? rammendi che toppe; cominci?? a lodare. Maria a cui premeva che le fossero a quel modo misere, gli pose in mano sei scudi e gli accenn?? la porta perch?? uscisse. Il primo moto di Nataniele a contemplare sei scudi sbraciati l?? senza mercanteggiare per tal roba, che non ne [149] valeva mezzo, fu di maraviglia; quasi gli vennero le traveggole agli occhi; ma in meno che non balena, lo istinto ebreo ripigli?? il sopravvento, e lament?? i tempi tristi, il guadagno scarso, i grossi balzelli, e via via; sei scudi non pagargli n?? manco un bottone; le gentili donzelle mostrarsi poco sperte del pregio delle cose. Maria uggita dalla impronta ingordigia di costui lo abbracci?? pel petto esclamando:

??? Esci giudeo dalla sala, se non vuoi ch'io ti scaraventi gi?? dalla finestra.?????

E l'ebreo usc?? fregandosi le mani, giubilando in cuore suo per avere di un tratto ficcato nel terreno morbido la vanga, e tuttavia rabbioso di non averci potuto piantare anco il manico; allora gli ebrei cos??, oggi gli affermano mutati, e sar??; per?? non tutti n?? da per tutto. Pretensionosi si manifestano, e molto, sicch?? riescono fastidievoli e molesti; per poco che tu li tocchi levano rumore come se gli scorticassi; e si gettano a pancia all'aria facendo il morto: qual carit?? perseguitare i perseguitati? Oh! ormai corre il secolo che vi proviamo persecutori. Per me conosco [150] un luogo, dove la pi?? parte degli ebrei, della libert?? loro concessa si ?? fatta arme per ferire cui volle salutarli fratelli, e la ingratitudine si posero sul petto come i sacerdoti loro ci mettevano l'efod; Amaleciti e Amorrei perpetuamente i popoli in mezzo ai quali essi vivono a guisa dei tarli; e tutti noi estimano Egiziani per applicarci quel detestabile loro aforismo: il ladro che ruba al ladro non commette peccato. La pecunia risucchiata agli ospiti essi hanno profferta a tutte le tirannidi per saldare gli anelli della catena dei popoli; sarebbe vano negarlo, l'oro dei Rothscildi nocque alla umanit?? pi?? che il ferro dell'Austria; anzi questo non sarebbe stato se quello non era. Guai alla citt?? dove il giudeo prevale! In breve diventa una biscazza, dove la gente giuocando nabissa sostanza, morale e dignit?? umana; dinanzi ai macelli della avarizia, tu miri pendere dal gancio della mezza lira di ribasso, o di rialzo del debito pubblico i quarti sanguinosi della Patria e della Libert??. Per me, la Dio grazia, n?? aborro, n?? lodo chi preferisce tagliarsi il prepuzio a rovesciarsi [151] acqua sul capo; solo parmi la prima pratica cos?? dolorosa come barbara, e le religioni considero livree pi?? o meno barocche con le quali gli uomini universi servono un medesimo padrone; per?? non posso astenermi da considerare che il mosaismo al pari dello islamismo aduggino a mo' di selva selvaggia dove la filosofia non pota mai il morto, il troppo, e il vano, onde si faccia strada un raggio di umanit??. Fratelli hanno da essere i giudei, e sono, ma innanzi di accettarli liberamente nel consorzio di cittadini italiani, vuolsi avvertire che per loro Patria veramente si reputi la Italia, e la Libert?? amino come retaggio di tutti; assumano sensi di fratellanza dignitosa e verace; si purghino insomma della lebbra, che portarono di Palestina, e non per anco uscita loro dal sangue. Qui poi non si contrappongano i singoli casi, ch?? le eccezioni non ismentiscono la regola, e presso i maggiorenti ebrei, i pochi nati fra loro di mano prodi, o studiosi della buona filosofia si hanno in conto di folli o di empi. Nei luoghi pubblici vostri, sopra le pareti dei sinedrii, [152] nei soffitti delle case private ho letto, ed ho veduto sempre memorie o segni di abiezione servile, non mai, non mai segno o memoria di Libert??.


??? Sul fare della notte Anacleto, che fu uno dei pallafrenieri del Pelliccioni, andando alla scuderia per dare una occhiata ai cavalli vide qualche cosa stesa sopra il muricciolo accanto al portone, che mettendogli addosso un po' di sospetto lo persuase a procedere guardingo; distinguendo poi una forma umana, e parendogli che si movesse, domand?? con voce burbera:

??? Chi ?? l????????

Gli fu risposto blando:

??? Sono un povero garzone venuto da Frascati per accomodarmi al servizio di qualche famiglia, ma fino da stamani giro, e nessuno mi vuole: ho fame, ho sonno e poich?? la Provvidenza mi ha messo davanti questo poggiolo di pietra, mi ci sono sdraiato per riposarmi; alla fame la Provvidenza penser?? pi?? tardi.

[153] ??? E che cosa saresti buono a fare ne'? Un cavallo sapresti governarlo?

??? Magari! Anco due.?????

L'uomo non ?? mai tutto buono, e n?? manco tutto cattivo, e questo not?? troppo pi?? saputo maestro, che non sono io; e poi si aggiungeva il vanto, forse sincero, di sentirlo adatto a governare cavalli: per la quale cosa Anacleto un po' raddolcito soggiunse:

??? Veramente la Provvidenza nello sbracciarti un letto di pietra non ha peccato di prodigalit??; vieni dentro alla scuderia, domani ti prover??, e se ti troverai al caso ti terr?? meco: per ora il padrone ha troppe faccende pel capo, n?? mi darebbe retta; intanto ti accomoder?? nel fienile; non essere avaro di farti mangiare quotidianamente i materassi dalle bestie, perch?? ti saranno rinnovati al pi?? lungo il giorno dopo, e per una notte il legno proverai meno duro della pietra: quanto alle lenzuola se terrai le imposte della finestra aperte, te le somministrer?? la luna e sempre di bucato senza una tecca. Circa a pane per istasera non mi obbligo a nulla: domani ne avrai. [154] ma tanto a farne a meno tu ci eri accomodato: per acqua ci ?? il pozzo, e ci sono le secchie. Il partito potrebbe essere pi?? largo, ma cos?? com'?? a questa ora bruciata non mi sembra che lo avresti a disprezzare.

??? Anzi gli ?? grazia vostra, ed io mi butto nelle vostre braccia.?????

Queste parole disposero sempre meglio Anacleto, il quale aperta la scuderia, c'intromise il garzone, e parendogli che mal si reggesse in piedi lo interrog??:

??? Come ti chiami?

??? Mario.

??? Or be' Mario, va su per questa scala nel fienile e dormi; se stasera mi occorrer?? di tornare vedr?? di portarti da cena.

??? Dio ve ne render?? merito.?????

Sal?? la scala, e gittatosi gi?? di sfascio sul fieno, in un bacchio baleno il garzone prese a russare come ghiro; il che udendo Anacleto ebbe a dire:

??? A sonno panca, e a fame pane....

Acceso il lampione govern?? i cavalli, emp?? la mangiatoia di strame, stese le paglie perch?? giacessero ad agio, e queste [155] faccende conducendo, ora cantava, ed ora favellava co' cavalli, i quali non si rimanevano punto indietro dal rispondergli con tale inflessione di voce, e con discorso per modo lungo diversamente da far credere che essi intendessero, e che da lui fossero intesi.

Giusto nel punto in che Anacleto buttava in un canto la forca, si tira gi?? le maniche della camicia esclamando:

??? Anco questa ?? fatta, disse quegli che cacci?? in forno la moglie!?????

Ecco presentarsi sopra la soglia un uomo male in arnese, che si pone a gridare:

??? Ci ha persona qua dentro? O quell'uomo cost??, date retta....

??? Io me la intendo con chi cammina con quattro gambe, ed anco li tratto con la forca.....

??? Io non vo' sapere altro se qui sta di casa un Pelliccione, un Pelliccioni..... insomma un pezzo grosso, che circum circa si ha da chiamare cos???

??? E che negozi potete avere voi col cavaliere Pelliccioni...

??? Io? Dacch?? lo detti a balia sentii [156] nominarlo oggi.... mi hanno consegnato una lettera per portargli.

??? E chi ve la consegnava, e dove?

??? Ecco, io ve lo dico in quattro battute; voi avete a sapere, ch'io pesco anguille, e tinche se ne capita nello stagno di Nettuno; ora, state attento, andando alla pesca per iscorciare la via rasentai una casa dove corre voce, che ci si facciano sentire diavoli e dannati; per?? pensate se la gente tira alla larga: se io ci creda o no non vi star?? a dire; questo ?? sicuro ch'io allungava il passo; quando me lo aspetto meno mi parve, che mi chiamassero, non ci badai, e presi a correre; ma la voce da capo, e come chi prega: ??? fermatevi per amore di Dio. ??? Gli era chiaro che il Diavolo non poteva pregare per amore di Dio, volsi il capo indietro e non vidi nulla, lo sollevai e mi apparve alla finestra una gentildonna bella quasimente quanto il sole, o gi?? di l??. Ella mi accenn?? con la mano mi accostassi, ed io mi feci sotto alla finestra; quivi spendolandosi ella mi disse con voce sommessa: ??? uomo dabbene (si sa, quando i signori [157] hanno bisogno di noi, siamo tutti uomini dabbene, fatta la festa si leva l'alloro e diventiamo una manica di vassallacci) ??? dunque, uomo dabbene, per quanto amore portate alla Beatissima Vergine usatemi la carit?? di pigliare subito la via di Roma; cost?? cercate del palazzo del cavaliere Pelliccioni, e trovato che lo abbiate, consegnerete proprio nelle mani del cavaliere la lettera, che vi caler?? gi?? con un filo.... non pensate a male, che il cavaliere ?? mio marito... e per la vostra fatica vi dar?? uno scudo; se non basta, due.... ??? Oh! risposi io, di uno scudo ce n'?? anco troppo; gi?? la lettera, e lasciatevi servire. ??? La signora prima butt?? gli scudi, poi la lettera, ed io postami la via fra le gambe, sono venuto a Roma.

??? Ma le reti riportaste a casa? Diceste alla moglie, che venivate a Roma? Rammentaste il cavaliere Pelliccioni?

??? Non tornai: tanto Nunziata non mi aspetta a casa stanotte, e il tempo mi basta per ritrovarmi domani sul far del giorno a Nettuno; le reti appiattai nel canneto....

[158] ??? E qui a Roma diceste a persona, che portavate al cavaliere Pelliccioni lettere di sua moglie?

??? Io? No; domandai a parecchi del suo palazzo, e m'indicarono qui.

??? E v'indicarono bene, venite; il cavaliere sar?? in casa, o tarder?? poco a tornare, e anco da lui voi avrete la mancia che meritate.

??? Faremo a mezzo.

??? No davvero, la dev'essere tutta per voi....


Mario, che il lettore ormai ha compreso essere Maria, non aveva mai dormito: all'opposto spillando con le orecchie tese, e con le mani curve intorno a quelle raccogliendo ogni filo di voce ud?? senza perdere sillaba lo strano messaggio: le parve averne saputo anco di soverchio, sicch?? appena Anacleto e l'altro si furono allontanati, scese cauta tentando svignarsela, ma rinvenne chiusa la porta, e fu sventura: onde torn?? ad acquattarsi mulinando nella mente mille fantasie una pi?? terribile dell'altra. [159] Mentre cos?? smaniava ecco un rumore soffocato percoterla, indistinto e pure pauroso come di persone che contendano in lotta disperata, n?? sapeva distinguere se movesse da qualche sotterraneo, ovvero dalla stanza contigua divisa dal fienile mediante il muro maestro: le parve udire, e sent?? certo un grido; subito dopo silenzio; animosa ella era molto, e nondimanco prese a battere i denti per ribrezzo: la fronte le si bagn?? di freddo sudore.

Dopo qualche ora di agon??a ud?? aprire con precauzione la porta della stalla, e dalla nota voce riconobbe Anacleto, il quale di gi?? in fondo alla scala cominci?? a chiamare:

??? Mario! Mario!?????

Ed ella si astenne da rispondere: per converso finse russare, se non che l'altro replicava la chiamata ingrossando la voce, e inframettendovi qualche bestemmia; allora ella rispose come chi per forza ?? desto, e tuttora sonnacchioso sbadiglia:

??? Chi mi chiama? Che volete?

??? Vieni gi??... Dunque sei veramente al caso di sellare un cavallo?

[160] ??? Ma s??... ma s??....

??? Bada veh! Che se m'inganni ti stacco il capo come una ciliegia. Sellami dunque, e metti la briglia al Moro; tienlo pronto legato al colonnino; guarda ch'?? intero ed in ardenza perch?? si accosta maggio; l?? nell'armadio gli arnesi, fa presto e bene; in meno di un credo torno.


E se ne and??. Maria si accost?? al cavallo, e bene le valsero l'avvertimento di Anacleto, e la propria previdenza, imperciocch?? il cavallo o per malignit?? propria, o impermalito per la nuova persona, o per quale altra causa, s'ingegnasse percoterla sferrando calci di traverso o morderla alla spalla; un po' con le buone, e molto con le acerbe ne venne a capo la valorosa donzella, cos?? che lo trasse bardato fuori dalla posta e lo leg?? alla campanella del colonnino; ma quantunque e' si mostrasse meno tristo, pure non rifiniva mai di agitarsi trapassando con moto irrequieto ora da destra ed ora da sinistra, zappava [161] del pi?? il selciato, e annitriva potentemente; nella parte pi?? remota della stalla non meno smaniosa una cavalla inuzzoliva, e co' nitriti rispondeva. Ci?? avendo notato Maria si mise il dito su la fronte, e pens?? alquanto, poi come risoluta si appressa alla cavalla, e in meno che non balena anco quella arnesa[13]; ci?? fatto si reca alla porta, e ferma sopra la soglia [162] specola di qua e di l??; parendole sicuro il luogo, si attenta uscirne per esaminare meglio i dintorni; n?? and?? guari che le occorsero le macerie di certa casetta in ruina; erano il caso suo; tornando poi indietro, mentre leva gli occhi ormai ausati a scorgere tra le mezze tenebre delle notti d'Italia incontra la carrucola appesa al braccio di ferro sul finestrone del fienile; tratta fuori la cavalla la nascose dietro le macerie, e dopo averla assicurata bene con la cavezza le leg?? intorno al collo (insinuandoci dentro il muso di quella) un sacco con la biada: certo non per questo ella allontanava il pericolo, che in mal punto annitrendo venisse a scoprire la trama; ma adesso buttarsi in balia della fortuna era prudenza; inoltre risalita presto la scala si mise in cerca, sovvenuta dalla luce del lampione, della fune da tirare su i fasci del fieno e tosto l'ebbe trovata; ne fece gomitolo, e la nascose in parte dove poterla facilmente rinvenire anco al buio: tutto questo compito s'inginocchi?? levando le mani giunte, e gli occhi al cielo in atto di tale profonda supplicazione da spalancare [163] le porte del paradiso, fossero pure di bronzo: certo se non si esaudiscono lass?? siffatte preghiere surte da cuore cos?? generoso, a fine s?? retto, e con tanta speranza, sarebbe tempo perso per noi altri continuare le nostre.

Anacleto torn?? affannoso come chi teme avere tardato: esaminava il morso, la briglia, e le staffe al cavallo; trovando le cinghie un po' lente le stringeva in fretta; poi lo trasse fuori; spegnendo il lume, confort?? Maria a ricoricarsi; e dato un paio di giri alla chiave si allontan?? fischiando.

Maria lascia scorrere un quarto d'ora, forse anco meno, ch?? la impazienza le faceva parere il minuto un secolo: indi apre risoluta le imposte del finestrone del fienile; spendolandosi, agguantata al braccio di ferro introduce la fune nella carrucola lasciandola pendere da due parti; circonda le mani di cenci e di pelli di cui trova copia nella scuderia, e poi adagio adagio ora reggendosi da manca, e lasciandosi ire a destra, ed ora aggrappandosi a destra ed ammollando a mancina arriva senza una scorticatura gi?? in terra; di sbalzo [164] dietro alle macerie, di un lampo alla cavezza sostituisce la briglia, di un salto inforca la cavalla, e via.

Guardavansi allora, come si custodiscono adesso, le porte di Roma, anzi con diligenza maggiore; n?? alla Maria sarebbe riuscito passarle se non le venivano in aiuto la fortuna e l'audacia; per?? che avendo ella notato tra i gabellieri e i soldati qualche po' di agitazione, la quale stenta a quietarsi allorch?? seguita uno scompiglio inopinato e improvviso, s'inoltra franca e dice:

??? Apritemi tosto, che ho da raggiungere il mio signore cavaliere Pelliccioni.?????

