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Il ponte del paradiso /head>

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Il ponte del paradiso

This eBook is for the use of anyone anywhere at no cost and with almost no restrictions whatsoever. You may copy it, give it away or re-use it under the terms of the Project Gutenberg License included with this eBook or online at http://www.gutenberg.org/license.

Title: Il ponte del paradiso

Author: Anton Giulio Barrili

Release Date: December 21, 2011 [EBook #38360]

Language: Italian

Character set encoding: UTF-8

*** START OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK IL PONTE DEL PARADISO ***

Produced by Carlo Traverso, Claudio Paganelli, Barbara Magni, and the Online Distributed Proofreading Team at http://www.pgdp.net.

This file was produced from images generously made available by The Internet Archive.

images/cover.jpg
ANTON GIULIO BARRILI
??
Il Ponte
del Paradiso
??
RACCONTO
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MILANO
FRATELLI TREVES, EDITORI
1904.

PROPRIET?? LETTERARIA
??
I diritti di riproduzione e di traduzione sono riservati per tutti i paesi, compreso il Regno di Svezia e di Norvegia.
??
??
Tip. Fratelli Treves.

IL PONTE DEL PARADISO

I.

Spiacevole invito.

??? Che idea! ??? esclam?? la signora Livia, lasciandosi ricadere sulle ginocchia il suo ricamo turco, mentre con le pupille stravolte da un moto repentino di stizza andava cercando il soffitto a cassettoni dorati del suo salottino. ??? Invitare le Cantelli! Ed hanno accettato? da te??????

Raimondo sgran?? tanto d'occhi, per guardar bene sua moglie.

??? Non ti capisco; ??? diss'egli. ??? Accettare un invito da me, non ?? forse come accettarlo da te? Non siamo noi la stessa cosa?

??? Per gl'inviti, no; ??? rispose asciuttamente la signora.

??? Oh Dio! ??? riprese egli, sforzandosi di volgere il discorso alla celia. ??? Ci sono dunque delle eccezioni alla vostra santissima legge?

??? C'?? questa, mio caro; ??? sentenzi?? la signora. ??? Gl'inviti solenni, in una casa bene ordinata, li fanno marito e moglie coi loro nomi uniti in una formula unica. Nei casi ordinarii, e d'una certa confidenza, invita la signora, intendendosi annuente il marito. Alla fin fine, non ?? lei che governa la casa??????

Raimondo chin?? la fronte con aria contrita.

??? Vizio di forma, adunque; ??? conchiuse egli. ??? Puoi sanarlo tu, andando a far visita, e confermando l'invito.

??? No, caro; guasterei. C'?? poi la sostanza, che non mi va.

??? E perch??, se ?? lecito saperlo? Quelle buone signore si ritrovano qui, lontane da casa loro, al Danieli. Un albergo, sia pur di prim'ordine, ?? sempre un'albergo; e in giorni come questi....

??? Male! ??? interruppe la signora, che non voleva passarne una. ??? Perch?? si ritrovano a Venezia per l'ultimo giorno dell'anno? Se ci penso, non ?? neanche stagione per addormentarsi qui, sulla ???tacita Laguna???.

??? Ne sai la ragione; ??? si prov?? a rispondere Raimondo colla usata dolcezza. ??? Il figliuolo che ?? qui al dipartimento navale....

??? Per Natale e Capo d'anno potevano ottenergli una licenza, e portarselo a Milano; ??? ribatt?? la signora. ??? Si lascia cos?? solo laggi?? il capo di casa? E in giorni come questi (son tue parole), in giorni come questi, sacri al raccoglimento delle famiglie?

??? Eh, ci avr?? pure pensato, la signora Eleonora; ??? osserv?? pacatamente Raimondo; ??? avr?? domandato e non avr?? ottenuto. Del resto, che t'ho a dire? Comunque sia andata la cosa, poich?? le signore Cantelli sono rimaste qui, a noi non rimaneva altro che fare il dover nostro; non ti pare??????

Una spallucciata fu tutta la risposta della imbizzita signora, che per non avere a dir altro si rimise attorno al suo ricamo turco. Se quello che andava facendo, mettendo punti su punti, era un versetto del Corano, diciamo pure che Maometto mandava a quel paese le povere signore Cantelli.

Raimondo, frattanto, anche a volersi contentare d'un gesto, non poteva fermarsi l??, col suo ragionamento avviato, che bisognava condurre alla fine.

??? Pensaci, mia buona Livia; ??? soggiunse. ??? Si tratta della famiglia del mio corrispondente di maggior conto, e pi?? che corrispondente, patrono. Ho grandi obblighi, e di antica data oramai, col banchiere Cantelli. Se le mie faccende hanno cos?? prosperato, credi che ci ha avuto gran parte la fiducia e l'appoggio del signor Anselmo, di quel re dei galantuomini. Cos??, venendo al caso di stamane, mi ?? parso necessario, incontrando la signora Eleonora all'angolo della Piazzetta, di dirle che andavo appunto da lei, per invitarla, con la sua bella, figliuola e con quel caro ufficialetto di suo figlio, a fare il gran salto dall'anno vecchio al nuovo con noi. Ed ho anche insistito; confesso il mio peccato, che non mi pareva poi tale. Ora, mia buona Livia, quel che ?? fatto ?? fatto, e ci vorr?? pazienza; soltanto mi duole che ti possa spiacere.

??? Spiacermi! spiacermi! chi ha detto mai ci???

??? Ah, volevo ben dire! ??? grid?? Raimondo, pi?? che sollevato oramai, e disposto a ridere. ??? Possiamo dar da cena a ventiquattro.

??? S??, caro, invitando a caso, e male. Ma siamo alla vigilia, quest'oggi, ed io mi son tenuta scarsa nei biglietti d'invito, per non andare oltre i dieci. Ora vedi tu, signore e padrone, dove ci portano le tue novit??. Tre Cantelli, e noi due, si fa cinque; il cavalier Lunardi sei; il signor Gregoretti sette.

??? Poi la tua cara Galier....

??? Eh! non me la rinfacciare, povera e cara anticaglia, che ?? piena di garbo, e pi?? interessante, col suo brio, di tante e tante puppattole.

??? Non nego, non nego; ??? si affrett?? a dire Raimondo. ??? Con lei, dunque, si fa otto.

??? E nove col suo nipote; ??? soggiunse la signora Livia; ??? e dieci col signor Ruggeri; e undici col maestro di musica, necessario per accompagnare al piano, se qualcheduno volesse cantare; e dodici....

??? Ferma l??, per carit??! ??? grid?? Raimondo, con accento sbigottito. ??? Metti al dodici il mio amico Filippo. Non vorrei che toccasse il tredici a lui, poveraccio.

??? Mettiamolo al dodici; ??? concesse la signora, con aria di somma indifferenza. ??? Al tredici andr?? il povero signor Telemaco. Per fortuna, non ha da sapere a che numero ci casca. Verr?? poi tua madre? Finora non c'?? lettera, n?? telegramma.

??? Se non verr??, ??? disse Raimondo, trattenendo un sospiro, ??? avremo sempre sotto la mano il mio ottimo Brizzi.

??? Invitalo dunque senz'altro.

??? No, questo, no: non gli anticipiamo la noia. Tu sai bene che il mio eccellente segretario, il mio braccio destro, si ritrova piuttosto male colle cerimonie, e pi?? volentieri passer?? la gran notte con una mezza dozzina di amici al Cappello Nero. Avremo tempo a propinargli l'amaro calice domani, se sapremo che la mamma non viene.?????

E represse, cos?? dicendo, un altro sospiro. Ma non voleva esser triste; sopratutto non voleva parer tale.

??? Che stravaganza, dopo tutto, questa superstizione del numero tredici! ??? ripigli??, facendo bocca da ridere.

??? L'hanno tanti! ??? disse Livia.

??? E credo che facciano un po' tutti per chiasso; ??? prosegu?? Raimondo; ??? come quel tale che mi diceva coll'aria e coll'accento pi?? grave del mondo: quando si ?? in tredici a tavola, accade sempre questo, che uno dei tredici muor sempre, o presto o tardi, prima degli altri dodici.

??? Bella novit??! ??? esclam?? la signora, non potendo trattenersi dal ridere.

??? Ma ?? l'unica cosa che se ne possa inferire con certezza, non ti pare? ??? conchiuse Raimondo, felice di vedere rasserenata la sua parte di cielo. ??? Dunque tornando a noi, tutti i tuoi inviti son fatti?

??? S??.

??? E non vorrai sanare il mio vizio di forma colle signore Cantelli?

??? No, ti ho detto, guasterei. Oggi, poi, non me la sento di uscire. Quante cose ho da disporre, quante da ricordare, come padrona di casa! Sai che c'?? da chiamare tutti i pensieri a capitolo, come altrettanti monaci in una abbazia? E in queste cose tu non potresti aiutarmi. Siete cos?? disadatti voi altri uomini, a preparare un ricevimento!

??? Vero; ??? disse Raimondo; ??? e aggiungi pure molte donne. Io anzi non ne conosco pi?? d'una, per far tutto a quel dio. E te ne sono cos?? grato! La mia casa ?? una reggia, e tu ne sei la regina.

??? Ah! s??, bravo, due cerimonie! ??? esclam?? la signora.

??? Sempre, lo sai, come il primo giorno; ??? riprese Raimondo. ??? La mia felicit?? ?? cos?? piena! Signore, dico a Dio pi?? spesso che tu non ti possa immaginare, fate che non cessi, che non si diminuisca d'un punto. E tu, dolce Livia, ricordi un giorno, se mai c'?? stato, nel quale io ti apparissi diverso dal primo in cui ci siamo conosciuti??????

Il pensiero di Raimondo era tenero nella sua sincerit??; l'accento era impresso di passione profonda. La signora Livia si alz?? lasciando cadere sul tavolincino il ricamo col quale da un pezzo si era venuta baloccando, e avvicinatasi a Raimondo, con un bel gesto di graziosa degnazione, si chin?? a baciarlo sulla fronte.

??? Fanciullone! ??? gli disse poi, rialzandosi tosto sulla vita. ??? Va al tuo banco, ch'?? ora, e lasciami alle mie occupazioni.... regali.?????

Raimondo aveva afferrate le mani di lei, e le baciava divotamente, l'una dopo l'altra, cercando di trattenerla, ad ogni tanto guardandola negli occhi con aria supplichevole, che pareva domandare un supplemento di grazie sovrane. Ma la regina aveva la sua dignit?? da conservare. Bene si lasci?? tenere a bada parecchi minuti secondi; bene si accost?? un tratto colla persona per esaudire la muta preghiera; ma subito si ritrasse, facendogli boccuccia, e si svincol?? da lui per andare nella sala da pranzo, dove erano stati dianzi per far colazione, e dove i servi finivano appunto di sparecchiare. Quella era l'ora che madonna soleva scegliere per ragionare col Giovanni, il pi?? antico servitore, come il pi?? decorativo, dei signori Zuliani, decorato egli stesso del titolo di maestro di casa; e quel giorno, vigilia della gran cena di San Silvestro, doveva essere un colloquio importante al sommo, una specie di consiglio domestico, uno di quei consigli solenni, in cui si dimostra la sapienza delle padrone di casa, e i signori uomini di solito non capiscono un'acca.

La signora Livia era sparita; ma Raimondo Zuliani, anche restando come si suol dire a bocca asciutta, era contento di s?? e di sua moglie. Aveva vinta una giornata campale, invitando alla gran cena le signore Cantelli, che a sua moglie piacevano poco, e quella cara non era pi?? in collera. Benedetta donna! che stranezza era la sua, di non poterle soffrire? S??, certo, la signora Eleonora, con quella sua persona intirizzita, con quel suo fare sostenuto, con quella sua parsimonia di parole, non era la compagnia pi?? allegra del mondo. Per questo, viva la faccia della contessa Galier, fosse pure con tutte le sue grinze, donde tra la cerusa e il belletto brillava e scoppiettava sempre l'arguzia, mentre era lei la prima a ridere degli sforzi inani che faceva allo specchio, per levarsi vent'anni di dosso! Ma quella Margherita Cantelli era tanto carina! E niente puppattola, come pareva che volesse gabellarla in un momento di stizza la sua Livia adorata; semplice, intelligente, buona e cortese, un vero angelo in terra. E poi, e poi, bisognava pensare che la signora Eleonora e la signorina Margherita erano la moglie e la figlia (rispettivamente, come si dice negli atti di partecipazione) del banchiere Anselmo Cantelli, col quale Raimondo Zuliani aveva obbligazioni infinite. Non erano state tutte rose, nei cominciamenti di Raimondo; ed anche pi?? tardi, quando gi?? poteva avventurarsi pi?? in alto nel mare magno degli affari, non gli erano mancati i frangenti, n?? i passi difficili; Milano allora, sempre confidente e magnanima, aveva sostenuto Venezia. Gratitudine, se ce n'??!

Egli era dunque contento del dovere compiuto, felice di vedere la sua Livia cos?? presto rabbonita. Sempre a quel modo l'aveva egli amata, temendone un poco gli scatti improvvisi, servendola molto timidamente, come avrebbe servita la sua dama un buon cavaliere antico, memore di essere stato paggio, e sempre disposto a reggerle lo strascico della sua veste di castellana. Che veglia d'armi aveva fatta Raimondo Zuliani, cavaliere moderno, per conquistare la sua felicit??! quante difficolt?? aveva dovuto superare! Le pi?? gravi gli erano anche riuscite pi?? acerbe, poich?? erano venute a lui dalla mamma adorata, che non vedeva di buon occhio la gente d'onde Livia nasceva. Come aveva lavorato di fine, il giovinotto, e con quanta pazienza, per levare certi dubbi, certi vaghi timori dall'animo di sua madre. La buona signora Adriana si era finalmente adattata all'idea di quelle nozze, che le spiacevano tanto. A che non si adattano le madri, povere madri, per far contenti i loro figliuoli? Solo in un punto non aveva saputo piegarsi, la signora Adriana, ricusando perci?? di lasciare il suo ritiro di Belluno. Lass?? non era nata, per verit??; ma quello era omai diventato il suo nido, poich?? ci aveva accasata una figliuola, e la consuetudine di parecchi anni le faceva amare quel nuovo soggiorno. Un po' freddo il paese; ma dove mai non fa freddo, d'inverno? Per contro, c'era abbastanza fresco in estate, ed ella si trovava benissimo in quell'antico palazzo dei Cappellari della Colomba, dove con qualche ritocco opportunamente fatto dall'amatissimo genero si poteva star come papi.

Cos?? diceva ella ridendo. E un papa c'era nato diffatti, sebbene da papa non ci fosse vissuto. A Venezia la signora Adriana compariva assai raramente, appena quel tanto che bastasse a dimostrare che non dimenticava affatto la patria. Qualche volta era discesa per la vigilia dell'Ascensione, antica festa veneziana; qualche altra pel Capo d'anno, ma governandosi in modo che il fatto non passasse in consuetudine, e volentieri trovando la scusa nel rigore della stagione. Aveva promesso di scendere per quell'anno? S?? e no, dipendendo il fatto dalle circostanze, che sogliono sempre avere un gran peso sulle umane risoluzioni. Ma si dica pur tutto; la figliuola maritata a Belluno aveva gi?? due amori di bambini; e quando si ?? nonne non si sa mai distaccarsi da quelle piccole anime, nella et?? in cui sono veramente belle, monde d'ogni colpa, se non d'ogni moccio. Ma questo ?? un guaio pei nasini rosei, ed anche un po' pei ditini grassocci; belle cosine che si lavano senza fatica, e gli angioletti tornano puliti a quel dio, da divorarli coi baci.

La signora Livia, dal canto suo, non incalzava molto con preghiere per far calare la mamma a Venezia. E non gi?? per avversione che le ispirasse la vecchia, che sarebbe un dir troppo, ma perch?? forse non si sentiva amata svisceratamente da lei, o forse perch?? al tempo delle sue nozze con Raimondo l'aveva indovinata contraria. Del resto, se nel suo cuore c'era un risentimento, od altro di simile, lo dissimulava bene, come sanno le donne assai meglio di noi, perch?? pi?? di noi ci sono spesso costrette.

??? Sai? ??? diceva ella al marito. ??? Non posso reprimere un senso d'invidia, pensando che tu l'hai, la tua mamma, e che io non ho pi?? la mia.?????

Cos?? ragionata, la cosa poteva anche passare agli occhi di Raimondo. Un po' strana, a dir vero, la sua dolce met??, e alle volte neppur tanto dolce; ma egli l'amava cos??. Raimondo si era dato senza risparmio, alla cieca, come tutti gli uomini di profondo sentire, che il raziocinio e l'altre doti dell'intelletto debbono mettere intieramente a servizio di gravi occupazioni, di assiduo lavoro mentale. Gli affari comandano; sono una ferrea disciplina, gli affari; gelosi, imperiosi, prepotenti, se ne avessero modo, in quella guisa che distruggono ogni germe di pensiero nell'anima, asciugherebbero ogni vena di affetto nel cuore dell'uomo. E con molti, non c'?? che dire, ne vengono a capo; comprimono, schiacciano, disseccano, trasformano, come accade nella trasmutazione di tanti tessuti organici, vegetali ed animali, in pietra o in metallo. Cos?? il bel fiore dell'ideale, educato da una provvida bont?? nel cuore pi?? ruvido, si metallizza ancor esso, prendendo magari, per una certa affinit?? elettiva, la forma di una moneta da cento lire, nuova di zecca e fiammante. Fior di conio, dicono i numismatici; che bisogno c'?? egli d'un fior d'ideale? Ma non tutti la pensano cos??, non tutti sentono a quel modo. E quando in certi cuori il bel fiore ?? ben vivo e tenace, le cure dell'assiduo lavoro, le prepotenti ragioni del tornaconto, possono comprimere fin che vogliono; sar?? vana fatica, non varranno mai a schiacciarlo, non a disseccarlo, non a trasformarlo, non a farvelo diventare di metallo o di pietra; che anzi, imprigionato pi?? strettamente, si fortificher?? contro le dure invasioni, e per qualche spiraglio vi tramander?? gli effluvii pi?? intensi. Raimondo Zuliani nel profondo dell'animo era fatto cos??; banchiere poeta; poeta senza far versi; poeta nella delicatezza e nella vivacit?? di un'indole tanto pi?? forte ne' suoi scatti improvvisi, quanto pi?? era ordinariamente compressa dalla necessit?? e dalla consuetudine; poeta nel culto dell'amicizia, poeta nella adorazione per la sua Livia, di cui era innamorato come il giorno che l'aveva conquistata, fra tante difficolt??, fra tanti contrasti, e non senza strappi dolorosi al suo cuore di figlio.

Delle sue nozze niun frutto era anche venuto; cagione d'intima pena per lui, specie se pensava alla mamma, che un amor di bambino avrebbe attirata pi?? spesso e trattenuta pi?? lungamente a Venezia, come quegli altri due la trattenevano, e troppo volentieri, a Belluno. Ma bisognava striderci. La sua Livia, del resto, non si dava pensiero di queste malinconie.

??? Infine, ??? gli diceva, ??? che te ne fai, se mi ami? Se tu avessi quell'amor di bambino, come ti piace di chiamarlo, non dovresti spartire i tuoi sentimenti fra due? Un altro essere, ultimo venuto, comanderebbe in casa, tua. In quella vece, che cosa avviene? Tu non hai altro che me; mi amerai meglio.?????

Questo era un argomento perentorio, davanti al quale bisognava deporre le armi ed arrendersi a discrezione.

??? S??, s??, hai ragione tu; ??? gridava egli tutto racconsolato. ??? Ma vedi? bisogner?? dirmene spesso, di queste dolci parole.?????

Nel fatto, la signora Livia non sentiva nessuna tenerezza pei bambini, e l'esserne senza poteva anzi parerle una benedizione del cielo. Pensava ella pure che con simili impicci al fianco, giovent?? e bellezza ad un tempo si sciupano? Certe cose si sentono, anche confusamente, nell'anima, senza bisogno di pensarci su; e voi le potreste leggere espresse a chiare note di serenit?? e di contentezza sulla fronte di parecchie donne, se non a dirittura di molte. Strano, non ?? vero! Si ?? tanto detto e creduto che Dio abbia spirato in ogni donna il senso della maternit??, quel senso arcano e ineffabile che in tutte si rivela, fin dagli anni pi?? teneri, nell'amor della bambola! E questo pensava alle volte anche Raimondo Zuliani; ma oramai senza fermarcisi troppo.

??? Oh, finalmente! ??? diceva egli tra s??, ??? che cos'?? questa maternit??? Un istinto. E che cos'?? un istinto? Un moto interno, naturale, involontario, irresistibile; impulso oscuro, adunque, una forza cieca, che ci accomuna, nell'adempimento di certe funzioni, ad ogni specie di animali. ?? della natura umana, o dovrebb'essere, il ribellarsi a questa forza cieca, per seguir la ragione. ?? chiaro poi, che se avessi figliuoli, io dimezzerei l'amor mio. Livia dice benissimo; lasciamo dunque l'istinto alle bestie.?????

II.

Pentiti, don Giovanni!

San Silvestro era venuto, ma solo soletto, portando sul Canal Grande, nell'antico palazzo abitato dai signori Zuliani, una lettera di Belluno. La signora Livia ci aveva azzeccato; lettera o telegramma che fosse, la mamma, come si soleva chiamare in famiglia la vecchia signora Adriana, avrebbe scritto di non potersi muovere. Ragione, o pretesto? Pareva una ragione, poich?? la lettera parlava di un nipotino che era a letto colla rosolia; pareva un pretesto, poich?? la lettera soggiungeva non trattarsi di cosa grave, bens?? di una forma benigna, assai benigna, di quella inevitabile malattia da bambini. Ma infine, pretesto o ragione che fosse, il piccino voleva sempre la nonna al suo capezzale, e non c'era modo di spiccarsene. Raimondo lesse, e sospir??, com'era il suo fare; ma non aggiunse parola.

Cos??, anche su d'un altro punto, aveva ragione sua moglie; avevano corso il rischio di essere in tredici per la cena del capo d'anno. Bisognava ad ogni costo mettere il sequestro, sulla persona del signor Brizzi; e il sequestro fu messo quella mattina, appena Raimondo ebbe fatto ritorno al suo banco.

Il signor Brizzi era il segretario del banco Zuliani, il braccio destro di Raimondo, quello che faceva andare la macchina, e diciamo pure la zecca, poich?? era una macchina da far quattrini. L'onest?? certamente ?? la base d'ogni commercio; e quantunque molti ne facciano senza, non bisogner?? credere che sia utile imitarli, perch?? allora si fabbrica sulla rena, e le case generalmente non durano. All'onest??, per cui la casa Zuliani era omai proverbiale, il signor Antonio Brizzi, grande scritturale nel cospetto del Signore, aggiungeva una diligenza scrupolosa, una prontezza mirabile, una esattezza esemplare, per cui la macchina bancaria andava come un orologio: s'intende, come un orologio che va, e che va bene; due cose che non sono di tutti gli orologi.

Compiamo il ritratto morale del signor Antonio Brizzi, soggiungendo ch'egli era un vecchio scapolo. Ad ammogliarsi prima gli era mancato il tempo; e di ammogliarsi poi non era pi?? tempo. E non se ne doleva; che anzi! Era uomo di gusti semplici, che la compagnia d'una donna avrebbe sempre un po' contrariati; si contentava di poco, non ispendendo la met?? di quel che guadagnava, tanto che gli amici lo accusavano di essere omai diventato milionario, o gi?? di l??. ???Soprattutto gi?? di l?????, rispondeva egli ridendo; ???tanto gi??, che pi?? sotto c'?? il Canale???. Unico suo spasso e suo unico sfoggio era il fare un po' lunga la fermata serale al Cappello Nero, dove faceva i suoi pasti, in compagnia di quattro o cinque amici, stagionati e senza famiglia come lui, coi quali si cambiavano due chiacchiere sul pi?? e sul meno, framezzandole con qualche sorso di Murano, o di Valpolicella.

Non si stava gi?? sulle cerimonie, con loro. Le cerimonie lo seccavano a morte, e per questo non si ritrovava bene in casa del suo principale, in quei ricevimenti sempre un pochettino solenni, o che a lui parevano tali; dove bisognava star sulla vita, fare il bocchino, gesticolar poco o nulla, e parlare in punta di forchetta, fra giovinotti inamidati, vecchi incerettati e signore infarinate. I giovinotti inamidati lo mettevano in soggezione, i vecchi incerettati gli facevano rabbia, le signore infarinate gl'incutevano un religioso terrore. Si trattava poi di una soltanto; ch?? la signora Livia, salvo in circostanze singolari, e veramente costretta dal suo ufficio di padrona di casa, non ne sopportava di pi??. Ma quella c'era sempre, buon Dio, come obbligata in chiave, e gli pareva una stonatura. Povera contessa Galier di San Polo, cos?? amena, cos?? facilona, e la prima a ridere delle sue infarinature ostinate! Ma il signor Brizzi era fatto cos??; si ritrovava male con le dame. C'era quella sola? Pagava per tutte.

Conoscendo l'umore del suo segretario, Raimondo Zuliani aveva dovuto attaccarlo col solito preambolo.

??? So che vi d?? noia, mio caro Brizzi; ma voi mi scuserete, perch?? non posso fare altrimenti. Mia moglie conta su voi, questa sera; ed io, poi, anche conoscendo le vostre inclinazioni, debbo contarci come lei. Alla cena del buon augurio non potete, non dovete mancar voi, che siete il mio amico migliore. E poi, che volete? Si resterebbe in tredici, senza di voi; ?? dunque necessaria la vostra presenza.

??? Allora al fuoco, e senza risparmio, come a Malghera; ??? disse ridendo il signor Brizzi.

Ridendo, s??, ma a denti stretti, e perci?? non di gusto, come faceva al Cappello Nero. Li aperse bene, quella sera sul tardi, per maledire la falda e tutto il resto dell'abbigliamento cerimoniale, che aveva dovuto cavar dall'armadio. E nondimeno, quando ebbe finito di vestirsi, non era pi?? tanto feroce. Uscito dal suo quartierino in vicinanza dei Frari, venuto alla riva e sceso in gondola, dopo aver gittata al gondoliere la frase ???al palazzo Orseolo???, le sue invettive cominciarono a condirsi di qualche amenit??; segno che quell'ottimo signor Brizzi si veniva bel bello rassegnando al suo fato.

??? Ebbene, vecchia mia, ??? diceva egli, abbottonando su quella povera falda i due petti del suo palandrano, ??? sei contenta d'essere uscita dall'armadio, ove meritavi di restare fino alla mattina del giudizio universale? Con tante grinze, farai la tua bella figura! E tu, piastrone di tela batista, lustro e sodo come un piatto di porcellana, le vorrai bere, le tue goccioline di caff?? e di liquori, non ?? vero? Strano! ??? soggiunse il signor Brizzi, accomodandosi meglio che poteva sui neri cuscini del felze. ??? Ci sono quei cari giovinotti, che non si macchiano mai. Forse per questo portano i baffi tirati all'ins??, che paiono tanti gatti arrabbiati. E noi.... e noi, poveri vecchi, li portiamo voltati all'ingi??, come tanti Cinesi. Ecco il guaio!?????

Il signor Brizzi, come abbiamo sentito da lui, era stato tra i difensori di Malghera. Fedele ai ricordi del patrio risorgimento, portava baffi e pizzo all'italiana.

A pi?? della gradinata del palazzo Orseolo approdava un'altra gondola, donde smontarono dopo il signor Brizzi altri due invitati di casa Zuliani. Tutti e tre, scambiata una stretta di mano, salirono, giungendo proprio gli ultimi all'appello. Nel gran salotto della signora Livia era gi?? adunata, disposta in crocchi, secondo il caso o le affinit?? elettive, una fiorita compagnia; ???le donne, i cavalier, l'armi....???; s??, anche l'armi, rappresentate da Federico Cantelli, nella sua severa uniforme di sottotenente di marina. Quanto agli ???amori??? potevano essi mancare? Dove son donne e cavalieri, ?? pi?? facile azzeccar gli amori che l'armi.

??? Cos?? tardi? ??? chiese amabilmente la signora Livia, stendendo la sua bella mano al signor Brizzi.

??? Padrona, ??? rispose l'ameno segretario, inchinandosi, ??? abbia la bont?? di scusare un povero villano, che non ha voluto venire con le mani vuote. Come vede, ho portato questi due forestieri.?????

E contento della sua barzelletta, si trasse da un lato, per lasciar passare alla cerimonia dello shake-hand il cavalier Lunardi e il maestro di musica.

Raimondo respir?? per sua moglie. Coi tre ultimi arrivati si era quattordici in punto. Ma non respir?? il signor Brizzi, trovandosi l?? in mezzo a tante persone elegantissime, specie davanti a signore, con le quali non poteva gi?? bastargli una frase in burletta, come quella che aveva finito di dire alla padrona di casa, e sua. Conosceva le signore Cantelli; era anzi stato una volta all'albergo per ossequiarle e mettersi ai loro ordini, quando erano arrivate a Venezia: ma si sentiva impacciato con esse, particolarmente colla signora Eleonora, sempre cos?? contegnosa e cos?? avara di parole. Benedetta la contessa Galier di San Polo, che poteva essere infarinata pi?? del convenevole, se non del necessario, ma infine, viva la faccia sua tinta e ritinta, parlava sempre lei, e non c'era altra noia che di starla a sentire. Noia, poi! Si dice cos?? per dire. La contessa era amenissima; colla sua parlantina avrebbe messo di buon umore un convento di trappisti.

Pi?? impacciato del nostro ottimo Brizzi appariva il signor conte Filippo Aldini. Che la presenza delle signore Cantelli mettesse in soggezione anche lui? Non era da credere. Filippo Aldini era un elegante inappuntabile, un giovinotto alla moda, rotto alla vita dei salotti; sebbene non frequentasse pi?? molte case, come prima faceva assai volentieri, restava sempre quello di prima, nella bella padronanza di s??, dei suoi atti e delle sue parole, disinvolto e misurato ad un tempo, sobrio nel gesto, parco nella celia, ma pronto a scoccarla con aria tranquilla, che non pareva affar suo, come se avesse detta la cosa pi?? semplice e pi?? naturale del mondo. Non si confondeva mai; confondeva gli altri, piuttosto.

Perch?? dunque appariva allora tanto diverso? Che fosse ammalato? Raimondo Zuliani, senza far tante indagini, notando solamente la novit?? della cosa, ebbe compassione di lui; e venutogli accanto, lo aveva tratto bel bello verso le signore Cantelli, a cui l'amico non si era ancora fatto vivo altrimenti, che con un rispettosissimo inchino.

??? Posso io presentare il mio amico Aldini? ??? aveva detto Raimondo, facendo bocca da ridere.

??? Ella sa bene, signor Zuliani, di averci gi?? fatto questo regalo; ??? rispose la signora Eleonora con gran degnazione, e, cosa pi?? insolita, abbozzando perfino un sorriso. ??? ?? vero nondimeno che incontriamo il signor Aldini piuttosto raramente.

??? Lo incontrano! ??? esclam?? Raimondo. ??? Non ?? egli dunque tornato a riverirle? Davvero davvero, non riconosco pi?? il mio Filippo, il re dei cavalieri.?????

Filippo Aldini sorrideva a stento, sudando freddo, e balbettando qualche frase scucita. La nessuna importanza sua.... il timore di essere importuno.... E frattanto si guardava attorno, come se cercasse soccorso. Da chi, povero Aldini, da chi? Ah, bene aveva pensato quel giorno di darsi ammalato! Sentiva allora che l'idea era buona. Peccato che gli fosse parsa ridicola, tanto che non ci si era fermato su, e non aveva scritto quel bigliettino di scusa a Raimondo, magari mettendosi a letto, per non esser colto in flagranti di bugia, dal pi?? caldo, dal pi?? prepotente degli amici! Si pentiva allora, si pentiva amaramente di non aver colta a volo l'idea, balenata nella mattina al suo spirito, come unica e vera ??ncora di salvezza che gli porgeva un buon genio.

Bisognava dunque discorrere; e Filippo Aldini si adatt?? a mettere qualche frase meno scucita di costa a quelle del suo amico Zuliani. Ma appena Raimondo non fu pi?? l?? in sostegno, lasci?? languire la conversazione, e ringrazi?? nel profondo dell'animo il cavaliere Lunardi, che si avanzava a riverire la signora Eleonora. N?? solamente lo ringrazi??, ma subito ne prese occasione a ritirarsi in buon ordine, per andare a discorrere colla signora Galier. L?? solamente si sentiva al sicuro.

La conversazione si era venuta animando. Ma qualche timido accordo al pianoforte ottenne il suo effetto. ???Cascano i filinguelli al paretaio???, ha detto il poeta; tutti s'accostano al cembalo. C'?? chi domanda una romanza dello Schubert, chi uno scherzo del Grieg, chi un minuetto del Boccherini. Il maestro di musica ha tutta questa roba sulla punta delle dita. Ma soprattutto c'?? chi vuol sentire il re degli istrumenti musicali, la voce umana, specie se ?? voce di soprano, o di mezzo soprano. Del resto, in un salotto, son tutte voci di soprano sfogato. La padrona di casa non canta pi??, almeno cos?? ella dice; e si capisce che dica cos??, per far figurare qualche graziosa invitata. Si pregher?? dunque la signorina Cantelli. E la cara Margherita non si fece pregar molto. Pensava giustamente, la bellissima fanciulla, che tanto e tanto avrebbe dovuto dire di s??; il meglio era dunque di dirlo subito. Aveva una voce stupenda; cant?? con metodo eccellente e con raro sentimento l'Ideale del Tosti, domandato dal cavalier Lunardi, il grande romantico della compagnia. La signora Livia si era appressata al cembalo per sentir meglio. Fu amabilissima; applaud?? con ardore, e fece perfino un miracolo, simulando l'atto di abbracciare la gentil cantatrice.

??? Tutto bene! ??? disse mentalmente Raimondo, stropicciandosi le mani in un angolo del salotto. ??? Cos?? la mamma fosse venuta, che non avrei pi?? nulla a desiderare!?????

Ma non si pu?? aver tutto, in questo povero mondo. E non pot?? aver tutto il cavaliere Lunardi, che dopo l'Ideale del Tosti, chiedeva gi?? per grazia l'Amore, Amor del Tirindelli. Un uscio si era aperto, una portiera di broccato si era sollevata, ed appariva nel vano il colossale Giovanni in vistosa livrea, coi guanti bianchi come la neve; piacevole apparizione di granatiere rubizzo, che profer?? poche parole, ma buone: ???La signora ?? servita???.

La signora, la padrona di casa, doveva far l'obbligo suo. Fatto un cenno al marito, che offriva subito il braccio alla signora Cantelli, prendeva il braccio del signor Telemaco; un pezzo grosso della finanza, che siamo dolenti di non aver meglio specificato, ed ora, per far le cose a dovere, sarebbe un po' tardi. Poi volgendosi verso Filippo Aldini, gli disse a mezza voce:

??? Signor Aldini, offra il braccio alla contessa Galier.?????

L'Aldini s'inchin?? col suo fare misurato, ed obbed?? prontamente.

??? Ah, che bel cavaliere! Ringiovanisco; ??? grid?? quella graziosa matta della contessa, che non voleva esprimere a mezza voce il suo gradimento.

La signora Livia sorrise; poi si rivolse al Lunardi.

??? Cavaliere, ??? gli disse, ??? offra il braccio alla signorina Cantelli. ??? E con un leggero ammiccar degli occhi ebbe l'aria di soggiungere: ??? ?? contento di me?

??? A questo modo, ??? esclam?? il cavaliere Lunardi, per fare il paio colla vecchia contessa, ??? ringiovanisco ancor io.?????

La signora Livia fece un bel gesto d'invito a tutti gli altri, perch?? volessero seguire la marcia come credessero meglio. Si era tutti amici vecchi di casa, perci?? in gran confidenza; ed alcuni fecero l'atto, non ammesso dai manuali dell'etichetta, di offrirsi il braccio tra uomini. Il signor Brizzi, ad esempio, ci pass?? per signora, un po' stagionata a dir vero, accettando il braccio che gli offriva il Gregoretti, bel tipo di mattacchione, e alle sue ore anche poeta.

Si travers?? un secondo salotto che gi?? conosciamo, e si mosse di l?? verso la sala da pranzo, il cui uscio spalancato lasciava vedere tutto uno sfolgor??o di lampade di bronzo dorato e di candelabri antichi, tra i cui viticci venivano ad innestarsi, come frutti luminosi, le pere cristalline della luce elettrica. Al soffitto di legno, partito a cassettoni e rosoni, anch'essi dorati, si armonizzavano le credenze e le cristalliere di legno nero, intagliato a fogliami, a fiorami, a rabeschi, a mascheroni, a putti, a draghi, ad uccelli fantastici. Falso Cinquecento, sicuramente; ma anche falso sta bene, d?? un nobile carattere alle case, parendo invecchiare con esse le famiglie troppo moderne, che si sono felicemente arrampicate a metterci il nido.

La tavola era uno splendore di cristallame, d'argenteria, di porcellana e di fiori. In vece del solito chemin de table, che ?? graziosissimo e pu?? essere sommamente caro come lavoro di mani gentili, ma che ?? pure economico la parte sua, potendo andare in bucato, attraversava la tovaglia in linea diagonale un nastro enorme, artisticamente pieghettato e rigirato a onde, a staffe, a nodi, allacciando qua e l?? mazzi di rose fresche, di orchidee, di miosotidi, ed altre fioriture contro stagione. Quella era la novit?? ultimissima del buon gusto; cos?? andava fatto, fosse pur condannato ad essere disfatto la mattina seguente. Buon lusso costoso delle cose destinate a perire! Ma la nave degli Zuliani aveva il vento in poppa, e dispiegava liberamente tutta la sua velatura.

Contegnosi da principio e parchi di parole, i nostri commensali si animarono gradatamente, al saltar dei turaccioli, all'acciottol??o dei piatti, al cozzar dei bicchieri. Il chiacchiericcio si diffuse da un capo all'altro della tavola: si stava bene, si andava anzi di bene in meglio; si aprivano i cuori, si snodavano le lingue. Il cavaliere Lunardi fu garbatissimo colla signorina Margherita, che con un interlocutore sessagenario poteva essere pi?? loquace, mostrando tesori di senno, di cultura e di grazia. Amenissima poi la contessa Galier, tra l'Aldini, che non si mostrava pi?? tanto impacciato, e il signor Brizzi, collocato suo cavalier di sinistra. Cos?? aveva disposto la padrona di casa, per compensarlo di quel sacrifizio, di quel tradimento dovuto fare al suo Cappello Nero.

Intanto questo appariva in casa Zuliani, questo era evidente, tra tanti fumi del vin del Reno, di Borgogna, di X??res, di Caluso e d'altri siti; che i vecchi erano pi?? animati, pi?? allegri, perfino pi?? arguti dei giovani. Nessuna maraviglia; forse ?? perch?? i vecchi hanno meno tempo davanti a s??, in paragone dei giovani, e fanno profitto di quel poco che avanza. Quanto a dedurne che sia per maggiore esperienza della vita, non ne credete niente; e vecchi e giovani son tutti ragazzi ad un modo.

In mezzo al chiacchiericcio generale, che gi?? pareva un principio della confusione delle lingue, che ?? che non ??, salta un turacciolo con formidabile scoppio; ne salta un altro, ne saltan parecchi; il vino di Sciampagna gorgoglia, ribolle, sfavilla, spumeggia nei calici di mussolina fusa in cristallo, o di cristallo fuso in mussolina, come vi piacer??. Era quello il momento solenne dei brindisi. E si cap?? allora perch?? il Gregoretti, quel grazioso mattacchione, non avesse dato alla conversazione tutto ci?? che avrebbe potuto e dovuto. Il disgraziato aveva un brindisi in corpo, e in versi, per giunta, in versi veneziani, scoppiettanti, sfavillanti come il vin di Sciampagna, che gli stava dinanzi, e di cui aveva sorseggiata la prima spuma quasi per prenderne ispirazione.

Si era fatto silenzio, vedendo nell'atteggiamento e nel gesto del personaggio la promessa del brindisi. E il Gregoretti incominci??, celebrando in graziose strofe i meriti straordinarii dell'anno allora allora finito. Il che era contro l'usanza, per verit??; ma si sapeva bene che il Gregoretti non faceva mai niente a modo degli altri. A suo giudizio, l'anno andato meritava ogni lode, non avendo recato nessun dispiacere a lui, n?? agli amici suoi; e questo era molto, anzi poco mancava che non fosse tutto. S??, buon Dio, si poteva anche ammettere che non fosse stato n?? carne n?? pesce. Ma il suo successore, il neonato, non si sapeva ancora che diavolo sarebbe riuscito.

E il vecchio, poi, era anche finito bene: ci pensassero un pochino, i signori commensali; era finito stupendamente per tutta una gentile brigata, sotto l'incanto della bellezza accompagnata alla grazia. Occhi soavi, amabil sorriso.... E pi?? avrebbe detto il poeta, perch?? c'erano da enumerare i pregi a centinaia. Ma siccome il ritratto sarebbe stato poi sempre inferiore all'originale, egli prendeva consiglio da quei pittori da dozzina, che dopo aver disegnata e colorita con tutta l'arte che possiedono la figura del committente, gli pongono in mano una lettera, colla soprascritta bene in vista, per istruzione del pubblico. Il nome, di quella bellezza, di quella grazia incantevole, doveva egli proferirlo? Non era gi?? pronto a scoccare, sulle labbra di tutti? Animo, via, lo dicessero pur tutti con lui, senza timore di guastargli la chiusa, lo dicessero tutti a gara, quel nome grazioso, ???quel nome caro ai Veneziani??? della signora.... E qui una sospensione, che permetteva a tutti di prorompere in coro: ???Livia Zuliani???.

La signora Livia Zuliani, udendo quella enumerazione di pregi femminili, e indovinando che col suo nome sarebbe andata a finire, si era fatta via via d'un bel colore vermiglio; a suo vantaggio, senza dubbio, perch?? prima d'allora, diciamolo pure, con tutta la sua risoluzione di fare a mala sorte buon viso, era stata un po' verde.

Tra gli applausi e gli evviva dei suoi convitati, la bella nervosa, atteggiate le labbra al sorriso, lev?? il suo calice, accostandolo cortesemente a quello del suo poeta. Ed anche, sorridendo sempre e ringraziando, dovette ripetere la cerimonia con tutti.

Raimondo era in estasi: vedeva tutto vermiglio, come il volto della sua Livia. Ma non poteva star sempre l??, in contemplazione della propria felicit??; da buon padrone di casa, doveva darsi moto, tener desto il fuoco della allegrezza ne' suoi convitati.

??? L'anno vecchio ha ottenuto il suo elogio; ??? disse egli; ??? chi far?? l'elogio del nuovo?

??? Tu; ??? gli rispose il Gregoretti.

??? Io? Non son poeta; e dovrei tesserlo in prosa.

??? In prosa, da bravo; purch?? sia prosa robusta.

??? Se non sar??, non vorrete mica accopparmi; ??? conchiuse Raimondo, che gi?? sentiva venir l'estro ad una seconda versata che i servi facevano in giro.

Lev?? allora il suo calice, e cos?? prese a parlare, con intenzione d'esser solenne:

??? Signore e signori, onde questa casa ?? onorata, auguro a tutti voi che il nuovo anno sia lieto, come furono a me i sette che lo hanno preceduto. Esaudisca egli il voto che gli esprimo.... ??? soggiunse l'oratore, ispirandosi d'un subitaneo pensiero, e versando sulla tovaglia un mezzo dito del suo vino, ??? .... il voto che gli esprimo libando a lui, come un sacerdote antico, con questo roseo dorato liquore.

??? Bene osservato; il roseo dorato ?? una particolarit?? della vedova Clicquot; ??? disse il Gregoretti, guardando contro la luce il suo calice.

??? La vedova, ??? rispose Raimondo Zuliani, cogliendo quella volta l'ispirazione dalle parole dell'amico, ??? la vedova ?? stata moglie; parliamo dunque del matrimonio. Non senza ragione vi accennavo i miei sette anni felici. A voi, scapoli impenitenti! aiutate con buone risoluzioni l'adempimento del voto che io ho formato poc'anzi, e il nuovo anno vi colmer?? delle sue benedizioni. Chi vorr?? dare l'esempio? Voi, amico Brizzi, non ?? vero?

??? Me ne guardi il cielo! ??? grid?? il signor Brizzi, facendo un gesto d'orrore.

??? E perch??? ??? domand?? Raimondo. ??? Vi conosco e vi stimo da gran tempo, mio caro, e so che non fate e non dite mai cosa su cui non abbiate pensato due volte.?????

Il signor Brizzi si avvide di non aver pensato neanche una a ci?? che gli era uscito allora di bocca. Era stato un grido dell'anima; e bisognava attenuarlo con qualche spiegazione.

??? Perch??? ??? rispose. ??? ?? presto detto, il perch??. Renderei infelice la donna che avesse la cattiva ispirazione di accettar la mia mano. Son vecchio, sapete? son vecchio.

??? Ma che? ??? entr?? a dire la contessa Galier, che non voleva sentir parlare di malinconie. ??? Vecchio ?? chi muore.

??? Signora contessa, la prego di credere che ho passati i cinquanta. Il matrimonio non ?? pi?? fatto per me, salvo il caso di voler saldare insieme due cocci scompagnati. Con che gusto, poi? con che utile per la societ??? Pensiamo alla societ??, miei signori; ?? anche di moda. E concludiamo; il matrimonio ?? fatto pei giovani.?????

Raimondo avrebbe volentieri abbracciato il suo segretario. Senza volerlo, senza pensarci neanche, quell'ottimo signor Brizzi gli dava la mano, tirandolo dov'egli intendeva per l'appunto avviarsi.

??? E allora rivolgiamoci ai giovani; ??? ripigli??. ??? Auguriamo per esempio al conte Aldini la felicit?? ch'egli merita. Sei al momento buono, mio caro Filippo. ?? perch?? i voti del capo d'anno sono privilegiati su tutti, io ti auguro con maggior fede una sposa degna di amore e di stima.... perch?? non lo direi? come la mia.

??? Raimondo! ??? esclam?? la signora Livia. ??? Mi farete arrossire.?????

E pi?? avrebbe detto, tanto era seccata. Ma le bisognava rattenersi, star lei in riga, se non sapeva starci il suo signore e padrone. Ah, quella benedetta variet?? di vini dei pranzi e delle cene solenni! Manda i fumi alla testa, snoda le lingue, fa dir sciocchezze agli uomini serii, troppe sciocchezze; e con una insistenza, poi, con una insistenza degna di miglior causa.

A farlo a posta, il suo signore e padrone insisteva.

??? Ebbene, s??, che c'?? egli di male? Viva la sincerit??. Son tutti amici, qui, d'antica data, e strettissimi; gradiranno ch'io parli come penso. Sarebbe ipocrisia in me il tacer loro che sono felice. Credi a me, dolce amico; ??? soggiunse, volgendosi all'Aldini; ??? segui l'esempio di chi ti vuol bene. Io bevo intanto alla tua fidanzata.?????

Filippo era sulle spine; e doveva mostrarsi tranquillo, accogliendo lietamente gli augurii dell'amico Raimondo.

??? Senza conoscerla! ??? esclam?? egli, tanto per dire qualche cosa.

??? Eh, pensiamo se tu, almeno tu, non te ne sarai formato un'idea! ??? incalz?? Raimondo. ??? Nella mente d'un giovinotto, o nel cuore, la futura compagna della vita c'?? sempre, immagine vaga, da principio, ma che a poco a poco va prendendo i precisi contorni di una giovine e conosciuta bellezza. Dico bene?

??? Ottimamente! ??? grid?? il Gregoretti. ??? Dopo la prosa robusta, ci dai la prosa elegante, la prosa poetica.

??? L'argomento ne franca la spesa; ??? rispose Raimondo, i cui occhi andavano come per incanto verso la signorina Margherita.

La fanciulla teneva i suoi molto bassi, avendo l'aria di voler aggiustare una piega della sua sopravveste. Ma intanto si era fatta un po' rossa, dal sommo della fronte fino alla radice del collo. E stava bene cos??, era pi?? bella che mai, mettendo in mostra il volume dei capelli neri, ondati e lucenti, che sull'incarnato del viso luccicavano due volte tanto, con mobili riflessi turchini. Bella e divina creatura! Un poema, l'aveva dichiarata il Gregoretti, quella medesima sera, vedendola per la prima volta nel salotto della signora Zuliani. Perch?? poi un poema? Ci sono tanti poemi brutti! e tanti altri mediocri!

Ma il paragone, antico oramai, doveva essere stato fabbricato nel tempo che di poemi, in Italia, si conoscevano soltanto i divini, quei tre che tutti sappiamo; dopo i quali, chiudi e sigilla, che il conto ?? fatto.

??? Dunque, ??? ripigli?? il Gregoretti, tenendo bordone a Raimondo, ??? vogliamo bere alla futura sposa del nostro Aldini? Egli ?? qui l'unico scapolo in et?? da pentirsi. P??ntiti, don Giovanni!?????

Eh, don Giovanni nel profondo del suo cuore non avrebbe chiesto niente di meglio. Ma l?? per l?? sentiva corrersi un brivido per l'ossa.

??? Anche tu? ??? diss'egli volgendosi al Gregoretti, con aria tra confusa e seccata.

??? Anch'io, sicuro, e tutti quanti siam qui, a volerti bene. P??ntiti, don Giovanni!?????

Filippo Aldini guard?? intorno a s??, con occhi smarriti, come d'uomo in punto d'affogare. Tutti, col calice in mano, gli ripetevano la medesima frase. ???P??ntiti!??? diceva il Ruggeri; ???p??ntiti!??? il signor Telemaco, che in verit?? non diceva nulla, ma consentiva col gesto, e nel gaio concerto delle voci pareva aggiungere la sua. Ma era dunque una congiura? un colpo premeditato?

??? Lo senti? Te lo dicono tutti in coro; ??? grid?? Raimondo Zuliani, ridendo a pi?? non posso. ??? P??ntiti, don Giovanni!?????

E si rivolgeva, ci?? detto, alla sua Livia, come per invocarne l'aiuto.

??? Ma s??, ??? aggiunse allora la signora Zuliani, con la sua vocina sottile, e accompagnandone il suono con un moto grazioso della sua testina bionda, ??? perch?? non si pentirebbe, don Giovanni??????

Filippo Aldini era fuori di s?? dalla stizza. Ma egli sent?? che a durarla ancora un tratto, sarebbe diventato ridicolo, con quella cera da funerale, in mezzo a tanta allegria che pareva volersi rovesciar tutta su lui. A farlo a posta, anche la padrona di casa si metteva dalla parte dei canzonatori.

Accett?? dunque l'invito, come se fosse stato un comando; lev?? il suo calice, lo vuot?? fino all'ultimo sorso, e rispose con accento risoluto:

??? Sia, poich?? tutti lo vogliono; mi pentir??.?????

Ebbe naturalmente un applauso da tutti; e dopo l'applauso un premio speciale dal Gregoretti.

??? Cos?? va bene; ??? disse il poeta mattacchione. ??? Fin da domani metto la Musa in molle, e ti preparo l'epitaffio.?????

Voleva dire l'epitalamio. Ma gi?? la lingua incominciava a tradirlo.

III.

Per l'amico del cuore.

Quella notte, anzi meglio, quella mattina, la signora Cantelli avrebbe voluto ritirarsi intorno alle due. Veramente, le rincresceva di dare il mal esempio; ma il suo Federigo doveva essere di buon mattino al suo posto, e bisognava concedergli almeno quattr'ore di sonno. Il signor Zuliani aggiust?? le cose per bene, proponendo che Federigo andasse via solo, mentre per le signore, con tanti cavalieri presenti, non sarebbe mancato chi le accompagnasse al Danieli. In questo modo si guadagn?? un'altr'ora allegra, illuminata dalla grazia, dal sorriso incantevole della signorina Margherita. Raimondo Zuliani era tutto raggiante di contentezza, ameno, festevole, attento ad ogni cosa che potesse occorrere per la felicit?? dei suoi ospiti; e ci?? senza bisogno di scomodare sua moglie, che doveva lasciarlo fare, standosene regalmente seduta in trono, ossia, per chiamar le cose col loro nome, nell'angolo sinistro di un soffice canap?? foderato di raso, accanto alla signora Eleonora.

Ma c'?? un fine anche alle veglie notturne; e quando le signore Cantelli accennarono a prender commiato, Raimondo fu pronto a dar loro per cavaliere il conte Aldini. Mentre tutti incominciavano a mettersi in moto, la signora Livia ebbe agio di tirare il marito in disparte.

??? Che idea ?? la tua? ??? gli bisbigli??. ??? Non doveva il signor Aldini accompagnare la Galier? tanto pi?? che sono cos?? vicini di casa?

??? Capisco; ??? rispose Raimondo. ??? Ma la contessa ci ha il nipote, e quello pu?? bastare. Credi tu che possa venire in mente a qualcheduno di rapirtela? Quanto alle signore Cantelli, potrebbe servire il cavaliere Lunardi? O il signor Telemaco? Mi paiono tutti e due morti dal sonno. Il Ruggeri ?? un po' sventato; e poi, ha veduto le signore per la prima volta stanotte. Il Gregoretti ?? un po' pi?? allegro del solito. Ci ho pensato bene, mia cara; non c'?? altri che Filippo.?????

Del resto, era detta, e non si poteva tornare pi?? indietro. ???Voce dal sen fuggita. ??? Pi?? rattener non vale???. Lo aveva sentenziato il Metastasio, in una di quelle sue ammirabili strofette per musica. Voleva la sua Livia sentir gli altri due versi? No, non ce n'era bisogno: li sapeva a mente, come l'avemmaria.

Per quella volta ancora comandava Raimondo, e l'Aldini accompagn?? le signore Cantelli. Ci and?? come la biscia all'incanto; ma ci and??, muovendosi in compagnia di Raimondo, che da qualche minuto non lasciava il suo braccio, quasi temendo che dovesse sfuggirgli. In questa guisa Oreste accompagn?? il suo Pilade, fino al pi?? della gradinata, davanti alla gondola, dove ossequi?? le signore Cantelli, ringraziandole del grande onore che gli avevano fatto.

La signora Eleonora mostr?? di gradir molto la compagnia del conte Aldini. Margherita non mostr?? nulla de' suoi sentimenti; ma certo era contenta. Come la gondola approd?? alla Riva degli Schiavoni; la bellissima fanciulla accett?? la mano che le tendeva Filippo per aiutarla a scendere; e Filippo sent?? quella mano tremare un pochino nella sua. Una bella mano che trema, quante cose non dice?

Da quando si conoscevano? Da un mese, cio?? dai primi giorni che le signore Cantelli erano capitate a Venezia. Viaggio e fermata lunga, tutto era stato per Federigo, che non poteva sperare una licenza per quella fin d'anno, dopo averne gi?? ottenuto parecchie a brevi intervalli. Le mamme, per verit??, ne vorrebbero una al mese, e si dolgono delle irragionevoli durezze della disciplina militare, che a sentirle loro non perderebbe nulla a essere pi?? compiacente; ma ?? colpa loro, se han voluto i figliuoli ufficiali di terra o di mare. Ed anche a Venezia, cos?? presso a Federigo, non potevano mica averlo sempre in compagnia: quel benedetto servizio aveva le sue esigenze quotidiane. Perci?? altri doveva supplire alle assenze di Federigo, mettendosi a servizio delle signore Cantelli.

Naturalmente, c'era in prima riga Raimondo Zuliani, l'amico del banchiere Anselmo, e in continua relazione d'affari con lui. Ma anche Raimondo aveva le sue ore impegnate: poteva fare una visitina, ed anche a brevi intervalli, non gi?? mettersi a loro disposizione per visitar chiese, palazzi e musei. Si sa, quando per una ragione o per l'altra si capita in una citt?? ragguardevole, in una citt?? storica, ricca di memorie, di capolavori, di meraviglie d'ogni genere, ?? obbligo di veder tutto, per mostrar poi alla gente di non aver viaggiato come bauli. L'arsenale lo avevano visto con Federigo, che era l?? come in casa sua, e ne faceva gli onori. San Marco, i Frari, la Salute e le altre chiese maggiori si potevano vedere via via nei giorni festivi, in occasione della messa. Ma il Palazzo dei Dogi, ma l'Accademia, il Museo Correr, i palazzi del Canal Grande, almeno i pi?? singolari, i pi?? celebrati, non si potevano visitare senza la compagnia di qualche amabile cicerone, che per l'appunto non fosse un cicerone di piazza.

Per questo ufficio il signor Brizzi, messo anche lui a disposizione delle signore, non parve a breve andare l'uomo pi?? adatto; molto amabile, sicuramente, quantunque a modo suo, ma niente cicerone; ed egli, dopo tutto, era pi?? utile al banco. O allora? Allora, quale occasione pi?? favorevole dell'amico Aldini? Quello era proprio l'uomo, amabile che nulla pi??, cicerone perfetto, e padrone di tutto il suo tempo, non avendo niente da fare; condizione invidiabile, checch?? si voglia argomentare in contrario.

E qui diciamo di lui tutto quello che occorre, per non averci a ritornare con cenni e notizie a spizzico, che paian venire di contrattempo, e intralcino ad ogni modo il racconto. Filippo Aldini era stato ufficiale di cavalleria, e in quella divisa era capitato quattro anni addietro alla guarnigione di Padova. Da Padova si ?? in un salto a Venezia, e di quei salti il tenente Aldini ne aveva gi?? fatti parecchi. A Venezia, un bel giorno, che ?? che non ??, prese la risoluzione di lasciare il servizio. Lo avevano forse attratto i cavalli di San Marco? Sia lecito immaginarlo, in mancanza di notizie pi?? esatte. Quanto al servizio, lo poteva piantar l?? senza scrupolo, non avendo egli presa la via delle armi coll'intenzione di percorrerla intiera. Era ricco, direte. No, non era ricco. Ricchissima era stata la sua famiglia, d'antico ceppo parmense; ricchissima sotto i cessati governi; ma in due o tre generazioni di oziosi aveva trovato il modo di andarsene a rotoli. Il mutuo e l'ipoteca, due invenzioni pestifere! Al conte Filippo Aldini, morto il padre e pagati i debiti della successione, restava appena una tenuta dell'alto Parmigiano, senza ipoteche, grazie al cielo, e che poteva rendere ancora un anno per l'altro le sue ottomila lire. Mettiamo tra restauri e miglioramenti un migliaio di lire: un altro migliaio all'agente, incaricato di riscuotere e di trasmettere; ne avanzavano ancora seimila. Solo com'era, modesto nelle abitudini, temperato nei desiderii, con seimila lire d'entrata poteva campare. Il vivere non era caro a Venezia; ed egli, poi, rinunziava necessariamente al cavallo. La sua esistenza trascorreva placida in apparenza, uniforme e cheta nei suoi andamenti, come una gondola sull'acque morte della Laguna. Giovine di bell'aspetto, intelligente, garbato, serio e discreto, piaceva alle donne, e non dava sui nervi agli uomini come tanti farfalloni vanagloriosi. Aveva le sue rimesse da Parma, pagabili presso il banco Zuliani, e da questa circostanza era nata la sua relazione con Raimondo, che aveva preso a volergli bene assai presto. L'amicizia ?? come l'amore; nasce come e quando le pare. Del resto, cos?? serio e garbato com'era, l'Aldini non poteva non piacere a Raimondo, che se ne fece tosto un amico, e a breve andare un compagno inseparabile. Raimondo Zuliani aveva l'animo aperto e schietto; quando si dava, si dava intiero. Per contro, aveva l'amicizia invaditrice; l'amico era la cosa sua; se avesse potuto, ne avrebbe fatto il suo schiavo; per intanto lo considerava come il suo alunno, il suo pupillo, il suo fratello minore, a cui egli dovesse dar consiglio, indirizzo, protezione efficace.

Con questo suo modo d'intendere l'amicizia, non poteva certamente piacergli molto che l'amico suo, cos?? ricco di belle doti, e cos?? intelligente, non facesse nulla, non si occupasse utilmente di nulla. Filippo Aldini passava, s??, alle volte, qualche ora a dipingere, cieli e marine, casupole e barche di pescatori, su tavolette alte una spanna e larghe in proporzione; un grazioso talento, quello, per farsi merito con qualche famiglia di amici e di conoscenti, che gradisse il presente del bozzettino; ma ci voleva ben altro che quattro fregacci, tirati gi?? a punti di luna, per diventare un pittore, e metter l'arte a profitto. Leggeva, pi?? spesso, leggeva anzi ogni giorno, riviste, trattati scientifici, romanzi e viaggi; ma a che gli serviva tutto ci??? Leggere le pubblicazioni pi?? recenti, tenersi al fatto delle novit?? intellettuali, ?? una bellissima cosa, ma non pu?? dirsi un lavoro; ci si nutre lo spirito, non ci si guadagna un soldo, e troppi se ne buttano via dal libraio. Raimondo Zuliani, che sapeva spendere, aveva anche imparato a guadagnare, e non ne perdeva mai l'uso.

Ma infine, egli faceva il banchiere, e i suoi cominciamenti erano stati modestissimi. Poteva forse applicare la sua regola al caso di Filippo Aldini? Anch'egli, finalmente, senza avvedersene, o senza scandalizzarsene troppo, cedeva all'autorit?? della massima volgare, che un nobile, barone o conte, marchese o duca che sia, non ?? tagliato pel lavoro fruttifero. Va bene che il lavoro nobilita; ma ci?? significa che il lavoro ?? fatto per chi non ?? nobile ancora, potendo per contro levare la nobilt??, o per lo meno offuscarla, a chi gi?? la possiede; ragionamento che va, o par che vada, a filo di logica, e non fa neanche una grinza.

Un'altra considerazione pi?? seria aveva persuaso Raimondo, chetati i suoi dubbi, i suoi timori di fratello maggiore. Solo al mondo, e modesto nelle sue abitudini, con quelle seimila lire nette all'anno, l'amico suo poteva vivere e fare in societ?? una discreta figura. Non giocasse; era il punto essenziale. Ma l'amico suo aveva in orrore le carte. Cos?? il fratello maggiore usc?? d'apprensione, e non pens?? pi?? alla utilit?? d'un proficuo lavoro; egli intanto mulinava altri disegni. Con quella giovent??, con quella bella presenza, con quel titolo, poi, con quel titolo, destinato ad avere il suo valore, specie se titolo autentico, non derivato dal motu proprio di chi ne fa pompa, non c'era caso che Filippo Aldini facesse un bel matrimonio, un matrimonio brillante? Il matrimonio brillante ?? quello in cui da una delle due parti entrano molti quattrini, a fortificare l'alleanza dei cuori. Raimondo Zuliani, che per s?? non aveva preso un soldo di dote, ragionava cos?? per una volta tanto, seguendo l'opinione dei pi??. Finalmente, si trattava della felicit?? di Filippo, del suo inseparabile amico, del suo fratello minore; senza contare poi questo, che, felice egli stesso nel matrimonio, avrebbe ammogliato l'universo mondo.

Ma dov'era la ricca erede da gittar nelle braccia del suo carissimo Aldini? Non la trovava l?? per l?? da nessuna parte, e molto meno a Venezia. Qualche grosso patrimonio esisteva ancora sulle Lagune, specie nel ceto patrizio, e le ragazze con una dote vistosa, o con vistose speranze, non ci mancavano davvero. Ma c'era un guaio, che alla perspicacia di Raimondo non doveva sfuggire. Si poteva egli credere che le famiglie patrizie, dai nomi illustri, risalenti alla ???Serrata del Gran Consiglio???, sentissero il gusto di rinunziare alle alleanze tra loro, e il bisogno di accettare un ???conte di terraferma??? con seimila lire d'entrata? Non di l??, dunque, non di l??, bisognava orientarsi, e molto saviamente Raimondo ne aveva smessa l'idea.

La sposa, per quel conte, doveva venir di lontano alla sua immaginazione sempre sveglia; e doveva venire dopo due anni d'attesa, due anni che infine gli erano serviti per conoscer meglio l'Aldini e per stimarlo di pi??; tanto in quei due anni l'amico suo aveva guadagnato ancora in seriet??, rompendola asciuttamente con certe galanterie da vagheggino, e a grado a grado liberandosi da tanti perditempi del suo primo anno di vita veneziana. Ah, quella figliuola del suo collega di Milano; altro che dote patrizia! E dote e spillatico, e grandi speranze in vista; ci aveva da esser tutto senza risparmio. Il banchiere Anselmo era uomo da milioni; poteva guadagnarne ancora, sebbene avesse ristretta di molto la sua cerchia d'affari; ma appunto perch?? l'aveva ristretta, non c'era da temere che ne perdesse. E infine, soltanto tra due figliuoli, Federigo e Margherita, andava spartito il suo patrimonio.

Ed era bella, Margherita, il che non doveva guastare; e dotata di un carattere d'oro, senza ombra di vanit??, n?? d'orgoglio per la bellezza sua, o per le ricchezze della sua casa. Se si fosse potuto combinare! E perch?? no? Il banchiere Anselmo era venuto su quasi dal nulla; sua moglie del pari; e formavano una coppia virtuosa, a cui la ricchezza era stata una giusta ricompensa, ma non aveva offuscato il sentimento delle sue modeste origini. Se nutrivano ambizioni, queste potevano risguardare soltanto i loro figliuoli; e gi?? se ne scorgeva un indizio nella carriera scelta da essi per Federigo. E per Margherita? Un titolo, senza dubbio, sarebbe andato benissimo, accompagnato a quel fiore di bellezza e di grazia. E il giovane che portava quel titolo, apparteneva ad una nobilt?? di vecchia data; non era neanche un pezzente; non era un vizioso, ma un gentiluomo e un galantuomo a tutta prova. Come avrebbe detto di no il signor Anselmo, trovando un partito sotto ogni aspetto cos?? conveniente? e soprattutto quando la signorina Margherita vedesse di buon occhio il conte Aldini? Ora, di questo il signor Raimondo non dubitava neanche. Gli dava noia piuttosto di non aver pensato prima a quella stupenda occasione, col rischio di lasciarsela sfuggire di mano. Ma a farlo a posta, non che sfuggirgli, l'occasione era venuta incontro al suo desiderio. Bisognava agguantarla pel ciuffo; e Raimondo era stato pronto ad allungare la mano.

