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Anonimo Storia di Stefano figliuolo di un imperatore romano Libro dei sette savi di Roma

Anonimo

 

Storia di Stefano

figliuolo d'un Imperatore di Roma

 

Versione in ottava rima

del libro dei sette savi

 

 

 

Questo libro trata di Stefano,

fiolo de uno inperador di Roma;

el qual trata de beli amaistramenti.

 

 

 

CANTO XVII

 

 

1.

Ansiles alora non feze pi? dimora,

e dise: ? O alto e magno inperatore,

el fo un padre molto richo anchora

avea uno fiolo, e portavali gran amore.

Molto festigiare voleva costui d? ogn? ora,                          5

e molto pastigiare [1] e farse honore

con suo conpagnoni; e per aquistarne asai

spendeva, e s? pastigiava purasai [2].

 

2.

Lo padre suo, ch? era richo e posente,

savio e costumato in ogni afare,                                         10

li modi del fiolo el vedea di prexente,

i qual con ordene non avea a oservare;

e pui volte li dizea piazevel mente:

? Charo fiolo, non te volere consumare.

Fa li tuo fati con tenpo e con modo,                                   15

az? che da Dio e dal mondo n? abi lodo. ?

 

3.

Respoxe el fio: ? O charo padre mio,

pui ? da charo, un amicho cha tuto ?l mondo.

Non sa?tu quanti amizi ch?? io?

Homo i[n] sta tera nonn? ? tanto lodo a tondo [3].            20

Alo ben fare non me inpedire, per Dio [4],

pregare ti volio, charo pare iocondo.

Lasame amizi asai aquistare,

che ancora beato [5] t? averai a chiamare.

 

4.

E lo suo padre, che intendeva el modo                                      25

che questo non iera de conquistar l?amicho,

pur se pensava d? ogn? ora con che lodo

potese redurlo alo suo modo anticho.

E dise: ? Fiolo, le tue parole e? hodo,

ma non le lodo, aldi quelo ch? io dicho:                             30

questo nonn? ? el modo de aquistar amizi,

anzi pui tosto de conquistar nemizi.

 

5.

Costoro, che per tuo amizi tu apeli,

ti ama solo per feste pastigiare;

a tuo bixogni i te saria rebeli [6],                                        35

quando da tal premi avesti a restare [7].

Sesanta ani e? ? soto mie chapeli,

solo mezo amicho e? ? abuto aquistare.

E se ?l te piaze, fiolo, chus? farai

come io te dir?: hora tu? ascolterai.                                    40

 

6.

E? volio ch? i tuo amizi had uno ad uno

tu li vadi provando come t? aver? deto

e poi proverai lo mio, che de uno

solo ne ? mezo, fiolo benedeto;

e pui lo far? cha di tuo nesuno,                                          45

se al mio modo farai, fiol perfeto. ?

? Questo m? ? a charo, ? lui dise, ? o caro pare;

lo tuo amico e li mei volio provare. ?

 

7.

Dise lo padre: ? A sto modo farai.

Pilia un porcho, e non zi? picolino,                                    50

e quelo presta mente amazerai

secreta mente nelo nostro giardino;

e poi in uno sacho streto lo ligerai,

e vatene al mazore to conpagno e pui fino,

e dili che un homo tu ? morto [8] a tal partito,                  55

e che secreto con teco l?abi sopelito.

 

8.

Provato el primo, proverai el secondo;

al terzo e quarto ancora non restare [9];

e ?l quinto e ?l sesto ancora, al tondo al tondo,

tuti li averai di zo a pregare;                                               60

e se zento o pui n? avesi a questo mondo,

di domandarlo alguno non lasare [10].

Se n? ?i trovato algun che te voia servire

mi piazer?; ma nol credo, fiol d? ardire. ?

 

9.

? Ho, come bene m? avete arichordato,                                     65

charo mio padre! ? dise lo fiolo;

? da diexe in su e? n? aver? trovato

che per me porteria di questo mazor dolo [11].

Or el dico ben, padre, che tu sei erato!

Tanto tempo ?i viuto [12], e mezo solo                               70

amicho dizi che ?i, che nula hene;

n? per te lo pageria un folaro [13], intendi bene. ?

 

10.

Disse lo padre: ? Che zova a dir parole?

tute le deferenzie tra s? e nonne ene [14].

Lo maistro far? le aperte prole [15] ;                                   75

lo efeto con la verit? se apertiene. ?