E si appose con felice astuzia, essendosi per lo appunto poco innanzi presentato il cavaliere Pelliccioni, al quale ebbero aperto le porte senza pi?? che un suo semplice invito, correndo voce per tutta Roma come godesse il favore del Papa, e il Cardinal nepote lo estimasse assai: ma egli mostr?? un lascia passare amplissimo per s?? e per i suoi familiari, sicch?? se gliele spalancassero con un diluvio d'inchini non ?? da dirsi. Anco sopra [165] Maria scese il credito del Pelliccioni; e gli onesti gabellieri si recarono a scrupolo di trattenerla pure un momento da raggiungere il padrone. Uscita alla campagna Maria ignorava il cammino; peggio anco di questo dubitando seguire troppo da lontano, o troppo accosto al Pelliccioni, si peritava a sostare come a soffermarsi: a cavarla d'impaccio valse il nitrito del cavallo di Paolo, a cui subito tenne dietro quello della giumenta; e per questo modo argomentando la distanza giudic?? poterlo seguitare, senza dargli sospetto, a mezzo trotto. Paolo per??, sperto della via e premuroso di arrivare, cacciava a briglia sciolta il cavallo, onde Maria ne smarr?? la traccia. Giunta al luogo, che reput?? essere Nettuno, da per tutto silenzio e tenebre: quale la casa dove colui si fosse chiuso ignorava, e l'avesse saputo, rinvenirla notte tempo non che malagevole impossibile: ella vagava qua e l?? per la campagna mordendosi le labbra. All'improvviso vide da lontano tremolare un lume, e si avvi?? da cotesto lato, ma dopo molto cammino conobbe partirsi [166] da una casa rustica; prese ad aggirarsi per altra parte, senonch?? volta e rivolta si trov?? l??, donde prima si era partita o le parve; sfidata ormai di avere fatto i passi invano si pose per un sentiero nel proponimento di riaccostarsi bel bello a Roma; ma anco qui fece fallo che dallo affondare delle zampe della giumenta si accorse essersi impegnata sopra un terreno pantanoso; scendendo dubitava non potere risalire, inoltrandosi temeva sprofondare con la cavalla in qualche fitta: per la meno trista deliber?? rifare i passi, ma n?? anco questo le riusciva agevole, sicch?? parendole dopo scorso qualche tratto trovarsi sul sodo smont?? dandosi pace, ferma di aspettare all'alba per uscire di pelago.


Ma se non riesce a Maria trovare la casa di Paolo, e vedere quello che vi opera dentro, riesce a noi. Il Cavaliere, il quale possedeva le chiavi delle varie porte, da prima ripose il cavallo fumante per sudore nella stalla, poi s'intromise cauto nella [167] casa; girando gli occhi scorse lume in cucina, ed avviatosi cost?? rinvenne Renzo, che dormiva chinato il capo su le braccia dinanzi ad una tavola: lo percosse sopra la spalla e quegli desto allo improvviso mise un grido, guardando con occhi strabuzzati la figura comparsagli. Paolo posto il dito su la bocca gli ordin?? tacere:

??? Sono io, che temi poltrone?

??? Ah! mi sognava in questo punto, che il Diavolo mi portava via.

??? Quello che si differisce non si perde. La Marchesa dov'???

??? Nella sua stanza.

??? Levati, e sta di guardia accanto alla porta; per rumori che tu ascolti non aprire, non andartene, non moverti. Guai a te se manchi!?????

Si mise su per le scale; la prima sal?? difilato; alla seconda prese a battergli violentemente il cuore, e gli parve strano: si trattenne per ricomporsi in capo al pianerottolo, dove cavato il pugnale se lo nascose nella manica: per ultimo entr??. Buia la prima camera, e la seconda; dal foro del serrame alla terza usciva un filo di luce; [168] col?? dentro la Violante: aperse piano, e sporto il capo vide la donna genuflessa davanti la immagine della Madonna dei sette dolori. O Madonna, quante mai le tue devote! E grandi, anzi ineffabili furono i tuoi dolori, e nondimanco per molte infelici a dura prova non parvero troppi.

La povera Violante cos?? stava allora sprofondata nella preghiera, che non intese aprire l'uscio; in quel punto era immobile da sembrare cosa inanimata, per?? porgevano testimonio della smania che l'aveva fieramente commossa le vesti scinte, ed il volume dei capelli nerissimi sciolti gi?? su le spalle e pel volto.

Egli rimase fermo a mezza stanza con gli occhi chiusi e la mano stretta a pugno appoggiata alla fronte. Qualche demonio lo teneva certo per la catena al piede. Di tratto la Violante con un gran sospiro lev?? il capo, e forte squassandolo respinse i capelli dal volto su le spalle; aggiungendo poi a cotesto moto l'atto delle mani se gli spartisce meglio su la fronte, e se gli lega intorno alla nuca: magnifici capelli in verit??!

[169] Mentre ella getta per la stanza lo sguardo obliquo, parle vedere, e, Vergine benedetta! vede certo il suo sposo, il desiderato cuore del cuor suo. Su ritta, con le braccia tese come se fossero ale gli si avventa addosso, n?? potendo o volendo contenere la pienezza dello affetto lo abbraccia delirante, lo bacia pel volto, pei capelli, su gli occhi, e lo bagna di lacrime; egli, Paolo, sopraffatto non pu?? astenersi di cingerla col manco braccio al collo, col destro (nella manica del quale teneva nascosto il coltello) alla vita; e la guardava fisso fisso con isguardi taglienti; frattanto il coltello, caso fosse, od intenzione, gli era scivolato nella mano, e la mano posava sotto la sinistra spalla di lei, l?? dove sentiamo pulsare il cuore pi?? forte che dal seno. N?? il peggiore dei Demoni, no quanto ?? vero Dio, n?? il peggiore dei Demoni gli susurrava nell'orecchio: ??? su, spingi forte e improvviso; troncale a un tratto l'affanno e la vita: ti pigli carit?? della desolata!?????

Ma non pot??, egli se l'aspettava con la ingiuria su le labbra, il furore negli occhi; aveva fatto capitale su i rimproveri, [170] su le accuse, sopra le minaccie per infiammarsi il sangue, e inferocire: ??? anco se l'avesse trovata in bal??a del sonno... inerte... dal sonno alla morte cos?? lieve ?? il passo, che non gli sarebbe parso difficile con un po' di urto sospingervela... ma adesso cos?? umile, cos?? fiduciosa, cos?? ardente di amore sviscerato... tutto ci?? gli rompeva i disegni, sicch?? da prima sent?? sorgersi nella mente un contrasto non mai a quel modo provato, un'uggia, e da sezzo uno sfinimento ch'ebbe bisogno di appoggiarsi forte alla donna per non istramazzare; di subito si sciolse, e traballando verso la porta l'aperse e grid??:

??? Renzo! Presto, portami vino... presto Renzo!!! Renzo!?????

E Renzo smemorato port?? il fiasco senza bicchiere; ma Paolo non ci attese; abbracciatolo con ambe le mani bevve com'uomo cui martorii l'agonia della sete; lo restitu?? a mezzo scemo, e del cenno accommiat?? il famiglio. La Violante in silenzio si assettava sul lettuccio aspettandovi Paolo, che prese agitato a passeggiare su e gi?? per la stanza: la coscienza [171] gli dava noia come un dente guasto; nulla per?? di scomposto appariva in cotesti moti: anzi le belle membra e il portamento egregio venivano ad acquistare risalto, sicch?? la Violante ammirando si compiaceva nel suo segreto di s?? formoso marito: dalla sciolta andatura, dal maestoso incesso, dalle narici tremanti, dai capelli ventilati, dal guardo di fiamma, dal volto acceso nel vermiglio florido della giovanezza avresti detto che lo invasasse un Dio. Che maraviglia pertanto se il cuore della donna innamorata traboccasse di contentezza pigliando la via degli occhi e della bocca per isboglientirsi ad un punto con lacrime e sospiri? Ah! nel suo intelletto di cattolica Violante pensava ??? mi pare l'Arcangiolo Michele ??? il campione del paradiso.

Di repente Paolo sta crollando il capo, quasi dopo lunga ambage avesse deliberato il da farsi; e dice:

??? Voi mi avete desiderato?

??? Io? Io ti desidero sempre. Vinta dalla impazienza ti ho spedito un messo.

??? Qual messo? Io non lo vidi.

[172] ??? Come! Non ti fu consegnata una lettera?

??? Non so di lettera. Non avevate promesso aspettare? E chi spediste voi? Perch?? non venne Renzo?

??? Ricus?? obbedirmi: mi contese uscire.

??? E non prometteste voi di rimanervi in casa? Sopra la soglia, custode dell'obbligo vostro, non avevate posto la data fede?

??? ?? vero... ma e tu perch?? ci mettesti il carceriere?

??? Egli ?? chiarito a prova, che non poteva starmi sicuro della vostra fede.

??? Perdona... oh! perdona. Se tu provassi... se tu immaginassi una minima parte dello spasimo di donna che sa l'amore suo esposto a pericoli mortali, e sente ogni minuto, ogni attimo fitto ed acuto entrarle nel cuore tormentandolo con l'ansiet??, con la paura, con infinite immaginazioni e tutte spaventose, tu non mi rampogneresti. A voi altri uomini la presenza del pericolo accende il sangue e ne scema l'apprensione; la lontananza a noi povere donne lo agghiaccia gittandoci in preda [173] alla truce fantasia: perch??... vedi... Paolo, non te ne insuperbire... io immensamente ti amo.

??? Voi mi amate?

??? Forse non lo sai quanto me, ed anco pi?? di me?

??? Certo, certo voi mi amate, e molto... come il pirata la fusta con la quale va in corso... come l'avaro il suo tesoro... o se volete meglio come la donna ama i pendenti ed i monili che valgono ad umiliare la disadorna rivale. ??? Non ci ha dubbio, io devo credere, io credo che mi amiate molto, imperciocch?? voi in me unicamente amiate voi stessa.

??? Paolo mio... che hai? Perch?? mi ti mostri cos?? acerbo? L'ultima volta che io ti vidi ti provai diverso. Se io ti avessi amato meno mi troverei ora qui? Tu sai qual fossi... Dio mi guardi da rinfacciartelo... oh! questo mai... solo lo ricordo per chiarirti, che a tutto quanto gli uomini costumano reputare beato sopra la terra io preferisco l'amore del mio Paolo.

??? Ed io, mirate, penso, che questo prodigio di amore lo deva....

[174] ??? A che, Paolo?

??? A un uscio chiuso.

??? Sicuro, l'uscio chiuso precipit?? gli eventi, ma ormai l'affetto di te cos?? mi si era radicato nell'anima, che n?? uomo, n?? Dio avrebbe potuto cavarmelo senza tirarsi dietro anco il cuore. Come siete strani voi altri... se una fanciulla incauta vi palesa la fiamma onde arde tutta, voi la stimate invereconda e per poco non la dite sfrontata; se poi s'ingegna nascondervela per pudore, e voi l'accusate d'insidia, d'ipocrisia, e peggio. L'ultimo passo della passione ?? la somma dei primi; e noi povere innamorate ci sentiamo padrone di non abbandonarci in balia dell'uomo che amiamo come chi si precipita da una torre intenda non percotere sul terreno. ??? Ma via, perch?? con rammarichi intempestivi cresceremo le nuvole di un cielo, che ci si mostrava anco troppo procelloso fin qui? Teniamo, caro Paolo, il bene che unico dipende da noi, che veruno pu?? rapirci se non lo buttiamo via da noi stessi, vo' dire quello di amarci sempre, e stringerci ogni giorno pi?? nei santi affetti di moglie e di marito....

[175] ??? E questo per lo appunto ?? quello che ormai non pu?? farsi....

La Violante rimase impietrita; aperse la bocca, ma non seppe profferire parola, e n?? manco ebbe pi?? bal??a di richiuderla.

??? Ormai non pu?? farsi ??? prosegue Paolo di foga avendo rotto il diaccio ??? la fortuna mi ha proceduto sempre nemica, e se la parola fortuna vi suona pagana, surrogatevi a vostra posta la provvidenza, ed anco addirittura Dio; s?? sempre Dio mi ha travolto nelle acque della amarezza, e dopo avermi vie via per istrazio ripescato co' ganci, adesso mi d?? il tuffo; che posso io contro la fortuna, la provvidenza, e Dio? A Napoli, voi lo sapete, non mi restava a fare moneta che l'anima; ma tante anime si danno al Diavolo gratis, ch'egli ai giorni nostri le rifiuterebbe anco per uno scudo la dozzina. Tornai a casa; e qui ho dato fondo ad ogni mio capitale... ed ai molti altri che avevano commesso alla mia fede amici e congiunti; n?? basta: a rilevare dalle ruine le case paterne ho tolto a usura grossa quantit?? di pecunia dagli ebrei, ora finch?? io era [176] in voce di favorito dal Papa, costoro mi stavano lontano come i lupi spaventati dal fuoco; adesso che mi sanno uscito di grazia, come lupi a fuoco spento, mi si avventano alla vita per divorarmi. La sconoscenza ?? l'ottavo sacramento qui in Roma; la prestezza con la quale fu condotta la impresa dei banditi porge argomento a dichiararla vulgare; la pericolosa astuzia insidia da masnadiero..... cenere.... insomma, cenere.... non pi?? uffici... non pi?? promessa di farmi restituire i feudi di famiglia usurpati... la porta per cui si penetrava in camera al Papa scomparve; ed io ne cercherei invano la traccia nella parete di granito; l'anima mia nella angosciosa aspettativa se ne andrebbe tutta in limatura: n?? basta tanto, che gi?? mi appiccano addosso la ruggine del sospetto, e susurrano me complice un d??, oggi traditore dei banditi. Bisogna partire, anzi fuggire; non impunemente concede le si renda servizio Roma, mi ridurr?? in Fiandra dove sotto oscuro nome mi colpir?? morte oscura, ovvero in America per diventare pasto dei cannibali o della febbre [177] gialla.... vedete, Violante, voi non potete seguitarmi in questa nuova vita piena di miserie....

??? Ahim?? trista! Sotto maligne stelle io venni al mondo. Certo molto per me mi duole, ma a cento doppi pi?? per te; n?? posso darti speranze che mancano a me: per?? la sventura non ci persuade a separarci; quando ne stringe insopportabile il sido troviamo refrigerio nello stringerci insieme: la mano di Dio ci preme abbastanza pesa sul capo, non l'aggraviamo da noi. Ti seguir?? Paolo, mi toser?? i capelli, orgoglio della mia giovinezza, piglier?? vesti maschili, imparer?? a governarti il cavallo... di un ragazzo ti far?? pure mestieri? In America ormai non vi ha pi?? luogo ai Cortez, n?? ai Pizzarro, tuttavia n?? manco vi ?? chiuso il campo a gesti onorati, n?? cost?? patiremo difetto di amici ed altres?? dello aiuto di parenti della mia famiglia... Paolo, se (e Dio nol voglia) ferito, chi ti medicher?? pi?? amoroso della tua Violante? Se infermo, chi ti veglier??? Chi ti porger?? da bere? Chi avr?? cura della tua vita come la tua Violante, a cui, [178] te morto, ogni causa di vivere vien meno? Paolo, ?? scritto: = quello che Dio ha congiunto l'uomo non separi.??=

??? Senti, Violante, soggiunge Paolo guardandosi attorno, e poi accostatosi a lei con voce sommessa riprese: io te lo confesser??, e tu lo tacerai, perch?? a tenerlo sepolto nel tuo seno ci trovi vantaggio quanto me..... il sospetto..... il sospetto non ?? mica vano....

??? Qual sospetto? Domandava la donna atterrita.

??? Non nacqui fango io: n?? hanno potuto percotere su me come sopra una pietra; dente per dente, occhio per occhio, anco Dio costumava cos??; tutti contro me, io contro tutti: essi tinsero il dito loro nel mio sangue, ed io mi sono lavato le mani nel sangue di loro... io... io.... fui capo di banditi.... il furto, il sacrilegio, l'omicidio sonarono le ore del vivere mio.... se ho potuto sottrarre cos?? a lungo questo capo alla mannaia, nasce dal credere che gi?? e' me lo abbiano mozzo; me reputano da molto tempo morto.... la terra da molto tempo mi tiene, sotto nome di Venanzio [179] Tombesi. ??? Separati pertanto quanto puoi pi?? quieta da me; torna a Napoli, e col?? chiusa in qualche monastero prega dai santi l'oblio... se non puoi l'oblio, la pazienza,... e se per me allora sepolto vorrai arrisicare una preghiera... mi rimetto in te... ho inteso dire, che le orazioni quando non approfittano al trapassato, tornano accresciute dalla grazia di Dio a consolare chi le disse....

La Violante da un pezzo si nascondeva la faccia con ambedue le mani, tra le dita delle quali si erano attortigliate alcune ciocche di capelli: ella rimase lungamente immota nel suo muto dolore, che o sdegnava o vinceva ogni via per cui si manifesta lo spasimo dell'anima umana: allorch?? poi le rimosse, miserabile a dirsi! le ciocche dei capelli le si staccarono, a mo' della peluria del fiore di papavero, che al soffio lieve del fanciullo vola via; i nepitelli infiammati cos?? colorivano le lacrime, che gli occhi pareva piangessero sangue; i muscoli contratti, come se un graffio le arroncigliasse il cervello, le avevano sconvolto la sembianza diventata [180] quasi selvatica; tinti in cenere i contorni degli occhi, i solchi delle narici, le labbra. N?? la testa della Niobe, e n?? anco quella della Madonna della Piet?? di Michelangelo possono a gran pezza porgerti idea di cotesto volto doloroso.

??? Signore, cominci?? la Violante con voce sommessa, io provo senza fine amaro il calice della mia passione, ma io me lo sono ministrato con le mie mani ed io lo bever??... intero. Al Cireneo non correva obbligo di sollevare la croce a Cristo, la moglie deve portare la croce del marito innocente o colpevole. Vergogna e dolore, io posso domarvi per ora come belve feroci, ??? quando avr?? portato il refrigerio di posare sopra il mio seno, a quel capo abbrustolito d'infamia, quando avr?? temperato con parole di speranza l'arsura di quel sangue febbrile pel terrore della morte vicina, quando avr?? unito la mia prece all'ultima sua, affinch?? la drizzi e la sorregga verso il cielo dove possa ottenere perdono dalla misericordia di Dio; quando tutto questo sar?? compito, allora e solo allora, vergogna e dolore, io mi confesso [181] vostra, e pi?? tosto mi sbranerete pi?? l'avr?? in grazia. Dio placato mi muter?? in tanta gloria lass?? quanto di obbrobrio mi tocc?? su la terra. Eroe o masnadiero, voi siete il mio marito, e quello che Dio ha congiunto l'uomo non separer??.