Cos??, senza dir nulla ad alcuno, lasciando che ogni cosa andasse da s??, come l'acqua per la sua china, Raimondo aveva condotto all'albergo Danieli il conte Filippo Aldini, presentandolo come il suo migliore, anzi l'unico amico, quasi un altro s?? stesso, alle signore Cantelli. Il giovinotto era stato ricevuto benissimo, con un fare alquanto impacciato, ma con evidente bont??, dalla signora Eleonora; con grazia semplice e schietta dalla signorina Margherita. Il discorso, naturalmente, era caduto sul gran numero di belle cose che c'erano da vedere a Venezia. E perch?? la signora Eleonora aveva accennato ad una fermata piuttosto lunga, pi?? che giustificata dal desiderio di trattenersi quanto pi?? potesse col suo Federigo, il quale tra non molto doveva imbarcarsi per un viaggio assai lungo, il conte Aldini si prese amabilmente la briga di stendere a voce una specie di elenco, distribuito per settimane, delle gite che la signorina Margherita avrebbe potuto fare, osservando, senza troppo stancare la mamma, tutto ci?? che offriva Venezia allo studio di una viaggiatrice tanto intelligente, e capace di gustare ogni cosa notevole nella storia, nell'arte, ed altres?? nell'industria paesana. Questa, infatti, non andava trascurata, poich?? l'industria era in Venezia una cosa tutta particolare, ed artistica al sommo.

E l'aveva tenuta a lungo sospesa alle sue enumerazioni, inframmezzate di giuste considerazioni, di sentenze argute o profonde, passando dall'industria antica alla moderna, che rinnovellava le bellezze dell'antica, ai musaici del Salviati, ai vetri filati di Murano, ai merletti policromi dello Jesurum. Raimondo, nell'atto di discorrere colla signora Eleonora, gongolava in cuor suo di sentire i due giovani chiacchierare con tanta animazione, come se gi?? si conoscessero da un anno.

??? Ed ora, ??? pens?? egli, ??? il giovinotto far?? la sua corte. Gi??, la paglia, messa accanto al fuoco, non pu?? far che non bruci.?????

In quella prima visita si era subito combinata una doppia gita insulare, a Murano ed al Lido; onde la necessit?? per Filippo Aldini di ritornare la mattina seguente al Danieli, per accompagnar le signore. Aveva fatto da cicerone artista a Murano, da cicerone paesista al Lido, trovando anche il tempo da far da cicerone erudito nell'isolotto di San Lazzaro, in quel celebre convento dei padri Mechitaristi e nella loro famosa biblioteca orientale. Due giorni dopo, faceva la sua terza visita, per condur le signore a vedere qualche palazzo sul Canal Grande; ma a questo giro storico ed artistico bisognava rinunziare, essendo la signora Eleonora leggermente infreddata e costretta perci?? a star riguardata nella sua camera.

Filippo non ebbe dunque altro da fare che quattro ciarle di passata colla signorina Margherita. Voleva infatti congedarsi presto; ma non ne fece nulla, tanto la conversazione si era animata tra loro. Il discorso era caduto su Parma, dove Filippo era nato, e dove la signorina Margherita aveva passato alcuni giorni in quell'anno medesimo. Che bella citt??! Quante cose anche laggi?? da ammirare! Margherita ricordava quel campanile alto alto, di fianco alla facciata del Duomo, quel campanile che si muoveva, oscillando visibilmente sulla sua base ad ogni rintocco della campana maggiore: poi quel battistero l?? presso, cos?? strano coi suoi fregi di marmo, tutti a rilievi di animali simbolici; e il ricco museo, coi bronzi di Velleia, e la biblioteca ricchissima, col Virgilio manoscritto, tutto di pugno del Petrarca, e la pinacoteca maravigliosa, coi capolavori del Correggio. Margherita possedeva un senso squisitissimo d'arte, tale da piacer sommamente a Filippo, che era mezzo pittore; e gli aveva notato, per esempio, nella Madonna detta di San Gerolamo, quella guancia della Maddalena, veduta in iscorcio, resa con tanta delicatezza di tocco, che nessuno, copiando, aveva potuto esprimere fedelmente, n?? col pennello, n?? col bulino, mai pi??. Finalmente, passando ad altro, gli aveva toccato della storia di Parma, della famiglia di lui, che vi era stata in grande onore nei secoli andati.

Ma come sapeva ella mai tante cose? La signorina Margherita appag?? facilmente la curiosit?? di Filippo. Al babbo avevano proposta la compera di una tenuta sul territorio parmense, verso Montechiarugolo; ed egli, per andarla a vedere e risolversi, aveva condotta con s?? la figliuola. Cos?? ella aveva veduto, osservato, studiato tante cose; cos?? del resto ella faceva, dovunque il babbo o la mamma la conducessero. Perci?? aveva notato anche il palazzo Aldini, il quale del resto attirava facilmente gli sguardi, con quei due Telamoni di pietra che fiancheggiavano l'ingresso, sostenendo il terrazzino del primo piano.

??? Ahim??! ??? sospir?? Filippo, ??? il palazzo da gran tempo ha mutato padrone. Quel che possiedo ancora a Parma ?? in campagna.

??? Lo riscatti; ??? disse Margherita. ??? ?? tanto caratteristico! e in una bella strada, presso Santa Lucia.?????

Filippo non rispondeva altrimenti che con un mezzo sorriso.

??? Ma s??, ??? incalz?? la fanciulla. ??? Deve riscattarlo. La casa degli antichi ?? sacra; se per qualche cagione si ?? perduta, bisogna riaverla! E per riaverla non c'?? che una cosa, volere.

??? Crede Ella che basti?

??? Per cominciare, s??; ??? rispose Margherita; ??? e ???chi ben comincia ?? alla met?? dell'opra???. Le cito un verso, che non so di chi sia; ma ?? tanto vero! Lo ripete spesso il mio babbo.

??? Vedr?? di volere; ??? conchiuse Filippo. ??? Ella mi fa riprendere amore al mio nido.?????

E pensava frattanto con grata meraviglia alle rare doti di quella ragazza, alla sua seriet?? di carattere, alle sue cognizioni, alla grazia, alla nobilt?? del suo spirito, veramente notevoli. Se alla prima visita egli aveva incantata coi suoi ragionamenti la signorina Margherita, alla terza ella incantava lui. Ma pi?? incantato di tutt'e due sarebbe rimasto Raimondo Zuliani, se fosse stato l??, dietro un uscio, a sentirli. ??? Si va a gonfie vele ??? avrebbe egli detto tra s??, non senza stropicciarsi le mani.

Ma non c'era; e quel giorno, sul tardi, quando Filippo Aldini si rec?? al palazzo Orseolo per fare la sua visita settimanale ai coniugi Zuliani dopo l'ora del pranzo, Raimondo non ebbe a saper nulla di quel colloquio, che a lui sarebbe riuscito cos?? importante e piacevole. Egli dovette contentarsi di chiedere all'amico dove avesse quella mattina accompagnate le signore Cantelli.

??? In nessun luogo; ??? rispose Filippo. ??? La signora Eleonora era infreddata, ed io mi sono ritirato in buon ordine.?????

Era poco, era niente; ma Raimondo non aveva ragioni per desiderare di pi??.

??? Ebbene, ??? entr?? a chiedere la signora Zuliani, ??? che impressione le ha fatto la signorina Cantelli?

??? Impressione! ??? ripet?? Filippo, sconcertato.

??? S??, voglio dire come Le ?? parsa?

??? Eh, non c'?? male.?????

Ma qui Raimondo aveva dato un balzo sulla scranna.

??? Non c'?? male! Non c'?? male! Cos?? te ne sbrighi, assassino? La signorina Margherita ?? un angelo.?????

Filippo si strinse nelle spalle, non avendo da dire n?? di s??, n?? di no. La signora Livia, dal canto suo, si era creduta in obbligo di mettere un sordino alle volate del consorte.

??? Per sua norma, signor conte, ??? diss'ella, ??? mio marito trova angeli dappertutto.

??? Non dappertutto, ??? replic?? Raimondo, ??? ma dove sono. E che io me ne intenda ?? gi?? dimostrato, non ti pare?

??? Questo vorrebb'essere un complimento.

??? No, ma una verit?? sacrosanta.?????

Cos?? dicendo, il felice Zuliani batteva delicatamente della palma sulla candida mano di sua moglie. N'ebbe un sorriso, il meno che gli si potesse dare in premio della sua galanteria. L'idilio coniugale non giungeva certamente nuovo a Filippo Aldini, che garbatamente lev?? gli occhi in alto, pensando. Aveva ancor egli il suo piccolo idilio nell'anima; poteva dentro di s?? vagheggiarlo. ?? questo il segreto di molti silenzi, e di molte distrazioni, nell'uomo.

Margherita era un angelo davvero, un angelo di bellezza e di bont??. Serena senza sforzo, modesta senza ostentazione come senza scioccheria, sapeva molto e non ne faceva pompa, neanche quando l'occasione potesse giustificare una certa solennit?? di discorso. Con tanta grazia penetrante, unita ad una cos?? sfolgorante bellezza, colpiva al primo incontro, e colpiva in pieno; bisognava amarla senz'altro. Filippo aveva preso fuoco, necessariamente; ma si era anche saputo dominare, l?? per l??, proprio in quel punto, e per le istesse ragioni che lo avevano fatto ardere, alle evocazioni gentili della sua citt?? natale, della sua gente, del suo palazzo, che bisognava riscattare, fortemente volendo. Quel fuoco, a mala pena divampato, si era chiuso nel cuore di lui, per isforzo violento della sua volont??; doveva restar l??, vivo ma cheto, come quello che cova sotto la cenere. E cenere; ahim??, non ne mancava in quel cuore.

Fu ancora uno sforzo di volont?? la sua risoluzione di non ritornare una quarta volta dalle signore Cantelli? Una simile risoluzione parr?? strana, o non parr??, secondo che si consideri il caso di Filippo Aldini. Certo, quando s'incontrano donne come quella, che pareva un angelo a lui non meno che all'amico Zuliani, bisogna amarle senza misura, senza ritegno, da pazzi; e la cosa ?? chiarissima, perch?? di quelle donne non se ne incontrano due nella vita. Ma ancora bisogna fuggirle; e questo non ?? meno evidente, chi si trovi nelle condizioni di Filippo Aldini. Buon sire Iddio! Se quella angelica creatura ?? ricca, troppo ricca per noi, non si potrebbe egli credere, nel mondo sciocco e cattivo, che si volesse fare un matrimonio d'interesse, il matrimonio brillante, che sorrideva, per utilit?? di Filippo, alla ferace fantasia di Raimondo Zuliani?

Il conte Aldini non ritorn?? dunque per la quarta volta al Danieli. O, per dire pi?? esattamente, ci ritorn??, colla ferma intenzione di non salire le scale, ma di chieder notizie della signora Eleonora, e lasciare un biglietto da visita, a prova della sua sollecitudine per la salute di lei. La signora, per fortuna, era ristabilita del tutto, e fuori, per l'appunto, in compagnia della figliuola; ottima occasione per lasciare quel biglietto di visita, a testimonianza di un dovere compiuto, e non soltanto del desiderio di chieder notizie. Dopo quel giorno, se s'imbatteva per via nelle signore Cantelli, faceva un gran saluto, e magari una fermatina di convenienza, per barattar quattro parole, non osando accompagnarle, n?? offrirsi in nulla al loro servizio. Naturalmente, la signora Eleonora non gli chiedeva: ???perch?? non vediamo pi?? il nostro cicerone, cos?? garbato e cos?? utile nei primi giorni che l'abbiamo conosciuto???? N?? questo, n?? altro di simile, si poteva dir mai; che sarebbe stato sconveniente, come se davvero le signore avessero creduto di prendere ipoteca su lui; e d'altra parte, come sappiamo, la signora Eleonora stava sempre un pochino in sussiego, facendo meno parole che le fosse possibile. Pareva orgogliosa, con quella sua aria e con quella sua andatura intirizzita. Nel fatto era una creatura di mediocre istruzione, ma di grande buon senso; e taceva molto, temendo sempre di dir qualche cosa che non fosse a punto e virgola. Donna rara!

Occupatissimo al suo banco in quella fin d'anno, Raimondo Zuliani non aveva chiesto, nelle sue rare e brevi apparizioni al Danieli, se l'amico Aldini fosse assiduo al suo ufficio di cicerone. Si meravigli?? forte quando sent?? finalmente che non si lasciava veder troppo. Oh, ma ci avrebbe messo buon ordine lui. Perci?? quell'alzata d'ingegno del brindisi; e l'aveva rinfrancata con altri argomenti, scendendo le scale del palazzo Orseolo, per accompagnar le signore Cantelli fino all'imbarco. L??, alla svolta d'un pianerottolo, prendendo pel braccio il suo Pilade, gli aveva bisbigliato all'orecchio:

??? Senti, o la sposi, o non ti conosco pi?? per amico.?????

IV.

Batti il ferro mentre ?? caldo.

Alla signora Zuliani accadde di respirare pi?? liberamente, quando l'ultimo de' suoi convitati ebbe preso congedo. Anche quella noia era dunque passata, e bisognava renderne grazie al cielo. Le restava, nel ritirarsi ai dolci riposi, una piccola curiosit??, tutta femminile; sapere che cosa mulinasse Raimondo, con quelle sue tenerezze per le signore Cantelli. Aveva egli bisogno di entrar maggiormente in grazia al collega di Milano, per agevolarsi qualche grossa operazione bancaria con lui? Non era da crederlo. Raimondo si sentiva forte abbastanza da spiccare ogni volo pi?? ardito; non era pi?? nella condizione di cinque o sei anni addietro, quando aveva passato quel brutto quarto d'ora a cui per l'appunto egli si riferiva due giorni prima discorrendo con lei. Si trattava dunque d'un sentimento di gratitudine? Forse s??, quantunque paresse un po' spinto; fors'anche era da vederci il proposito di compensare la freddezza di sua moglie verso quelle care viaggiatrici, che volevano metter le barbe a Venezia. Altro, del resto, non c'era, non ci poteva essere; e se fosse stato, bisognava riderne, come d'un sogno ad occhi aperti. Quel brindisi, veramente, avrebbe potuto dar da pensare. Ma infine, la curiosa man??a di ammogliare l'universo mondo era antica nel suo signore e padrone: quante volte, infatti, non gli era accaduto di prodigar consigli ed esortazioni di quel genere a chi mostrava di non volerne approfittare? Quella notte la esortazione era stata pi?? calda; ma che cosa non fa un bicchiere di pi??, tracannato in allegra compagnia? e in particolar modo di Sciampagna, che ?? vino tenero, se altro fu mai, e singolarmente propizio alle effusioni dell'anima?

Quanto a Raimondo, egli sapeva bene una cosa; che la sua Livia non poteva soffrir le Cantelli.

Ma perch??? Non riusciva ad intenderlo. Margherita era una cos?? buona e cara fanciulla! Che ci fosse per avventura da vedere un pochino di quella gelosia naturale, irriflessiva, involontaria, che nasce cos?? spesso tra donne? Ma la sua Livia avrebbe avuto un gran torto a provarne la pi?? lieve puntura; lei cos?? bella, e d'un altro genere di bellezza, fine, delicata, aristocratica al sommo. Quando ella appariva nel suo palchetto alla Fenice, o nella sala dei concerti al Liceo Marcello, l'accoglieva sempre quel fremito d'ammirazione che dice ad una bella assai pi?? di cento sonetti e di mille madrigali. Ma che gelosia d'Egitto! Non era da pensarci neanche. Piuttosto l'antipatia per la vecchia? Ma quella era una povera donna, contegnosa senza saperlo, intirizzita senza volerlo. E poi, che noia le davano, alla sua Livia, due visitine a tempo e luogo, con qualche invito a pranzo, o a teatro? Non dovevano poi far vita insieme. Cos?? l'aveva sopportata il marito, e per un quarto di secolo oramai, quella contegnosa e taciturna signora: non poteva sopportarla lei per uno o due mesi?

Comunque fosse, dopo averci pensato pi?? lungamente che non portasse il bisogno, Raimondo scosse il capo e le spalle; segno che voleva gittare un carico importuno ed inutile. E tacque delle signore Cantelli a colazione, e ne tacque a pranzo; tacque soprattutto, poich?? l'argomento non sarebbe piaciuto, tacque di essere stato poco prima al Danieli per ringraziar le signore una volta ancora, e di aver fatto, contro l'uso suo, una visita lunga.

Venne la sera, e Raimondo offerse alla sua Livia di accompagnarla a teatro. Ma ella si sentiva ancora un po' stanca della notte perduta; cinque ore di sonno in giornata non erano state riparatrici abbastanza; lo specchio, poi debitamente interrogato, le aveva fatto scorgere un po' di livido intorno ai begli occhi glauchi, e tra gli occhi e le guance due pieghettine, due cose da nulla, ma ad ogni modo, e comunque attenuate da cortesi eufemismi, due borse. Piccolo guaio delle bionde, che sogliono avere la pelle pi?? tenera. Si vedr??? Non si vedr??? Nel dubbio, la bella bionda si astiene.

Raimondo usc??, per far quattro passi: un'ora dopo era gi?? di ritorno, con un fascio di giornali, che prese a leggere, facendone parte di tanto in tanto a sua moglie; per le notizie d'arte e di cronaca, s'intende, che la politica non era nelle grazie della bella signora.

??? Strano! ??? diss'ella in un momento di sosta del suo cortese lettore. ??? Il tuo signor Filippo non si lascia vedere da noi, nel primo giorno dell'anno nuovo.

??? O come? ??? esclam?? Raimondo. ??? Non c'era stamane, avendo cominciato l'anno da noi? Del resto, ricordo di aver ricevuto un suo biglietto di scusa, e di scusa legittima.?????

Cos?? dicendo, trasse di tasca una lettera e la pose sulla tavola, davanti a sua moglie. Livia la prese, dopo alcuni minuti secondi; l'aperse con atto lento e svogliato; finalmente la lesse. Erano pochi versi di scritto e dicevano cos??:

???Caro Raimondo.

???Vorrei venire oggi al tuo banco, per darti ancora un saluto; ma ho un gran sonno, un gran sonno. Chiederai perch?? io non abbia dormito stamane appena arrivato a casa. La rea cagione ?? questa, che ho trovato a casa un telegramma da Verona, un telegramma di due vecchi amici, di due commilitoni, che mi annunziavano la loro venuta, e per l'appunto in giornata, volendo passare a Venezia tre o quattro giorni della loro licenza. Li ho sulle braccia, e mi ?? toccato dar ordini per preparar loro l'alloggio nel mio modesto quartierino. Stasera debbo andarli ad aspettare alla stazione; per intanto vo a letto, che l'ho ben guadagnato. Di tutto cuore, addio; ossequj ed augurj senza fine alla tua Signora.

Filippo.???

Il biglietto dell'Aldini, cos?? innocente nella sua semplicit??, aveva gi?? seccato non poco Raimondo Zuliani. Quei due amici, e vecchi commilitoni, proprio non ci volevano; guastavano infatti, o potevano guastare tutti i disegni ch'egli aveva formati in quei giorni. Con due vecchi commilitoni sulle braccia, ed ospiti per giunta, come sarebbe riuscito Filippo a far la sua corte? Ed era urgente di farla; bisognava battere il ferro mentre era caldo. A farlo a posta, quel caro Filippo era un cos?? strano ragazzo! Aveva preso fuoco e levata come si suol dire la fiamma; poi gi?? tutto ad un tratto, come se fosse stato un fuoco di paglia. Strano ragazzo! Ma occorreva avere senno per lui.

??? E cos??, vedi, non ha potuto venire; ??? disse Raimondo, poi che sua moglie ebbe deposta la lettera. ??? Ci ha ospiti.

??? Peccato! ??? esclam?? la signora. ??? Appunto per questa sera gli si sarebbe potuta dare la chiave del palco, per poterli condurre alla Fenice.

??? Un palco di seconda fila, per uomini, eh, via! ??? osserv?? Raimondo. ??? Non l'hai voluto mai cedere per le signore Cantelli!...

??? Oh, quelle son ricche, e possono provvedersi.

??? Pazzerella! Quando hai qualcheduno in uggia!...

??? Ma che! ora tu esageri, secondo l'uso; ??? not?? la signora. ??? Di' piuttosto che non sento il bisogno di buttarmi nelle loro braccia. La signora Eleonora, con quella sua mutria, per esempio, non ?? proprio fatta per attirarmici.?????

Raimondo sorrise a sua moglie, e un pochettino anche a s??.

??? Dicevo bene, ??? pens?? egli, ??? che non era per la figliuola. Ma quella povera signora Eleonora, com'?? mal giudicata da mia moglie! Con tutto il suo sussiego apparente, ?? la miglior pasta di donna che si possa immaginare. E se Livia sapesse ancora.... Ma acqua in bocca per ora, ed ogni cosa al suo tempo.?????

Quella sera la signora Livia si ritir?? presto nelle sue stanze. Il ricamo turco, che aveva tentato di ripigliare, le dava noia; ed anche le occorreva pensare ai suoi poveri occhi, che volevano il giorno dopo essere in ordine, freschi come rose. Raimondo stette ancora un pezzo alzato, e pass?? il resto della lunga serata casalinga, in parte ripassando conti, in parte scrivendo minute di lettere d'affari, da trasmettere la mattina seguente al signor Brizzi. E tenne i suoi bravi segreti in corpo, diventando un miracolo di prudenza diplomatica ai suoi occhi medesimi. Cos??, grandemente soddisfatto di s??, dorm?? quella notte veramente di gusto, sognando di aver tutti dalla sua, la signora Eleonora e il banchiere Anselmo, e di unire in matrimonio quell'angelo della signorina Margherita col suo caro Filippo, col suo dolce pupillo, col suo fratello minore.

Lo incontr?? il giorno dopo, tra il tocco e le due, presso la Torre dell'orologio, mentre egli, ritornato da far colazione, rientrava al suo banco. Filippo Aldini era solo.

??? Oh, bravo! ??? gli disse. ??? Ho il piacere di combinarti. E i tuoi amici di Verona?

??? Li ho lasciati poc'anzi; ??? rispose Filippo. ??? Sono andati a fare il giro del Canale, che iersera arrivando non hanno potuto godere. Quanto a me, capirai, dopo tanti anni di barchettate....

??? Hai l'acqua fino alla gola, t'intendo; e li hai lasciati andar soli, per rivederli pi?? tardi?

??? S??, abbiamo preso appuntamento per le quattro; ??? disse Filippo.

??? Se credi, ??? ripigli?? Raimondo, ??? puoi condurli questa sera da noi. I tuoi amici sono i nostri.

??? Grazie, no, grazie; ??? rispose prontamente Filippo. ??? Per dirti il vero, sono un po' orsi.

??? Ufficiali di cavalleria, ??? not?? Raimondo stupito, ??? commilitoni tuoi, e tanto diversi da te? Basta, non insister??; tu devi sapere ci?? che ?? pi?? conveniente. Parliamo di ci?? che importa. Sei libero?

??? S??, fino alle quattro, ti ho detto.

??? Bene; allora accompagnami al banco. Si discorre male, per via.?????

L'Aldini cap?? benissimo dove Raimondo volesse andare a parare, e si adatt?? a seguirlo. Del resto col suo prepotente amico non si poteva fare altrimenti.

Come furono al banco Zuliani, e ben chiusi nello studio di Raimondo, questi incominci?? allungando la mano sulla scrivania, e facendo scivolare verso l'Aldini una scatola di lacca giapponese, aperta, e piena di spagnolette. La seduta voleva esser lunga.

??? Siedi, mio caro; ??? disse Raimondo. ??? Qui sono Tokos, Giubbeck, Delizie del Serraglio, ecc., ecc. ???Scegli qual pi?? t'aggrada???.

??? No, grazie, non fumo; ??? rispose Filippo. ??? Ma tu hai da dirmi....

??? Oh, tante cose. E prima di tutto ho da chiederne una a te. Come sei rimasto contento ieri mattina del tuo ufficio di accompagnatore?

??? Contento? di un dovere compiuto? ??? disse Filippo. ??? ?? cos?? semplice, poi. In gondola, quattro chiacchiere senza costrutto, molti elogi alla tua cena sontuosa; e finalmente, alla Riva degli Schiavoni, ossequj e riverenze.

??? Nient'altro?

??? Nient'altro.

??? Male; ??? conchiuse Raimondo. ??? Avevi da promettere una visita, chiedendo se le signore avevano bisogno di te, per qualche gita qua e l??, che tu saresti stato felicissimo di metterti a loro disposizione. Ma che razza di cavaliere mi sei tu diventato?

??? Hai ragione, dovevo pensarci. Ma che vuoi? Questo costume di buttarmi avanti, io non l'ho avuto e non l'avr?? mai; colle signore Cantelli, poi, meno che mai.

??? E perch??, di grazia, perch?? con esse meno che con altre? Avevi pur cominciato, se non a buttarti avanti, come tu dici, a fare almeno qualche atto di servit??!

??? Vero; ??? disse Filippo. ??? Eri tu che mi avevi messo dentro; ed io mi sono trovato al laccio senza volerlo; ma poi ho pensato.... ho pensato che non dovevo continuare, che non potevo restare in quell'ufficio di accompagnatore eterno, senza lasciar credere alla gente, e prima di tutto alle signore Cantelli, di averci le mie ragioni particolari.... M'intenderai, senza che io te ne dica di pi??.

??? ?? un buon sentimento; ??? concesse Raimondo. ??? Ma non bisogna esagerarlo. Sentimi, caro; perch?? tu ami la signorina Margherita....

??? Non ho confessato questo; ??? interruppe Filippo.

??? Ma va da s??. Come puoi non amarla? Come si pu?? non amarla?

??? Sentimento generale, allora; ??? rispose Filippo. ??? ?? dunque molto generico, e impegna poco.

??? No, caro; ??? riprese Raimondo. ??? Tutti debbono amarla, vedendola; ma uno ?? destinato ad amarla per tutti, avendo occasioni di avvicinarla, e ragioni di piacerle. Sei tu, assassino, del ???non c'?? male???, sei tu che la fortuna ha privilegiato; sei tu che hai ricevuto il colpo mortale. Tu dunque l'ami, ?? valuta intesa. Ma se te lo leggo in faccia! Sei tanto turbato a sentirne parlare!?????

Filippo chin?? la fronte, confuso. Troppo bene l'amico gli aveva letto negli occhi, meglio che non s'immaginasse egli stesso.

??? Ma ti ho gi?? detto che non voglio essere sospettato; ??? rispose Filippo dopo un istante di pausa. ??? Quella donna, se fosse vero quello che tu pensi di me, sarebbe sempre troppo ricca.

??? Non c'?? altro? ??? disse Raimondo.

??? Mi pare che basti.

??? E tu non potrai chiedere la sua mano, capisco. Ma se un altro la chiedesse per te? Io, per esempio.?????

A quella uscita improvvisa, l'Aldini balz?? sulla scranna.

??? Spero bene che non lo farai; ??? diss'egli concitato.

Ma quell'altro non si scompose punto; anzi, guardando placidamente in viso l'amico, ripigli??:

??? E se lo avessi gi?? fatto?

??? Tu? ??? grid?? Filippo, impallidendo.

??? Io, s??; che ci trovi di strano? Pi?? strano fu il tuo ???non c'?? male???, mentre io avevo avuto il piacere di vederti cos?? animato nella tua conversazione con quella cara fanciulla.?????

Infastidito da quel ricordo, e da altri ancora, Filippo Aldini crollava il capo e batteva le labbra.

??? Rinfacciami sempre una frase disgraziata! ??? diss'egli. ??? Dovevo rispondere che ?? un sole? che ?? un angelo?

??? Eh, perch?? no? L'avevo ben detto io, che pure amo mia moglie, e non conosco altra donna da metterle in paragone; potevi dirlo tu, che sei libero.?????

Filippo rimase un tratto in silenzio, cercando argomenti che non volevano lasciarsi trovare. Infine, di guerra stracco, gir?? di fianco il punto difficile, ritornando alla sua prima linea di difesa.

??? Sei curioso, col tuo modo di ragionare! ??? riprese. ??? Orbene, se pure avessi pensate tutte quelle belle cose, dovevo io dirle, lasciando scoprire Dio sa che orgogliose intenzioni? Dovevo in quella vece pensare che sarebbe stato un errore avanzarmi nella regione dei sogni. E mi son castigato, se mai, di un sogno pazzo, come quello che tu vorresti fare per me. Ma ti pare? Io, non sospettato finora, non sospettabile di calcoli cos?? vili?... Dunque ti prego, Raimondo, non mi parlar pi?? del tuo sogno, e tralascia i buoni uffici che vorresti fare per me.

??? Ti ho detto che ho gi?? aperto il fuoco.

??? Con lei?

??? Con lei, no, con sua madre. Ma, per quello ch'io ne so, dev'essere tutt'uno.

??? Tutt'uno! Che cosa ne sai?

??? Questo, che la signora Eleonora ti vede di buon occhio, e ti stima moltissimo; intendi? moltissimo; ?? stata la sua parola. E aggiungo che la signorina Margherita ti ha lodato come un cavaliere compito, il primo ch'ella abbia ancora conosciuto, per ingegno, per cultura, per seriet??, per buon gusto; e ti fo grazia del resto.?????

Filippo si era lasciato andare, come sfinito, contro la spalliera della scranna; aveva arrovesciato il capo, e ad occhi chiusi meditava. Che cosa? Forse le parole di Margherita; forse la gravit?? del suo caso. Ah, quel prepotente Raimondo! faceva come voleva, senza chieder permesso, senza avvisare, e metteva lui negl'impicci.

Intanto, il prepotente Raimondo proseguiva la sua narrazione.

??? Tornando alla signora Eleonora, le ho parlato a cuore aperto, esponendole la mia idea. S'intende che non potevo darla intieramente per mia, e che dovevo lasciarla credere un po' tua, anzi molto tua. Se ho fatto male, se ti ho compromesso, accoppami, o perdonami; ti lascio la scelta. Ma tu lasciami aggiungere che la madre ?? tutta per te; l'hai conquistata, pare. La buona signora, che tutti credono cos?? orgogliosa, cos?? piena di s??, ?? nel fatto una donna di gran buon senso, semplice di gusti e dotata di un ottimo cuore; non mi ha fatto altra osservazione che questa: ???bisogner?? parlarne a mio marito; ogni cosa dipende da lui???.

??? Ah, vedi? ??? grid?? Filippo scuotendosi. ??? Ecco qui, dove incomincia il difficile.?????

Raimondo gli rispose a tutta prima con una spallata.

??? Ma che difficile! ??? soggiunse poscia. ??? Che difficile mi vai tu sciorinando? Conosco l'uomo; ?? ragionevole, un vero filosofo, e pensa che la boria dei quattrini va lasciata agli sciocchi. Fig??rati che al suo paragone io sia un mostro di superbia. Egli dunque non far?? questione di denaro, te ne sto io garante. E poi, che si canzona? un partito come te non si trova ad ogni cantonata. Non ne convieni? Hai torto. Lascio stare la tua persona, per non offendere la tua modestia; le tue doti morali, non le vuoi mettere in conto? E il tuo titolo, che ha pure il suo prezzo? Non sei ricco; ma sei pieno d'onore. E poi, che cos'?? questa ricchezza? Da dove si comincia a calcolarla? Tu hai finalmente dugentomila lire al sole.

??? Dugentomila! ??? ripet?? Filippo, tentennando la testa.

??? Al quattro per cento, sicuro; ??? replic?? Raimondo. ??? La tua piccola tenuta non ne rende forse ottomila? E ancora, se Dio vuole, sar?? governata alla diavola, sfruttata in prima mano dal fattore, e in seconda mano dall'agente. Ci campano tutti, e non migliorano il fondo. Questo, frattanto, vigilato un po' meglio, pu?? rendere dieci, dodicimila lire; ed allora tu ne possiedi trecentomila, sempre al quattro per cento. Potrai dunque garantire la dote di tua moglie, se, puta caso, la batter?? dalle dugento alle trecentomila. Meglio ancora; quella dote, da uomo serio, tu non la sciupi; puoi convertirla subito in terre, allargando, raddoppiando il tuo fondo. E se ci?? non basta, se la dote ?? pi?? vistosa ancora, non sono qua io per far fronte?

??? Tu? ??? disse Filippo, arrossendo fino alla radice dei capelli.

??? Io, s??, io che son ricco, e per una volta tanto me ne voglio vantare; io posso aggiungere che tu hai, depositate al mio banco, centomila lire in cartelle di rendita.

??? Una bugia! ??? esclam?? Filippo, torcendo le labbra.

??? No, caro; dipende da me che sia una verit??. Tu non conosci l'amico tuo, lasciatelo dire; non sai fin dove, al bisogno, egli porti l'amicizia, e come la intenda. Ti parlo solenne, vedi? Ma tu mi trascini pei capelli. Sono senza figli; Dio non mi ha concessa questa felicit??.... se pure si ha da crederla tale; ??? soggiunse Raimondo, cercando consolazione dove poteva; ??? e poco sarebbe per me il perdere quella somma.

??? Non permetter?? che tu ne corra neanche il pericolo.

??? Ma non la perder??; ??? riprese Raimondo, ??? poich?? rimarr?? nella mia cassa forte. Se tu m'annoi, bada, dir?? che il tuo deposito ?? di dugentomila. Infine, senti, non mi far pena coi tuoi rifiuti, pi?? orgogliosi che tu non pensi, pi?? orgogliosi del sogno che non osavi fare, e di cui ti volevi castigare. Voglio il tuo bene; voglio vincere; Margherita ?? un angelo, e deve esser tua. Sono impegnato, dopo tutto; che figura farei, se dovessi rimangiarmi quello che ho detto? Sii ragionevole, amico; obbedisci a chi ti ama, e non lo far passare per un burattino.?????

Filippo Aldini era stato lungamente zitto, come oppresso da quella valanga di ragioni, di esortazioni, di prepotenze. Ma bisognava rispondere qualche cosa; Raimondo era in attesa, smanioso, incalzante, con la tensione dello sguardo e col fremito delle labbra.

??? E allora.... ??? chiese Filippo, esitando, ??? dirai alla tua signora....

??? Che c'entra lei? ??? grid?? Raimondo, inarcando le ciglia dallo stupore.

??? C'entra benissimo; ??? rispose Filippo, questa volta con accento pi?? risoluto, staccando le frasi e battendo le sillabe. ??? La moglie ?? ricca di ci?? che possiede il marito. E tu dovrai dirle che mi vuoi far ricco d'una parte, sia pur piccola, del tuo, e che io ho accettata l'offerta. Che cosa penser?? ella? Che io sono un matricolato furfante, entrato destramente nelle tue grazie, in veste di amico sincero, coll'idea di accostarmi alla cassa. Infine tutto ci?? che dovrei fare per compiacerti, mi diminuisce nella mia propria stima. Come oser?? andare dalle signore Cantelli, dopo quello che hai detto alla signora Eleonora? Come oser?? mettere ancora il piede in casa tua, dopo quello che dirai alla signora Zuliani?

??? Oh Dio! ??? esclam?? Raimondo, che incominciava a sentirsi scappar la pazienza. ??? La signora Eleonora sa da me che saresti andato da lei, e mi ha mostrato di gradire assai la tua visita. Non puoi farne di meno, senza passare per uno screanzato. Quanto allo scrupolo che hai per la mia cassa, siccome ?? una probabilit?? molto lontana che io debba fare al banchiere Cantelli il discorso che ti avevo accennato, ?? chiaro che io non ne debba parlare a nessuno, e molto meno a mia moglie, colla quale, del resto, io non ho mai discorso d'affari. Per tua norma, la casa e la cassa le ho sempre tenute separate; ?? l'unico modo perch?? non si diano noia a vicenda. Sei contento? Non ancora, mi sembra. Ebbene, ritiro, se vuoi, mi rimangio l'idea di esserti utile al bisogno col mio denaro, che finalmente non avrei dovuto neanche metter fuori. Ti va, benedetto ragazzo? Ecco adunque appianata la gran difficolt??. L'essenziale ?? che tu vada dalle signore Cantelli. Faccio, se tu non vai, una figura barbina; e non la merito, com'?? vero Dio, non la merito. Ma vediamo di appianare anche questa; ??? soggiunse Raimondo, cavando l'orologio per guardar l'ora; ??? sono le due e mezzo in punto; non hai da vedere i tuoi commilitoni prima delle quattro. Di qui in un volo siamo a San Marco; in un altro al Danieli, e facciamo questa visita insieme.

Filippo Aldini chin?? la fronte rassegnato. Era preso, come in una morsa, dal suo prepotente amico. E lo segu?? in istrada; ma non fu necessario di fare i due voli che Raimondo annunziava, perch??, riusciti dalla via del Telegrafo all'imbocco delle Procuratie, incontrarono le signore Cantelli davanti alle vetrine del Munster. La signorina Margherita andava per l'appunto dal libraio, in cerca di un'opera recente che desiderava di leggere. Qui, dunque, saluti e fermata; comperato il libro, e mandatolo all'albergo, le signore avrebbero fatto volentieri quattro passi per le viottole. Accompagnate, non temevano pi?? di smarrirsi.

??? Vi lascio il mio amico; ??? disse Raimondo. ??? Io mi ricordo di avere ancora una lettera da scrivere, per impostarla prima di sera.?????

E se ne and??, felice, rifacendo la strada verso il suo banco. Il merlo finalmente era in gabbia.

??? Ce n'?? voluto, ??? pensava Raimondo, ??? ce n'?? voluto, con quel cercatore di gretole. Ma vedete un po' come sono diversi gli uomini! C'?? chi arraffa di qua e di l??, e chi tiene costantemente le mani in tasca. Uno v'insidia giorno e notte la borsa; un altro, a cui la offrite, ve la sbatte signorilmente sul muso. Vogliamo credere che ci siano due razze umane, in natura? Ho letto non so pi?? dove che ci furono uomini prima di Adamo sulla faccia della terra, e che ci?? apparisce anche dal racconto della Bibbia. Dunque diciamo Adamitici gli uni, discesi dalla semenza di Adamo, e Preadamitici gli altri che non si sa donde siano mai capitati. Basta, andiamo a scrivere questa lettera, la quale mi par pi?? che mai necessaria. Se, Dio guardi, la signora Eleonora non ?? forte di scrittura, mi lascia qualche cosa nella penna, non dicendo al signor Anselmo degnissimo tutto quello che occorre. Qui bisogna battere il ferro mentre ?? caldo. E tu passeggia, passeggia colle signore, mio preadamitico eroe.?????

Filippo Aldini passeggi?? infatti, e pi?? lungamente che non prevedesse Raimondo. La signorina Margherita voleva osservar tante cose, ed era cos?? lieta di assistere a tante gustose scenette di vita popolana! In verit??, non si era mai divertita tanto come in quelle due ore. Peccato che fossero calate le ombre della sera, nell'inverno cos?? fastidiosamente sollecite, per interrompere quella passeggiata piacevole e per rimandar lei con la mamma all'albergo. Ad ogni modo, erano gi?? le cinque suonate quando Filippo si conged?? all'ingresso del Danieli, ringraziato con effusione della sua gentil compagnia.

E i due commilitoni che lo aspettavano alle quattro? Filippo non ci pens?? n?? punto n?? poco.

Esistevano poi davvero, quei due?

V.

Natura ed arte.

Filippo Aldini era rimasto finalmente libero, reso alla solitudine de' suoi pensieri. Solitudine, non quiete; tanto la giornata era stata piena di commozioni per lui. N?? l'agitazione del suo spirito si chet?? cos?? presto, che non passasse ancora gran parte della notte insonne. Quante novit??! e come, senza volerlo, senza prevederlo, si ritrovava egli lontano in poche ore dai forti propositi in cui gli era parso di non dover vacillare n?? allora n?? mai! Oh, infine che cosa poteva egli rimproverarsi? Raimondo aveva proposto e disposto, premeditato, combinato e conchiuso. Anche conchiuso? Almeno pareva; e dal modo come il suo prepotente amico aveva condotto fino a quel punto il negozio, era da credere che tutto oramai dovesse andargli a seconda. Che cosa valevano contro quell'audacia fortunata le ragioni di Filippo? Ed erano ragioni? Scrupoli, s??; e parecchi, e d'indole diversa. Ma non appariva in tutto ci?? la mano del destino? I fati, fu detto dagli antichi, conducono i volenti, ma ancora e pi?? trascinano i restii; che serve dunque il ribellarsi?

Nel fatto, egli era innamorato di Margherita pi?? che non avesse lasciato dire da Raimondo, pi?? che non avesse fin allora voluto confessare a s?? stesso. Aveva ricevuto il colpo fatale fin dalla prima volta che la divina fanciulla gli era passata davanti agli occhi, con la mamma e con Raimondo Zuliani, sotto le Procuratie Vecchie, mentre egli stava per uscire dal Florian. L'aveva veduta fermarsi in piazza San Marco, alla solita scena dei colombi, che ?? il trastullo di tutte le signorine e di tutte le spose novelle appena giunte a Venezia. Alta e snella, con quella massa di capelli nerissimi che facevano spiccar maggiormente il candore perlaceo del viso; nettamente disegnata la flessuosa persona in mezzo a quello sciame di volatori, che le roteavano sul capo, o intorno alle spalle, quali avventandosi alle sue candide mani colme di grano, quali fermando il volo sulle sue braccia, per aspettare la volta loro; pareva una bella ninfa antica per ???nuovo miracolo e gentile??? rivivente ai d?? nostri, forse indegni di tanta fortuna.

E poi, due giorni appresso, quando meno se l'aspettava, le era stato presentato. L'aveva veduta da vicino; era stato costretto ad osservarla. Che grazia ingenua, su quel labbro! che nobilt?? serena, in quell'occhio luminoso, sotto le ciglia lunghe pi?? nero e pi?? lampeggiante! in quella linea delicata del profilo purissimo, e in quella compostezza leggiadra della persona! Non pi?? una ninfa antica, ma una dea veramente. Diana, o Minerva? C'era molto dell'una e dell'altra in quella stupenda figura, nel portamento, negli atti, nella espressione del volto.

Quei benedetti artisti greci, che avevano foggiate tante divinit?? femminili, deliberatamente chiusi nella ricerca di un'immagine spiccata, conforme al tipo che dovevano raffigurare, non avevano mai pensato a fondere in uno i due tipi, della bellezza rigidamente casta, sempre un po' acerba, quasi selvaggia, e della bellezza intelligente, pi?? serena e pi?? dolce. Sicuramente, quegli artefici insigni avevano cercate altre espressioni, plasmando altri simulacri di dee; ma tutte semplici, d'un carattere unico: Cerere, ad esempio, faccia contenta di buona massaia, colle pupille a fior di testa e colle palpebre abbassate, come a raccoglier lo sguardo sulle cose della terra; Giunone, maest?? consapevole, cogli occhi bovini, che non andavano pi?? l?? dalle bianche braccia, ond'ella era sempre stata orgogliosa. Quanto a Venere, celeste o terrestre che fosse, uscita appena dalla spuma del mare, o dai lavacri d'un bagno tiepido, era sempre la imagine di una donna, che doveva parlare ai sensi il linguaggio della bellezza; linguaggio possente, a cui non occorrono profondit?? di pensiero.

Quante sottigliezze! Ma gli passavano per la mente; e bisognava dirle, e bisogner?? perdonargliele. L'Italiano, finalmente, imbevuto di classico latte, ha queste cose nel sangue. Margherita, agli occhi di Filippo Aldini, era bellezza perfetta di forme, avvivata da un lume ideale che prometteva tesori d'intelligenza elettissima. E l'amava, l'amava, con tutte le potenze dell'anima. L'amore ?? cos??; viene quando vuole, e quasi sempre contro il nostro volere. Avete formate le vostre abitudini; il vostro genere di vita, vi paia buono o mediocre, vi si adatta al raziocinio, come alla persona un abito vecchio: stimate di esser calmo, tranquillo, immutabile nei gusti e nelle consuetudini, perch?? da un pezzo non avete avvertita la necessit?? di nessun cambiamento. Ed ecco, passa l'ignota sul marciapiede, arresta con uno sguardo distratto e fuggevole il vostro occhio abbagliato, v'inonda della sua luce, vi penetra del suo fluido magnetico, vi rende di punto in bianco tutt'altro da quello di prima. Buon per voi, se sono in quella imagine vittoriosa uniti i due tipi celesti, Diana e Minerva, casta bellezza e intelletto sovrano. Quantunque, armate come sono ambedue, non c'?? da star troppo allegri; fanno due ferite ad un tempo.

Nondimeno, se era stato colpito, Filippo Aldini si era anche e presto riavuto del colpo. Gran forza d'animo, la sua; per quanto, a guardarci bene addentro, sentisse di non averne gran merito. Un vecchio proverbio veneziano gli significava per l'appunto il vero della sua condizione: ???per forza, San Marco!???. E aveva creduto di dire ogni cosa, di difendersi bene, ripetendo a s?? stesso: ?? troppo ricca. Ma anche questo non senza impeti di ribellione in fondo al cuore. O Dio, perch?? una donna ?? troppo ricca, bisogner?? dunque odiarla? Ma c'erano altre ragioni, purtroppo; tanti sono i fili che ci muovono, o che non ci lasciano muovere, ingarbugliandosi maledettamente tra loro, e togliendoci ogni libert?? di operare. Dunque, nessun passo oramai, che non fosse per dare indietro. E per fortificarsi in quel duro proposito aveva fatto quest'altro ragionamento, che era una consolazione, in verit??, ma una consolazione di dannato. Ebbene, diceva egli, l'ho veduta, l'ho ammirata, l'ho tutta raccolta in me, questa bellezza trionfante; le dedicher?? un culto severo nel profondo dell'anima. E vecchio, gelato il sangue nelle vene, ma non offuscata nel cervello la memoria degli anni vissuti, potr?? dire a me stesso con legittimo orgoglio: veramente son nato in un felice periodo della vita del mondo, che m'ha fatto contemporaneo d'una bellezza cos?? nobile e cara.

Niente pi?? visite, adunque; ma dentro di s?? gli pareva di essere diventato un altr'uomo. Avrebbe chiuso il suo cuore, lo avrebbe sigillato come una fiala di essenze odorose. Pi?? nulla avrebbe concesso al mondo circostante, se non la parte pi?? vana di s??; stoicamente chiuso ai profani avrebbe serbato il sacrario dell'anima sua dolorosa. La tristezza, infine, non nuoce; pari a certe acri sostanze, profuma e custodisce tutto ci?? che involge e compenetra. Filippo ne aveva gi?? conosciuto qualcheduno, di quegli uomini misteriosi, ai quali ?? custodia e nutrimento un celato dolore, e che, calmi nell'aspetto, cortesi senza condiscendenze alle altrui leggerezze, interamente padroni di s?? medesimi, passano e lasciano sul loro cammino un tenue solco di luce, un bagliore incerto e discreto, che li rivela e li nasconde ad un tempo.

Disegno triste e caro, per tanti giorni vagheggiato nell'anima, com'eri ad un tratto svanito? Raimondo voleva; Raimondo aveva mutato ogni cosa, disfatto il faticoso edifizio di Filippo in un soffio. Era il destino, e Filippo si lasciava trascinare dal destino. Aveva egli poi modo di operare diversamente? I due terzi della notte erano stati passati da lui a meditare, a combattere, a fremere di cento scrupoli, di cento rimorsi. Nessuno scampo, nessuna difesa; era il destino, che voleva cos??. Filippo se lo ripet?? cento volte, dopo aver cento volte rivoltato per ogni verso il suo caso di coscienza. Non ci voleva oramai pensar pi??. E qui, o per istanchezza che sentisse, o per senno che avesse fatto, si addorment?? finalmente.

Si addorment??, dunque, ma il suo sonno non pot?? andare tant'oltre, che non fosse visitato da un sogno. Aveva meritato di farlo piacevole, dopo tanti contrasti; e veramente il suo sogno fu tale, ch'egli non avrebbe potuto desiderarlo migliore. Filippo era solo, tutto solo, in una barca senza vela e senza remo; e andava tuttavia, scivolava sull'onde verso il mare alto, a lume di sole mattutino, entro una massa leggera, trasparente, formata di rosei vapori, lasciandosi indietro un fitto velo di tenebre. Non si voltava a guardarle, quelle tenebre dense; le sentiva alle spalle, gravide di tempesta, sibilanti, piene di mostri, di g??rgoni e di chimere; e le cacciava col pensiero da s??, a grado a grado allontanandosi, sempre pi?? immergendosi in quella nebbia rosata e luminosa, che attenuandosi via via gli faceva balenare allo sguardo i vaghi contorni d'una riva lontana. La barca scivolava, volava sulle spume, gi?? era fuori d'ogni pericolo. Ma c'era egli stato, il pericolo? Egli non ne aveva, a dir vero, un'idea molto chiara.

E la riva lontana si avvicinava, pareva correre incontro a lui, quanto pi?? volava la barca prodigiosa sulle acque tranquille, senza aiuto di vela, senza impulso di remo. Gi?? una forma gentile si disegnava tra quei tenui vapori rosati; si veniva condensando ad occhi veggenti in persona conosciuta; alzava il braccio, stendeva la mano per dargli il benvenuto, mentre una vocina soave, uscita dal suo labbro vermiglio, gli echeggiava per tutti i recessi dell'anima: ???Ah, finalmente, ritorna il mio cavaliere????

S??, ritornava a lei, cos?? volendo il destino. E la barca, frattanto, appena toccato il lido incantato, spariva; ed egli era l??, sulla spiaggia, preso per mano dalla gentile apparizione. Allora, per miracolo nuovo, il lido spariva a sua volta; ed egli e lei, tenendosi sempre per mano, muovevano leggeri leggeri sul verde smalto d'un prato, di tanto in tanto levandosi a piccoli voli, posando il piede a terra un istante per rivolare ancora, come due uccellini che alternassero capricciosamente i passi coi salti, e i salti colle volate, spensierati ed allegri, contenti di s?? e dell'ora propizia, senz'altro desiderio che di sentirsi vivere. E si addentravano, cos?? muovendo i passi e i voli, in una valle ampia, per lenti giri sinuosa tra due ordini di colline verdeggianti, lungo le rive d'un fiume, ora ristretto e gorgogliante tra scogli muscosi e macchie di ont??ni e di c??rpini, ora placido e disteso sui greti come una lunga fascia d'argento. Dal colmo dei poggi, frattanto, occhieggiavano al sole ceppi di case e castella; dalle alte ripe sassose ruzzolavano branchi di capre a dissetarsi nei t??nfani; sulle vette dei pioppi inneggiavano i rosignuoli ai non contesi amori, alle gioie imminenti del nido.

Ma egli aveva gi?? veduta quella valle; la conosceva bene da un pezzo. Laggi??, sulla sua destra, quel monte solitario, sparso di casolari a mezza costa, non era lo Sporno? Pi?? in l??, sulla sinistra, quell'altro monte, erto e lungo, non era il Caio, giustamente superbo del suo nome romano, vestito i fianchi di pini e di cerri, il dorso di faggi, o le alte insenature di corbezzoli e di peri selvatici? Pi?? oltre ancora e pi?? su, non erano quelle le creste dell'Appennino, dalla rupe dell'Orsaro all'alpe di Succiso? E l??, poco lontano da lui, quelle folte siepi di biancospino, ben ragguagliate dal falcetto, correnti in lunghe file accanto alla strada, non segnavano forse i confini del suo lembo di terra? E le indicava, tutto felice, alla sua dolce compagna. ???E qui il mio Lesignano; il vostro Montechiarugolo ?? laggi?? da sinistra. Volete che ci andiamo? Anch'io lo vedr?? volentieri. Ma quanto cammino fin l??, e in terra non nostra, pur troppo! Bisogna che l'intervallo si colmi, non vi pare? Bisogna che siano unite le nostre terre, come sono unite le nostre mani....??? ??? ???S??, s??,??? gli rispondeva la cara voce; e una cara mano tremava nella sua.

Bel sogno! bel sogno! Quanto era durato? Certo, a contenere le molte cose vedute, tutto il tempo ch'egli aveva passato dormendo. Si era destato, infatti, avendo ancora quella dolce visione negli occhi, e la sua destra ancor tiepida dal tocco della mano di Margherita. La giornata che doveva seguire, non sarebbe stata meno lieta per lui. Quella mattina and?? al Danieli verso le undici, ora combinata per l'appunto colle signore Cantelli. Le trov??, che avevano finito di far colazione, essendosi volentieri adattate ad anticiparla un poco, per conceder pi?? tempo alla gita che avevano disegnato di fare.

La signorina Margherita fu lesta a mettere il suo cappellino nero alla spagnuola, dal nastro cremisi, sul ricco volume della chioma corvina, e a gittarsi sulle spalle il corto mantello di velluto, nero anche quello e con la fodera dell'istesso colore del nastro. Nero e rosso le andavano d'incanto. La signora Eleonora fu pi?? lenta ad aggiustare intorno alle staffe dei suoi capegli grigi il cappellino chiuso, guernito di viole mammole, e a tapparsi con molta cura nella sua pelliccia di martora. Uscite col signor Filippo dall'albergo, passarono il ponte dei Sospiri, svoltarono dal palazzo Ducale a San Marco, e di l??, per l'arco dell'Orologio, entrarono in Mercer??a, non gi?? per rimanervi, a goder lo spettacolo, sempre nuovo della turba affaccendata e chiacchierina. Quel giorno andavano assai pi?? lontano, e senza avere da dondolarsi in Laguna. Che piacere! Margherita amava far diverso, se poteva, dalle altre viaggiatrici: quelle in gondoletta per ogni piccola corsa; lei volentieri a piedi per le corse pi?? lunghe. Che peccato non aver sempre al fianco una guida come il conte Aldini gentilissimo! Per quella volta, a buon conto, non mancando la guida desiderata, non c'era da temere di smarrirsi in quel labirinto di calli, di campi e di campielli, di fondamenta, di ponticelli: senza darsi pensiero della via da tenere, Margherita avrebbe osservata e studiata frattanto, di quartiere in quartiere, quella calca di popolino cos?? gaio, cos?? originale nella sua vivacit??, e sentita bene quella sua parlata tutta vezzi e moinerie, arguzie di pensiero e carezze di suoni.

Riusciti al ponte di Rialto, ed ivi passato il Canal Grande, scesero a San Giacomo, donde piegarono a sinistra per Campo San Polo. Laggi?? era un altro viluppo di strade, con gran delizia della signorina Margherita, che rideva spesso e volentieri, quel giorno, dovendo fare, al cenno della sua guida severa, tanti giri e rigiri impreveduti, andare a sghembi come le saette, ficcarsi per cento viottole, varcare cento ponticelli minuscoli, e pensare frattanto, pensare con un vago terrore quante volte si sarebbero smarrite, lei e la mamma, se avessero dovuto fare quel curioso tragitto da sole.

??? Ci siamo; ??? disse Filippo, come furono nella contrada di San Giovanni Decollato. ??? Ella sar?? un po' stanca, signora?

??? Ma no, ma no; ??? rispose la signora Eleonora. ??? Sento un po' meno il bisogno della pelliccia, ecco tutto.

??? Voglia sopportarla due minuti ancora. L'aprir?? quando saremo al Museo; ??? soggiunse Filippo.

Andavano infatti a visitare il museo Correr; museo municipale, cos?? chiamato dal nome del suo fondatore, che alla citt?? lo aveva generosamente lasciato, ma via via cresciuto ed arricchito dalle liberalit?? di altri nobili veneziani. C'era un po' di tutto, l?? dentro: tele, marmi, bronzi, maioliche e porcellane, vetri di Murano anteriori al Mille, musaici, smalti, nielli, gemme incise ed avorii intagliati, monili d'oro e d'argento; a farla breve, tanto da tesserci per via d'esempi la storia di tutte le arti e di tutte le industrie veneziane.

Margherita era nel suo elemento: curiosa indagatrice, pronta a ritenere le cose nuove e a paragonarle con altre gi?? viste, aveva l?? dentro di che saziare l'avidit?? molteplice del suo intelletto, passando cos?? facilmente da un genere all'altro. I marmi, a dir vero, la lasciarono un po' fredda, essendo piuttosto scarsi di numero e di pregio. Diede tuttavia un pensiero a Marco Vipsanio Agrippa, se proprio era lui quel colosso venuto al Correr dalle case dei Grimani, come ai Grimani dagli scavi a tergo del Panteon di Roma. Ammir?? poi come saggio di precoce valent??a, due canestri di frutta, che Antonio Canova quattordicenne aveva scolpiti pel nobile Giovanni Falier. Tra i dipinti la colp?? il ritratto di Cesare Borgia, opera di Leonardo da Vinci; una figura storica che far?? sempre pensare, come e quanto far?? sempre fremere. Ma pi?? grande maraviglia le cagion?? un gran disegno a matita nera, di Paolo Veronese, rappresentante il convito del Nazareno in casa di Simeone, con la Maddalena pentita ai piedi del Redentore, e Giuda che balza dalla seggiola in atto di rimproverare alla donna quell'eccesso di piet??, o quell'abuso di unguento. Era un bozzetto, e Margherita ricord?? di aver contemplato il quadro a Parigi.

??? Certo; ??? disse Filippo. ??? Paolo Veronese lo aveva dipinto qui, pel refettorio dei frati Serviti. Ma poi il Senato lo mand?? in presente a Luigi XIV; perci?? Ella ha veduto quel quadro nel Louvre.

??? E qui, ??? ripigli?? Margherita, ??? vediamo il capolavoro al suo nascere. In questo modo comprendiamo meglio il quadro. Tra l'idea e l'esecuzione c'?? quasi sempre un grande intervallo, tutto seminato d'incertezze, di pentimenti, di aggiunte, di variazioni, per cui la composizione finale non corrisponde pi?? all'idea primitiva. Qui invece ?? bello veder l'idea gi?? matura, fin dal suo primo apparire; e ci guadagna il pittore, lasciandoci intendere la natura del suo genio. Non crede, signor conte, che fosse un genio, il Veronese?

??? Lo credo; ??? rispose Filippo, mettendosi volentieri all'unisono con la bella ragionatrice; ??? se non per la idealit??, certo per la variet?? de' suoi tipi. ?? un pittore che ha composto mirabilmente le scene pi?? vaste e pi?? complesse, facendo correre molt'aria e molta luce intorno ad un gran numero di figure, tutte diversamente atteggiate, e senz'ombra di sforzo. Ricorda, signorina, le Nozze di Cana, che maraviglia? Quelle centinaia di personaggi d'ogni razza e d'ogni provenienza, si occupano ben poco del convitato principale e del miracolo ch'egli sar?? costretto a fare per loro soddisfazione; ma che importa? La nota dominante ?? l'allegria della festa: l'allegria baster?? dunque a collegare, a stringere in una tante espressioni svariate; e finalmente la vita umana non sar?? stata mai rappresentata cos?? vera, cos?? evidente, nella pienezza delle sue forze, nella molteplicit?? delle sue espansioni. Il buon Paolo Caliari ha sentito il grande meglio d'ogni altro. Ma anche nel piccolo pu?? rivelarsi l'ingegno. Veda i quadri del Longhi.?????

La signorina Margherita fu ben contenta di vederli, e di esaminarli attentamente, provandone alla bella prima un gusto matto. Pietro Longhi, un pittore del Settecento, conosciuto quasi esclusivamente a Venezia, perch?? ivi soltanto si poteva studiarlo, figurava egregiamente nel museo Correr con quattordici tele. Veneziano nell'anima, originale nella scelta dei soggetti, bizzarro nella composizione, arguto nei raccostamene impensati dei tipi, gentile nel tocco, meritava davvero di trattener l'attenzione. Come il famoso Canaletto per le sue architetture e per le vedute dei punti pi?? pittoreschi di Venezia, il Longhi suo contemporaneo, in graziose scene di mascherate, di conversazioni signorili e di adunate popolari, aveva espressa la vita della sua citt?? in tutti gli aspetti. I nobili del tempo si contendevano quelle sue tele, poche delle quali erano pi?? alte d'un metro e pi?? larghe di due, mentre il maggior numero andavano poco oltre la met?? delle accennate misure, e talune scendevano anche al disotto. Ma in cos?? piccolo spazio quanta evidenza di rappresentazione, quanta potenza di vita! E non senza una leggera intenzione di satira; quale almeno si poteva intendere ai giorni suoi, ch'erano pur quelli del Goldoni e del Parini, e quanta se ne poteva tollerare nella societ?? un po' frolla del Settecento, ma fine, delicata, tutta garbo e misura.

Tra i quadri del Longhi attirava subito lo sguardo una viva rappresentazione del Ridotto, con quella sala piena di gente in maschera, tutta intenta ai suoi sollazzi, ai suoi piccoli intrighi e ripeschi. La galanteria dominava; ma la passione del giuoco non poteva mancare. E appunto da un lato si vedeva la tavola del faraone, il gran giuoco del secolo, che accomunava intorno ad un tappeto verde stimati patrizii e avventurieri d'ogni risma, provati gentiluomini e furfanti di tre cotte, bellamente aiutando a questa miscela l'uso della bautta e della maschera. La bautta, si sa, era un mantello con rocchetto e cappuccio, abbastanza somigliante al domino delle mascherate moderne. La maschera, poi, era di due forme; maschera propriamente detta, intiera, o tale in apparenza per la giunta del pizzo nero che scendeva a coprire la bocca ed il mento; mezza maschera senz'altro, detta anche morettina, e ordinariamente portata dal sesso gentile, che non voleva nascondere tutte in una volta le grazie allettatrici del viso.

Nella tela del Longhi, un nobile a faccia scoperta, seduto dietro la tavola, teneva il banco; davanti a lui un cavaliere mascherato puntava. Nel banchiere, ricorrendo col pensiero alle memorie del tempo, era lecito di raffigurare il conte Canani, famoso tenitore di giuochi, e nel puntatore un cavaliere d'industria non meno famoso di lui, e per troppe altre ragioni, mostro di marioler??a, d'impudenza e d'ingegno. Ci pens?? per l'appunto l'Aldini, mentre osservava con la signorina Cantelli il dipinto; ma tenne prudentemente il suo raffronto per s??, non parendogli che certi nomi dovessero suonare ai casti orecchi di lei.

Le fece piuttosto notare nel fondo del quadro, a sinistra, e dietro alla tavola da giuoco, una di quelle aperture luminose donde sapeva ricavare tanti effetti il Teniers, e l?? in quella apertura d'uscio la veduta di una bottega da caff??, con molte maschere affollate al banco del caffettiere.

Poi la condusse davanti ad un altro quadro, dove alla vita del ridotto succedeva la vita del monastero; allegrissima anche questa, nel parlatorio elegante, dove le monache e le educande, sporgendo coi visetti maliziosi dalla grata, ricevevano i complimenti d'una comitiva di cavalieri e di dame. Non era fitta, la grata; al bisogno poteva anche aprirsi, facendo di due stanze una sola. Intanto la conversazione appariva molto animata; e preludiava anche a un altro divertimento, poich?? l?? presso ei vedeva rizzato, e pronto a cominciar lo spettacolo, un casotto di burattini.

Altro quadro pi?? in l??, raffigurante una piazza; e sulla piazza un palco da ciarlatano, donde un vecchio Dulcamara esaltava la magica virt?? di certe boccettine, che vendeva alle belle ragazze; l'elisir d'amore, senza dubbio, del quale pareva invogliata anche una gran dama, venuta in piazza con la morettina sul viso, facendosi sostenere lo strascico dall'immancabile cavalier servente in bautta. La bautta era in voga; non disdiceva neanche nei pi?? alti luoghi, nei pi?? solenni ricevimenti. Ne faceva testimonianza un terzo quadro, dov'era rappresentato un doge, niente di meno, il doge Pietro Grimani, seduto in trono e circondato da quattro consiglieri, in atto di ricevere un senatore, che gli presentava una dama e due gentiluomini, come lei mascherati. Benedetto doge Grimani, a cui le cure dello Stato, nobilmente sostenute dal 1741 al 1752, concedevano qualche onesto sollievo!

Il dipinto che lo raffigurava era certamente stato fatto per sua commissione. Dogi e senatori, come tutti i patrizii veneziani, gradivano di vedersi effigiati nei quadretti del Longhi. Era un modo di tramandare le proprie sembianze ai posteri, senza la solennit?? del gran quadro, e col vantaggio di essere ricordati in mezzo alle loro famiglie. Cos?? in un'altra tela del gaio pittore si vedeva un parrucchiere tutto premuroso acconciare il capo ad una gran dama; la quale, seduta allo specchio, sorrideva ad un bambino, ancora in braccio della paffuta nutrice. Frivolezza e sentimento materno sapevano stare in buona armonia, sotto la protezione d'un ottimo capo di famiglia, il cui ritratto pendeva appunto dalla parete, portando la scritta col nome del doge Carlo Ruzzini, e l'indicazione del 2 giugno 1732, giorno in cui egli era stato elevato a quella serenissima altezza.

Invaghita del gentilissimo pittore e del suo fare arguto, la signorina Margherita non trascur?? nessuna di quelle quattordici tele. E si ripromise ancora di andare una seconda volta alla Accademia di Belle Arti, dove ce n'erano altre sei del Longhi, da lei neppure guardate nella prima sua visita, tra perch?? si ritrovavano confuse in una minutaglia di quadretti della raccolta Contarini, e perch?? non era andata l?? in compagnia d'un cicerone di tanto criterio e di tanto buon gusto.

??? Ci andremo insieme, non ?? vero? ??? diss'ella. ??? Anche il piccolo ha i suoi pregi; e riconosco volentieri che occorre un grande ingegno per cogliere con tanta fedelt?? ed esprimere con tanta evidenza gli aspetti di una piccola vita.

??? Ricorda, signorina, ??? chiese Filippo, ??? ricorda un altro pittore, che ha espressi in piccolo, e con arte maravigliosa, gli aspetti della grande? un pittore di prospettive, che ha saputo popolare di figurine a migliaia, alte pochi centimetri, i fondi pi?? vasti, e dare a quelle figurine la espressione pi?? viva?

??? No, di chi parla?

??? Del cavalier Pannini; poich?? ella ?? stata a Parma....

??? Ah, s??, vero! ??? grid?? la signorina Margherita. ??? Il cavalier Pannini, che ha riempita la pinacoteca della Pilotta con tanti episodj del viaggio di Carlo III, di quel simpatico re vagabondo, passato dal trono di Parma a quello di Napoli, e dal trono di Napoli a quello di Madrid. Ella ha ben ragione; anche il cavalier Pannini ?? stato un grande artista, ed io l'ho veduto con piacere, come una vecchia e cara conoscenza, anche a Parigi, nella galleria del Louvre. Ma torniamo a Parma; ??? soggiunse la fanciulla, con un risolino malizioso. ??? Ci ha pi?? pensato, Lei?