Partise el filio e las? lo padre sole,

e apari? tuto quelo se conguiene.

Intanto la note schura s? vegnia:

lo gioveneto el porcho uzidia.                                             80

 

11.

E quelo presta mente ? insachato;

ligolo streto, e puoxeselo in colo;

dal charo padre el fo aconbiatato,

ed elo a Jes? Cristo rechomandolo.

Lo gioveneto al primo so amicho fo andato,                     85

e ?l fato tuto intiero a lui contolo,

come l?avea morto un homo con martire:

? Priegote che me l?aiuti a sopelire.

 

12.

Costui arquanto ristete pensando,

poi si volse a lui : ? O belo amicho, ?                                 90

in suo parlare s? vene digando,

? p?rtite presto de qui, homo mendicho,

che come te non volio avere bando

di questa zit?; e la verit? te dicho.

Hora te parti e vatene ala to via,                                        95

e questo corpo morto con teco porta via. ?

 

13.

Respoxe el giovene: ? Mo dov?? l? amore,

charo fratelo, che tu me mostrave?

D??tu da davero, o me calefi ahore [16]?

Vieme aiutar da queste cose prave. ?                               100

E lui li respoxe con furore:

? Se non te parti, zerto t?achuxerave. ?

Vedendose el giovene esere a tal partito,

da uno altro so amicho lui fo ito.

 

14.

Risposta ebeno lui similiante                                                    105

da tuti quanti, e tuti li provone.

Poi al padre retorn? el giovene fante,

e come stava la cossa li narone.

E lui al suo mezo amicho lo mand? innestante [17];

lo fiolo ala sua porta presto pichione ;                             110

e quelo anticho alora, con suo arte,

se feze ala fanestra, e adimand? : ? Chi bate ? ?

 

15.

Respoxe el giovene: ? Io son el tale,

fiolo, dico, di cotale vostro amicho. ?

Lo valentomo subito si pens? male,                                  115

per esere l?ora tarda, a quel ch? io dicho.

Nol dimand?: Che voi, n?, che vale

a quest? ora vegnire qui come mendicho?

Ma az? che algun non intenda con disire

quelo ch?el volia dir, si[?]l corse aprire.                              120

 

16.

Intrato dentro el gioveneto adato,

? famelio non mand? zi? che l?aprixe ?

vide chostui chol sacho pieno chargato [18],

con dolze parole a lui par che dixe:

? Che bone novele ?i, fiolo dilicato? ?                               125

Rispoxe el giovene, e gi? non se la rixe [19]:

? Non buone, misiere, intender? el como

per la mia disaventura ho morto un homo.

 

17.

El qual in spala e? porto in sto sacone;

in chaxa vostra lo vorei sopelire. ?                                      130

Ma quelo del male contento non fone,

e s? li dise : ? Fiolo mio d?ardire,

dapoi che questo ? intravegnuto mone,

per amor de tuo pare, al qual e? ? desire,

in chaxa mia sopelire lo volio.                                             135

Vieni con mecho, e non aver cordolio. ?

 

18.

Secreta mente and? nel suo zardino,

presto una fosa feze el bon vechione,

e poi quel sacho pieno sopelino,

coperse la fossa, e di sopra inpiantone                                140

di pori freschi al?alba del matino.

E ?l gioveneto a chaxa presto tornone:

tuto contono [20] al suo bon padre anticho

zo che fato aveva lo suo mezo amicho.

 

19.

Respoxe el padre: ? Hora va ben el fato:                            140

un? altra prova volio che tu fazi.

Un tenpo lasa pasar, fiolo adato,

e retornerai al mio amico con tuo prochazi;

e d?: "Li dinari de mio padre abiatime parato,

non li retenite pui, ma queli ne dazi!"                                 150

E fazoti zerto, fiolo mio fino,

che debitor el nonn? ? d?un bagatino [21].

 

20.

Tu intenderai delo amicho la resposta;

poi in altra maniera vor? che ?l provi. ?

Quando lo fiolo intexe cotal sosta,                                      155

dise: ? Padre, tuto far?, az? che ?l me zovi [22]. ?

Un tenpo si pas?, cho ?l vero s?acosta,

lo giovene and? con questi ati novi;

trov? l? amicho del suo padre charo,

dizendo: ? Misiere, or dame el mio dinaro,                        160

 

21.

lo qual dovete dare alo mio padre;

non volio che quel se perda, ma mel date:

mio padre ? tropo buono con so squadre [23],

e non se chura di scuotere [24], miser, intendiate. ?