Sotto il cranio di Paolo imperversa adesso una procella quale forse non travolse mai intelletto di demonio; credeva avere a rompere uno spago, sbarazzarsi di una bassetta attortaglisi intorno alle gambe, ed ora sentiva a prova tenerlo una catena, che ad ogni strettone gli si faceva pi?? corta, e pi?? pesa; sbuffava di collera, stralunava le pupille smarrite, le goccie grosse di sudore, che di tratto in tratto gli grondavano gi?? dalla fronte a pari delle grosse stille di pioggia precorritrici della procella chiarivano, che ei stava in procinto di prorompere.

E proruppe, dacch?? con bestiale rabbia prese a gridare:

??? Che Dio! Che vincolo! Voi non foste mai mia moglie, n?? io mai vostro marito.

??? Oh! E l'altare, e il sacerdote, e il sacramento?

[182] ??? Mentito tutto; il sacerdote un bandito, banditi i testimoni: il vero parroco condotto lontano dalla parrocchia...

??? E le dispense, e il placito di Monsignore Arcivescovo?

??? False.

??? O Dio! E perch?? tanto strazio?

??? Eh! Tu volevi pigliare con le tue reti una duchea e un duca, io con le mie un marchesato ed una marchesa; e all'uno e all'altra si sono rotte le maglie.

??? Di'! quando mentisci, ora od allora?

??? Giudicalo da te....

??? Sta bene; dunque tu potente di giovanezza e di forza non hai repugnato abbindolare una fanciulla inesperta, ??? tu uomo di sangue sei sceso alle insidie, ai tradimenti, e alle frodi per tradire una povera innocente senza madre, ??? tu non hai abborrito vituperare in me la donna che ti ha generato, tu falco, io colomba: or via, la fanciulla inesperta, la povera donna, la debole creatura... senza aiuto altrui, come senza inganno, ecco come ti rende l'oltraggio....

E con quanto aveva di vigore nel braccio [183] a mano rovescia gli appicc?? uno schiaffo, aggiungendo con infinito disprezzo:

??? Piglia, marrano....?????

Subito dopo gli sput?? in faccia continuando:

??? Piglia, schiavo.?????

A mo' che il vento spalancando con impeto le finestre ti spegne di un attimo i lumi della stanza, la dignit?? di donna offesa, la tenerezza di sposa oltraggiata, il disprezzo, lo scherno strangolarono l'amore, e pi?? che mai veemente torn?? a divampare l'orgoglio spagnuolo attutito, non vinto. E mentre Paolo sottosopra per la novit?? dello insulto attende a forbirsi il volto con la manica, Violante risoluta si fa verso la porta; allora costui frettoloso le si para davanti, e le intima:

??? Addietro...

??? Addietro tu... schiavo.

??? E dove presumi andare?

??? Ai piedi santi del Papa.... perch?? mi faccia troncare un capo, questo capo il tuo.

??? Addietro ti dico, sciagurata, addietro...

[184] ??? E chi vorr?? impedirmi? Tu? E come?

??? Come? ??? Rispose il Pelliccioni occupando tutto il vano della porta, con le braccia sotto le ascelle, ed in suono cos?? pauroso di voce, che per parola non si potrebbe significare giammai. A questo punto la Violante inasprita, spumante per furore le labbra, con mano convulsa si cava di tasca il pugnale, dono sinistro del truce marito, e lo minaccia:

??? Tu me lo desti... ed io lo adopro.?????

E' sembra, che il sangue o l'anima del Pelliccioni avessero mestieri eccitamento per gittarsi in bal??a del demonio, imperciocch?? rannicchiatosi nelle membra e raccolte le forze, allo improvviso spicc?? un salto a guisa di gatto pardo; e l'aggavigna, poi attorcigliatisi alla mano i capelli di una tremenda strappata la scaraventa a rotolare sul terreno. O fosse la grande forza ch'ei ci mise, o le percosse morali, durate nella lunga agon??a nel cervello, avessero indebolito le radiche dei capelli, quanti il Pelliccioni ne abbranc??, tanti gliene rimasero in mano; e fu spettacolo da rabbrividire.

[185] Trafitta da angoscie, che superano la immaginazione umana, pesta nelle ossa, col capo spasimante come se le avessero strappato il cranio, la donna aiutandosi con le mani si lev?? su le ginocchia, e strascinandosi pel pavimento giunse ad avvitichiarsi alla gamba sinistra del Pelliccioni: ormai quello che si facesse ella non sapeva, balbutiva parole rotte... non preghiere, non minaccie, suoni di belva trafitta; agitandosi a caso ella venne ad agguantarsi ad una girattiera di velluto chermesino trapunta di perle, e ne strapp?? due ganci, sicch?? ella rimase cinta intorno alla gamba con uno. La Marchesa Clelia in iscambio dei doni nuziali, che magnifici present?? il Pelliccioni, tra gli altri arnesi gli aveva profferto cotesta legaccia, e dettogli averla trapunta a posta per lui la bella Tuda, e non era vero; ma il mondo vive di pane, e di menzogna, ed alla verit?? tocca scappare fuori dalla bugia, n?? pi?? n?? meno che il legume si sguscia dalla siliqua.

La vista di quel capo tanto mirabile dianzi per la copia dei capelli, adesso in [186] parte calvo come il cranio del decrepito, avrebbe cacciato il raccapriccio nel cuore pi?? duro: di fatti il Pelliccioni si rimase alquanto a considerarlo, e dopo breve spazio di tempo ripose il pugnale nella cintura, e dalla tasca delle brache cav?? fuori una pistola. Costui avendo pensato, che a scannarla di coltello troppo guazzo di sangue sariasi fatto per la stanza, deliber?? spacciarla di un picchio sul capo; e tosto pensato, tosto compito.... Io non racconter??, che n?? anco qui al perverso riusciva a forma dei suoi desiderii, imperciocch?? la misera resistesse non pure al primo, ma al terzo colpo, ed al quarto, onde in costui inviper?? il delirio dell'omicidio, e gi?? menava alla disperata come se battesse dentro il mortaio; il cranio schizz?? in ischeggie da ogni lato, il cervello si sparpagli??, larga vena di sangue allag?? il pavimento: e mentre egli era tutto molle di sudore e di sangue, il corpo miserabile della donna si dimenava convulso, con le gambe dava tratti, e le dita adagio adagio con moto sempre pi?? languido si stringevano e si allargavano.

[187] Il Pelliccioni forbito che ebbe il calcio della pistola grommoso di sangue ed impiastrato di cervello, se la ripose in tasca, e scese al piano terreno; quivi trovato Renzo gli disse:

??? Va su, leva i lenzuoli dal letto, e involtaci dentro la signora Violante, accendi quanti lumi pi?? sai, e spazzando con diligenza in ogni luogo raccogli ossa, cervello e capelli: poi lava e rilava il pavimento, per asciugarlo adoperaci semola che piglierai nella stalla; i panni sanguinosi, la granata, le ossa, il cervello, i capelli raccogli insieme, e formane un fardello, che legherai col corpo: quando sarai lesto chiamami, che ti dar?? una mano per portare ogni cosa allo stagno, e buttarla nell'acqua... Dov'?? il vino??????

Renzo gli porse il fiasco senza movere verbo, e quegli attese a votarlo. Votato ch'ei lo ebbe, mirandosi sempre Renzo dinanzi cruccioso gli domand??:

??? Perch?? non vai?

??? Ho paura.

??? Va su, poltrone..... o ti scanno come un castrato.

[188] ??? Ammazzatemi.

??? Dunque non vuoi andare?

??? Non posso, non me ne sento il coraggio.

??? No?

??? No.?????

Paolo stese la mano alla tasca delle brache; ma intanto che abbassava il braccio pens??: ??? lo stagno ?? lontano, e se costui non mi aiuta, la diventa faccenda seria; proviamo prima, saremo sempre a tempo, ??? e rialz?? la mano.

??? Far?? da me, ma tu non ti ricuserai a portare il fagotto allo stagno....

??? A patto, che veniate anco voi, e non la miri in viso.


Per quanta buona volont?? ci mettesse Paolo, non venne a capo di compire le diligenze che aveva commesso a Renzo; si sentiva rifinito, e capace di spargere due cotanti pi?? sangue, che non ne aveva la Violante nelle vene, ripugnava a lavarlo; cos?? abborracciando form?? una balla di quanto voleva fare scomparire, la strinse [189] in tre parti: finita l'opera nefaria, saliva Renzo, e si recava l'involto su le spalle dalla parte dei piedi, Paolo da capo. A rischiarare il sentiero Renzo portava un fanale; di studiare il passo non era il caso, che da per tutto regnano solitudine e silenzio. Senza ricambiare una parola fra loro, cupi, foschi come la notte in mezzo la quale procedevano, per sentieruzzi appena battuti arrivarono su la sponda dello stagno: quivi deposero il fardello: Paolo pi?? per abito di sospetto, che per essercene di bisogno si guard?? dintorno, e dopo preso un po' di fiato, disse:

??? Su, Renzo, agguanta pei piedi... cos??... adesso dondola... no... ti pigli un trabocco di sangue ??? no a quel modo... mettiti d'accordo con me... io conto fino a tre... al terzo lascia andare; uno... due... tre... gi??... ha fatto il tonfo! Mira un po' se niente sia rimasto a galla...

??? Mi pare....

??? Che cosa....

??? Un po' di bianco laggi??...

??? E' pare anco a me.... fa di cercarmi qualche sasso...

[190] ??? Bisogna andare lontano, che qui d'intorno ?? padule.

??? Va dove sai di trovarne....

??? Ho paura.

??? E tu resta, andr?? io.

??? Ho paura a restare solo... Ah! Madonna santissima... Santi del Paradiso! Sentite....

??? Che?

??? Oh! non sentite l??, l?? dietro coteste canne qualche cosa si muove.

??? Sar?? un cignale... aspetta ??? e cavata fuori la pistola la spar?? a cotesta volta; si ud?? un grido represso, e uno stormire di frasche, onde Paolo riprese: ??? e' pare ch'io lo abbia colto, hai tu sentito come grugniva? Bazza a chi tocca, se dimani lo cercherai, pu?? darsi che tu lo rinvenga quinci oltre morto.?????

Sassi non trovarono, bens?? cataste di legna; se ne caricarono sopra le spalle due pezzi per uno, e tornati sul luogo li gittarono l?? dove a Renzo pareva vedere bianco.

??? E ora, interroga Paolo dopoch?? gli ebbe gittati, ti apparisce pi?? altro?

[191] ??? Non vedo pi?? nulla.

??? Bene: adesso dunque andiamocene a dormire. Non ci ha visto persona.


Il giorno seguente, che aveva ad essere la vigilia delle nozze, Paolo, azzimato, olezzante di rari profumi, vispo, allegro come i raggi del sole di primavera si rec?? al palazzo Savelli, dove lo accolse il marchese Silla a braccia aperte, e gli disse: attendesse al fatto suo, apparecchiasse ogni cosa, le donne non potersi trovare; chi sa dov'erano? Sarebbe stato lo stesso, che tenere dietro ad una rondine. Fra confessori, sarti, crestaie pareva una Babele, un finimondo. Tutto fermo per domani, mandati gli inviti; sudare di gi?? i fuochi a cocere le vivande del festino; pronti i contratti, i notari, la dote in pecunia numerata. Comecch?? questo caso sembrasse un po' strano, fu nuvoletta di madreperla, che dondoli pel cielo sereno quasi per farne risaltare meglio l'azzurro smagliante; e poi anche a Paolo toccava compire un [192] mondo di faccende; rivide gli amici, pass?? dal Cardinale, a cui non pot?? favellare, perch?? ristretto a consiglio di Stato; e cos?? tra una cosa e l'altra si condusse all'ora del pranzo. Venuto vespro s'incammin?? al Ges?? per confessarsi al suo padre Migali, dacch?? corre adesso, e correva allora anco pi?? rigido l'obbligo a qualunque cattolico confessarsi prima di celebrare il matrimonio. Il padre Migali, alla vista del Pelliccioni, tanto non si pot?? dominare, che qualche segno di maraviglia non gli apparisse sopra la faccia, ma tuffando di subito il naso dentro la tabacchiera, e con la mano, intesa a cacciare su tabacco, coprendosi tutta una gota nascose cotesta ombra, che nata appena si dilegu??.

??? Sicuro ?? nelle regole confessarsi prima... e un uomo pio come voi non poteva mancare al debito... io vi aspettava... l'aveva detto giusto un momento fa qui a padre Ignazio... ?? vero? Ma le saranno le solite cose... bagattelle... bagattelle. Andiamo gi?? in chiesa....

??? Non potremmo rimanere qui secondo il solito?

[193] ??? Magari! Con tutto il cuore! Ma comincia a far caldo, e in chiesa staremo pi?? freschi.... e poi aspetto la visita del Generale... non ?? vero, padre Ignazio?... Ma la confessione innanzi a tutto; per?? quando giunga il Generale, padre Ignazio, voi presso lui mi scuserete: ora andiamo via figliuolo, andiamo in chiesa.?????

E cos?? secondo il solito il Gesuita cominci?? il discorso come se volesse contentare Paolo a rimanere in camera, e lo condusse spingendolo a confessarsi gi?? in chiesa.

Udita la confessione padre Migali esclamava:

??? Ma se lo diceva io! Le solite bagattelle, pensieri, omissioni... peccatucci veniali; di una gocciola di acqua benedetta ne avanza mezza a lavarli tutti... ecci altro figliuolo?

??? Ah! Pur troppo la coscienza mi mette a scrupolo la passione che mi arde accesissima per la mia sposa Tuda; temo non sia questo regolato amore; dubito che pi?? che la santit?? del matrimonio mi tiri il desiderio della carne, e la cupidit?? [194] della ricca dote si mescoli oltre il debito nella reverenza del sacramento.

??? Eh! circa a questo, dilettissimo mio, bisogna dire essere pi?? agevole confessarsi di simili tentazioni dopo venute, che impedire che le vengano. La spezieria della penitenza non ?? ricca di droghe come sai; digiuni, orazioni, elemosine, e siamo lesti. Ora importi digiunare nella vigilia delle nozze sarebbe come darti cavolo a merenda; alle orazioni non penso n?? manco perch?? le ti uscirebbero frastagliate di chi sa quali fantasie, e sarebbe un corri dietro perpetuo della immagine della Beata Vergine e di quella della marchesina Tuda. Resta la elemosina.... grande virt?? ?? questa della elemosina, la quale pu?? farsi cos?? a piede come a cavallo, cos?? di notte come di giorno, digiuni e dopo pranzo, innocenti o colpevoli, ?? sempre bene e sempre efficacemente....

Il frate mascagno s'ingegnava a pigliare la sua parte di pelle anco prima che la bestia si scorticasse.

[195]


Si sarebbe detto, che il sole presago di illuminare qualche gesto glorioso mettesse fuori i suoi raggi del d?? delle feste; l'aria dintorno spirava tepida quasi sospiro di petto innamorato, e con perpetua vicenda ti aliava a onde dintorno ora musicale pei suoni infiniti, che manda la immensit?? degli enti che nascono, o risuscitano; saluto misterioso della vita alla Natura, ??? ed ora profumata dagli effluvii delle piante, e dei fiori; ??? pel cielo si diffondeva un tenue vapore il quale invece d'offuscarne la magnificenza gli dava risalto, come la bellezza avvolta nei veli percuote pi?? potente i petti dei mortali; continua comecch?? inosservata pioveva sopra tutta la creazione una rugiada di esultanza e di sorriso. Paolo non conosceva parenti, o gli erano morti; ma quando mai ai fortunati mancarono parenti ed amici? Ora si vedevano spuntare a frotte pari agli avoltoi tirati dalle pi?? remote plaghe dell'orizzonte all'odore del carcame. Ne accorse un diluvio, parte col vestito solo accattato a nolo, col sorriso accattato tutti; ch?? ognuno [196] aveva procurato ridurre gl'inchini, le piaggerie e le profferte in amo, in gancio, o in forcina per agguantare secondo la ingordigia o ghiozzo o dentice in quel giorno facile di favori; per?? che anco i tristi quando si sentono contenti aprano la mano. Paolo ebbe avvertenza a radunare cavalli, perch?? la comitiva lo seguitasse incavallata, facendo a cotesto modo l'accompagnatura pi?? splendida; e bene gl'incolse, imperciocch?? oltre la met?? dei clienti venisse pedestre. Richiesti, con premurosa sollecitudine, gli prestarono cavalli gli Orsini, i Buoncompagni, i Falconieri, ed altri parecchi dei maggiorenti Romani, non gi?? perch?? gli si professassero amici, al contrario l'odiavano; tuttavia gli facevano servizio, e lo blandivano umilissimi, ch?? la fortuna spesso tira in alto il patrizio, e ce lo lega come alla gogna per rendere palese al popolo, quanto ei si meriti di essere travolto in fondo: da molto tempo tra noi sembra che il volgo nobile si affatichi arrampicarsi in cima unicamente per far venire la voglia di buttarlo di sotto.