??? A Parma?

??? S??, a Parma, e al vecchio palazzo degli Aldini.?????

Filippo trasse un sospiro, e l?? per l?? non rispose. Troppe cose avrebbe avuto da dire.

??? Ma gi??, capisco; ??? ripigli?? la fanciulla. ??? Si pu?? pensare a Parma, vivendo da tanto tempo cos?? volentieri a Venezia??????

VI.

Digne et in aeternum.

Il colpo lo coglieva in pieno petto; colpo involontario, colpo innocente, ma fiero. Filippo Aldini balen?? un istante, e rimase un tratto senza parola, tanto era sconcertato.

??? Non mi lagner??, ??? diss'egli, dopo quella pausa forzata, ??? non mi lagner?? di questo lungo soggiorno, poich?? il prolungarlo fin qui mi ha fruttato la loro conoscenza.?????

La frase galante meritava il suo premio in un sorriso di amabile compiacenza da parte della signora Eleonora. Ma questa non era l?? per sentirla: da un quarto d'ora almeno, stanca di passeggiare per le sale del museo e di star ferma in piedi davanti a quei quadri, dove la sua Margherita e il conte Aldini trovavano tante bellezze, la buona signora aveva preso posto sopra un seggiolone antico, presso il finestrone d'una camera attigua, lasciando ai due giovani il piacere di muoversi, di fermarsi, di ammirare a lor posta. N?? per lei diede il premio dell'amabil suo sorriso la signorina Margherita, che in quella vece si era fatta un po' rossa.

Ma un complimento non era una ragione; e Filippo continu??:

??? Del resto, sono i casi della vita che ci comandano un poco, e sempre assai pi?? delle nostre preferenze. Ella poi non mi creda dimentico di Parma, n?? di un consiglio cos?? gentile come il suo. Se sapesse! Ho sognato ancora stanotte di esserci ritornato.

??? Davvero?

??? ?? l??, non nel palazzo degli Aldini, di cui non conosco l'interno, poich?? esso non apparteneva gi?? pi?? alla mia gente quando io son nato: ero invece fuori di citt??, verso i colli, dalle parti di Lesignano, con la veduta di Montechiarugolo.

??? Ah, bene, Montechiarugolo! ??? ripigli?? Margherita. ??? ?? un paese tanto simpatico! Ci dev'essere anche la storia d'una fata, che non ho potuto raccogliere. La sa, Lei?

??? No, e me ne duole; ??? rispose Filippo. ??? Ma ci sar?? una buona fata, quando ella ci andr??. Per intanto, ??? soggiunse egli, passando veloce su quell'altro complimento, che faceva arrossire un'altra volta la signorina Margherita, ??? io sono andato a Lesignano, come ho avuto l'onore di dirle; e non mi sono fermato nella mia bicocca di laggi??; sono corso in quella vece difilato verso i monti, padrone del mio tempo, senza una m??ta prefissa, felice di correre, e senza maravigliarmi neppure della nuova facolt?? che avevo acquistata, la facolt?? di volare.

??? Tutto solo?

??? No, non solo.

??? Ah, dicevo bene! Sarebbe stato un piacere da egoista.

??? Vuole che le dica con chi ero?

??? Dica, dica.

??? Con una gentile signorina, a cui facevo indegnamente da cicerone.

??? Ci cresce l'indegnamente; ??? not?? Margherita. ??? La signorina certamente sar?? stata felicissima. Con le ali anche lei, voglio credere. E che cosa le ha fatto vedere da quelle parti l???

??? Una r??cca stupenda, fieramente piantata sopra un poggio, con quattro torrioni sugli angoli e un battifredo sul ponte d'ingresso.

??? Un battifredo? Le confesser?? candidamente la mia ignoranza....

??? Battifredo, ??? fu pronto a commentare Filippo, ??? torre della guardia; alta per dominare molto paese in giro; munita di campana, perch?? gli uomini in vedetta suonino a stormo appena scorgano in lontananza il nemico. La r??cca, poi, si chiama Torrechiara; la fabbric?? a mezzo il Quattrocento un gran gentiluomo, che era stato uno dei maggiori capitani di Francesco Sforza. Signore di molte castella sul territorio parmense, ed anche pi?? oltre sul milanese, Pier Maria de' Rossi, conte di San Secondo e marchese di Berceto, si ritir?? un bel giorno dalla corte ducale di Milano e da tutte le pompe mondane: non bastandogli, o non parendogli abbastanza fuori del consorzio umano le altre sue r??cche, volle edificare anche quella, e ci si rinchiuse per la seconda met?? della sua vita, che fu certamente la migliore. Am?? concentrarsi, e fu savio; ??? soggiunse Filippo con accento di desiderio. ??? Appartato dal mondo, non ebbe pi?? da sentirne la noia.

??? Ah, l'egoista! ??? esclam?? Margherita, un po' per l'antico gentiluomo, un po' pel moderno.

??? Ma no, non era solo; ??? ribatt?? prontamente Filippo. ??? Consolava la sua solitudine una donna gentile, e a farlo apposta una milanese come lei.

??? Ma io son di Como, l'avverto.

??? Oh, veda! Ma io ho detto milanese come si suol dire, genericamente, per comprendere tutta la regione che ha obbedito in altri tempi a Milano. Del resto, ignorando ch'ella fosse nata a Como e sapendo ch'ella vive a Milano, potevo ben dir milanese, ne conviene? Ora veda un po' che strana coincidenza! La dama di Torrechiara era quasi di Como. E non creda ch'io le voglia cambiar le carte in tavola; le dico subito nome e cognome; si chiamava Bianca Pellegrini, ed era marchesa d'Arluno. La storia sua non la so cos?? bene come il suo nome; ma certo il De' Rossi aveva conosciuta la bella a Milano, quando viveva alla corte dello Sforza, o della vedova di lui. Quanto alla leggenda, essa racconta che in abito di pellegrina, col sarrocchino di cuoio, sparso di nicchi, sulle spalle, e il bordone nel pugno, la bellissima Bianchina muovesse di Lombardia per andare dal suo Pier Maria, caduto in disgrazia e ritirato nel suo territorio. Ma credo che la leggenda sia stata inventata, prendendo le mosse da certe pitture della r??cca di Torrechiara, per le quali appunto nel mio sogno io mi ero disposto a farle da cicerone.

??? Ha avuto un bel pensiero, dormendo; ??? not?? Margherita. ??? Non lo deponga ad occhi aperti, e mi descriva le pitture di Torrechiara; io mi sforzer?? di vederle.

??? Ecco qua; ??? riprese Filippo. ??? Ma prima vediamo la r??cca. Quattro torrioni angolari, le ho detto, non tenendo conto di alcune torri pi?? basse, e di altri lavori per difender gli approcci. I torrioni, naturalmente, son collegati da bastioni, che d??nno anche posto a lunghi loggiati coperti, donde si gode la vista delle circostanti campagne. Tra questi corpi avanzati, che sono i torrioni ed i loggiati, si stendono quattro giardini, veri orti pensili, debitamente alberati e fioriti, affinch?? gli abitatori della r??cca non sentano il bisogno di andar fuori a diporto. Lungo i giardini corrono gli appartamenti signorili, a due ordini. Dentro la r??cca, tra questi appartamenti, si stende una gran corte, con due porticati sovrapposti, sostenuti da robuste colonne. In mezzo alla corte ?? un gran pozzo, col suo puteale di marmo, e il coronamento, al solito, di ferro battuto. C'??? Vede tutto?

??? Ci sono, e mi par di vedere.

??? Bene; ora facciamo cammino nel porticato superiore; si entra di l??, verso mezzogiorno, nella camera d'oro, che ?? tutta una maraviglia, anzi la maraviglia delle maraviglie. Non si lasci abbagliare dall'oro. Del resto, ce ne son pi?? poche tracce sulle pareti. Verremo a queste tra poco; alzi gli occhi, per ora.

??? Li ho alzati.

??? Ed ecco la v??lta, che domanda subito tutta la sua attenzione. La v??lta ?? a crociera, voglio dire che la dividono in quattro spicchi due costoloni lavorati ad armi e scherzi, e condotti ad incrociarsi sotto una serraglia rotonda tutta dorata, che porta il monogramma di Cristo, contornato di raggi. Nei quattro scompartimenti un pittore non dozzinale ha dipinto quattro volte Pier Maria e Bianchina; lui colla berretta di velluto rosso in capo, vestito alla corta, di stoffa verde damascata; lei ora da pellegrina, col bordone e il sarrocchino, ora da gran signora, e con tanto di strascico. Infatti, nei quattro dipinti sono rappresentati diversi momenti della buona ventura toccata al gentiluomo innamorato; da prima il viaggio della dama travestita, poi l'incontro e il ricevimento in Torrechiara, finalmente la presentazione dei due felici al tempio di Cupido. Non dimentichi, signorina, che siamo nel periodo del Risorgimento, e il profano si mescola volentieri col sacro.

??? Soverchiandolo un poco, vedo bene; ??? osserv?? Margherita.

??? Ed ora alle pareti; ??? riprese Filippo. ??? Son tutte a mattoni quadrati, istoriati a rilievo, colorati e dorati, correnti in file diagonali, ogni fila col suo colore dominante, verde, rosso, azzurro e oro, e colle parti in rilievo tinte di un colore diverso. Queste parti in rilievo, ora sono pezzi di rabesco, che, congiungendosi con quelli dei mattoni contigui, vengono a formare un ornamento che abbraccia tutte le altre rappresentazioni, frapponendosi ad esse; ora son r??cche col ponte alzato, circondate da fosse con cigni, sormontati da un aquilotto, con un sole raggiante sul capo; ora cartelli col motto latino nunc et semper, cio?? a dire ora e sempre; ora son coppie di cuori, rossi in campo azzurro, entro un cerchio formato da tre corone d'oro accostate; ora altri cartelli coll'altro motto latino digne et in ??ternum. Perch?? due motti? Non ne bastava uno? Ma io penso che la ragione ci sia, per averne messi due. Non sono due i cuori accostati? Ora, dei due motti latini, uno, il nunc et semper, ?? di madonna Bianca, l'altro, il digne et in ??ternum, ?? di Pier Maria, senza fallo.

??? E significa?

??? Meritamente, in eterno; ??? rispose Filippo. ??? Su per gi?? ?? la stessa idea del nunc et semper; ma c'?? di pi?? il meritamente; e mi pare che sia il De' Rossi quello che parla cos??, dando maggior lode alla dama.

??? Ed ?? stato di parola?

??? S??, come vedr??. Volgiamo un ultimo sguardo a questa camera d'oro, che con tante rappresentazioni di felicit?? sulla terra, mi pare un vero castello d'amore, ed usciamo nel cortile. Per un angolo del porticato si entra nella cappella, posta sotto l'invocazione di San Nicomede. Un solo altare l?? dentro, e poteva bastare al centinaio di vassalli che vi si raccoglievano a sentire la messa, insieme col signor castellano. Ma questi non ci stava gi?? alla vista di tutti. Sul lato sinistro della piccola chiesa era rizzata una bussola di legno riccamente scolpita, che ripeteva ne' suoi rilievi colorati e dorati le coppie di cuori, i motti latini, i castelli coi cigni e gli stemmi, tutto insomma l'ornato della camera d'oro; e dentro la bussola si vedono ancora i due stalli; uno a destra, colla lastra dell'inginocchiatoio intarsiata, che reca gli emblemi della pellegrina e le iniziali del nome di lei; l'altro a sinistra colle iniziali di Pier Maria. Amava concentrarsi, il signore di Torrechiara; chiuso nel suo castello, chiuso nella sua camera d'oro, chiuso nella sua bussola, sempre chiuso, e non solo. Non riposa neanche solo sotto il pavimento della cappella di San Nicomede, dove la pellegrina d'amore ?? scesa a dormire il gran sonno, e dov'egli l'ha seguita, restandole indietro di poco. Le pare che sia stato di parola, quel potente della terra, quel gentiluomo, quel castellano poetico? Storia vera, quella che io le ho raccontata, abbreviando; storia vera, che sembra un romanzo.?????

Margherita aveva assentito alla domanda con un cenno del capo.

??? E dica ancora, ??? soggiunse ella con piglio curioso, ??? sono entrate delle Rossi, nel casato degli Aldini?

??? S??; perch?? me lo domanda?

??? Perch?? parla di Pier Maria con tanto calore!

??? Vuol dire che sia la voce del sangue? ??? rispose Filippo, sorridendo. ??? E sia. Ma il motto del castellano di Torrechiara val bene qualche frase pi?? animata del solito. Digne et in ??ternum; meritamente, e per l'eternit??! Quantunque, ??? soggiunse egli, ??? mi pare, pensandoci su, che la mia traduzione non faccia intendere tutta la profondit?? del pensiero.

??? Ah s??, sentiamo; ??? grid?? Margherita; ??? qualche bella sottigliezza! ?? del suo carattere, se l'ho ben capito.

??? Le dispiace?

??? No davvero; ho detto bella sottigliezza; non dimentichi l'aggettivo, e mi dica subito che cosa ha trovato di pi?? profondo nel motto di Pier Maria.

??? Questo, signorina, che solo quando ?? degno, l'amore merita di vivere eterno. Le pare una sottigliezza?

??? ?? bella; ??? ribatt?? Margherita; ??? ?? bella, e vera; e mi fa prendere in molta stima il suo Pier Maria. La prima volta che torner?? a Parma, andr?? a fargli una visita. Peccato che non ci sia anche lei, per farmi gli onori della Camera d'oro!?????

Filippo Aldini lev?? gli occhi al soffitto, quasi invocando dal cielo un miracolo.

Si era andati molto lontani dai quadri di genere del Longhi; ed anche dalla signora Eleonora, a cui bisognava ritornare.

??? Mio Dio! ??? esclam?? la buona signora, giungendo le palme. ??? Non siete stanchi? Benedetta giovent??!?????

Piacque sommamente a Filippo Aldini quella associazione di due persone in un ???siete???, che certo era stata fatta a caso. Ma egli si tenne prudentemente la gioia in petto, senza farne la menoma dimostrazione sul volto. Margherita, per contro, non sapendo fingere, si fece secondo l'uso un po' rossa.

??? No, mamma; ??? diss'ella, accostandosi, e baciando la signora Eleonora sulla fronte; ??? quanto a me, non sono stanca affatto. Il signor conte spiega cos?? bene ogni cosa, che fa dimenticar la fatica. E mi ha fatto intendere anche un po' di latino.?????

La signora Eleonora sorrise, senza intendere dal canto suo nulla di nulla nell'accenno di sua figlia. Ma una cosa intendeva, quella buona signora, che quei due giovani erano maravigliosamente assortiti. Li aveva da vedere il suo Anselmo, come li vedeva essa in quel punto; di certo egli non avrebbe portato opinione diversa. Lui di bella presenza, che non si poteva desiderare di meglio; alto e ben piantato, snello, elegante; risoluti i lineamenti del viso, ma insieme delicati; traenti al biondo i capelli, ed anche pi?? i baffi, sotto cui si disegnavano le labbra stupende, nobilmente ferme nella gravit?? dell'atteggiamento pensoso, amabilmente morbide nella soavit?? del compiacente sorriso; lei quasi alta della persona come lui, tutta leggiadra, fatta a pennello; ricco il volume della capigliatura nerissima su quel candore abbagliante della carnagione, che spirava intorno a s?? come un alito di cose fresche e profumate; e non meno stupenda bellezza in lei quelle ciglia lunghe, che toglievano forza, ma aggiungevano grazia al baleno degli occhi. Infine, era illusione o verit??? Gli occhi morati di Margherita e gli azzurrognoli del conte Aldini si socchiudevano volentieri nell'istesso modo, come se ci fosse stata una parentela tra loro, e rendevano in vista la medesima espressione, di dolcezza diffusa e di profonda bont??.

Queste le doti fisiche dei due giovani; bisognava veder poi le morali. Ella era un angelo, come bene l'aveva definita in una parola il signor Zuliani; seria, senza apparato, innocente l'anima, tra tanta cultura d'ingegno; sempre l'istesso umore, amabilmente giocondo, e il senso della misura in ogni cosa perfetto. Egli, poi, cos?? nobile di sentire com'era di nascita, cortese negli atti, inappuntabile nei modi, affabile con tutti, riguardoso colle signore fino allo scrupolo, garbato ed attento colle attempate come colle giovani; e ci?? senza contare tutto il bene che alla signora Eleonora ne aveva detto Raimondo Zuliani, un galantuomo di ventiquattro carati, alla cui parola si poteva fidare ogni altro galantuomo suo pari, e prima e pi?? di tutti il signor Anselmo Cantelli. Infine, se quel soggiorno prolungato delle signore a Venezia doveva portare una conseguenza come quella, non c'era da ascriverlo a grande fortuna?

Le mamme, si sa, vedono sempre e dappertutto un marito; si pu?? dire che non hanno occhi per altra cosa nel mondo. Un uomo incontrato a caso, presentato loro in un salotto, ai bagni, o in altro ritrovo di societ??, vale o non vale, secondo che ?? un marito possibile, o meno. Povere mamme, vanno compatite: l'hanno trovato esse una volta, perbacco, e pensano volentieri che la vite ha bisogno dell'olmo, e alla peggio deve contentarsi d'un palo. Ubb??e, sciocchezze, foll??e; spesso anche errori, che si pagano cari; ma non c'?? rimedio, le mamme son fatte cos??; pigliarle come sono, o lasciarle.

Considerando il caso particolare della signora Eleonora, non ?? da credere che ella pensasse cos??, per non aver trovato un partito conveniente alla sua cara figliuola; che anzi, gi?? si erano dovuti dire parecchi no, e senza una ragione plausibile; tanto che il banchiere Anselmo e la sua signora si erano fatta una riputazione di schifiltosi, d'incontentabili, e perfino, diciamo la parola, di matti. Figurarsi, che i partiti offerti erano di quei tali che appunto potevano e dovevano capitare alla figliuola d'un ricco; rampolli di famiglie ben quotate a milioni, che prima di muovere all'assalto avevano cura di sapere a quanto ascendesse la dote, o fin dove potessero giungere le conseguenti speranze; e poi, a vederli! prendevano fuoco come tanti zolfini. Che cari figliuoli! E quando si arriva a combinare uno di questi contratti, ?? un parlarne in citt??, un rallegrarsene, un esaltarsene, come d'un vero miracolo. ???Sapete il gran fatto? Non si direbbe, ma ?? proprio cos??; matrimonio d'amore! Si erano visti alle regate di Livorno, alle acque di Recoaro, ai freschi di Gressoney. Quel povero ragazzo non ha avuto pi?? pace, ha perso a dirittura la testa???. S??, eh? Ma almeno, fortuna sua, aveva conservata in tasca la tavola pitagorica.

Quanto ai suoi pretendenti, Margherita era sempre stata chiamata ad esprimere la sua opinione. Il babbo l'amava moltissimo, per tutte le ragioni che sar?? inutile dirvi, e ancora pi?? la stimava per il suo retto criterio. Cos?? ella era messa a parte di tutto, e sorrideva ad ogni nuova richiesta.

??? Lo conosci, quest'altro?

??? Io no, babbo; l'avr?? forse intravvisto, ma non ne ho tenuto memoria.

??? ?? di buona famiglia; ricco, e figlio unico. Si fanno parecchi milioni a suo padre.

??? Buon per lui; ma io non lo conosco. La solidit?? della sua casa, come si dice, puoi saperla tu, con qualche approssimazione, non ?? vero? Ma il suo modo di pensare, il suo cuore, la sua istruzione, non puoi, come non posso io. Dire di no, pu?? parere orgoglioso; ma come si fa a dire di s????????

E si rideva. Il signor Anselmo finiva sempre col dar ragione a sua figlia. In fondo, non gli dispiaceva di tenersi in casa quella cara fanciulla, che intanto era giunta ai ventiquattro anni, non accennando punto di voler cos?? presto sfiorire, e che del resto non sentiva il desiderio di far mutamenti nel suo stato civile. In questo modo, ricusa oggi, ricusa domani, si dava materia d'almanacchi a chi aveva voglia e costume di farne. E il signor Anselmo, poi, dopo aver dato ragione a sua figlia, muoveva abitualmente dai particolari agli universali, sentenziando a un dipresso cos??:

??? Perseverate, bambine, e state volentieri coi vostri parenti. A rompervi il collo ci sar?? sempre tempo; mentre una vita come quella che fate in casa vostra, senza pensieri, senza cure, senza affanni, senza rimpianti, non la farete mai pi??.?????

Pensava veramente cos?? anche la signorina Margherita? Certo; se no, lo avrebbe detto, o lasciato capire; perch?? simulazione e dissimulazione non erano il fatto suo. La vita era per lei tanto bella! Amava i suoi studi e non isfuggiva i divertimenti: il babbo, quante volte aveva ragione di muoversi, la conduceva con s??. Era stata in giro per quasi tutta l'Italia; aveva anche veduto Parigi e Londra, osservando dappertutto e studiando a suo modo, con quel babbo compiacente, che prendeva gusto a tutto quanto occupasse la mente o attirasse la curiosit?? di sua figlia. Sarebbe stato lo stesso con un altro uomo, pi?? o meno innamorato, in quella vagabonda luna di miele, che dura poi come tutte le lune, ventinove giorni, dodici ore, quarantaquattro minuti, e, crepi l'avarizia, tre secondi e undici terzi? Aggiungete che quella dolce luna, come tutte le altre, ?? per gran parte scema. A queste cose, del resto, Margherita non aveva mai pensato, n?? troppo, n?? poco. Si contentava di non gradire i matrimonii combinati come contratti; degli altri non sapeva, n?? avrebbe voluto figurarseli con uno sforzo d'immaginazione, e col rischio di non indovinarci. Venisse il giorno e l'uomo; l'avrebbe trovata. Ma certo bisognava toccarle il cuore, perch?? ella rinunziasse alla sua libert?? invidiabile, e a quella bella spensieratezza che ne era la conseguenza legittima.

Pensierosa, per altro, e per la prima volta, appariva nell'uscire dal museo Correr. Pensierosa, ?? forse un dir troppo; mettiamo pensosa, mettiamo raccolta in s?? stessa, senza mostrar pi?? quel desiderio di ridere, di voltarsi qua e l??, prendendo gusto al chiacchier??o della strada. Quel raccoglimento era forse il frutto d'un po' di stanchezza dello spirito, per tante cose osservate. Comunque fosse, appariva egualmente bella, forse pi?? bella dell'usato, venendo via con quell'aria composta e tranquilla, accanto alla mamma ed al conte Aldini; il quale era tutto attenzioni e riguardi per la signora Eleonora, e poc'anzi le aveva premurosamente aggiustata la pelliccia sulle spalle.

??? Ora poi la godr??; ??? le aveva detto egli. ??? L'aria incomincia a farsi frizzante.?????

La signora Eleonora lasciava fare, sorridendo amabilmente alle cortesie del suo cavaliere. Intanto, si spegneva la luce del giorno, si accendevano i lampioni, e la buona signora pensava con un senso d'intima allegrezza al pranzo che l'aspettava al Danieli.

??? Senta ??? diss'ella tutto ad un tratto, ??? dovrebbe quest'oggi venire a far penitenza con noi.

??? Con che piacere, signora! ??? esclam?? Filippo, reprimendo un moto violento del cuore. ??? Ma ho gente sulle braccia, due vecchi amici, che mi son capitati l'altro giorno da Verona....

??? E li ha lasciati per noi! Mi rincresce....

??? Oh, non si dia pensiero di questo. Sono uomini, e non hanno bisogno di guida. Ma la sera, capir??, debbo lasciarmi vedere; tanto pi?? che sono ad alloggio da me.

??? Non vorranno poi fare la visita di santa Elisabetta; ??? not?? Margherita. ??? E l'avremo un altro giorno, non ?? vero?

??? Certo; sar?? ben onorato; ??? disse Filippo, che per la prima volta si sentiva la lingua impacciata. ??? I miei vecchi compagni d'armi rimarranno pochi giorni ancora.?????

In questi discorsi erano venuti oltre il ponte di Rialto, e per la Riva del Carbone entravano in Merceria. Qui avvenne a Filippo Aldini di fare un gesto, come d'ingrata maraviglia; un gesto che non isfugg?? all'attenzione della signorina Margherita.

??? Che cosa ha visto? ??? chiese ella.

??? Io? nulla; ??? rispose Filippo.

??? Ha fatto un gesto, ??? ripigli?? Margherita, ??? un gesto di persona molto seccata.

??? Davvero? ??? esclam?? egli, padroneggiandosi, e correndo col pensiero alle scuse. ??? Non me ne sono avveduto. Ma chi sa? Passano alle volte pel capo certi brandelli d'idee.... Un moto della fantasia li fa scorrere davanti agli occhi dell'anima, ed ?? naturale che ci secchino, come pu?? seccarci una nuvola che passi in aria e c'impedisca di vedere il sole, senza che per questo avvertiamo la presenza della nuvola. Infatti, io non avevo avvertito nulla. Moti istintivi, signorina, moti macchinali; non ?? da farne caso.?????

E rideva, cos?? dicendo, e gesticolava, come non aveva mai fatto, sempre per darsi un'aria disinvolta e serena.

Quello che gli aveva dato noia, facendogli fare quel gesto di persona seccata, era ancora lontano, nascosto alle sue compagne di passeggiata da un piccolo crocchio di persone, che proprio in quella stretta avevano creduto opportuno di fermarsi a discorrere. Ma l'oggetto della noia si fece pi?? innanzi, e tagliando la strada in isbieco dietro all'ostacolo, si affacci?? finalmente alla vista delle signore Cantelli. Oh, il felice incontro! La contessa Galier di San Polo! E l?? una buona fermatina, con un mondo di garbatissime chiacchiere, e di complimenti alla signorina Margherita, sempre pi?? bella, sempre pi?? cara. N?? al conte Aldini manc?? la sua parte.

??? Hanno un gentil cavaliere e un cicerone prodigioso; ??? diceva la contessa Galier. ??? Sa tutto, ha veduto tutto. Oh, non dico per adularvi, Aldini, ma per rendere omaggio alla verit??. Sappiano, signore mie, che tanti e tanti tesori d'arte in Venezia, ignoti a molti di noi veneziani il conte Aldini li conosce come la palma della sua mano.

??? Infatti, ??? disse Margherita, ??? al museo Correr ne abbiamo avuto oggi la prova.

??? Vengono di l???

??? S??, e grazie al nostro cavaliere ci abbiam passato quattr'ore deliziose.

??? Ah, bene! Venezia ascrive ad onor suo, di poter dare simili gioie a visitatrici cos?? intelligenti e cos?? care. Ora, immagino, ritorneranno all'albergo. Ed io a casa. Son proprio felice di averle incontrate.?????

Qui venne il ricambio degli ultimi saluti; dopo di che la contessa Galier si avvi?? per Rialto verso i Santi Apostoli e il corso Vittorio Emanuele, mentre le signore Cantelli riprendevano il loro cammino verso San Marco e la riva degli Schiavoni.

??? Cara signora! ??? disse Margherita all'Aldini. ??? Dev'essere molto buona.?????

Filippo acconsent?? col doppio moto del capo e del labbro. Ma dentro di s?? l'avrebbe mandata volentieri a quel paese, quella cara Galier. Non gi?? perch?? l'odiasse, povera donna; ma perch?? gli veniva in mal punto a ricordare tutto ci?? che per un giorno egli aveva dimenticato cos?? bene. E veniva innanzi turbato nel profondo del cuore, ma sforzandosi di parer tranquillo all'aspetto; senza parole, nondimeno, e sperando che della sua taciturnit?? lo scusasse abbastanza il doversi ad ogni tratto cansare tra la gente che correva per un verso o per l'altro. Ma riusciti che furono davanti a San Marco, e di l?? in Piazzetta, dove era pi?? scarso il numero dei viandanti, il silenzio di Filippo doveva essere notato.

??? ?? pensieroso; ??? gli disse Margherita.

??? No; ??? rispose egli, con accento di viva sollecitudine.

??? S??; ??? replic?? la fanciulla, con accento di viva insistenza.

??? Ebbene, s??; ??? conchiuse egli, cedendo. ??? Penso infatti, che questa buona giornata ?? troppo presto finita.

??? Se ?? cos?? ??? ripigli?? Margherita, ??? se ne procuri.... ce ne procuri un'altra. Mediti lei, trovi lei il punto che dovremo visitare, e poich?? i suoi amici di Verona non hanno bisogno di guida come noi, venga a dircelo; ci trover?? pronte a muoverci. Non ?? vero, mamma?

??? Eh, non bisognerebbe poi abusare! ??? osserv?? la signora Eleonora.

??? Ma che? ma che? Io son fatta cos??. Se il signor conte gradisce di farci gli onori di casa, noi, che non vogliamo essere ipocrite, gli confessiamo di gradir molto la sua cortesia. Ma badi, ??? soggiunse con un risolino malizioso quella cara fanciulla, ??? ho detto onori di casa per modo di dire, poich?? ora siamo a Venezia. Ma la casa non ?? qui, ci pensi, non ?? qui.

??? S??, s??, ci penso, non dubiti; non penser?? pi?? ad altro; ??? rispose Filippo animandosi.

??? Che cos'?? questa distinzione? ??? domand?? la signora Eleonora.

??? Ah, mamma, tu non sai; tu non hai visto, come ho visto io, a Parma, il palazzo degli Aldini. Una bellezza! Ho raccomandato al signor conte di ricomprarselo, il palazzo dei suoi maggiori. Me lo ha promesso; parola di gentiluomo non pu?? mentire.

??? Pazzerella! E se i proprietarii presenti non volessero vendere?

??? Oh, vorranno, vorranno. L'ho gi?? capito dal modo come tengono quello stabile, non facendovi mai un ristoro. Siamo dunque intesi? ??? prosegu?? Margherita, volgendosi a Filippo, sull'uscio dell'albergo. ??? Digne....

??? Et in ??ternum; ??? rispose Filippo con un filo di voce, ma mettendo in quel filo di voce il meglio dell'anima sua.

VII.

Alzata d'ingegno.

Esistessero o no i due amici di Verona, erano stati annunziati come ospiti di pochi giorni, non potendo essi restare a Venezia oltre il termine di una breve licenza. Dovettero dunque ripartire, e il conte Aldini si ritrov?? quello di prima, libero del suo tempo, e padronissimo di ritornare alle sue consuetudini. Ma non senza aver fatto ancora quella passeggiata artistica, ch'egli stesso doveva immaginare e proporre. Ed era stata proprio una passeggiata all'aperto, per vedere qua e l?? tante di quelle piccole cose, che i viaggiatori non trovano indicate nelle guide, e che sfuggono perci?? alla loro ammirazione forzata: per esempio quelle scale scoperte nei cortili di parecchie abitazioni private, come nel palazzo Soranzo in campo San Polo, nel palazzo Sanudo a Santa Maria dei Miracoli, nella casa abitata da Carlo Goldoni a San Tom??, e originale su tutte la scala dei Bembo alla Celestia in calle Magno. E non dimentichiamo, poich?? piacque singolarmente a Margherita, il bel motivo architettonico foggiato ad arco trionfale su d'un calle angusto, in capo al ponte del Paradiso, presso Santa Maria Formosa.

Il ponte, per verit??, era piuttosto un voltino di gora, accavalciato sopra un rio non pi?? largo di cinque passi; l'arco trionfale si riduceva ad uno stipite, poggiato su due pietre sporgenti dagli angoli di due case, onde l'entrata del calle si restringeva alle forme di un uscio. Ma su quello stipite si girava un lunetto ad arco acuto, con entro una Madonna rozzamente scolpita, mantellata e coronata, in atto di far grazia a due divoti personaggi, forse due santi, inginocchiati intorno a lei; ma su quel lunetto si alzava, andando su su, una cuspide di marmo, elegantissima, incorniciata di fregi di leggiadra fattura, chiudente nel suo mezzo un disco egualmente fregiato, e nel disco un'apertura quadrilobata, che a Margherita parve il trifoglio di quattro foglie, tanto ricercato dalle fanciulle nei prati autunnali, come certo promettitore di desiderate fortune. Suprema eleganza di linee, grazia veramente divina di forme! E accanto alla costruzione fantastica, sul lembo d'una casa contigua, una finestrina lunga lunga, fiancheggiata da svelte colonne, reggenti un cappello di pietra ad arco acuto, ma acuto a modo suo, tondeggiante sui fianchi, assottigliato nel vertice, come un asso di picche, alla maniera degli Arabi. Che eleganza, che grazia, anche l??! E come era bello, in luoghi cos?? umili, cos?? poco osservati, quasi schivi di attirare la curiosit?? del viandante, imbattersi in quelle piccole maraviglie, vera fioritura dell'arte d'un popolo che apre gli occhi alla vita dello spirito, e pensa, indaga e crea, nella giovinezza esuberante della sua immaginazione!

Cose piccole, cose piccole, spesso da anteporsi alle grandi! Ed anche nelle grandi, dopo averle contemplate nella loro maest??, sono da osservare pi?? attentamente le piccole. Quante ce n'erano, di queste, che Margherita non aveva nemmeno guardate, nei capitelli svariati delle colonne sorreggenti la facciata del palazzo Ducale, nelle finestre di San Marco, nelle absidi esterne dei Servi e dei Frari, nei balconi della Ca d'Oro o del palazzo Cavalli, tutte eleganze fiorite in cui per l'appunto ?? dato di cogliere la prima impronta di un nuovo stile nell'arte! In quella serie d'osservazioni, minute e non faticose, Margherita vide nascere il sesto acuto in Venezia e svolgersi con ispontaneit?? tutta italiana un modo di architettura che gli Arabi avevano elaborato, mescolando elementi bisantini e persiani. Quell'arte era venuta dall'emporio prediletto dei Veneziani intorno al Mille; venuta dall'Egitto, come le istesse reliquie del benedetto san Marco. E la signorina Cantelli fu piacevolmente maravigliata di saper tante cose nuove ad un tratto, guardando, paragonando, ascoltando; maravigliata ancora di conoscere, contro l'asserzione di tutte le guide, che le due fronti del palazzo dei Dogi, verso la piazzetta e verso la Laguna, non erano opera di Filippo Calendario, il famoso architetto e scultore, involto nella congiura del doge Marin Faliero, e perci?? giustiziato nel 1354, settant'anni prima che il Senato deliberasse di atterrare le due fronti della fabbrica antica, edificata da Pietro Orseolo nel principio del dodicesimo secolo.

Infine, la cara Margherita imparava in breve ora tante belle cose, che accrescevano maravigliosamente la sua stima per Filippo Aldini; e beveva frattanto a stilla a stilla, assaporandolo, il pi?? dolce tra tutti i veleni. Aveva ella dunque trovato l'uomo ideale, il primo e l'unico, per cui non avrebbe detto di no? Un po' triste di umore, veramente; spesso pensieroso, e qualche volta, richiamato da qualche domanda, aveva l'aria di cascar dalle nuvole. Ma queste erano inezie, e non guastavano affatto.

Egli era poi cos?? intento a lei, cos?? pieno di riguardi per la mamma! E certo, per esser tanto malinconico, il signor Filippo aveva le sue buone ragioni; lei ricca, e fors'anco creduta pi?? ricca del vero; egli non tanto, da poter aspirare a lei. Margherita aveva ben capito, da certi discorsi, che il conte Aldini aveva appena del suo tanto per vivere signorilmente da scapolo. E ci?? bastava, se era invaghito di lei, per giustificare tutte le malinconie, tutte le tristezze ch'ella veniva osservando. Oh, ma ci avrebbe pensato lei; ne aveva il diritto, ne aveva l'obbligo, oramai. Non gli si leggeva il suo pensiero da pi?? giorni negli occhi? E infine, ad un digne da lei proferito a fior di labbro, non aveva egli con un filo di voce, ma con accento di vera passione, risposto in ??ternum?

Finita la sosta degli amici di Verona, il conte Aldini aveva dunque ripigliate le sue consuetudini, e per conseguenza la serie delle sue visite ai vecchi amici di Venezia. Ai signori Zuliani, per esempio; ma a questi per la prima volta in palco, al teatro della Fenice. Naturalmente c'era da godersi la sfilata del cavalier Lunardi, del signor Telemaco, del signor Ruggeri, del signor Gregoretti, del maestro di musica; obbligato in chiave, quest'ultimo, poich?? si trattava di musica, per l'appunto. E pi?? obbligata ancora la contessa Galier di San Polo, che la signora Livia voleva aver sempre ai fianchi, dando ai maligni buon argomento a rinfrescare il paragone della luce e dell'ombra, con la debita chiosa dell'ombra che serve stupendamente per dare maggior risalto alla luce. Ma dopo tutto, quell'ombra sempre attaccata ai panni della luminosa Zuliani, era una signora vera ed autentica, non ricca, ma d'una nobilt?? anteriore alla ???Serrata del Gran Consiglio???, e faceva buon effetto nel quadro, intonandolo: allegra, poi, salda alla celia, chiacchierina a quel dio, era fatta a posta per tener viva la conversazione, colmandone le lacune, smorzandone le asprezze.

Filippo Aldini, entrato nel palco per riverire la signora Livia, pens?? che la Galier non avrebbe tralasciato di parlargli dell'incontro di tre giorni prima in capo alla contrada di Merceria. Ma c'erano altri discorsi avviati, e la contessa non ebbe occasione di venire sul tema; fors'anche le era passato di mente. Le cose andavano; erano tutti di buon umore, quella sera, nel palco Zuliani, perfino la signora del luogo; e quando l'Aldini prese congedo, un altro giorno era felicemente sbarcato.

Ma bisognava anche fare una visita in casa; ed egli ci and?? la sera appresso, dopo l'ora del pranzo, come soleva, quando non c'era teatro. Raimondo lo accolse a braccia aperte; la signora Livia, per contro, non era di buon umore; parole poche, e muso lungo un palmo. Raimondo fortunatamente parlava per due e rideva per quattro. Aveva ragione di essere allegro; la mesata prometteva bene; la condizione delle borse era eccellente in tutto il mondo civile; nessuna nube appariva sull'orizzonte europeo. Di qui, prendendo le mosse, Raimondo scivol?? presto nella politica, che era il suo forte, o il suo debole, e pass?? in rassegna tutti gli stati, continentali o insulari che fossero, dell'orbe terracqueo. Filippo ascoltava, approvava, e secondava il ragionamento dell'amico, mettendo qualche parola nei luoghi opportuni, perch?? l'altro avesse gusto a continuare. E non faceva niente di nuovo, poich??, discorrendo coll'amico Zuliani, era sempre stato suo costume accomodarsi alle battute. Ma quella eterna politica doveva annoiare maledettamente la signora, che pi?? d'una volta si alz?? dal suo canap??, andando or di qua or di l?? per la casa a dar ordini, a prender libri, o giornali di mode, che distrattamente sfogliava.

??? Non badare, sai, all'umore di mia moglie; ??? bisbigli?? Raimondo all'amico, appena ebbe il modo di dirgliene. ??? Tu la conosci. ?? un angelo; ma quando ci ha i suoi nervi, poveretta, bisogna compatirla. Giornate di scirocco, dice lei; il medico mi d?? una zuppa di parole greche da accapponare la pelle; ma poi, se Dio vuole, conchiude che son cose da nulla.?????

Filippo Aldini conosceva benissimo la signora Zuliani; non c'era bisogno di dirgliene altro, n?? di scusarla con lui. Ma fu molto felice quando venne l'ora di andarsene. Raimondo, sempre ilare e verboso, lo accompagn?? fino in anticamera.

??? Sai? ??? gli disse, quando furono l??. ??? Viene il babbo.

??? Il babbo! ??? ripet?? Filippo. ??? Che babbo?

??? Il signor Anselmo, perbacco. Che uomo mi sei divenuto, da non capire alla prima??????

Filippo sorrise, e tentenn?? un pochino la testa.

??? Tu pensi sempre al tuo sogno, Raimondo!

??? Ma s??, e pi?? che mai; tanto pi?? che non ?? un sogno. Felice mortale, tu sei nato vestito. Ti amano tutti; perfino la signora Eleonora, non sa parlarmi pi?? d'altro che di te. Quasi quasi ?? pi?? innamorata lei di sua figlia.

??? Che cosa dici ora? Sua figlia....

??? Eh, dico quel che si vede. La bella Margherita ti rende giustizia, e la lodo.

??? Ma che giustizia ha da rendermi?

??? Sappiamo tutto, felice mortale, sappiamo tutto; anche la visita di quattr'ore buone al Correr.?????

Con queste parole Raimondo accomiat?? finalmente l'amico.

??? Ah! ??? pensava Filippo scendendo la scala del palazzo Orseolo. ??? La gallina ha cantato. Ma infine, chi mi ha ficcato in questo ginepraio, se non lui? Potevo io pi?? liberarmene??????

Intanto una cosa lo maravigliava. Se la gallina aveva cantato, perch?? non era entrata la signora Livia a discorrergli delle sue visite artistiche? E perch?? non gliene aveva parlato in salotto l'amico, che aspettava a dirgliene sull'uscio di casa? Questo, poi, gli pareva di capirlo. La signora Livia non poteva soffrire le Cantelli; le aveva invitate alla cena del capo d'anno, ma solamente per obbedienza al suo signore e padrone. E questi, per compenso, le nominava il meno che potesse davanti a sua moglie. Amabil ricambio di gentilezze coniugali! E tanto meglio, del resto. Ma possibile che Raimondo, espansivo com'era, non si fosse aperto con lei del disegno che si era messo in capo? possibile che di punto in bianco fosse diventato un diplomatico di quella forza? Se cos?? era, come infatti appariva, non pi?? Raimondo bisognava chiamarlo, ma Guglielmo, Guglielmo il Taciturno.

Con queste ???conclusioni estreme??? Filippo Aldini se ne and?? in gondola verso il rio di San Felice, nelle cui vicinanze abitava. Un po' fuori di mano, veramente, ma non troppo lontano dal corso Vittorio Emanuele; tanto che quella cara matta della contessa Galier aveva detto una volta:

??? Il conte Aldini ha scelto quel luogo remoto per farmi la corte; perseveri!?????

Sul corso Vittorio Emanuele si avviava il giorno appresso, tra il tocco e le due, la signora Livia Zuliani. Era dunque guarita de' suoi nervi? Ma s??, lo aveva ben detto il medico; che erano disturbi passeggieri. Pi?? che nervi, del resto, potevano chiamarsi vapori; ed era certamente effetto d'un residuo di vapori la voltata improvvisa della bionda signora, che, invece di salire dalla contessa Galier, con mutato consiglio ritorn?? sui proprii passi, e discesa al primo traghetto di fianco al palazzo Sagredo, entr?? in una gondola, dicendo al gondoliere:

??? Riva degli Schiavoni, davanti all'albergo Danieli. ??? Che novit?? era quella? Guarita di nervi, la signora Livia si sentiva anche guarita della sua vecchia antipatia per le signore Cantelli? Buon cambiamento a vista, e spontaneo, che avrebbe reso felice il suo Raimondo, se fosse stato presente! Ed era proprio una cosa strana, da segnarla col carbon bianco. Dacch?? le signore Cantelli erano capitate a Venezia, la signora Livia non aveva fatto se non una visita, in principio, e per obbligo di convenienza. Ma certo ella sentiva ora, che alla loro cortesia di avere accettato l'invito alla cena del capo d'anno dovesse seguire una visita di ringraziamento.

Le signore Cantelli erano in casa, e l'accolsero a festa. La bionda signora si ritrovava in uno dei suoi giorni di bellezza, vividi gli occhi, di bel colore la carnagione; ed ella pot?? sentirsi abbastanza soddisfatta di s?? medesima, passando nell'anticamera davanti ad un'alta specchiera, e non di quelle, Dio le confonda, che vi fanno la testa pi?? lunga o pi?? larga del vero, e la faccia, poi, verde come la buccia d'un cocomero.

Era gi?? nel salotto qualcheduno in visita; Filippo Aldini, a farlo a posta. Filippo Aldini, che seduto ad un tavolino nel vano di una finestra, disegnava a memoria il ponte del Paradiso colla sua viottola stretta nel fondo, e, gittata sovr'essa, in traverso, la bella cuspide triangolare di marmo. La signorina Margherita si era tanto invaghita di quel motivo architettonico, ci ritornava cos?? spesso col pensiero e col discorso, che il conte Aldini aveva creduto obbligo suo di fargliene un piccolo disegno a matita, da restare come un ricordo della loro passeggiata artistica per i calli di Venezia. La signora Eleonora non si sentiva disposta ad uscire, quel giorno; tra perch?? era un po' stanca di tante gite pedestri, e perch?? aspettava il suo Federigo, che alle tre dopo mezzogiorno era libero. Cos?? avvenne che il conte Aldini, venuto ad offrirsi per un'altra passeggiata, restasse all'albergo in dolce prigionia, consolandone gli ozi, o giustificando una fermata che voleva esser lunga, col lavorar di matita, sotto gli sguardi attenti della signorina Cantelli. Margherita, che stava per l'appunto seduta accanto al tavolino del disegnatore, fu la prima ad alzarsi per muovere incontro alla signora Zuliani, che la ringrazi?? col pi?? amabile sorriso e la baci?? sulle guance. Ugual sorte tocc?? naturalmente alla signora Eleonora; dopo di che la bionda visitatrice si volse al conte Aldini, che si era alzato a sua volta, facendo un rispettosissimo inchino.

??? Ah, bene, casco tra amici! ??? esclam?? la signora Livia, tutta ridente, nell'atto di porgere a Filippo la bella mano inguantata.

Poi, volle vedere il disegno. Le era parso a tutta prima che il conte Aldini lavorasse a fare il ritratto della signorina Cantelli, e la sua curiosit?? non doveva esser poca, ignorando ella che l'Aldini, da lei conosciuto come dilettante paesista, trattasse anche la figura in grande. Ma no, niente ritratto; il disegno raffigurava un ponticello, uno dei tanti che cavalcano i piccoli canali della citt??, con due spigoli di case, e qualche saggio di scultura medievale; anticaglie, vecchiumi, e mezzo anneriti dall'umidit??, dalla mancanza di luce, ch'ella non riusciva ad intendere come piacessero tanto agli artisti. I palazzi sul Canal Grande, alla buon'ora!

??? Grazioso! ??? diss'ella nondimeno, dopo aver osservato coll'occhialino il disegno. ??? Grazioso tanto! E colle sue figurine alte un centimetro!?????

Infatti, il disegnatore aveva animata la scena, mettendo sul ponte tre figurine, accennate con pochi tratti di matita. Minuscole com'erano, corrispondevano ai contorni di tre persone vere, le quali, essendo passate per l'appunto di l?? alcuni giorni prima, ci si potevano ben riconoscere. Ma forse non le poteva riconoscere ugualmente la signora Livia, tuttoch?? s'aiutasse coll'occhialino; comunque fosse, non si ferm?? a sminuzzolare un esame critico, che doveva esser breve e leggero.

??? Continui il suo lavoro, prego; ??? diss'ella finalmente; ??? non voglio interrompere....?????

E senza finire la frase, si allontan??, andando a sedersi presso la signora Eleonora sul gran sof?? che era accanto al camino. Laggi?? tra le due svisceratissime amiche (si vedevano infatti per la terza volta) incominci?? un lungo discorso, tessuto di tutte le cose vane che sanno dirsi le donne, e con aria di prenderci un gusto matto. L'unica cosa importante, per verit??, fu l'accenno della signora Eleonora al suo Federigo, che presto si sarebbe imbarcato per un viaggio intorno al globo; dopo di che le signore Cantelli avrebbero levate le tende. Qui da una parte la conclusione naturalissima che il soggiorno sulla Laguna era stato un po' lungo, e dall'altra la dichiarazione obbligata della felicit?? che n'era toccata a Venezia. La regina dell'Adria parlava molto amabilmente per le labbra della signora Zuliani. E batti tu che batto io, alla maniera dei fabbri, le due signore si diedero l'illusione di una gran tenerezza. Ah, se Raimondo fosse stato l?? in un angolo, o dietro un uscio a sentirle!

Filippo Aldini stette ancora pochi minuti, per convenienza; poi, sempre per convenienza, prese congedo.

??? Lascio le signore ai loro discorsi; ??? diss'egli. ??? Noi uomini ci siam sempre di troppo.?????

Era seccato di quella visita, ma non voleva parere. Margherita cap?? facilmente che con quella visita sopravvenuta, un uomo di garbo non poteva star sempre l??, e per quanto le dispiacesse la partenza di lui, lo lasci?? andare senza chiedergli se fosse davvero finito un disegno, che in altre circostanze avrebbe potuto durare fino all'ora del pranzo. Quanto alla signora Eleonora, la condizione sua e l'et?? le permettevano di dar commiato all'Aldini con qualche parola cortese.

??? La rivedremo presto, signor conte? ??? domand?? ella a Filippo, nell'atto di porgergli la mano.

??? S??, sar?? mio dovere; ??? rispose egli, inchinandosi.?????

E via, dopo lo shake-hand indispensabile, che non ?? sempre una stretta di mano.

??? Un ottimo signore, e tanto garbato; ??? disse la signora Eleonora, quando egli si fu allontanato.

??? S??, ??? concesse la signora Zuliani, ??? ha belle maniere. Ma gi??, ??? soggiunse con un risolino malizioso, ??? i giovinotti del giorno d'oggi son sempre cos?? colle dame.

??? Non sarebbe dunque sincero? ??? chiese Eleonora.

??? Che dirle? Non saprei bene; ??? rispose la signora Zuliani. ??? Si parla sui generali. Quanto a me, li ho tutti per gentilissimi.

??? Ma qualche differenza si pu?? far sempre, e alle volte si deve; ??? not?? la signora Eleonora. ??? Lo conosce bene, Lei, il conte Aldini; e da qualche anno, mi pare.

??? Oh, dica da parecchi; mio marito lo vede tanto volentieri!?????

La signorina Margherita era rimasta alquanto pi?? in l??, davanti al disegno del conte Aldini, che voleva mettere per precauzione tra due fogli di carta.

??? Margherita! ??? le disse sua madre. ??? Vuoi tu farmi il piacere.... La signora Zuliani permetter??. Vuoi tu farmi il piacere di finire per me la lettera al babbo? Io sono troppo lenta nello scrivere, avendo anche bisogno di occhiali; ??? soggiunse, volgendosi alla signora Zuliani. ??? Volevo aggiunger io una pagina; ma Anselmo ci guadagner?? di aver tutta la lettera di pugno della sua figliuola. A te, dunque, mia cara; e si potr?? mandare per la posta delle quattro.

??? S??, vado, mamma; ??? rispose Margherita. ??? La signora mi scusi.

??? Oh cara! a patto che ritorni presto; ??? grid?? la signora Zuliani.

Appena la bella creatura fu uscita dal salotto, richiudendo discretamente dietro a s?? l'uscio della camera attigua, la signora Eleonora si strinse al fianco della sua visitatrice.

??? Perdoni, mia buona signora; ??? le disse; ??? avevo bisogno di parlarle da sola a sola. Non vorrei abusare della sua gentilezza; ma certe parole sue, quando io ho fatto un piccolo elogio del conte Aldini, mi hanno messa in pensiero. Ella ha senno e uso di mondo; conosce la citt??, e coloro che ci vivono; il conte Aldini, poi, viene in casa loro; Ella che ?? donna, e delicatissima su certi punti a cui gli uomini non badano sempre, pu?? darmene un'idea pi?? precisa. Non merita egli tutta la stima che io facevo di lui?

??? Intendiamoci; ??? not?? la signora Zuliani. ??? Ho detto di non saper fare alcuna differenza tra lui e tutti gli altri. Sar?? troppo severa, o troppo poco esperta in materia; ma infine non volevo andare pi?? in l??. Si sa bene, del resto; giovinotti eleganti....

??? Ma dissipati, vorrebbe aggiungere.

??? Non questo, propriamente; ma oziosi, pur troppo. E l'ozio, mi conceder??, pu?? condurre molto lontano.

??? Il conte Aldini non fa nulla, per l'appunto.

??? Nulla di nulla; ??? rincalz?? la signora Livia. ??? Ha tanto da vivere; scarsamente, perch?? i suoi non gli hanno lasciato di pi??; ma non avendo famiglia, diciamo pure che ha tanto da vivere. Certo, gli bisognerebbe rifarsi con un ricco partito. Qui non ce ne sono; almeno, non ce ne sono di quelli che potrebbero fare al caso suo. Egli, dopo tutto, non se ne d?? pensiero; mio marito piuttosto. Ma io l'annoio con queste scioccherie....

??? No, no, continui; tutto ci?? m'interessa moltissimo.

??? Del resto, si capisce; ??? ripigli?? la signora Livia, ridendo. ??? Mio marito ?? un gran partigiano del matrimonio. Contento di quello che ha fatto lui, della qual cosa io non vorr?? dargli torto, darebbe moglie a tutti,, e prima di tutti al suo conte Aldini. Conte! ecco il titolo che secondo i calcoli di mio marito pu?? valere una dote vistosa. Il signor conte, diciamolo pure, non ne ha mai voluto sapere. Gi??, le ripeto, giovinotti eleganti.... e galanti, hanno altro da pensare che a prender moglie.

??? Qualche pratica.... ??? balbett?? la signora Eleonora.

??? Eh, che debbo dirle? Son materie gelose. Ma infine, Venezia non ?? Parigi, n?? Londra: si finisce presto col sapere ogni cosa. Il conte Aldini, nei primi tempi del suo soggiorno a Venezia, si era veramente un po' sparpagliato, cantando come si suol dire a tutti gli usci, e aveva fatto parlar molto di s??; poi a poco a poco si ?? raccolto, si ?? fatto pi?? serio, vorrei dire perfino misterioso, vero tipo del beau t??n??breux dei vecchi romanzi francesi. Ad ogni modo, son cose che non mi riguardano. Viene spesso da noi, e ci??, me lo lasci dire in confidenza ad una signora assennata come lei, potrebbe anche essere pericoloso; tanto che alle volte, approfittando per l'appunto della occasione, vorrei fargli una ramanzina coi fiocchi. Ma non ho ancora l'et??, da assumere una parte simile, n?? con lui, n?? con altri. Me ne rincresce, perch?? il mistero c'??, e un mistero non senza pericoli....

??? Ella, da quanto pare, conosce anche la persona; ??? osserv?? la signora Eleonora.?????

Un cenno malinconico di assenso le disse che si era apposta.

??? E.... la condizione? ??? riprese. ??? Il nome, se Ella si fida di me?

??? Non ?? il mio segreto; ??? mormor?? la signora Livia con anima e voce contrita.

??? ?? giusto, perdoni; ??? conchiuse la signora Eleonora. ??? Capisco intanto che il conte Aldini dev'essere in uno stato d'animo assai dispiacevole. Queste pratiche hanno sempre la loro punizione con s??. S'incomincia senza pensarci troppo; la via del precipizio ?? sparsa di fiori; ma poi.... cara signora, ne ho vedute nella mia vita, di queste belle passioni, ne ho vedute, parecchie e finite presto in tragedie. Ah, uomini pazzi! e donne pazze! perch?? son esse le maggiori colpevoli.

??? Lo crede? ??? disse la signora Zuliani.

??? Ne son certa. Gli uomini, infine, sono spensierati e temerarii; spesso non hanno idea di giustizia, n?? di morale, due buone e belle cose facilmente dimenticate, perdute nell'uso e nell'abuso dell'esistenza. Mio marito dice qualche volta che l'uomo ?? nato cacciatore; poveretto! egli che non ha mai preso in mano un fucile da caccia! Ma la donna, che s'adatta a fare da selvaggina a questi cacciatori, che orrore! essa, poi, che avrebbe tante ragioni per esser forte, per custodirsi, per arrestarsi, se non altro, sulla via del precipizio! L'educazione, per esempio, una certa delicatezza di sentire, che nell'uomo ?? cos?? presto cancellata dalle volgarit?? della vita, il pensiero della propria dignit??, e finalmente la ragione pi?? forte, quella che le val tutte....

??? E quale?

??? La religione, non le pare? E non gi?? quel tanto di religione che consiste nel pregare a certe ore, biascicando frasi che spesso non s'intendono, e si ripetono macchinalmente, senza pensarci pi?? che tanto; ma la religione piena, intiera, meditata, che c'insegna i nostri doveri, facendoci intendere la bellezza e gustare la felicit?? d'una coscienza tranquilla.?????

La signora Eleonora si era un po' riscaldata, cosa che le accadeva di rado; e ci diventava perfino eloquente, di quella eloquenza che viene qualche volta alle madri. La signora Livia, che non se l'aspettava davvero, n'era rimasta maravigliata, e quasi sopraffatta, tanto che per un istante, pensando alle ragioni enumerate dalla sua interlocutrice, dimentic?? quelle che avevano determinata la sua visita e la sua piccola alzata d'ingegno. Ma certamente senza volerlo gliele fece tornare in mente la signora Cantelli, discendendo dalle altezze della tesi morale, per rifarsi al caso particolare ond'era stato mosso il discorso.

??? Quello che pi?? mi rincresce, ??? ripigliava la buona signora, ??? ?? di pensare a quel povero giovinotto, che non ??, poi, e non meriterebbe di essere come tanti spensierati. Egli almeno sente che la sua condizione non ?? bella. ?? spesso malinconico, e si capisce che un triste pensiero lo turba. Gli si domanda, per isviare le sue malinconie, gli si domanda, qualche volta di punto in bianco: ed ora, che cos'ha? Si scuote allora, si sforza di sorridere, e risponde: nulla, sa, non ho nulla; difetto del mio spirito, che s'incanta volentieri, e va qualche volta nelle nuvole.?????

La signora Livia tentenn?? ripetutamente il capo, atteggiando le labbra ad un risolino d'incredulit??.

??? Eh! ??? soggiunse poi. ??? Che cosa le dicevo io? Altro che nuvole! Il conte Aldini ha quell'altra in mente; e non pu?? non avercela spesso, anche contro sua voglia. Ma bisognava pensarci in tempo, come ha detto lei cos?? bene, signora Eleonora, nella sua rettitudine; bisognava pensarci in tempo, quando si era ancora sulla via piana e sparsa di fiori. Perch??, dopo tutto, siamo giusti, anche quell'altra avr?? ragione a dolersi, non lo crede? e meriter?? un pochino di compassione.?????

Il ragionamento, che non faceva una grinza, poteva durare dell'altro. Ma fu interrotto da un grido soffocato, che veniva dalla camera attigua, accompagnato da un rumor sordo, come di una caduta. La signora Eleonora ne fu sbigottita.

??? Margherita! figliuola mia! ??? grid?? ella, balzando in piedi e correndo ad aprir l'uscio.

Per un istante aveva creduto di trovarla pi?? vicina alla soglia, e gi?? si pentiva di aver condotto il discorso su quell'argomento delicato, senza badare che qualche frase proferita a voce meno bassa poteva essere udita di l??, e destar l'attenzione di Margherita. Ma la fanciulla si vedeva pi?? oltre, colla persona abbandonata sopra un divano, a piedi del letto di sua madre.

??? Signorina, che ?? stato? che cosa si sente? ??? gridava a sua volta la signora Zuliani, accorrendo anche lei.

??? Niente, signora; niente, mamma; ??? rispondeva Margherita. ??? Un leggero stordimento improvviso, mentre venivo a domandarti d'una cosa da dire al babbo. Mi ero alzata dalla sedia, e tutto ad un tratto non ho potuto pi?? reggermi.... Ma sar?? una cosa passeggera, speriamo.

??? Se apriremo la finestra, sicuro; ??? riprese la signora Zuliani. ??? C'?? troppo caldo, qua dentro. Ah, i caloriferi! ??? soggiunse, andando appunto a girare la spagnoletta delle imposte, e facendo entrare nella camera un'ondata d'aria fredda. ??? Ah, i caloriferi! invenzione diabolica!

??? S??, difatti, era troppo caldo; ??? disse Margherita. ??? E quest'aria fredda mi ha fatto bene. Non ho pi?? nulla; sorridi, mamma, non ho pi?? nulla, davvero.?????

La signora Eleonora non era molto persuasa; ma finse di crederlo, anche per dar modo alla signora Zuliani di congedarsi pi?? presto. La signora Zuliani non era meno desiderosa di andarsene che quell'altra di vederla andare; perci??, fatti ancora due vezzi alla cara Margherita, prese lestamente commiato.

Ma la bionda signora non era forse guarita de' suoi nervi, o de' suoi vapori, come da principio pareva. Il tragitto dalla Riva degli Schiavoni al palazzo Orseolo le parve maledettamente lungo. Appena giunta a casa si mise a letto; e a letto la trov?? Raimondo, quando capit?? a casa per l'ora di pranzo. Effetti del caldo, diceva lei; troppo caldo in quell'albergo, dove era andata a visitare le signore Cantelli. Ma Venezia non aveva bisogno di tanto caldo, per bacco; non ne aveva bisogno con quel suo clima sempre uguale, temperato dai venti tiepidi della Laguna, specie negli appartamenti esposti a mezzogiorno.

VIII.

Tra due ammalate.

Raimondo a tutta prima si sgoment??, e senza por tempo in mezzo mand?? per il medico, sebbene prevedesse di sentirsi dire che erano cose da nulla, sperando, anzi desiderando, che fosse tale il responso. ?? sempre bene averlo favorevole, da uomini di dottrina e d'esperienza, se anche ve lo incartoccino di astruserie, o ve lo confettino di vocaboli greci.

Il dottore Teodoro Dal Vago non era poi cos?? ottimista come pareva, sentendolo discorrere al letto dei suoi ammalati. Era un medico esperto e consumato, che conosceva l'arte di non turbare lo spirito degl'infermi, n?? delle loro famiglie; quelli sempre disposti ad aver nelle ossa tutti i malanni di cui si faccia il menomo cenno, queste sempre facili a spericolarsi per eccesso di tenerezza, e magari a lasciarsi sfuggire dagli occhi un segreto che l'ignoranza e la paura pi?? facilmente ingrandiscono.

Venne, osserv??, tast?? il polso, che in verit?? era poco regolare, sebbene non forte, n?? teso, ma che egli ebbe la buona grazia di trovare eccellente; poi venne all'interrogatorio, che fu lungo, minuto, amorevole. L'ammalata accusava dolori qua e l??, al capo, al petto, alle spalle. Forse reumatici? Ma s??, reumatici per l'appunto: non aveva ella finito di raccontargli come le fosse accaduto di restare un'ora buona a conversazione in un salotto troppo riscaldato, e di uscir poi all'aria pungente della Riva degli Schiavoni? Si trattava dunque di una infreddatura; e bisognava star riguardati, riposare, riposare e ber caldo. Del resto, passando dal caso particolare, che in s?? non aveva nessuna gravit??, alle condizioni generali del vivere signorile, specie nella stagione fredda, o troppo variabile, il buon dottore aggiungeva le sue riflessioni tra il serio e il faceto.

??? Se lo lasciano dire, mie belle signore? Sacrificano troppo alla moda, troppo agli usi del bel mondo; non pensano che la salute ?? un dono del cielo, e un dono a noi fatto, come quello della vita, per una volta sola; donde la grande necessit?? di tenerselo caro.

??? Oh brutto dottore! ??? mormor?? la signora Livia, con quell'accento di bambina scorrucciata, che soleva adoperare col suo Esculapio. ??? Che cosa faccio, finalmente? Non dovr?? andare pi?? neanche a teatro?

??? Non dico questo; ma andandoci.... si lasci dire anche questo, meno scollato, e pi?? bavero.

??? Ah, per questo, ??? salt?? su a dire Raimondo, che il primo responso sul caso particolare aveva levato d'ansiet??, ??? ti dir?? anch'io come mia moglie: brutto dottore! ed anzi aggiunger??: ???sior T??daro brontolon!??? Passi pel b??vero, per la pelliccia, per la mantellina ovattata, per quell'altro che tu vorrai, e che raccomando sempre all'uscita. Ma un po' di scollato, Dio buono, quando si ?? dentro, un po' di scollato!... ?? cos?? bella, mia moglie!

??? Raimondo! ??? esclam?? la signora, con una languida intonazione di rimprovero.

??? Ebbene? ??? ribatteva egli, animandosi. ??? ?? ci??, che dicono tutti. Quel po' di scollato ti va cos?? bene! Non si sente infatti ripetere che la tua linea, dal collo alla spalla, ricorda appunto la Venere Capitolina??????

Il buon dottore sorrideva, avendo l'aria di partecipare a quei maritali entusiasmi.

??? S??, s??, ??? riprese egli, ??? ?? l'opinione generale. Ma appunto per ci?? mi raccomando. Pensate, ragazzi miei, che la Venere Capitolina ha ricco il platisma micoide.

??? Platisma? ??? ripet?? Raimondo, interrogando.

??? Micoide; ??? ribad?? il dottore Dal Vago. ??? Ma gi?? tu vuoi la moneta in ispiccioli: diciamo dunque pannicolo carnoso, quello che scende da qui fin qua, dal mento al petto, e vi si sovrappone e segue amabilmente il pannicolo adiposo; cio?? a dire quel buon tessuto cellulare sottocutaneo, che conferisce grazia alla persona, proteggendo anche gli organi respiratorii. La Venere Capitolina, se ben ricordo, ne ha quanto occorre. Il troppo stroppia; ma per mantenersi in quelle giuste proporzioni, bisogna aversi riguardo, e nel caso nostro non esporsi a perdere, cercare anzi di guadagnare. Dunque, dico io, preservativi, e ricostituenti. Ella ?? di complessione sana, ma delicata, signora mia bella; voglia guardarsi adunque dai troppo forti cambiamenti di temperatura, ed anche assoggettarsi ad una piccola cura che la rinvigorisca. Tutto ci?? che riguarda la salute va fatto; tutto ci?? che riguarda la bellezza non va trascurato. Dico bene??????

Cos??, tra raccomandando e celiando, il dottore Dal Vago lasci?? la camera della bella inferma, per andare nello studio di Raimondo a scrivere quelle due righe di recipe, senza cui non pare che il medico abbia adempito a tutti gli obblighi suoi.

Rimasto solo con Raimondo Zuliani, il buon dottore parl?? in un modo alquanto diverso da quello di prima.

??? Fenomeni isterici, mio caro; e qui prima di tutto, vogliono esser rimedii calmanti.

??? Isterici! ??? esclam?? Raimondo. ??? Tu mi spaventi, dottore.

