Versione in ottava rima
del libro dei sette savi
Questo libro trata di Stefano,
fiolo de uno inperador di Roma;
el qual trata de beli amaistramenti.
1.
Nela segonda volta dise l'i[n]peratrize:
? Hora sapi, signor, che in un boscho
s? era uno gran porcho, come l' instoria dize,
salvaticho e fiero, pieno d'ira e di toscho [1].
Un gran peraro [2] iera in quelo con suo radize, 5
e 'l porcho andava al peraro con suo foscho,
e 'l troncon del peraro con le grinfe branchava;
scorlando [3] quelo, le pere s? caschava;
2.
e 'l porcho quele pere zia manzando.
Avene una fiata che un pastore 10
una sua vacha s'andava perdando;
andavala zercando con gran furore.
Hora costui, alo peraro zonzando,
arcorse [4] dele pere le miore,
di quele che al porco avanzate era, 15
e in un saco le mese in tal maniera.
3.
E fato questo, mont? sul peraro
per arcoiere ancora di quelo fruto.
Zi? non sapeva de l'uxato zengiaro.
In questo se ne vene l' animal bruto; 20
e 'l pastore, vedendose esere a tal disvaro,
de vegnir zoxo lui se fo temuto [5].
El porcho per tera le pere manzava:
poi ch' ebe manzato, lo peraro scorlava.
4.
E lo pastor alora, per gran temanza 25
che lui aveva, dele pere butava
di quel peraro, e 'l porcho forte manza.
E lo porcho, avendo manzato, s'apuzava [6]
a quelo alboro, e alora, per zertanza,
el cazatore arquanto s? se chalava, 30
e con la mano la panza li grata;
e 'l porco se adormenz? in quela fiata.
5.
Lo bon pastore lo peraro disexe,
e chaz? mano alo suo cortelo ;
e quel zingiaro amaz? palexe; 35
e poi se lo port? a chaxa tuto isnelo.
E 'l porcho per eser luxengato questo fexe [7]:
chi sta in pericolo, lo dano sia d' elo.
Se 'l porco via andato se ne fosse,
a lui non saria venuto queste angosse. 40
6.
Cus? a vui, misier, el potr? avegnire [8]
per questi filosofi, che ve va luxengando.
Chazateli da voi con suo martire,
e non li andati poi ascoltando;
che zerto e fermo li ve far? morire, 45
se al suo modo andereti fazando. ?
Respoxe lo inperatore: ‒ Questo n' avignerae,
che pur lui solo morto s? sarae [9]. ?
7.
Venuta la matina e 'l chiaro zorno.
l' inperator comanda c'a la iustizia 50
fose menato lo suo fiol adorno;
e chus? fono dala so gran melizia [10].
Lo terzo filosofo non feze sozorno [11]:
vene al' inperator, e dise con innequizia [12]:
‒ De vui forte, signor, mi ? a r?zere [13], 55
perch? lo vostro fiolo fati destruzere.
8.
E questo per fare de una femena la volontade.
Senza raxone lei l' ? achaxonato.
Ma voia fare la vostra degnitade
come fe uno savio omo atenpato, 60
che aveva sua moiera de pravitade.
O come bene castig? suo pechato ! ‒
Diso lo inperatore: ‒ E come feze colui ?
Hora me lo dite, e non stare piui. ‒
9.
Respoxe Ansiles: ‒ Questo non vo' fare 65
se al vostro fiolo non induxierete
la cruda morte che li volete dare;
e pur per hozi questo voi farete. ‒
L'i[n]peratore ebe a comandare
che 'l suo fiolo retorna, zo sapete; 70
e ritornato, fo posto in prixone.
Le quinto cantar ? conpito per raxone.
Note
___________________________________
[1] toscho: veleno (significato letterale), cattiveria
[2] peraro: pero
[3] scorlando: scrollando
[4] arcorse: raccolse
[5] disvaro: e il pastore, vedendo che c'era una cos? grande differenza di forze, temette di scendere gi? dalla pianta
[6] s'apuzava: s'appoggiava - e il porco dopo aver mangiato s'appoggiava al tronco dell'albero per dormire, e per accertarsene a un certo punto il cacciatore si cal? un poco e gli gratt? la pancia con la mano e in quel momento il porco si addorment?.
[7] E il porco, questo ottenne per aver ceduto alle lusinghe
[8] avegnire: accadere
[9] Questo non accadr?, perch? solo lui sar? morto.
[10] questo ottenne dalla sua gran malizia
[11] non feze sozorno: non perse tempo
[12] innequizia: collera, indignazione
[13] r?zere:> (mi ? a): V. 7, lagnare. Non ? altro che il ven. ruzar, alterato forse per ragion della rima. Quanto al senso, il vocabolo presenta un caso analogo a quello del rugnire, illustrato dal Mussafia nel Beitrag, p. 96. Si deve trattare di una voce designante un grido animalesco, trasportata a diventare anche l'espressione del malcontento umano; giacch? non si pu? dubitare che tra i vari significati di ruzar, il primitivo non sia il ringhiar de' cani, e da esso non provengano per metafora gli altri, e segnatamente quello di brontolare e borbottare.
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? 1996 - Tutti i diritti sono riservati Biblioteca dei Classici Italiani di Giuseppe Bonghi Ultimo aggiornamento: 30 ottobre 2004 |
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