La gente traeva a furia per vedere cos?? [197] magnifica cavalcata; ??? il falegname lasciata la sega in mezzo la tavola, e il calzolaro deposta la forma senza stringere il punto recavansi sopra lo sporto delle botteghe: alle finestre comparivano gremiti i capi delle fanciulle, a mo' di api che facciano gomitolo intorno alle ramelle di timo; e da ogni canto correva un dire ??? o lei beata! Le belle nozze che sono mai queste! Lo sposo pare un occhio di sole. La sposa li vince tutti e due, e non defalco un baiocco. ??? Ci furono persino alcune fanciulle le quali cavatisi le ghirlande di giacinti e di rannucoli dal capo, e i mazzolini di viole dal seno li gittarono sopra di Paolo, non mica per petulanza, bens?? per superchio di buon naturale, immaginando che, come bello, ei fosse caro e meritevole in tutto della felicit?? che lo aspettava. Tanto tesoro di affetto serba dentro di s?? il popolo, massime le fanciulle; che quando non hanno causa di amare la fingono; e prestano le virt?? a cui secondo loro avrebbe a possederle.

La maggiore frequenza del popolo chiariva [198] prossimo il palazzo Savello; di fatti, svoltato il canto, apparve anch'egli spirante una certa aria di festa: su i gradini disposti in ordine di ogni ragione famigli vestiti di sfoggiate livree, quale pi??, quale meno coperti di fiori. Era eziandio notabile una novit??, che i Trabanti[14] del Papa vi facevano la guardia, e nel cortile ve ne stava schierata una compagnia con il suo capitano alla testa: n?? questo sfugg?? a Paolo, ma dacch?? quegli gli rese con la spada il saluto militare, ed i soldati compirono il medesimo officio rizzando l'alabarda, egli pens?? il cardinale Alessandro, forse il Papa, inviarli per onorare maggiormente la solennit??. In capo scala lo aspettava il marchese Silla, che, secondo il solito, lo accolse a braccia aperte: quivi tanta la calca dei convitati, cos?? fitte e sonore le felicitazioni, che da ogni lato lo inondavano simili agli schizzi di acqua, lepido gioco nei giardini dei magnati, che Paolo non ebbe [199] luogo a distinguere da cui movessero, e scarrucolato di mano in mano, aggirato, intronato venne a cascare nella gran sala. Col?? pi?? che mai copia di fiori, in festoni pendenti dalle pareti, in mazzi dentro vasi preziosi, in lingua di profumo pareva che dicessero: ??? la vita ?? breve: che monta, purch?? deliziata di vaghezza e di odore? ??? E le mille candele di cui andavano guernite le lumiere di cristallo, ed i viticci sporgenti dalle pareti, a cui avesse potuto capire la loro favella davano avviso: ??? badate a fare quello che faremo noi; splendendo sul piacere ci consumiamo. ??? Da per tutto arazzi, broccatelli, e damaschi di magnificenza stupenda; in mezzo, una tavola coperta di tappeto di velluto vermiglio con larghe frange d'oro, e l?? sopra guantiere, candelieri, calamai ed altri arnesi di argento; in fondo della sala sovrapposto ad uno zoccolo un forziero di ferro.

Paolo guardandosi attorno non vide la donna desiderata, n?? la marchesa Clelia, n?? veruna altra femmina, onde il marchese Silla, quasi per prevenirne la domanda, gli bisbigli?? all'orecchio:

[200] ??? Bisogna rassegnarci, mio caro: adesso cominciano anco per voi le tribolazioni del santo matrimonio. Quante volte una gentildonna esce a farsi vedere, il suo abbigliamento ?? un lavoro; per una sposa poi, addirittura una fabbrica. Adesso tutte le congiunte e le amiche raccolte in sinedrio intorno alla sposa deliberano se una rosa deve premerle i capelli a destra, ovvero a sinistra; se abbia ad ornarsi di perle, ossivero di brillanti, separatamente, o di tutti insieme. Se alla Tuda non sovviene il consueto suo buon gusto, voi fate conto di vedervela apparire davanti spettacolosa come una fiera: ad ogni modo sarebbe proprio bazza, se di qui ad un'ora il maggiordomo ce ne annunziasse la presenza.

??? Aspetter??....

??? S?? caro, attendi,

??E mentre aspetti porgerai sommesso

??Refrigerio di pianto al cuore oppresso.

come dice il Poeta.

Paolo, dopo la fanciulla amata, si affrett?? con occhi bramosi a scoprire il [201] cardinale Alessandro, ma n?? anco questo gli venne fatto incontrare; per ventura il suo sguardo cadde sopra monsignore Ferdinando Taverna governatore di Roma, il quale pareva essersi condotto col?? in compagnia di una mano di compiti cavalieri: e nel punto stesso, come avviene, lo sguardo del Governatore cadde su lui; onde l'uno e l'altro furono presti a ricambiarsi ammicchi cortesi, e i pi?? gentili dei loro sorrisi: anzi il Governatore, seguito da parecchi, che alle vesti parevano notari, procur?? accostarsi a Paolo; questi da parte sua gli rammezz?? la strada, e per?? tosto si trovarono insieme: allora il Governatore prese a dirgli per commissione dell'illustrissimo cardinale di Montalto, che sul punto del mezzo d?? sarebbe venuto a levarlo per accompagnarlo al Ges??, dove si aveva a celebrare la cerimonia religiosa: se prima gli fosse riuscito sbrigarsi, non mancherebbe al debito, ma non ci aveva speranza essendo arrivati nella notte dispacci di Francia e di Spagna, e il Papa averlo chiamato in camera per negoziare insieme con gl'illustrissimi signori cardinali [202] Aldobrandino e Castagna: a fine di mettere a profitto il tempo, secondo il suo povero consiglio, gioverebbe leggere il contratto nuziale, e riscontrare la pecunia, dacch?? la dote fosse costituita non solo di beni stabili, ma altres?? di danaro numerato. Stava per rispondere Paolo, quando presogli il passo colui, che, a quanto pareva (giudicando dalla petulante familiarit?? di cui fanno prova i forensi) il principale dei notai, osserv??:

??? Monsignore....

??? Lasciate, che parli il Cavaliere....

??? Monsignore lasciatevi servire.... non m'interrompete... e' sarebbero tempo e fiato gittati via leggere i contratti... Alla Croce di Dio! gli ?? chiaro come l'acqua, che io odio tanto, e Monsignore mi figuro, che far?? lo stesso. Alla lettura come alla stipulazione del contratto hanno a trovarsi presenti i testimoni, e le parti, e qui non vedo l'illustrissimo Cardinale nepote, il quale fa da testimone, n?? la clarissima marchesa Tuda, la quale deve fare da sposa; questa omissione porterebbe nullit?? espressa; se manca la persona protesto, [203] non potere esercitare il mio mestiere... Voi, Monsignore, a questa ora l'avreste a sapere.?????

Il Governatore non pot?? trattenere i suoi labbri dallo aprirsi ad un sorriso, il quale per?? represse tosto ripiegandoli sotto i denti; subito dopo favell??:

??? Voi avete ragione... anco troppo ragione... sempre ragione.?????

Paolo appunt?? i suoi sguardi sul Notaio, del quale la fisonomia non parve giungergli nuova senza potersi per?? rammentare dove, in quale occasione gli fosse capitata dinanzi: si raccoglieva, ma non ne veniva a capo; il parruccone nero, gli occhiali come uno scudo di argento, e le vesti talari gl'imbrogliavano il cervello: quell'uomo a prima giunta gli era divenuto detestabile; se fosse dipeso da lui lo avrebbe fatto strozzare... ??? ed anco egli stesso con le sue mani strozzato dall'uno all'altro andava una corrente di strangolazione.

??? Per?? per ammazzare il tempo, potremo, anzi dovremo fare una cosa, riscontrare il danaro della dote ??? avvertiva il Notaio.

[204] ??? Io lo accetto per la somma che mi si annunzia....

??? E voi, illustrissimo signore Cavaliere, insisteva il dicace Tabellione, operereste da quel magnifico gentiluomo che siete; ma le faccende bisogna che procedano nelle regole: e quanto a voi transeat, ma i testimoni, che hanno a giurare, ed io che devo deferire loro il giuramento di avere veduto numerare la pecunia come potremmo farlo dove omettessimo simile solennit??? ??? O che credete voi, che sieno bericocuoli i giuramenti a casa nostra?

??? Ma io non venni qui a noverare moneta; per contare trentamila scudi non basterebbe da oggi a domani.

??? Con vostra grazia, illustrissimo, non ?? mica cos??. La pecunia consiste in tanti ducati d'oro in oro, divisi in sacchetti di mille ducati: adesso se ne piglia uno a caso e si annovera: posto che torni, si pesa; ci?? fatto si pesano anco gli altri, e se corrispondono nel peso, il riscontro non pu?? desiderarsi pi?? puntuale, sicch??, come vedete, in meno che non si canta il Miserere siamo lesti.

[205] ??? Ebbene, fate voi per me...

??? Ma che vi pare, illustrissimo, io non ci penso n?? anco! Prendere la chiave, introdurla nella serratura, aprire le casse noi altri forensi... gente di legge estimiamo, come veramente sono, atti domenicali; da dominus, padrone, che n?? ad altrui devono trasmettersi, n?? da altri possono surrogarsi. Ecco, che mi reco ad onoranza presentarvi la chiave, compiacetevi, illustrissimo, di compire il resto.?????

E tale favellando costui gli porgeva la chiave sopra una guantiera di argento. Paolo la prese, e si accost?? al forziere mutando tre passi o quattro per lo spazio della sala lasciato sgombro: sal?? su lo zoccolo, e messa dentro il foro la chiave, appena l'ebbe girata, non il solo sportello, come pareva che dovesse succedere, si volse su i mastietti, bens?? tutta la parte anteriore tenuta in bilico da perni nascosti si aperse irresistibile e grave dando acerba percossa nel petto a Paolo, che sbigottito fu sospinto indietro.

Intanto il forziere spalancato palesava...

Che mai? Perch?? terribile scoppia dintorno [206] un grido di orrore? ??? Il forziero spalancato mostr?? un miserabile cadavere ritto, di sangue sozzo e di fango, gli occhi cascanti gi?? sopra le gote, il cranio infranto come coppa di porcellana sbocconcellata; sporgeva ambe le mani, da una delle quali penzolava la legaccia di velluto cremesino trapunta di perle, e dall'altra un fascio di capelli.

Paolo barell?? per cadere, senonch?? lo accolse nelle sue braccia il Tabellione, il quale gli strill?? dentro gli orecchi:

??? N?? il matrimonio andr?? indietro per questo: io vi ho ammannita la sposa con la carrucola unta e la fune insaponata.?????

Il Pelliccioni volti gli occhi nel Notaio liberato dalla parrucca, dagli occhiali e dalla toga riconobbe maestro Gigolo, caporale dei dodici carnefici di Roma eletti da dodici diverse nazioni, delizia del papa Sisto V, ed ahim??! anco del senato e del popolo romano. Allora l'istinto di fiera riprese il sopravvento in Paolo che di una potente strappata sbatacchi?? il boia per la terra, ma i gentiluomini del Governatore di un tratto scopertisi sbirri, in meno [207] che non si dice amen, lo strinsero nelle braccia, legaronlo per le gambe, per la vita, per le mani, cos?? ch'ei non pot?? pi?? dare crollo; quando costui si conobbe perso, proruppe in un singulto, e pot?? dirsi grugnito, abbass?? la faccia sul seno, insensibile ormai a quanto gli si parlasse od operasse d'intorno.

Il Cardinale di Montalto facendo avvertire il Pelliccioni com'ei fosse ridotto a negoziare col Papa in compagnia dei Cardinali di San Pancrazio e di San Marcello non disse la verit??, e la bug??a n?? manco, imperciocch?? insieme veramente consultassero costoro non per?? sopra i dispacci di Spagna. Appena il Papa ebbe odore dell'essere di Paolo, tanto pi?? inviperito, quanto pi?? aveva fatto a fidanza, raccolti i rammentati personaggi, spediva ordini cautissimi, ma per veemenza procellosi, affinch?? si pigliassero informazioni. Nello stagno di Nettuno rinvennero il cadavere della donna; la villa era un mucchio di cenere tuttora fumante, sbraciandovi in mezzo scoprirono, tra le altre cose, parecchie ossa in parte arse: erano le ossa di [208] Renzo che Paolo aveva freddato sparandogli alla traditora la pistola alle spalle, essendogli costui caduto in mortale sospetto a cagione di talune parole ch'ei sfringuell?? in mal punto mentre tornavano a casa. Subito dopo l'arresto di Paolo, un nugolo di sbirri abbattutosi sopra il suo palazzo, vi fece una funata di quanti famigli capitarono l?? dentro. Sperimentati con qualche tratto di corda non ressero, e svesciarono ogni cosa; onde frugando in cantina, smosso alquanto il terreno, scoprirono il corpo del povero pescatore, anch'egli morto a palate sul capo. ??? Il Pelliccioni interrogato su la sera del giorno stesso in cui si avevano a fare le nozze, o sdegnasse salvarsi, ovvero, come credo piuttosto, reputando ogni tentativo vano, senza tormento confess?? partitamente ogni caso della scellerata sua vita. Allora il Papa e gli altri misero in deliberazione quello che avesse a praticarsi: quanto a processo caddero d'accordo a giudicarlo inutile, conciossiach??, messa da lato ogni altra avvertenza il Pelliccioni, sotto nome di Venanzio Tombesi, da parecchio tempo [209] fosse stato condannato, onde chiarita la medesimezza della persona non restava che legargli il capestro alla gola. ??? Pi?? lunga disamina ebbero intorno alla pubblicit?? del supplizio; a Sisto arrideva la idea di rizzare una dozzina di forche tutte in un picchio; meno avventato il Cardinale di San Marcello considerava come la plebe si appassioni mirabilmente pei condannati; massime se persone di conto, e giovani, e belli come appunto il Pelliccioni; onde per poco loro importi, il popolo li prosegua di rammarich??o e di lagrime: nella sua storta immaginativa gli estremi toccandosi, egli, sovente pi?? che non convenisse, i banditi tramutava in santi. Ogni condannato, quando ne ha voglia, allunga la scala della forca, e la muta in quella di Giacobbe, che tocca il paradiso; bene intesi per?? dopo avere servito a lui, al boia e al cappuccino. Il Cardinale di San Pancrazio rincalzava notando, che con la pubblicit?? del supplizio si sarebbe messo troppo campo a rumore con iscapito della riputazione di famiglie illustri pur troppo avviluppate in cotesto infelicissimo caso, [210] ed il fiorentino arguto a molte pi?? cose accennava tacendo, che non ne avesse avvertito parlando; sicch?? il Cardinale di Montalto, presa la mosca a volo, insisteva nel partito proposto dai suoi colleghi, per?? che dopo la poca prudenza da lui mostrata di ricevere in grazia il Pelliccioni, e i carichi gravi di punto in bianco affidatigli, gli sembrava che quanto meno se ne parlasse, pi?? si guadagnerebbe. Egli accusava s??, ma di straforo veniva a trafiggere anco il Papa, il quale finse non accorgersene; e guai a cui, se non fosse stato nipote, avesse ardito favellare a quel modo: nondimanco le considerazioni del cardinale Alessandro lo percossero, e subitaneo com'era a decidersi, disse, che ventilato il pro e il contro, le savie avvertenze del Cardinal di San Pancrazio davano il tratto alla bilancia: per?? il cavaliere Pelliccioni, e i suoi complici, nelle carceri di Tordinona si strangolassero, e ci?? in quella medesima notte da mastro Gigolo venne puntualmente eseguito.

[211]


Alla sagacia del leggitore faranno mestieri pochi cenni per chiarirlo come si fossero passate le cose; la povera Maria nascosa nel canneto scorse al barlume, e meglio sent?? le parole di Paolo e di Renzo, nonch?? il tonfo del cadavere della Violante nello stagno: essendosi mossa o per paura o per disagio cagion?? il rumore che spaventava Renzo, e la sua mala fortuna volle che la palla della pistola sparata da Paolo la colpisse nella parte carnosa dell'anca destra, e quella fuor fuora le trapassasse; pure le bast?? l'animo di tacersi, e quando lo strepito dei passi si fu allontanato stracci?? la camicia fasciandosi la ferita; n?? contenta di tanto, male reggendosi, si strascin?? sul luogo donde avevano lanciato il cadavere nello stagno: quivi sentendo alcuna cosa incespicarle il piede, china tentava con la mano il terreno, ove trov?? la girattiera di velluto chermesino trapunta di perle. Avvertiva test?? come la Violante nei moti estremi della sua vita vi si agguantasse, schiantandone due gancetti: rimasta attaccata ad uno, questo non resse al rigonfiare dei muscoli [212] della gamba di Paolo, nello sforzo ch'ei fece per balestrare il corpo di Violante nell'acqua; parve averne abbastanza, ed a stento ridottasi al solito nascondiglio l?? rimase tutta la notte patendo gli spasimi della ferita e l'uligine pestilenziale del padule: per rumore che udisse, o per vampo di fiamme che la percotesse non si attent?? moversi: solo, appena apparve un po' di lume in cielo, soffrendo dolori ineffabili e gi?? col ribrezzo della febbre addosso, si arrampic?? a cavallo ripigliando la via di Roma.

Smontata al palazzo Savello, ella non volle medicarsi, anzi neppure spogliarsi se prima non ebbe messo a parte di ogni cosa la sorella Tuda, e la marchesa Clelia, la quale le porse diligentissimo ascolto, senza interrompere mai, non lasciando n?? manco indovinare quale passione l'agitasse, se ira, o contento: finito che Maria ebbe il racconto, la Marchesa mosse varie interrogazioni sia per completare qualche particolarit??, sia per chiarirla; quando poi le sembr?? stringere nel pugno intera la matassa, disse alle fanciulle non uscissero; [213] avrebbe pensato ella ad ordinare che veruno entrasse, eccetto il cerusico, diverso dall'ordinario di casa, affinch?? non si facessero ciarle, o non crescessero: si confortassero; ogni male non venire per nocere, e via, e via. Alla povera fanciulla n?? una carezza, n?? un bacio. Un bacio della marchesa Clelia alla villana che le aveva salvata la figlia, pensate! sarebbe stato un grossissimo scandalo: ??? anzi neppure la raccomand?? alle cure di Tuda; non mica perch?? ella pensasse ogni raccomandazione superflua, bens?? perch?? il patrizio accoglie il sacrificio del popolo come gli idoli; ci ?? avvezzo, e lo estima dovuto. O qual fie mai quel plebeo indiscreto, che non si reputi glorificato abbastanza di farsi ammazzare per un patrizio? Diavolo! le sono cose che vanno pe' suoi piedi.