??? Perch??? Leggeri, anzi tutto. Non creder poi che questo sia soltanto il caso di tua moglie. Son tutte isteriche, pi?? o meno, le signore dei nostri giorni. Ed anche gli uomini, infine....

??? Anche gli uomini? Ho sempre creduto che l'isterismo....

??? Eh s??, ??? interruppe il dottore, ??? che cos'?? l'isterismo, se non una sovreccitazione del sistema nervoso, e una forma della nevrosi, che ?? il gran male del secolo? Ora, vedi, pi?? si ?? deboli, e pi?? facilmente si soggiace alle conseguenze di queste sovreccitazioni; onde i cardiopalmi, i fenomeni stenocardici, le dispepsie.... Ah, dimenticavo che tu non vuoi parole greche; diciamo dunque palpitazioni, stringimenti di cuore, digestioni difficili.

??? Ed ora non mi spaventi pi??, mi atterrisci.

??? Calma; siamo appena ai principii, e tutte queste brutte cose sono ancora in proporzioni ristrette. Ma poi, chi non provvede in tempo, va soggetto a convulsioni, alle contratture muscolari, ai trismi.... voglio dire alle contrazioni persistenti dei muscoli elevatori della mascella inferiore. Seguono o precedono, secondo i casi, le allucinazioni, le insonnie, le anestes??e sensorie.... voglio dire i mancamenti temporanei, le diminuzioni di sensibilit??; nella vista, per limitazione del campo visivo, essendo resa insensibile una porzione periferica della retina; nella voce, nell'udito, e via discorrendo. Alle anestes??e, poi, si alternano le iperestes??e .... cio??, diciamo pure gli eccessi di sensibilit??, come accade per l'appunto nelle allucinazioni, quando l'isterico, in uno stato di mezza incoscienza, vede ripresentarsi alla sua mente pi?? scene della vita passata, e ti mostra di riviverle, negli atteggiamenti diversi del viso, o nei fenomeni ipnotici, nel sonnambulismo, ad esempio, quando egli risponde macchinalmente alle tue domande imperiose. Bada, ??? soggiunse il buon dottore, vedendo la cera contraffatta di Raimondo, ??? io ti parlo cos??, contro l'uso mio, perch?? siamo lontani da questi pericoli, e vogliamo e dobbiam prendere in tempo le nostre precauzioni. Principiis obsta.... E questo lo intendi benissimo.

??? So anche il resto: sero medicina paratur; ??? disse Raimondo. ??? Ma i rimedii?

??? In farmacia non ne mancano; ??? rispose il dottore; ??? ma sono pei casi urgenti e in fondo in fondo son palliativi e non altro; calmanti, tonici, narcotici, ipnotici, non valgono certamente la cura diretta dello spirito, sussidiata dalla dietetica e dalla climatica. Distrarre la mente, nutrire e corroborare l'organismo, ecco il punto. Lo stomaco si adatta mal volentieri ad una nutrizione ricostituente, lo so; ma appunto per questo il cambiamento d'aria ?? raccomandato. Potrai tu lasciare per un po' di tempo i tuoi affari?

??? Per lei, fig??rati, far?? questo ed altro.

??? Alla buon'ora. Stazioni climatiche invernali non mancano; in Liguria, per esempio, da Nervi a San Remo, e pi?? in l??, se ti piace. Si fa doppia cura, dello spirito e del corpo; ed anche ?? doppia quella dello spirito, perch?? alle distrazioni moderate e sempre piacevoli della vita nuova, si aggiunge il benefizio dello avere abbandonata la vecchia, con tutti i suoi turbamenti.

??? Qui, per altro, ??? osserv?? Raimondo, ??? la mia Livia fa una vita abbastanza quieta.

??? S??, va bene; ma le visite, i teatri, i balli, le conversazioni; son tutte cagioni di esaurimento nervoso, per una costituzione cos?? delicata.

??? Come si fa, buon Dio? ??? esclam?? Raimondo. ??? Come si fa a romperla con tutte le consuetudini sociali?

??? Eh, lo so bene; restando, non si pu??; ma andando?... Del resto, hai tempo a pensarci, poich?? i disturbi della tua signora sono nello stadio iniziale. Forma leggera di una malattia molto seccante, si possono, si devono domare in tempo, per non aver noie pi?? tardi.?????

Fatto questo po' di chiacchiere, coll'amico Zuliani, il dottor Teodoro Dal Vago lasci?? il palazzo Orseolo, e fuori di l?? il dialogo si restrinse in monologo. Sempre cos??, il buon dottore; un discorso al malato, un altro alla gente di casa, e il terzo a s??.

??? ???Donne, donne! eterni Dei!??? ??? incominci??, canticchiando tra i denti, sull'aria conosciuta del Barbiere. ??? Eccone una che non me la dice giusta, colla impressione del freddo all'aperto, dopo essere stata in un salotto troppo riscaldato. Dio sa che altro sar?? stato, per metterle i nervi in combustione. Ed ?? pi?? malata che non sembri. Quella tosse spasmodica! quella respirazione accelerata! Gi?? incominciamo dal dire che questa storia ?? vecchia; e di forma ereditaria, ci scommetterei la testa. La madre, a quel modo nevrotica, come ?? finita! Quanto a lei, ?? stravagante, a dirne poco. Capricciosa ?? sempre stata, dacch?? la conosco, ed ?? ancora una bambina, a trent'anni, se non li ha passati d'un bel poco. Et?? climaterica, direbbero gli astrologi. Basta, se l'amico Zuliani si decide a tirarla via da Venezia, e lei si lascia condurre, che mi pare il pi?? difficile, possiamo rimediarla ancora. Ma occhio alla penna!?????

Cos?? conchiuso il suo ragionamento, se ne and?? il buon dottore Dal Vago a visitare altri ammalati, a fare altri dialoghi, per finire con altri monologhi. I medici l'hanno ancora, la consolazione di questi piccoli sfoghi, dopo essere stati costretti a dir le cose per met??, ed anche a non dirle affatto.

Raimondo Zuliani aveva bene inteso che tutta la serie dei mali minacciati alla sua Livia risguardava il futuro, e un futuro abbastanza remoto da lasciar tempo a provvedere e fondata speranza di scongiurarli. Perci?? era presto uscito d'apprensione, non restandogli altra cura nell'animo se non quella di obbedire ai consigli del medico. Una cosa era ben risoluta, che sul finir di gennaio, o sui primi di febbraio, alla pi?? lunga, avrebbe condotta la moglie in un clima pi?? confacente alla sua salute. La gita in Liguria gli sorrideva: quanto agli affari del banco poteva fidarsi del signor Brizzi, uomo pratico, accorto, ed onesto a tutta prova. Del resto, pei casi ordinarii avrebbe provveduto il carteggio, e per gli straordinarii il telegrafo. In questi pensieri, aveva finito di calmarsi. Ed anche si calmava la signora, che la mattina seguente non aveva pi?? nulla, n?? dolori vaganti, n?? tosse, n?? agitazioni, n?? ardori alla pelle. Certo, per quella volta, i fenomeni isterici non c'entravano affatto; il guaio era tutto venuto dal gran caldo nel salotto delle signore Cantelli. Anche i medici, poveracci, qualche volta la sbagliano.

Oh, a proposito, una visitina alle signore Cantelli non era mica da tralasciare. Gli premeva la felicit?? dell'amico, e prima di muoversi da Venezia voleva anche per quel rispetto aver messe le cose a buon termine. Per intanto occorreva sapere se la signora Eleonora avesse ricevuto lettere dal marito, e notizia del giorno ch'egli sarebbe capitato a Venezia, come prometteva di fare.

And?? dunque al Danieli, e di mattina, per esser sicuro di ritrovare le signore in casa; se no, ad aspettare dopo colazione, c'era rischio che col ???felice mortale??? fossero andate a fare qualche artistica passeggiata. Salito all'appartamento delle signore Cantelli, trov?? in salotto la signora Eleonora sola, accigliata e pi?? taciturna del solito.

??? E la nostra bella Margherita? ??? chiese egli, guardando attorno, dopo aver fatto i suoi convenevoli.

La signora Eleonora scosse la testa, e batt?? un pochettino le labbra.

??? Incomodata; ??? rispose poi asciuttamente.

??? Oh, senti! E da quando??????

??? Da ieri.

??? Strano! E mia moglie, che ?? stata qui, non me ne ha detto nulla!

??? Era appunto da noi, ??? replic?? la signora Eleonora, ??? quando la mia figliuola si sent?? venir male.

??? E la cagione? ??? domand?? Raimondo. ??? Forse il troppo calore dei camini....

??? Diciamo il troppo calore; ??? mormor?? la signora Eleonora, assentendo a mezza bocca.

??? Dico questo, ??? riprese Raimondo, un po' sconcertato, ??? perch?? mia moglie, appena ritornata a casa, si ?? messa a letto con dolori per tutta la persona, accennando al freddo della strada dopo il gran caldo che aveva sentito qui. Ma il riposo assoluto e i pronti rimedii del medico le hanno fatto bene, tanto che ora ha potuto alzarsi un pochino.

??? Non cos?? la mia Margherita; ??? disse la signora Eleonora, sospirando. ??? ?? ancora molto debole.

??? Che pena! ??? esclam?? Raimondo. ??? Ella non pu?? immaginare come io ne soffra.?????

Voleva chiedere se avessero chiamato un medico, e che cosa avesse egli trovato, che cosa ordinato. Ma vedeva la signora Eleonora cos?? seria, cos?? poco disposta ad accogliere le sue effusioni di cuore, che non ard?? aggiunger altro su quel tema, e stim?? opportuno di cangiar discorso.

??? Dal signor Anselmo ha lettere? ??? domand?? egli, dopo un istante di pausa. ??? Le scrive che verr?? presto??????

La signora stette alquanto sopra di s??, battendo ancora le labbra; poi di schianto, non potendo pi?? contenersi, proruppe in queste parole:

??? Senta, son quasi tentata di scrivere a lui che non venga affatto.?????

A quell'uscita inattesa Raimondo aveva dato un balzo sulla scranna.

??? E perch??? ??? domand?? con voce trepidante, mezzo soffocata dallo stupore.

??? Perch??.... perch??.... ??? balbett?? la signora Eleonora, pentita di essere andata troppo oltre, senza aver meditato le conseguenze dell'impegno in cui si metteva. ??? Ella ha ragione a volerlo sapere, il perch??. Ed ?? giusto che io glielo dica. Perch?? il suo conte Aldini non ?? l'uomo per mia figlia.

??? Signora!... ??? riprese Raimondo, pi?? stupito che mai. ??? Non intendo la cagione di questo suo mutamento improvviso; ed anche, mi consenta di dirglielo, irragionevole. Della parola, forse troppo vivace, Le chieder?? scusa poi, quando avr?? giustificato il concetto. Per sua norma, e sul mio onore, Le attesto che il conte Filippo Aldini ?? il fiore dei gentiluomini, e dei galantuomini, degno in tutto e per tutto di quell'angelo della sua cara figliuola. Lo innalzo troppo, mettendolo al paragone con la signorina Margherita? E sia; ma se nessuno pu?? starle alla pari, nessuno potr?? avvicinarsi tanto a quell'altezza, quanto Filippo Aldini; e questo glielo dico in coscienza dell'anima mia.

??? Non ?? l'opinione di tutti, ??? not?? la signora Eleonora.

??? Ed io, ??? ribatt?? Raimondo, ??? non so di tutti, n?? di pochi; so questo soltanto, che nessuno, intenda bene, nessuno al mondo, pu?? pensare di Filippo Aldini diversamente da me. Chi ha potuto calunniarlo presso di lei, mentendo e sapendo di mentire?

??? Si calmi, signor Zuliani, la prego. Abbiamo bisogno davvero di tutta la calma possibile, ??? disse la signora Eleonora. ??? In ogni altra circostanza, mi creda pure, tacerei, non amando io un certo genere di ciarle, che possono degenerare in pettegolate di donnicciuole. Ma si tratta di mia figlia, ed ho l'obbligo di parlare ad ogni costo. Ella mi ragiona dell'amico suo con tanto ardore di convinzione, che debbo credere alla sua sincerit??; ma posso anche credere che ella viva in un inganno continuo. L'amicizia, si sa, porta una benda sugli occhi come l'amore. Altri, a cui non fa velo l'amicizia, pu?? aver veduto pi?? chiaro di lei.

??? Voglio sapere.... la prego, la supplico di dirmi chi le ha parlato male di lui.

??? Male.... intendiamoci. ?? male per me, che son madre, e su certi argomenti delicati debbo essere scrupolosa; ma pu?? non essere male egualmente per gli altri. Infine, e pregandolo ancora di esser calmo, faccia delle mie parole un uso discreto, da buon cavaliere e da onest'uomo. La sua signora, ieri, seduta l??, dov'?? Lei in questo momento, mi ha fatto una pittura del conte Aldini, del suo passato e del suo presente, che senza esser troppo nera, badi, senza esser troppo nera agli occhi del mondo, sarebbe sempre nerissima agli occhi di una madre. Insisto su questo nome, ??? soggiunse nobilmente la signora Eleonora, ??? perch?? in esso ?? la mia forza, e la giustificazione del mio operare.?????

Raimondo era rimasto attonito, come stordito da una percossa sul capo; e stette l?? per alcuni istanti, senza proferir parola, guardando la signora Eleonora.

??? Mia moglie! ??? diss'egli finalmente. ??? Ma che cosa ha potuto raccontarle mia moglie, contro la verit?? sacrosanta??????

Qui la signora Cantelli, che oramai non poteva pi?? dissimulare n?? attenuare, rifer?? tutto intiero il suo colloquio del giorno innanzi colla signora Zuliani, tra gli atti di stupore e i dinieghi di Raimondo, che non sapeva stare alle mosse. E narr?? ancora dello svenimento di Margherita, che dalla camera attigua aveva potuto udire ogni cosa, o tanto che bastasse a farla cadere, povera innocente, dall'alto delle sue illusioni verginali.

??? Fu un grande errore, il mio; ??? conchiudeva la buona signora; ??? grande errore di non avere aspettato suo padre, lasciandoci intanto venir troppo attorno il conte Aldini. Ma che vuole? Conoscendo il modo di pensare del mio Anselmo, sapendo che in questi casi si ?? sempre rimesso al parere di sua figlia, non potendo infine dubitare di Lei, che mi stava garante del carattere di quell'uomo....

??? E ne sto garante ancora; ??? interruppe Raimondo.

La signora Eleonora fece un gesto che voleva dire: ne so abbastanza, della sua garanzia; poi continu?? ad alta voce:

??? Ora il male ?? fatto, e bisogner?? rimediare. Io sono grata alla signora Zuliani della sua sincerit??, se anche questa sincerit?? ?? stata cagione involontaria dello svenimento di Margherita. Le ragazze, finalmente, debbono avvezzarsi a questi malanni; la vita ne ?? cos?? piena! Mia figlia non ?? pi?? una bambina, del resto; sentir?? l'obbligo della sua dignit?? personale, e si riavr?? di questo colpo. Quanto a me, se sono andata un po' a precipizio nel fare, posso consolarmi pensando di essere ancora in tempo a disfare.

??? A disfare! a disfare! ??? grid?? Raimondo. ??? Spero bene che ci?? non sar??. Del mio buon disegno avevo scritto a suo marito, ed egli lo ha in massima approvato; n?? certo poteva fare altrimenti, conoscendo la mia seriet??, come la mia amicizia per lui. Ne va il mio onore, se Filippo Aldini non ?? pienamente giustificato. Ma si figuri! ciance di donne sciocche, o di giovinotti invidiosi, accolte alla cieca da una graziosa isterica! Eh s??, l'ho detto, e non mi disdico. Il medico me ne parlava ancora iersera. Amo mia moglie quanto ad un uomo ?? dato di amare una donna; ma la virt?? non pu?? andarne di mezzo, n?? la giustizia; e la donna che amo non deve guastare i disegni che ho formati in mente, per la felicit?? di due nobili cuori. Per sua norma, signora mia, l'Aldini ?? l'onore personificato. Ella vuole concedere qualche cosa a sua scusa, dicendo: leggerezze agli occhi del mondo. Ebbene! non ci sono state neppur quelle. Ma non sa Lei che da quattro anni lo conosco, e da tre, poi, non passa giorno che non ci vediamo, ricambiandoci i nostri pensieri pi?? intimi? La pratica di cui hanno riempite le orecchie a mia moglie, non c'??, creda pure, non c'??; ne saprei qualche cosa io, se ci fosse, perch?? Filippo non ha mai avuto segreti con me. Pensieroso, malinconico, s??, un poco, e diciamo pure pi?? del bisogno; ma ?? il suo naturale, e non occorre cercarne altre cagioni men belle; ?? pensieroso e malinconico, se mai, come tutti coloro che pensano e sentono, come, tutti coloro che aspettano qualche cosa, che so io? il loro astro sull'orizzonte.

??? Vogliamo dire che ne avesse il presentimento? ??? chiese la signora Eleonora, con accento sarcastico.

??? E lo dica pure; sar?? nel vero. Non mi ha egli sempre detto di no, quante volte io gli ho fatto proposte, e vantaggiose in sommo grado per lui? Il cuore non c'era, il cuore non aveva parlato. Ha questa volta, no: il cuore ?? stato preso in un s??bito. E badi, non voleva, e non vorrebbe neppur oggi farsi avanti, aspirare alla mano dell'angelica creatura. Egli sa che ?? ricca, troppo pi?? ricca di lui, che possiede a mala pena un trecentomila lire di patrimonio.

??? Noi non badavamo a queste cose; ??? not?? la signora.

??? Ma doveva badarci lui, delicato com'??. Vuole di pi??? Mi stia a sentire. Avendogli io detto che mettevo a sua disposizione cento o duecentomila lire, se occorrevano, per pareggiare le partite, non ne volle a nessun patto sapere. Gli pareva una bugia. Ma che bugia! Se a me piaceva di mettere quella somma a sua disposizione, quella somma era sua, magari per sempre. No, no, mi rispose, non parliamo di ci??; le ragioni d'interesse non vengano ad offuscare quelle dell'amicizia. Ho dovuto cedere io, rimangiarmi l'offerta. Un'anima rara, signora mia; anime tali non ce ne sono molte nel mondo.

??? Con che ardore ne parla! ??? esclam?? la signora Eleonora, che si sentiva scossa a suo malgrado da quella foga eloquente.

??? ?? l'ardore con cui va difesa e sostenuta la causa della verit??. Ne intenda l'accento, mia buona signora. Ella ha senno e prudenza; non creda niente. Mia moglie ha raccattato ciarle d'invidiosi, e, senza pensarci pi?? che tanto, le ha riferite. Che follia! l'Aldini indegno!... Non creda niente, e dica alla cara Margherita di non creder niente neppur lei. Del carattere di Filippo Aldini, del suo modo di vivere, della sua fortuna, non grande, ma neppur disprezzabile, possono prendere informazioni da altri, se la mia testimonianza non basta. No? l'accolga adunque piena ed intiera; ?? quella di un uomo d'onore. Che interesse avrei io a mentire? L'Aldini non mi pu?? certo far ricco. Ci?? che io valgo in piazza lo sa benissimo il signor Anselmo, con cui ho relazioni d'affari da dieci e pi?? anni, con cui ho tante operazioni in corso, ad utile suo non meno che mio!?????

La signora Eleonora fu sollecita a chetarlo e colla voce e col gesto.

??? Ma non si riscaldi per questo, signor Zuliani. Ella ora mi fa pena, lasciandomi credere che le mie parole contenessero qualche allusione amara per Lei. Non ho messa in dubbio la sua probit??, la nobilt?? del suo carattere. Son madre, ecco tutto; e forse ho dato corpo alle ombre. Ella mi giura che il conte Aldini ?? degno di Margherita; si figuri come son lieta di crederlo! E se sar?? destinato in cielo, se Anselmo vorr??, non sar?? io quella che far?? il menomo ostacolo. Sappia bene, signor Raimondo, che il conte Aldini, a Lei tanto caro, io l'ho per cos?? e per cos??.?????

E tutta commossa, parlando, la buona signora faceva colla mano distesa una gran croce di Sant'Andrea sovra il petto. Raimondo afferr?? quella mano e la baci?? con devozione d'animo grato.

??? Dunque, ??? ripigli?? ella, conchiudendo, ??? creder?? a Lei. E dir?? a Margherita di credere con me. Oramai non si pu??, non si deve tacerle pi?? nulla.?????

Raimondo se ne part?? consolato, e la signora Eleonora si mosse per recarsi nella camera di sua figlia. Ma non and?? oltre la camera attigua al salotto, che era la sua. Margherita era l??, dietro l'uscio, inviluppata nel suo accappatoio, ancora un po' tremante per un resto di febbre, ma cogli occhi scintillanti di gioia.

??? Ah, che foll??a! ??? disse la signora Eleonora, stringendosela al cuore, e cercando di ricondurla presto al suo letto.

??? Mamma, perdonami! Ieri ho dovuto sentire per forza; parlava tanto alto, quella signora! Oggi, ho voluto; non potevo resistere: avrei avuto pi?? febbre, a restare laggi?? nel mio letto. Ma sono forte, sai; non mi sento pi?? nulla.

??? Pi?? nulla! pi?? nulla! e ti brucia ancora la pelle; ??? replic?? la mamma, traendola via. ??? Presto a letto, e discorreremo. Hai sentito, del resto; il signor Zuliani parla con molta sincerit??; ?? un uomo d'onore, e gli credo.

??? Ah, vedi? Eran tutte bugie.

??? S??, cara; ma c'?? qualche cosa sotto, che non riesco a capire. Per fortuna hai bisogno di riposo, e mi stai riguardata qualche giorno ancora nella tua camera.

??? Oh, mamma! e quando quel povero Filippo verr??...

??? Quando verr?? quel povero Filippo, lo ricever?? io. Lo ricever?? bene, non dubitare. Egli non merita di essere sospettato. Sta dunque tranquilla; non sar?? come se ci fossi tu, a riceverlo; ma egli vorr?? contentarsi. ?? necessario. Tua madre non ?? un'aquila, ??? soggiunse sorridendo la buona signora; ??? ma a certe cose ci arriva ancora. Bisogna aspettare il babbo, e col babbo la volont?? del Signore.

??? Aspetter??.... e pregher??; ??? disse Margherita, umiliata.

Ma era anche rassegnata, intendendo benissimo che aveva ragione sua madre. Al punto in cui erano le cose, bisognava andare pi?? lenti, ed anche fermarsi un pochino; troppo si era corso fin allora, prima che il babbo avesse dato il responso. Ma col babbo si sarebbe rifatta e come! Col babbo non aveva sempre ragione lei?

IX.

???All's well that ends well.???

Raimondo Zuliani arriv?? quella mattina a casa, per la colazione, con una mezz'ora di ritardo; cosa che agli uomini d'affari accade sovente, ed anche a coloro che non hanno affari. Ma egli, quella mattina, non aveva perduto il suo tempo, e da quel lato poteva stimarsi felice. In fondo all'anima, piuttosto era stizzito parecchio per l'alzata d'ingegno di sua moglie. Ma perch?? quel discorso matto di Livia alla vecchia Cantelli? Sua moglie non poteva soffrire la signora Eleonora; ed ecco, senza che ce ne fosse l'urgente bisogno, era andata a farle una visita. Capricci! Quella cara donnina aveva i capricci inesplicabili, come aveva le antipatie irragionevoli.

Di queste, poi, ne aveva egli avuto le prove in molte altre occasioni; a proposito di Filippo Aldini, per esempio, che nei primi tempi ella vedeva volentieri come il fumo negli occhi.

??? Questi farfalloni! ??? diceva lei. ??? Come mi seccano!

??? Ma no, cara, no; ??? rispondeva egli. ??? Io lo conosco bene, ed ?? tutt'altro da quello che tu t'imagini.

??? S??, bravo! come se non si sapessero tutte le sue scorribande! come se non si conoscessero tutte le belle che ha compromesse!?????

Ma qui Raimondo Zuliani aveva una sua teorica bella e fatta, che gli pareva inespugnabile.

??? Ordinariamente, mia cara, un farfallone non compromette se non le farfalline che si vogliono lasciar compromettere. Le Galier, verbigrazia. Eh, non andare in collera! Parlo della Galier, come parlerei delle.... aiutami a dire. E ancora, intendo parlare delle Galier che non abbiano raggiunta l'et?? del giudizio: perch?? infine l'et?? del giudizio viene per tutte, e tanto peggio per quelle tra loro che non ne sanno approfittare. Del resto, niente di male; ??? concedeva bonariamente Raimondo; ??? sono gran signore, e non si mettono al bando per cos?? poco; diventando pi?? serie, riguadagnano in gravit?? ci?? che hanno perduto in leggerezze, tanto che un bel giorno te le fanno perfino venerabili; un passo ancora, e sono canonizzate sante. Ma ritornando al mio amico Aldini, egli non ha mai ammesso nessuna delle imprese che tu gli regali. Visite, galanterie, perditempi, non nego; perditempi soprattutto, dei quali si ?? pentito amaramente, dopo essersi molto seccato. Del resto, vedi, io gli porto fortuna, tirandolo sempre pi?? alla fede. E come no? Egli assiste in casa nostra ad un sano spettacolo, contemplando una coppia di sposi che si amano oggi come il primo giorno della loro unione. Qualche volta a vederlo l??, con la sua cera malinconica, si direbbe perfino geloso della nostra felicit??.

??? Che idee!

??? Ma s??; e pare in quei momenti che lo assalga un vivo desiderio d'imitarmi. Son cose che si capiscono, che si afferrano a volo. Ed io, tant'??, voglio andare incontro al suo desiderio.

??? In che modo?

??? Cercandogli moglie, perbacco.?????

Si rideva, allora; e tanto pi?? rideva la signora Livia, poich?? non credeva che suo marito fosse l'uomo pi?? adatto a simili uffici. Ma egli si era ostinato in quall'idea; la grande amicizia che lo legava a Filippo Aldini aiutava a fortificarlo nell'onesto proposito di trovargli moglie. Ed una volta era stato l?? l?? per azzeccarla; ma che ??, che non ??, proprio da Filippo Aldini gli venivano le difficolt??; quel caro sragionatore non aveva voluto a nessun patto saperne. Sragionatore, sicuramente; erano forse ragioni, quelle che opponeva all'amico?

??? Non sono ricco abbastanza per prender moglie; ??? diceva Filippo Aldini. ??? Povera, non posso; ricca, non voglio. Non me ne parlare, se mi vuoi bene. Il blasone degli Aldini, che tu metti avanti come un gran titolo, ?? veramente un po' danneggiato; ma non vuol dorature. Il nome della mia casa finir?? con me; non ?? forse meglio?

??? Una casa storica! ??? aveva ribattuto Raimondo. ??? Perch?? lasciarla perire?

??? Appunto per ci??, perisca pure. Ho sempre pensato, sfogliando i grossi volumi del Litta, che le famiglie storiche guadagnino un tanto a rimaner sepolte nella storia, fasciate nelle loro bende imbevute di aromi. Gi??, i nomi che si perpetuano, corrono il rischio di seccare i posteri. E i posteri, caro mio, non hanno poi tutti i torti. Che cosa c'?? pi?? da fare, ai tempi nostri, se non piccole cose? Bisogna farsi piccini come esse, adattandosi a tutte le piccole leggi, a tutte le piccole consuetudini, che d'ogni parte stringono la nostra volont??, come i fili di seta degli abitanti di Lilliput stringevano il povero Gulliver sulla spiaggia dov'era naufragato. E non c'?? pericolo che diventando piccoli uomini, i tardi rampolli delle grandi famiglie levino un po' di credito ai famosi antenati?

??? Dio, quanti pericoli! ??? aveva esclamato Raimondo. ??? E quanti guai vedi tu in una proposta di matrimonio! Basta, lasciamola l??. Ci penserai meglio, e ci sar?? da discorrerne ancora.

Ma intanto non aveva creduto opportuno d'insistere, e per un pezzo doveva essergli passata la voglia di ritoccare quel tasto. La signora Livia, dal canto suo, aveva riso di gusto; e dal canto suo si era man mano adattata all'amico di Raimondo. Almeno, pareva che fosse cos??, perch?? non le era pi?? accaduto di dirne male, o di trattarlo con troppa freddezza, nelle rare visite ch'egli faceva in casa Zuliani. Bisognava proprio che le antipatie ripigliassero allora, mentre Raimondo era sul punto di vincere le ripugnanze matrimoniali dell'amico! E quell'altra antipatia per le Cantelli! Quella, poi, era la pi?? irragionevole di tutte. Dall'appoggio del banco Cantelli non ripeteva le sue fortune il banco Zuliani?

Giunto a casa, Raimondo trov?? la sua signora, non pure alzata, ma risanata del tutto, come ella diceva, e di buonissimo umore. Per contro, era imbronciato Raimondo, avendo in corpo quel po' di stizza che sappiamo. Certo, l'avrebbe smaltita, se Livia fossa stata ancora ammalata. Ma era sana, ilare nell'aspetto; ed egli, non potendo pi?? digerirsi il suo malumore, non sapeva neanche dissimularlo.

??? Che cos'hai? ??? gli disse ella ad un certo punto, vedendolo mandar gi?? bocconi su bocconi, senza mai proferire una parola. ??? ?? calata la rendita?

??? No, anzi c'?? un mezzo punto di rialzo.

??? O allora?

??? Allora, che?

??? Tu hai qualche cosa; ti si legge negli occhi.

??? Ebbene, s??; ??? rispose Raimondo; ??? sono in pensiero per quella povera fanciulla.

??? Povera fanciulla! ??? ripet?? la signora. ??? Quale?

??? La signorina Margherita. ?? indisposta; e non dev'essere una cosa tanto leggera, perch?? sua madre non me l'ha lasciata neanche vedere.

??? Ahi sei stato al Danieli.

??? S??.?????

Qui, al monosillabo asciutto successe un breve silenzio.

La signora Livia esplorava il volto di suo marito. Ma poco poteva vederne, perch?? egli teneva il mento abbassato sul piatto.

??? E lo hai sentito, ??? riprese ella, ??? il gran caldo di quelle stufe?

??? L'ho sentito, e mi ?? parso tollerabile; ??? rispose Raimondo. ??? Del resto, facciamo a parlarci chiaro, bella mia; non ?? stato il gran caldo, quello che ha colpito la signorina Margherita, ma piuttosto certi discorsi fatti a sua madre, e che sua madre avr?? dovuto riferirle.

??? Discorsi! di chi?

??? Tuoi, cara, a proposito del conte Aldini.?????

La signora Livia lev?? gli occhi al soffitto, come se volesse invocare quel di lass?? a testimonio della sua innocenza.

??? Ma non pu?? essere; ??? esclam??; ??? non pu?? essere. Sua madre non pu?? averle riferito nulla da alterarla, se Margherita si sent?? male nella camera attigua, mentre io stavo ancora in salotto a discorrere colla signora Eleonora.

??? Allora diciamo che ti abbia sentita, ascoltando dietro l'uscio. E il tuo discorso era tale, certamente, da farle un senso spiacevole. Ne convieni? ??? disse Raimondo, studiandosi di dare alle sue parole la intonazione pi?? delicata.

La signora Livia ebbe l'aria di cascar dalle nuvole.

??? No, meno che mai; ??? rispose. ??? In che cosa, di grazia, qualche mia parola a proposito del tuo amico, sua conoscenza casuale, e neanche di antica data, poteva dispiacere tanto alla signorina Cantelli?

??? Ma tu non sai.... Tu non hai dunque capito, mia cara, che c'era di mezzo un disegno.... un disegno mio, di nozze fra lei e Filippo Aldini?

??? Ah, s??? questo? ??? esclam?? la signora, con accento di gran meraviglia. ??? E perch?? non dirmelo prima? Avrei saputo come governarmi. Tu non hai dunque confidenza in me? Sei brutto, molto brutto.?????

A quelle moinerie non resisteva Raimondo; non aveva mai resistito.

??? Ma che! ??? diss'egli, confuso. ??? Ti avrei avvisata di questi giorni appunto. Era un negozio appena appena incominciato, e poteva risolversi in nulla. Volevo esser sicuro di non fare strada falsa; volevo sentir l'opinione del signor Anselmo. Capirai, sono lavori fini, che vanno maneggiati coi guanti, come gli affari di banco. Ti parlo io degli affari che faccio, quando sono appena imbastiti? Li sai, quando sono cuciti di sodo; e ne hai la tua parte, bella mia. Non ti dico questo per farmene un merito, ma solamente per ricordarti che io ti associo nel mio pensiero a tutto quello che faccio, essendo sicuro che tu mi porti fortuna. Ma tu, piuttosto, perch?? fare quel discorso alla signora Eleonora?

??? Discorso! ??? rispose Livia. ??? Bisognerebbe sapere in che termini ti ?? stato riferito, poich?? ella ha stimato di farne un gran caso. Del resto, ecco qua, se lo ricordo bene; si parlava di tante cose, e di tante persone, come ?? l'uso, senza dare importanza a nulla. ?? venuto in ballo il signor Aldini, e la signora Cantelli mi ha chiesto che uomo era. Le ho detto quello che ne sapevo io, quello che ne avevo sentito dire, quello che se ne ?? sempre raccontato nei salotti di Venezia, e meno, s'intende, assai meno di quello che avrei potuto.

??? Ma la signora Cantelli se ne ?? conturbata; ??? osserv?? Raimondo.

??? Si conturba di poco; ??? rispose Livia, alzando le spalle. ??? Ma gi??, dovevo ricordarmelo, che ?? un'oca. S??, le ho detto che ?? un giovine alla moda; che ha fatto molto parlare di s??, pei suoi trionfi in societ??; che ora si ?? dato al tenebroso, al misterioso, come un eroe da romanzo, e che ci doveva esser sotto una grossa passione; quello che infine si dice da tutti. Ho aggiunto che tu lo ami molto, lo proteggi, lo difendi a spada tratta. E avr?? anche detto, in risposta ad una domanda dell'oca, che non ?? ricco, vivendo egli d'una piccola rendita.

??? Male! ??? esclam?? Raimondo.

??? Perch??, male, se ?? il vero? Dovevo io farlo passare per un milionario travestito? Che cosa voleva lei che gliene dicessi io? che glielo gabellassi per il pi?? ricco, il pi?? santo, il pi?? meraviglioso degli uomini?

??? Ma tu sei crudele con quel poveretto! ??? not?? malinconicamente Raimondo. ??? Speravo che conoscendolo meglio tu ti fossi oramai riavuta di certa antipatia primitiva, e lo vedessi un po' pi?? di buon occhio.

??? Non l'ho da vedere n?? di buono n?? di cattivo; ??? replic?? la signora. ??? Mi annoia sempre un pochino che tu t'innamori tanto d'altre persone.

??? Bambina! Ma non si tratta gi?? di una bella signora!

??? Eh, non ci mancherebbe pi?? altro! ??? conchiuse Livia, con accento di comico dispetto, che piacque maledettamente a Raimondo.

??? Basta, ??? diss'egli rimettendosi al grave, ??? ho aggiustato io ogni cosa.

??? Ah! e come?

??? Dicendo alla signora Eleonora che son tutte ciarle di scioperati. L'Aldini ?? un gentiluomo serio, che frequenta poco il bel mondo, e perci?? gli hanno fatta riputazione di uomo misterioso, come, quando lo frequentava, gli avevano fatta quella di uomo leggero.

??? Scaricando lui, naturalmente, avrai caricata un tantino tua moglie; ??? not?? la signora, con accento di sottile ironia.

??? No, me ne guardi il cielo; ho detto che potevi essere indotta in errore da ciarle di scioperati ed invidiosi, che nei salotti disgraziatamente son troppi, e confondono gli spiriti pi?? elevati, come i cuori pi?? nobili. Voi, donne care, non ci badate, a certe malignit??, che possono anche parervi innocenti burlette, e perfino verit?? sacrosante. Quando una cosa vi preme poco, ascoltate, non andando a vedere il fondo, e bevete grosso, come le spugne. L'Aldini, io ho dovuto studiarlo a lungo, direi quasi sminuzzarlo. Come gentiluomo, non c'?? nulla da dire; come amico, ?? leale, sincero, senza segreti per me, ed io ho potuto in coscienza farmi garante per lui; come proprietario, non ?? ricco, ma neanche pu?? dirsi povero. ?? questione d'intendersi sul valore del vocabolo; ad ogni modo, trecentomila lire di terre al sole, non sono miserie da povera gente.

??? Ma non saranno neanche grandezze, da poter aspirare alla mano di una Cantelli.

??? Perch??? So, a buon conto, che Anselmo non fa questione di denaro. ?? tanto ricco lui! Ha sette milioni di sostanza, gi?? consolidata, come si dice, in beni stabili, rendita nominativa, buoni del tesoro, azioni di ferrovie, di banche, e va dicendo. Conosco il suo asse, come egli conosce il mio, tanto pi?? modesto del suo.

??? Fortunato, l'Aldini! ??? esclam?? la signora Livia. ??? Ma quanto ne toccher?? a lui, di quei sette milioni?

??? Il conto ?? presto fatto; ??? rispose Raimondo, che si sentiva invitato al suo gioco; ??? basta attenersi alla legge. Non ?? infatti da credere che nel suo testamento il signor Anselmo voglia trattare con diversa misura i suoi figli, e la femmina men bene del maschio. Quanto assegner?? egli in dote a Margherita? Tre, quattro, cinquecento mila lire? Lo sapr??, quando avremo discorso a quattr'occhi; ma la batte sicuramente tra questi numeri. Siano anche cinquecentomila, come propendo a credere; non intaccheranno i sette milioni, che da qui al giorno fatale ???della partenza che non ha ritorno??? vorranno esser cresciuti d'un bel poco. Ragioniamo dunque sui sette: della met??, cio?? dei tre milioni e mezzo, il testatore pu?? disporre come crede, per beneficenze, o per impegni diversi che possa avere, o per favorire la sua vedova a cui per legge un po' cruda spetterebbe soltanto l'usufrutto d'un quarto sull'altra met?? dell'asse, divisibile in eque parti tra i figli. Io penso che Anselmo vorr?? lasciare la signora Eleonora assai ben provveduta; e penso ancora che della quota a lei assegnata, la brava signora vorr?? poi disporre in parti eguali tra i figli. Quanto ai tre milioni e mezzo, divisibili tosto tra i figli, Margherita ne avr?? la met??, compresa la dote gi?? ricevuta; dunque un milione e settecentocinquanta mila lire. E questo ?? il sicuro; resta sempre l'incerto, ma probabile, come avrai gi?? capito.

??? Si adatter??, il tuo amico? Sai bene quello che pensa, in materia di denaro.

??? S??, so bene quello che ne pensava un giorno; ??? rispose Raimondo, sorridendo.

??? Ha dunque cangiato opinione?

??? No, ma vedi, mia cara; in tutti i ragionamenti umani c'?? sempre un piccolo elemento perturbatore, che te li cambia l?? per l?? nel cervello, quando meno ci pensi. Qui non si tratta pi??, come un giorno, di accettare o no una proposta di alleanza con una persona sconosciuta, o indifferente; qui s'?? intromesso l'elemento perturbatore, quell'elemento che i poeti chiamavano una volta ???il bendato arciero???.

??? Ma non vorr?? essere ugualmente bendato il banchiere; ??? osserv?? con molto giudizio la signora Livia. ??? I banchieri hanno l'uso di tener gli occhi bene aperti; e non ci vogliono bende, se mai, preferendo un buon paio di occhiali. Vorr?? almeno che ci sia tanto da garantirgli la dote. Ora tu propendi a credere che la dote sia di cinquecentomila lire....

??? C'?? rimedio anche a questo; ??? rispose Raimondo, con aria di trionfo. ??? E le dugentomila che soverchiassero il patrimonio di Filippo, s'investirebbero con tutto il resto della dote in altrettanta terra, magari accanto a quella che gi?? possiede Filippo, arrotondando cos?? la tenuta, e facendone un vero latifondo. Ti capacita? Quanto alla parte dell'eredit?? paterna, ?? cosa di l?? da venire, e Margherita potr?? costituirsela in sopraddote. Il signor Anselmo, del resto, come ti ho detto, non cerca ricchezze, ma la felicit?? di sua figlia. Che vuoi tu che si faccia dei denari di un genero? Ce ne siano per la decenza, e basteranno. L'essenziale ?? che ci sia seriet?? nel giovane, e che il giovane piaccia a Margherita. Ora il giovane ?? serio, e le piace.

??? Come lo sai? ??? domand?? la signora.

??? Te lo dimostra abbastanza il suo svenimento.

??? Ma proprio non mi vuoi credere che sia stato il gran caldo?

??? Non voglio? non posso. Metti pure che la signora Eleonora mi abbia tutto confessato.

??? Allora, non parlo pi??; ??? disse Livia, dando in uno scoppio di risa.

E seguitava a ridere come una pazza, arrovesciando il capo sulla spalliera della scranna, a ridere sfrenatamente, fino a farsi venire il singhiozzo.

??? Perch?? ridi cos??? ??? le chiese egli finalmente.

??? Rido della confessione, mio caro; ??? rispose la signora, ripigliando lo sfogo della sua profonda ilarit??. ??? Ma che si confessano i segreti delle ragazze, agli amici di casa? ?? un'oca ti dico, anzi una p??pera. E se poi, Dio guardi, per una ragione o per l'altra, si scombinasse il combinato, i dolci segreti della bella Margherita sarebbero stati messi in circolazione.

??? Si fermeranno a me; ??? disse Raimondo.

??? E a me; ??? soggiunse Livia. ??? Siamo gi?? in due a conservarli.

??? Non sei tu una parte di me stesso? e la migliore? ??? riprese Raimondo.

??? Sia, come vuole la galanteria del mio signore e padrone; ??? conchiuse Livia amabilmente; ??? ma la signora Eleonora resta sempre una gran sciocca. Il migliore amico dell'oggi pu?? essere domani tutt'altro. Dopo di che, corro il rischio di diventarci oca ancor io. Che importa a me di tutto ci??? Ognuno si contenti a suo modo. Cos??, dunque, secondo te, questo matrimonio ?? sicuro?

??? Spero bene; si potr?? crederlo tale, dopo l'arrivo del signor Anselmo.

??? Che sar?? stato informato di tutto, m'immagino.

??? Certo, e verr?? presto, appena abbia sbrigato alcuni affari urgenti. Che te ne pare? Ho io fatte le cose per bene?

??? Ottimamente. Ma se permetti un'osservazione....

??? Permettere! ??? esclam?? Raimondo. ??? Ma tu sei la mia padrona; lo sai bene, questo!

??? S??, s??, ma qualche volta.... ??? mormor?? ella, con quell'accento bambinesco, che le andava cos?? bene, ??? Ci sono delle osservazioni che annoiano, che potrebbero perfino offendere un uomo.

??? Ed ora, mia bella, tu mi rendi curioso, curioso come....

??? Come una donna, di' pure; ti assolvo.

??? Ed io te, per la tua osservazione, che aspetto.

??? Eccola qua; non sei un po' sciocco, anzi molto sciocco anche tu??????

Raimondo balen?? un istante sulla vita. Sentirsi dir sciocco non ?? piacevole mai ad un uomo.

??? In che modo? ??? diss'egli turbato.

??? Col tuo voler lasciare la professione di banchiere, per cangiarti in sensale di matrimonii.

??? ?? tutto qui? ??? riprese egli, riavendosi un poco.

??? Tutto qui.

??? Ebbene, aggiungi sensale a titolo gratuito.

??? Ma ?? sempre ridicolo, sai.?????

Raimondo era l?? l?? per sentirsi tale davvero. Ma si fece forza, e cerc?? ragioni da nobilitare il suo atto.

??? Per l'amicizia, mia cara. Che cosa non si farebbe per l'amicizia? Aggiungi il punto d'onore. S??, certo, anche questo ?? stato il movente. Quel cervello balzano di Filippo non mi aveva battuto una volta, con le sue ragioni che non erano ragioni? Gliel ho detto allora; ci penserai meglio e ne riparleremo. Ho aspettato il mio giorno e la mia ora. In cambio di proporgli un partito, gliel ho fatto capitare davanti agli occhi, senza dargli avviso del pericolo. N'?? rimasto abbagliato; s'?? innamorato a buono, e il dardo dell'arciero bendato non gli esce pi?? dalla ferita. Ho vinto io, dunque; ho riconquistato il mio onore, essendo stato pi?? forte di lui. Che ne dici?

??? Che hai molto buon cuore; ??? sentenzi?? Livia solennemente; ??? molto buon cuore.

??? Sei dunque contenta della mia vittoria?

??? S??, caro, contentissima; quantunque, con tutta la tua vittoria, tu non mi abbia l'aria di muovere in cocchio verso il Campidoglio, ma di volerti adattare piuttosto a seguire il cocchio degli altri. Ti par bello? Hai fatto, e finirai di fare l'intermediario tra gli amori altrui. Mettici pure di mezzo il parroco e il sindaco; il fatto ?? sempre quello. Ma il fatto non si pu?? disfare, e contentiamoci cos??. Torno a dirti che sono contentissima. Se tu mi avessi avvertita prima, del tuo lavor??o, non avrei certamente messo parole a guastarlo. Per fortuna, hai potuto rimediare, e dare anche una spinta pi?? forte al cocchio di cui parlavamo. Cos?? ha ragione il proverbio, che tutto il male non vien per nuocere.

??? Ma se lo dico io, che sei un angelo! ??? grid?? Raimondo che vedeva finire in un'aperta di cielo quella mezza burrasca. ??? Hai le tue piccole antipatie, veramente.

??? No, caro. L'oca mi d?? un po' di noia, ecco tutto. La figlia ?? carina, e le rendo giustizia. Carina per ora, intendiamoci; bisogner?? vedere come metter??.

??? Oh Dio, degli altri dubbi?

??? Gi??; se diventasse un'oca come sua madre, che brutti giorni al signor conte!?????

E ripigliava a ridere, la signora Livia, a ridere pi?? che mai, fino alle lagrime, e facendosi ritornare il singhiozzo.

Raimondo pens?? che quello fosse un ridere troppo forte per troppo lieve cagione. Ma conosceva il carattere di sua moglie, con quella facilit?? di andare agli estremi. Ora tra un estremo e l'altro, era da preferirsi quello del ridere. Il ridere fa buon sangue, finalmente. Ed egli poteva consolarsi pensando al titolo di una commedia dello Shakespeare: All's well that ends well; ?? tutto ben quel che finisce bene. Per tali ragioni Raimondo Zuliani se ne and?? quel giorno assai felice al suo banco; felice ancora di essersi sollevato d'un gran peso, confidando alla sua Livia il segreto che gli doleva di aver mantenuto troppo a lungo con lei.

Quel giorno, ancora, a pranzo, la bella signora trov?? nella sua salvietta un astuccio di velluto azzurro che prometteva gran cose.

??? Un gingillo, ??? disse Raimondo, con aria modesta; ??? ed era un gioiello di grandissimo prezzo, una vera meraviglia, un regalo da principe.

X.

Idilio domestico.

Filippo Aldini aveva lasciato passare un giorno senza andare al Danieli. La visita inaspettata della signora Zuliani, mettendolo presto nella necessit?? di congedarsi, gli aveva impedito di chiedere alle signore Cantelli se potesse piacer loro di fare qualche altra passeggiata artistica la mattina seguente; perci?? non aveva stimato neanche opportuno di ripresentarsi, e senza una apparente ragione, a ventiquattr'ore di distanza. And?? il terzo giorno, che era un mercoled??, conciliando col suo desiderio le convenienze sociali. Lo ricevette la signora Eleonora, che era sola nel salotto; n?? per tutto il tempo delle solite ciarle preliminari d'ogni visita di cerimonia Filippo Aldini vide comparir Margherita: l'uscio della camera attigua, donde soleva presentarsi la luminosa figura, rimaneva inesorabilmente chiuso, ???d'ogni lume muto???.

Ard?? finalmente chieder di lei, parendogli che pi?? del parlarne fosse disdicevole alla condizione sua di visitatore il tacerne.

??? ?? poco bene; ??? gli disse la signora Eleonora. ??? Il medico le ha raccomandato qualche giorno di riposo.

??? Speriamo sia cosa leggera; ??? riprese egli turbato, invocando colla intensit?? dell'accento e dello sguardo una confortante risposta.

??? S??, s??, leggera; ci ha avuto un po' di febbre; ma anche questa ?? svanita.?????

La signora Eleonora rispondeva impacciata, fors'anche di mala voglia, e Filippo Aldini non os?? chieder di pi??. Era gi?? per andarsene, avendone buon pretesto nel timore di riuscire importuno; ma la signora lo trattenne, dicendo che per allora la sua Margherita non aveva bisogno di lei. Cos?? seguitarono un altro poco a discorrere, lei senza calore di frasi, egli non sapendo che dirle di nuovo o di vario, per offrire appiglio ad una conversazione che non fosse di parole scucite. Per fortuna giunse Federigo, e la signora Cantelli si anim?? un tratto alla presenza del figlio. Anche Filippo ebbe modo di tacere, senza venir meno alle buone creanze, e tempo di collocare discretamente qualche frase qua e l??. Poi se ne and??, giustamente immaginando che il suo rimanere pi?? a lungo avrebbe impedito a quei due di andare nella camera di Margherita.

Quella indisposizione subitanea, e pi?? ancora il silenzio intorno alle cause che l'avevano prodotta, mettevano Filippo Aldini in una grande ansiet??, ch'egli tentava invano di dominare. E Raimondo non ne sapeva niente? Forse da lui avrebbe saputo qualche cosa. Pass?? dunque a salutare Raimondo al suo banco, non facendo nulla di strano con ci??, poich?? soleva andarvi quasi ogni giorno, dalle tre alle quattro del pomeriggio. Raimondo fece festa all'amico, secondo l'uso, e fu il primo a parlargli delle Cantelli, chiedendogli se fosse andato a salutarle.

??? S??, sono stato; la signorina Margherita ?? indisposta; ??? rispose Filippo. ??? La signora Eleonora dice che ?? cosa leggera. Ma che sar?? veramente?

??? Non te lo ha detto?

??? No, niente, ed io non ho creduto conveniente insistere colle domande.

??? Ebbene, te lo dico io; ?? stato un effetto del gran calore che mandano le stufe dell'albergo. Anche mia moglie ne ha sofferto, solo a restarci un'ora in visita: ma per lei, fortunatamente, ?? bastata qualche ora di letto; mentre la signorina Margherita, che a quella fornace si ?? scaldata pi?? lungamente, ne ha sofferto di pi??. Non temere, per altro; ?? cosa da nulla, tanto da nulla, che ieri, quando fui al Danieli, la signora Eleonora non aveva neanche chiamato il medico.

??? Lo ha chiamato poi; ??? disse Filippo; ??? perch?? me ne ha parlato.

??? Ah s??; e il nome?

??? Non lo ha detto.

??? E che cosa ha ordinato?

??? Qualche giorno di riposo.

??? Vedi dunque? Non c'?? da stare in affanno, mio felice mortale. Ci si vede, stasera? Non si va a teatro, e si fanno quattro ciarle, al solito dei mercoled??. Ma vieni per tempo; se no, potrebbe darsi che uscissi, e ti vedrei troppo tardi.?????

Filippo Aldini promise. Andare per andare, meglio di prima sera, per non correre il rischio di perdere la compagnia dell'amico.

Raimondo era di buonissimo umore: a casa fu piacevolissimo, pensando sempre come la sua Livia avesse gradito il suo regaluccio. Disponendosi ad accompagnare la moglie nella sala da pranzo, le disse tra tante altre cose pi?? o meno importanti:

??? Stasera avremo il nostro Filippo.?????

La signora Livia non rispose. Ma forse non aveva udito; poich?? egli, dopo un istante, riprese:

??? Se almeno capitasse sull'ora del caff??!... Egli ha sempre detto che quello di casa Zuliani ?? il primo caff?? di Venezia.

??? Chi? ??? domand?? la signora.

??? Filippo, Filippo Aldini. ?? passato da me oggi alle quattro; e mi ha promesso di venire questa sera da noi. Vedi come son forte in grammatica.

??? Che cosa viene egli a fare? ??? scapp?? detto alla signora. ??? S'?? inabissato il Danieli? non dovr?? egli condurre le signore Cantelli a teatro?

??? Non ?? questo il suo uso; ??? not?? pacatamente Raimondo. ??? Poi, come ti ho detto, la signorina Margherita ?? ancora indisposta.

??? Ah, non ci pensavo. E allora il signor conte si degna di venire da noi? Staremo agli avanzi.

??? Ma che idea!

??? Bene, lo riceverai tu. Io mi ci seccherei; e il meglio sar?? di darmi per ammalata. Non ?? la moda?

??? Via, fammi il piacere! ??? grid?? Raimondo. ??? Che cosa ci hai, contro quel poveretto?

??? Niente; che vuoi ch'io ci abbia? O piuttosto, s??, pensandoci meglio, sento di averci qualche cosa. Prima d'ora, lo stimavo; oggi.... mi pare un altro uomo, e un altro carattere. Sai che son fatta cos??; quel che penso debbo dirlo, o lasciarlo capire. E intanto, con tutto quello che penso, dovr??, per far piacere a te, parlargli della felicit?? che lo aspetta, e rallegrarmi con lui della gloria di quei due milioni, o gi?? di l??, che la fortuna gli porta.

??? ?? tutto qui? ??? disse Raimondo. ??? Non gliene parleremo.

??? Sarebbe l'unica; ??? consent?? la signora. ??? Ma tu col tuo fare cos?? largo, cos?? espansivo, sarai capace di star zitto??????

L'osservazione non era piacevole; ma Raimondo ebbe il buon senso di mandarsela in celia.

??? Ah s??, birichina? Perch?? non ho saputo tenere un segreto con te, mi credi incapace di star zitto con gli altri? Ma con te era un'altra cosa, mia bella. Non potevo tacerti pi?? a lungo un'idea che mi premeva tanto, e che contro il tuo pensare, permetti, mi pareva e mi pare sempre pi?? una bella cosa.

??? Puoi dirla anche bellissima; ??? rispose la signora. Che si canzona? Un milione e duecento cinquantamila lire, e poi la dote di cinquecentomila.

??? No, cara; la dote prima, l'eredit?? poi, e speriamo assai tardi.

??? ?? tutt'uno; e verr?? egli in possesso di tutto.

??? Neanche questo; sar?? tutta roba dei figliuoli.

??? Che han da venire; ??? comment?? la signora. ??? Ed egli frattanto amministrer??.

??? Amministrare non ?? scialacquare, ed egli vorr?? tenere i suoi conti in regola. Oh, infine, perch?? una ragazza ?? ricca, non trover?? pi?? un galantuomo che s'innamori di lei? E se il galantuomo s'innamora, dovremo noi sospettarlo di secondi fini? Sii giusta, amica mia, sii ragionevole.

??? S??, s??, quello che vorrai; tanto pi?? che non ho da farci uno sforzo; ??? rispose la signora, ridendo di quel suo riso pazzesco. ??? Un giudizio interiore sugli atti del prossimo nostro non si pu?? soffocare, ecco tutto. Ma il fare una bella o una brutta cosa, risguarda lui. Resta che io non gli entrer?? di nulla, e tu nemmeno; altrimenti un po' d'amaro dovrebbe uscir fuori.

??? Ma perch??, Dio santo, perch???

??? Sei tu che me lo domandi? Tu, a buon conto, hai sposato una donna che non aveva un soldo. Ho detto un soldo.

??? Bella forza! ??? esclam?? Raimondo. ??? Quella donna era Livia la bella.

??? Anche quell'altra ?? bella, ma con la ricchezza in pi??.

??? Bella, s??, non lo nego; ??? riprese Raimondo. ??? Ma che paragoni vuoi fare? Sono essi possibili? Riconosco tutto quello che va riconosciuto; ma sopra Livia, o alla pari con Livia, niente, niente; hai capito? vuoi che vada a gridarlo sul campanile di San Marco??????

Livia era in quel momento un po' avanti a lui. Si arrest??, mentre egli finiva la frase, gli appoggi?? le spalle sul petto, e arrovesciando il capo sull'omero di lui, volse la faccia ridente per modo che il galante marito pot?? cogliervi un bacio.

Quella sera Filippo Aldini capit?? al palazzo Orseolo; non sull'ora del caff??, come Raimondo avrebbe desiderato, ma pochi minuti pi?? tardi. Fu accolto con grazia incantevole dalla padrona di casa, e di ci?? fu contento Raimondo assai pi?? che di poter offrire all'amico una chicchera del primo caff?? di Venezia. Cos??, fatto felice con poco, Raimondo parl?? volentieri per tre, mentre Filippo anche pi?? volentieri ascoltava, e la signora Livia guardava i giornali, interrompendo di tratto in tratto quella leggera occupazione con qualche breve sparizione; per dar ordini, naturalmente, e una volta poi per ritornare tutta gloriosa e trionfante con una gran busta di velluto azzurro, che pos?? sulla tavola sotto gli occhi dell'Aldini.

??? Confetti? ??? mormor?? egli, tanto per dire qualche cosa.

??? Se ne gradisce, signor conte; ??? rispose la signora, facendo scattare il coperchio. ??? Per serate di gala.?????

Filippo Aldini rise involontariamente dell'errore in cui era caduto. Ma l'errare ?? da uomini, specie in simili cose. La gran busta di velluto azzurro racchiudeva nella sua custodia di raso bianco un gioiello stupendo, una specie di diadema tra lo stile egizio e l'etrusco. Un cerchio d'oro, che s'andava assottigliando verso i capi, e che doveva nascondersi mezzo entro le ciocche della capigliatura, reggeva nella sua parte anteriore un serpente, avvolto in larghe spire, eretto il collo e spalancate le fauci, in atto di ghermire una farfalla. L'idea, forse, non era nuova; ma la facevano parer tale, se mai, le grazie di un'arte squisita, e pi?? di tutto una leggerezza di esecuzione che contrastava mirabilmente colla variet?? della materia posta in opera, e tutta distribuita in piena evidenza. Il serpente era coperto per intiero di smeraldi sul dorso, di cris??liti nel ventre, con aggiunta di carbonchi nella cresta e negli occhi: la farfalla aveva il corpo formato di tre zaffiri, e le ali tempestate di brillanti; screziate di brillanti minuscoli le antenne, e terminate in due rappettine di brillanti pi?? grossi, tremolanti e scintillanti ad ogni moto dei loro tenui sostegni.

Insomma, era uno splendore, una maraviglia, un portento. Filippo ammir??, come doveva, esaminando attentamente in ogni parte il lavoro, e lod?? senza fine il buon gusto della scelta.

??? Della scelta! ??? esclam?? Raimondo, ??? Non ne ho nessun merito. Era il meglio della vetrina, e la grande ultima novit?? di Parigi. Con queste raccomandazioni, non c'era da scegliere; bisognava portar via senz'altro.

??? Ti loder?? dunque di aver portato via; ??? disse Filippo. ??? Sei contento?

??? Raimondo ?? un angelo; ??? sentenzi?? la signora.

??? Angeli in terra, e coi baffi! ??? grid?? Raimondo, con accento di protesta. ??? In terra, mia cara, non ci sono altri angeli che le donne: e aggiunger??: alcune donne.

??? Angeli caduti di lass??, dunque; ??? fu pronta a ribattere la signora Livia; ??? voleranno male, non ti pare? E saranno anche capricciosi, diseguali d'umore, come siamo noi troppo spesso. Ma tu, Raimondo, sei sempre quello d'un giorno. Dica Lei, Aldini; non pensa come me, che Raimondo ?? un angelo??????

Filippo Aldini sentiva di fare in quell'idilio maritale una parte abbastanza ridicola. Avrebbe per intanto voluto trovare qualche idea che gli facesse gioco, rialzando un pochettino la sua condizione di terzo incomodo.

??? Raimondo ?? banchiere; ??? diss'egli. ??? Come banchiere gradir?? le cambiali a due firme. Ma non qui certamente; e il mio avallo varrebbe poco, anzi diciamo pure che guasterebbe, dove ella ha parlato cos?? bene. Io so per mio conto che Raimondo Zuliani ?? la perla degli amici.

??? Ah, ne conviene? ??? grid?? la signora con accento di viva esaltazione, mentre gli occhi le si accendevano d'un lampo subitaneo.

Filippo si era gi?? pentito della sua giunta. Gli pass?? per la mente che da quelle sue parole si prendesse occasione ad entrargli del suo matrimonio, che era ancor di l??, molto di l?? da venire. Ma non se ne fece nulla; il lampo subitaneo degli occhi si spense, l'accento si rifece pacato, ed anche Raimondo si era fatto sollecito a cangiare argomento. Ne usc?? dunque colla paura; e frattanto uno squillo del campanello in anticamera annunziava visite. Entravano pochi istanti dopo in salotto il cavaliere Lunardi e il maestro di musica. Oh bravi! Filippo Aldini li avrebbe di gran cuore abbracciati.

Anche la signora Livia fu molto contenta di quei due arrivi. E come no? Erano due gentiluomini della sua corte, e si dimostravano singolarmente fedeli; erano anche i pi?? utili, l'uno per tener viva la conversazione, l'altro per variarla con un pochino di musica.

??? Abbiamo pensato che era mercoled??, e che Ella non andava a teatro; ??? disse il cavaliere Lunardi, stringendo devotamente la mano che Livia gli stendeva con gesto regale.

??? Usanza vecchia; ??? rispose ella. ??? Bisogner?? cambiarla.

??? Perch???

??? Per far novit??, non le pare? Il mondo cammina; non possiamo star fermi noi, che ci dobbiamo viver dentro.

??? Oh, signora, non si dia pensiero del mondo. Quando avr?? ben camminato, si stancher??. Noi facciamo intanto il comodo nostro. Ed ella, per carit??, non ci levi la nostra buona serata.

??? Ella ?? sempre gentile, signor cavaliere. Ma io non la lever?? di qui, se non per vederla ancora a teatro.?????

Tra queste ed altre chiacchiere d'uguale importanza, il maestro di musica era andato al pianoforte. E suon??, quasi sarebbe inutile il dirlo, un po' di Boh??me, quindi un po' di Manon; anzi delle due Manon: avrebbe suonato anche un po' di Tosca, se la Tosca fosse gi?? stata messa in musica e portata agli onori della scena. Ma ci??, senza avere in animo di far torto ai giovani compositori italiani, conveniva poco alla signora Livia.

??? Maestro, ??? diss'ella, facendo interrompere di punto in bianco una elegantissima frase melodica, ??? ci suoni il duetto d'amore dell'Otello. ?? una cosa tanto appassionata, veramente deliziosa!?????

Il maestro fu pronto ad attaccare il pezzo richiesto.

??? Che dolcezza! che incanto! ??? mormorava la signora Livia.

E coi moti del capo, e col battere delle dita sulle pieghe della gonna di velluto, accompagnava i suoni, che le andavano all'anima. Dovevano tutti infiammarsi, andarne in visibilio come lei, e primo frattanto il cavaliere Lunardi, che le sedeva vicino. Ma il buon cavaliere era in vena, quella sera, e non voleva arrendersi senza battaglia.

??? Strano! ??? diss'egli, poich?? il maestro ebbe finito. ??? Un duetto d'amore tra marito e moglie! S'?? mai sentita in teatro una cosa simile??????

La signora Livia s'inalber??, minacciando il cavaliere Lunardi colle stecche raccostate del suo ventaglio.

??? Ma sa, cavaliere, ??? grid??, ??? che questa sera, contro l'uso, Ella ?? molto brutto?

??? Grazie per l'uso; ??? riprese egli, inchinandosi sulla vita; ??? ma in che sarei brutto, stasera?

??? Non se ne accorge? Nel non veder poesia nel matrimonio. Il nodo ?? sacro; non ?? dunque da buttar via. E se due creature l'hanno per tale, non ci vorr?? Ella riconoscere un bello esempio di costanza in amore? La costanza....

??? Tiranna del core; ??? soggiunse a mo' di glossa il cavaliere Lunardi.

??? Tiranna pei duchi di Mantova; ??? ribatt?? la signora; ??? ma non per chi ama davvero. E le pare una cosa tanto poco poetica, da non tollerarsi in un duetto d'opera?

??? Ecco, io non so veramente; ??? rispose il cavaliere Lunardi, fingendo di mettersi sul grave; ??? bisognerebbe aver provato. Del resto, qui si fa per discorrere, ed io, in questa causa di santificazione del matrimonio sar?? l'avvocato del diavolo; una parte che non disdegnano di sostenere i pi?? fedeli cristiani. Il matrimonio, ella dice, pu?? essere esempio di un amore costante. Un amore costante ?? un amore che rischia d'invecchiare. Diciamo dunque un amor vecchio. Ed io ho letto in un autore antico, e latino, il che accresce di tanto la sua autorit??, che un amor vecchio ?? una gran prigionia. Dimmi tu, Filippo, se cito giusto; tu che hai gli autori latini sulla punta delle dita.?????

L'Aldini sorrise, tentennando la testa.

??? Troppo forte mi fai; ??? rispose. ??? Ma per questa volta ti posso servire. L'autore latino ?? Petronio. Antiquus amor carcer est, ecco la massima; ma egli, per tua norma, la fa dire da uno dei commensali di Trimalcione, e per celia.

??? Bravo! ??? grid?? Raimondo. ??? Aiutaci un po' tu contro questo terribil cavaliere.

??? Terribile, ?? troppo onore per un combattente mio pari; ??? disse il Lunardi, ridendo. ??? Infatti, vedete; io, da buon campione.... senza valore, cedo volentieri sulla questione poetica; ma mi rovescio sulla questione musicale. Mi battano anche su questa. Intanto io sostengo e dico che l'amore matrimoniale non ?? da duetti alla ribalta. Questo dell'Otello, che credo sia l'unico, su che idee tenta di appoggiarsi? Su questa, che ?? poi un cenno di tempi anteriori al matrimonio: ???E tu m'amavi per le mie sventure. ??? Ed io t'amava per la tua piet?????. Diciamo di passata che il Moro, anzi il Negro, ?? molto generoso con una bella e bionda patrizia veneziana; l'ha riamata per la sua compassione! Quanto a lei, se ?? vero che ne sentisse tanta, che bisogno c'era di sposare il Nubiano? Un negro, lo so, ?? un uomo come un altro. Ha delle sventure? Poveraccio, gli si apre una colletta, e la figlia del senatore Brabanzio ci mette magari tutti i ducatoni che le hanno regalati per Ceppo. Che cosa ci ha guadagnato la bella Desdemona a sposare il Nubiano? Un fazzoletto. Gran signore, e veramente prodigo, quel generale della Repubblica! Va dai Bocconi del tempo, e compra un fazzoletto; neanche una dozzina, per l'uso; e quel fazzoletto unico, vuol vederlo sempre. Avesse pensato almeno a regalarle un bel solitario di diecimila lire! o un diadema come quello che ieri ?? stato pagato venticinquemila al Marchesi!