E lo valente homo, con suo riguadre [25],                           165

sapea che niente li di? dare, sapiate;

vedea costui al dimandare presto,

resposta s? li feze l?omo modesto:

 

22.

? Chon lo tuo padre, fiolo, far? rasone

e quelo li di? dar, ben pagerolo. ?                                        170

Al padre lo fiolo ritornato fone,

contoli el fato, e lui presto abrazolo,

dizendo: ? Fiolo, ancora ritorna mone

fin zerti zorni [26], e non te sia stracolo [27];

e pur li mei dinari dimanderai,                                            175

e quelo ch? el dize, bene intenderai. ?

 

23.

Ritorn? el giovene e dise: ? Or tanta induzia [28]

a l?amicho del padre ? non me piaze.

I? ? bexogno del mio, e in quelo ? fiduzia:

charo misiere, non me siate rapaze.                                    180

Datime el mio, e non usate astuzia,

che quela tropo a me s? dispiaze. ?

Rispoxe quelo e dise: ? Fiol charo,

raxon far? con tuo padre d?ogni dinaro.

 

24.

Stimava allora questo bon vechione                                          185

che ?l giovene da lui venise a questo fato;

la intenzion del padre suo non savea mone.

Retorn? el fio al padre molto adato,

e la resposta tuta s? li contone.

E lo padre li dise: Doman sei ritornato,                              190

e li dinari li adomanda con gran furia;

darali un bufeto e dirali inzuria.

 

25.

Ritorn? lo filio a tenpo proveduto

al savio vechio del padre conpagno,

dizendoli con un aiere molto arguto:                                 195

? Di mie dinari e? voria far guadagno,

e voi per forza tuto m? av? tenuto;

li buoni amizi l? uno al? altro questo non fano.

Dame i mie dinari, e non voio induxiar pui:

presto me li conta qui a dui a dui. ‒                                   200

 

26.

Lo bon amicho arquanto stete sospexo,

dizendo fra lui arquanto fastidioxo:

"Costui zerto mi ? di gran pexo;

ma fare non lo volio zi? fastidioxo".

E s? li dise con el cuor d?amor azexo:                                  205

? Intendi, fiolo, quelo ch? io te chioxo [29]:

dinari pui a me per questo non dimandare,

ch? io son ben d? acordo con lo tuo caro pare.

 

27.

A sta resposta mostr? inniquitato [30]

lo gioveneto contra el savio vechio,                                     210

dizendo: ? Huomo che sei molto ingrato,

tu me voi oltragiare pur de soperchio [31].

Non basta a me che con mio padre sei acordato.

Tu credi de non me dare el mio comerchio [32]:

ma al tuo dispeto io s? l? averone. ‒                                     215

E dito questo, un gran bufeto li chalone.

 

28.

Lo vechio, che si sente esere batuto

dal gioveneto contra ogni raxone,

debitor non li ?, e zo ben ? saputo,

e in tal servixio per lui s? adoperone,                                   220

che ?l corpo morto ?no sopeluto [33],

aldite resposta che feze lo barone:

? Li pori dela vaneza non mi farai cavare [34],

ben che contra di me abi mal a operare.

 

29.

Ritorn? al padre con sta savia resposta,                                     225

contoli tuto, che niente ? manchato.

A lui dice el padre: ? Ora, fiol, t?acosta

a me, e del mio amicho abi parlato.

Che te ne par de lui e di tale sosta?

In tante maniere ora mai l? ?i provato. ?                            230

Respoxe el filio: ? Zerto l? ? bon amicho;

ma io no ?nde n? ? algun che vaia un ficho.

 

30.

E sapi, charo padre, che mai pui

non tigner? i modi ch? era uxato;

m? acoster? ali consegli tui,                                                 235

tuto far? zo m??i comandato. ‒

Lo padre lo bened? con le mano sui,

e poi dal suo amico el fo andato;

streto abrazolo, dizendo: Amicho mio,

quanto ubligato a te me trovo io! ‒                                     240

 

31.

Zi? non sapeva questo suo conpagno

che ?l padre del gioveneto sapese nula

del morto sopelito, overo di quel guadagno,

che lui domandava, e non di? dar una brula [35];

stete amirato di questo ato magno                                     245

che lo so conpagno li fa, e forte trastula [36];

e dise: ? Amico mio, hora che ?i ?