Gran parte della vigilia delle nozze di Tuda, la marchesa Clelia pass?? col Cardinale di Montalto, a cui sovvenne con pronti consigli, e tornata a casa provvide a tutto, astuta, discreta e sollecita, imperciocch?? se togli la superbia, la vanit??, [214] l'avarizia, la prepotenza, il cuore di pietra, e non so quali altre taccherelle, bisognava confessare ch'ella era donna di governo assai.

Intanto Tuda soccorreva la Maria con le dolci parole, che riboccavano da cuore appassionato davvero, e la veniva confortando con le carezze e coi baci; lei chiamava sorella e madre, lei unico rifugio che avesse nel mondo; e certo se lo affetto avesse virt?? di sanare i malori, Maria sarebbe stata guarita in un attimo. Lungamente aspettato il cerusico venne, e comecch?? trovasse la piaga invelenita, tuttavia non fu questa che lo mise in pensiero; egli si spavent??, a ragione, di una febbre acuta, la quale giudic?? subito avere infiammato il sangue alla fanciulla cos?? da lasciare ormai poca speranza di rimedio; ed in questa sfiducia si confermava udendo dove ed in quale stato si fosse rimasta la notte: forse adoperando subito partiti estremi avrebbe potuto salvarla, ma egli che semplice cerusico era si peritava; si fece a consultare la marchesa Clelia, e' fu mestieri aspettare; tornata a [215] casa si mand?? pel medico, e si perse altro tempo; quando il medico venne, il giorno volgeva a vespro: anch'egli ragguagliato per filo e per segno, sentito il polso, il cuore e le arterie delle tempia, speculato il volto rosso come fiamma, e fatte altre pi?? ricerche, non seppe a qual santo votarsi: tamen per onore della scienza e suo non bisognava mostrare essere corto a partiti; per?? ordinava al cerusico le cavasse sangue, non fosse altro, egli diceva, per iscoprire marina. Il sangue da prima stent?? a spillare, poi prese a scorrere nero come lo inchiostro, e a mezza la operazione Maria declinato il capo cadde in deliquio; allora il medico fece cessare, ed ordinato, che le dessero quando risensava certi suoi elettuari, se ne and?? promettendo avrebbe passato la inferma una notte tranquilla. Il salasso fece giusto lo effetto della poca acqua versata sopra la fiamma, la quale attutita appena divampa pi?? veemente che mai, sicch?? verso sera aggravandosi, come suole il morbo, si pales?? il delirio. Vagell?? la povera Maria quanto ?? lunga la notte, ora con maggiore, ora [216] con minore impeto, e le visioni della sua fantasia furono sempre di mostri, che sorgono dall'acqua per divorare donzelle, o di demoni sbucati dalla terra per rapire anime: strano miscuglio di rimembranze dello Ariosto in cotesti tempi vulgatissimo in Italia, e di favole religiose; e a lei pareva toccassero sempre le parti di Ruggero, di Orlando, o dello Arcangiolo Michele; dai moti delle membra, dallo sguardo pugnace, dalla voce irrequieta a gridare minacce, assai chiaramente si veniva a conoscere, come le sembrasse combattere, ed in vero combatteva. ??? Le sue parole queste: ??? io la difendo contra tutti e sola; ??? no ??? vi ci romperete i denti e l'ugna.... mettetemi in pezzi, e ogni pezzo della mia carne diventer?? un uomo armato a difenderla.... ahim??! Tuda mi sento rifinita.... Tuda salvati, che mi hanno piagato a morte! oh! oh! mi tengono le ginocchia sul petto, e la mano intorno al collo. ??? E qui rantoli soffocati e sforzi ineffabili, come di colui, che messo di sotto si arrabatta a svincolarsi; e dopo molta agon??a faceva sembianza di venirne [217] a capo, sicch?? con lena affannata e grondante sudore urlava: ??? Tuda ritorna.... il nemico ?? vinto..... il diavolo morto mi sta sotto i piedi.... Ora sei sicura Tuda.... alleluia! alleluia! osanna in excelsis.

Tuda non si stacc?? mai dalla sponda del letto, e con qual cuore noi non sappiamo dire: tutta la sua anima stava riversata dentro i suoi occhi, ed i suoi occhi fissi senza pure battere palpebra nella faccia di Maria; i gridi e i moti di questa si riflettevano sopra la fronte di Tuda come baleni di luce sinistra. Intesa con tutte le potenze dell'anima e del corpo nella sorella inferma, se nel cavo della congiuntura si radunava umore, non cresceva in lacrima, o se coi labbri cominciava una preghiera finiva in bisbiglio confuso, imperciocch?? le intenzioni di Tuda, per un istante svagate, si riappuntavano impetuose ed intense con tutta forza in Maria. Con vicenda strana ringorgando il sangue intorno al cuore di Tuda faceva s?? che ella comparisse pallida come morta, mentre al contrario Maria tutta avvampata [218] nel volto, con occhi micanti sembrava riboccare di vita.

Cos?? passarono due giorni, al terzo il medico arricci?? il naso, strinse le labbra, e senza pronunziare verbo, dato una giravolta su i talloni, se ne and?? diritto alle stanze della marchesa Clelia, alla presenza della quale ammesso, espose la salute della Maria sfidata; vedesse farla acconciare alla meglio dell'anima, dacch?? di conoscenza non desse segno, n?? lo avrebbe forse dato, avendo il morbo preso possesso del cervello; ma non essere questo ci?? che maggiormente importava; procurasse ad ogni modo staccare di l?? la clarissima signora Tuda, che gli dava pensiero grande avendo vegliato sempre la inferma, e miracolo di bont?? e di gagliardia non essersi riposata n?? manco un momento; era da temersi che per la vigilia, la fatica, il digiuno, ed anco per la passione dell'animo non venisse cotesta bella e florida salute a guastarsi: ridotta in condizione malescia non impossibile le si attaccasse il morbo della Maria, di sua natura appiccaticcio, e tanto a sgravio [219] della sua coscienza. ??? Il Medico non lo disse a sordo, onde la marchesa Clelia, senza frapporre tempo in mezzo, in due salti fu in camera alla Maria: quivi guardatala alquanto, e sembrandole pur troppo, che il medico si apponesse, dopo averla compassionata cos?? a mezza bocca per non parere, si trasse la figliuola sur un lettuccio, dove avendola presa per ambo le mani, col pi?? soave accento, che per lei si potesse, cominci?? a dire:

??? Figliuola mia, la vita e la morte stanno in mano di Dio, e sarebbe ribellione espressa ai voleri divini non rassegnarci. Tu hai fatto verso la Maria il debito di cristiana; e per somma bont?? tu hai largamente soddisfatto all'obbligo di riconoscenza; imperocch?? io vo' che tu ti capaciti bene, che a lei ancora come nata sopra i nostri poderi, e figlia di gente che da secoli mangia del nostro pane, stringeva pressantissimo il dovere di mostrarci al bisogno fedelt??. Questo mettiti in mente, che il padrone ha pure diritto di aspettarsi dal vassallo e dal servo il sacrifizio dal quale non si tira indietro il cane. Noi le procureremo [220] onorevole sepoltura.... ne appagheremo l'anima con ogni maniera divozioni, a sua madre daremo tutte le vesti e gli ori che tu le donasti: al padre qualche cento di scudi, e dugento se vuoi, quantunque a questo numero non credo che saliranno le lagrime piante dal villano per la sua figliuola: adesso vieni, figliuola mia, lasciamo la morente alla cura delle donne e di Dio; si ?? fatto quanto si poteva per salvarla, ora la carit?? vuole, che ti pigli studio della tua salute.?????

La Tuda ascolt?? queste parole come trasognata; dentro gli occhi le si andavano formando grosse lacrime, le quali rimanevano poi come contenute dalle palpebre socchiuse; le ansava forte il petto, onde ad ora ad ora l'era mestiere rompere in profondo singulto, la parola crucciosa non trovava la via di formarsi distinta, sicch?? per le labbra in sussulto passava come vento. Era chiaro che aborriva da favellare, ed ella avrebbe di sicuro taciuto se la marchesa Clelia reputando assenso il silenzio, non le avesse fatto forza per cavarla di l??. Allora Tuda [221] si drizz?? ritirando di una strappata le sue dalle mani della Marchesa; e senza guardarla, con occhi lacrimosi e tuttavia privi di pianto, con voce tremula, e non dimanco feroce, cos?? rispose:

??? Signora; se Maria non era in questo punto, adesso moglie di scellerato ladrone a me non sarebbe rimasto altro che a vivere di vergogna, e a morire di dolore. Voi tirata dalla vanit??, dalla superbia e dalla avarizia non aborriste sagrificare la mia vita per soddisfare le passioni dei vostri anni senili: ella ha sagrificato la sua florida giovanezza... l'amore dello sposo che la bont?? sua le avria procurato di animo pari... la speranza dei figli, delizia suprema al cuore di donna ??? tutto ella ha dato per salvarmi dalla infamia e dalla disperazione. Signora... ormai, eccetto lei, io non conosco altra madre, altro padre, altro fratello, altro sangue: finch?? viva, io non mi staccher?? dal suo letto; morta poi, io far?? quello che Dio sapr?? inspirarmi.?????

La Marchesa rimase ad un punto attonita e spaventata dalle parole atroci e [222] pi?? dal torbido sembiante della Tuda; pure fra l'ira e l'amore, vincendo amore conforme ?? consueto in cuore di madre, procurava con nuovi discorsi raumiliarla:

??? Ma chi ha detto che Maria ne morir??? L'ho detto io? Eh! che vuoi tu figliuola? Chi ama teme; ed io, che amo questa povera Maria quanto te, ho temuto troppo. Ella guarir??... oh! guarir?? senza altro, prima per grazia della Beatissima Vergine nostra avvocata, e poi per la virt?? del medico Gravelloni, il quale ?? un portento di scienza. Pocanzi, egli proprio, mi assicur??, non esservi pericolo per ora; sicch?? guarir?? e noi le assegneremo la dote che merita, e tu le ammannirai le donora: Telesforo, il figliuolo di Anselmo, mio uomo nero, farebbe al caso; bel giovanotto, religioso, il padre non rifinisce mai di lodarlo. Dunque, cara, vieni a riconfortarti con un po' di cibo e di riposo... vieni... lo devi a me che ti amo tanto... e coteste parole dure non le avresti a dire... vieni, diletta mia... non fosse altro per tornare fra qualche ora pi?? vispa... pi?? lesta che mai a custodire la nostra cara Maria.?????

[223] E pigliatala per una manica si prov?? trarla seco non senza adoperarci un po' di sforzo, il quale per essere dolce non cessava di essere sforzo; allora accadde in Tuda come una trasfigurazione, i suoi occhi ribevute le lacrime mandarono baleni, e dalle labbra enfiate proruppe la voce procellosa:

??? Nessuno mi tocchi; di qua non mi staccherete che morta... lasciatemi con la mia sorella... lasciatemi per Dio! ??? e le mani si cacci?? tra i capelli intanto che co' piedi forte batteva la terra.

Lorenzo Sterne nella occasione che il suo zio Tobia ebbe a profferire un giuramento pari, immagina che l'Angiolo dell'accusa lo portasse alla Cancelleria del paradiso e quivi vergognando lo depositasse, sicch?? l'Angiolo computista nel registrarlo su i libri vi lasciasse cadere sopra una lacrima che lo cancell?? per sempre; se questo avvenisse anco pel sacramento di Tuda non so, questo altro poi so benissimo, che non ?? rammentare il nome di Dio invano quando si chiama testimone dei generosi detti, o dei magnanimi fatti: [224] imperciocch?? per quanto arriva la mia povera intelligenza, giudico che a lui piaccia trovarcisi presente per confermare la creatura negli alti propositi, conoscendo, come ella dopo i primi pensieri i quali inspirati dal divino entusiasmo l'accostano al cielo, gi?? gi?? declinando finisca coll'adagiarsi sul fango.

Cos?? Tuda fu libera. ??? Quel giorno stesso, verso il tramontare del sole, lo intendimento di Maria pari al naufrago che per uno istante ricomparisce sul cumulo delle acque, affrancatosi dal delirio splend?? negli ultimi suoi raggi: di fatti con occhi consapevoli contemplata Tuda, e vistala oltre ogni credere grama le accenn?? accostarsele al letto, e con voce languida le favell??:

??? Tuda, piglia animo e vivi. La Provvidenza ha ordinato, che di due fiori usciti da uno stelo medesimo, uno tocco dal verme appassisca, l'altro invece cresca rigoglioso cos?? che alla vita propria sembra avere aggiunto la vita del compagno, e come dei fiori anco dei frutti, degli animali, e di tutto. Quanto ci accade [225] ti confermi nella fede che Dio vuole tu viva. Vivi dunque, fortunata, alla tenerezza di sposa ed alla gloria di madre: solo ti prego a non ti scordare di me, che ti amai tanto... per?? il mio nome rammentato in mezzo alle gioie domestiche (non posso presagirti dolori) non fare che ci passi sopra come un'ombra... cos?? non voglio, e me ne avrei a male; rammentatemi come persona presente, che vi vede, vi ascolta, e piglia parte alle feste di casa... perch?? l'anima mia vivr??... e non mi sar?? negato di starti appresso in ispirito... certo non sar?? per mia colpa se io vie via non mi mescoler?? con l'aria che respirer?? il tuo petto, e con la luce che beveranno i tuoi occhi. Se non domando troppo, anco ti pregherei, che alla prima figliuola che uscir?? dal tuo grembo tu le ponessi nome Maria... ma no che io non domando troppo, perch?? messo da parte che gli ?? nome della tua buona sorella, Maria si chiama la benedetta donna che per grande onoranza salutano refrigerio dei cuori desolati, rifugio di tutti gli afflitti... e quando la bambina ti chieder?? con vaghezza infantile: [226] perch?? mi hai chiamato Maria? E tu dille: perch?? tale ebbe nome una sorella che pi?? di vivere fu lieta assai... assai di morire per me... Tuda, mi prometti dirglielo? Assicurami che glielo dirai...

Tuda tra uno schianto di cuore ed un altro:

??? Oh! Oh! singhiozzava senza potere aggiungere parola. Alla morente parve cotesto suono affermativo, onde rischiarando di un tratto le tenebre della morte sospir??:

??? Adesso muoio contenta.?????

E fu l'ultima parola, dacch?? indi a poco il petto prese ad ansarle orribilmente profondo, e con frequenza, che and?? di mano in mano diminuendo. Tuda seduta accanto al letto, poich?? di reggersi in piedi non si sentiva pi?? capace, ora con un ventaglio veniva a scacciare le mosche che, proterve ed impronte, camminavano traverso la fronte e su pei labbri di Maria, ed ora le asciugava il madore che incessante le gemeva da tutta la faccia; ed ora col cotone intinto nel moscato le umettava la bocca riarsa.

[227] La distruzione proseguendo l'opera sua, ecco l'anelito si fa singulto, che a stento prorompe, e con miserabile angoscia dalla gola attenuata di Maria, gli occhi pigliano a mandare i lunghi getti di luce del lume che si spenge; allora una voce mite si fece sentire, che disse: ??? Si scosti la creatura, Dio si avvicina.?????

Tuda lev?? la faccia, e illuminata dai raggi del sole che tramontava, vide una testa di giovane sacerdote, quale per certo apparvero quelle degli Apostoli quando la fiammella dello spirito cadutaci sopra vi accese con la sapienza che non ha confino la carit?? e la fede. Come Dio avesse fatto piovere cotesto capo su le spalle di un prete, e a Roma, e' fu uno dei miracoli della sua onnipotenza, che noi dobbiamo studiarci di venerare, non gi?? di comprendere. Dopo recitate le preghiere latine egli volse gli occhi dintorno e si tenne solo per??, che agli assistenti venuto meno il cuore, si fossero appartati per piangere, e Tuda caduta su i ginocchi a pi?? del letto aveva nascosto il capo fra le coltri. Allora il giovane prete soggiunse:

[228] ??? Partiti in pace, anima cristiana; povera Maria, io ti ho veduto nascere e non doveva sopravviverti: un d?? sperai esserti unito su questa terra, a Dio non piacque, ci troveremo uniti in paradiso: sia fatta la volont?? di Dio. Ti assolvo dei tuoi peccati per debito del mio ministero, ma io ho fede che Dio aspetti l'anima tua per accrescerne la sua divina sostanza: partiti in pace anima cristiana, e impetraci che Dio alleggerisca il retaggio di colpa col quale tutti nasciamo e contro cui non basta la nostra poca virt??; anima benedetta, supplica il Signore che ne conceda tempi pi?? copiosi di virt??, e meno pieni di tristizia...

Il braccio sinistro di Maria si rattrappa come pergamena esposta al soverchio ardore, e la mano si raggricchia per agguantarsi a qualche obietto, ma braccio e dita ad un tratto prosciolgonsi, la grossa lacrima raccolta nel cavo dell'occhio sinistro trabocca; con lungo respiro pare che ricerchi negl'intimi precordi ogni residuale spirito di vita, ed alitando poi la moribonda lo sospinge fuori.