??? Ieri? ??? domand?? la signora.

??? S??, ieri, tra le quattro o le cinque. Se ne parla dappertutto, e si almanacca sul nome del compratore, che il gioielliere non ha voluto dire.

??? Raimondo! ??? esclam?? la signora, mezzo severa e mezzo sorridente nell'aspetto. ??? Una follia!

??? Come l'amore, se mai; ??? rispose a mezza voce Raimondo.

Frattanto la signora aveva riaperta la busta di velluto azzurro, che era rimasta davanti a lei sulla tavola, e la faceva ammirare al cavaliere Lunardi.

??? Eh, lo pensavo ben io! ??? grid?? il cavaliere, dopo aver guardato per tutti i versi il gioiello. ??? Ci avrei giocata la testa. Da due giorni c'era folla, alle vetrine del Marchesi; ma nessuno s'era arrischiato dentro. E poi, quando fu sparito dalla mostra, lo avrebbero tutti voluto, il capolavoro costoso. Dico tutti per iperbole; saranno poi stati tre. Mariti? non so. Bene ?? stato un marito, quello che ha portata la palma; il record, come ora si dice. Ed ecco, ??? conchiuse allegro il cavaliere Lunardi, ??? ecco i mariti con cui si possono far dei duetti.

??? Ne conviene, eh? ??? disse Livia, raggiante.

??? Ma s??, nel caso presente che ?? il caso vero, e forse unico. Ma in quell'altro, del Nubiano, Dio guardi! E poi, con quella brutta fine!

??? Ammetta che amava bene, quell'uomo.

??? Da pazzo, s??, che ancora potrebbe andare; da cieco, che non va pi?? in nessun modo.

??? Eppure, mi lasci dire, ??? not?? la signora, ??? nel caso di Otello aveva torto Desdemona. Ma s??, cavaliere, aveva torto, con quella sua eterna compassione per Cassio. Compassione pei negri, compassione pei bianchi; era un pozzo inesauribile di compassione, quella nostra concittadina.

??? Consoliamoci, ??? soggiunse il cavaliere Lunardi, ??? consoliamoci pensando che Desdemona non ?? mai esistita, e che a nessuna delle nostre belle Veneziane ?? mai passato per il capo, da che Venezia esiste, di sposare un Negro.

??? Ah, non ?? storico, il fatto?

??? Non credo. Del resto chiediamone all'amico Aldini. Che cosa puoi dircene tu, Filippo?

??? Quello che ne saprai tu pure; ??? rispose Filippo. ??? Il fatto vero ?? brevemente questo. Cristoforo Moro, veneziano, e governatore a Cipro nel 1508, uccide la moglie per gelosia. Trent'anni dopo, o gi?? di l??, un romanziere prende il fatto nudo e bruco dalla cronaca veneziana, e ne fa una novella. Un po' per riguardo alla casata patrizia dei Moro, un po' per seguitare il suo uso, che era quello di travisare i fatti d'ogni storia, e sacra e profana, per far mostra di genio inventivo, trasforma il Moro di casato in un Moro di nazione, e lo fa di pelle anche pi?? nero che non siano mai stati i Mori. Ecco tutto. Su quella novella del Giraldi ha lavorato lo Shakespeare. Sul dramma dello Shakespeare hanno fatto musica, da quei due grandi artisti che sono, il Rossini ed il Verdi. Ho abbreviato per non dar noia, ma credo di non aver dimenticato nulla; ??? conchiuse modestamente l'Aldini.

Aveva infatti abbreviato molto; e forse c'era da dirne pi?? a lungo, specie in onore di quel povero Giraldi, la cui novella era stata ormata periodo per periodo, quasi parola per parola, dal grande tragico inglese. Quando i salotti si occupano d'arte, prendendo occasione da un'opera moderna, ?? ben giusto che sopportino anche un richiamo erudito alle fonti. Ma l'argomento dava noia all'Aldini. Che idea stramba era venuta in mente al cavaliere Lunardi, con la sua arguzia sul caso di Otello, e, peggio ancora, sulle massime di Petronio Arbitro! Del resto ?? sempre cos??, nei salotti; quando vien fuori un tema antipatico, non c'?? caso che nessuno se ne voglia staccare; ed ?? proprio come quando siete afflitto da un fignolo, o da altra noia consimile, che tutti sentono il bisogno di farvi carezze, e ci d??nno allegramente del dito.

L'Aldini non aveva ancora finito il suo discorsetto erudito, che gi?? la signora Livia si era dileguata con la sua busta di velluto azzurro tra mani. Raimondo aveva creduto l?? per l?? che fosse andata a riporre il suo gioiello; e non fu poca la sua maraviglia, quando la vide ritornare col diadema in fronte. Proprio cos??; la bella donna aveva voluto fare, a benefizio di pochi eletti, la prova generale della sua rappresentazione a teatro.

??? Serata di gala! ??? diss'ella, avanzandosi con incesso di dea in mezzo al salotto, maestosa, trionfante, sotto quel luccich??o di gemme, con quel pennacchio di piccoli brillanti, che tremolavano ad ogni suo passo, mandando attorno bagliori di fiamme azzurrine e rossiccie.

Il cavaliere Lunardi gett?? un grido di ammirazione.

??? Questo divino spettacolo ?? per noi, solamente per noi; ??? soggiunse egli tosto. ??? Tutti possono invidiarcelo; nessuno ce lo leva pi??.?????

Raimondo gongolava. La sua Livia non poteva fargli davvero un regalo pi?? prezioso del comparire innanzi agli amici col suo bel diadema in capo, che la faceva rassomigliare ad una regina antica, della leggenda o della storia, ad Elena, per esempio, a Cleopatra; a questa, soprattutto, che parve creata a bella posta per dar risalto ai pi?? costosi ornamenti.

Un pensiero di quella fatta balen?? certamente alla fantasia del cavaliere Lunardi.

??? Chi oserebbe negare, ??? diss'egli, ??? che le pietre preziose siano state fatte per accompagnar la bellezza? Tutto, in natura, ci si mostra ordinato ad un fine. Lo smeraldo, lo zaffiro, il diamante, sono fatti per le donne belle; se cos?? non fosse, a che servirebbero??????

La trionfante signora sorrise a quella scarica di complimenti, e pass??, avviandosi al pianoforte, per dire al maestro di musica:

??? Un altro duetto, la prego; per me e per Raimondo, mi capisce??????

Il maestro di musica assent?? prontamente con un cenno del capo; e subito attacc?? il duetto dei Puritani: ???A te o cara amor talora.??? Era la passione di Raimondo Zuliani, che giurava e spergiurava esser quello il motivo melodico pi?? bello che fosse mai passato per la mente di un musicista.

Cos?? pensando in materia di musica, era naturale che Raimondo si accostasse anche lui, e ritto l?? dietro la cassa armonica del pianoforte prendesse a battere il tempo con la punta delle dita sul coperchio, canticchiando tra i denti il suo motivo prediletto. Ma non canticchiava pi??, cantava a dirittura, quando veniva a frammettersi nel duetto la parte del coro:

???Senza occaso questa aurora
Mai null'ombra o duol vi dia;
Santa in voi la fiamma sia,
Pace ognor v'allieti il cor.???

??? Ed eccoti, Lunardi mio; ??? diss'egli, alla fine del pezzo, ??? il duetto di due che si sono sposati.

??? S??, s??, hai ragione, Arturo; ed ha ragione Elvira; ??? rispose il cavaliere Lunardi. ??? Potrei ribattere ancora che le eccezioni non contano; ma gi?? mi son dato per vinto, ???campione senza valore???, come ti ho detto in linguaggio postale.?????

Infine, si era allegrissimi. La signora Livia, rutilante, sfavillante, di gioie e di gioia, trionfava accanto al suo Raimondo, che era diventato il re della festa, e che in cuor suo ripensava i versi indimenticabili del coro nuziale.

???Santa in voi la fiamma sia,
Pace ognor v'allieti il cor.???

Il re della festa non lasci?? partir quella sera i suoi fedeli, senza aver fatto saltare il turacciolo a due bottiglie della Vedova incomparabile. Ottimo signor Cliquot, voi mancavate a quell'altro duetto; ma si ricord?? di voi il cavaliere Lunardi, che bevve alla vostra pace e alla gloria del vostro casato fino alla consumazione dei secoli.

Filippo Aldini se ne and?? quella sera abbastanza consolato dal palazzo Orseolo. Si era festeggiato un santo matrimonio, e non si era fatto il menomo cenno del suo. Un altro giorno guadagnato, frattanto; ed egli giunse a casa sua, oltre il corso Vittorio Emanuele, colla illusione di non esser pi?? lui, ma un altro essere, sciolto di pensieri, di cure, di malinconie d'ogni specie, padrone di s??, padrone del mondo.

XI.

La testa di Medusa.

Filippo Aldini ebbe modo, nella pace notturna del suo quartierino, di almanaccar lungamente su quello che per calmarne le apprensioni gli aveva detto Raimondo. Margherita era dunque ammalata per il caldo soverchio di una stufa? Strano ripensandoci allora, strano che quel gran caldo, magari con tutte le esalazioni capaci di ingombrare il cervello, egli non lo avesse neanche avvertito! E proprio, nello spazio di tempo assegnato, ad una visita di cerimonia, ne era rimasta offesa la signora Zuliani che aveva dovuto in giornata mettersi a letto anche lei! Bizzarra coincidenza di indisposizioni! E quella ottima signora Eleonora cos?? impacciata con lui, quando era andato a far visita!

Un vago sospetto pass?? per la mente di Filippo. Che la Zuliani avesse fatto qualche colpo di testa con le signore Cantelli? Ma in che modo? e perch??? La signora Zuliani, egli l'aveva ben veduta la sera antecedente, guarita affatto della sua emicrania, tutta gaia, felice, raggiante e scintillante, tutta fiori e baccelli col suo Raimondo pi?? caro che mai. Ah, restasse ella sempre cos??! Anzi, fosse restata sempre cos??! Perch?? infine, considerando i suoi falli, Filippo Aldini poteva confessare a s?? stesso che erano gravi, ma non suoi. Si era trovato involto senza pensarci, travolto nell'abisso, prima di vedere il pericolo. Ne scampava ora, dopo tanti vani ma onesti tentativi? Lode al cielo, e dal profondo dell'anima. Solo dalla sera antecedente, tra diademi sfavillanti e duetti maritali, il povero Aldini incominciava a ricogliere il fiato.

E intanto, gli premeva di aver notizie pi?? chiare intorno alla salute di Margherita. Ne sentiva il bisogno, insieme con l'obbligo; cortesia voleva ch'egli andasse, per chieder di lei, foss'anche ogni giorno, al Danieli. Andando di mattina, e perci?? senza mostrar desiderio di fermarsi, non correva pericolo di dar noia, oltre quella che ?? comandata dalle buone creanze, e che perci?? gli uni debbono dare, come gli altri accettare. A che ora, la visita? Non troppo presto, certamente; ma neanche troppo tardi. Alle dieci? S??, e forse alcuni minuti dopo. Dunque, alle dieci sarebbe partito da casa, aspettando per l'appunto nel suo studio che le dieci scoccassero. Era gi?? vestito di tutto punto per uscire, col cappello e la mazza tra mani, ad ogni tanto guardando le lancette dell'orologio sospeso alla parete, davanti alla sua scrivania.

Ma ecco, che ??, che non ??, un improvviso rumore, come di chiave che giri in una serratura, di l?? da un uscio a vetri opachi, nel fondo della parete a sinistra. Il quartierino di Filippo aveva due ingressi; il nobile e da tutti conosciuto come quello di casa sua, e un altro di minor conto, quasi uscio per la gente di servizio, che metteva ad una scaletta, la quale riusciva al cortile di un vicino edifizio. Da quel cortile, per una scala a collo, cio?? fiancheggiata per una parte sola da un muro, per l'altra da una balaustrata interrotta qua e l?? da colonne, e tutta sormontata da una tettoia risalente, si ascendeva all'abitazione della contessa Galier di San Polo. Si ?? gi?? detto che la contessa e l'Aldini erano vicini di casa, abitando in due palazzi contigui da tergo.

Lo scricchiolio dell'uscio segreto fece sobbalzare Filippo Aldini sulla scranna. Tutto poteva egli aspettarsi quel giorno, fuorch?? la visita che quel rumore annunziava. Avrebbe voluto essere in tempo a sbiettare di l??, riuscire in anticamera e trafugarsi per lo scalone, come uno che non s'aspettasse di aver gente dalla scaletta. Ma non era pi?? in tempo. L'uscio di servizio, per chiamarlo una volta cos??, appena aperto si era richiuso; si apriva in quella vece la vetrata che metteva allo studio dell'Aldini, e nel vano appariva la testa di Medusa, anzi tutta la persona di lei. Che se quella non era proprio la G??rgone antica, dai bei capelli d'oro tramutati per l'ira di Minerva in orribili serpenti, pareva essere ancora investita del triste privilegio di tramutare in pietra chiunque si fosse trovato sotto il sinistro baleno de' suoi occhi scorrucciati.

Ed era rimasto come impietrato, l'Aldini, in quella che Medusa s'inoltrava nella stanza, lenta nel passo e quasi noncurante in vista, ma torbido lo sguardo e pieno di oscure minaccie, bianca nel viso come una persona morta, resa tanto pi?? bianca all'aspetto, per il nero della gonna e della mantellina, come per il nero del cappellino di velluto e dei larghi nastri, che scendevano lungo le guance, per unirsi a cappio sotto il mento, nascondendole il collo.

??? Livia! ??? mormor?? l'Aldini, allibito.

??? S??, Livia. Miracolo! Sapete ancora il mio nome? ??? diss'ella, nell'atto che si slacciava il cappellino, per gittarlo sopra uno scaffale.

??? Che follia! ??? riprese egli. ??? Se vi hanno veduta....

??? Non sar?? stata la prima volta; ??? riprese ella, accostandosi. ??? Tu eri per uscire, non ?? vero? Deponi il tuo cappello, e ragioniamo. A proposito di follie, che cosa diremo della tua, che da due settimane mi annoia? Spero bene che sar?? stato uno scherzo. Brutto scherzo, per altro; e sono venuta a dirti che ?? tempo di finirlo.?????

Filippo era stato l?? a capo chino, come, in un' ora di temporale, il viandante che aspetta il passar d'una raffica.

??? Raimondo, ??? si prov?? allora a rispondere, ??? vi avr?? pur detto....

Ma la signora non gli lasci?? terminare la frase.

??? Raimondo, ??? sentenzi?? ella, ??? ?? uno sciocco.

??? Dite un uomo di cuore. S??, vi ripeto, un uomo di cuore; e non lo riconosco tale da oggi. Quante volte, e da anni, non ve l'ho io ripetuto?

??? S??, ??? rispose ella, con un risolino sardonico, ??? molte volte, moltissime volte, seguitando a tradire la sua cieca fede nella tua amicizia.?????

A questo ragionamento si potevano rispondere assai cose. Ma erano di quelle che un uomo, se ?? cavaliere, non rinfaccia mai ad una donna.

??? E n'ebbi sempre rimorso; ??? replic?? in quella vece, umiliato. ??? L'ho sempre sentito acutissimo, e voi lo sapete. Noi ci perdiamo, vi dicevo ancora, vi ricordate?

??? E siamo sempre qui sani e salvi; ??? conchiuse la signora, sviando quel molesto discorso, pi?? che con la parola, col gesto. ??? Ma tu non farai questo matrimonio; tu gli dirai che ?? impossibile.

??? Impossibile! Ora? Ma se egli ha tutto ideato, tutto predisposto e concertato a suo modo! Chi mi ha presentato, senza chiedermi se la cosa mi fosse gradita? Chi mi ha cacciato avanti, accompagnatore in servizio, come un altro signor Brizzi, a disposizione delle dame? E potevo io credere, rassegnandomi all'ufficio, che ci?? mi dovesse condurre a questo punto? C'?? stato, vedete, c'?? stato un momento che io ho avuto un sospetto; il sospetto che egli dubitasse di me, e mi volesse imporre un vincolo, per la sua quiete. S??, l'ho creduto accorto a tal segno, nella notte del capo d'anno, quando egli mi stringeva a quel modo col suo brindisi, e voi, anche voi, vi siete messa dalla sua parte. Forse, dissi allora tra me, anch'ella ha capito; ha capito ci?? che assai prima era ben naturale di capire, di prevedere; ed ella mi d?? il buon consiglio. Ora egli incalza pi?? che mai; non ho pi?? difesa possibile. Non so, Dio mio.... non so che fare; la mia testa si perde. Domandatemi ogni cosa, fuorch?? d'oppormi alla volont?? di Raimondo; io non ho questo coraggio.?????

La signora Livia era stata ad ascoltare quella lunga difesa, tentennando il capo, battendo le labbra, e sorridendo sarcasticamente al povero argomento che Filippo attingeva da lei, da una sua vana parola.

??? E sei tu, tu, che ho creduto un uomo? ??? ribatt??, com'egli ebbe finito. ??? A voi dovrebbe esser proibito di amare, e di pretendere che si credesse alle vostre parole. Voi siete mediocri. Bastate a formare la felicit?? di una fanciulla, o ad appagare la sua curiosit??, per quel breve spazio di tempo, che pu?? essere un anno, come un giorno. Poi sopravviene da una parte e dall'altra la noia. Voi agli affari, essa alle galanterie. Questo avverr?? anche per te, Filippo Aldini, te lo pronostico io, io che non ho amato cos??.?????

Anche qui le si poteva rispondere di trionfo: e voi, bella, che vi vantate di amare altrimenti, che cosa avete fatto poi di diverso? Ma non era Filippo Aldini, l'uomo che potesse rispondere a quel modo.

??? Tutto ?? possibile! ??? diss'egli, pacato; ??? ed io, uomo mediocre, non meriter?? altro, davvero. Ma la nostra questione non ?? in ci?? che io possa meritare; ?? in ci?? ch'io non posso fare per compiacervi. Pensateci, Livia, siate buona, ed ascoltate le mie ragioni, vi supplico....?????

Ma ella non era disposta ad ascoltar nulla di nulla. Aveva presa dal piano della scrivania una lunga stecca d'avorio, e batteva con quell'arnese a gran colpi sull'orlo del mobile, davanti al quale Filippo era rimasto seduto.

??? Oh, a proposito, ??? grid?? ella, mozzandogli in bocca le parole supplichevoli, ??? perch?? non mi dai del tu??????

Non era la risposta ch'egli s'aspettava da lei, pregandola con tanta effusione di cuore. Ma bisognava adattarsi al suo modo di ragionare, seguirla ne' suoi voli capricciosi.

??? Perch?? ?? male; ??? riprese. ??? Debbo io ricordarvi sempre il passato? Una volta, davanti a lui, vi accadde di dirmi: sai!

??? ?? vero; e ne fui tanto felice!

??? Egli poteva sentirvi.

??? Mi avesse pure sentita! E mi sentisse ancora!

??? Egli vi ama; lo avete veduto iersera. Ed io che gi?? speravo, nel vedervi cos?? buona con lui!

??? Ah s??? ??? grid?? ella con accento impresso di profonda ironia. ??? E ti piaceva molto? E tornando a casa col cuore sollevato da un peso enorme, ti sei addormentato in una gran sicurezza??????

Colpiva giusto, fors'anche senza saperlo. Filippo evit?? di rispondere.

??? Infine, ??? ripigli??, ??? ?? bene ch'egli vi ami sempre cos??.

??? E mi pesa, capisci? ??? ribatt?? ella, sdegnosa, esaltandosi a grado a grado delle sue stesse parole. ??? Mi pesa, col suo amore cos?? cieco; mi pesa, colla sua serenit?? cos?? sciocca. Alle volte io dico tra me: se indovinasse il vero, mio Dio! se mi uccidesse, in un impeto di rabbia feroce, quanto meglio farebbe per s??, come per tutti! Ma tu non sposerai quella puppattola. Le parler?? io, se ?? ci?? che ti turba.

??? Oh, voi non farete ci??! Che colpa ci ha lei? ??? grid?? Filippo, atterrito.

??? Che colpa? Quella di crederti, essa, che non ha neanche le tue ragioni, i tuoi pretesti di uomo mediocre. Del resto, ho gi?? incominciato. S??, a sua madre, senza tanti riguardi, a faccia a faccia, e a lei che ascoltava dietro un uscio, quella cara puppattola, ho detto chiaro e tondo che cosa siano e che cosa valgano certi vagheggini dei nostri giorni.?????

Era ci?? che Filippo aveva sospettato. Ma poich?? il male era fatto, egli trov?? ancora la forza di padroneggiarsi, nascondendo il suo turbamento.

??? Non vorr?? dolermene io, per me stesso; ??? not??, dopo un istante di pausa. ??? Ma se egli viene a saperlo?

??? Tu hai paura di lui?

??? Rimorso, ve l'ho gi?? detto.

??? E dovevi dirlo prima, assai prima, cacciandomi da te, bel conte avvezzo ai trionfi, quando quest'altra vittima ti cadeva nelle braccia. Vorresti dirmi, ??? soggiunse ella, cogliendo e interpetrando a suo modo un gesto di Filippo, ??? vorresti dirmi che lo avevi tentato pi?? volte; e non l'osi. Sei anche vile con me. Ma te lo confesser?? io, bel conte delle vittorie, io che avr?? tutto il coraggio che ti manca. Eppure, anche allora l'hai difesa male, la tua virt?? cavalleresca. Ed ora, forte guerriero, ed ora, impavido cavaliere, temi allo stormir di ogni foglia; hai paura; hai paura di lui.?????

Filippo Aldini torse la bocca, levando la testa con atto sdegnoso, e fu l'unica risposta che diede. Ma ella ripigli??, incalzando pi?? forte.

??? Se non hai paura di lui, creder?? di te quello che non avrei creduto mai; che tu ami quella donna.?????

Filippo era sul punto di rispondere un s?? tanto fatto; e succedesse un po' quel che voleva succedere. Ma pens?? ancora, da cavaliere, e si trattenne. Se ci son cose che non si rinfacciano ad una donna, ci sono anche quelle che non si confessano a lei.

??? Io! ma che?... ??? disse in quella vece appoggiando i suoi monosillabi con un sorriso ed un gesto che poteva parer di diniego.

??? Ma s??, l'ami; ??? replic?? la bella implacabile. ??? E come no? Cinquecentomila lire di dote, sono una bellezza trionfale. Aggiungiamo un milione e duecento cinquantamila lire di eredit??, facendo calcoli sull'asse del vecchio al giorno d'oggi. Eh, si son fatti i conti, mio caro; si sanno fare, anche senza bisogno di cavarne nulla. Oggi come oggi, il banchiere ha sette milioni di sostanza, messi fuori di giuoco. E tu, bel conte, dai il tuo blasone in baratto. Lo vendi bene, non c'?? che dire, lo vendi bene.?????

E diede in uno scoppio di risa, lasciandosi andare mezzo arrovesciata contro la spalliera del divano che correva lungo la parete, poco lontano da lui.

Filippo era rimasto fieramente colpito da quel terribile assalto. Non profer?? parola; ma ben si vedeva all'aspetto che molte cose gli bollivano dentro. Si alz?? dalla scranna, e misur?? due volte a passi concitati la stanza, che era divenuta per lui una prigione, una camera di tortura.

??? Ebbene, ??? riprese ella, premendo pi?? forte, quasi volesse mandare pi?? addentro la punta che lo aveva tanto irritato, ??? dimmi che non ?? vero, perch?? io rida dell'altro. Oh, bello bello, il tuo blasone rimesso a nuovo!?????

Filippo Aldini si piant?? davanti a lei, severo, accigliato, com'ella non lo aveva mai visto.

??? Signora, ??? incominci?? egli, lentamente, meditando le parole, ??? voi toccate un tasto, che rende cattivo suono. Le male cose che mi gettate in viso come un insulto....

??? Ah, bene! ??? interruppe la signora. ??? Riscaldati una volta!

??? Le male cose che mi gettate in viso come un insulto sanguinoso, ??? riprese Filippo con accento solenne, ??? non hanno virt?? di commuovermi. Paura, mi avevate gi?? detto, paura di lui! Quella che voi chiamaste paura, ?? vergogna, vergogna di apparire a quell'uomo leale un traditore dell'amicizia; quanto alla paura, ho ancor da sapere dove ella stia di casa. E dite lo stesso di altre brutte ragioni, che la mia coscienza di gentiluomo sdegnosamente respinge, e che la mia mano ricaccerebbe in gola a chi ardisse solamente accennarle.?????

Lampeggiavano in quel momento negli occhi di Filippo molte imagini di vecchi Aldini, ugualmente accigliati, ugualmente severi, duri soldati di quindici o venti generazioni, col sentimento dell'onore sulla fronte, e la mano fieramente aggravata sugli elsi della spada.

Le vide Livia; anche confusamente, non poteva non vederle. Ma anche in lei soverchiava lo sdegno, infiammandole il sangue.

??? Ricacciatele, dunque! ??? proruppe. ??? Avanti, terribil guerriero!

??? Parla una donna; ??? rispose Filippo, con accento mutato; ??? e dir?? in quella vece alla donna: Tutte le male cose che mi avete gettate in viso, ho voluto pensarle ancor io; e come le ho pensate, esagerandole molto, le ho dette; le ho dette, nella speranza di vincere con un eccesso di scrupoli la inconcepibile ostinazione di lui. Niente ?? servito. Tu non sei ricco, mi ha egli risposto; ma intanto ci?? che possiedi basta a fronteggiare i due terzi della dote; meglio invigilato, amministrato a dovere da te, basterebbe a fronteggiarla tutta. Quella gran dote, finalmente, sar?? investita in terreni, e tu non ne toccherai un centesimo. Non ti basta ancora, di averne le mani nette? Puoi chiedere che sia diminuita, lasciando che la sposa si costituisca il rimanente in sopraddote. Mi parli di quello che verr?? poi? Il poi ?? lontano, e speriamo, da galantuomini, che sia lontanissimo. E non risguarda te, il poi; sar?? della donna, non tuo. Questo, ??? soggiunse Filippo, ??? lo sapevo bene ancor io; non sapevo, piuttosto, non ho cercato di sapere come e fin dove fosse ricco il signor Cantelli, od altri al mondo, mai!

??? Cos??, dunque, ti sei volentieri acquietato? ??? replic?? la signora. ??? Ci s'acquieta bene, quando c'?? l'interesse, non ?? vero?

??? Non vi risponder?? pi??; ??? disse Filippo.

??? Ah, il gentiluomo s'inalbera! Bada, conte Aldini, mercante di blasoni, ci?? che io posso fare ti costerebbe assai caro. Ancora una volta, ricuserai la puppattola?

??? No; ??? rispose egli inflessibile.

??? Guai a te, conte Aldini! ??? rugg??, pi?? che non dicesse, la donna inviperita. ??? T'inganni, se pensi ch'io possa lasciarla passare cos??; t'inganni, t'inganni.

??? E non lo penser??; ??? diss'egli di rimando. ??? Ma infine, perch?? non metterlo prima, il vostro gran veto? Aspettate ora??????

Ella rizz?? il capo, saettando Filippo d'uno sguardo viperino.

??? Aspetto ora! aspetto ora! ??? ripet?? con accento di profonda amarezza. ??? E quando potevo farlo io, prima d'ora? Con la tua casa vietata ai profani? Non l'avevi tu dichiarata locanda, ad uso dei viaggiatori.... di Verona? Cari, quei due viaggiatori, che nessuno ha mai visti, n?? per via, n?? a teatro, mentre tu eri visibile, bel conte, con due viaggiatrici.... di Milano! Ti hanno fatto buon giuoco, i due ospiti! E cos?? ti fossero durati di pi??! Ma avevano una breve licenza, ed hai dovuto lasciarli partire; che peccato! T'intendo, la trovata non era poi altro che una continuazione di tanti vecchi artifizi. Da gran tempo ti eri messo in mente di guarirmi con la tua freddezza, come prima coi tuoi continui timori, coi tuoi eterni rimorsi. Ma io, questa volta, incalzando il pericolo, volevo vedere fin dove saresti arrivato. Ah, mi hai fatto soffrire, soffrir tanto, tanto! Finch?? il mio cervello ha potuto reggere, ho contenuto il mio cuore, che ad ogni momento era l?? per ispezzarsi. Ora non pi??, mi ribello. Vedi, Filippo, mia madre.... ?? morta pazza. E ci sono momenti che temo ancor io d'impazzire.?????

E cadde riversa sul divano, dando in un pianto dirotto. Filippo Aldini, a tutta prima pi?? irritato che scosso, si era sentito scorrere un brivido per le ossa all'accenno che Livia faceva della morte di sua madre; un accenno che a lui giungeva nuovo, e che gli schiudeva dinanzi agli occhi un abisso doloroso. Peggio, in quel punto, il cadere di lei, con quel pianto disperato, misto a singhiozzi ripetuti, che parevano annunziare alcunch?? di pi?? grave. Il pianto era infatti convulso, il singhiozzo spasmodico.

??? Calma, vi prego! ??? grid??, curvandosi su lei. ??? Rialzatevi, Livia; abbiate forza, vi supplico! Io non so, non posso far nulla, se voi vi abbandonate cos??; non posso neanche chiamare in soccorso i vicini. Animo, via, un piccolo sforzo!?????

Ella tent?? di sollevarsi; ma fu mestieri aiutarla, prendendola per la vita.

??? Dirai di no? ??? chiese ella, tra i singhiozzi, aggrappandosi a lui.

??? Mio Dio! che cosa domandate? Lo sapete pure che io non posso oppormi ai suoi desiderii, senza correr pericolo di nuocere a voi.

??? A me? Che importa, se gi?? tu stesso mi uccidi, obbedendogli? Dirai di no?

??? Tutto quello che sar?? in poter mio, lo far??.... lo tenter??, certamente; ??? rispose Filippo, temendo sempre ch'ella fosse per ricadergli svenuta tra le braccia. ??? Gli parler?? ancora, e pi?? forte ch'io non abbia mai fatto, se pure ?? possibile ch'io non gli abbia detto abbastanza. Questo vi posso promettere, e questo manterr??.

??? Parola di gentiluomo?

??? Veramente, ??? mormor?? egli, ??? non dovrei esser pi?? creduto tale.

??? Oh, perdonami; ero pazza. Ma vedi, Filippo mio, soffro tanto, che non son pi?? capace di padroneggiarmi; e parla la lingua, ma il pensiero non c'??. Perdonami, perdonami! Non ?? vero che nel tuo cuore mi hai gi?? perdonato quelle brutte, brutte parole?

??? Ma s??, senza dubbio; ??? rispose Filippo, sempre cercando di chetarla. ??? Se voi mi promettete di esser pi?? forte, io perdono, dimentico ogni pi?? aspro giudizio. So anche bene di non meritarlo, ??? soggiunse. ??? Ma voi, Livia, mi ascolterete una volta. ?? un gran male ci?? che ?? accaduto, un gran male; dobbiamo dimenticare anche quello, se pure avverr?? che non possiamo averne perdono dalla nostra coscienza.

??? Come vorrai.... tutto ci?? che vorrai.... accetto ogni patto pi?? crudele. Ne morir??? Tanto meglio; ma almeno contenta, se tu avrai detto di no.?????

Riuscendo finalmente a sollevarla dal divano Filippo aveva data di sbieco una guardata all'orologio.

??? Dio mio! ??? esclam??. ??? Gi?? le undici! ?? ora che andiate. Se egli, ritornando, non vi trovasse in casa?...

??? Ebbene, che importa? Gi?? altre volte ?? accaduto. Uscita per qualche piccola compera, ho perduto un po' di tempo; ecco tutto. Ma vado, s??, vado; ??? ripigli??, notando l'ansiet?? di Filippo, a cui quelle ragioni non potevano bastare. ??? Tu per altro, mi giuri....

??? Tutto quello che un gentiluomo pu?? giurare, al punto in cui sono le cose; ??? diss'egli, facendo un gesto disperato. ??? Parler??, parler?? come volete, e sia poi ci?? che vuol essere.

??? S??, resisti, resisti, ed egli ceder??. Se tu risolutamente non vuoi, chi ti pu?? sforzare? Non sei gi?? una vittima ignara, da potersi condurre cos?? facilmente al sacrifizio! Resisti, resisti, Filippo; te ne supplico per quell'amore, che non hai sempre ricusato, e che conserva nei ricordi, almeno nei ricordi, i suoi sacri diritti.?????

Filippo fremeva, ribellandosi in cuor suo ad una logica pazza, che non voleva darsi per vinta. Ma bisognava ad ogni costo calmar quella donna, ad ogni costo persuaderla, incuorarla a partire.

??? Non ?? vero? ??? incalzava ella frattanto. ??? Cercherai di liberarti?

??? S??, s??, e non mi par pi?? tanto difficile; ??? rispose Filippo, atteggiando le labbra ad un mesto sorriso, ??? se penso che tu hai parlato di me.... a quelle signore, e in modo certamente tale da disingannarle sul conto mio.?????

Ahi, non da quel lato poteva ella aver sicurezza, dopo che alla signora Eleonora aveva parlato Raimondo.

??? Non ti fidar troppo di loro; ??? diss'ella. ??? Da te, Filippo, da te aspetto un nobile atto di forza. Non mi negare quest'ultima prova di amicizia. Io rinunzier?? a te, se questo ?? il voler tuo....

??? Il dovere; ??? fu pronto a corregger Filippo: ??? il dovere.

??? Sia, diciamo il dovere; ma a questo dovere che tu m'imponi, corrisponda quello che ho bene il diritto di pretender da te. Resisti, resisti!?????

Colla voce e coi gesti Filippo prometteva ogni cosa. E l'aiutava frattanto a rimettersi il cappellino in testa, avendolo preso egli stesso dallo scaffale, e la mantellina sulle spalle, andando a raccoglierla, sulla estremit?? del divano, dove era stata gittata da lei. Ci?? fatto, e vedendo lei ancor troppo agitata, era andato ad aprire la finestra, perch?? un soffio d'aria fresca aiutasse a calmarla.

??? Mi sento meglio, non dubitare; ??? diss'ella. ??? Vado, non perdo pi?? tempo, se ci?? ti dispiace. Ma tu resisterai; ho la tua promessa, Filippo; ho la tua parola di gentiluomo. Vado, s??, vado.... ma non cos?? freddamente, come se fossimo nemici.... come se tu non mi avessi perdonato.?????

E gli gitt?? le braccia al collo e lo baci??, in un impeto di passione disperata. Solo allora si spicc?? da lui, e accompagnata fino all'uscio segreto, finalmente disparve.?????

Era tempo; Filippo Aldini non reggeva pi?? a quello strazio di tutte le fibre, del cervello e del cuore. Forsennato, furente contro s?? stesso, richiuse l'uscio, e ritorn?? nel suo studio; ma non poteva rimanere l?? dentro, dove gli era troppo presente l'imagine di quella donna terribile, a cui si resisteva cos?? male, poich?? ella non intendeva ragione. Ed egli aveva promesso, per liberarsi da quella oppressione, aveva promesso di riparlare a Raimondo. Che cosa gli avrebbe ancor detto, dopo essersi lasciato persuadere una volta, dopo avergli confessato perfino l'amor suo invincibile per Margherita? Ah si, quello era proprio il momento di pensare a ci?? che avrebbe potuto dire di nuovo, o ripetere di vecchio!

Infine, non ci avrebbe pensato affatto! si sarebbe buttato a mare, aspettando il maroso che lo cacciasse sotto, una volta per sempre. Sospettasse pure, quell'altro, indovinasse pure: passata la vergogna, Filippo Aldini non sentiva paura.

Ridottosi frattanto nella sua camera, si era gittato bocconi sul letto, piangendo e ruggendo. Gli bruciavano le labbra; quel bacio che aveva ricevuto, e forse reso, gli pareva un sacrilegio. Rimorsi nuovi, da aggiungere ai vecchi! E il suo bel sogno svanito, e Margherita, la dolce Margherita, perduta per sempre! Perch?? oramai il dado era tratto; doveva resistere, lo aveva promesso. Aspra punizione del destino! Ma egli l'aveva pur meritata.

XII.

A caso disperato.

La signora Zuliani giunse al palazzo Orseolo prima che capitasse Raimondo per far colazione. In verit??, quell'Aldini era un grande spericolone; ma non faceva poi niente di nuovo, quel giorno; era stato sempre cos??, se non peggio. Gli si era bene imposta lei, in un momento di follia; lo aveva involto davvero, e stravolto, non vedendo, non considerando pi?? nulla, attratta da un fascino arcano verso quell'uomo, che tutti decantavano, che tutti alzavano in palma di mano, come un perfetto cavaliere, per cui tante belle sospiravano, per cui pi?? d'una aveva perduta la pace del cuore e quella dell'anima. E quel don Giovanni, inconsapevole della sua forza, si era dimostrato cos?? discreto con lei, timido come un ragazzo, tutto scrupoli, tutto riguardi, volenteroso dispensatore di quei savi e prudenti consigli, che non sogliono essere il fatto degli uomini, specie dei fortunati in amore. Livia ci pensava spesso, a quei cominciamenti strani della loro conoscenza, non potendo dissimularsi di essere stata lei la grande colpevole. Che cosa doveva egli fare, per trattenerla sull'orlo dell'abisso, pi?? di quello che aveva fatto, fino a parerne ridicolo? Amandola, per altro, che non sapeva negarlo; ed anzi c'insisteva tanto pi?? volentieri, quanto pi?? si mostrava disposto a resistere. Questo, almeno, a lei pareva evidente, chiaro come la luce del sole; e mettiamo pure che le piacesse esagerare la forza di un sentimento, in cui potevano aver parte la delicatezza dell'animo e la cortesia dei modi signorili.

Quanto agli scrupoli cavallereschi, onde i timori e i rimorsi continui, ella bene intendeva come fossero effetto necessario della grande amicizia tra lui e Raimondo. Ah, quel Raimondo, cos?? infatuato del conte Aldini, non era stato egli la prima cagione del male? Dove l'uomo s'infatua, la donna s'innamora; ecco il guaio. Cos?? innamorata, e forse pi?? nella fantasia che non fosse nel cuore, quanto aveva ella sofferto di quegli scrupoli, di quei timori, di quei rimorsi, che ella non conosceva, pur dovendo fingere di sentirli con lui! Ed egli voleva ricondurla ad ogni costo sulla via della ragione, e non riusciva ad altro che ad irritarne lo spirito. Troncare, finire, ascoltare la voce del dovere; come si fa, quando l'anima ?? piena del suo bel sogno, e la passione trabocca? Pure, in gran parte, aveva dovuto cedere. Si vedevano di rado, e quasi alla sfuggita; Raimondo, frattanto, parlava sempre di voler ammogliare Filippo. Anche quello ci voleva! Finch?? erano discorsi in aria, pazienza; si poteva sorriderne, quantunque a denti stretti. Filippo, dal canto suo, si era sempre valorosamente difeso. Ma allora non si vedeva il nemico alle porte: ora il pericolo appariva vicino, imminente, ed ella lo aveva sentito senz'altro, al primo comparire della graziosa puppattola. Cos?? la chiamava, anche tralasciando l'epiteto; cos?? chiamava tutte le fanciulle di bella presenza, dalle ricche capigliature, dalle guance vermiglie, dai grandi occhi incantati, ancora un po' dure negli atti, senza languori, senza tenerezze, ma forti della loro fiorente e promettente giovinezza. Ah, quella puppattola, graziosa s?? e no, ma innegabilmente troppo ricca, faceva ben soffrire la signora Zuliani nel profondo dell'anima, dove s'annida quella triste miscela d'orgoglio e di vanit??, che ?? il nostro amor proprio. Ed era giunta a questo: rinunziar lei a Filippo, purch?? egli rinunziasse a Margherita. Su questo patto si era ostinata; egli avrebbe resistito con nuovi argomenti alla idea malaugurata di Raimondo; ella si sarebbe rassegnata a non veder pi?? Filippo, ridiventato in istile di cerimonia il signor conte Aldini, a non vederlo pi??, se non qualche volta, a punti di luna, nel suo salotto, o nel suo palco a teatro. Fino a quando cos??? Fino a quando si potesse durare. Tante cose si promettono, colla speranza di non doverle poi mantenere!

Raimondo Zuliani giungeva a casa, secondo l'uso, di buonissimo umore. Si era a tutta prima turbato, vedendo la sua Livia un po' pallida e abbattuta nell'aspetto; ma pens?? che erano i soliti vapori, frequenti a dir vero, ma brevi, passati i quali la strana creatura ritornava pi?? fresca e fiorente che mai. Strano uomo anche lui, con tutte le virt??, con tutti i doni dello spirito, meno la perspicacia nelle cose pi?? vicine e pi?? intime. Ma questa qualit?? non va mai senza un certo spirito diffidente; e pu?? questo allignare dov'?? rigogliosa la fede? Raimondo aveva una fede robusta in ogni cosa, fede in lei, fede nell'amico, fede in s?? stesso. Questa, poi, era principio e cagione di tutte le altre. Per l'amor suo e per la passione del lavoro, non aveva egli fatto miracoli, raggiungendo una condizione invidiata? Ben lavorava per quella donna, che era tutta la sua famiglia; e ancora non aveva egli varcato nel cammino della vita quel mezzo, oltre il quale s'incomincia a perdere qualche illusione e qualche speranza. Egli e Livia potevano dirsi soli nel mondo; ma se non gli arrideva forse pi?? l'idea di lavorare per una nidiata d'innocenti, bene egli vagheggiava il disegno ambizioso, ma non temerario, di rallegrare gli anni maturi della sua donna con due o tre milioncini, da aggiungere a quello che non aveva pi?? da aspettare. Egli lo aveva pure indovinato, che i troppi milioni delle Cantelli entravano per una gran parte in certe antipatie di sua moglie, le quali senza ci?? si sarebbero potute stimare irragionevoli. Ebbene, a questo piccolo guaio c'era rimedio, e in sua mano: giovine ancora e pieno di salute, animoso ed accorto, col vento in fil di ruota da un pezzo, avrebbe raddoppiate, triplicate le sue sostanze in pochi anni. Non gli mancava il genio ???degli affari???; la fortuna lo aiutava; due buone ragioni per veder la vita sotto l'aspetto pi?? roseo.

Per allora, il sud sogno era quello di ammogliare l'Aldini, il suo Pilade, che considerava come una sua creatura. E ci?? senza nuocere alle sue faccende, che non entravano punto nel giuoco. Quello, infatti, era quasi un lavoro delle ore avanzate; lavoro fine, lavoro delicato, in cui si esaltava la sua mente, e si compiaceva il suo cuore. Far dei felici intorno a s??, bella cosa, e gaudio divino: peccato che sia cura di pochi.

Or dunque, egli era di buonissimo umore a colazione; ma fu di umor pessimo a pranzo. I giorni si seguono, e non si rassomigliano; cos?? disgraziatamente vanno, e anche dissimili, le ore d'un medesimo giorno. La signora Livia, che aveva le sue particolari ragioni in quel giorno, per ispiare attentamente il volto di suo marito, non ebbe da fare nessuna fatica per riconoscere che il vento era cambiato. La faccia di Raimondo non nascondeva mai nulla dei sentimenti interiori: gli occhi erano in lui veramente lo specchio dell'anima.

??? Che cos'hai? ??? gli domand??, vedendolo accigliato.

??? Nulla; ??? rispose Raimondo.

??? ?? troppo poco, il tuo nulla; ??? replic?? la signora. ??? Tu hai un dispiacere; ti si legge sulla fronte.

??? Eh, cara mia! gli affari non vanno tutti bene ad un modo. Corro il rischio, oggi, di perdere ventimila lire.

??? E per questo hai le gronde? Avrai perduto altre volte, e senza far quella cera.

??? Non so; ??? disse Raimondo, svogliato. ??? Il perdere ?? sempre spiacevole. Venti lire son venti lire per tutte le borse, anche per quella di un Rotschild, come dice il proverbio della gente d'affari; fig??rati poi.... ventimila.?????

Voleva ridere, ma rideva stentato. Ed anche stentato gli era venuto l'accenno di quella gran perdita, che finalmente non era ancora una perdita, ma un rischio di perdere.

??? Filippo ha parlato; Filippo ha resistito; ??? disse la signora Livia tra s??, reprimendo un sussulto di allegrezza, la cui manifestazione per verit?? sarebbe stata fuori di luogo.

S??, Filippo aveva parlato, e in ci?? che Filippo aveva detto era da trovar la cagione della tristezza di Raimondo. Ma questi non voleva confessare a sua moglie che una nuova difficolt?? fosse nata, e che questa difficolt?? gli venisse appunto dagli scrupoli, dalle fisime cavalleresche, dalle ubbie pazzesche del suo caro Filippo. Temeva troppo di sentirsi dire da sua moglie: ???Ti sei bene infatuato di quello sciocco? Ti sei bene affondato negli impicci per lui? Vedi ora che bei giuochi ti fa, rendendoti ridicolo, con la tua smania di far l'agente matrimoniale! Aggiungi al ridicolo il doverti guastare coi Cantelli. Per le donne, poco m'importerebbe; molto deve importare a me, perch?? importer?? a te, e non andr?? senza le pi?? gravi conseguenze, l'esserti guastato col vecchio, padre canzonato e banchiere offeso nella sua dignit??.???

Questo, od altro di simile, ed anche di peggio, gli avrebbe detto sicuramente sua moglie. Ora, egli non voleva pi?? aver guerra di parole con quella donna, tanto amabile, cara, idolatrata a quel dio, ma un po' per cagione de' suoi nervi, un po' troppo facile ad aspreggiare, a schernire. Donna adorabile, se non avesse avuto quel piccolo difetto, che a volte lo avrebbe fatto dare nei lumi! Ma esseri perfetti non ne nascono al mondo.

Filippo adunque, era stato quel giorno al banco Zuliani, secondo il costume invernale, sulle quattro del pomeriggio; l'ora canonica, come la chiamava Raimondo, per fare la passeggiata igienica, aspettando ambedue l'ora del pranzo, che doveva separarli, avviando l'uno al palazzo Orseolo e l'altro al caff?? Quadri.

??? Oh, bravo, sei tu? ??? disse Raimondo, veduto entrare l'amico. ??? Siedi; finisco di minutare una lettera, e son da te. Sei stato al Danieli? ??? soggiunse, rimettendosi a scrivere.

??? No; ??? rispose Filippo.

??? Come va questa faccenda? Ier l'altro, no; ieri nemmeno; oggi meno che mai. Che giuoco ?? questo? Se credi di toccare il cuore alle belle, con questo modo di farei....

??? Sai, ??? disse Filippo, impacciato, ??? colla signorina indisposta....

??? Appunto per ci??; ??? interruppe Raimondo, ??? buona ragione per andare ogni giorno a chieder notizie. Agli occhi della signora Eleonora tu sei gi?? un fidanzato, mio caro. Ma che cos'hai, ora??????

Filippo s'era lasciato cadere allora allora su d'una poltrona, accanto alla scrivania di Raimondo, e abbassata la fronte rimaneva l?? immobile, quasi istupidito, collo sguardo fisso al tappeto.

??? Pi?? ci penso, ??? mormor?? egli, senza levar gli occhi da terra, ??? e pi?? vedo questo matrimonio impossibile.?????

Raimondo per quella volta depose la penna, e inarc?? il sopracciglio.

??? Impossibile? perch???

??? Lo sai, lo intendi, dovresti immaginarlo anche tu. Quella donna ?? troppo ricca per me. Temo le ciarle del mondo. Ma s??; ??? soggiunse Filippo animandosi, poich?? tanto aveva preso l'aire; ??? questo pensiero ?? pi?? forte di me. Ho cercato di vincerlo; non ci sono riuscito; sento che non resister?? a questa vergogna.

??? Vergogna, anche! La parola ?? grave.

??? Nella mia condizione ?? la vera.

??? La tua condizione ?? onorata; quante volte avr?? io da ripeterlo? Non sei uno spiantato, perbacco, e molti galantuomini si sentirebbero in diritto di pretendere ad un partito come quello, con molto meno di terra che tu non n'abbia al sole. Inoltre, te l'ho anche detto; da amici, e segretamente, e senza aver neanche da rimetterci un soldo, son sempre qua io per pareggiar le partite.?????

Filippo fece il solito gesto di diniego all'offerta.

??? S??, quel che vorrai; ??? diceva egli frattanto. ??? Ma non si tratta solamente della dote, per me; si tratta del resto, di tutto il resto, capisci?... Con tanti milioni!...

??? Tanti milioni!... Chi te l'ha detto, che sian tanti? E mettici un numero, almeno.?????

Filippo sent?? che su quella strada non era prudente andare pi?? innanzi. Lo sapeva bene, il numero di quei milioni; ma non poteva lasciar trapelare da chi lo avesse saputo.

??? Ma, ??? balbett?? egli impacciato, ??? ?? da supporre, almeno....

??? Non ne supporre troppi, ti prego; ??? disse Raimondo, vedendo che l'altro non accennava a voler compiere la frase. ??? Anselmo ?? ricco, o potr?? diventare ricchissimo. Ha ancora molti anni davanti a s??; tu ne avrai altrettanti da aspettare, prima di darti pensiero di ci?? che egli potr?? lasciare, non a te, ma a sua figlia.

??? Ebbene? ??? rispose Filippo. ??? Cessa forse per questo ogni dubbio, ogni sospetto di calcolo da parte mia? Pensa, ti ripeto, pensa alla mia condizione, che ?? delicata, che ?? grave.

??? Pensa, pensa! ??? ripet?? Raimondo, con accento sarcastico. ??? E non pensi tu, frattanto, che altri possa trovarsi in una condizione pi?? grave, pi?? delicata della tua.

??? Altri?

??? Io, per tua norma; io che ho imaginato, proposto e condotto cos?? avanti il disegno che oggi ti spiace.

??? Hai ragione, hai ragione; ??? rispose Filippo, umiliato. ??? Ma non ?? poi cos?? avanti, come tu dici. Il signor Anselmo, finalmente, ha ancor da vedere e da conoscere tante cose, prima di accettare la tua proposta. Se egli non ?? ancora impegnato a nulla, devi crederti tu impegnato a tutto?

??? A tutto, s??, proprio a tutto. Vedi qua, una lettera che ho in tasca da tre giorni. Non meriteresti di leggerla; ma oramai ?? necessario che tu sappia a che punto siamo arrivati. Ecco, e giudica tu.?????

Cos?? dicendo, aveva cavato dalla tasca del soprabito il suo portafogli, e ne estraeva una lettera, porgendola tosto a Filippo. L'aperse questi, e incominci?? a leggerla sottovoce, fremendo, tremando, balbettando dalla commozione. La lettera diceva cos??:

???Caro Zuliani,

???Vi ho sempre stimato per un uomo di cuore, d'onore, e di buon consiglio. Quello che a voi parve un eccellente partito, era gi?? accettato da me, sempre sotto la condizione che fosse accettato dalla mia cara Margherita. Nondimeno (perdonatelo alla giusta sollecitudine d'un padre, ed anche un pochino alle vecchie abitudini dell'uomo d'affari), nondimeno, avendo necessit?? di rimanere ancora pochi giorni a Milano per le faccende della Rete Mediterranea, ho voluto prender lingua laggi??. Conoscevo la gente di fama, gente onoratissima, e che a Parma ha lasciato buon ricordo di virt?? pubbliche e private. Sapevo da voi che la sostanza, senza essere larghissima, era tuttavia non spregevole, e capace di maggiore incremento. So ora di laggi?? che l'erede rimasto orfano in et?? giovanissima, e avendo dalla carriera militare incentivo a spendere, non ha intaccato d'un soldo il suo patrimonio. Questa ?? una ragione di gran sicurezza per un babbo, e vale gi?? il doppio, il triplo di ci?? ch'egli possiede. Mi resta solo un timore; quello di essermi imbattuto in una perla d'uomo; cosa tanto difficile ai giorni nostri, che mi pare un prodigio, una stranezza. Perch?? non mi sembri pi?? tale, debbo ricordare che mi sono pure imbattuto in voi, caro e stimato Zuliani.

???Io partir?? gioved?? da Milano, ma per far sosta a Padova, dove m'aspetta una seduta della Veneta. Ci ho piccolo interesse, come sapete, ma bastante a farmi fare il viaggio. Sabato mattina, poi, muover?? per Venezia, dove giunger??, come mi promette l'orario, alle 9,50. Venitemi incontro alla stazione, se potete; e non dite nulla alle mie donne, poich?? mi spiacerebbe obbligarle ad alzarsi troppo per tempo. Avremo cos?? pi?? agio di ragionare tra noi due, e se Dio vuole avremo presto varata questa nave, ad onor vostro e mio. State sano, ottimo tra gli amici, e credetemi sempre il vostro

???Anselmo Cantelli.???

Filippo Aldini era fortemente commosso; leggeva e rileggeva, guardava e riguardava il foglio per tutti i versi, come se non sapesse staccarsene.

??? Scrive da uomo di cuore; ??? diss'egli finalmente: ??? e ci?? ch'egli dice dei miei vecchi mi tocca l'anima.?????

Una lagrimetta, frattanto, gli era spuntata in pelle in pelle.

??? Vedi, eh, che fior di galantuomini ci abbiamo noi per le mani? ??? grid?? Raimondo con aria di trionfo. ??? Come si fa a non amarli, a non andar magari nel fuoco per essi?

??? Vero, vero; ma io....

??? Ma tu non sei convinto, ora, non sei persuaso della impossibilit?? di dare indietro?

??? Vorrei contentarti; lo sa Iddio, se vorrei; ma non posso.

??? Non puoi? Di' che non vuoi. Le tue ragioni le ho gi?? combattute una volta, e vinte. Perch?? ritorni alla carica? Ti avverto, caro, che io non posso seguirti. Non fo il burattino, io. Voglio la tua felicit??, finalmente. Non ami tu Margherita?

??? S??, ??? grid?? Filippo, infiammandosi, ??? l'amo, lo sai, l'amo con tutte le forze dell'anima.

??? E allora che ti trattiene? Avresti tu qualche vincolo.... d'onore, che io non conosco??????

Filippo fece ripetutamente un gesto di assenso.

??? Ti torna in mente un po' tardi, se mai. Ed ?? una persona libera, a cui tu debba dare il tuo nome??????

Filippo rispose con un gesto di diniego.

??? D'altri? ??? ripigli?? Raimondo, facendo una vigorosa spallata. ??? Oh, allora, mio caro, essa non ha male che non si meriti. E tu, se mai, la guarisci. Puoi confidarmi il suo nome? Le parlo io, da onest'uomo. Non puoi? O per caso, non sarebbe questa un'invenzione dell'ultim'ora? Anzi, poich?? al vincolo ho accennato io scioccamente, non sarebbe un'invenzione dell'ultimo momento? Io ti conosco da un pezzo; non ho mai veduto nelle tue abitudini nulla di misterioso, o di strano. Non c'?? neppur l'ombra di un vincolo, e tu vuoi darmela a bere; non c'?? altro che un capriccio pazzo, per tormentare te stesso e chi vuole il tuo bene. Quanto a costui, dico male, non lo tormenti; vuoi farlo bugiardo, vuoi levargli l'onore.

??? Questo no! ??? disse Filippo, fremendo.

??? Questo per l'appunto; ??? ribatt?? prontamente Raimondo; ??? ?? la conseguenza logica del tuo capriccio. Se tu non te la senti di resistere alla vergogna..., l'hai detta tu questo mala parola!... io non resister?? alla figuraccia che m'avrai fatto fare con una famiglia tanto rispettabile; te l'assicuro io.

??? Ma che cosa.... ??? balbett?? Filippo, ??? che cosa vorresti tu fare?

??? Quello che un uomo d'onore sa fare, quando per colpa sua, o d'altri, ha perduta la stima della gente dabbene. Non sar?? poi un grande sacrificio; ??? disse Raimondo, con voce improvvisamente mutata, e quasi parlando a s?? stesso. ??? Che famiglia ho io? Non figli a cui provvedere, col desiderio di farli sempre pi?? ricchi; anche la mia vita diviene una cosa inutile e sciocca. Non ti ho mai detto queste cose; ma da un pezzo lo sento. Allegro una volta per indole, ho del mio carattere antico mantenuta la maschera: ma sono nel fondo un disgraziato. Vorrei amare l'universo mondo; e a modo mio non ama nessuno. Mia moglie.... tu la conosci, e sai se l'amo.... mia moglie ?? malata pi?? che non sembri. Con te, in confidenza, posso dire ci?? che ho sempre taciuto: ?? figlia d'una donna che ?? morta pazza; mi capisci? pazza. Ed anche lei, nervosa all'eccesso, mi tiene da qualche tempo in continua ansiet??. Oggi ride, domani piange. Non so che cosa farei, per quella donna; ma so bene quello che ho fatto....?????

Qui il povero Raimondo faceva la faccia scura; tristi ricordi si erano aggravati sull'anima sua, come un velo denso di nuvoli sulla vetta di un monte.

??? Per isposar lei, ??? continu??, ??? mi sono persino disgustato con mia madre. Tu vedi bene che la santa donna non viene quasi mai a Venezia, nella citt?? dove ?? nata! Ella non ha mai potuto perdonarmi questo matrimonio. E neanche la mia Livia, ??? soggiunse egli, sospirando, ??? ha mai fatto nulla per disarmarla, per rabbonirla; ?? cos??, e non si muta. La mia povera madre, che adoro, la cara donna, l'unica persona al mondo per cui sono ancora un bambino, mi tiene il broncio, mi punisce cos?? della mia disubbidienza. Ho meritato il suo rigore, lo so: ma ero tanto innamorato! E vivevo per l'amor mio, in questi anni; vivevo anche per l'amicizia, che ho sempre creduta una grazia del cielo. Ma tu, l'amico del cuore, ricusi i miei doni. La vergogna.... il capriccio.... il puntiglio!... Io avr?? fatto male a correr le poste, gi?? te l'ho detto; ma posso aggiungerti che non le ho corse davvero, se non quando mi hai dato il tuo s??, che oggi ti vorresti riprendere. Pensaci! Come ?? vero Dio, ti accerto che domattina non andr?? alla stazione per incontrare il signor Cantelli, se non potr?? portare con me il tuo consenso. Ci?? che in quella vece avr?? fatto, saprai. Tu mi disonori in faccia a quell'uomo; non sopravviver?? a questo colpo.?????

Filippo Aldini era allo stremo delle sue forze: il suo cuore si contorceva nello spasimo di un'aspra tortura morale. Fremeva al pensiero del rischio in cui la sua ostinazione precipitava l'amico; e la imagine di Medusa gli si affacciava lumeggiata di sinistri bagliori, nell'ombra.

??? Perdonami. Raimondo; ??? annasp??; ??? non ti esageri ora il pericolo?

??? No; ??? rispose netto quell'altro. ??? La lettera di Anselmo ti mostra che cosa pensi egli di me. Quando un uomo ?? collocato tant'alto nella stima altrui, egli ?? come la statua rizzata sul suo piedistallo; se casca non c'?? rimedio, va in pezzi. Aggiungi che quando io fossi perduto nella stima di Anselmo, ogni relazione d'amicizia e d'affari sarebbe rotta tra noi. Tutto ci?? farebbe scandalo tanto pi?? grave, in quanto che, non essendo conosciute le cagioni della rottura, il mondo ne imaginerebbe a sua posta. Vedi a che punti mi condurrai col tuo no. Ma io prego ancora? ??? grid?? Raimondo, inalberandosi tutto ad un tratto. ??? Dopo ci?? ch'io t'ho detto delle mie risoluzioni, sarebbe una vilt?? continuare. Pensaci! Tu non hai avuto ragioni da oppormi, ed hai sentite le mie. Pensaci! Aspetter?? la tua risposta prima di notte. Per darmela meditata e seria, come ho il diritto di esigerla, poich?? il cuore non te l'ha subito dettata, devi restar solo colla tua coscienza. Va!

??? Raimondo! ??? grid?? Filippo non voce lagrimosa. ??? Raimondo! Se tu mi leggessi nell'anima!...

??? Te l'ho detto, aspetto la tua risposta. Legger?? quella; non pi?? parole inutili; va!?????

Si era alzato, cos?? dicendo. Anche l'Aldini si lev?? in piedi e si mosse per uscire, con un gesto d'addio disperato; veramente disperato, come il caso in cui lo aveva messo il suo triste destino.

Rimasto solo nelle stanze, Raimondo si studi?? anzitutto di ricomporre il viso ad un'apparenza di tranquillit??. Con uno sforzo violento venne a capo di padroneggiarsi, tanto da poter finire di minutare la lettera rimasta interrotta; poi chiam?? il signor Brizzi, per dargli le opportune istruzioni. Finalmente uscito dal banco, and?? attorno passeggiando senza saper dove e perch??, ma rinfrancandosi a grado a grado nell'aria pungente della sera, e port?? a casa il resto del suo turbamento, quel resto che non poteva sfuggire all'occhio indagatore di Livia. L?? per l??, come s'?? visto, Raimondo aveva dovuto scodellare quella bugia delle ventimila lire in pericolo; la prima che gli era venuta alla mente, e la pi?? facile ad un uomo d'affari, ma non lavorata abbastanza, non aggraziata n?? condotta a pulimento, per la fretta che aveva di trovar qualche cosa. Forte di quella bugia, era rimasto aggrondato, per tutto il tempo del pranzo, ed anche pi?? tardi in salotto, mentre la signora fingeva d'esser tutta intenta nel suo ricamo turco (un ricamo che voleva durare quanto la tela di Penelope), ed egli di essere sprofondato nella lettura dei suoi giornali. Ed ella di tanto in tanto, col pretesto d'infilar l'ago, mandava una rapida occhiata al marito; ed egli, a pi?? lunghi intervalli, come se si destasse ad un tratto da una specie di letargo, attaccava qualche discorso vano, che tosto lasciava cadere. Serata uggiosa per tutt'e due! Frattanto egli non dava indizio di volersi spiccare da casa, per andare a far quattro passi.

Erano gi?? suonate le nove all'orologio dell'anticamera, quando si ud?? una scampanellata. Visite? Per quella sera non ne aspettavano. Poco dopo entrava in salotto il fido Giovanni, portando un vassoio d'argento, e sul vassoio una lettera.

??? Per lei, signor padrone; ??? diss'egli, accostandosi al signor Raimondo.

Prese questi la lettera con un gesto convulso, che alla signora Livia pot?? sembrare impaziente.

Ella intanto sbirciava il messaggio, che Raimondo aveva dovuto recare pi?? presso alla tavola, sotto il vivo lume della lampada elettrica ond'era rischiarato il salotto; e tosto riconosceva il tipo delle buste del banco maritale, insieme colla mano di scritto del signor Brizzi, gran maestro in calligrafia commerciale. Anche questi particolari aveva notati Raimondo, e alla sollecitudine con cui aveva afferrata la lettera era succeduto un senso di delusione e di noia. Nondimeno, aperse la busta, ne estrasse il foglio, e lo spieg??. C'erano pochi versi di scritto, e lo sguardo di Raimondo li abbracci?? tutti in un colpo; egli ripieg?? quindi il foglio, lo rimise nella busta, e cacci?? tosto il messaggio nella tasca interna del suo soprabito.

Ma un gran mutamento si era fatto in lui: sparite le gronde, la fronte rasserenata, l'occhio tornava a brillare della solita luce, e le labbra, non pi?? strette come dianzi, s'ammorbidivano ad una espressione di gran contentezza.

Tutto ci?? non era sfuggito allo sguardo di Livia. La bella signora aveva molte ragioni, quel giorno, per essere in singolar modo curiosa. Passati appena pochi secondi, quanti ne bastavano a capire che Raimondo non avrebbe aperto bocca egli stesso per darle ragguagli, placidamente, senza levar gli occhi dal suo ricamo, gli disse:

??? Buone notizie?

??? Eccellenti; ??? rispose Raimondo.

??? Il rischio che correvi di perdere?...

??? Sfumato. Lo dicevo ben io a me stesso! Come ti si pu?? cangiare cos??, di punto in bianco, diventare tutt'altro, l'uomo che hai sempre stimato, vedendo in lui la perla degli uomini? Ecco intanto come vanno le cose di questo mondaccio; ??? soggiunse Raimondo, chetando un pochino quella sua foga soverchia; ??? ?? bastata la voce di un maligno, per far credere che un galantuomo chiamato a Padova da un negozio urgente, rimasto col?? un giorno pi?? del previsto, fosse dato per un fuggiasco, che volesse sottrarsi ai suoi impegni d'onore. ?? tornato, il brav'uomo; ?? capitato al banco, dopo che io n'ero uscito, ed ha soddisfatto il suo debito.?????

Le spiegazioni verbali erano belle e buone; ma la signora Livia avrebbe preferito leggere senz'altro la lettera. Disgraziatamente Raimondo teneva gli affari e le lettere d'affari per s??; ed era un gran fatto che per una volta tanto si fosse lasciato cavar di bocca quel poco.

Uscito di pena, Raimondo lesse meglio i giornali, anzi diciamo che incominci?? a leggerli soltanto allora; ed anche, secondo l'uso, lesse e comment?? la cronaca cittadina a sua moglie. La quale, frattanto, pensava che suo marito, anche avendo perduto o corso rischio di perder somme pi?? forti, non era mai stato tanto accorato come quel giorno, tra le sei e le nove di sera.

??? Va, caro; tu non me la dici giusta; ??? pensava ella in cuor suo.

Quella sera egli si ritir?? nelle sue stanze un po' prima del solito. E al servitore che lo accompagnava col lume, parl?? facetamente cos??:

??? Paron Nane, domattina vorrei il caff?? alle sette. E svegliatemi, s'intende; che non vorrei beverlo freddo.?????

Era strano, quell'ordine di svegliarlo alle sette. Nell'inverno, di solito, si faceva portare il caff?? alle otto, e magari alle otto e mezzo. Inoltre non diceva ???paron Nane??? al suo vecchio servitore, se non quando era allegrissimo. Che proprio tutto quel buon umore venisse da una lettera d'affari? e niente, il cattivo delle ore innanzi, da un discorso che aveva dovuto fargli Filippo Aldini, quel medesimo giorno?

XIII.

Triste risveglio.