Piazer n? despiazer non te fizi mai. ?

 

32.

Dise lo padre di quel gioveneto:

? Lo mio fiolo per te ho conquistato;                                  250

perch? l?avea perduto, amico, e? t? inprometo. ?

E d? ogni cosa li narava el fato.

Poi nel giardino an? [37] senza sospeto,

lo porcho sopelito ave cavato;

e ?l vechio dal zardino al conpagno dizia:                          255

? O, quanta alegreza me dai in questa dia!

 

33.

E pui mi vale tal consolazione

cha nulo servizio che te fazese mai.

E questo me invida a dire do raxone:

Lo tuo fiolo vedo fuora di guai;                                           260

che per l?omezidio dubitava mone

che apalentato el non fose oramai

per qualche modo, e ?l fose descuperto,

che io con techo rimanea diserto.

 

34.

Non dicho per pena alguna ch? io incorese                               265

per averlo sopelito nel mio zardino,

ma per lo dolore che voi auto avese

per quelo gioveneto, che ? tanto fino.

Ma mazore alegreza al mio cuor acrese

dapoi ch? io aldo ch? el te sta inchino [38],                         270

e che reduto l?? in tuto a tua obedienzia

quel gioveneto con sua zentil clemenzia. ?

 

35.

E Ansiles, avendo questo dito,

molto si piaque alo inperatore.

E s? li dise: ? Signor mio stabelito,                                      275

lo tuo fiolo amico da tute hore

ti sar? pui cha nulo in questo sito.

Per? per charo fiolo el debi tuore. ?

E dito questo, lui se fo asentato.

Al vostro honore l? ? conpito sto ditato.                              280

 

Note

___________________________________

 

[1] pastigiare: pranzare

[2] purasai: (avv.) molto

[3] a tondo: per ogni dove

[4] per Dio: in nome di Dio, per l'amor di Dio

[5] beato: felice

[6]  rebelo: ostili,sfavorevoli

[7] quando tu dovessi smettere di offrire tali pranzi

[8] morto: ucciso

[9] non ti fermare solo al terzo o al quarto

[10] e se cento o pi? tu ne avessi a questo mondo, non smettere di chiederlo a nessuno

[11] ne trover? sicuramente pi? di dieci che per me (al posto mio) sopporterebbero questo grave peso

[12] viuto: vissuto

[13] un soldo (moneta di poco valore): non lo pagherebbe un soldo

[14] tutte le differenze si trovano tra il s? e il no

[15] prole: prove

[16] o me calefi ahore: o mi burlavi allora

[17] innestante: subito, all'istante

[18] chargato: caricato (sulle spalle)

[19] rixe: rise (al giovane veniva da ridere)

[20] contono: raccont?

[21] bagatino: moneta da nulla (da bagattino, moneta veneta che valeva un quarto d'un quattrino)

[22] az? che me zovi: acci? che mi giovi

[23] ? troppo buono coi suoi compagni

[24] di scuoter: di farsi ridare i soldi prestati

[25] riguadre, o riguardre: parola di non semplice interpretazione prima di tutto sul piano grafico; interpretiamo come: dal canto suo, per quel che lo riguardava

[26] fin zerti zorni: entro alcuni giorni, fra qualche giorno

[27] e non te sia stracolo: e non ti sia di danno

[28] induzia: indugio, perdita di tempo

[29] chioxo: spiego

[30] inniquitato: adirato; a questa risposta si mostr? arrabbiato il giovane contro il vecchio saggio

[31] mi vuoi oltretutto oltraggiare

[32] comerchio: tu credi di non darmi ci? che mi spetta, il soddisfacimento alla legittima richiesta (Rejna) - quel che mi spetta

[33] sopeluto: sepolto

[34] Li pori dela vaneza non mi farai cavare: non mi farai togliere i porri piantati sulla fossa

[35] e non di? dar una brula: e non gli doveva dare nulla

[36] trastula: ? contento

[37] an?: and?

[38] dapoi ch? io aldo ch? el te sta inchino: poich? sento che ti sta sottomesso

 

 

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Indice Biblioteca Le rovine di Diodata Saluzzo 

  Sette Savi Canto XVIII

? 1996 - Tutti i diritti sono riservati

Biblioteca dei Classici Italiani di Giuseppe Bonghi

Ultimo aggiornamento: 30 ottobre 2004