[229] In questo medesimo punto tramontava il sole; sicch?? cessarono insieme l'ultimo raggio del sole nel cielo, e l'ultimo fiato di Maria sopra la terra.

??? ?? andata in pace, ??? susurr?? il prete, e chinatosi un poco, le chiuse le palpebre e la baci?? in fronte; poscia piegando alquanto la persona gli venne fatto vedere Tuda, la quale, bianca ed impietrita, si accostava al letto; n?? egli si vergogn??, perch?? la stessa Innocenza avrebbe potuto contemplare cotesto bacio senza farsi velo delle mani agli occhi: cotesti baci valgono una preghiera, anzi sono la estrema manifestazione dell'anima, dopo esaurita la preghiera; solo non potendone pi??, il prete accennava barellare; la Tuda gli porse le braccia ed egli vi si lasci?? cadere, per modo che l'uno appoggiando il capo sopra la spalla dell'altro piansero. Supremo artefice di uguaglianza e di fraternit??, il dolore!


Avendo la Tuda fatto sapere al marchese Silla sua ferma volont?? essere, che [230] la Maria nei sepolcri di casa si riponesse, la famiglia si accolse a consulta, dove la Marchesa contrastando al pio desiderio della figliuola, come quello che avrebbe partorito pessimo esempio, e non mai pi?? inteso, ebbe a sentirsi a rispondere dal marito, che quanto a questo egli non ci vedeva ostacolo, imperciocch?? la madre della signora Marchesa sua consorte l'avesse sgarata a far seppellire nelle tombe della famiglia il cocchiere di casa, da lei tenuto caro quanto il marito e i figliuoli e pi??. La Marchesa gli avvent?? una occhiata da basilisco, ma egli la ricev?? con tale beata tranquillit??, con siffatta ingenua mansuetudine, che la Marchesa anco per quella prova convinta, che il marchese Silla non si poteva riscattare dallo influsso del montone, per non fare peggio cess?? dalla perfidia.

La Tuda sovvenuta dalle donne di casa lav?? diligentemente il corpo di Maria, con preziosi odori lo profum??; i capelli come meglio pot?? con la opera del calamistro le compose in ricci minuti (per?? che la povera figliuola per nascondere meglio il [231] suo sesso, senza un rammarico, anzi senza pure avvertire che fosse sacrifizio, si era tosata le lunghe chiome) e poi le mise addosso la vesta bianca trapunta di oro, con la quale ella doveva andare a nozze; le acconci?? il velo, tra le mani le pose il crocifisso di oro; e poi fiori da per tutto, e dei pi?? belli e rari che la stagione porgesse: avrebbe voluto trasportarla nella sua stanza, e sul proprio letto adagiarla: non lo potendo ottenere senza scomporre lo assettamento, mise sovrapposte sul solaio parecchie materasse, e ricopertele di tappeto di velluto vermiglio, quivi la depose. Quanti trovaronsi candelieri in casa tanti ne furono portati in cotesta stanza trasformata in cappella ardente. Agguardando sottile ogni minutezza, parve a Tuda che le federe dei guanciali scomparissero, onde chiese e volle le pi?? belle che fossero in casa guarnite di trina che costava un occhio; per ultimo, allorch?? le parve non ci fosse altro da aggiungere, n?? da correggere, si assett?? sul pavimento recitando preghiere. Era piet?? vedere la morta giovane, e pure non dava minore stretta al [232] cuore la vista della viva: veruno ardiva frastornarla, perch?? si danno dolori che sono pi?? paurosi a toccarsi dell'arca del Signore. Declinando il d?? vennero i falegnami per la cassa, e Tuda scosso alcune volte il capo sorse, e dopo esaminata la cassa, la foder?? di un lenzuolo; forte e animosa prese la morta sotto le ascelle, intanto che due donne la tennero pei piedi, e la deposero dentro la cassa, tolto uno dei guanciali con la ricca fodera, glielo sottopose al capo; ci?? fatto le ripieg?? sopra i lembi del lenzuolo che sopravanzavano dai lati; e qui Tuda fu vista balenare, ma stesa una mano al muro si resse; quando poi i falegnami, colto il destro, soprammisero il coperchio alla cassa, e presero a conficcarla con picchi aspri ed assordanti, gir?? sopra s?? stessa come paleo, e prima che si potesse sovvenire percosse in terra. Appena per?? sent?? mettersi le mani su la persona rinvenne, e da s?? si rimise in piedi puntando il braccio tremulo sul pavimento:

??? Non ?? nulla.... ?? passato, aggiunse e si allest?? per seguitare la bara nella [233] Cappella di casa sua, fondata in certo monastero di Cappuccine ai giorni nostri soppresso. ??? Quantunque i Conventi esercitino la empia virt?? d'inaridire il cuore, tuttavia talune femmine ne possiedono in tanta copia da avanzarne a qualunque prova: e le altre vergognando di sentirsi il seno vuoto, quanto pi?? possono celano questa miseria: per la quale cosa la Priora con tutto il capitolo volle assistere al funerale. Alla Tuda fu concesso facilmente di entrare nel coro, dove stette genuflessa finch?? dur?? l'uffizio, il quale finito si mise dietro alle Cappuccine, e siccome su la soglia della porta del Convento la Priora mitemente le disse:

??? Figliuola, voi non siete delle nostre.

??? Anzi sono, la Tuda rispose, e con voi ho deliberato vivere e morire, se pure non mi tenete indegna di avermi per figliuola.?????

A questo modo la Tuda entr?? in Convento, n?? valsero disperazioni, n?? pianti a quinci removerla: non parola amara le sfuggiva mai dalle labbra, non suono concitato, mite sempre, e tranquilla: una volta, [234] incalzandola troppo la madre, ella tremante per tutte le membra favell??:

??? Signora Marchesa, parmi avervi gi?? detto come io mi consideri da lungo tempo orfana, epper?? mancando io di padre e di madre sopra questa terra, non mi contrastate di pormi sotto il patrocinio del Padre di tutti, ch'?? nel cielo.?????

Col?? come aveva statuito ella visse, e mor??. A Roma la salutarono eroina, e nei sonetti che composero nella solennit?? della sua vestizione, la paragonarono a Sofonisba, ad Artemisia, e a non so quale altra, abborracciando cose da farne strabiliare i cani. La mia storia la lascia alla porta del Convento, e poi se mostrassi genio di volerci entrare mi caccerebbero via, ed a ragione, perch?? nei Monasteri di donne si pratica la clausura: per?? credo, che ci traesse la vita in opere di piet??, ed irrimediabilmente mesta. Cos?? ordin?? la natura, e a cui non intende pare strano; i casi truci percotono assai pi?? profondamente le anime liete, e tenere, che le lugubri, e le forti; in ogni dove comparisce il contrasto; e per ragione di forza, che [235] io dir?? dinamica e morale, le donne massimamente si mostrano vaghe di vedere feriti, spenti a ghiado, e supplizi, o udirne raccontare, od anco descriverli sia con lingua, sia con penna, mentre uomini truculentissimi si piacquero nelle immagini della vita pastorale da disgradarne il pi?? gentile degli Arcadi. Robespierre educava tortorelle, e le metteva in dono alle fanciulle con lettere da vincere in tenerezza il sonetto della cara anima del Petrarca:

A pi?? dei colli ove la bella vesta,

con quello, che seguita.


N?? io porr?? fine a questa storia se prima non vi abbia dato contezza del misero Marchese di Ayerba: costui da parecchio tempo sembrava caduto in demenza; susurra spesso parole senza costrutto; diventato infingardo la pi?? parte del d?? logora a letto; suo principale, o piuttosto unico studio quello di chiappare mosche a volo, e scapezzatele co' denti mirarle andar via senza [236] testa. Quando la nuova del miserabile caso avvenuto alla Violante arriv?? a Napoli, e ne rimase ragguagliato il popolo, i servi di casa Ayerba o perch?? ne sentissero affanno, o piuttosto, come credo, per alleviare la noia, di frequente ne ragionavano fra loro. Adesso accadde, che alcuni di essi vigilando il Marchese, n?? di lui prendendosi sospetto come quello, che riputavano affatto imbecille, cadessero a favellare della successa immanit??. Se la sicurezza loro non era, e avessero posto mente al Marchese, si sarieno rimasti, imperciocch?? udito ch'egli ebbe profferire il nome della sua figliuola si tramut?? visibilmente in faccia, ed appunt?? le orecchie per non perdere verbo. Raccolta la notizia dolorosa, la pazzia del Marchese, a guisa di fuoco sbraciato, di malinconica ridivenne furente, ignudo salt?? fuori dal letto, ed, abbrancato un candeliere, ed agitandole come se fosse un coltello, fece le viste di precipitare gi?? dalle scale. Con urli salvatici gridava:

??? Dove sei traditore? Rendimi la mia figliuola... Violante... Oh! la mia figliuola... [237] nessuno mi tenga... io vo' cavargli il cuore.?????

A stento lo ricondussero a letto senza perderlo di occhio un momento, e da quel d?? in poi per vicenda singolarissima la pazzia tornata furiosa gli concedeva lucidi intervalli; sicch?? ora con abbastanza discorso ragionava, e poi di punto in bianco da seduto si metteva bocconi sul letto; in cotesto atto aggrappa un guanciale come se fosse un uomo ed ei lo grancisse pel collo; seco lui si dibatte, finch?? all'ultimo se lo caccia sotto, con le ginocchia lo pesta, lo straccia a morsi, e con la destra che ei si finge armata di stile lo ficca, e lo rificca tanto che rifinito si lascia ire in bagno di sudore. Durante certo lucido intervallo mand?? per un maestro dei buoni, e gli commise una figura a mo' dei modelli di cui si servono i pittori e gli scultori, cos?? vivo e preciso glielo descrisse, che dopo non poche mende, pot?? raffigurargli parlante la sembianza del Pelliccioni; nulla fu omesso perch?? l'inganno paresse realt??, n?? gli occhi di vetro, n?? la pelle dipinta, n?? i capelli naturali, ed i peli; il medesimo [238] si dica per ogni altra parte dello abbigliamento; ordin?? eziandio per quanto o temessero il suo sdegno, o stimassero la sua grazia gli procurassero un pugnale, ed anco questo egli pot?? avere, bens?? spuntato, e senza taglio. A questa guisa venuto in possesso del simulacro e del coltello parve contento; quantunque durante il giorno si mostrasse torbido, tuttavia non ruppe in ismanie, e parve voler passare la notte tranquilla, perch?? appena coricato prese sonno, ma non and?? guari che un tremito fitto gli si mise per le membra, poi si agit?? convulso dibattendosi co' nervi tesi, e sbadigliando forte da fendersi la bocca: di repente salta fuori dalle coltri, co' capelli ritti, e gli occhi strabuzzati, in mano stringe il coltello, e traendo dolorosi guai si slancia sopra la immagine del Pelliccioni, l'acciuffa alla gola, l'atterra, e replicando l'usato costume con le ginocchia sul petto la pesta; col coltello la ferisce, co' morsi la straccia.

Allo improvviso fu visto, con paura dei famigli infinita rimanersi, con la mano armata di ferro in alto, immobili il capo, [239] gli occhi, la bocca, tutta insomma la persona: gli furono attorno per levargli dalle mani il simulacro, e il pugnale, e riportarlo sul letto; e di ci?? fu niente, imperciocch?? provassero i suoi nervi rattratti pi?? duri del ferro. Lo aveva percosso la trucissima delle infermit?? umane, la catalessia; non trovarono altro modo per istaccarlo di l?? che segare il modello sotto e sopra la mano manca con la quale ei lo teneva grancito, onde gli ebbe a rimanere un tronco di collo in mano; a quel modo aggranchiato lo misero su i materassi; dove, l'arte medica affaticandosi invano, dopo alcuni d?? moriva d'inedia.


Questo ?? il fine della lamentevole storia di donna Violante d'Ayerba e del cavaliere Paolo Pelliccioni.

O voi, tra le mie care leggitrici, che non mi avete lasciato a mezzo del mio racconto doloroso,

e capriccio ed affanno,

Non che compass??on avete inteso,

[240] se a caso mai vi pigliasse vaghezza di chiedermi: cui bonum, qual costrutto ci ?? egli da cavare dal vostro libro, Messere? Io ve lo dir??, perch?? voi lo sapete, io sono tutto vostro, e non iscrivo lettera, la quale (almanco secondo la estimativa mia) non deva ridondare in grandissimo vostro benefizio. Ora lasciando da parte le altre utilit?? richiamo il vostro giudizio principalmente sopra di tre.

In prima (mi astengo dallo adoperare innanzi tratto perch?? questo avverbio me lo ha consumato il signor Sella a Torino nella sua relazione su le finanze del Regno, e cos?? Dio volesse ch'egli avesse logorato l'avverbio innanzi tratto soltanto!) in prima dunque se questa mia storia valesse ad aggiungere un filo solo alla trama di odio che voi avete ordita contro le turpezze e le infamie della corte Romana, dove il prete si vanta cittadino del cielo per calpestare ogni affetto di famiglia e di patria sopra la terra, gi?? sarebbe un bel guadagno, n?? voi vorreste appuntarmi di avere sciupato inchiostro e tempo; ma vi ha di pi??.

[241] Conciossiach?? in secondo luogo qui si faccia manifesto come getti profonde le radici nel cuor del popolo amore, o sia che l'obietto di quello ne compaia degno, ovvero indegno. Il popolo certo preferisce palesare la passione, che lo scalda con atti laudabili di mano, o d'ingegno, ma non si tira indietro n?? anco dai feroci. Guardimi Dio da commendare, anzi n?? da scusare siffatti procedimenti; solo avverto, come nel cuore del popolo non trovi mai penuria di passione; ferro, e fuoco sempre, ora sta al fabbro buono o tristo cavarne un vomere per romperne la terra, od un coltello per romperne le viscere all'uomo. Ma n?? Dio, n?? uomo arriveranno mai a trarre cosa che valga da quei meschini, dai moderati, nel seno dei quali rovistando, i meno tristi arnesi che tu ci possa trovare sono un Abbaco, una Coda di volpe ed un Orecchio di coniglio.

In terzo luogo, e questo fie ci?? che meglio importi a voi, io ho inteso avvertirvi, o fanciulle, che non vi lasciate inconsulto scapparvi di mano il vostro cuore: badate, ch'egli ?? maggiore tesoro, che voi [242] per avventura non immaginate; in lui stanno riposti non pure la fama e la contentezza vostre, bens?? ancora la dignit?? dei figli, la gloria della famiglia e la salute della patria; ch?? famiglia vera senza patria non ha luogo, n?? viceversa. Buoni i consigli paterni, e buoni eziandio i materni, ma voi, non il padre n?? la madre vostri, avete a vivere finch?? vi basti la vita con l'uomo che sceglierete a marito. Per?? prima che la passione vi vinca, sottomettendo il talento al giudizio, cercate di qual lignaggio esca il garzone che incontr?? grazia agli occhi vostri, e quali i suoi parenti, e poi del genio, della indole, degli studi e dei costumi di lui. Non ingannate e non vi lasciate ingannare, ch?? il matrimonio non d?? campo a disdire la bestia in virt?? dei vizi redibitori. Se avete qualche avvocato in casa... (??? chi ?? s?? gramo adesso che non abbia almeno un paio di avvocati e di cavalieri dei Santi Maurizio e Lazzaro in casa ???) fatevi spiegare vizi redibitori che sieno. Strappate la benda allo Amore, lasciatela alla Fortuna, la fiamma accesa dalla fiaccola di [243] Amore bendato, il pi?? delle volte mirai mantenuta all'ultimo da quella delle Furie. Se pertanto gli esempi di questa lamentevole storia valessero a ritenere dal nabissarsi, o meglio a fare felice una sola di voi, care e buone fanciulle, non istimerei il mio libro dettato invano.

Solo vi prego a perdonarmi se qualche volta vi ho fatto paura; in ammenda del fallo vi prometto giocondarvi, come meglio potr??, un'altra volta.

Ecco, voi potete conoscere, come spiacente di torre commiato da voi, io mi vada gingillando; ors?? animo! Addio fanciulle, amate i vostri innamorati, ed anco un po' il vostro scrittore, che talora vi si mostrava acerbo soltanto per rendervi degne della Libert?? e della Patria.

FINE DEL SECONDO ED ULTIMO VOLUME.

NOTE:

1. Bucefalo non ??, come universalmente si crede, e Plinio afferma, nome proprio del cavallo di Alessandro Magno; anco prima bucefalo chiamavasi presso i Tessali una razza di cavalli distinta per capo largo a modo di bove. Il cavallo di Marco Aurelio nel Campidoglio ?? bucefalo, ed i Romani gli amano cos??; all'opposto piacciono agli Spagnuoli quelli con la testa di montone, de carnero, che tra noi chiamansi volgarmente montonati.

2. Specie di opera buffa che correva per la Italia a quei tempi in istrazio degli Spagnuoli. Il duo si prolunga a saziet??; i versetti qui posti in bocca al capitano Cardone significano: Di chi sono queste mammelle? La vita e il cuore? Donna Isabella naturalmente risponde: del capitano Cardone.

3.

Par che asinina stella a voi predomini,

E somaro, e castron si sien congiunti.

La Musica.

4. Non dopo la morte, bens?? sei mesi avanti la morte di Sisto V i banditi tornarono a infestare Roma = i fuoriusciti corrono fino sopra le porte di Roma = Dispacci del 17 marzo, 7, 28 aprile, 2 giugno, 21 luglio 1590 dell'oratore Alberto Badoero al Senato.