Ma aveva poi parlato Filippo Aldini? Bene lo aveva promesso a lei, sulla sua fede di gentiluomo; ed ella doveva crederlo risoluto, come le era apparso sincero. Quella fiducia si era avvalorata in lei vedendo ritornare a casa Raimondo cos?? profondamente turbato: ma la fiducia si era dileguata oramai, e tanto pi?? facilmente quanto era stato pi?? rapido il trapasso di Raimondo dalla insolita tristezza al buon umore consueto.

Ch'ella si fosse ingannata nei suoi sospetti? Si trattava egli davvero d'una somma di denaro in pericolo? tutto si riduceva egli adunque ad un episodio volgare della vita bancaria, sempre seminata di rischi? In questo caso, bisognava concludere che Filippo non avesse ancora parlato, e che tutto il rimescolo di Raimondo dipendesse da quell'altra cagione, che le era parsa insufficiente a produrlo. Ma allora, perch?? aveva indugiato l'Aldini a parlare? Quando aspettava egli a farlo, mentre il farlo era pi?? urgente che mai?

Ah quella lettera! quella lettera, se a lei fosse riuscito di leggerla, le avrebbe dato modo di procedere a pi?? sicure induzioni. Senza dubbio, quella lettera usciva dal banco Zuliani; lo diceva la busta con tanto di bollo; lo diceva la nota calligrafia commerciale del signor Brizzi degnissimo. Ma il foglio che c'era dentro, che cosa portava nelle sue pieghe? proprio la notizia che un debitore non era scappato?

Questi pensieri, tutti intessuti di dubbi angosciosi, dovevano tenerla quella notte ben desta, facendole dar volta ad ogni momento nel suo letto, sotto gl'impulsi d'una febbrile inquietudine. A un certo punto non seppe pi?? trattenersi. Scivol?? dalle coltri, indoss?? la sua veste da mattina e pass?? nell'abbigliatoio, che separava la sua dalla camera del marito. Muovendo leggera leggera si accost?? all'uscio di questa, e stette un pezzo origliando, per assicurarsi che Raimondo fosse ben preso dal sonno. Di solito, quando dormiva, Raimondo dormiva sodo. Ma come fu lunga per lei la fatica di girar la maniglia che teneva chiuso quell'uscio, traendola cos?? delicatamente, cos?? lentamente, che la toppa non avesse a cantare! Raimondo, benedetto lui, non avrebbe sentito neanche il cannone. E finalmente, se si fosse risvegliato, non mancavano pretesti a giustificare l'apparizione notturna di lei. Poteva dire, ad esempio, di essersi turbata, sentendolo parlare, o dolersi in sogno, come alle volte accade. Ma allora, addio lettera: e su quella lettera appunto bisognava metter la mano.

L'uscio era aperto senza rumore, e Livia entr?? guardinga nella camera; inoltrandosi alla fioca luce della finestra, arriv?? strisciando fino alla spalliera di un canap??, dove ella sapeva che suo marito usava gittare i suoi abiti. Allung?? il braccio, palp?? destramente, trov?? il soprabito, e ficc?? la mano nella tasca di petto; ivi sent?? il portafogli, e accanto al portafogli una busta. Era quella? A buon conto la prese, e cos?? lieve lieve com'era venuta, si ritrasse, strisciando sul molle tappeto, fino alla camera sua. L?? dentro, al lume di una lampadina da notte, guard?? ansiosamente la busta. Era proprio quella, col bollo del banco, e la soprascritta gi?? da lei ravvisata. Tosto, con ansia indicibile, e con pari sollecitudine, ne estrasse il foglio, e lo spieg??, accostandolo quanto pi?? poteva al cristallo. Ah! non c'era pi?? da ammirare l?? dentro la calligrafia commerciale del signor Brizzi; bens?? da stupire, e come! davanti ad una mano di scritto meno regolare, senza sfoggio di filetti e svolazzi, tutta personale, asciutta, rigida, e chiara, poi, chiara fin troppo! Filippo aveva dunque parlato? S??, certamente, poich?? egli appunto scriveva.

Ah, bravo! anche la malizia dello scrivere all'amico sotto la copertina del banco? Tutto ci??, ben inteso, per non dar nell'occhio a lei, per guardarsi da una sua indiscrezione. E come aveva dovuto lavorar di fine, per giungere a tanto! Il banco Zuliani si soleva chiudere poco dopo la partenza del principale. Per usare a quel modo della carta del banco e dell'opera del suo segretario, il conte Aldini era andato a scovare il signor Brizzi. Come ci?? fosse avvenuto, s'indovinava benissimo: dal Quadri, ove pranzava l'Aldini, al Cappello Nero, ove il Brizzi faceva i suoi pasti, non era lunga la strada.

Queste cose pens?? in un baleno; frattanto leggeva il biglietto. Cos?? scriveva brevemente l'Aldini a Raimondo:

???Hai ragione, ed io sono un pazzo. Ma se tu vedessi nell'anima mia!... Basta, io non ti dir?? altro dei miei turbamenti. Vedi pure il signor Anselmo; io non ho pi?? nulla da opporre alle tue argomentazioni, segnatamente all'ultima, che mi ha troppo commosso. Ah, Raimondo, Raimondo! Tu eri ben degno d'un amico migliore.

???Il tuo Filippo Aldini.???

E nient'altro: ma quel tanto bastava ad illuminare la signora Zuliani. ???Vedi pure il signor Anselmo; io non ho pi?? nulla da opporre.??? Oh, caro! Si era egli dunque finito di persuadere da s??? C'erano molte pi?? cose da opporre a lui, e alle sue facili persuasioni. Ma non c'era tempo da perdere. Livia rilesse il biglietto, per non dimenticarne una sillaba; poi lo ripose nella sua busta, e com'era andata una volta, cos?? guardinga ritorn?? nella camera di suo marito; rimise la lettera al suo posto, mentre Raimondo seguitava a dormire, e si ridusse nella sua camera. Soltanto allora poteva dar libero corso allo sdegno ond'era tutta invasata.

??? Ah no! non sar?? come tu la pensi, cacciatore di doti! Saltasse il mondo, questa non la spunterai, te lo prometto. Ed io, quando prometto, mantengo.?????

Cos?? borbottava tra i denti, mentre la sopraccoglieva un gran freddo, obbligandola a rimettersi in letto. Indossava ancora la veste da camera, e non ci aveva neanche badato. Tra poco, al gran freddo sarebbe succeduto un gran caldo; tanto gi?? incominciava la febbre a darle travaglio. E rileggeva con gli occhi della mente il biglietto fatale. ???Vedi pure il signor Anselmo???. Ma dove, se il signor Anselmo era a Milano? Che, forse era egli per giungere a Venezia? Ma s??, l'ordine dato da quell'altro di esser destato alle sette, non indicava che volesse andargli incontro alla stazione? Si faceva tutto a gran furia; e sul tamburo la scritta nuziale! Ah, no, mille volte no! Ella non voleva; non avrebbe mai consentito.

Filippo adunque perduto irremissibilmente per lei! E di lei si era fatto giuoco, il vigliacco! Ogni tentativo, pur troppo, le era andato a male. Aveva parlato alle signore Cantelli, seminando accortamente sospetti; e Raimondo si era affrettato a dissiparli. Curiose quelle donne, che si lasciavano cos?? facilmente persuadere, tanta era la fretta di acciuffare un marito! Aveva parlato a Filippo, ottenendo da lui la promessa di resistere; e Raimondo era venuto a capo di persuadere anche quello, facendogli rimangiare la sua sacra parola. Con tante fatiche, non era dunque riuscita a nulla? E non le si offriva nient'altro, per muovere alla riscossa, per mettere a segno il cacciatore di doti? Ah, se avesse potuto discorrer lei, col banchiere Anselmo! Quello non doveva avere la stupida fretta delle sue donne, e neanche gli stolidi capricci del suo collega di Venezia; quattro ragioni spiattellate l??, senza tanti rigiri, lo avrebbero convinto della necessit?? di rompere quei negoziati vergognosi. Che cosa gli avrebbe detto? Non lo sapeva ancora; si sarebbe buttata l?? a capo fitto, anche a rischio di confessargli ogni cosa di s??. Lo sdegno non ragiona; pu?? passar sopra alla vergogna. L'essenziale, per lei, era di vincere.

Ma come poteva sperare di veder subito il banchiere Cantelli, e senza importuni alle costole? Ci pensava, e mulinava disegni, l'uno pi?? sottile e pi?? pazzo dell'altro. Lo sdegno intanto cresceva, cresceva come un fiume in piena, che raggiunge il colmo degli argini, li sormonta e dilaga. Il sangue le dava tuffi frequenti; le tempia le ardevano; le si offuscavano gli occhi. Filippo sposo! Filippo che si rideva di lei e delle sue furie impotenti! Ah, il signorino, il bel conte, cos?? mutato da quello di un giorno! Perch?? egli, con tutti i suoi rimorsi, con tutte le sue prudenti esortazioni, non poteva negare a s?? stesso di averla ricambiata di amore. Gli avrebbero dato, se mai, una solenne mentita le sue medesime lettere, piene di soavissime cose. Bruciando per tutte le membra, non potendo pi?? stare sotto le coltri, si alz?? di scatto, mosse alla volta di uno stipo che stava appoggiato contro la parete, lo aperse, e toccato un segreto nel fondo, ne fece uscir fuori un involtino di carta. Erano l??, strette da una fettuccia color di rosa, le lettere di Filippo Aldini.

Non molte, per altro; l'amico era assai presto diventato sospettoso e prudente: tanto prudente, che si era fatto promettere da lei di bruciare quegli otto o nove messaggi d'amore. Che bisogno di conservarli, se durava nei cuori il sentimento gentile ond'erano stati ispirati? Cos?? egli diceva. Ma qual donna innamorata, o che tale si creda, accetter?? mai il consiglio di distruggere i dolci ricordi del tempo felice, i cari trofei della sua stessa vittoria? Aveva promesso di bruciare, ed aveva conservato; rileggeva allora, e si esaltava sempre pi??. Scoccarono le cinque, ed ella non aveva anche finito di sfogliar quelle pagine, di notarne i pensieri, di meditarne le frasi, di richiamarsi alla mente le sensazioni che s'erano accompagnate alla prima lettura. E se quell'altro si fosse destato? Se udendo il frusc??o delle carte, od altro lieve rumore nella camera di Livia, e imaginando ch'ella non dormisse pi??, fosse comparso l??, dall'uscio dell'abbigliatolo, e l'avesse colta in sull'atto dell'amorosa lettura? Ebbene, comparisse pure, lo spettro della vendetta. Oramai, ella non reggeva pi?? alla violenza del suo dolore; ogni altro male sarebbe stato un sollievo. Ma egli dormiva ancora, dormiva sempre il sonno del giusto; e Livia ebbe tempo a rileggere, a meditare, a richiamar sensazioni antiche, poi a rifar l'involtino, a rimetterlo nel suo cassetto d'acero, e a richiuder lo stipo.

Il freddo la riprendeva, ed ella ritorn?? a rannicchiarsi nel letto, formando sempre nuovi disegni, non trovando mai nulla che valesse, rabbrividendo, fremendo, gemendo, e nella sua disperazione chiedendo a Dio che la facesse morire. Il mondo le pareva un buio deserto, oramai, se le mancava Filippo, se Filippo doveva appartenere ad un'altra. E vedeva la puppattola sciocca, bianco rosata sotto le ciocche luccicanti dei suoi capelli neri; la vedeva lieta, trionfante, venirle incontro con un sorriso che tradiva lo scherno, per ringraziarla dell'esser venuta ad assistere alla cerimonia nuziale. E a quella, e ad altre feste doveva esser presente la moglie di Raimondo Zuliani, autore glorioso e dissennato della felicit?? del suo caro Filippo. Ah no, per la collera di Dio, che punisce i traditori, quella felicit?? non sarebbe giunta a maturanza; no, no, mille volte no; sarebbe morta, piuttosto, ma della collera divina sarebbe stata lei lo strumento.

Intanto albeggiava; il cielo si tingeva di un tenue chiaror cenerognolo, sui tetti dei palazzi nereggianti in grandi masse dall'altra riva del Canal Grande. Ed ella ancora non aveva chiuso occhio; e quell'altro seguitava a dormire, pi?? saporitamente che mai. Attraverso gli usci dell'abbigliatolo, Livia ne udiva il respiro largo, profondo, monotono nel suo ritmo uniforme.

??? E tu dormi, sciocco! ??? mormorava ella, stizzita. ??? Cos?? tu hai sempre dormito.?????

Infatti, che cieca fiducia, in quell'uomo! Quante volte non si era ella trovata sul punto di essere scoperta! Ogni altro si sarebbe insospettito di meno; egli no. Gran fede! gran fede! Si fonda una religione, colla fede, non si governa una donna. Ed era stato lui, a tirare in casa il bel conte; lui a magnificarne ogni atto, ogni parola, ogni gesto; tanto che, sul principio, ella ne era seccata parecchio, avendo perfino accolto nell'anima il sospetto che il suo Raimondo, senza volerne aver l'aria, fosse noiato di lei e chiamasse un aiuto a portar la sua croce. Ma che cosa aveva di tanto miracoloso, quel conte? Era bello, s??, senza eccesso; elegante con misura; scarso di parole, che parevano tutte assai meditate; spesso e volentieri taciturno; sempre in atteggiamento pensoso. Forse per questo lo dicevano un uomo fatale? La uggivano maledettamente, gli uomini fatali. Ma intanto, volere o no, poich?? egli era entrato nelle grazie di Raimondo, bisognava studiarlo, ed anche poteva essere utile studiarlo per indovinare con qual segreta mal??a avesse egli incantato parecchie bellezze, delle quali in ogni ritrovo pi?? o meno aristocratico si bisbigliavano i nomi. Ahim??, studiare ?? principio di amare; e quando la signora Livia ebbe molto studiato, si ritrov?? pazzamente innamorata del conte Aldini. Un amor pazzo non ?? sempre, anzi non ?? quasi mai un amor vero; non ?? certamente un amore profondo; nasce dal cervello e non dal cuore; l'imaginazione lo ha concepito, il sentimento la ha tenuto a battesimo, secondo l'usanza di tanti padrini, senza calcolar troppo i suoi obblighi. Cos?? travolta dall'impeto della passione, era stata lei la prima cagione del male onde ora aveva a dolersi. Il suo amor proprio non le permetteva di confessarlo; alla peggio, la colpa di tutto andava ascritta a Raimondo. E certo, quel marito non era stato prudente, n?? savio: felice tra due diversi affetti dei quali sentiva bisogno il suo gran cuore, non aveva veduto nulla, sospettato di nulla; beatissimo uomo, aveva dormito tra due guanciali, proprio come in quel momento faceva.

Ma per allora, a buon conto, l'amico doveva risvegliarsi. ???Paron Nane??? aveva bussato due volte all'uscio della sua camera, discretamente la prima, pi?? forte la seconda; finalmente, a rompergli l'alto sonno nella testa, era entrato, portando il vassoio del caff??, secondo l'ordine ricevuto.

Livia sentiva dalla sua camera la voce del vecchio servitore che riscuoteva Raimondo, e tosto quella di lui, che destato in soprassalto chiedeva:

??? ?? gi?? l'ora?

??? Sono le sette, signor padrone; ??? rispondeva quell'altro. ??? Non mi ha ordinato di svegliarla ad ogni costo?

??? S??, sta bene, sta bene; versate il caff??, paron Nane, ??? replicava Raimondo. ??? Ma in verit??, dormivo cos?? di gusto!?????

Le sette scoccavano infatti all'orologio dell'anticamera. Le sette; e Livia aveva passata tutta la notte insonne! E il sangue le ribolliva nelle arterie, pulsando forte, martellando alle tempie.

Gi?? Raimondo era sceso dal letto, ed ella lo sentiva andare e venire nella fretta del vestirsi, poi richiamare il servitore e ordinargli che la gondola fosse pronta per le otto alla scalinata del palazzo. Un'ora, dunque, un'ora appena doveva passare, ed egli sarebbe uscito, sarebbe corso dove lo chiamava il suo matto desiderio di far la gente felice. Ella, intanto, era fuori di s??. Tremassero i felici, ai quali Raimondo dedicava le sue cure amorevoli: ella sentiva una voglia furibonda di balzare dal letto, di fare un chiasso, di romperla con ogni riguardo, come con ogni paura. Non ne poteva pi??, non ne poteva pi??; o sfogarsi, o morir soffocata.

Raimondo era entrato nell'abbigliatoio; Raimondo veniva ad aprir l'uscio della camera di lei; Raimondo appariva sulla soglia.

??? Livia, dormi? ??? chiedeva egli a bassa voce.

??? Che! ??? rispose lei, coll'accento sdegnoso che Raimondo conosceva cos?? bene, e a cui cos?? bene, se non volentieri, si adattava da un pezzo. ??? Ma si pu?? egli sapere dove corri a quest'ora?

??? Non corro, come vedi; vengo a darti il buon giorno. Per uscire c'?? tempo ancora; ma volevo esser pronto: il sonnellino d'oro ?? cos?? traditore, che guai, a fidarcisi! Debbo trovarmi alla stazione intorno alle nove.?????

Ella ebbe al cuore un sussulto violento. Non si era dunque ingannata; Raimondo muoveva ad incontrare il Cantelli. Ma volle averne l'intiero da lui.

??? Alla stazione! ??? ripet??, simulando un alto stupore. ??? E perch???

??? Sai, arriva questa mattina l'amico Anselmo; ??? rispose Raimondo.

Non le diceva nulla ch'ella gi?? non sapesse: pure il sentirselo confermare da lui, le diede una stretta dolorosa.

??? Ah! ??? esclam?? con accento sardonico. ??? Sempre per quel matrimonio!

??? Ma s??; ??? diss'egli, stropicciandosi le mani. ??? Oramai siamo alle porte coi sassi.

??? Davvero? ??? ripigli?? la bella sdegnosa. ??? E si contenter?? di quattro sassi sul parmigiano, il babbo dei sette milioni?

??? Si ?? gi?? contentato, mia cara; egli viene soltanto per conoscere il suo futuro genero. Quanto agli interessi, ??? concluse Raimondo, ??? avevamo gi?? tutto combinato in questi giorni per lettera.?????

Livia si morse le labbra a sangue.

??? Che scioccheria! ??? grid??, esasperata. ??? Ma che ti salta in mente di far dei felici a loro malgrado?

??? A loro malgrado? ??? ripet?? Raimondo. ??? Spero di no. Si amano tanto!?????

Quelle parole, con tanta calma proferite, giunsero aspre al cuore di Livia, acute, cocenti, come un ferro arroventato. Si era rizzata sulla vita, puntando una mano sul letto e con voce stridente gridava:

??? Si amano, hai detto? Egli ama dunque davvero quella donna? E non la dote?

??? Ma che dote! Ne abbiamo gi?? discorso una volta, e speravo di averti disingannata su questo proposito. L'ama, ti ripeto; me lo confessava ancor ieri; l'ama di un amor disperato.

??? E sia; ??? riprese ella, fremente. ??? Ma il tuo Aldini non pu?? sposar quella donna.

??? Perch??? ??? domand?? Raimondo. ??? Che vincoli lo potrebbero trattenere?

??? Vincoli, o riguardi da buon cavaliere, dovrebbero esser tutt'uno; ??? replic?? ella concitata.

??? Ah, vuoi parlare di antiche fiamme? ??? disse placidamente Raimondo. ??? Storie del vecchio Testamento, mia cara.

??? Eh, non tanto vecchio come tu credi. ??? Raimondo tentenn?? la testa, in atto d'uomo che fosse ben sicuro del fatto suo.

??? T'inganni, bella mia, t'inganni; ??? ribad??, pi?? placido che mai. E per un momento, sappi, m'ero ingannato ancor io. Vedendolo sempre cos?? incerto, cos?? facile a volere e a disvolere, mi era passato per la mente quel che tu dici. E gliene domandai, senza tanti preamboli. Fig??rati che a tutta prima voleva dirmi di s??. Ma lo faceva parlare in questo modo l'eterna paura di sembrare un uomo interessato, quel che tu dici un cacciatore di doti. Ma io l'ho confessato per bene, sai. Ha dovuto convenire di esser libero, liberissimo di ogni specie d'impegno; cos??, su tutti i punti ho avuto il piacere di vincerlo.?????

Livia guard?? suo marito negli occhi. Le parve orribile, con la sua faccia fresca, con la sua asseveranza, con la sua serenit?? imperturbabile, e pi?? coi suoi canti di vittoria.

??? Dunque, tu credi che non abbia vincoli di cuore?

??? Lo credo fermamente.

??? Sciocco! ??? grid?? la fiera donna, divorata dalla febbre, divampante di collera. ??? Apri quello stipo; c'?? ancor la chiave nella toppa.?????

A quelle strane parole Raimondo diede un balzo sulla poltrona ov'era andato a sedersi, presso il letto di sua moglie, fin dal principio del loro colloquio mattutino.

??? Che ?? ci??? ??? diss'egli turbato. ??? Che cosa ho io da vedere l?? dentro?

??? Il tuo disinganno, se credi l'Aldini un fior di cavaliere. Ah, egli si ?? fatto ben pregare, per ingannare te, per ingannar la tua Margherita, per ingannare la signora Eleonora, il banchiere, e tutti quanti. Non ama la tua puppattola, te lo dico io; non l'ama d'amore. Apri!

??? Ma, in nome di Dio, che cosa c'?? l??? ??? grid?? Raimondo, irritato.

Attraverso i vapori della febbre, un lampo di ragione era passato per la mente di Livia, rischiarandole il vuoto di un abisso pauroso. Ma ella non era pi?? in tempo per dare indietro; e del resto, a qual pro? Non era meglio finirla una volta, e per sempre, anzich?? dibattersi vanamente tra gl'impeti della gelosia furibonda e dell'ira impossente?

??? C'?? un involtino di lettere; ??? rispose, con voce mezzo soffocata da un tuffo di sangue alla gola; ??? lettere del tuo cavalleresco Aldini.... ad una signora.?????

Una nube si era stesa sugli occhi di Raimondo; ma egli trov?? ancora tanta forza nell'animo per discacciarla da s??.

??? E tu, ??? diss'egli, tentando di dare aspetto di celia ad un modesto rimprovero, ??? e tu hai fatto da segretaria?

??? Apri e vedrai; ??? replic?? Livia, impaziente.

Raimondo and?? barcollante verso lo stipo; gir?? la chiave, e fece cadere lo sportello a ribalta, mettendo in mostra parecchi scompartimenti di cassettini e ripostigli in bella ordinanza disposti a parecchi ripiani, nei quali il m??gano si alternava coll'??cero.

??? Dove? ??? chiese egli, non sapendo in qual punto metter la mano.

??? A sinistra, il cassettino pi?? basso; fallo scorrer fuori; troverai un assicella di legno bianco. Ancora a sinistra, premi col dito; salter??.?????

Egli aveva macchinalmente obbedito alle istruzioni di Livia. L'assicella, premuta appena, scatt??, discoprendo il ripostiglio segreto. In quel ripostiglio giaceva un involtino di carta bianca, legato da una fettuccia color di rosa.

Le afferr??, ne sciolse il legaccio, spieg?? il foglio, e ne trasse fuori un mazzettino di lettere, che port?? nel vano della finestra, sotto la luce scialba di quel mattino invernale. Non avevano soprascritta; certo erano state cambiate le buste. Aperse la prima; gitt?? un'occhiata sui primi versi dello scritto, e mise un grido; aperse la seconda, lesse ancora poche parole, e il grido di doloroso stupore si mut?? in urlo di belva ferita. E ancora aveva sperato, poc'anzi; aveva sperato d'imbattersi in segreti altrui, che poco o punto gli dovesse importar di conoscere. Avrebbe guardato, per contentare sua moglie, strana donna in verit??, che di altrui debolezze non si sarebbe dovuta occupare; avrebbe guardato, e non letto. In quella vece.... ???Mia Livia???, diceva incominciando la prima lettera che gli era venuta sott'occhio; ???Adorata???, diceva la seconda; ed anche quella s'intendeva dal contesto che fosse per lei.

??? Ah, per l'anima mia! ??? rugg??, pi?? che non gridasse, il disgraziato Zuliani.

E non voleva pi?? veder altro; il demone della gelosia lo mordeva al cuore; lo torturava l'orgoglio ferito; lo straziava l'amore umiliato. Ma se non fosse vero niente? Se gli occhi suoi avessero traveduto? E leggeva ancora, leggeva con rabbia crescente, cercando invano il segno della innocenza di lei, come della sua propria foll??a, e cacciandosi sempre pi?? profondo il ferro nella piaga. Apriva buste, e le gittava sul tappeto, scorreva foglietti e cartoncini, che si venivano l'un dopo l'altro spiegazzando tra le sue dita convulse; ruggiva, intanto, con la schiuma alla bocca e gli occhi iniettati di sangue. Cos?? trangugiato sino alla feccia il suo calice di amarezze, stringendo i fogli maledetti nel pugno, tremando tutto di vergogna e di collera, balbettando parole sconnesse, si volse e and?? minaccioso verso il letto.

Ella era l??, poggiata sul gomito, con gli occhi sbarrati, e rideva, rideva d'un riso spasmodico. Ma tosto gett?? un grido, e diede in uno scoppio di pianto.

??? Uccidimi! uccidimi! ??? mormor?? tra i singhiozzi. ??? Almeno non inganni pi?? te, n?? altri, il miserabile! Uccidimi, Raimondo! Amer?? la morte, se mi viene da te.?????

E gi?? Raimondo si scagliava su lei, con gli occhi fiammanti e con le mani levate.

??? Tu.... disgraziata.... ??? proruppe, ma non potendo dir altro.

Le parole gli gorgogliavano nella strozza; ed anche i pensieri si agitavano confusi nel suo cervello. Guard?? la disgraziata, che ansante e palpitante, riarsa dalla febbre, con atto disperato protendeva il collo verso di lui, come implorando la stretta fatale; mise un urlo di fiera, quasi volesse coll'urlo stimolarsi a vendetta; ma le sue mani levate a minaccia non si aggravarono su lei: una forza arcana combatteva i suoi feroci propositi, trascinandolo indietro.

??? Tu.... disgraziata, ??? ripet?? allora, in uno sforzo supremo, ??? vivi colla tua onta, se puoi. Non macchier?? le mie mani nel sangue di una donna.?????

Ella si era precipitata dal letto, avvinghiandosi alle ginocchia di lui.

??? Una disgraziata, s??, hai detto bene; ??? gemeva. ??? Uccidimi! uccidimi!?????

Rispose egli alla preghiera con un gesto sdegnoso; e poco potevano trattenerlo le braccia di lei. Cacciati in tasca i fogli spiegazzati, dei quali aveva gi?? fatto nel colmo dell'ira un batuffolo, afferr?? i polsi di lei, premendo cos?? forte, da strapparle un grido d'angoscia, e da costringerla tosto, sebbene riluttante, ad aprire le palme.

??? Va! ??? disse ancora, respingendola a tutta forza, per modo ch'ella and?? riversa sul pavimento.

Fu quella l'unica violenza usata da Raimondo Zuliani contro la donna che lo aveva cos?? crudelmente ingannato, e pi?? crudelmente levato d'inganno.

Si rialz?? la misera Livia sulle ginocchia, supplicando. Non diede ascolto Raimondo, e fugg??.

XIV.

?? il destino!

Livia era rimasta spossata, fisicamente e moralmente spossata, inerte il corpo, inerte la mente. Soltanto dopo un tratto di tempo, cedendo alla sensazione del freddo che la coglieva cos?? discinta com'era, macchinalmente si trascin?? fino alla sponda del suo letto, tante volte abbandonato nel corso di quella notte dolorosa; ma fu grande fatica per lei, a ridursi sotto le coltri. Aveva bisogno di riposo; e l'ebbe la persona, non l'anima, pur troppo; non l'anima, che, ravvivata da un ritorno di calore alle membra, non poteva egualmente rinfrancarsi in una serie di quieti pensieri e d'imagini liete.

Dio, che cosa aveva ella mai fatto! Cessate il parossismo della febbre, sentiva allora, riconosceva finalmente tutto l'orrore dell'atto dissennato, commesso in una crisi nervosa. Il suo male! ???Mia madre ?? morta pazza???, aveva ella detto il giorno innanzi a Filippo. E cos?? fosse morta pur lei, che aveva parlato in un vero accesso di follia, e viveva, povera carne sofferente, disdegnata in mal punto da chi avrebbe dovuto farle la carit?? di una stretta alla gola, che finisse in lei ogni rimorso, ogni spasimo. Ed ora, quante rovine intorno a lei! e fatte nella pazzia d'un istante da lei! Cos?? quando un fiume si gonfia, infuria e straripa; dove gi?? si stendevano campi ubertosi, suscitando speranze di popolo onestamente operoso, tutte in un subito le speranze svaniscono; vanno perdute, col terreno sconvolto e colle piante sradicate, le care promesse di un viver modesto ma sicuro; e i tetri fantasmi degli anni squallidi, che seguiranno al disastro d'un giorno, si levano minacciosi su sterili lande, spogliate d'ogni cosa, fuorch?? di rena e di sassi.

Finita in ugual modo la pace signorilmente lieta del palazzo Orseolo; finite le gaie conversazioni, le fastose comparse ai balli, ai teatri, alle pubbliche feste, dove la felicit?? dei trionfi ottenuti luccicava nel volto, mentre l'invidia doveva esprimersi in sorrisi a fior di labbro, o consumarsi in s?? stessa e tacere. In quella vece, oramai, le ciarle assassine del mondo elegante, i sogghigni maliziosi del salotto, gli scherni del crocchio; lei, finalmente, su tutte le bocche, e il suo caso diventato la favola della citt??.

Orribile idea! E quell'altro? Ah, solo pensando a quell'altro, ella s'irrigidiva nel suo amor proprio offeso, nel suo orgoglio ferito, e poteva sentirsi non del tutto pentita. Quella grande rovina involgeva anche lui. Certo, dopo il suo triste risveglio, Raimondo Zuliani non avrebbe pi?? mosso un dito per la felicit?? di quell'uomo.

Frattanto la casa taceva, come se fosse incantata, o i servitori temessero tutti di farsi vivi col pi?? lieve rumore. Avevano sentito qualche cosa del terribile colloquio? Forse s??, forse no: ad ogni modo, non era quello il momento di darsene pensiero. La gente di servizio ?? poi cos?? avvezza a certe scenate padronali, in una casa o nell'altra! Ne bisbiglia discretamente, e tacitamente conchiude: ???i vizi dei signori!??? godendone anche un pochino in cuor suo. Il pane che si mangia servendo, non pu?? sgradire questi condimenti, che lo rendono pi?? saporito. Ma infine, che importano i suoi commenti, fossero anche malevoli? La gente di servizio ha l'obbligo di fare l'ufficio suo e tacere, mostrando negli atti di non aver nulla sentito. E per intanto non si sentiva di alcuno n?? la voce n?? il passo.

Ma infine quel gran silenzio fu rotto da una scampanellata all'uscio di casa. E poco dopo il Giovanni batteva delle nocche sull'uscio della camera, chiedendo il permesso di aprir l'uscio a mezzo, per gittar dentro poche parole. Annunziava una visita. E come una visita a quell'ora? Ma era il signor Brizzi, che domandava per grazia di veder la signora.

??? Debbo dirgli che ?? ancora a letto? ??? chiedeva il vecchio servitore, quasi precorrendo la risposta.

??? No no; ??? rispose in quella vece la signora Zuliani, ??? fatelo entrare nel salottino; mi vesto in fretta, e vengo.?????

Ella indossava ancora (e se ne avvide in quel punto) la sua veste da camera, tutta discinta, ed anche malamente gualcita dai moti incomposti, dai tramutamenti irrequieti d'una notte febbrile. Ma questo era il menomo guaio; e pel signor Brizzi, che era quasi della famiglia, poteva passare anche un po' di scompiglio nell'assetto mattutino. Raccolta la veste al seno, gittato uno sciallettino intorno al collo, la signora Livia si ravvi?? alla meglio i capelli davanti alla specchiera, e passando rasente allo stipo, non senza un brivido per l'ossa, ne rialz?? e richiuse lo sportello a ribalta, ch'era rimasto calato; indi frettolosa si avvi?? nel salottino, dove il signor Brizzi aspettava.

Il pover uomo era tutto sconvolto, contraffatto nel viso, tanto ch'ella, al vederlo in quello stato, trem?? di qualche nuova disgrazia.

??? Signora.... signora.... ??? balbett?? egli, muovendole incontro, ??? che cos'?? avvenuto stamane? Io veramente, non dovrei farmi lecito.... Ma il caso ?? cos?? grave!...

??? Grave! ??? esclam?? la signora. ??? Che cosa ?? accaduto di grave? Mi dica Lei, signor Brizzi.

??? Il signor Raimondo, ??? riprese egli allora, ??? il signor Raimondo.... che doveva andare alla stazione per le nove, non ?? andato.?????

Un sorriso sarcastico sfior?? le pallide labbra di Livia.

??? Ah, non ?? andato! ??? diss'ella. ??? Come lo sa?

??? Lo so, perch?? il signor Raimondo ?? venuto al banco una mezz'ora fa, proprio quando avrebbe dovuto prendere la via della stazione. Ella sa che il banco non si apre mai prima delle dieci. Ma io, questa mattina, c'ero andato per tempo, volendo spacciare con pi?? calma un lavoro urgente. Stavo scrivendo, quando sentii cacciare una chiave nella toppa e subito aprirsi l'uscio. Mi alzai, corsi a guardare in sala; era il principale. Molto alterato in faccia, si avvide appena della mia presenza: lo salutai, mi rispose a stento. Notavo frattanto che con questo freddo egli era vestito alla leggera, in soprabito. Gliene dissi; mi fece una spallata, rispondendo: ???ho caldo, molto caldo???. Feci qualche domanda, parendomi che non dovesse star bene; ma egli ripigli?? spazientito: ???Brizzi, lasciatemi stare, debbo scrivere una lettera???. Non fiatai pi??, e mi trassi indietro, ma senza uscir dalla stanza, non perdendolo d'occhio. Appena seduto, aveva incominciato a scrivere, ma senza venire a capo di nulla, gettando foglietti nel cestino, l'un dopo l'altro, appena incominciato a vergarne una o due righe. ?? in collera con qualcheduno, pensai; si scrive male, quando si ?? agitati: Veduto che uno di quei foglietti, gittato via con atto d'impazienza, era volato fuor della bocca del cestino sul pavimento, mi chinai a raccoglierlo per collocarlo al suo posto. Avr?? fatto male, signora; ma gli occhi mi corsero allo scritto, che incominciava cos??: ???Signor Conte???.?????

La signora Zuliani aveva inarcate le ciglie; un tremito la prese al cuore, diffondendosi tosto per tutte le membra. Nondimeno, ella si contenne ancora.

??? E nient'altro? ??? domand??.

??? Nient'altro; ??? rispose il signor Brizzi. ??? Forse in qualche altro foglio ci sar?? stato di pi??. Dopo alcuni minuti di quel vano lavoro, osai interromperlo, e riparlargli del suo abito troppo leggero, offrendogli di mandare a prendere il suo pastrano. ???S??, mi disse, mandate a casa il fattorino. E lasciatemi stare, ho da scrivere questa lettera.... parecchie lettere; se voi mi state qui sempre alle costole, non riesco a far nulla; non vedete che ho il cervello in fiamme???? Chiesi umilmente scusa, e per quella volta mi ritirai davvero. Il fattorino del banco non era ancora arrivato; cos?? mi sono arrischiato a venir io, anche per chiedere a Lei che cosa pu?? essere accaduto, da metterlo in questo scompiglio.

??? Signor Brizzi, Ella ?? un amico.... ??? disse la signora.

??? E come! Ella lo sa; vecchio, sincero e fidato.

??? Bene! Ad ogni modo, o prima o poi, dovrebbe sapere ogni cosa. Son certa anzi che Raimondo si confider?? a Lei prima che ad altri. Sappia dunque che c'?? stato tra lui e me un gravissimo alterco. Finiremo, ne son certa, con una separazione. Ma Ella, prego, non ne fiati con anima viva.

??? Si figuri! ??? grid?? il signor Brizzi. ??? I segreti di casa Zuliani mi son pi?? sacri dei miei. Ma speriamo che non sia il caso, per un semplice alterco, di giungere a quella estremit??.?????

Oramai il signor Brizzi aveva capito ogni cosa. L'alterco gravissimo colla moglie, onde il suo povero principale era uscito cos?? stravolto dall'ira; la lettera al ???signor conte??? ch'egli non poteva tirare innanzi, tanto era agitato; erano quelli i due capi di una catena, che raccostati offrivano la chiave di tutto l'occorso, specie a chi gi?? conoscesse un certo segreto di casa Zuliani. Ahim??, quello era a conoscenza di troppi; vero segreto di Arlecchino, come tanti e tanti altri d'ugual genere nel nostro povero mondo; cos?? facilmente, di leggerezza in leggerezza, d'imprudenza in imprudenza, lasciamo indovinare i fatti nostri pi?? intimi a tutta una turba di sfaccendati, in ogni citt?? che non sia Londra o Parigi! Ed anche si pu?? rinunziare a queste eccezioni, chi pensi che Londra e Parigi non debbono sfuggire neppur esse a certe piccole noie, essendo anche laggi?? il mondo elegante e il mondo pettegolo nelle istesse condizioni di buon vicinato, ed esercitando i loro disutili uffici in una sfera piuttosto ristretta, come in tante altre citt?? di minore importanza. Di quel segreto d'Arlecchino il povero signor Brizzi si era sempre doluto in cuor suo, poich?? egli amava molto il suo principale, e non era mai stato senza timore che un giorno o l'altro gliene giungesse un cenno all'orecchio. Era un segreto, quello, da non metterci bocca; e cercava, se fosse stato possibile, di dimenticarlo egli stesso; per intanto non permetteva che davanti a lui qualche amico imprudente vi facesse la pi?? lontana allusione.

??? Comunque sia, ??? rispondeva la signora Zuliani, la cui fede era certamente men salda che non fossero le tenui speranze del suo pietoso interlocutore, ??? il vivere insieme ?? impossibile. Ella veda frattanto, mio buon signor Brizzi, se pu?? avere qualche altra notizia, che mi giovi di conoscere, nello stato in cui siamo, di aperta rottura. Chi sa? Egli vorr?? bene confidarsi con Lei. E a me deve importare moltissimo che si confidi con Lei, anzich?? con altri, che sia meno amico di ambedue; non le pare??????

Il signor Brizzi, che era tutto cuore, promise assai volentieri. Se il signor Zuliani, com'era da credere, si fosse aperto delle proprie tristezze con lui, certamente egli avrebbe raccomandato calma e prudenza. Gran cose, la prudenza e la calma; quanti malanni non hanno esse evitati! E ci?? senza contare che le famiglie non debbono mettere i loro dissapori in piazza; perch?? la gente ne ride, e tra le risate della gente se ne va il loro buon nome, il credito, il rispetto, l'onore, tutto ci?? che ?? pi?? geloso, e dovrebb'esser pi?? sacro per noi.

Con questi ed altri simiglianti discorsi, l'ottimo Brizzi prese commiato dalla signora Zuliani. A lui si accompagn??, recando il pastrano del padrone, il vecchio Giovanni; quel povero ???paron Nane??? che pur troppo non doveva aspettarsi la ripetizione della faceta apostrofe con cui dodici ore innanzi era stato salutato.

Ritornata nella sua camera, la signora Zuliani si vest?? in fretta e furia, poco o punto giovandosi dei troppo lenti uffici di Giustina, la sua cameriera.

??? Andate piuttosto a vedere se Giovanni ?? tornato; ??? le disse. ??? Appena arriva, mandatelo qua.?????

Il vecchio servitore giungeva proprio in quel punto, e fu tosto avvertito del comando di lei.

??? Avete fatta la commissione? ??? gli chiese.

??? S??, signora.

??? E veduto il padrone?

??? No, signora; egli era nel suo studio, ed io son rimasto nella prima camera, dove lavora il signor Brizzi. Ma l'ho sentito rispondere ???sta bene, mettete l??, su quella sedia???, dopo che il signor Brizzi gli ebbe detto che il pastrano era stato portato da casa.?????

Raimondo era dunque rimasto al suo banco. Aveva egli finito di scrivere le sue lettere? Di questo ella non poteva chiedere al servitore, che aveva riferito quanto era in poter suo di sapere, non essendo stato introdotto alla presenza del padrone. Erano le dieci e mezzo: la signora Zuliani fece una pronta risoluzione; mise il cappellino in testa, ravvolse il velo intorno alla faccia, ed usc?? prendendo cammino verso il corso Vittorio Emanuele. Di certo, andava a trovare la Galier, avendo anch'essa bisogno di sfogarsi, di versare la piena delle sue afflizioni nel cuore compassionevole della contessa, della sua intima amica, dell'amica pi?? vera, anzi dell'unica, che avesse per tale. Pallida e spossata, con gli occhi pesti, in ogni altra occasione la signora Zuliani avrebbe rinunziato ad una corsa fuori via; ma il momento era grave, ed urgente il bisogno; del resto, quel velo fitto sul viso poteva dissimular molti guasti.

Ella pensava, frattanto: mentre il corpo era in moto cos?? frettoloso, il pensiero non poteva restarsene inerte.

??? Ha sdegnato di uccidermi; ??? diceva ella tra s??. ??? Vuole sfogarsi contro di lui, ?? chiaro; gli manda un cartello di sfida. Come non l'ho io preveduto, ch'egli si potesse appigliare a questo partito? E ancora, se lo avessi preveduto, mi sarei io trattenuta dal fare quello che ho fatto? Ora, egli mander?? la sua lettera. L'avr?? poi potuta scrivere? Ne ha strappate gi?? tante, che altrettante potranno ancor fare la medesima fine. Comunque sia, bisogna avvertire quell'altro, che non sa nulla, avvertirlo ad ogni costo. La contessa ?? cos?? buona, mi ?? tanto amica, che vorr?? pure aiutarmi.?????

Avvertirlo, s??, era bene, e faceva bella testimonianza d'animo compassionevole. Ma era lei, Livia, la terribile Livia, la furia scatenata di poche ore innanzi, che pensava allora in quel modo? Il suo odio implacabile, dov'era andato a finire? Forse odiava quell'uomo, sentendolo felice, prossimo al compimento dei suoi voti pi?? cari, alla consumazione del tradimento pi?? nero; e nell'animo di lei si era stemprato ad un tratto il geloso furore, dando luogo ad un sentimento di piet??, forse di amore per quel disgraziato, allo scatenarsi della bufera che doveva travolgerlo. Arcani del cuore!

Quando fu giunta al portone della Galier, la signora Zuliani entr?? nel vestibolo, ma non si volse gi?? verso la scala a collo, che conduceva al quartierino dell'amica; si volse in quella vece al cortile, e prese la scaletta di servizio che metteva allo stabile attiguo.

??? Perch?? no? ??? aveva ella detto tra s??. ??? Sar?? tutto tempo guadagnato. Forse egli non ha ancora pensato a serrare col catenaccio, non aspettando pi?? apparizioni di gelose importune; ??? soggiunse ella sospirando. ??? Tentiamo!?????

Ed era salita; e giunta al noto usciolino, aveva provato nella toppa la piccola chiave inglese, grazioso gingillo da cui non si era ancor separata. La piccola chiave fece liberamente il suo giro; ma l'usciolino non si aperse altrimenti.

Per l'appunto, non aspettando pi?? visite da quella parte, Filippo Aldini aveva dato di dentro il catenaccio. Disperata, buss?? colle palme distese, buss?? quanto pi?? forte pot??, a colpi reiterati. Ah, per fortuna era stata udita; ella sent?? aprire la vetrata dello studio, e tosto nell'andito oscuro un passo ben conosciuto, il passo di Filippo. Ancora pochi secondi, e il catenaccio era levato; aperto l'uscio, le apparve Filippo nel vano.

??? Voi! ??? esclam?? egli, ancora compreso di stupore. Non l'aspettava infatti; ma l'aveva indovinata poc'anzi al giro di chiave, quindi al batter disperato delle piccole mani.

??? S??, io; ??? rispose ella, entrando nello studio. ??? Datemi ospizio per due minuti. So bene che vi annoio....

??? Annoiarmi, no; ??? fu pronto egli a rispondere. ??? Ma voi intenderete il mio stupore; dopo ci?? che avevo promesso ier l'altro, e che ho fedelmente eseguito, ma senza ottenere nulla da lui.... lo saprete bene....

??? Io non so nulla; ??? interruppe la signora. ??? Ho potuto credere in quella vece che non abbiate voluto resistere fino all'ultimo.

??? Fino all'ultimo! ??? ripet?? Filippo, con voce impressa di orrore. ??? L'ultimo... era il suicidio di vostro marito. Me lo aveva minacciato, poich?? il mio rifiuto lo disonorava, dopo l'impegno assunto col banchiere Cantelli, ed egli non voleva sopravvivere al suo disonore. Cos?? sono stato debole, cos?? ho ceduto, signora.?????

Quelle parole la scossero. Ricord?? le frasi del biglietto di Filippo Aldini; ricord?? la nera tristezza di suo marito, in attesa di quel biglietto, e il suo mutamento repentino appena lo ebbe ricevuto. Tutto ci?? si accordava con le parole di Filippo. Ma ella non era disposta a convenirne; e neanche era tempo da confessarsi in colpa; ben altro aveva ella da dirgli.

??? Lasciamo le dispute vane; ??? replic??, ??? e le lagnanze e le recriminazioni, egualmente vane. Il mio orgoglio non ne far??; il mio sdegno si ?? abbastanza saziato. Sono venuta per dirvi ch'egli sa tutto.?????

E cadde, cos?? dicendo, sul divano dello studio, ove si tenne rannicchiata, colle palme raccolte intorno agli occhi, non osando levarli a guardare l'effetto che le sue parole producevano in lui.

Filippo era rimasto fieramente colpito. Istintivamente aveva recata una mano al cuore, come se l?? avesse ricevuta la punta mortale. Anche intorno a lui, quante rovine in un tratto!

??? Sa tutto! ??? ripet??, dopo un istante di pausa. ??? In che modo?

??? Io gli ho date le vostre lettere.

??? Le mie lettere! Non le avete bruciate?

??? No; vi amavo.... non potevo obbedirvi. Ora il male ?? fatto; e irrimediabile, non ?? vero? ??? soggiunse la signora, accompagnando la frase d'un amaro sorriso. ??? Vengo ad avvertirvene, per un senso di misericordia, che ho ritrovato ancora in fondo al mio cuore. Badate a voi, conte; non v'incontrate con lui in questi momenti.

??? Grazie, ??? rispose Filippo, sorridendo pi?? amaramente di lei. ??? Ma come evitarlo?

??? Fuggendo.

??? Io?... lo pensate?... io fuggire?

??? Ma non c'?? altro scampo; ??? diss'ella. ??? Se egli vi cerca, e al primo incontro vi ammazza.... come un ladro del suo onore?

??? Sar?? nel suo diritto, ed avr?? fatto bene; ??? conchiuse Filippo, alzando la fronte, che fino allora, sotto la sensazione del colpo doloroso, aveva tenuta abbassata.

Non c'era nulla da rispondergli; e la signora Zuliani non rispose parola. Filippo Aldini aveva errato; riconosceva il suo fallo, senza voler sottilizzare, senza voler distinguere come e fin dove si potesse creder suo; era disposto a pagarne la pena; non gli si poteva chieder di pi??. Egli, a buon conto, accettando il suo destino, si sentiva libero una volta per sempre, intieramente padrone di s??.

??? Molto male, ??? ripigli?? allora, con accento grave, ma tranquillo, ??? molto male avete fatto, signora. E adesso, poi, mi avrete gittato quell'uomo sulle braccia, per venirmi a consigliare una vilt??? Pagher?? il mio debito da gentiluomo, se il signor Zuliani vorr??, come io finalmente penso contro la vostra supposizione, rifarsi con armi e forme da gentiluomini; ed anche lo pagher??, posso prometterlo, da uomo di cuore, che conosce i suoi torti. Se dunque ?? un bersaglio, quello che vuole, egli ne ha il diritto, e lo contenter??.

??? Ed egli vi uccider?? egualmente.... ??? ribatt?? la signora.

Filippo si strinse nelle spalle, e non rispose.

??? O voi ucciderete lui; ??? prosegu?? ella, terminando il dilemma.

??? Non far?? ci??; ??? diss'egli, pi?? col gesto che con parole formate.

In quel punto si ud?? una scampanellata all'uscio di casa.

??? Ah, lui! ??? grid?? Livia atterrita.

??? Non credo; mander?? piuttosto qualcuno; ??? not?? freddamente Filippo. ??? Ad ogni modo uscite, vi prego.

??? E non volete ascoltarmi?...

??? Non posso, signora. Qualunque cosa egli pensi di fare, io sono a' suoi ordini. Dopo ci?? che avete fatto voi, non vedo altro che questo: e sono lo schiavo della sua volont??.?????

Una seconda scampanellata, e pi?? forte, avvert?? che non era tempo da nuovi discorsi.

??? Andate, vi supplico, andate; ??? disse Filippo, traendola con dolce violenza verso l'uscio a vetri. ??? E non tremate per lui.?????

Ella non aveva pi?? parole, n?? volont?? per opporsi; obbediva alla esortazione di Filippo.

??? E badate; ??? soggiunse egli, prima di richiudere la vetrata alle spalle di Livia; ??? serrate voi l'uscio, mentre io vado ad aprire di l??.?????

Livia era sparita, e la vetrata richiusa. Filippo and?? all'uscio padronale, lo aperse e si trov?? davanti a Raimondo Zuliani, che gi?? stava per dare una terza strappata.

Filippo aspettava una coppia di padrini, per verit??, ma anche, tra varii casi possibili, aveva preveduto quelle di ricever la visita di Raimondo Zuliani. Perci?? non fece atto di grande stupore, vedendolo. Soltanto, doveva fingersi ignaro della cagione che gli faceva capitare in casa l'amico, a quell'ora. Da chi, infatti, poteva egli essere informato di ci?? che era avvenuto al palazzo Orseolo, quella stessa mattina? Ma egli, per contro, non poteva mostrarsi lieto nell'aspetto, come sarebbe stato naturale, alla vista del suo amico migliore. Si tenne dunque a mezz'aria, e il suo atto di temperata maraviglia non prese colore da nessun sentimento di sciocca allegrezza, o di inopportuna alterigia.

??? Ah! ??? diss'egli, sforzandosi di parer tranquillissimo. ??? Tu qui?

??? S??, io qui; ??? rispose Raimondo, con misurata gravit??. ??? E siamo soli, per parlare liberamente?

??? Solissimi; entra pure di qua.?????

Non era vasto il quartierino di Filippo Aldini. Il suo studio era anche la sua sala di ricevimento. Raimondo fu dunque introdotto nello studio. Egli era serio nell'aspetto, anzi severo ed accigliato; ma non pi?? stravolto, non pi?? contraffatto, n?? irrequieto, come lo aveva veduto due ore prima il signor Brizzi. In quelle due ore passate nel suo banco, Raimondo Zuliani aveva avuto tempo di padroneggiarsi abbastanza. E perch?? poi, sarebbe egli durato nell'agitazione dei primi momenti? Niente val pi?? d'una risoluzione fatta, sulla quale non si deve pi?? ritornare, per render la calma necessaria agli spiriti dell'uomo. Egli si era tanto padroneggiato, da poter pensare a parecchie cose pi?? o meno urgenti della giornata, da lasciar ordini per alcune operazioni bancarie, e da incaricare il signor Brizzi d'una gita all'albergo Danieli, per far le sue scuse al signor Anselmo del non esser egli potuto andare alla stazione, e dirgli che sarebbe andato a riverirlo pi?? tardi. Non aveva egualmente potuto scrivere la sua lettera al ???signor conte???; ma non gi?? perch?? gli si fossero schiarite abbastanza le idee. Troppe cose, aveva finalmente pensato, troppe cose gli sarebbe stato necessario di scrivere. Capitava egli in persona, per dirle al ???signor conte???. Le cose d'un certo rilievo, si sa, vengon pi?? facili a voce, che non per iscritto.

Entr?? nello studio, adunque; e appena fu entrato, fece egli da padrone di casa. Era una cosa da nulla; ma si poteva argomentarne subito la gravit?? del colloquio.

??? Siedi; ??? aveva egli detto all'Aldini.

??? E tu? ??? disse l'altro, obbedendo.

??? Anch'io; ??? rispose Raimondo, ricusando la poltrona che Filippo gli offriva col gesto, e prendendo in quella vece una scranna. ??? Vedi come son calmo; ??? soggiunse, poich?? fu seduto. ??? Pure, ecco un uomo, al quale tu hai tolta la pace e l'onore.?????

Filippo Aldini finse di guardarlo con aria trasognata. Ma poich?? all'artifizio della bugia non poteva durare, non aggiunse all'atto la ipocrisia della parola; ed anzi il suo atto di stupore si mut?? rapidamente in un altro, di rassegnazione umiliata. Ah, se quell'uomo gli fosse capitato l?? con una rivoltella in pugno, e d'un colpo lo avesse freddato, certo gli si sarebbe mostrato pi?? umano, che non tenendolo l??, alla tortura d'un colloquio angoscioso, lasciandogli pensare la triste cosa che pens?? in quel momento supremo.

??? Margherita! immagine cara! Perduta, dunque, irremissibilmente perduta! ?? il destino.?????

XV.

Fermi ai patti!

Stettero muti a lungo, guardandosi; Raimondo pi?? risoluto e severo, come ne aveva diritto; l'altro quasi timido, e profondamente umiliato, come doveva. Era il duello morale che incominciava, prima del duello materiale; era la punizione anticipata, in quel fronteggiarsi di due uomini, uno dei quali si poteva dire il giudice, e l'altro era certamente il reo.

Raimondo Zuliani fu il primo a rompere quell'angoscioso silenzio.

??? Ma dimmi, ??? incominci??, ??? perch?? io conosca il segreto della umana ipocrisia.... un segreto che non ho mai potuto comprendere, e nemmeno concepire.... come hai potuto mentire cos?? lungamente, cos?? vilmente con me??????

Ad una domanda simile Filippo Aldini avrebbe potuto rispondere molte cose. ???Non ?? stata menzogna, non ipocrisia volontaria, la mia; non sono stato io il colpevole, o solamente di debolezza. Trascinato, travolto, nell'ora maledetta in cui l'uomo che non cede alle lusinghe di una donna ?? ridicolo, ho ceduto ad un impeto di foll??a. Ma il pentimento ?? stato pronto, come era stato improvviso l'errore. Quel pentimento io l'ho ancora dissimulato, per non offendere una debole creatura; l'ho dissimulato a lungo, mettendo innanzi un sentimento che in me era forte egualmente e profondo, il rimorso. Ho esortato, ho pregato, ho supplicato; un po' tardi, se ti parr??; ma infine, ho detto tutto ci?? che consigliava l'onore, la santit?? della nostra amicizia. Pensa ancora, a mia scusa, che l'uomo non ?? spirito puro, a cui si possa chiedere l'esercizio delle pi?? eroiche virt??; pensa soprattutto che l'obbligo di vivere cos?? famigliarmente con te, di usare cos?? frequentemente in tua casa, e di non potermene allontanare senza timore di peggio, fu un'altra specie di catena, che mi tenne ben duramente legato. Che credi? ch'io non vedessi il pericolo? e che ci andassi incontro di buon animo? Ho combattuto, e non ho vinto; le conseguenze della mia disfatta eccole qui. Non intendo gi?? di sfuggirle; mi basta, per l'onor mio, di averti dimostrato che non ero un ipocrita, che potrei esser degno di scusa, non avendo tradita con deliberato proposito la tua fede, la tua amicizia.???

Questo avrebbe potuto rispondere tutt'altri, che non fosse stato Filippo Aldini, attenendosi alla verit??, ma venendo meno a tutta una serie di rispetti umani e di cavalleresche virt??. Le sue difese morali avrebbero aggravata una donna; Filippo Aldini le mise da banda senz'altro.

??? Non mi chieder nulla; ??? rispose in quella vece. ??? E non mi dir nulla, ti prego. Se ha da essere un rimprovero, io me lo faccio da un pezzo. Vedi la mia umiliazione? C'?? pi?? rimorsi qua dentro, che mille coscienze umane non ne possano contenere. Risparmia questo carico nuovo alla mia. Poc'anzi, quando io t'ho veduto entrare, ed ho letto nei tuoi occhi la collera dell'uomo offeso, ho anche sperato che tu fossi per cavare un'arma e freddarmi d'un colpo.

??? L'ho pensato; ??? disse cupamente Raimondo. ??? Gi?? ero per via.... e sono ritornato indietro per deporre quell'arma, che sarebbe stata una tentazione troppo forte. Ucciderti qui come un cane.... Lo avresti meritato. Ma io.... se non son nato gentiluomo, mi sento tale nell'anima. Facciamo le cose da gentiluomini, ho detto; ed eccomi qua, disarmato.

??? Sono a tua disposizione; ??? mormor?? Filippo, inchinandosi.

Raimondo Zuliani croll?? il capo, ed atteggi?? le labbra ad un sorriso sardonico.

??? Lo so bene; ??? riprese. ??? So come queste cose si fanno; ed anche come figurino bene in drammi e romanzi. Si sceglie la pistola, non ?? vero? Tu spari senza puntare, o per delicatezza cavalleresca fingendo di prender la mira; ma poi nel momento buono, sviando un tantino la canna, o in alto, o da un lato. Cos??, nobilmente, ti lasci uccider da me, se io ne vengo a capo nel numero stabilito di colpi. Non mi conviene. Aggiungi il chiasso che si potr?? fare, e si far?? certamente, intorno allo scontro. Voglio, ho il diritto di voler evitare uno scandalo, incominciato coi mezzi silenzii di quattro padrini informati a dovere, e continuato coi larghi commenti di una intiera citt??, che si occupi delle mie disgrazie coniugali. N?? solo a me devo pensare. ??? soggiunse Raimondo Zuliani, passando dall'accento amaro al solenne. ??? Quella donna ?? una disgraziata, una colpevole; ma io l'ho amata; ma essa porta ancora il mio nome; ed ?? infine una donna. Siamo cavalieri fino all'estremo. L'ho risparmiata stamane, quando ella mi confess?? tutto, mostrandomi le tue lettere a lei.... e lasciamo stare le pazze ragioni che l'hanno consigliata a guarirmi cos?? duramente della mia cecit??.... l'ho risparmiata, e le ragioni mie potranno essere state pazze come le sue; ma io non le rinnego per questo. Dovr?? io condannarla ad una morte pi?? grave? dovr?? farla arrossire e vergognare agli occhi del mondo? Neanche ci?? mi conviene.

??? Allora?... ??? chiese Filippo.

??? Allora, ??? rispose Raimondo, ??? rimane che stabiliamo esattamente i termini della nostra questione, e che tu ne riconosca le conseguenze legittime. Rispondi sincero ad alcune domande. Mi hai tu ferito nell'onore?

??? S??; ??? disse Filippo, chinando la fronte.

??? Mi hai tu uccisa la felicit???

??? S??; ??? disse ancora Filippo, con un profondo sospiro.

??? Credi che uno di noi due sia di troppo sulla terra? ??? Filippo stese le palme in atto supplichevole, come a scusarsi del non poter rispondere con un monosillabo; poi con accento risoluto soggiunse:

??? Mi uccider?? io; sei contento?

??? No; ??? disse Raimondo, sdegnoso. ??? Una morte volontaria! La tua parte sarebbe ancora troppo bella, davanti a qualche animo preoccupato, disposto a giudicare coi lumi, o coi fumi, della passione. E a me, poi, resterebbe la parte d'un tiranno da melodramma. Non mi conviene.

??? Ma allora?.... ??? torn?? a chieder Filippo.

??? Allora, ecco ci?? che io voglio, a pareggiare le nostre condizioni; ecco ci?? che ho il diritto di pretendere. Prima di tutto, giurami di stare al patto.

??? A qual patto, mio Dio! ??? gemette Filippo.

??? A quelle che vorr?? io; ??? rispose Raimondo inflessibile. ??? Non sei tu a mia disposizione?

??? S??, te l'ho detto.

??? E tu dunque giura di attenerti a ci?? che mi piacer?? stabilire.

??? Sia; te lo giuro; ??? conchiuse rassegnato quell'altro.

Raimondo mise la mano alla tasca di petto del suo soprabito, e ne cav?? il portafogli. Insieme col portafogli era venuta fuori anche una lettera, che Filippo riconobbe sua, del giorno innanzi. Povera lettera, che doveva essere il principio della sua felicit??, ed era stata in quella vece la cagione della sua rovina irreparabile! Sospir??, guardandola; sospir?? ancora mentre Raimondo la ricacciava in tasca, con un gesto d'impazienza e di sdegno. Aperto il suo portafogli, Raimondo Zuliani ne cav?? due foglietti quadrati, sui quali si vedeva un accenno di scritto.

??? Li avevo gi?? preparati; ??? diss'egli, ??? Guardali bene.?????

Filippo li guard??. C'erano scritti due nomi; Aldini nell'uno, Zuliani nell'altro.

??? Esamina attentamente; ??? incalz?? Raimondo. ??? Non c'?? scritto altro, n?? sopra, n?? sotto. Ed ora piegali in quattro.?????

Filippo obbed??. Raimondo, frattanto, offriva il suo cappello: ma ravvedutosi tosto, e guardatosi attorno, aveva veduto appeso in un angolo il cappello dell'Aldini. Lasciato il suo, corse ad afferrar quello, e lo porse a Filippo, dicendogli:

??? Mettili qua dentro.?????

E perch?? quell'altro si schermiva, riprese con accento imperioso:

??? Suvvia! voglio cos??.?????

Filippo aveva obbedito.

Oramai, si sentiva ridotto allo stato d'una macchina, in piena bal??a di quell'uomo. Raimondo Zuliani agit?? un tratto il cappello, perch?? il caso disponesse i biglietti a sua posta.

??? Ed ora, ??? riprese, ??? cavane uno.

??? Perch???

??? ?? vero, debbo dirti il perch??. Il nome estratto dir?? chi di noi due dovr?? morire, in un termine stabilito di tempo. Metto il termine a sessanta giorni, da oggi. Ti parr?? forse troppo lungo; ??? soggiunse Raimondo; ??? ma ti dir?? poi perch?? sia necessario.?????

Filippo esitava sempre; ed allora pi?? che mai.

??? Raimondo! ??? grid?? con accento supplichevole.

Ma quell'altro era implacabile.

??? Hai dunque paura? ??? gli chiese.

Filippo Aldini si rizz?? tosto sulla persona, con tutto l'orgoglio del sangue antico, con tutto l'ardore della sua giovent??, con tutta la fierezza dei freschi ricordi d'una vita onorata.

??? Non per me, ??? grid?? egli, ferito nel cuore. ??? Come puoi tu dimenticare che parli ad un soldato? E non ti ho offerto io poc'anzi un patto migliore del tuo? Te l'offro ancora; sarai pi?? sicuramente vendicato, ed io l'avr?? per atto di giustizia.?????

Raimondo croll?? sdegnosamente le spalle.

??? Se lo dicevo io, che si scivola nel melodramma! ??? esclam??. ??? Debbo ripeterti ancora che tu vorresti la parte bella per te? e che questo non mi conviene? Finiamola, e resti ci?? che io ho stabilito. Quanto al termine che ho posto, ?? forse a mio vantaggio, ma tu non devi lagnartene. Io, se ha da toccare a me, non me ne voglio andare dal mondo come un fallito. Grazie a Dio, non son tale. Voglio dar sesto alle cose mie, chiudere il banco da uomo che si ?? seccato degli affini, trovare un buon pretesto alla mia sparizione, ed anche portare le mie ossa condannate assai lontano di qua. Dunque siamo intesi, alla sorte!?????

Cos?? dicendo, porgeva ancora il cappello. Filippo torse il viso con un gesto di viva repugnanza.

??? Non io, se mai, ??? diss'egli, ??? non io.

??? Ebbene, tanto fa; ??? disse Raimondo; ??? sar?? io. ??? E mise la destra in fondo al cappello. Il momento era solenne. Grave nell'aspetto, ma calmo, Raimondo lev?? la mano, tenendo un biglietto tra le dita; lo spieg?? tranquillamente, e lesse:

??? Zuliani!?????

Filippo diede un balzo di tutta la persona. Quel balzo rispondeva ad un violento sussulto del cuore. Divento pallido, smorto nel viso; un sudor freddo gli gocciolava dalla fronte.

??? Ah! Raimondo! ??? esclam??, tendendo le braccia in atto disperato. ??? Non cos??! non cos??!

??? Perch??? ??? disse Raimondo, grave e tranquillo come prima. ??? Perch??, se le cose sono state fatte a dovere? Vedi l'altro biglietto; c'?? pure il tuo nome, che poteva uscire, com'?? uscito il mio. Fermi ai patti, dunque; non c'?? stato inganno, e i patti onestamente accettati debbono essere onestamente osservati.

??? Ma il colpevole sono io: perch?? pagheresti tu, con la vita, per una colpa non tua??????

Raimondo fece un gesto di sublime rassegnazione; e l'accompagn?? di un mesto sorriso.

??? Caro, ??? rispose, ??? ?? la giustizia del cielo; cieca come quella degli uomini! Ma no, ??? soggiunse tosto, ravvedendosi, ??? dico male; non cieca. Guardandoci bene, non ?? piuttosto, da dirsi avveduta, quella di lass??, e cauta, e provvida, come l'altra di quaggi?? non sar?? mai? Pensaci; come potrei viver pi?? io, se anche m'avesse favorito la sorte? ??? aggiunse Raimondo, rabbruscandosi in volto. ??? Tanto la mia sentenza era scritta; non mi avevi ucciso tu gi?? nei miei due sentimenti pi?? vivi e pi?? sacri, l'amicizia e l'amore? ??? Va, dunque, e lascia che il destino si compia. Quanto a te, sei punito abbastanza; dal tuo rimorso, anzitutto, a cui credo.... Che ?? ci??? ??? chiese egli, interrompendosi a mezzo del sua triste discorso, e volgendo gli occhi verso la vetrata di fondo, nella parete di sinistra.

Era venuto di l?? un piccolo rumore, breve e leggero, ma secco, come di serratura delicata, ove una stanghetta a colpo avesse battuto nella bocchetta, per chiudere un uscio. Anche Filippo lo ud??, ricevendone una scossa molesta; ma non poteva mostrare di averlo notato.

??? Che cosa? ??? domand?? egli a sua volta, fingendo di non intendere il perch?? di quella interruzione.

??? Un rumore di l??; ??? disse Raimondo.

??? Di l??? C'?? un anditino; ??? replic?? Filippo; ??? e la camera del servitore. Ma il servitore, di giorno, non c'??.?????

Avrebbe potuto dire che il servitore non c'era neanche di notte, e che al governo del suo quartierino bastava una persona di mezzo servizio. Ma a tanta abbondanza e sincerit?? di ragguagli non era neanche obbligato. Bene sent?? l'obbligo di assicurare il suo ospite, andando ad aprir l'uscio a vetri, ed anche di entrare nell'andito, per poter dire, tornando, che infatti non c'era nessuno; onde il rumore udito da Raimondo poteva credersi effetto di un fenomeno acustico d'una risonanza da camere e scale del vicinato. Il signor Zuliani, del resto, non si trattenne a pensarci pi?? oltre, dovendo ritornare al fatto suo; il quale, per allora, si mutava nel fatto del suo avversario.

??? Ed ora, ??? diss'egli, ??? la prima parte ?? assestata.

??? Ma no, Raimondo, ma no! ??? gemeva ancora Filippo Aldini.

Quell'altro non voleva sentire piagnistei. Lo saett?? d'un'occhiata severa, e riprese:

??? Ai patti, ai patti, e non mi seccare. Queste ragazzate non sono degne di te, n?? di me. Rimane da assestar la seconda; quella del tuo matrimonio.

??? Ah s??, proprio quello! ??? esclam?? Filippo, tentennando la testa.

??? Quello, infatti; ??? ribad?? l'altro, inflessibile. ??? E mi preme, perch?? c'?? impegnato il mio onore. Ricorda ci?? che ti dicevo ieri; niente ?? mutato nella mia condizione delicatissima rispetto ad Anselmo Cantelli. Dunque, stammi a sentire; senza interrompermi, il che mi annoierebbe; senza opporti al mio volere, il che mi offenderebbe, e sarebbe una giunta crudelmente inutile.... a tutto l'altro che sai.?????

Filippo s'inchin?? senza proferir parola; e Raimondo pacatamente seguit??:

??? Anzitutto, niente traspiri di ci?? che ?? seguito tra noi. Anselmo ?? arrivato stamane; e proprio nel punto buono! Ma io debbo mantenermi fermo nella proposta, ch'egli ha accettata, e per cui egli ?? venuto. Anselmo ?? il re dei galantuomini; non merita d'esser trattato alla leggera, e molto meno di essere canzonato da noi. Tu dunque, sposerai Margherita. Sicuro, poich?? non ?? toccato a te il cattivo numero, la sposerai. Andr?? oggi sulle quattro al Danieli; gi?? mi sono fatto scusare, della mia assenza alla stazione, dal Brizzi; dal Brizzi, che ho pure mandato a casa.... mia.... ??? e qui Raimondo fece la pausa e l'atto di chi ingoia sforzatamente un amaro boccone, ??? a casa mia, dico, per avvertire che non sarei andato a far colazione, ma soltanto m'attendessero a pranzo. Cos??, vedi, tra le quattro e le sei avr?? finito di combinare ogni cosa con Anselmo, e tu potrai fare questa sera la tua visita solenne, che io avr?? debitamente annunziata. Ci sar?? anch'io, per farti da padrino.... o da padre. Ti va??????

Filippo aveva le lagrime agli occhi.

??? Ti ho ascoltato devotamente; ??? rispose. ??? Sei un eroe. Ma se tu volessi dimenticare ci?? che si ?? fatto qui, dianzi!...?????

Raimondo fece una spallata, in atto d'impazienza e di sdegno.

??? Ma non l'hai capito ancora, che questo ?? impossibile, assolutamente impossibile? Io, prima di tutto, non sono un eroe. Se fossi, non ti avrei neanche invitato al giuoco di poco fa. Era il resto dell'ira, che bisognava sfogare. Ma bada, dell'andarmene da questo mondo bugiardo, non sar?? stata cagione la sorte d'un bigliettino estratto in vece di un altro. Credilo, Aldini; sono caduto da troppa altezza d'illusioni, e la vita mi ?? un peso insopportabile. Sarei gi?? fuori di pena, se non fosse che voglio uscirne bene, da persona pulita. Tu, certamente, sei stato la cagione di tutto, cagione immediata, per altro, e vicina; prima e lontana cagione furono le mie sciocche illusioni. Che ci vuoi fare? Sono andate al diavolo; ci restino. Dopo tutto, tu non hai fallito senza complici; e la tua complice io l'ho amata. Chi sa?... forse l'amo ancora; ed ?? questo il pensiero che mi rende feroce, odioso a me stesso. Sia dunque finita cos??, come ho deciso. Me ne andr??, dopo che il tuo matrimonio sar?? compiuto. Mi sei debitore di questo sacrifizio.... se proprio ti sembrer?? tale. E lagnati ancora! Infine, sacrifizio, o no, fermo ai patti, e rispetta l'onor mio, dove ancora ?? possibile.?????

Filippo Aldini fece quello che gi?? tante volte aveva fatto, nel corso di quel doloroso colloquio; chin?? la fronte, in atto di obbedienza, e pi?? di vergogna. Raimondo si era alzato, riprendendo il suo cappello, ch'era rimasto posato sulla tavola.

??? A questa sera; ??? diss'egli; ??? sulle nove; ed anche un po' prima, non sar?? male.?????

Poi, con un gesto d'addio, che non giunse alla stretta di mano, si avvi?? all'anticamera.

Filippo Aldini lo aveva accompagnato fino all'uscio, senza parole, umile in atto, sempre coll'animo abbattuto, quasi curvando la testa sotto il peso di una grande tristezza.

??? Ti obbedir??; ??? aveva risposto brevemente, malinconicamente, alla raccomandazione di Raimondo.

N?? altro aveva soggiunto, imitando cos?? l'esempio severo di lui. Egli intendeva benissimo che l'amicizia era morta, e solo ne doveva restare la onesta finzione in faccia alla gente.

Ritornato nella quiete del suo studio (quiete, ahim??, gi?? pi?? volte cos?? violentemente turbata!), il povero Aldini rimase lungamente pensoso. Quante cose, in due giorni! quante confusioni, quanti contrasti, e quante rovine! Ma erano veramente due giorni? non due settimane, due mesi, due anni? Ed era stato proprio il giorno innanzi, ch'egli aveva promesso a Livia un ultimo atto di resistenza, il tentativo iniquo di mandare in fumo la propria felicit??? Era stato il giorno innanzi, che Raimondo Zuliani, amico pi?? caldo ed imperioso che mai, aveva sgominato il suo tentativo, rotto d'un colpo il suo faticoso tessuto di scrupoli vani, dimostrandogli che oramai l'onor suo era impegnato, e che alla perdita dell'onor suo non avrebbe potuto sopravvivere? Povero amico Raimondo! Ben altra perdita doveva egli toccare indi a poco, perdendo tutte le sue illusioni ad un tratto! Lei infedele, la sua Livia adorata; lei pazza, e nell'impeto cieco del suo orgoglio offeso, diventata feroce, tragica come una Furia antica! Egli, il povero disilluso, giustamente irato, anelante a vendetta, incatenato ancora dall'amor suo, smarrito tra la necessit?? di provvedere al suo onore oltraggiato e il desiderio di salvare quella donna da una vergogna altrimenti inevitabile, non era riuscito ad altro che a scavarsi con le sue mani la fossa! Era giustizia, quella? Cieca, davvero, cieca lass?? come in terra!

Ed ora? Se la signora Zuliani, che era stata a sentire, commetteva un'altra delle sue malaugurate foll??e, qual nuova vergogna per lui, nel cospetto di quell'uomo infelice! Perch?? certamente aveva sentito; soffermata l??, dietro l'uscio a vetri, per assicurarsi che il visitatore fosse veramente Raimondo; rimasta inchiodata a quel posto da un sentimento di curiosit?? morbosa; partita finalmente, dopo aver ascoltato l'essenziale, il terribile, dell'infausto colloquio. Egli ne era addolorato insieme e sgomento. Ma infine, perch?? sgomentarsene? perch?? dolersene? L'imprudenza di lei non aveva portato l?? per l?? conseguenze spiacevoli; per tutto l'altro, poich?? il male era fatto, bisognava commettersi in balia del destino, e tanto meglio se quella donna aveva ascoltato: ella poteva misurare l'ampiezza del male commesso con le sue smanie gelose; poteva anche riconoscere la grandezza d'animo dell'infelice Raimondo, cos?? poco savio con le sue illusioni, ma cos?? nobile ad un tempo, perch?? quelle illusioni erano state belle come l'anima sua, e che ad ogni modo se ne riscattava con un eroismo sublime. Filippo Aldini ammirava quell'uomo, che si svelava cos?? grande nell'orrore del suo disinganno, come era stato semplice e buono nella ingenua fede in cui lo spirito suo si era lungamente cullato: lo ammirava per ci??, lo invidiava.

Quanto a s??, dopo quanto era avvenuto tra loro in quel giorno fatale, poteva l'Aldini accettare i frutti della magnanimit?? di Raimondo Zuliani? Troppo bene ricordava egli che l'amico aveva pochi giorni innanzi scongiurati gli effetti di un velenoso discorso nell'animo buono della signora Eleonora Cantelli, giurando e spergiurando che nei sospetti addensati sul capo di Filippo Aldini non c'era nulla di vero. Combatteva sospetti, il povero Raimondo, forte della sua fede e dell'intima conoscenza, che s'illudeva di avere, del cuore, e degli atti del suo giovane amico. Avrebbe egli potuto parlare una seconda volta con tanta asseveranza? No, certo; la buona fama di Filippo Aldini era dunque tutta fondata sopra una vecchia testimonianza; la verit??, nella mente disillusa del buon testimone, era tutt'altra, pur troppo. E non era un ingannar Margherita, presentandosi a lei puro d'ogni colpa, scevro d'ogni ombra di sospetto, sulla fede fatta per lui da Raimondo Zuliani? Filippo amava Margherita con tutte le potenze dell'anima sua; neppur egli sarebbe vissuto, perdendola; ma voleva ottenerla meritandola; meritandola almeno con la sua sincerit??, con la sua lealt??. E questa, ahim??, come dimostrarla alla divina fanciulla?

Perci?? avvenne ch'egli pensasse a lungo; ma finalmente la sua risoluzione fu fatta. Guard?? l'orologio; era il tocco. Prese allora il suo cappello, infil?? lestamente il suo pastrano, ed usc??, ma non senza aver serrato con tanto di chiavistello quell'uscio segreto nel fondo della casa, e giurato che pei pochi giorni in cui fosse rimasto ad abitarla, quell'uscio segreto non si sarebbe aperto ad anima viva. Fatta la sua risoluzione, si sent?? pi?? sollevato dell'animo; almeno quanto poteva esser tale nelle tristi circostanze di quell'aspra giornata. Andava di buon passo verso San Marco, e di l?? fino alla riva degli Schiavoni, giungendo in pochi minuti all'albergo Danieli, ove dimand?? se il banchiere Cantelli, arrivato quella mattina a Venezia, fosse in casa, e visibile.

??? Non ?? uscito ancora, signor conte; ??? gli dissero al camerino della direzione; ??? a mezzod??, faceva colazione.

??? Avr?? dunque finito; ??? osserv?? Filippo. ??? Abbiano la bont?? di fargli giungere questo biglietto di visita.?????

E consegn?? il cartoncino, su cui a matita, sotto il suo nome e cognome, scrisse in aggiunta: ???desidera vivamente di riverire il commendatore Anselmo Cantelli, e di ottenere da lui la grazia di un breve colloquio???.

??? Breve! ??? soggiunse mentalmente, in quella che un servitorello minuscolo, in fantastica divisa militare tra il cacciatore e l'ussero, assaltando a quattro a quattro i gradini della scala, portava il biglietto alla sua destinazione. ??? Che ne so io? Ma egli capir?? che vorrei parlargli da solo a solo.?????

Due minuti dopo, scendeva il piccolo guerriero, pi?? che saltando i gradini, scivolando a rovina sugli orli. E il conte Aldini, per non esser da meno, gli fece scivolare tra le dita una liretta d'argento, mentre il ragazzo gli diceva, colla precisione di linguaggio cerimonioso che ?? pregio dei grandi alberghi:

??? Il signor commendatore Cantelli prega il signor conte Aldini di voler salire da lui.?????

Bisognava dunque veder le signore! Ma infine, quella era la conseguenza pi?? naturale del partito a cui si era appigliato. Filippo Aldini sal??. Sul secondo pianerottolo, frattanto, si apriva un uscio, e ne veniva fuori un vecchio signore, colla manifesta intenzione di muovergli incontro.

XVI.

Confessione generale.

Anselmo Cantelli, poich?? era lui il cortese signore venuto innanzi sul pianerottolo, fece all'Aldini un sorriso che valeva da solo tutte le cerimonie del mondo, e con affabilit?? da vecchio amico lo prese per mano, traendolo a s??.

??? Venga, venga; ??? gli disse. ??? Faremo conoscenza or ora, sotto gli occhi delle dame. Favorisca di passare.

??? Per ubbidienza; ??? rispose l'Aldini, e salutando con un cenno rispettoso del capo entr?? nella sala.

I Cantelli erano ancora a tavola; ma si vedeva che avevano finito di far colazione, e allora allora stavano prendendo il caff??. Di rimpetto al posto che il signor Anselmo aveva lasciato vuoto per muovere incontro al visitatore, sedeva la signora Eleonora; Margherita e Federigo sui lati. Il giovane ufficiale di marina si alz?? con premura, per stringer la mano al suo caro Aldini; Margherita non volle esser da meno di lui in nessuno dei due atti, che erano di bella cortesia, se anche il primo di essi non rispondeva del tutto alle piccole leggi dell'etichetta. Un po' pallidina tuttavia, la cara fanciulla, e con una cert'aria di languore diffusa sul volto; ma quella era una grazia nuova, che s'aggiungeva alla bellezza. Margherita, poi, era bella a tutti i modi, e cara in tutti gli aspetti.

Della signora Eleonora non si dice nemmeno, se accogliesse a festa l'Aldini. Contegnosa sempre, perch?? stava sempre un po' dura sulla vita, sorrise nondimeno e porse con bel garbo la destra, lasciando che con altrettanta gentilezza il perfetto cavaliere facesse l'atto del baciamano, all'antica.

??? Quant'?? che non abbiamo il piacere di vederla! ??? ebbe la bont?? di dirgli, e senza aria di sforzo. ??? Quattro anni, non ?? vero?

??? E per me furono secoli, signora; ??? rispose l'Aldini, inchinandosi. ??? Ma temevo tanto di essere importuno, in questi giorni! Son sempre venuto, nondimeno, a chieder notizie.

??? Non ?? la stessa cosa, ??? not?? Margherita; ??? e bisognerebbe tenerle il broncio.... per quattro secoli ancora. Ma ?? festa oggi, e sia remissione di peccati, per l'arrivo del babbo. Ebbene, signor conte, che cosa ne dice, del nostro babbo??????

???Del nostro??? aveva ella detto! Filippo Aldini si sent?? tremar tutto, dal capo alle piante. Ed era un tremito doloroso, pur troppo! In tutt'altra occasione gli avrebbe fatto fiorire una grande allegrezza nell'anima: per allora non poteva far altro che chiamargli un pallido sorriso e qualche frase stentata sul labbro.

??? Vedi, babbo, ??? proseguiva intanto Margherita; ??? il signor conte Aldini ?? stato il nostro gentil cavaliere in tante passeggiate artistiche; ci ha fatto conoscere ed ammirare le pi?? belle cose di Venezia. E vuol rivederne una bellissima, Lei? ??? soggiunse, rivolgendosi ancora a Filippo. ??? Guardi un po' l??, nel vano della finestra.?????

Nel vano della finestra, dove Margherita accennava, era una seggiola, davanti ad un tavolincino da lavoro, e sul tavolincino, poggiata sopra un cavalletto minuscolo, una cornicetta di felpa cremisina, entro cui si vedeva un disegno a matita.

??? Che cos'??? ??? domand?? Filippo Aldini, dando un'occhiata da lontano.

??? Come? Non riconosce pi?? l'opera sua? ??? Filippo si avvicin??, guard?? pi?? attentamente, e commosso mormor??:

??? Il ponte del Paradiso!?????

Ahim??, come asserragliato, quel ponte! e come lontano, quel Paradiso? L'avrebb'egli raggiunto mai? E doveva fare un certo discorso, che lo avrebbe allontanato sempre pi?? da quell'Eden vietato. Venuto a sedersi accanto al signor Anselmo, guardava ad ogni tanto con espressione di angoscioso desiderio quel babbo, ch'egli vedeva per la prima volta e forse per l'ultima; quel babbo cortese che con tenta amorevolezza gli batteva sul ginocchio con la morbida palma. Che simpatico vecchio era il signor Anselmo Cantelli! Vecchio, cos?? per dire, che a dargli cinquant'anni d'et?? gli si faceva torto. Aveva i capelli bianchi, per verit??, ma la faccia fresca, vermiglia, senza una grinza, gli occhi aperti, lucenti e pieni di vita, la bocca giovine come gli occhi, e per conforto all'orgoglio di due file di denti sanissimi, le labbra sempre disposte al sorriso.

??? Perch?? guarda tanto il mio babbo? ??? gli domand?? Margherita. ??? Me lo vuol forse rubare? Badi, gli fo buona guardia, io. Al pi?? al pi??, potrei concedere di fare a met??.

??? Stavo osservando, signorina, ??? disse Filippo, reprimendo a forza un altro moto interiore, ??? stavo osservando come il tipo del babbo corrisponda al suo. Fatte, s'intende, le debite restrizioni; ??? soggiunse, imbrogliandosi un poco nel suo ragionamento; ??? in quel modo che una donna pu?? rassomigliare ad un uomo....

??? Ad un uomo che ha tanto di baffi; ??? conchiuse Margherita ridendo.

Si conosceva a colpo d'occhio che la cara birichina era molto felice in quell'ora. Tra lo sfolgor??o dei grandi occhi luminosi e il luccicore perlaceo della bocca divina, le sue guance prendevano un bel colore di rose incarnatine, che prometteva il sollecito rifiorire di quell'aspetto di bellezza ond'era stato deliziato Filippo Aldini parecchi giorni innanzi; in quel giorno, ad esempio, che egli e Margherita erano stati al ponte del Paradiso, e, Dio, permettendo, lo avevano anche varcato.

Finalmente il signor Anselmo si lev?? da sedere.

??? La mia gente avr?? da fare; ??? incominci?? ??? la mamma da coccolarsi in cento discorsi col suo Federigo; Margherita da scrivere alle sue amiche di Milano. Io, se il conte Aldini mi fa grazia, vorrei fare una passeggiatina in Piazzetta con lui.?????

Come aveva capito il bisogno di Filippo! Come aveva accortamente girata la frase!

L'Aldini fu pronto ad ossequiare le signore, promettendo una visita per quella sera. Ma prometteva a fior di labbra, impacciato nelle parole e negli atti. Se ne avvide Margherita, e cogliendo il buon momento ch'egli si era ridotto presso il vano della finestra, aspettando che il signor Anselmo avesse indossata la sua cappa di panno verde cupo foderata di pelliccia di martora, gli disse a mezza voce:

??? Ella non ?? in uno de' suoi bei giorni, conte.

??? Ha ragione, ??? rispose egli, rabbrividendo; ??? ho qualche pena, difatti. Ma non per me; ??? aggiunse tosto, notando l'effetto che produceva; ??? per un amico che ha qualche dispiacere.?????

E un desiderio lo prese, mentre stava l??, davanti alla divina creatura, nella piena luce dell'ampia finestra, un desiderio intenso, a cui non seppe resistere. Se era condannato a perderla, come gli pareva naturale, come pur troppo gli pareva fatale, voleva almeno guardarla bene, guardarla intensamente a quella breve distanza, involgerla tutta in una occhiata, aspirarla, assorbirla. Il lampo degli occhi dilatati, e la gagliardia del respiro tratto a larghi polmoni, non furono senza un muover di labbra, che formavano parole, lasciandole tuttavia prive di suono.

??? Ella mi d?? il buon augurio? ??? mormor?? ella, arrossendo.

??? S??, ch'Ella sia felice, felice, felice.

??? Risponder?? con tre grazie; ??? replic?? Margherita, facendosi sempre pi?? rossa. ??? Ma torni stasera pi?? gaio, o pi?? consolato; avr?? il suo conto saldato in tremila. Sono o non sono un onesto banchiere?

??? Ah, tu sei un banchiere, bambina? ??? disse il signor Anselmo, cogliendo in aria le ultime parole della sua Margherita. ??? Ed io, come mi vedi in questa pelliccia, sono un certo che.... tra il tenore e il baritono.?????

Gran capo ameno alle sue ore, il signor Anselmo Cantelli! E bisognava volergli bene ad ogni costo.

Sceso sulla riva degli Schiavoni, quell'uomo eccellente cos?? parl?? al conte Aldini:

??? Ella ha da intrattenermi di cose importanti, m'imagino; ma non gravi, spero. Siano come si vogliono, Ella si lasci dire per intanto che in casa mia sono tutti incantati di Lei; mia moglie, mia figlia, mio figlio. Stamane, dato il tempo necessario alle accoglienze ???oneste e liete???, han tutti incominciato a tessere il suo panegirico. A tavola, poi, per tutto il tempo della colazione, ?? stato un piatto solo, Aldini, Aldini. Se lo lascia dire con quella confidenza di linguaggio che l'amicizia permette? Aldini al consomm??; Aldini au beurre d'anchois; Aldini all'aspic; Aldini alla supr??me. Aldini alla ma??tre-d'h??tel, e chi pi?? n'ha ne metta.?????

L'Aldini sorrideva malinconicamente.

??? Non si offende gi??, voglio credere; ??? ripigliava il signor Anselmo, prendendolo amichevolmente pel braccio. ??? Son fatto cos??, e gradisco la celia.

??? Che dice? Mi confonde; ??? rispose l'Aldini, stringendo sotto il braccio la mano del signor Anselmo. ??? Ella mi d?? una gran prova di benevolenza; cos?? potessi meritar la sua stima!

??? L'una e l'altra possiede; ??? replic?? il signor Anselmo. ??? Per me, glielo confesso, quella non potrebbe andar senza questa. Metta che noi siamo gi?? vecchie conoscenze. E cos??.... facciamo un piccolo tradimento al nostro Zuliani??????

Filippo rabbrivid??, a quella scappata, pure imaginando ch'ella fosse scevra d'ogni malizia.

??? In che modo? ??? balbett??.

??? Non lo vede? L'amico, che ha la moglie ammalata, e perci?? non si ?? potuto muover da casa per venirmi a ricevere alla stazione, mi annunzia la sua visita per le quattro, e mi promette di condur Lei alle nove, perch?? io abbia il piacere di conoscerla. Ed ecco, noi ci siam visti e conosciuti assai prima; saremo gi?? amici vecchi, stasera. Glielo dir??, e rideremo.

??? No, non gliene dica, per carit??; ??? supplic??, fortemente turbato, l'Aldini. ??? Non sappia egli che ci siam visti prima!... almeno, ??? soggiunse dopo un istante di pausa, ??? bisogner?? dirgli che ci siamo veduti per caso. Ella del resto, vedr?? e giudicher??, dopo che io le avr?? parlato un po' a lungo.... se Le piacer?? di ascoltarmi.

??? Certamente mi piacer??; sebbene il suo turbamento mi lasci temere che non si tratter?? di cose tutte piacevoli.

??? No davvero; ??? disse l'Aldini sospirando. ??? E sar?? bene, perch?? io possa parlare liberamente, che andiamo in luogo appartato.

??? Non in piazza, capisco; e neanche in una camera d'albergo. Che cosa mi propone Lei?

??? Ma.... se osassi....

??? In casa sua? Sta benissimo. Casa di scapolo; gar??onni??re.... Come esprimerebbe la cosa in italiano? Ci ho pensato tante volte; ma non son forte in lingua madre. Col rispetto dovuto agli scapoli come Lei, avrei detto: paretaio. Scherzo, sa? E mi par bene scherzare, finch?? siamo in istrada, per non aver aria di due frati certosini. ?? lontana, la sua abitazione?

??? Correndo, ??? rispose Filippo, ??? ci si arriva in dieci minuti; andando di passo regolare, in quindici.

??? Sto bene a gambe; ??? conchiuse il signor Anselmo; ??? arriveremo in dieci.?????

Entrati in Merceria, affrettarono il passo. Il signor Anselmo era anche stimolato da una grande, curiosit?? e pi?? agitato da un senso di vaga inquietudine. Che cosa aveva da dirgli il conte Aldini di cos?? grave, o geloso, che l'amico Zuliani non dovesse neanche sapere che egli, Anselmo, e il suo genero in pectore, si erano gi?? visti? Questione di denaro? Il sospetto ne corse alla mente del banchiere; ma egli fu pronto a scacciarlo. Cozzava troppo con tutto quello che egli sapeva delle condizioni, del modo di vivere, della seriet?? e della estrema delicatezza del giovine gentiluomo. O allora? Allora il partito migliore che si potesse abbracciare era quello di non far almanacchi per via, aspettando di essere in casa del signor Aldini e di sentire il gran segreto da lui.

Quanto all'Aldini, poich?? aveva fatto il suo preambolo oscuro, ma promettente, non si sentiva pi?? di simulare una calma che non aveva nello spirito, e camminava in silenzio, tutto chiuso ne' suoi pensieri, rannuvolato come il cielo di Venezia in quell'ora.

??? Ecco una strana avventura! ??? disse il signor Anselmo tra s??, come fu entrato in casa di Filippo Aldini, ed ebbe preso posto sulla poltrona che questi gli offriva.

Filippo si era seduto dopo di lui, sopra una scranna, ma standoci, anzi che seduto, appoggiato, col capo basso e il petto in fuori, mezzo inginocchiato tra l'orlo della scranna e l'orlo della scrivania che gli stava davanti. Si era rimpicciolito, in tal guisa, umiliato nel cospetto di quell'uomo, che doveva esserne il suo giudice.

??? Signor Cantelli.... signor Anselmo.... ??? incominci??, ??? vuol essere il mio confessore, ed accogliere la mia confessione generale? So che Ella aveva.... ed ha ancora buone intenzioni per me. Per tutto ci?? che risguarda la mia vita di cittadino e di soldato, di onest'uomo e di gentiluomo, credo di esserne degno.

??? Lo so; ??? disse il signor Cantelli. ??? L'amico Zuliani me ne ha scritto quanto occorreva. Anche da Parma ho saputo molto, ed altamente onorevole, della sua gente e di Lei. Ma certo, a me sarebbe bastato ci?? che mi asseriva, sulla propria fede, un uomo d'alta probit??, un uomo d'oro, come Raimondo Zuliani.?????

Filippo abbass?? il capo ancor pi?? che non avesse fatto in principio.

??? Ahim??! ??? diss'egli. ??? Il signor Zuliani si ?? in qualche punto ingannato. Aggiungo, col rossore della vergogna sul viso, che quell'uomo ottimo non poteva non ingannarsi. Ho dei torti, e gravi, verso di lui, che egli non conosceva ancora, scrivendole. Non inarchi le ciglia, La prego, non mi levi il coraggio di proseguire. Debbo confessarle sinceramente ogni cosa, chiedendole, per altro, d'ogni cosa il segreto.

??? Ella mi ha preso per confessore; m'investo del sacro ministero. Non abbia dunque verun timore; manterr?? gelosamente il segreto.?????

Cos?? disse il signor Anselmo, pi?? inquieto che mai, ma disposto a prestare la pi?? viva attenzione.

Filippo Aldini, sempre incurvato sul braccio e mezzo inginocchiato com'era, incominci?? toccando brevemente del servizio militare abbandonato, del suo stabilirsi a Venezia, del suo vivere elegante, ma non al tutto dissipato, del suo spendere misurato, dello aver conosciuto il banchiere Zuliani, incaricato di rimettergli le sue modeste rendite, e infine dell'essere entrato, senza secondi fini, naturalmente, per semplice bont?? di Raimondo Zuliani, in grande dimestichezza con lui.

Qui il primo guaio; qui la cagione d'ogni male per ambedue. Si erano troppo fidati, Raimondo della virt?? dell'amico, egli della sua propria forza, che veramente poteva bastare, essendo corazzata di bella indifferenza. Come si perdette egli? come naufrag?? la sua buona e leale amicizia, tra le lusinghe del palazzo Orseolo? Cavalleresco ossequio, rispettosa confidenza, erano questi i termini, non varcati per un pezzo, delle sue relazioni col??. Certamente, la rispettosa confidenza e l'ossequio cavalleresco non potevano escludere quel tanto di galanteria superficiale ed innocente che si usa in societ?? con le dame, zucchero in polvere, con quintessenza di sottili profumi, senza cui pare che il mondo elegante non possa vivere, temendo sempre che certa riserbatezza puritana di modi lo conduca a morir di noia. Intanto, si pu?? egli ricordare con precisione quando e come si varchino certi confini, sempre male segnati? e quando e come sia nata quella confidenza pi?? intima, che ?? gi?? un principio di complicit??, per cui l'uno sovrabbondando e l'altro cedendo, si dispone in tortuosi giri quel nodo, che una volta formato stringe e lega due esseri? Una preferenza insignificante a tutta prima, un servizio da nulla esagerato dal sentimento, una frase spensieratamente pi?? tenera tra i fumi di un convito, gli ardori e le fragranze arcane, tra le ebbrezze di un ballo e le libert?? d'una veglia mascherata.... Che dire, e che cercare di pi??? Il signor Anselmo, il confessore, il giudice poteva intender questo, ed altro a sua posta.

Certo, una cosa poteva asserire l'Aldini, nella sincerit?? della sua confessione; ch'egli si era trovato senza avvedersene sull'orlo del precipizio; ch'egli c'era rimasto, con una vaga speranza di ritrarsi e un esagerata timore di apparir vanitoso e ridicolo, nella ostentazione inopportuna di una sciocca paura. Involto, sconvolto e travolto; in queste tre parole Filippo Aldini esprimeva i tre stadii dell'error suo. Cos?? era egli caduto; ma presto aveva tentato di rialzarsi, e di rialzare, consigliando con tenerezza, a grado a grado cercando di persuadere, sperando di esserne venuto a capo, ricadendo ancora, per rialzarsi di nuovo, tentando sempre, volendo ad ogni costo riuscire all'intento.

Il signor Anselmo ascoltava, tentennando il capo a quando a quando, e sorridendo con filosofica espressione di compatimento benevolo.

??? Eh, si capisce; ??? diceva, colmando un intervallo che Filippo aveva posto nella sua dolorosa esposizione di fatti. ??? Le occasioni fanno il ladro. Certe care donnine son poi cos?? matte!... E chi sa? pi?? assottigliano il cervello, pi?? hanno i nervi teneri. Se mettiamo poi in loro presenza un giovinotto come Lei!...?????

S??, tutto questo era buono e bello, ma non attenuava punto la triste condizione di Filippo Aldini. Seguiva infatti il guaio peggiore; e Filippo Aldini pass?? a raccontarlo. Bene aveva egli spezzata quella catena di errori, non dubitando di apparire nell'ansia continua delle esortazioni e delle preghiere un codardo. Ed oramai confidava di aver ridotta quella donna alla sua medesima fede; non la vedeva pi?? altrimenti che in conversazioni, a teatri, in visite cerimoniose; a farla breve, nelle sole occasioni in cui ogni mancamento alle consuetudini antiche avrebbe piuttosto nociuto che giovato, dando argomento ad osservazioni maligne, suscitando ingiuriosi sospetti. Quella donna, se non al tutto persuasa; gli pareva convinta, rassegnata, tranquilla. Perch?? da ultimo aveva dato in ismanie? Orgoglio ferito, certamente, non fiamma rinnovata d'amore: ed era stato un colpo di foll??a, quell'amore; spento dalla ragione, non avrebbe dovuto pi?? divampare. Non egli, poi, colpito dalla bellezza, dalla grazia, dalla virt?? d'una cara fanciulla, d'una creatura divina, aveva osato vagheggiare il pensiero di farla sua: era stato Raimondo, a formarne il disegno, imaginando senza dubbio, nel favorire l'amico, d'infondergli il coraggio che a lui sarebbe per troppe ragioni mancato. Per verit??, egli amava Margherita con tutte le forze dell'anima, e ci?? che ardeva nell'anima sua gli traspariva sicuramente dagli occhi. Di dar moglie al suo giovine amico, Raimondo Zuliani aveva parlato in presenza della sua Livia; ed ella aveva sorriso, assentito, perfino aggiunte le sue esortazioni a quelle del marito. Poteva egli, Filippo Aldini, nel lasciare che Raimondo Zuliani parlasse per lui, povero innamorato, ai signori Cantelli, prevedere lo scoppio di una nuova foll??a che doveva esser cagione di tante rovine?

??? Rovine! e quali? ??? pens?? il signor Anselmo mentre aguzzava l'orecchio.

Certo, seguitava Filippo, in tutta quella faccenda gelosa, egli non era stato senz'arte: si era destreggiato in modo da non esser tirato mai a discorrere del suo matrimonio possibile. Ma questa era arte legittima, ed anche necessaria. Di certe cose, che sono il dolce futuro, si parla male, in presenza di certe persone, che rappresentano l'amaro passato; e sono delicatissime, le dolci cose sperate, e non ?? prudenza ragionarne, se non quando siano avviate per modo di non correr pi?? il pericolo di andare in dileguo. Del resto, se era Raimondo quegli che aveva tutto ideato e tutto imbastito, se egli ne aveva parlato e molto probabilmente seguitava a parlarne con sua moglie, se ella appunto in quei giorni era tutta tenerezza col marito, poteva egli prevedere quella repentina tempesta di collere, incominciata con un velenoso discorso alle signore Cantelli; continuata con un assalto diritto a lui, chiamato cacciatore di doti, e costretto a mendicar pretesti per rinunciare alla propria felicit??; giunta finalmente al suo colmo spaventoso, quella stessa mattina, colla consegna di un antico carteggio al marito?

??? Grave! grave! ??? borbottava il signor Anselmo, che oramai vedeva sopraggiungere il dramma.

E il dramma, il dramma, bisognava raccontargli. A frasi rotte, ma non dimenticando nulla, neanche l'improvvisa e folle apparizione di quella donna l?? dentro, dov'essi erano seduti in quel punto, e dove indi a poco doveva irrompere il furente marito, Filippo Aldini raccont??. Sopraffatto dall'ira, il signor Zuliani non era stato altrimenti acciecato; le sue mani vendicatrici non si erano aggravate su quella disgraziata. Bens?? a lui si era rivolto, a Filippo Aldini, per chieder conto dell'onor suo oltraggiato e dell'amicizia tradita. L??, per l'appunto, dov'essi stavano, e mentre la donna, esortata dall'Aldini a fuggire per quell'uscio segreto, pur rimaneva inavvertita in ascolto, Raimondo aveva voluto stabilire le condizioni d'un duello mortale, inesorabilmente mortale. Due nomi scritti, e la sorte decidesse quale dei due, in un termine inviolabile di tempo, doveva uccidersi, sparire, poich?? uno dei due era di troppo sulla faccia del mondo.

Cos?? voleva Raimondo; forma e condizioni del duello erano in sua bal??a, essendo egli l'offeso; e l'Aldini aveva dovuto giurare di star fermo ai patti. La sorte era stata contraria a Raimondo, il quale, del resto, a temperargli il nuovo rimorso, affermava che in nessun modo, anche vincitore nel giuoco della sorte, avrebbe voluto sopravvivere alla perdita della sua felicit??, alla morte delle sue illusioni.

Ed egli, l'Aldini, aveva dovuto inchinarsi; pi?? ancora, fatto schiavo di quell'uomo per forza di cose, per rispetto ad una sventura ond'egli era stato in tanta parte cagione, aveva dovuto sottomettersi ad un'altra volont?? di Raimondo. Questi, la cui parola era impegnata con Anselmo Cantelli, aveva gi?? fatto del matrimonio tra l'Aldini e Margherita una questione d'onore; voleva adunque che il matrimonio seguisse; quanto a s??, fatte le nozze, avrebbe provveduto, secondo il decreto della sorte, e secondo l'istesso disgusto, invincibile omai, della vita. Ma questa volont?? di Raimondo metteva l'Aldini in una condizione assai triste. Doveva egli tacere? Era una vilt??, e la sua coscienza gli avrebbe sempre rimproverato quel tradimento alla buona fede dei signori Cantelli, che sulla testimonianza di Raimondo Zuliani lo avevano per un gentiluomo senza macchia. Doveva egli parlare? Era una slealt??, poich?? con questo egli tradiva i segreti di casa Zuliani, quei segreti dolorosi che la magnanimit?? di Raimondo aveva voluto coprire del velo pi?? fitto, abbracciando il partito d'un duello alla sorte. Ma se il parlare fosse stato ristretto in certi confini di prudenza, e nella misura della necessit??, ristretto sopratutto all'unica persona che aveva poi il diritto di sapere ogni cosa, perch?? d'ogni cosa era liberale a lui, come avrebb'egli meritata la taccia di sleale?

La coscienza gli diceva che nel discreto orecchio di Anselmo Cantelli egli poteva deporre il suo segreto e l'altrui. Senza dubbio, tra due mali era da sceglier sempre il minore; e il minore consisteva per l'appunto nel non commettere una vilt?? cos?? grande, come sarebbe stato il tacere. Un cacciatore di doti, certificato ed autenticato un portento di delicatezza, poteva tacere e lasciar correre: un uomo onesto davvero, non tale per attestati antichi o recenti, doveva parlare, fosse pure nella angosciosa certezza di rinunziare con ci?? al bene supremo, alla mano ed al cuore di Margherita. Il danno era immenso; ma non sarebbe lungamente durato. Solo in ci?? confidava.

??? L??! l??! ??? disse il signor Anselmo, commosso, un po' stendendo la mano per battergli amorevolmente sul braccio, un po' tirandola a s?? per rasciugarsi una lagrima. ??? Non si lasci trasportare dalla vivacit?? dei suoi sentimenti. Ragioniamo, se ?? possibile. Intendo ch'Ella abbia voluto aprirsi intieramente con me: intendo, ed ammiro. Ma le cose non mi paiono cos?? gravi, com'Ella le fa. La sua storia, se non si trattasse di quell'ottimo Zuliani, che c'?? di mezzo, e al cui caso bisogner?? provvedere, non mi farebbe, creda, nella mia veste di padre, n?? caldo n?? freddo. Quando ella si lasciava involgere, sconvolgere, travolgere.... ricordo la sua frase, vede?... Ella, dico, non conosceva ancora mia figlia. Del passato non ci pu?? esser colpa per noi. L'uomo ?? nato cacciatore; si pu?? dirlo qui.... nel suo paretaio; ??? soggiunse maliziosamente il signor Anselmo, che non rinunziava alla burletta, quando la sentiva germogliare sul labbro; ??? e bisognerebbe interrompere il corso della specie umana, ivi inclusa la discendenza di Nembrot, se si dovessero ricusare per generi gli uomini che sono stati a caccia.?????

Qui il signor Anselmo fece una brevissima pausa, come l'oratore che dall'esordio sta per passare al vivo dell'argomentazione, poi ripigli??:

??? Non induca da ci?? che io sia stato un gran cacciatore nel cospetto del Signore; no, ma buon Dio! quando Eleonora Langosco non era comparsa ancora sul mio modesto orizzonte, creda che ho fatte le mie sciocchezze pur io, come ogni fedel cristiano. E del resto, voglia ricordarsi di quel comico latino; Terenzio, mi pare: ???son uomo??? ha fatto dir egli ad uno dei suoi personaggi; ???son uomo e mi accollo la parte mia di tutte le umane debolezze???. Dunque, niente paura, signorino; pensi in quella vece che la mia stima per lei ?? cresciuta a mille doppi.?????

Filippo Aldini lev?? la fronte, e lo guard?? trasognato.

??? Gi?? ??? riprese il signor Anselmo; ??? proprio cos??. Sa Lei, conte Aldini, che un discorso come il suo non lo fanno due uomini? Almeno, ??? volle concedere il buon vecchio, ??? almeno, a cercarli tra le mie conoscenze. Ella rinunzia, per delicatissimo sentimento d'onore, ad una donna che ama profondamente; ad una donna che vale assai.... Lascio stare i quattrini; ??? soggiunse il banchiere, a mo' di parentesi; ??? sono la nostra miseria! Parlo delle qualit?? morali, che conosco ben io, anche superiori alle fisiche, visibili a tutti. Ci rinunzia, e son certo che ci?? potr?? costarle la vita. Ora io.... gliel ho a dire? Venga qua, poich?? tanto ?? gi?? mezzo ginocchioni davanti al suo confessore.... Si accosti bene!?????

Cos?? dicendo, venne ad aver tra le palme la testa di Filippo Aldini. Lo baci?? allora sulla fronte, poi si curv?? per dirgli all'orecchio, ma forte, ben forte:

??? Ora, io.... non rinunzio a Lei. Ha capito??????

Filippo mise un grido; afferr?? le mani del signor Anselmo, e le baci??, inondandole di lagrime.

??? Si calmi, si calmi! ??? esortava il buon vecchio. ??? Che c'?? egli di strano, in ci?? che le ho detto, o che ella non meriti, per la sua bella sincerit??? Le ho parlato per conto mio, s'intende; ??? aggiunse egli poscia; ??? e perch?? ella sappia bene fin d'ora con che animo parler?? a Margherita.

??? A Margherita! ??? esclam?? Filippo, sussultando.

??? Eh, niente si pu?? fare, conceder??, senza che venga da lei una parola di gradimento. Ella stima mia figlia, signor conte; la creder?? degna di ricevere in deposito, e capace di custodire gelosamente un segreto.?????

Filippo assentiva col capo, ma contorcendosi anche un pochino, e stringendo le labbra, al pensiero che del segreto non tutto suo, dovuto confidare al signor Anselmo per troppo gravi ragioni, andasse a parte anche un'altra persona. Quell'altra era bens?? Margherita, la divina creatura; ma proprio era fatto per lei, quel segreto?

??? Pensi un po'; ??? riprese il signor Anselmo, che si era facilmente avveduto di quel contrasto di pensieri. ??? Se io non ci fossi, Ella, quest'oggi, trovandosi al bivio crudele di cui mi ha fatta una cos?? viva pittura, si sarebbe pur confidato d'ogni cosa con Margherita; ne conviene? Dunque, procediamo. Margherita ha senno maturo in giovane et??; Margherita ?? una donna forte, sa? Non la giudichi da un po' di stordimento che ha in questi giorni sofferto. Era naturale. La poverina stimava lei come il pi?? leale degli uomini, e l??, senza preamboli, ne ha sentito dir corna. Capir??.... Ci?? doveva colpirla nel mezzo del cuore; e ci?? va ad onor suo, come a testimonianza della stima che aveva concepita per Lei. Ma infine, sa padroneggiarsi, distinguere, e giudicare con calma. Le aggiunger?? che io mi fido molto del suo retto giudizio; e in certe faccende, poi, nelle matrimoniali, ad esempio, non la contrario mai. Non sono gi?? io, che ho da prender marito; ?? lei, e perci?? giudica lei, decide lei in prima ed ultima istanza. Per un nugolo di pretendenti, finora, ha detto di no: per Lei, cos?? poco pretendente, lo vedo bene! ha detto di s??. Vuole che si disdica? Io non lo credo. Comunque sia, quella savia figliuola merita tutta la mia confidenza, ed io mi rimetto intieramente alle sue decisioni. Pel suo segreto, signor conte, non dubiti; Margherita sapr?? farne buon uso. Ella vada tranquillo, e non mi dica altro, se mi ama. ??? Filippo chin?? la fronte, persuaso.

??? Sarei uno sciocco, ??? diss'egli, ??? se non riconoscessi quanta bont?? c'?? in Lei, sopra ogni merito mio: sarei un essere indegno di vivere, se dubitassi della signorina Margherita, della sua delicatezza di sentire e della sua nobilt?? di pensare. Ah, quante cose aggiungerei, ??? grid?? Filippo, animandosi, ??? se non mi ritrovassi in questa dolorosa condizione!

??? Bravo! io le immagino tutte; ??? ripigli?? il signor Anselmo, levandosi da sedere; ??? speriamo di averne presto un bel saggio. Fa cos?? piacere ai babbi sentirsi lodare il sangue loro! Ma veda come ci siamo sbrigati; ??? soggiunse, guardando il suo Patek. ??? Sono appena le due e mezzo. Ritorner?? all'albergo; Ella mi metta sulla buona strada per San Marco, perch?? non mi fido troppo dell'indirizzo proverbiale: La vaga drio a la zente. E restiamo intesi fin d'ora ch'Ella verr?? come ha promesso, alle nove, e magari alle otto.

??? Ma.... ??? disse Filippo, perplesso; ??? se la signorina Margherita mi avesse condannato??????

Il signor Anselmo lo guard?? con una tale espressione di tenerezza, che il povero Filippo non avrebbe potuto augurarsene di pi?? nel cuore della sua bella figliuola.

??? In questo caso l'avvertirei con due righe di biglietto; ??? rispose. ??? Dove pranza lei? Al Quadri, mi han detto.

??? S??, ?? il mio luogo solito. Ma ne avr?? voglia, quest'oggi?

??? Non perda l'appetito, mio caro Aldini; ?? una tra le prime raccomandazioni della scuola di Salerno. Un boccone inghiottito ?? poi, davanti alle nostre malinconie, come la provvista d'aria di cui si rinnovano i nostri polmoni; lavoro inavvertito, quasi meccanico. Si continua a respirare, anche nei momenti pi?? tristi, quando si dispera di tutto, e s'invoca la morte. Ma non filosofiamo; se no, perdo il treno.... voglio dir l'ora buona per ragionare con quella cara figliuola. Stia di buon animo, su! Resta inteso ad ogni modo che Ella viene senza aver aria di saper nulla, di aspettar nulla, trattandosi d'una visita di presentazione alla mia modesta persona. Le cose van fatte da cavalieri molto sbadati, molto ignoranti, anche e pi?? coll'amico Zuliani, il quale fra un'ora e mezzo mi dar?? l'annunzio della visita sullodata, che noi dal canto nostro non potremo dirne di aver gi?? ricevuta. Quanto a Margherita, che crede? ch'essa non voglia pi?? riconoscere il conte Aldini, neanche per prossimo? Comunque sia, mio caro, per levarla di pena, le invier?? il mio bigliettino, e sperando di poterci scrivere una frase, del genere di questa: ???il ponte del Paradiso ?? in ottimo stato di conservazione; ci si pu?? passare senza pericolo???.

??? Dio voglia! ??? esclam?? Filippo Aldini.

??? Ella ha intanto la mia assoluzione; ??? aggiunse il signor Anselmo.

Erano arrivati frattanto in capo alla Merceria. Di l?? il signor Cantelli poteva andare da solo a San Marco; e Filippo Aldini lo lasci??, per non correre il pericolo di farsi vedere a quell'ora con lui.

XVII.

La donna forte.

Certo oramai della strada, poich?? la Merceria metteva appunto a quella nobilissima parte di Venezia che tutti i viaggiatori conoscono anche prima d'esserci stati, il signor Cantelli si avvi?? speditamente all'albergo; pensieroso, e non senza ragione, cos?? per il triste caso dell'amico Zuliani, come per il discorso malagevole che avrebbe dovuto fare alla sua cara figliuola. Ma nell'animo di quel babbo soverchiava un sentimento di viva simpatia per quel conte Aldini, il quale, ora pi?? che mai, colla sua nobile sincerit??, meritava di diventare suo genero. Tutta la difficolt?? consisteva nel modo come la confessione generale del giovinotto sarebbe stata intesa da Margherita: quanto a lui, lo confortava abbastanza la sua vecchia massima: ???l'uomo ?? nato cacciatore???; alla quale poteva anche aggiungere che nel caso concreto il cacciatore era stato trascinato, pi?? che dalla imprudenza sua, dalla foll??a della selvaggina. Una vera fatalit??! e tanto pi?? fastidiosa, in quanto che l'errore lontano portava conseguenze vicine.

Ed ora, come dire tutte queste cose a Margherita? Erano discorsi da farsi a ragazze? Ma s??, pur troppo, viene il momento che anco alle ragazze bisogna parlare l'aspro e volgare linguaggio del brutto mondo in cui vivono, povere anime ignare! Del confidarsi alla moglie, perch?? facesse lei il discorso, gli era pur venuta l'idea; ma subito l'aveva messa in disparte. Anzitutto il segreto rischiava di non esser pi?? tale, passando per troppe orecchie; ed egli non ne aveva preso licenza dal suo penitente. Poi, l'effetto buono o cattivo di quella confessione generale sull'animo di Margherita poteva dipendere, pi?? che dalla esposizione di alcuni fatti dolorosi, da quella di molti particolari che li accompagnassero, ora aggravandoli, ora attenuandoli, spiegandoli sempre. Come se la sarebbe cavata, da questo passo, la signora Eleonora? E non sarebbe poi stato il caso di ricorrere a lui, per aggiunte e commenti? Tutto ci?? si evitava, parlando egli diritto diritto a sua figlia.

Mentre veniva innanzi, pensando queste cose con tanto giudizio, il signor Anselmo s'imbatt?? in sua moglie, che in compagnia di Federigo andava girando botteghe.

??? Oh bravi! ??? diss'egli. ??? E Margherita?

??? In camera, a scrivere le sue lettere; ??? rispose la signora Eleonora. ??? Hai lasciato il conte Aldini?

??? S??, poco fa. E a proposito di lui, ricordiamo che verr?? questa sera col signor Zuliani. Non bisogner?? dunque lasciarci sfuggire ch'egli sia venuto prima; e ci?? per lasciare all'amico Raimondo il piacere di averlo presentato egli stesso a me. Sar?? un atto di delicatezza verso di lui, non vi pare? Il signor Zuliani ne ?? degno.?????

Cos?? disposte le cose, e felicissimo di trovar Margherita sola, affrett?? il passo verso l'albergo. Era appena arrivato nel suo appartamento, che Margherita lo ud??, e tosto gli mosse incontro serena e sorridente.

??? Ahi, ahi! ??? pens?? egli. ??? Come si fa ora a dirle tante brutte cose, a questa cara figliuola??????

Margherita non gli aveva ancora letto negli occhi.

??? Ebbene, ??? gli disse, ??? come sei rimasto contento del signor Filippo?

??? Io, molto. Cos?? ne fossi contenta tu!

??? Oh, babbo! A me non c'?? bisogno di augurarmelo. ??? Il signor Anselmo colse la palla al balzo, entrando subito nel vivo dell'argomento.

??? Neanche se nel suo passato ci fosse.... qualche taccherella? ??? domand??.

??? Come sarebbe a dire, taccherella?

??? Ma s??, qualche scappata, qualche impennata, come pu?? fartela il cavallo pi?? generoso. Intendimi per discrezione.... qualche antica passioncella, via!... Sai bene; l'uomo ?? nato.... un po' leggero di testa. E se una fiammatella ci fosse stata.... anche fuoco di paglia.... specialmente fuoco di paglia.... che ne diresti! come vedresti la cosa??????

Margherita stette alquanto sovra pensiero, guardando il suo babbo negli occhi.

??? Tu sai qualche cosa. ??? gli disse, ??? sai.... della signora Zuliani!?????

Figurarsi l'atto di stupore del signor Anselmo, a questa scappata della sua dolce figliuola!

??? O come? Gi?? eri informata?

??? Eh, ci voleva poco a capirlo. Quella graziosa signora ci ha sempre veduto volentieri come il fumo negli occhi. Appena una visita, in tutto il dicembre passato, e ci ha lasciate sole a far la nostra vita di forestiere. Finalmente, perla notte del capo d'anno, c'?? stato l'invito, e neanche fatto da lei, ma dal signor Raimondo, che, evidentemente per salvar le apparenze, metteva innanzi il nome della sua agrodolce met??. E l??, a quella cena, mio caro, ho inteso tutto, ho tutto indovinato. Guardava me con aria di volermi sorbire come un uovo fresco: poi covava quel povero Aldini con gli occhi, mettendolo in uno stato d'angustia e d'impazienza da far veramente piet??. Dio, com'era seccato! e come si vedeva che l'avrebbe tanto volentieri mandata a quel paese! Vecchie lune, ?? questo il vostro destino. Ed era una vecchia luna, quella l??, molto vecchia; non c'era da prendere abbaglio.

??? Quante cose hai osservate in una notte!

??? Seconda vista, babbo; e si ha sempre, per le cose che premono. Ed anche ho notato l'atto della signora, quando suo marito destin?? il conte Aldini per accompagnarci in gondola fino alla riva degli Schiavoni. Avrei avuto compassione di lei, te lo confesso, se non avessi veduto, e prima e poi, che il signor Filippo pensava a lei, com'io al Gran Turco. Ah, la stizza, che la prese cinque giorni dopo, quando capit?? qui e trov?? il signor Filippo intento a disegnare il ponte del Paradiso, per ricordo d'una passeggiata artistica, che avevamo fatta quarantott'ore prima! ?? vero che se ne vendic?? da sua pari, distillando veleni nell'orecchio della mamma. Cos?? li avesse distillati in presenza mia! Ero donna da risponderle, sai? come va che lei lo riceve, un uomo simile? E ne parla cos?? a noi, ora, ch'egli ?? appena appena uscito di qui? Permette che ci lagniamo a suo marito, di averci presentato un tal uomo? Avrei voluto vederla, allora, che cosa mi sapesse rispondere.?????

Il signor Anselmo sorrideva, sentendosi un po' pi?? sollevato.

??? Dunque, non ti dai pensiero di quella vecchia luna?

??? N?? di quella, n?? d'altre, le cui fasi son da lasciarsi dormire negli antichi almanacchi. D'una sola cosa potrei darmi pensiero; come sei venuto a saper tu, appena arrivato, di quella vecchia luna?

??? Appagher?? subito la tua legittima curiosit??. Quel bravo giovinotto mi ha voluto condurre in casa sua; e l??, con grande effusione di cuore, mi ha fatta la sua confessione generale.

??? E ti ha detto che si trattava di una vecchia luna?

??? S??, ed io l'ho assolto col proverbio; acqua passata non m??cina. ?? un onest'uomo; ?? stato tale anche in quella debolezza passeggera, in cui la minor parte di colpa ?? stata certamente la sua. Fu involto, sconvolto, travolto: mi servo delle sue stesse parole. Ma in verit??, il parlare di queste cose ad una ragazza come te....

??? Babbo, non sar?? io tra poco Margherita Aldini?

??? Eh, Dio sa se mi farebbe piacere! Vorrei che fosse oggi la vigilia e domani la festa. Ma tu la fai liscia pi?? che non sia veramente. Se ci fosse ancora qualche difficolt?? da superare??????

Margherita impallid?? a quelle parole del babbo.

??? Tu non me la dici giusta; ??? esclam??.

??? E tu, bambina, non sei tranquilla come vorrei.

??? Vediamo di contentarti; ??? ripigli?? Margherita, facendo uno sforzo visibile, per padroneggiare la sua inquietudine. ??? Viene da lui, la difficolt???

??? Non da lui; egli ti ama pazzamente.... disperatamente...

??? Allora, son tranquillissima; ??? diss'ella, respirando. ??? Vedi che effetto produci, con un paio di avverbii? ??? aggiunse tosto, ridendo. ??? Sono una donna forte pi?? che tu non creda, e poco mi basta a farmi riavere, purch?? quel poco sia buono....

??? Ed abbondante; ??? conchiuse il signor Anselmo, ridendo pi?? gustosamente di lei.

??? Sentiamo dunque; ??? ripigli?? Margherita. ??? Donde viene la difficolt?? a cui accennavi?

??? Da un caso spiacevole di cui egli non ha colpa veruna, e che mi ha dovuto raccontare, confessandosi a me.

??? Se egli si ?? confessato a te, la sua confessione era sicuramente per me. Dunque, sentiamo tutto.?????

Tutto! Faceva presto a dirlo, quella cara figliuola. Il babbo impacciato non ne disse neanche la met??. Nondimeno, ce ne fu d'avanzo per lei, quando ebbe sentito brevemente del vecchio errore, dei pronti rimorsi, delle oneste esortazioni, che erano sembrate efficaci per rimetter quell'anima in pace, ma che tutto ad un tratto, in quei giorni, avevano perduto ogni forza. Non era divampata da capo una fiamma d'amore, che pi?? non poteva davvero, e che ad ogni modo non avrebbe trovato propizio il terreno; era stato un incendio di orgoglio offeso, di collera feroce, all'udire che un certo matrimonio era imminente, e che Raimondo Zuliani sarebbe andato quella mattina alla stazione per aspettare l'arrivo d'un padre, d'un padre gi?? persuaso di quelle nozze e dispostissimo ad affrettarle. Qui, in breve spazio di tempo tutta una rovina, un precipizio di cose; la donna, vera furia scatenata, che scopre s?? stessa al marito, per nuocere altrui, anche a suo rischio di vita, e sempre poi a suo danno; il marito che corre a chiedere ragione all'amico traditore, ma precorso dalla donna impazzita, che va a dare avviso della commessa foll??a, ed anche a consigliare la vilt?? d'una fuga, avendo appena il tempo di trafugarsi lei in un andito, presso un uscio segreto, donde ascolta il colloquio terribile tra i due uomini ch'ella ha messi l'un contro l'altro, e donde si ritira anche male, imprudentemente facendo rumore nel chiudersi l'uscio dietro alle spalle; onde avrebbe potuto accadere di peggio, se il signor Zuliani, sospettando il vero, fosse corso ad inseguire quella donna nella scaletta di servizio.

Margherita ascoltava fremendo la rapida esposizione di quel viluppo di casi. E pi?? doveva farla fremere il racconto di ci?? che era seguito tra i due, cos?? posti di fronte. Raimondo Zuliani era l'offeso; dettava egli le condizioni della sua vendetta; imponeva la sua volont??, con un duello alla sorte. La sorte aveva favorito l'Aldini; lo Zuliani perdente, doveva uccidersi entro un termine di tempo gi?? stabilito tra loro. Ma egli, da galantuomo, confessava al suo avversario che si sarebbe ucciso egualmente, vincendo, poich?? aveva perduta la sua felicit?? con tutte le illusioni della sua vita. Amava ancora, pur disprezzandola, quella donna infedele, che gi?? era stata cagione del suo dolore pi?? acerbo. Per far sua ad ogni costo quella donna, il poveretto aveva perduto l'affetto di una madre adorata.

??? La signora Adriana che vive a Belluno; ??? disse Margherita, ricordandosi. ??? Infatti, veneziana com'??, non si lascia pi?? vedere a Venezia. Si vede ora che conosceva bene la sua futura nuora. Povero signor Raimondo! Ed ?? tanto un brav'uomo!

??? Tanto bravo, che con tutto quello ch'?? accaduto fra lui e il conte Aldini, vuole che il matrimonio si faccia, e dentro i sessanta giorni che gli resterebbero da vivere, secondo il patto giurato. Patto segreto, s'intende, e noi non dobbiamo saper nulla di nulla. Solo la bont?? di cuore del conte Aldini, la sua rettitudine, la sua probit?? verso di noi, ci mettono a parte di quel triste segreto. Sicch??, vedi tu a che punti siamo. Quell'ottimo giovinotto ha pensato che tu dovessi sapere ogni cosa dei suo passato, per dar giudizio di lui. E qui ?? da lodare la sua delicatezza: io gli ho gi?? detto che per questa io lo stimavo mille volte di pi??. Ma egli ha voluto raccontarmi ancora tutto l'occorso di questa mattina, pensando che un matrimonio in queste condizioni potesse dispiacere a te....

??? Ha ragione; ??? interruppe Margherita.

??? Come, ha ragione? ??? grid?? il signor Anselmo, stupito.

??? S??, ha ragione, e per questo lo stimer?? io diecimila volte di pi??. Io non sposer?? il conte Aldini, coll'ombra del suicidio di Raimondo Zuliani davanti agli occhi. Il nostro matrimonio ?? stato ideato dal signor Zuliani, desiderato, preparato, voluto da lui. Con che cuore, dimmelo tu, con che cuore andrei io all'altare, pensando che dopo la cerimonia, il padrino delle mie nozze, si toglierebbe la vita?

??? Capisco, ??? rispose il signor Anselmo. ??? Ma a fargli mutar proposito non ci adopreremo anche noi? Lo metteremo con le spalle al muro, vedrai; lo pregheremo, lo piegheremo; ascolter?? le voci della ragione.

??? Lo credi? Ci vuol altro che esortazioni e preghiere! Ci penser??; ??? rispose Margherita con accento risoluto.

??? E intanto, cara mia, che si fa coll'Aldini? Egli ha riconosciuta la necessit?? di farti sapere tutta la sua confessione, ma soggiungendo che ne dovevano conseguire due mali; uno, il pi?? grave, e per lui certamente insopportabile, che il tuo cuore si allontanasse da lui; l'altro, che ne sarebbe il corollario immediato, di non potersi presentare questa sera da noi. Lo vedresti tu volentieri, dopo ci?? che conosci di lui?

??? O babbo, ??? disse Margherita, ??? anch'io mi sono confessata a te; pi?? brevemente, e per un fallo minore. Speravo di aver fatto un giudizio temerario, sospettando che tra lui e quella donna ci fosse stato.... qualche cosa. In verit??, non pensavo di colpir cos?? giusto. Ad ogni modo ero certa.... il cuore mi diceva, il cuore che non s'inganna mai, che fossero vecchie lune, tramontate da un pezzo, e che solo per orgoglio offeso, od altro di simile, quella donna mi odiasse. Quanto a lui, senti, io ti confesser?? candidamente, che non avrei voluto quell'ombra del passato ad oscurargli la fronte. Mentirei, se ti dicessi il contrario. E credi ancora, avrei rinunziato a lui, se egli fosse stato un altro.

??? Che sottigliezze!

??? S??, e da capirsi benissimo. Egli era cos?? gentile e buono, cos?? nobile e colto, cos?? rispondente al mio ideale, che, salvo sempre il tuo consenso, io non avrei rinunziato a lui per il ricordo di un'ombra passata sopra i suoi occhi, prima che quegli occhi si fossero posati su me. Cos?? potevo perdonare il passato; cos?? posso ancora, e perdonarlo e cancellarlo. Egli ?? oggi senza colpa, per me. Non lo hai tu confessato, del resto? ??? soggiunse la cara fanciulla, sorridendo. ??? E non gli hai data la tua paterna assoluzione?

??? Con tutta l'anima; ??? rispose il signor Anselmo, intenerito. ??? Dunque, ecco qua; lo riceverai bene. Io gli ho detto, congedandomi da lui: esplorer?? l'animo di Margherita, e le scriver?? un bigliettino, con questa frase, che lo conforti: ???il ponte del Paradiso ?? in ottimo stato di conservazione; ci si pu?? passare senza pericolo.???

??? Babbo cattivo! Tu ascolti, passando....

??? Come tu dietro agli usci.

??? Ma io non potevo fare diverso, essendo nella camera attigua.

??? E neppur io, essendo nella stessa camera, e infilando la pelliccia.?????

Erano pari e patta. Margherita conchiuse il giuoco, abbracciandolo stretto, e stampandogli due baciozzi sulle guance.

??? Sicch???... ??? diss'egli.

??? Scriverai.... scriveremo.... anzi scriver?? io il biglietto. Si guadagna tempo. Non l'ho mica da sposare domani. E gli parler?? un pochino ancor io, per l'appunto domani.... se il babbo permetter??.

??? Veramente....

??? Veramente, al punto in cui siamo, anch'io debbo parlare. E poi che cos'??? Dubiteresti della prudenza di tua figlia?

??? No, questo, no. Ma siete prudenti in un certo modo, voialtre donne; e prepotenti, poi!... Insomma, farai quel che vorrai.?????

In quel punto venne un cameriere ad annunziare la visita del signor Raimondo Zuliani.

??? Ditegli che passi; ??? rispose il signor Cantelli.

??? Ed io, babbo, passo di l??, per iscrivere ancora una lettera; poi vengo da voi.?????

Leggera leggera, la fanciulla si trafug?? nella camera attigua. Aveva gi?? richiuso l'uscio, quando il signor Zuliani entr?? nel salotto.

Raimondo era calmo nell'aspetto, quasi severo. Gran forza di volont?? in quell'uomo, che la sventura aveva cos?? duramente percosso! Si sarebbe mostrato anche ilare, se non avesse dovuto dare, a scusa della sua assenza mattutina all'arrivo di Anselmo, poco liete notizie della sua signora. Nervosa all'eccesso, la sua Livia aveva sofferto nella notte un potentissimo assalto del suo male, restandone molto abbattuta. Era a letto, naturalmente, e n'avrebbe avuto per parecchi giorni. Egli intanto, rinnovate le sue scuse, ringraziava caldamente l'amico di esser venuto alla chiamata, e di mostrarsi tanto disposto ad accogliere il suo disegno. Gli premeva di esser egli l'autore della felicit?? di un carissimo giovine, che avrebbe presentato quella sera ad Anselmo Cantelli. Un gentiluomo perfetto, quel conte Aldini, un'anima grande, un cuor d'oro, degno di Margherita, almeno in quel modo e in quella misura che un uomo poteva esser degno di un angelo. Ed anche a questi patti, poteva l'angelica creatura esser certa di non trovar fallo presente in quell'uomo. Tutti si ?? stati giovani, conchiudeva Raimondo, e qualche antica debolezza, com'egli aveva avuto l'onore di dire alla signora Eleonora dopo l'imprudenza di un certo discorso leggero, non doveva assolutamente contare.

??? Acqua passata non m??cina; ??? disse il signor Anselmo; ??? e poi, bisogna sempre passarne qualcuna, pensando che l'uomo ?? nato cacciatore. La mia figliuola non ha poi badato molto ad un discorso che voi volete pur ricordare, mio caro Zuliani, dicendolo anche leggero, mentre infine esso non usciva dai limiti delle chiacchiere da salotto, urbane sempre e graziose. E dopo tutto, la mia Margherita, senza essere un angelo, come voi avete la bont?? di chiamarla, ?? una donna forte, ve l'assicuro io, una donna forte.

??? Dunque, ??? riprese Raimondo, ??? ?? affar combinato?

??? Eh, quasi. Bisogner?? bene che questo giovinotto lo veda prima ancor io, e ancor io me ne innamori; ne convenite?

??? ?? giusto; ??? conchiuse Raimondo. ??? Ma di ci?? sono pi?? che sicuro.?????