5. Ma quello ch'?? peggio, ch?? di pi?? essere stati trovati diversi muli carichi di pasticci, et altre cose da vivere, da vestire che andavano di qua ad essi fuoriusciti, il Governatore di Roma ha avuto in mano una carrozza mandata al Piccolomini con denari, archibusi e polvere da un ambasciatore residente a questa Corte per il che si conosce, che sono costoro altamente favoriti e per ci?? non sar?? facile scacciarli come si credeva da prima. = Dispaccio di Alberto Badoero oratore veneto del 24 novembre 1390. Egli ?? vero che Sisto era morto, ma il Mutinelli osserva bene, che atteso il conclave e il breve pontificato di Urbano VII si pu?? dire che simili casi accadessero subito dopo la morte di Sisto, e per?? fossero conseguenza del suo pontificato, e conferma quanto il Ranke scrisse nell'op. cit. nel n. 3, l. 6.

Sisto finch?? visse d'accordo co' suoi vicini pot?? venire a capo dei banditi, ma quando questo accordo cess??, e a Venezia e in Toscana si accolsero opinioni diverse a quelli di Napoli e di Milano, quando il Papa parve esitare a qual partito appigliarsi, diventato sospetto a tutti ebbe a trovarsi di nuovo lacero dai banditi.

6. Perch?? i lettori abbiano un po' d'idea di quello che fossero e ardissero i banditi in cotesti tempi, considerino quanto si legge nel dispaccio dell'oratore veneziano residente a Roma, Lorenzo Priuli 16 gennaio 1584: vien detto che gi?? pochi giorni quel famoso fuoruscito, nominato il prete Guercino, scrivesse una polizza a Monsignor Odescalco, domandandogli 500 ducati, minacciandolo, se non li mandava, di fare gran danno alli suoi casali et al suo bestiame. Questo prelato and?? dal Papa, et gli mostr?? la polizza et Sua Santit?? ordin?? che il portatore fosse retento, et posto in galera. Il prete torn?? a scrivergli un'altra polizza, per la quale dimand?? che gli restituisse il suo huomo, altrimenti minacciandolo di farlo ammazzare con cento pugnalate, che non saprebbe da chi, et abbrugiarli tutti li suoi casali, et ammazzarli tutti li suoi bestiami. Ritorn?? il prelato dal Papa afflittissimo pregando Sua Santit?? a restituirgli il pregione, poich?? non vedeva altro rimedio ai suoi danni. Sua Santit?? intenerita, et mossa dal pericolo del prelato gli restitu?? l'huomo, con il qual mezzo si ?? poi fatto tanto amico del Guercino, ch'?? fatto suo procuratore per impetrare la liberatione sua dal Pontefice, la quale era gi?? ordinata assolvendolo Sua Santit?? da 44 omicidii commessi. Et mentre si faceva l'espeditione, ?? venuta nova, che il ribaldo ha ammazzato quattro suoi inimici in un castello. Questi tristi se ne vanno di questa maniera burlando della giustitia, et se bene potriano essere rimessi dalla gran benignit?? di Sua Santit??, pare non di manco che non se ne curino. Niuna cosa pi?? di questa d?? travaglio al Papa, perch?? vede il disordine et la indignit?? grande et non sa rimediarle.

7. Parole proprie di Sisto.

8. Questo caso occorre narrato dal P. Tempesti nella Vita di Sisto V, lib. II, p. 189.

9. Lupos interficiendi, id est, corporalem vitam haereticis auferendi.

10. Il Cardinale di Montalto Alessandro Peretti nipote di Sisto V.

Ma tornando alla mia narrazione. Sforza era il pi?? antico diacono. Dopo lui seguiva il cardinale Peretti col titolo di Montalto, ch'era prima il titolo usato da papa Sisto suo zio. Era di quindici anni appena quando il zio l'aveva promosso al cardinalato. Per essere di et?? cos?? tenera, egli non aveva quasi alcuna partecipazione del governo, e per conseguenza n?? anco dell'invidia e dell'odio, che resta per l'ordinario in quei nipoti, i quali o per lunghezza di tempo o per eccesso d'autorit?? sono stati nel supremo luogo del ministerio appresso i loro zii. Rimasto dunque Montalto con l'officio di vice-cancelliere vacato in tempo di Sisto per la morte del cardinale Alessandro Farnese, e con altre larghissime entrate ecclesiastiche, abitava egli nel palazzo amplissimo della vice-cancelleria, e vi si tratteneva con una delle pi?? numerose famiglie, e pi?? splendide che allora si vedessero in Roma. Aveva egli pi?? del rozzo che dell'amabile nell'aspetto; grave di portamento nella persona, e quasi non meno di comunicazione eziandio ne' costumi: ritenuto assai di parole, e pieno di certa esteriore malinconia, che da molti era giudicata piuttosto una sua interiore alterigia; e quantunque nelle conversazioni domestiche egli si mostrasse poi molto cortese e trattabile, nondimeno e la sua propria ritiratezza e l'uso ch'egli aveva pigliato di convertire quasi interamente il giorno in notte e la notte in giorno, rendevano sopra modo difficile il trattar seco, e rendevano insieme lui stesso tanto alieno maggiormente dallo stare sul negozio, al quale per sua natura poco inclinava. Ma in ogni modo era gran Cardinale, grandemente stimato nella corte di Roma, e fuori di essa da tutti i Principi e dal Gran Duca di Toscana Ferdinando in particolare, che aveva deposto il cardinalato in tempo di Sisto V, e riteneva sempre un'affettuosa e costante amicizia col nipote Montalto. Facevanlo maggiormente stimare tanto pi?? le sue parentele s?? strette con tutti i Principi, e con tutti due i capi delle due case Colonna ed Orsina. Amava egli sommamente la musica, e manteneva in casa virtuosi in quella professione eccellentissimi. Era grand'elemosiniere. Fabbricava una religiosa chiesa alla religione de' Teatini. Mostravasi liberale in ogni altra pi?? nobil forma, e veniva commendato singolarmente in una qualit?? che spesso in Roma si desidera, e di rado si trova, cio?? che egli fosse verace, e che sempre religiosamente osservasse quello che promettesse. E certo pochi altri nipoti, che siano rimasti in elevata fortuna, avranno avuto quel non so che di grande in s?? stesso, che non si pu?? bene esprimere, come l'ebbe il cardinale Montalto, e non meno di lui anco il principe suo fratello. E soleva dire la duchessa di Sessa, donna di raro ingegno, e lungamente versata in Roma, che l'uno e l'altro di loro pareva nato grande, e non divenuto. ??? Estratto dalle Memorie del Cardinale Bentivoglio, lib. I, p. 90.

11. Voce dell'uso, che suona appunto incastrare una cosa dentro l'altra.

12. Caso funesto della Violante Garlonia duchessa di Paliano.

In questi ultimi tempi, e non prima dello sdegno di Paolo IV, scopr?? Marcello Capece l'ardentissimo amore che portava a Violante Garlonia, moglie del duca di Paliano. O questa passione cominciasse pur allora, o fosse passione antica, e non palesata se non quando la solitudine della Duchessa e la lontananza del marito diede, con la comodit?? di scoprirsi, maggior speranza di espugnare la sua costanza, certo ?? che ella, vinta finalmente dalla propria e dall'altrui fragilit??, invitata dall'occasione, persuasa dai prieghi dell'amante, e irritata dai torti fattile dal Duca, che fino nel proprio letto non si era astenuto di condurre pi?? volte le concubine, cadde in quell'errore, nel quale molte altre, e di maggior grido e di maggior titolo che ella non era, sono cadute, e forse cadono giornalmente. Ma le favorite dalla fortuna, involte nella variet?? de' suoi accidenti, passano sconosciute, e l'altre miseramente abbandonate e tradite, restano esposte all'infamia e al castigo. Poco goderono questi amanti de' loro amori; perciocch?? scoperti da Diana Brancaccia, dama favorita della Duchessa, furono colti insieme, e colti in atti molto prossimi al pi?? vietato. Marcello, subito preso, si condusse nelle carceri di Soriano, dove allora era il Duca; e la Duchessa lasciata sotto strettissima custodia. Ebbe speranza e pensiero il Duca, o per coprire l'ignominia, per non essere astretto a por mano ad estremi rigori, far apparire esteriormente, che Marcello fosse stato ritenuto per altro; e preso pretesto d'alcuni rospi, che qualche mese prima fu osservato ch'egli comprava a gran prezzo, l'accus?? ch'egli aveva tentato d'avvelenarlo. Ma troppo era il vero delitto pubblico; e se cosa alcuna mancava per confermarlo e divulgarlo maggiormente, fu la prigionia di lui, e la ritenzione della Duchessa, anco avanti la quale n'era il cardinale Caraffa stato avvertito dal cardinale Bellai, e si dolse col Duca che glie l'avesse celato s?? lungo tempo. Risoluto dunque di lavar questa macchia (come pare a' grandi di poter fare) col sangue dell'adultero, chiamato il conte d'Alife fratello della Duchessa, e un Giovanni Auso Toraldo, essi tre esaminarono sopra il particolare dell'adultero Marcello, e gli costituirono a fronte la Brancaccia, e altre dame della madre del Duca. Neg?? nel principio costantemente; ma legato alla fune, confess?? il delitto, e di esso puntualmente narr?? tutte le circostanze, le quali non ?? necessario riferir qui. Udita il Duca la confessione di Marcello, disse: Scrivi tutto questo di tua propria mano. Ma, per lo timore della vicina morte, per esser la mano pi?? allora offesa dalla fune, alla quale era stata legata, non pot?? scrivere, se non queste poche parole: S??, ch'io sono traditore del mio Signore: s??, ch'io gli ho tolto l'onore. La qual scrittura il Duca avuta nelle mani, e lettala, si accost?? a lui; e con tre colpi di pugnale il tolse di vita, e il cadavere fece gettare in una cloaca alla prigione contigua. Rappresentato il successo dal cardinale di Napoli al Papa, non disse altro, se non: e della Duchessa che si ?? fatto? Il che interpretarono alcuni, che avesse detto, quasi per soggiungere: Perch?? non si toglie di vita essa ancora? Ma in questo il Duca and?? differendo, perch?? la Duchessa era gravida, con tutto che la madre e le sue donne l'assicurassero, che non poteva esser gravida di lui; computato il tempo che si era separato da lei, e gl'indicii del principio e del progresso della gravidanza. Ma morto il Papa, non sapendo il Duca che pensieri potesse avere il successore, acceler?? la resoluzione, e l'esegui prima che i cardinali entrassero in conclave: tanto pi?? che Silvio Giozzi, famigliare del Cardinale, gli scrisse ch'egli stava seco molto turbato per questa dilazione: e che se non si risolveva di levarsi prestamente quest'infamia d'attorno, protestava non voler pi?? ingerirsi ne' suoi interessi, n?? aiutarlo in conclave, n?? col nuovo Papa. Aggiunse nuovo stimolo, l'essersi scoperto che la Duchessa, non ostante le continue guardie che le stavano attorno, fece sapere a Marc'Antonio Colonna, che se trovava modo di liberarla, ella gli avrebbe dato il marito nelle mani, o vivo o morto.

Risoluto dunque di non interporvi pi?? indugio, mand?? due giorni prima, cio?? a' 28 d'agosto, il capitano Vico de' Nobili a Gallese, per assistere al fatto, acci?? non seguisse novit?? alcuna: e ai 30 sopraggiunse don Leonardo di Cardine, parente del Duca, e don Ferrante Garlonio conte d'Aliffe, fratello della Duchessa, perch?? l'uccidessero, come fecero il medesimo giorno. Annunciata alla Duchessa la mattina la morte, volle confessarsi e udir messa: poi accostandosele questi due, e conoscendo esser giunta l'ora, domand??: Evvi ordine del Duca perch'io mora? Gli rispose don Leonardo: S??, signora. E la Duchessa soggiunse: Mostratemelo. Ed essendole mostrato, don Leonardo, senza dar luogo ad altre repliche, le strinse le mani, tra le quali teneva un Crocifisso, e il fratello la strangol??. Storia della Guerra di Paolo IV di Pietro Nores, p. 27.

13. Bardamentare significa mettere la barda, armatura di cuoio cotto, o di lamine di ferro o di rame con la quale coprivansi le groppe, il collo e il petto degli uomini di armi: per?? ai d?? nostri non denota pi?? cosa che costumi. Insellare, e imbrigliare dichiarano atti distinti, e manca un vocabolo che li comprenda collettivamente. Io mi valgo della parola arnesare, ma non la cavo dall'harnacher francese derivato a sua posta dallo haerness tedesco, bens?? dal vivo parlare del popolo; e dallo arnese, che il Grassi con gli esempi del Davila e del Cinuzzi dimostra essere termine collettivo per significare tutto ci?? che serve ad imbrigliare, insellare, bardamentare e guernire un cavallo cos?? da tiro come da sella. Il medesimo Autore alla parola arnesato, con l'autorit?? di Pace di Certaldo, c'insegna com'ella denoti guarnito di arnese: quindi mi parve spediente accogliere il verbo arnesare. A mettere questa nota mi muove il pensiero, che non potendo io giovare alla mia Patria in nulla, almeno per me non si faccia strazio del suo bello idioma come senza verecondia costumano adesso alti e bassi furfanti, massime Giornalisti:

degni, che Circe li tenga in pastura.

14. Trabanti, a trabea: soldati dalle larghe brache, un di guardia degl'imperatori di Allemagna soltanto, poi introdotti nelle altre Corti, in ispecie nella pontificia.

Nota del Trascrittore

Ortografia e punteggiatura originali sono state mantenute, cos?? come le grafie alternative (d'Alife/d'Aliffe, bugia/bug??a e simili), correggendo senza annotazione minimi errori tipografici.

 

 


***END OF THE PROJECT GUTENBERG EBOOK PAOLO PELLICCIONI, VOLUME II (OF 2)***

******* This file should be named 42503-h.txt or 42503-h.zip *******

This and all associated files of various formats will be found in:
http://www.gutenberg.org/4/2/5/0/42503

Updated editions will replace the previous one--the old editions will be renamed.

Creating the works from public domain print editions means that no one owns a United States copyright in these works, so the Foundation (and you!) can copy and distribute it in the United States without permission and without paying copyright royalties. Special rules, set forth in the General Terms of Use part of this license, apply to copying and distributing Project Gutenberg-tm electronic works to protect the PROJECT GUTENBERG-tm concept and trademark. Project Gutenberg is a registered trademark, and may not be used if you charge for the eBooks, unless you receive specific permission. If you do not charge anything for copies of this eBook, complying with the rules is very easy. You may use this eBook for nearly any purpose such as creation of derivative works, reports, performances and research. They may be modified and printed and given away--you may do practically ANYTHING with public domain eBooks. Redistribution is subject to the trademark license, especially commercial redistribution.

*** START: FULL LICENSE ***
THE FULL PROJECT GUTENBERG LICENSE
PLEASE READ THIS BEFORE YOU DISTRIBUTE OR USE THIS WORK

To protect the Project Gutenberg-tm mission of promoting the free distribution of electronic works, by using or distributing this work (or any other work associated in any way with the phrase "Project Gutenberg"), you agree to comply with all the terms of the Full Project Gutenberg-tm License available with this file or online at www.gutenberg.org/license.

Section 1. General Terms of Use and Redistributing Project Gutenberg-tm electronic works

1.A. By reading or using any part of this Project Gutenberg-tm electronic work, you indicate that you have read, understand, agree to and accept all the terms of this license and intellectual property (trademark/copyright) agreement. If you do not agree to abide by all the terms of this agreement, you must cease using and return or destroy all copies of Project Gutenberg-tm electronic works in your possession. If you paid a fee for obtaining a copy of or access to a Project Gutenberg-tm electronic work and you do not agree to be bound by the terms of this agreement, you may obtain a refund from the person or entity to whom you paid the fee as set forth in paragraph 1.E.8.

1.B. "Project Gutenberg" is a registered trademark. It may only be used on or associated in any way with an electronic work by people who agree to be bound by the terms of this agreement. There are a few things that you can do with most Project Gutenberg-tm electronic works even without complying with the full terms of this agreement. See paragraph 1.C below. There are a lot of things you can do with Project Gutenberg-tm electronic works if you follow the terms of this agreement and help preserve free future access to Project Gutenberg-tm electronic works. See paragraph 1.E below.

1.C. The Project Gutenberg Literary Archive Foundation ("the Foundation" or PGLAF), owns a compilation copyright in the collection of Project Gutenberg-tm electronic works. Nearly all the individual works in the collection are in the public domain in the United States. If an individual work is in the public domain in the United States and you are located in the United States, we do not claim a right to prevent you from copying, distributing, performing, displaying or creating derivative works based on the work as long as all references to Project Gutenberg are removed. Of course, we hope that you will support the Project Gutenberg-tm mission of promoting free access to electronic works by freely sharing Project Gutenberg-tm works in compliance with the terms of this agreement for keeping the Project Gutenberg-tm name associated with the work. You can easily comply with the terms of this agreement by keeping this work in the same format with its attached full Project Gutenberg-tm License when you share it without charge with others.

1.D. The copyright laws of the place where you are located also govern what you can do with this work. Copyright laws in most countries are in a constant state of change. If you are outside the United States, check the laws of your country in addition to the terms of this agreement before downloading, copying, displaying, performing, distributing or creating derivative works based on this work or any other Project Gutenberg-tm work. The Foundation makes no representations concerning the copyright status of any work in any country outside the United States.

1.E. Unless you have removed all references to Project Gutenberg:

1.E.1. The following sentence, with active links to, or other immediate access to, the full Project Gutenberg-tm License must appear prominently whenever any copy of a Project Gutenberg-tm work (any work on which the phrase "Project Gutenberg" appears, or with which the phrase "Project Gutenberg" is associated) is accessed, displayed, performed, viewed, copied or distributed:

This eBook is for the use of anyone anywhere at no cost and with almost no restrictions whatsoever. You may copy it, give it away or re-use it under the terms of the Project Gutenberg License included with this eBook or online at www.gutenberg.org

1.E.2. If an individual Project Gutenberg-tm electronic work is derived from the public domain (does not contain a notice indicating that it is posted with permission of the copyright holder), the work can be copied and distributed to anyone in the United States without paying any fees or charges. If you are redistributing or providing access to a work with the phrase "Project Gutenberg" associated with or appearing on the work, you must comply either with the requirements of paragraphs 1.E.1 through 1.E.7 or obtain permission for the use of the work and the Project Gutenberg-tm trademark as set forth in paragraphs 1.E.8 or 1.E.9.

1.E.3. If an individual Project Gutenberg-tm electronic work is posted with the permission of the copyright holder, your use and distribution must comply with both paragraphs 1.E.1 through 1.E.7 and any additional terms imposed by the copyright holder. Additional terms will be linked to the Project Gutenberg-tm License for all works posted with the permission of the copyright holder found at the beginning of this work.

1.E.4. Do not unlink or detach or remove the full Project Gutenberg-tm License terms from this work, or any files containing a part of this work or any other work associated with Project Gutenberg-tm.

1.E.5. Do not copy, display, perform, distribute or redistribute this electronic work, or any part of this electronic work, without prominently displaying the sentence set forth in paragraph 1.E.1 with active links or immediate access to the full terms of the Project Gutenberg-tm License.

1.E.6. You may convert to and distribute this work in any binary, compressed, marked up, nonproprietary or proprietary form, including any word processing or hypertext form. However, if you provide access to or distribute copies of a Project Gutenberg-tm work in a format other than "Plain Vanilla ASCII" or other format used in the official version posted on the official Project Gutenberg-tm web site (www.gutenberg.org), you must, at no additional cost, fee or expense to the user, provide a copy, a means of exporting a copy, or a means of obtaining a copy upon request, of the work in its original "Plain Vanilla ASCII" or other form. Any alternate format must include the full Project Gutenberg-tm License as specified in paragraph 1.E.1.

1.E.7. Do not charge a fee for access to, viewing, displaying, performing, copying or distributing any Project Gutenberg-tm works unless you comply with paragraph 1.E.8 or 1.E.9.

1.E.8. You may charge a reasonable fee for copies of or providing access to or distributing Project Gutenberg-tm electronic works provided that

  • You pay a royalty fee of 20% of the gross profits you derive from the use of Project Gutenberg-tm works calculated using the method you already use to calculate your applicable taxes. The fee is owed to the owner of the Project Gutenberg-tm trademark, but he has agreed to donate royalties under this paragraph to the Project Gutenberg Literary Archive Foundation. Royalty payments must be paid within 60 days following each date on which you prepare (or are legally required to prepare) your periodic tax returns. Royalty payments should be clearly marked as such and sent to the Project Gutenberg Literary Archive Foundation at the address specified in Section 4, "Information about donations to the Project Gutenberg Literary Archive Foundation."
  • You provide a full refund of any money paid by a user who notifies you in writing (or by e-mail) within 30 days of receipt that s/he does not agree to the terms of the full Project Gutenberg-tm License. You must require such a user to return or destroy all copies of the works possessed in a physical medium and discontinue all use of and all access to other copies of Project Gutenberg-tm works.
  • You provide, in accordance with paragraph 1.F.3, a full refund of any money paid for a work or a replacement copy, if a defect in the electronic work is discovered and reported to you within 90 days of receipt of the work.
  • You comply with all other terms of this agreement for free distribution of Project Gutenberg-tm works.

1.E.9. If you wish to charge a fee or distribute a Project Gutenberg-tm electronic work or group of works on different terms than are set forth in this agreement, you must obtain permission in writing from both the Project Gutenberg Literary Archive Foundation and Michael Hart, the owner of the Project Gutenberg-tm trademark. Contact the Foundation as set forth in Section 3 below.

1.F.

1.F.1. Project Gutenberg volunteers and employees expend considerable effort to identify, do copyright research on, transcribe and proofread public domain works in creating the Project Gutenberg-tm collection. Despite these efforts, Project Gutenberg-tm electronic works, and the medium on which they may be stored, may contain "Defects," such as, but not limited to, incomplete, inaccurate or corrupt data, transcription errors, a copyright or other intellectual property infringement, a defective or damaged disk or other medium, a computer virus, or computer codes that damage or cannot be read by your equipment.

1.F.2. LIMITED WARRANTY, DISCLAIMER OF DAMAGES - Except for the "Right of Replacement or Refund" described in paragraph 1.F.3, the Project Gutenberg Literary Archive Foundation, the owner of the Project Gutenberg-tm trademark, and any other party distributing a Project Gutenberg-tm electronic work under this agreement, disclaim all liability to you for damages, costs and expenses, including legal fees. YOU AGREE THAT YOU HAVE NO REMEDIES FOR NEGLIGENCE, STRICT LIABILITY, BREACH OF WARRANTY OR BREACH OF CONTRACT EXCEPT THOSE PROVIDED IN PARAGRAPH 1.F.3. YOU AGREE THAT THE FOUNDATION, THE TRADEMARK OWNER, AND ANY DISTRIBUTOR UNDER THIS AGREEMENT WILL NOT BE LIABLE TO YOU FOR ACTUAL, DIRECT, INDIRECT, CONSEQUENTIAL, PUNITIVE OR INCIDENTAL DAMAGES EVEN IF YOU GIVE NOTICE OF THE POSSIBILITY OF SUCH DAMAGE.

1.F.3. LIMITED RIGHT OF REPLACEMENT OR REFUND - If you discover a defect in this electronic work within 90 days of receiving it, you can receive a refund of the money (if any) you paid for it by sending a written explanation to the person you received the work from. If you received the work on a physical medium, you must return the medium with your written explanation. The person or entity that provided you with the defective work may elect to provide a replacement copy in lieu of a refund. If you received the work electronically, the person or entity providing it to you may choose to give you a second opportunity to receive the work electronically in lieu of a refund. If the second copy is also defective, you may demand a refund in writing without further opportunities to fix the problem.

1.F.4. Except for the limited right of replacement or refund set forth in paragraph 1.F.3, this work is provided to you 'AS-IS', WITH NO OTHER WARRANTIES OF ANY KIND, EXPRESS OR IMPLIED, INCLUDING BUT NOT LIMITED TO WARRANTIES OF MERCHANTABILITY OR FITNESS FOR ANY PURPOSE.

1.F.5. Some states do not allow disclaimers of certain implied warranties or the exclusion or limitation of certain types of damages. If any disclaimer or limitation set forth in this agreement violates the law of the state applicable to this agreement, the agreement shall be interpreted to make the maximum disclaimer or limitation permitted by the applicable state law. The invalidity or unenforceability of any provision of this agreement shall not void the remaining provisions.

1.F.6. INDEMNITY - You agree to indemnify and hold the Foundation, the trademark owner, any agent or employee of the Foundation, anyone providing copies of Project Gutenberg-tm electronic works in accordance with this agreement, and any volunteers associated with the production, promotion and distribution of Project Gutenberg-tm electronic works, harmless from all liability, costs and expenses, including legal fees, that arise directly or indirectly from any of the following which you do or cause to occur: (a) distribution of this or any Project Gutenberg-tm work, (b) alteration, modification, or additions or deletions to any Project Gutenberg-tm work, and (c) any Defect you cause.

Section 2. Information about the Mission of Project Gutenberg-tm

Project Gutenberg-tm is synonymous with the free distribution of electronic works in formats readable by the widest variety of computers including obsolete, old, middle-aged and new computers. It exists because of the efforts of hundreds of volunteers and donations from people in all walks of life.

Volunteers and financial support to provide volunteers with the assistance they need are critical to reaching Project Gutenberg-tm's goals and ensuring that the Project Gutenberg-tm collection will remain freely available for generations to come. In 2001, the Project Gutenberg Literary Archive Foundation was created to provide a secure and permanent future for Project Gutenberg-tm and future generations. To learn more about the Project Gutenberg Literary Archive Foundation and how your efforts and donations can help, see Sections 3 and 4 and the Foundation information page at www.gutenberg.org

Section 3. Information about the Project Gutenberg Literary Archive Foundation

The Project Gutenberg Literary Archive Foundation is a non profit 501(c)(3) educational corporation organized under the laws of the state of Mississippi and granted tax exempt status by the Internal Revenue Service. The Foundation's EIN or federal tax identification number is 64-6221541. Contributions to the Project Gutenberg Literary Archive Foundation are tax deductible to the full extent permitted by U.S. federal laws and your state's laws.

The Foundation's principal office is located at 4557 Melan Dr. S. Fairbanks, AK, 99712., but its volunteers and employees are scattered throughout numerous locations. Its business office is located at 809 North 1500 West, Salt Lake City, UT 84116, (801) 596-1887. Email contact links and up to date contact information can be found at the Foundation's web site and official page at www.gutenberg.org/contact

For additional contact information:
Dr. Gregory B. Newby
Chief Executive and Director
gbnewby@pglaf.org

Section 4. Information about Donations to the Project Gutenberg Literary Archive Foundation

Project Gutenberg-tm depends upon and cannot survive without wide spread public support and donations to carry out its mission of increasing the number of public domain and licensed works that can be freely distributed in machine readable form accessible by the widest array of equipment including outdated equipment. Many small donations ($1 to $5,000) are particularly important to maintaining tax exempt status with the IRS.

The Foundation is committed to complying with the laws regulating charities and charitable donations in all 50 states of the United States. Compliance requirements are not uniform and it takes a considerable effort, much paperwork and many fees to meet and keep up with these requirements. We do not solicit donations in locations where we have not received written confirmation of compliance. To SEND DONATIONS or determine the status of compliance for any particular state visit www.gutenberg.org/donate

While we cannot and do not solicit contributions from states where we have not met the solicitation requirements, we know of no prohibition against accepting unsolicited donations from donors in such states who approach us with offers to donate.

International donations are gratefully accepted, but we cannot make any statements concerning tax treatment of donations received from outside the United States. U.S. laws alone swamp our small staff.

Please check the Project Gutenberg Web pages for current donation methods and addresses. Donations are accepted in a number of other ways including checks, online payments and credit card donations. To donate, please visit: www.gutenberg.org/donate

Section 5. General Information About Project Gutenberg-tm electronic works.

Professor Michael S. Hart was the originator of the Project Gutenberg-tm concept of a library of electronic works that could be freely shared with anyone. For forty years, he produced and distributed Project Gutenberg-tm eBooks with only a loose network of volunteer support.

Project Gutenberg-tm eBooks are often created from several printed editions, all of which are confirmed as Public Domain in the U.S. unless a copyright notice is included. Thus, we do not necessarily keep eBooks in compliance with any particular paper edition.

Most people start at our Web site which has the main PG search facility: www.gutenberg.org

This Web site includes information about Project Gutenberg-tm, including how to make donations to the Project Gutenberg Literary Archive Foundation, how to help produce our new eBooks, and how to subscribe to our email newsletter to hear about new eBooks.

Static Wikipedia 2008 (no images)

aa - ab - af - ak - als - am - an - ang - ar - arc - as - ast - av - ay - az - ba - bar - bat_smg - bcl - be - be_x_old - bg - bh - bi - bm - bn - bo - bpy - br - bs - bug - bxr - ca - cbk_zam - cdo - ce - ceb - ch - cho - chr - chy - co - cr - crh - cs - csb - cu - cv - cy - da - de - diq - dsb - dv - dz - ee - el - eml - en - eo - es - et - eu - ext - fa - ff - fi - fiu_vro - fj - fo - fr - frp - fur - fy - ga - gan - gd - gl - glk - gn - got - gu - gv - ha - hak - haw - he - hi - hif - ho - hr - hsb - ht - hu - hy - hz - ia - id - ie - ig - ii - ik - ilo - io - is - it - iu - ja - jbo - jv - ka - kaa - kab - kg - ki - kj - kk - kl - km - kn - ko - kr - ks - ksh - ku - kv - kw - ky - la - lad - lb - lbe - lg - li - lij - lmo - ln - lo - lt - lv - map_bms - mdf - mg - mh - mi - mk - ml - mn - mo - mr - mt - mus - my - myv - mzn - na - nah - nap - nds - nds_nl - ne - new - ng - nl - nn - no - nov - nrm - nv - ny - oc - om - or - os - pa - pag - pam - pap - pdc - pi - pih - pl - pms - ps - pt - qu - quality - rm - rmy - rn - ro - roa_rup - roa_tara - ru - rw - sa - sah - sc - scn - sco - sd - se - sg - sh - si - simple - sk - sl - sm - sn - so - sr - srn - ss - st - stq - su - sv - sw - szl - ta - te - tet - tg - th - ti - tk - tl - tlh - tn - to - tpi - tr - ts - tt - tum - tw - ty - udm - ug - uk - ur - uz - ve - vec - vi - vls - vo - wa - war - wo - wuu - xal - xh - yi - yo - za - zea - zh - zh_classical - zh_min_nan - zh_yue - zu -

Static Wikipedia 2007 (no images)

aa - ab - af - ak - als - am - an - ang - ar - arc - as - ast - av - ay - az - ba - bar - bat_smg - bcl - be - be_x_old - bg - bh - bi - bm - bn - bo - bpy - br - bs - bug - bxr - ca - cbk_zam - cdo - ce - ceb - ch - cho - chr - chy - co - cr - crh - cs - csb - cu - cv - cy - da - de - diq - dsb - dv - dz - ee - el - eml - en - eo - es - et - eu - ext - fa - ff - fi - fiu_vro - fj - fo - fr - frp - fur - fy - ga - gan - gd - gl - glk - gn - got - gu - gv - ha - hak - haw - he - hi - hif - ho - hr - hsb - ht - hu - hy - hz - ia - id - ie - ig - ii - ik - ilo - io - is - it - iu - ja - jbo - jv - ka - kaa - kab - kg - ki - kj - kk - kl - km - kn - ko - kr - ks - ksh - ku - kv - kw - ky - la - lad - lb - lbe - lg - li - lij - lmo - ln - lo - lt - lv - map_bms - mdf - mg - mh - mi - mk - ml - mn - mo - mr - mt - mus - my - myv - mzn - na - nah - nap - nds - nds_nl - ne - new - ng - nl - nn - no - nov - nrm - nv - ny - oc - om - or - os - pa - pag - pam - pap - pdc - pi - pih - pl - pms - ps - pt - qu - quality - rm - rmy - rn - ro - roa_rup - roa_tara - ru - rw - sa - sah - sc - scn - sco - sd - se - sg - sh - si - simple - sk - sl - sm - sn - so - sr - srn - ss - st - stq - su - sv - sw - szl - ta - te - tet - tg - th - ti - tk - tl - tlh - tn - to - tpi - tr - ts - tt - tum - tw - ty - udm - ug - uk - ur - uz - ve - vec - vi - vls - vo - wa - war - wo - wuu - xal - xh - yi - yo - za - zea - zh - zh_classical - zh_min_nan - zh_yue - zu -

Static Wikipedia 2006 (no images)

aa - ab - af - ak - als - am - an - ang - ar - arc - as - ast - av - ay - az - ba - bar - bat_smg - bcl - be - be_x_old - bg - bh - bi - bm - bn - bo - bpy - br - bs - bug - bxr - ca - cbk_zam - cdo - ce - ceb - ch - cho - chr - chy - co - cr - crh - cs - csb - cu - cv - cy - da - de - diq - dsb - dv - dz - ee - el - eml - eo - es - et - eu - ext - fa - ff - fi - fiu_vro - fj - fo - fr - frp - fur - fy - ga - gan - gd - gl - glk - gn - got - gu - gv - ha - hak - haw - he - hi - hif - ho - hr - hsb - ht - hu - hy - hz - ia - id - ie - ig - ii - ik - ilo - io - is - it - iu - ja - jbo - jv - ka - kaa - kab - kg - ki - kj - kk - kl - km - kn - ko - kr - ks - ksh - ku - kv - kw - ky - la - lad - lb - lbe - lg - li - lij - lmo - ln - lo - lt - lv - map_bms - mdf - mg - mh - mi - mk - ml - mn - mo - mr - mt - mus - my - myv - mzn - na - nah - nap - nds - nds_nl - ne - new - ng - nl - nn - no - nov - nrm - nv - ny - oc - om - or - os - pa - pag - pam - pap - pdc - pi - pih - pl - pms - ps - pt - qu - quality - rm - rmy - rn - ro - roa_rup - roa_tara - ru - rw - sa - sah - sc - scn - sco - sd - se - sg - sh - si - simple - sk - sl - sm - sn - so - sr - srn - ss - st - stq - su - sv - sw - szl - ta - te - tet - tg - th - ti - tk - tl - tlh - tn - to - tpi - tr - ts - tt - tum - tw - ty - udm - ug - uk - ur - uz - ve - vec - vi - vls - vo - wa - war - wo - wuu - xal - xh - yi - yo - za - zea - zh - zh_classical - zh_min_nan - zh_yue - zu -

Sub-domains

CDRoms - Magnatune - Librivox - Liber Liber - Encyclopaedia Britannica - Project Gutenberg - Wikipedia 2008 - Wikipedia 2007 - Wikipedia 2006 -

Other Domains

https://www.classicistranieri.it - https://www.ebooksgratis.com - https://www.gutenbergaustralia.com - https://www.englishwikipedia.com - https://www.wikipediazim.com - https://www.wikisourcezim.com - https://www.projectgutenberg.net - https://www.projectgutenberg.es - https://www.radioascolto.com - https://www.debitoformtivo.it - https://www.wikipediaforschools.org - https://www.projectgutenbergzim.com

/body>