L'uscio della camera attigua si aperse, e Margherita comparve, Margherita luminosamente bella, col sorriso sul labbro, e un mazzettino di lettere nella destra, che fece scorrere prontamente nella sinistra, per istender l'altra con atto cortese e sollecito al signor Raimondo Zuliani. E strinse forte, quella mano delicata, strinse forte la mano di quell'uomo, per cui sentiva una simpatia pi?? viva e pi?? profonda di prima.

??? Permette? ??? diss'ella poscia, accennando le sue lettere. ??? Le consegno, e sono da Lei.?????

Andava intanto alla parete, e toccava il bottone del campanello elettrico.

??? Subito queste lettere nella cassetta postale; ??? ordin?? al cameriere, che era comparso alla chiamata.

Poi, libera dalle sue piccole faccende, venne a sedersi accanto al signor Raimondo, chiedendo anzitutto notizie della signora Livia, ed ascoltando con molta attenzione quello che egli ne diceva; egli poveraccio, che dalla mattina non era pi?? ritornato al palazzo Orseolo. Di quante piccole bugie necessarie non si compongono le nostre conversazioni! Di l??, mutando argomento, la donna forte pass?? a discorrere della mamma, che era in volta col suo Federigo, per arricchirne il corredo. Sicuro, anche l?? ci voleva un corredo di nozze; non per la sposa, che non ne aveva bisogno, se non di carbone e di munizioni da fuoco, essendo una bella corvetta, destinata a fare con Federigo, per suo viaggio di nozze, il giro del globo. La lunghezza del viaggio voleva adunque che fosse pi?? ricco dell'usato il corredo dello sposo.

In queste chiacchiere si consum?? una mezz'ora; dopo di che il signor Zuliani prese commiato, promettendo una visita pi?? lunga per quella medesima sera.

??? Non so, ??? diss'egli, ??? se trover?? il conte Aldini, per presentarlo io al suo babbo. Ci siamo intesi per le nove. Ma se per caso egli avesse da capitare prima di me, prego Lei, signorina, di far le mie veci.

??? Con gran piacere; ??? rispose Margherita, stringendo ancora ben forte la mano di Raimondo; ??? ed Ella me ne ricambier?? con buone notizie della sua signora, alla quale vorr?? fare i nostri pi?? caldi augurii per la sua pronta guarigione.?????

Non una fibra del volto di Raimondo Zuliani tradiva lo stato dell'animo suo.

??? Uomo forte davvero, e risoluto; ??? pens?? Margherita, vedendolo partire; ??? questo sar?? duro a vincere, pi?? che il babbo non pensi.?????

Indi a poco arriv?? Federigo con la mamma.

??? Grandi acquisti, ??? disse la signora Eleonora al marito. ??? Quest'oggi ti costiamo un capitale.

??? D??i, d??i dentro senza misericordia; ??? rispose il signor Anselmo, stropicciandosi le mani. ??? Sei capace, scommetto, d'avermi speso un dugento di lire.

??? S??, bravo; aggiungi uno zero.

??? E che cos'?? uno zero? Nulla, mia cara. Infatti, non si dice di un uomo.... come me, verbigrazia, ch'egli conta come uno zero??????

Si rideva, cos??, aspettando l'ora del pranzo; e il signor Anselmo, prendendo esempio da quella donna forte di sua figlia, le cercava tutte per rallegrar la sua gente.

E la signora Eleonora, ottima pasta di donna, era lontana le mille miglia dal sospettare che figlia e marito non avessero punto voglia di star sulle celie, dopo tanti sopraccapi che avevano avuto in tre ore. Bello, passare tra i drammi della vita senza avvedersene! Ma un gusto simile ?? solamente capace d'intenderlo bene chi della vita ha saggiato il disgusto.

Quella sera, alle nove in punto, ritornava Raimondo Zuliani, tranquillo, sereno, anche ilare, secondo il suo vecchio costume, poich?? della sua signora poteva recare sempre migliori notizie. Con lui veniva Filippo Aldini, che il signor Anselmo ebbe l'aria di vedere per la prima volta. Cos?? voleva la diplomazia, concertata tra loro.

L'Aldini non appariva ilare come Raimondo, tra perch?? quello non era mai stato il suo costume, e perch?? allora come allora gli sarebbe parso un insulto, o poco meno, all'interna pena del suo compagno di visita. Era calmo, nondimeno, e garbato: un po' umile, anzi un po' vergognoso, si accost?? a Margherita, osando appena di toccarle la mano.

Ma sul cuore sentiva il dolce conforto di una letterina, ricevuta quella sera al Quadri; una cara letterina, che lo aveva miracolosamente aiutato a mandar gi?? qualche boccone con minor reluttanza. La soprascritta era di pugno del signor Anselmo; lo scritto interno di Margherita. Cos?? erano in due a dargli animo. Ed era la prima volta, quella, che Filippo Aldini vedeva i caratteri della divina creatura, fini, svelti, e chiari ad un tempo, non imitati, grazie al cielo, da certi uncini, arpioni e rampini bislunghi e bistorti dei secoli barbari, come si usa oggid?? dalle graziose donne del mondo civile.

La letterina di Margherita diceva brevemente ed eloquentemente cos??:

???Il babbo ha molte faccende e non pu?? scriverle, come sarebbe suo desiderio vivissimo. Ma faccia conto che scriva egli in persona, nel lasciare che fa il grato incarico a me di significarle che si pu?? passare senza pericolo; Ella sa dove.

???Margherita???.

Certo il Povero Aldini sarebbe stato molto impacciato, quella sera, a trovar materia di conversazione, cos?? turbato com'era, e per parecchie ragioni. Ma gli venne provvidamente in aiuto la signorina Margherita, tirando il discorso sull'arte. Il ponte del Paradiso ebbe naturalmente la parte sua; l'ebbe il pittore Longhi; l'ebbe il Pannini; l'ebbe soprattutto il divino Correggio. Erano a Parma, buon Dio; frugarono tutti i piani della Pilotta, dal museo archeologico al teatro Farnese; poi fecero una serie di scorribande, alla rocca di Torrechiara, a quella di San Secondo, a Montechiarugolo ed a tante altre castella circonvicine, per andare a finire nelle alte solitudini del lago Santo. Ci prese gusto anche il signor Anselmo, che sul territorio parmense possedeva un latifondo da principe, e meditava di ampliarlo ancora, tanto vedeva di quei luoghi invaghita la sua cara figliuola.

??? Margherita, ??? diss'egli giubilante, ??? ha Parma sulla punta delle dita.

??? Babbo, il tuo complimento sarebbe pi?? bello in francese: je la sais par coeur.

??? Non ?? lo stesso?

??? S??: ma c'?? quel cuore, che ha pi?? sentimento delle dita; non ti pare??????

Per la maggior bellezza della frase doveva aver ragione lei, se anche le si potesse rispondere che il sapere una cosa au bout des doigts aveva corso libero in Francia. Quella sera faceva lei tutte le carte, ma usando l'arte di far parlare pi?? che potesse l'Aldini. Il signor Zuliani not?? con soddisfazione che il Cantelli non ispiccava mai gli occhi da Filippo, se non forse per rivolgerli alla sua Margherita.

??? Mi pare che il negozio cammini; sia lodato il cielo; ??? pens?? egli in cuor suo.

Quando egli fu sul punto di andarsene, Margherita gli disse con la sua grazia adorabile:

??? Signor Raimondo, io so che Lei mi vuol bene; e Lei sappia che io gliene voglio ancora di pi??.

??? Mi par difficile; ??? rispose egli con bella galanteria.

??? Vedremo. Chi vive, ha tempo a vedere.... e a ricredersi. Vuole che scommettiamo??????

Raimondo Sorrise, ma non accett?? la scommessa.

Al conte Aldini, che era rimasto ancora qualche minuto, la donna forte trov?? il modo di dire in disparte:

??? Ci si vede domani? L'aspetteremo alle tre, io e babbo. Si parler?? d'alte cose.?????

E perch?? Filippo era rimasto un po' sconcertato da quelle ???alte cose???, soggiunse:

??? Ma s??, c'?? da aggiustare quel benedetto ponte. Non pericola, lo so; ma qualche restauro mi pare che lo richieda.... e lo meriti.?????

Ah, birichina, quella donna forte! Ed aggiungeva per il buon peso:

??? ?? anche un po' angusto, quel povero ponte. Non gi?? come quello che la fantasia di Maometto ha saputo imaginare, fatto d'un filo di ragnatela, che, guai alle anime, se non son pi?? che leggere, perch?? non ci si potrebbero reggere e cascherebbero nella Geenna, fiammeggiante di sotto! Ma al nostro dobbiamo pensare, da buoni architetti, facendolo ampio al bisogno, e ben saldo. Sorrida intanto; sorrida almeno una volta!?????

Filippo Aldini sorrise, e promise.

XVIII.

La giornata dei misteri.

La mattina seguente il signor Anselmo diceva alla sua Margherita:

??? Carina, siamo dunque alle porte coi sassi?

??? Perch??? ??? domand?? la fanciulla.

??? Perch?? mi ?? parso, ieri sera, che tu fossi molto contenta, tanto contenta da avere certamente deposta l'idea di tirare le cose in lungo.

??? No, babbo, non credere. Sono la donna forte, come tu dici; ma ho il cuore.... come dir?? io? il cuore piccin piccino. A vedere quel povero signor Zuliani tanto padrone di s??, ho ben capito che sar?? impossibile smuoverlo. Ha fatta la sua risoluzione, e non la muta; almeno, se non interviene un miracolo.?????

Ella sospirava, e il signor Anselmo non seppe far altro che seguirne l'esempio. Ah, un miracolo, un miracolo! Era pi?? tempo da miracoli?

??? Se si potesse.... ??? incominci?? egli, dopo aver almanaccato un bel poco, ??? se si potesse trovare il modo di apparire informati dell'accaduto, senza averne avuto notizia da quel povero giovinetto.... oh, allora, sarebbe un affare pi?? spiccio. Andrei dall'amico Zuliani, e glielo parlerei io, il linguaggio della ragione. Il rispetto al suo buon nome.... la sua probit?? e la sua riputazione bancaria in balia dei peggiori sospetti.... la vergogna che ad ogni modo cadrebbe su lui, quando si conoscesse il vero.... ecco parecchie cose che potrebbero farlo pensare.

??? E le avr?? pensate, babbo, le avr?? pensate e ripensate gi?? tutte. Fig??rati se a questi danni morali non avr?? trovato il rimedio! Quell'uomo liquida, come dite voi altri banchieri, liquida i suoi interessi in due o tre settimane, e buona notte a chi resta. Ragioni, poi, o pretesti a spiegare un atto disperato, non ne mancano, incominciando dalla malattia incurabile. Non ti confondere adunque a cercare il modo di essere informato senza far sospettare del signor Filippo; non lo troveresti, e non ti sarebbe creduto. Piuttosto, e per tastar terreno, sarebbe da sapere che cosa accade al palazzo Orseolo. Dopo la scena orribile di ieri mattina, si sono pi?? visti, il signor Zuliani e sua moglie? Si parlano? C'?? stato un accordo tra loro, per evitare gli scandali, e prima di tutto le chiacchiere della gente di servizio? Se questo si potesse sapere....

??? E da chi?

??? Dal signor Brizzi, per esempio. Quello ?? il segretario, il braccio destro del signor Zuliani. Tu hai pure saputo dal signor Filippo che Raimondo, uscito da casa ieri mattina, and?? al suo banco, dove stette a lungo, in preda ad una grande agitazione d'animo. Possibile che al signor Brizzi non abbia detto nulla? che il signor Brizzi, andato al palazzo Orseolo, non abbia indagato per conto suo, scoperto qualche cosa, almeno per ispiegarsi quel turbamento improvviso del suo principale?

??? ?? un'idea; ??? grid?? il signor Anselmo. ??? Voglio andare al banco Zuliani, con una scusa qualsiasi, e magari all'ora della colazione. Se trovo il signor Brizzi solo, potr?? farlo cantare. Egli vorr?? pure aver confidenza con me, col vecchio amico di Raimondo; e non inutile amico, n?? tiepido, com'egli certamente sapr??.

??? Vai dopo le undici; ??? sugger?? Margherita. ??? ?? l'ora che il signor Zuliani esce dal banco; e il signor Brizzi non vorr?? andarsene alla stessa ora del suo principale. So ancora che il signor Brizzi fa i suoi pasti al Cappello Nero, in piazza San Marco. Se non lo trovi pi?? al banco, puoi appostarlo alla trattoria. Intanto mi permetti che per oggi, se te ne arrivano durante la tua assenza, io apra i tuoi telegrammi?

??? Non ne aspetto; ??? rispose il signor Anselmo. ??? Ma perch???

??? Perch?? ne aspetto uno io.

??? Diretto a me?

??? Diretto a te; ho dato il tuo ricapito.

??? Che cos'?? questo mistero?

??? Non me lo domandare, babbo; abbi fede in me. Se quel telegramma arriva, chi sa che non si trovi la via di salvezza? E ancora una preghiera: ??? soggiunse Margherita. ??? Non uscire quest'oggi, quando avrai fatto colazione; o almeno sii qui per le tre, facendo in modo che la mamma sia fuori con Federigo.

??? Un altro mistero?

??? Non del tutto, babbo. Ho detto iersera al conte Aldini che lo avremmo aspettato quest'oggi alle tre.

??? Per che cosa?

??? Ma.... per discorrere un poco. Ho da interrogarlo su qualche punto oscuro della sua storia.

??? E se questi non sono misteri, voglio perder la testa; ??? brontol?? il signor Anselmo, mezzo burbero e mezzo faceto.

??? Li saprai tutti, via! Finalmente, di che si tratta? Di un interesse tuo, anzi di due. Il primo ?? di salvare il signor Zuliani, al quale vuoi bene.

??? Non c'?? che ridire. E l'altro?

??? L'altro ?? di accasare la tua povera figliuola. Non hai paura che ti sfiorisca in casa?

??? Matterella! ??? esclam?? il signor Anselmo, facendo bocca da ridere.

Alle undici, come aveva promesso di fare, il signor Anselmo usc??, e stette fuori appena un tre quarti d'ora; di guisa che la colazione non fu neanche ritardata. In quella vece, essendo presente la signora Eleonora, fu ritardato a Margherita l'appagamento di una viva curiosit??, rispetto alle notizie che il babbo aveva certamente raccolte, come infatti era dimostrato dal suo ammiccar frequente alla sua cara figliuola. Fu un bel momento per lei, quando la mamma si alz??, per andar nella sua camera a mutar veste e a mettersi in punto per uscire, appena Federigo fosse arrivato dall'Arsenale.

Qui, stando nel vano d'una finestra in atto di contemplar la Laguna e l'isola di San Giorgio Maggiore, il signor Anselmo snocciol?? in fretta la sua coroncina di notizie. Avviato al banco Zuliani, s'era imbattuto nel signor Raimondo, che allora ne usciva. Accompagnatosi un tratto con lui, e tirato sull'argomento dell'Aldini, non gli aveva negato che quel giovinotto gli piaceva moltissimo, soggiungendo per altro che voleva discorrer pi?? a lungo con lui, e rigirarlo, come si suol dire, per tutti i versi. Poi, col pretesto di non conoscere abbastanza le strade, e meno ancora le straducole di Venezia, e di non volersi smarrire in quel labirinto, aveva lasciato l'amico Zuliani tirar di lungo verso casa, ritornandosene egli verso San Marco. Libero di andare dove voleva, si era difilato al banco, trovandoci appunto il signor Brizzi, a cui aveva detto di voler scrivere un biglietto; e il signor Brizzi si era affrettato a cedergli il posto alla sua scrivania. Entratogli bel bello in materia (e glie ne offriva un ragione voi pretesto l'aver notato una grande alterazione di spirito dell'amico Zuliani), era venuto a sapere tutto ci?? che il signor Brizzi poteva raccontare a persona degna di tanta fiducia come il banchiere Cantelli.

Non era molto quel che sapeva il signor Brizzi; ma era quello per l'appunto che il signor Cantelli ignorava, e che gli premeva di conoscere. Il signor Brizzi era il giorno innanzi andato due volte al palazzo Orseolo; la prima, intorno alle nove, per far portare al suo principale il pastrano, lasciato a casa con quel po' di freddo, che accapponava la pelle; la seconda per portare alla signora Livia un biglietto, in cui suo marito l'avvertiva che non sarebbe andato a casa per l'ora della colazione, bens?? solamente per l'ora del pranzo. Una commissione, questa, che il signor Raimondo aveva affidata al fattorino del banco, ma che egli, il signor Brizzi, si era voluto accollare, per riguardo delicato verso la signora Zuliani. Questa, infatti, la prima volta che il signor Brizzi era stato in mattinata al palazzo Orseolo, gli aveva accennato un fiero alterco avuto con suo marito, come cagione del gran rimescolo di lui; era naturale adunque che andasse egli, e non un fattorino.

Cos?? avvenne che rivedendo la signora Livia (un po' tardi, veramente, perch?? era uscita, ed egli aveva dovuto far due viaggi al palazzo Orseolo), il signor Brizzi sapesse da lei che cosa conteneva il biglietto. In freddo e reciso linguaggio, Raimondo le manifesteva il suo proposito che niente apparisse mutato tra loro, agli occhi della gente di servizio; quanto alla loro questione, egli l'avrebbe sciolta, e presto, nel modo pi?? netto e pi?? degno, per la pace e l'onore d'entrambi. In quella seconda visita il signor Brizzi aveva trovata la signora Livia assai pi?? agitata che non gli fosse apparsa nella prima. Forse era effetto dell'aver troppo meditato sulle conseguenze dell'accaduto. Comunque fosse, ella non ritorn?? sull'alterco di quella mattina con nessuna giunta, con nessuno schiarimento che a lui desse lume di quel dissidio coniugale.

Ancor pi?? chiuso di sua moglie era stato il signor Zuliani con lui. Solamente, all'opposto di sua moglie, appariva in giornata pi?? calmo, come l'uomo che ha presa una risoluzione e non ha pi?? da stare coll'animo sospeso tra mille dubbi e timori.

Il signor Brizzi, nondimeno, avrebbe amato vederlo inquieto, agitarsi, dare nei lumi, anzi che tranquillo, quasi sereno, esporre a lui un pazzo disegno, di cui pareva tutto invasato; ritirarsi dagli affari, cedere il banco, o chiuderlo a dirittura; e ci?? nel termine pi?? breve, per levarsi ogni noia. Che idee! per un dissidio coniugale, a cui non voleva neanche accennare!

??? Te lo dicevo io? ??? comment?? Margherita. ??? Egli vuol liquidare i suoi interessi, salvar l'onore del suo nome, evitare le ciarle del mondo, e sparir da Venezia prima di mandare ad effetto il suo terribile divisamento. Che uomo! Ma le ciarle del mondo, come le eviter??, colla gente di servizio che ieri mattina avr?? sentito ogni cosa?

??? Nessuno ha sentito; ??? rispose il signor Anselmo: nessuno, almeno, di quei servitori che potrebbero trovar gusto a rifischiare i segreti dei padroni. Il signor Brizzi ha saputo anche questo dalla signora Zuliani. La gente di servizio dorme al pian terreno, e non sale prima d'una cert'ora al pian nobile, se non ?? chiamata. Anche la cameriera stava al pian di sotto, facendo la sua prima colazione di caff?? e latte, sapendo che la padrona non aveva bisogno di lei fino alle nove. Al pian nobile non dorme altri che il Giovanni, quel servitore che ricorderai d'aver visto, alto, grosso e nerboruto, specie di maestro di casa, tutto devoto al padrone, presso il quale ?? impiegato da trent'anni e pi??. ???Paron Nane???, come lo chiama il signor Zuliani quando ?? di buon umore, non apre bocca se non per comando o per utilit?? del padrone; per tutto l'altro ?? muto come un pesce. Di modo che, se ha sentito qualche cosa, si pu?? star certi che non ne fiater?? con anima viva. Le parr?? che il bravo uomo sia molto diverso da me; ??? mi diceva il signor Brizzi, conchiudendo; ??? ma io parlo con Lei, non con altri; parlo con Lei, che so quanto ami il mio principale, e quanto egli debba alla sua vecchia amicizia. Infine se non ci mette la mano Lei, non vedo che altri possa far desistere il signor Raimondo dal suo strano disegno. Ritirarsi dagli affari!... chiudere il banco!... che pazzia! Ma sa, signor mio, che nel banco Zuliani, pure andando coi pi?? di piombo, come ?? l'uso del principale, si fanno affari per milioni e milioni, mettendo da parte anno per anno cento e pi?? mila lire, senza contar la levata mensile per le spese di famiglia?

??? E tu gli hai promesso....

??? Naturalmente, di sconsigliare l'amico, appena mi entrasse a parlare di questa follia.

??? Bene ??? conchiuse Margherita, tirando le somme.

??? Sappiamo quel che si voleva sapere. C'?? corda tesa, al palazzo Orseolo, non ispezzata; cos?? tesa, non pu?? mica durare! A noi la cura di rallentarla.

??? In che modo??????

Margherita alz?? le ciglia ed allung?? le labbra.

??? Mistero! ??? diss'ella, dando subito in uno scoppio di risa. ??? babbo, non andare in collera; saprai tutto pi?? tardi.?????

Poco dopo giungeva Federigo, e si stette a chiacchierare con lui, che doveva uscir tosto colla mamma. Il corredo dello sposo non era anche finito.

??? Non mi spendere altre dugento lire, mi raccomando, ??? disse il signor Anselmo alla moglie.

??? Eh, forse un po' meno di ieri, speriamo; ??? rispose la signora Eleonora. ??? Del resto, oggi si finisce di spendere. E non venite voi altri?

??? No, grazie; non amo girar botteghe, e sto in riposo; Margherita non ha cuore di lasciarmi qui solo soletto. Usciremo pi?? tardi, e da una parte o dell'altra v'incontreremo di certo. Gi??, secondo l'uso, Schiavoni, Ponte.... dei Sospiri, Piazzetta, Piazza, Procuratie vecchie, Procuratie nuove, Merceria.... e non si esce di l??.?????

Margherita e il babbo restarono soli, tratto tratto guardando l'ora; lei al pendolo del caminetto, egli al suo patek, nel quale aveva pi?? fede. Poco dopo le tre, fu annunziato il conte Aldini, ed accolto a festa, come prima. Egli appariva un po' mesto, come sempre, ed anche triste, come la sera innanzi; ma lo sguardo di Margherita possedeva la virt?? del raggio di sole, che, dovunque arriva, ravviva.

??? Ed ora veniamo a noi; ??? disse Margherita, dopo qualche minuto di ciarle preliminari. ??? Conte, so tutto, per bont?? di mio padre; perdono tutto, per bont?? mia. Si contenta? Oh bene! Ma Ella deve appagare un mio desiderio. Ecco l??, sul noto tavolino da lavoro, carta e matita. Vuol disegnarmi la pianta del suo quartierino??????

Filippo rimase un po' sconcertato, guardandola, e non sapendo l?? per l?? che cosa rispondere.

??? Da bravo, mi contenti! ??? incalz?? la fanciulla. ??? Le piacer?? forse di pi?? che glielo comandi? Non so, e non voglio imparare quest'arte per usarne con Lei; ??? soggiunse, con una espressione di grazia incantevole. ??? Mi dir?? che il disegno desiderato da me non ?? il Ponte del Paradiso.... Ma questo lo possiedo. Non ?? neppure il Ponte.... dei Sospiri, per servirmi della stessa sospensione che dianzi, come per canzonarmi un pochino, ha usato mio padre. Del resto, il Ponte dei Sospiri non mi va; sarebbe di malaugurio. Mi disegni a semplici tratti, ma precisi, tutto il suo quartierino, che lo conosca nella disposizione delle sue parti ancor io. Cos??, gentilissimo sempre! Ma badi, ci vorrei tutto; la linea della strada, il punto dell'ingresso padronale, l'uscio segreto, coll'andito che lo precede, come ?? lungo e largo, la scaletta di servizio, finalmente, e il cortile dove questa riesce.?????

Filippo Aldini era alla tortura. Ma dallo sguardo e dall'accento della sua inquisitrice non traspariva nessuna intenzione di crudelt?? raffinate. Soltanto, non veniva a capo d'intendere la ragione di quel capriccio donnesco.

??? Ma perch???... ??? domand?? egli timidamente.

??? Per una curiosit?? architettonica; ??? rispose la fanciulla. ??? Se sar?? Margherita Aldini, potr?? bene saltarmi l'estro di fabbricare una casa; e voglio sapere.... come non vada fatta una casa. Non si turbi, la prego; ho tutto perdonato, le dissi, e presto avr?? tutto dimenticato. Presto! ??? ripet?? Margherita con accento malinconico. ??? Dio voglia che sia cos??. Quell'uomo dabbene, a cui siamo debitori di tanto, quell'uomo di cuore non deve morire per cagion nostra.

??? Nostra? ??? esclam?? Filippo, sconcertato.

??? S??, ??? rispose Margherita, ??? perch?? in verit?? ci ha un po' di colpa ancor io. Se non giungevo io, signor Filippo, io, povero astro, sul suo quieto orizzonte, niente accadeva; ci?? che doveva estinguersi coll'aiuto del tempo e svanire, avrebbe fatta la sua fine tranquilla, senza scatti d'orgoglio ferito, senza impeti d'ira selvaggia, e senza tutto l'altro che dobbiamo piangere insieme, e scongiurare, se ci verr?? fatto, nella sua parte pi?? triste per noi.

??? Signorina, ??? disse Filippo Aldini, profondamente commosso, ??? quell'uomo dabbene, quell'uomo di cuore, mi ha ripetuto tante volte: Margherita Cantelli ?? un angelo del paradiso. Come la conosceva bene!?????

Si era commossa anche lei, a quelle parole di Filippo; si era commosso anche il signor Anselmo, che diede prudentemente le spalle per asciugar di nascosto una lagrima.

Il disegno, a semplici tratti, e senza indicazione di spessori, non richiedeva un lungo lavoro. In un quarto d'ora il destro disegnatore se n'era sbrigato, aggiungendovi ancora ai luoghi opportuni le indicazioni per iscritto, che Margherita gli veniva chiedendo via via.

Verso le quattro entr?? un cameriere, portando al commendatore Cantelli un messaggio sul vassoio di rito. Era un telegramma; il signor Anselmo, sbadatamente o pensatamente che fosse, lo aperse e lo lesse, facendo un atto di grande stupore. Ma lo chet?? prontamente uno sguardo supplichevole di Margherita.

??? Le tue amiche.... milanesi; ??? diss'egli allora, porgendo il telegramma a sua figlia.

??? Sta bene, sta bene; sono tanto carine! ??? rispose Margherita, leggendo.

E dopo aver letto, richiuse diligentemente il foglio giallo, lo ripieg?? in quattro doppi, quanti ne occorrevano per farlo capire in una tasca del suo portafogli minuscolo. Frattanto, aveva levate le pupille al cielo, in atto di ringraziare il Dio delle misericordie.

Filippo aveva finito il disegno. Margherita lo ringrazi?? della sua cortesia, e prese a parlar d'altro; ma a lui, dopo alcuni minuti di conversazione, parve di capire che la sua bella interlocutrice fosse alquanto disattenta. Anche il signor Anselmo, certamente per esser rimasto un pochettino stonato dal telegramma delle amiche milanesi, era disattento da parte sua, anzi, pi?? che distratto, sovra pensiero. E Filippo, dopo essere stato un po' incerto di quel che dovesse fare, si alz?? per prender commiato.

Margherita intese il pensiero, di lui, e non volle lasciarlo cos?? addolorato.

??? Mi trova un po' distratta, non ?? vero? ??? diss'ella, porgendogli la mano, e lasciandola amabilmente in quella di Filippo. ??? Non ci pensi; non ?? per Lei, ma per una faccenda che mi preme. Ad ogni modo, mi perdoni questo ed altro. S??, ho dell'altro da farmi perdonare. Il suo segreto non sar?? pi?? conservato in due, ma in tre persone. Non tremi; ??? aggiunse, stringendogli pi?? forte la mano; ??? sar?? sempre ben custodito. L'essenziale sar?? che ad ogni richiesta.... m'intende? ad ogni richiesta possibile, quantunque improbabile, Ella dica di non averlo confidato a nessuno. Soltanto per farle questa raccomandazione, le ho confessato il mio piccolo peccato, che non ?? neppur tale, e non avr?? nessuna conseguenza, ora che possiedo il disegno del suo quartierino. Ella non capir?? nulla in questo mio indovinello; ma non importa; capir?? poi, e mi approver??. Ci rivedremo stasera? All'ora solita, signor conte; e le giuro che non sar?? pi?? distratta.?????

Cos?? ebbe commiato Filippo Aldini, e ben dolce, poich?? tanto a lungo la mano di Margherita era rimasta nella sua.

??? Ed ora mi dirai.... ??? incominci?? il signor Anselmo, poich?? furono soli.

Ma la fanciulla non gli lasci?? finire la frase.

??? Caro babbo; ??? diss'ella, abbracciandolo. ??? Dobbiamo noi vincere, s?? o no, questa battaglia difficile? E salvare quel poveretto? Le armi che ho preparate sono di buona tempra, mi pare, e leali; speriamo che valgano.

??? Dio ti assista, donna forte! ??? esclam?? il signor Anselmo. ??? Ma se Raimondo....

??? Verr?? da me, se mai; ed io sapr?? difendermi. Ora tu, si capisce, per debito di cortesia, vai incontro.... alle amiche di Milano. L'arrivo ?? per le cinque e quarantatr??. Si capisce ancora che tu mi conduci con te alla stazione.?????

Il signor Anselmo tentenn?? il capo e sorrise.

??? Non ci mancherebbe altro che ci andassi da solo! ??? rispose. ??? Con tanta carne che hai messa al fuoco, Dio sa come mi troverei impacciato!?????

Erano suonate le quattro, e con le quattro era di ritorno all'albergo la signora Eleonora, accompagnata dal suo Federigo.

??? Vi potevamo aspettare! ??? diss'ella.

??? S??, hai ragione; ??? rispose placidamente il signor Anselmo. ??? Come disse quella gentildonna ai suoi convitati: ???perdonino, mi ero dimenticata in biblioteca???, cos?? noi ci siamo dimenticati in chiacchiere. Ma non dubitare, ci rifacciamo subito anche noi.

??? Dove andate?

??? Alla stazione, incontro ad un amico di babbo;-entr?? a dire Margherita. ??? Saremo di ritorno, ad ogni modo, per l'ora del pranzo.?????

Uscirono, padre e figliuola, presero una gondola, e si fecero cullare sulle acque del Canal Grande, che a lume di tramonto erano bellissime. Ammirarono i bei palazzi, cos?? degni di osservazione, nella diversit?? delle forme architettoniche e nella variet?? degli stili. Di l?? dal ponte di Rialto, Margherita sporse il capo fuori del felze, e tese lo sguardo cercando il palazzo Orseolo, uno dei pi?? graziosi di Venezia, notevole per la eleganza delle sue cornici, delle sue modanature, e pi?? per le sue finestre ad arco acuto, dai terrazzini sporgenti, vagamente intessuti di pilastrini ornati a fogliami e di rosoni traforati, nello stile del Quattrocento.

??? Povero signor Raimondo! ??? mormor?? la fanciulla, quasi parlando a s?? stessa. ??? Che vita, la sua!?????

La gondola guizz?? oltre, leggera leggera. Poco prima delle cinque erano gi?? alla stazione. Ci avevano da aspettare un bel pezzo, e spesero il tempo passeggiando. Il signor Anselmo, che quel giorno era rimasto cos?? lungamente seduto, non ebbe certo a dolersene. Margherita, per contro, aveva da infastidirsi non poco, vedendosi fatta argomento di tante ammirazioni d'una turba di peripatetici aspettanti.

Non ?? poi vero che a tutte le donne belle piaccia di essere ammirate, specie con troppa insistenza. Quelle che n'hanno fastidio pensano di sicuro che ad una dose pi?? scarsa di ammirazione potrebbe accompagnarsi benissimo una dose pi?? abbondante di reverenza, o di tatto.

Il treno delle cinque e quarantatr?? arriv?? miracolosamente puntuale. Margherita l'ebbe per un segno di buon augurio. Tra le poche persone che scendevano dalle vetture di prima classe, indovin?? quella che aspettava, e le corse incontro, indovinata a sua volta: si ricambiarono i nomi, si presero per braccio, e si trassero in disparte sulla calata, discorrendo animatamente sottovoce. Parecchie cose dovevano essere state gi?? dette per lettera; ora la signorina Cantelli aggiungeva utili ragguagli, o colmava lacune. La stazione si era gi?? tutta vuotata di viaggiatori e di aspettanti, quando Margherita e la sua nuova compagnia si decisero ad uscire. Sul ponte si separarono; la persona misteriosa strinse la mano al signor Cantelli, presentato in quel punto; poi quella discese in una gondola; Margherita e suo padre nell'altra, che li aveva portati, e che doveva restituirli alla riva degli Schiavoni.

Giunsero all'albergo prima dell'ora di pranzo; alquanto sollevati di spiriti, come chi si conforta nella coscienza di aver fatto il debito suo; ma pensosi, come chi, arrivato al punto della prova, dubita istintivamente della bont?? d'un suo ritrovato, ond'era poc'anzi ben certo. Son quelli i momenti che il facile incomincia a parervi difficile, e il difficile vi diventa impossibile. Ahim??, non son tutti sicuri, i meglio architettati disegni, come non son tutte rose nel giardino della vita; il qual giardino ?? troppo spesso una landa.

Per nascondere la sua ansiet??, Margherita tir?? accortamente i discorsi di tavola sulle compere fatte dalla mamma in quei giorni, pel corredo del suo Federigo; quel famoso corredo che doveva accordarsi nelle sue parti con tanti climi e temperature differenti sulla faccia del globo. La signora Eleonora aveva pensato a tutto; non la trovarono mai in fallo, n?? mai la colsero alla sprovveduta. Cos?? vigile ?? l'amor materno, che aguzza l'ingegno alle creature pi?? tarde. Del resto, non era tarda d'ingegno, la signora Eleonora; solamente un po' dubitosa, non ben sicura di s??; piccolo difetto che non istarebbe male, in guisa di correttivo, agl'ingegni pi?? pronti.

Una fissazione dell'ottima signora era questa, che le navi da guerra non dovessero prendere il largo altrimenti che a primavera, come le antiche galere. E per intanto vagheggiava l'idea che la corvetta non fosse pronta per la fine del gennaio. Ah, un altro mesetto di armamento! Si sarebbe potuto far assistere Federigo alle nozze di sua sorella.

??? Ma s??! ??? aggiungeva facetamente il signor Anselmo. ??? Vedrai che il governo seguiter?? a non indovinarne mai una; e questa volta, per far dispetto alla moglie d'un commendatore, si sbriga.?????

Cos?? ingannavano il tempo tutti e quattro; e due di essi ingannavano anche l'ansiet?? onde erano divorati. Alle nove in punto arriv?? il conte Aldini, e la corvetta e il suo armamento passarono in seconda linea. Il signor Anselmo prese a discorrere di politica spicciola, come la recavano, per favorire la digestione dei popoli, i giornali della sera. Margherita parl?? di teatri, facendoli presto piacere al nuovo venuto, che in verit?? non n'era mai andato pazzo, trovandoli tutti a lor volta nemici di qualche senso umano, o assordanti, o accecanti, o indigesti, o scipiti.

Margherita conosceva gi?? la teorica dell'Aldini, e rammentava di non averla neanche combattuta. Per quella sera, tuttavia, un pochino di controversia avrebbe fatto buon giuoco.

??? Sostenga lei un'opinione; ??? diss'ella; ??? io sosterr?? l'altra.

??? ?? impossibile, signorina; ??? rispose Filippo ??? e sar?? sempre impossibile tra noi. Se Ella esprimer?? un pensiero diverso dal mio, io lascer?? il mio per conformarmi subito al suo.

??? Perch??, signor conte? Le idee possono esser molte, e le opinioni diverse.

??? Vero; e pu?? anche esser piacevole di abbracciar l'opinione.... dell'avversario.

??? Il quale, ??? ribatt?? Margherita, ??? non si trover?? molto soddisfatto di vincere senza aver combattuto.

??? Verissimo; mi persuade; ??? conchiuse Filippo, dandosi tosto per vinto.

??? Ah, ora lo fa apposta; ??? not?? Margherita.

??? Ma no!

??? Ma s??!

??? Ella ha ragione; ??? conchiuse Filippo una seconda volta. ??? E vede? ??? soggiunse, a mo' di commento, ??? vede, da questi piccoli esempi? Tra due che discutono, volendo ognuno di essi aver ragione, ce n'?? sempre uno.... che merita di averla. E l'altro ha ragione a suo modo, rinunziando alla sua opinione. Vuol dire di no! Ed io son tanto lieto di darle ragione, che ancora una volta, e sempre, dir?? come Lei.?????

Anch'egli, in questa piccola scherma, cercava d'ingannar la sua cura; una cura tanto pi?? molesta al suo spirito, in quanto che doveva essere inerte, non obbligandolo a scuotersi, a darsi moto, per iscongiurare un gran guaio. Tutto era in mano di Margherita; ed ogni sua speranza era in lei. Che cosa aveva ella incominciato a fare? I suoi misteri del pomeriggio erano pieni di promesse; la sua allegrezza di quella sera egualmente. Ma poteva anch'essere un'allegrezza mentita; o non significar altro se non questo, che ogni lavoro di difesa o d'approccio della guerriera animosa era rimesso al domani. Cos?? viveva ancor egli dubbioso, tra speranza e timore.

Sulle dieci, mentre la conversazione languiva, si ud?? un rumore di passi frettolosi su per la scala. Bussarono all'uscio del salotto, ed entr?? un cameriere annunziando il signor Antonio Brizzi.

??? Fate passare; ??? disse il signor Anselmo, alzandosi tosto per muovere incontro all'inaspettato visitatore. ??? Oh, bene!?????

Ma l'esclamazione di giubilo mor?? sulle labbra del signor Anselmo, al vedere il signor Antonio affacciarsi sulla soglia, pallido, anelante, e con gli occhi stralunati.

??? Che cos'?? stato? ??? domand?? allora. ??? Entri, la prego, e richiudiamo l'uscio. Per amor di Dio, non ci tenga in pena!?????

Il povero signor Brizzi durava fatica a contenersi. Parole e lagrime gli facevano nodo alla gola.

??? Una disgrazia.... ??? balbett??; ??? al palazzo Orseolo.... una grande disgrazia!...?????

XIX.

Al palazzo Orseolo.

Raimondo non era ancora tornato a casa, quando fu annunziato alla signora Zuliani l'arrivo della sua inaspettatissima suocera. N'ebbe una scossa di nervi, un tuffo di sangue al cervello, un rimescolo per tutte le fibre. Ma bisognava striderci, e andarla a ricevere. Le due donne si guardarono a lungo, dopo il saluto strettamente necessario; non si baciarono, non si strinsero la mano.

La signora Adriana si presentava in sembiante di giudichessa. C'era tanta espressione di dolore in quella figura veneranda, che Livia ne fu sgomentita e umiliata. Ad un certo punto, essendo uscito il servitore, come soggiogata dallo sguardo severo della vecchia, si butt?? ginocchioni, tentando di afferrarle la mano.

??? Mamma! ??? grid??, con voce lagrimosa.

??? Cessate! cessate! ??? disse la signora Adriana, ritraendosi. ??? Dov'?? mio figlio?

??? Sar?? a casa per le sette. Ma non mi perdonerete voi?

??? Non ?? mio ufficio, perdonare. Dio vede i cuori; Dio giudica le opere e le intenzioni; egli solo pu?? perdonare; non io.?????

Livia chin?? la fronte, avvilita. Si sentiva mancare, gi?? sfinita com'era da quei due giorni terribili. Il giorno innanzi, Raimondo era venuto a pranzo, ma preceduto da una lettera, che fissava i termini delle loro relazioni, pel breve tempo che sarebbero ancora durate. In presenza delle persone di servizio si era mostrato tranquillo, come se niente fosse accaduto fra loro; aveva discorso di cose vane; poi, subito dopo il caff??, si era ritirato nella sua libreria. Ella, di tanto in tanto origliando agli usci, lo aveva sentito scrivere, rovistar carte, scrivere ancora fino alle undici, e poco dopo andarsene a letto. Fortuna che non erano giorni di ricevimento serale per lei, da obbligarla a sforzi di volont??, di padronanza sull'animo suo, che certamente non avrebbe potuto durare. Spossata, rifinita, era andata a letto tardissimo, passando la notte in un dormiveglia doloroso, pieno di tristi visioni e di oscuri terrori.

Quel giorno, poi, a colazione, era stata la medesima scena. Egli, tranquillo al solito, non taciturno in presenza dei servi, aveva sparsamente condito il breve pasto con piccoli discorsi, e tutti di piccole cose. Aveva perfino toccato di affari, egli che in casa se n'era sempre astenuto; operazioni sbagliate del governo sulla rendita, conseguenti ribassi, fallimenti probabili, rallegrarono la conversazione domestica.

Ella era disfatta, quel giorno, quasi sformata nel viso; tanto che la cameriera, osservandola, non aveva potuto trattenersi dal dirle:

??? Signora, si sente male? Vuole che mandiamo pel medico?

??? Che! che! ??? aveva risposto. ??? Sono i miei soliti sconcerti nervosi. Frutti di stagione! Che cosa potrebbe dirmi di nuovo il dottore? Stasera, per dormire e rifarmi, prender?? il cloralio.?????

La sua, frattanto, era una condizione intollerabile. Raimondo le aveva scritto, il giorno innanzi, di voler sciogliere la loro questione, presto, nel modo pi?? netto e pi?? degno, per la pace e per l'onore d'entrambi. Quale era il modo immaginato da Raimondo? Ah, lo sapeva ben lei! ed ora, capitava la suocera; non aspettata, non desiderabile, al certo, in quello stato d'angoscia. La signora Adriana, che a Venezia e nella casa del figliuolo era comparsa in sette anni tre volte, e da oltre un anno non si lasciava vedere, per qual cagione si presentava allora, senza neanche il pretesto di una occasione solenne? Chiamata da Raimondo, forse? Anzi senza il forse; non mostrava ella, appena arrivata, di saper tutto, o quasi? Ne faceva testimonianza manifesta la sua severit??, che superava di tanto la freddezza consueta delle sue relazioni con la nuora; si aggiungevano a quella severit?? di contegno le sue parole cos?? gravi, e lo sdegnoso rifiuto di ragionare con lei, di perdonarle, di ascoltarla almeno.

Venne Raimondo poco prima delle sette. E fu meravigliato, alla vista di sua madre; parve quasi sconcertato all'aspetto. Ma il sentimento figliale vinceva; si butt?? nelle braccia della donna veneranda, reprimendo a tutta forza le lagrime. Non voleva piangere, no, non voleva dar saggio di commozione soverchia.

??? Figlio mio! figlio mio; ??? gridava la vecchia signora, non saziandosi di baciarlo, di guardarlo negli occhi, e di baciarlo ancora.

??? Eccolo qua; ??? rispondeva Raimondo sforzandosi di sorridere a quella effusione violenta di affetto materno. ??? Eccolo qua! Ma anche tu, mamma.... che bella improvvisata ci hai fatta, quest'oggi!?????

E non prosegu??, vedendo negli occhi e nelle labbra di sua madre che quel plurale non tornava gradito. La fiera nemica delle nozze di lui non aveva ancora disarmato, non si era ancora piegata a consigli pi?? miti. Ahi, come presaga, sette anni addietro, dei danni che quelle nozze avrebbero apportato al suo figliuolo infelice!

Il pranzo riusc?? freddo in tre, pi?? che non fosse stato quello del giorno innanzi in due. La conversazione, ad onta degli sforzi evidenti di Raimondo, era impacciata e ad ogni tanto interrotta, segnatamente per la risoluzione della signora Adriana di non rivolger mai il discorso a sua nuora. Di ci?? che venne in tavola, poi, la signora Adriana assaggi?? a mala pena. Aveva fatto pi?? che uno spuntino in viaggio, diceva lei, nella fermata di quasi un'ora a Treviso, dove il treno di Belluno aspettava il treno di Udine. Una scusa, certamente; e il fatto era questo, che la vecchia signora non aveva volont?? di mangiare.

Subito dopo il caff?? la signora Adriana volle ritirarsi nel suo appartamento. Al terzo piano del palazzo Orseolo erano sempre due camere preparate per lei. Fece per saluto alla nuora un cenno del capo, e si mosse. Il figlio l'accompagn??, dandole il braccio.

Livia rimase sola, in preda ad un'agitazione indicibile. Raimondo, da un quarto d'ora uscito di l?? per accompagnare sua madre, non discendeva.

Senza dubbio si discorreva molto, lass??, si facevano liberamente tutti i discorsi che in presenza di lei non si erano potuti fare. E si sentiva fischiare gli orecchi di tutte le cose spiacevoli che in quel mentre si dicevano di lei. Il sangue le martellava alle tempie; vampate e brividi, alternandosi con frequenza, davano indizio di febbre crescente. A un certo punto non pot?? pi?? resistere all'inquietudine che s'impadroniva di lei. Balz?? in piedi, e corse alla scala interna che metteva al piano superiore; stette alquanto in ascolto; poi guardinga sal?? fino al corridoio che collegava parecchie camere dell'appartamento superiore. Arrivata ad un certo punto, di l?? da quelle che occupava la signora Adriana, poteva anche nascondersi dietro una svolta, caso mai fosse per uscir suo marito. Di servi, che capitassero lass??, non aveva timore. Quella era appunto l'ora che, sparecchiata la mensa dei padroni, la gente di servizio, tutta raccolta a pianterreno, si assideva tranquillamente alla sua. Cos?? d'ogni parte sentendosi abbastanza sicura, si accost?? all'uscio della camera in cui madre e figlio stavano parlando insieme, e tese l'orecchio. Erano frasi rotte da prima, e non era possibile intendere a qual punto delle loro confidenze gi?? fossero i due; ma il nome suo ricorreva nel discorso pi?? volte. ???Livia??? diceva il figliuolo; ???quella donna??? diceva la madre. Ma questa a grado a grado si veniva riscaldando, e la sua voce giungeva finalmente pi?? chiara.

??? E per quella donna, infine, ti uccidi! Perch??? ??? incalzava la signora Adriana.

??? Uccidermi! Io? ??? rispondeva con accento turbato Raimondo. ??? Chi ve lo ha detto? Chi ve lo ha scritto? Quell'uomo? Sar?? un'altra infamia sua. Il suo tradimento, il mio diritto di vita e di morte su lui, ne facevano il mio schiavo. Se la sorte, proposta generosamente da me, gli era stata propizia, egli tanto pi?? doveva obbedirmi e tacere.

??? Non accusare quel disgraziato, ??? replicava la vecchia signora. ??? Vi ha uditi una coraggiosa fanciulla; Margherita Cantelli.

??? Margherita!... E come? come ha potuto?...

??? Non so, ma certamente era lei. In compagnia di suo padre, voglio credere.... Non hai tu, ad un certo punto del tuo orribile colloquio col signor Aldini, non hai tu sentito un rumore, che veniva da una cameretta vicina?... un rumore d'uscio che si chiudeva?...

??? S??, ebbene?...

??? Quella fanciulla, attratta da un suo capriccio donnesco nel quartierino del suo fidanzato, non volle esser colta l?? dentro da estranei; si era rifugiata in quella cameretta, presso una porticina di servizio, donde poteva trafugarsi. Prima di uscire per quell'altro passaggio, volle ascoltare, sapere chi fosse il visitatore del suo fidanzato. Curiosit??? gelosia? Comunque fosse, ascolt??, ud?? il vostro patto feroce. Sbigottita, non volle udire pi?? altro; aperse l'uscio segreto e fuggi. Se tu la inseguivi, eri in tempo per vederla, e per riconoscerla.?????

Raimondo era rimasto muto, certamente pensando alla stranezza del caso. E Livia frattanto pensava:

??? Ella ha dunque voluto sostituirsi a me.... in ogni cosa? Ma infine, perch??? Non forse per salvare Raimondo? Coraggiosa!...?????

Ed accolse nell'animo un raggio di speranza. Era Margherita, che aveva cos?? prontamente avvertita la madre di Raimondo, chiamandola in soccorso. Quella madre avrebbe certamente adoperata tutta la sua autorit??. E lei, Livia, lei, cagione di tutto il male, non era stata capace di una cos?? buona ispirazione, di un cos?? felice ardimento!

Ma il raggio di speranza che era penetrato nell'anima di Livia, impallid?? tosto, fu per ispegnersi alle parole di Raimondo.

??? O madre, madre mia, tutto ?? vano oramai. La maledizione del cielo si ?? aggravata su me, dal giorno che ho disobbedito alle tue esortazioni, resistito ai tuoi consigli amorevoli. Ma tu lo vedevi bene.... ed avresti dovuto perdonarmi.... amavo quella donna.... e l'amo ancora, odiandola, con tutte le forze dell'anima. Per me, dunque, ?? finita. E come vuoi tu ch'io possa vivere? Separandomi da lei? Sarebbe uno scandalo. Voglio morire da gentiluomo, rispettando le donne, anche quando tradiscono. Ho giuocata la mia vita con quell'uomo, nel modo pi?? leale e prudente. Poich?? tu sai ci?? che la sorte ha deciso preparati. Io non posso pi?? vivere.

??? Prep??rati! ??? ripet?? la signora Adriana, con accento di profonda amarezza. ??? Prep??rati! E sei tu che parli cos??? Quella infame ti ha dunque guastato a tal punto l'anima e il cuore? Prep??rati! Quando mai potr?? prepararsi a questa angoscia un cuore di madre? Ho saputo il patto terribile; e perch?? l'ho saputo, son corsa a gridarti: no, per una disgraziata, per una impura, traditrice della fede giurata, non si fa ci??. Il tuo amico pentito.... sappilo; quella animosa fanciulla me lo ha giurato con le lagrime agli occhi, venendomi incontro, all'arrivo.... si uccider?? egli pure, se tu manterrai quel patto dissennato. E tu, illuso, credevi di poter condannar lui alla vergogna di vivere, di esser felice, a prezzo della tua morte! Ma gi?? il primo a non voler pi?? la felicit?? di quell'uomo, sar?? il padre di lei, un vecchio onorando, che tu avrai profondamente addolorato, fors'anche accorciandogli il vivere. E speri di evitare gli scandali? Ma tu li aggraverai, uccidendoti.

??? Mamma! ??? gemette Raimondo, supplichevole,

??? S??, fammi il tenero, con quel cuore di sasso! Ucciderai altri, per intanto; e prima di tutti tua madre. Morir??, s??, maledicendoti, allora. Ma che cos'?? questo vostro furor di morte? ??? grid?? la povera donna, animandosi sempre pi??. ??? La vita ?? vostra, forse? Non di chi ve l'ha data? Non delle vostre famiglie? Non del vostro paese e del mondo, che aspettano opere virtuose e nobili esempi da voi? Vigliacchi, che avete solamente il coraggio di sottrarvi ad una piccola pena! S??, piccola, e vergognosa ancora, come ?? sempre una forte passione per una creatura che se ne mostra indegna, per una donna che vi ha tradito, per una donna che vi ha disprezzato, per una donna che avr?? ancora la soddisfazione di esser liberata dalla vostra presenza, di ereditare da voi la ricchezza che le avrete lasciata, il rispetto del mondo che le avrete assicurato, come premio del suo tradimento....

Livia, nel colmo dell'angoscia, tendeva verso l'uscio le palme ?? le labbra supplicanti. No, non ?? vero, voleva gridare, no, non sar??! E l'avrebbe gridato, se la vergogna del farsi trovar l?? in ascolto non l'avesse trattenuta. Fremente, tremante, sconvolta, si appoggi?? alla parete, per ricuperar le sue forze vacillanti; e pensava, frattanto, vedeva tutto l'orrore della sua condizione, insieme con l'avverarsi possibile degli orrendi pronostici della signora Adriana. Oramai non voleva ascoltare, non poteva udire pi?? altro. Si tolse di l??; con uno sforzo supremo misurando il passo e trattenendo il respiro, mosse verso il corridoio e scese la scala.

Sul pianerottolo, al chiarore d'un lume sospeso alla parete, giganteggiava un'ombra, che veniva su dalla scala inferiore. N'ebbe terrore, a tutta prima; poi riconobbe il servo Giovanni, il fedele di suo marito.

??? Giovanni, ??? gli disse, cedendo ad una subita ispirazione, ??? il padrone ?? su con sua madre. Ragionano d'interessi. Nessuno vada lass?? a disturbarli; e molto meno donne, avete capito?

??? Non dubiti, signora; ??? rispose il colosso. ??? Mi pianto qui, e non passer?? anima viva.?????

Livia and?? allora nella sua camera. Vi rimase a mala pena tre minuti; poi ricomparve sul pianerottolo, pi?? agitata che mai. Giovanni era l??, ritto impalato al suo posto di sentinella.

??? Giovanni, ??? gli disse la signora, ??? portate su questa lettera al padrone. ?? una risposta, che aspetta.?????

Il servo prese la lettera ed obbed?? al comando della padrona, facendo col peso del suo corpo d'atleta un gran rumore su per la scala. Non voleva sentire, il brav'uomo; perci?? voleva esser sentito.

Infatti, al rumore de' suoi passi, Raimondo interruppe il suo doloroso colloquio colla mamma; schiuse l'uscio Iella camera ed apparve nel corridoio.

??? Che c'??? ??? domand?? egli, vedendo Giovanni, che per allora, ahim??, non poteva chiamare ???Paron Nane???.

??? La signora.... ??? disse il buon servitore, ??? manda questa lettera. ?? la risposta che Vossignoria aspetta, mi ha detto.?????

Raimondo l?? per l?? non comprese che cosa dovesse egli aspettare. Ma tolse dalle mani del servitore la lettera, lo rimand?? ai fatti suoi, e rientr?? nella camera di sua madre. Col?? giunto strapp?? la busta, lesse in un batter l'occhio (cos?? breve era il messaggio di Livia!), gitt?? un grido, e il foglio gli cadde di mano.

Lo raccolse la signora Adriana, e lesse a sua volta;

???Obbedisci a tua madre, e vivi. Mi levo io da soffrire, e levo tutti di pena. E dire che ti amavo! Non ho amato altri che te. Lo sento e posso dirlo in quest'ora, che Iddio sta per giudicarmi.

???La tua povera Livia.???

La signora Adriana trasse un profondo sospiro, e segu?? il suo Raimondo, che gi?? era fuori, facendo a precipizio la scala.

??? Giovanni, ??? gridava egli, incontrandosi sul pianerottolo col servitore di sentinella, ??? dov'?? la signora?

??? Nelle sue camere, credo. Di l?? ?? uscita, per consegnarmi la lettera.?????

Raimondo corse affannato nelle stanze di Livia. Nel piccolo studio, ov'ella certamente aveva scritto, non c'era; nella camera da letto, nemmeno. Ma era aperta la finestra, e l'aria pungente della sera si cacciava dentro, facendo tremolare la fiamma d'una candela accesa, sulla lastra di marmo d'un cassettone. Atterrito, il poveretto si affacci?? al terrazzino, l'ultimo a destra, sulla facciata del palazzo Orseolo, e di lass?? gli venne all'orecchio un voc??o confuso, che muoveva dal traghetto vicino. Seguiva un pronto agitarsi di gondole, e tosto un grido che dominava tutte le altre voci: ???una donna nel Canale!???

Non volle udirne di pi??; passato veloce tra sua madre, che era l?? esterrefatta sull'uscio, e il fedel servitore che prese tosto a seguirlo, corse in anticamera, aperse l'uscio e guizz?? per la scala fino alla gradinata che metteva sull'acqua e chiam?? a gran voce una gondola, che tosto accorse per portarlo verso il traghetto. Alla luce dei fanali vide allora un corpo di donna che alcuni gondolieri avevano poc'anzi afferrato, quasi pescato a fior d'acqua, e che traevano a riva, chiamando gente in aiuto.

??? Il signor Zuliani! il signor Zuliani! ?? la sua signora, che si ?? gettata in acqua.

??? Caduta; ??? tuon?? in accento di correzione una voce, al cui suono il signor Zuliani si volse, riconoscendo il suo fedel servitore, che lo aveva seguito ed era entrato con lui, senza che egli pur ne avvertisse la presenza, nella medesima barca.

??? Giovanni, un medico! Prendi il primo che trovi; poi va a cercare il dottor Teodoro.?????

Sarebbero venute opportune le cure dei medici? La povera donna era fuori dei sensi, come morta, e grondante sangue dal capo. Intanto, chiamato da alcuni pietosi, accorreva un medico dalla farmacia pi?? vicina; vide il caso, che gli parve disperato, e ordin?? che per intanto la signora fosse al pi?? presto levata di l??, dove non c'era modo, tra per la calca e per la scarsit?? della luce, di fare un'esplorazione convenevole. Tutti volevano aiutare, a sollevar la giacente: Giovanni si fece avanti a spintoni, e alzandola di soppeso tra le erculee braccia, mosse veloce verso l'uscio da tergo del palazzo Orseolo, che fu tosto richiuso com'egli fu passato, insieme col padrone, col medico e due o tre pi?? solleciti aiutatori. Accorrevano intanto sulla scala le persone di servizio, gridando, gemendo, ma soprattutto chiedendo notizie.

??? Caduta! che disgrazia! caduta! ??? ripeteva il portatore del prezioso fardello.

E giunto nell'anticamera, si faceva spalancare l'uscio delle stanze interne, dove entrando veloce and?? a deporre la infelice padrona sul letto del signor Zuliani. Perch?? l??, e non due camere pi?? oltre, sul letto della signora? Il perch?? era presto detto; la camera del signor Raimondo era pi?? vicina all'anticamera: premeva al buon servitore di non isballottare pi?? a lungo quella povera carne semiviva.

Ci?? fatto, e lasciando il dottore al suo pietoso uffizio, come il signor Zuliani alla sua desolazione, Giovanni prese in disparte uno dei volenterosi aiutatori che si erano introdotti in casa. Era una sua conoscenza, e se ne poteva fidare.

??? Bortolo, ??? gli disse, ??? fa un'ottima cosa, anzi due. Va in Calle larga San Marco, e cerca il dottor Teodoro Del Vago: o alla farmacia Mantovani, o in casa sua, che ?? a due passi dalla farmacia. Poi passa al Cappello Nero e chiedi del signor Antonio Brizzi, segretario del banco Zuliani. Se non c'??, ti diranno dov'?? andato. E l'uno e l'altro vengano al palazzo Orseolo.?????

Una moneta da due lire, tolta generosamente dal peculio privato di ???Paron Nane,??? scivolava intanto nelle mani di quell'altro, che promise di fare le due commissioni a puntino, e per intanto fu lesto a infilare la scala.

???Paron Nane??? non aveva ancora finito di darsi attorno. Fatto un giro a destra, come per andare a chiudere usci e finestre nelle stanze vicine, entr?? in quella della padrona. Non c'era nessuno, e la candela accesa seguitava a consumarsi sul cassettone, sotto lo sventol??o della fiamma al riscontro dell'aria. Egli spense prudentemente la bugia traditora, e nel buio della stanza si affacci?? al terrazzino. Sporse il capo infuori, come dianzi aveva fatto il padrone. Non c'era nessuno, l?? sotto, tra il muro del palazzo e i pali del Canale; la ressa delle barche era tutta al traghetto, un cinquanta passi lontano; quella dei curiosi era divisa fra la riva del traghetto e le strade a tergo del palazzo. Si vociava, laggi??, e il rumor delle voci piacque a ???Paron Nane??? che per suo gusto lo avrebbe voluto anche pi?? forte. Ed egli, allora, allargando le palme poderose sul davanzale del terrazzino, fece in buon punto, e in tre tempi, da vecchio soldato, quello che gli era passato per la mente di fare.

Nella camera di Raimondo, frattanto, dopo aver liberata la povera signora dalle sue vesti inzuppate, il medico faceva le sue esplorazioni. La ferita del capo non pareva che dovesse essere gravissima; la capigliatura abbondante aveva ammorzata la violenza del colpo; forse anche era da credere che, cadendo col capo all'ingi??, la vetta del cranio fosse scivolata per sua fortuna sulla testa tondeggiante d'un palo. La giacente, per altro, non era rinvenuta ancora; poteva temersi d'una commozione cerebrale, come anche d'una commozione viscerale; onde il medico prudente non si arrischiava di dare un responso. Ma a poco a poco, frizioni ed aspersioni recarono frutto; l'inferma incominciava a riaversi, dandone segno con un rammarichio sommesso, e poscia con gemiti. Sopraggiunse indi a poco il medico di casa, e si un?? tosto colla esperienza dell'arte sua alla operosit?? del primo venuto, approvando, anzi, tutto ci?? che aveva incominciato a fare il collega. E non adulava per convenienza professionale, il dottore Del Vago; quel collega trovato per caso era veramente dei buoni.

Eccellenti ambedue; ma il povero Raimondo era disperato, vedendoli ambedue cos?? pieni di ansiet?? e cos?? reluttanti a dargli speranze, a dirgli almeno ci?? che pensavano. E fece un gesto di rabbiosa impazienza, quando vennero a dirgli che un signore, capitato allora, chiedeva di parlare con lui.

??? Chi ??! che cosa vuole?

??? Uno della questura; ??? rispose il servo. ??? E pare, a giudicarlo dall'aspetto, un pezzo grosso.

??? Ditegli che non sono in istato di ricevere. Abbia compassione; ripassi domani.

??? Se mi permette.... ??? entr?? a dire Giovanni. ??? Lo faccia passare. Sar?? venuto per sapere come ?? avvenuta la disgrazia. Gliela spiego io.

??? Ma.... che cosa vorresti spiegare?... ??? disse Raimondo, turbato.

??? Mi lasci fare, signor padrone; si fidi di me. ??? Raimondo lo lasci?? fare, e lo segu?? in anticamera, dove riconobbe il visitatore. Pel bisogno di prendere informazioni bastava un delegato; trattandosi della famiglia Zuliani era venuto il signor questore in persona. Raimondo lo accolse come meglio pot??; ma non sapeva che dirgli, tanto era sconvolto. Venne uno dei dottori, e sommariamente descrisse all'egregio ufficiale lo stato dell'inferma; la quale era ritornata in s??, finalmente, lasciando loro aprir l'animo ad un fil di speranza; filo leggero, per altro, ancor troppo leggero.

Il signor questore si profuse in condoglianze, com'era il caso davvero. Ma come era andato il fatto doloroso? La domanda era naturalissima; n?? egli, n?? altri in quell'ora e in quella condizione poteva astenersi dal farla.

Gli spieg?? il buon servo Giovanni ogni cosa, conducendo il degno personaggio, insieme col signor Raimondo, nella camera della signora, e di l?? fino alla soglia del terrazzino.

??? Badi, illustrissimo; ??? gli disse, trattenendolo a quel punto; ??? non si affacci, per carit??. Vede che cos'?? stato??????

Il terrazzino reggeva ancora dal piede e dai fianchi; ma il parapetto era andato.

??? Vedo, vedo; ??? disse il signor questore, ritraendosi. ??? La povera signora s'?? appoggiata al davanzale; il parapetto ha ceduto....

??? Proprio cos??, com'Ella saviamente osserva; ??? soggiunse quell'altro. ??? La signora aveva l'uso ogni sera di affacciarsi di l??, guardando sul Canale, mentre faceva prender aria alla camera. Maledette anticaglie! L'ho sempre detto, io, che un giorno o l'altro questi parapetti avrebbero fatto qualche brutto scherzo. Dio sa da quanto tempo le staffe di ferro si erano corrose, e i pezzi di marmo stavano ritti per miracolo.?????

Il parapetto parlava chiaro: diceva nella sua medesima assenza come fosse andata la cosa. E il signor questore, rinnovate le sue condoglianze, si accomiat?? dal signor Zuliani, esortandolo ad esser forte, a sperare.

Prima di seguitare il dottore, che gi?? si era mosso per ritornare presso l'inferma, Raimondo and?? verso il suo servitore che stava chiudendo le imposte della finestra malaugurata.

??? Che ?? ci??? ??? gli chiese, accennando il terrazzino.?????

Giovanni diede anzitutto una guardata sospettosa intorno, poi ammicc?? al padrone, mostrandogli le sue braccia nerborute, e facendo l'atto di scrollare davanti a s?? qualche cosa.

??? La gente non avr?? da malignare; ??? disse egli poscia, a mo' di commento.

Il signor Zuliani cap??, e gli strinse la mano. In tutt'altra occasione gli avrebbe battuta la palma sulla spalla chiamandolo ???Paron Nane???. Ma non era quello il momento.

Capit?? in quel mezzo il signor Brizzi, ed ebbe, insieme con le altre, la notizia del parapetto caduto. Ci credette egli, che sapeva gi?? tante cose di quelle due tristi giornate? S?? e no; ma pensando da uomo accorto che non fosse savio n?? utile scandagliare il fondo delle cose.

Egli, prima di accorrere presso il suo principale, aveva avvertiti i signori Cantelli, che gli erano pi?? vicini, e che certamente, trattandosi d'una sventura come quella, cos?? grave per il signor Zuliani, non dovevano essere lasciati in disparte.

Quando il signor Anselmo e Margherita giunsero al palazzo Orseolo, i due dottori erano ancora presso l'inferma; sicuri oramai che la commozione cerebrale si dovesse escludere; non altrettanto sicuri quanto alla commozione viscerale. E l'uno e l'altro, ad ogni modo, avrebbero passata la notte in casa Zuliani.

Raimondo vide i due ultimi visitatori, a lui tanto cari. Gitt?? le braccia al collo del signor Anselmo e diede in un pianto dirotto.

??? Coraggio! ??? gli disse Margherita, anche essa pi?? morta che viva!

Coraggio! Il povero Zuliani non sapeva pi?? che cosa fosse oramai.

??? Ah! ??? mormor?? egli, oppresso, sfinito dall'angoscia. ??? Il mio cuore ?? spezzato.?????

XX.

Lontano, lontano!

No, non era spezzato; era colmo, rigurgitante di amore; di un amore sepolto, compresso, che risorgeva pi?? violento di prima. Ebbro di amore e di dolore, Raimondo Zuliani stette per molti giorni sospeso tra morte e vita, perch?? tra morte e vita si dibatteva quella povera carne sofferente. Quando ella incominci?? a riaversi, a riprender conoscenza del mondo circostante, vide Raimondo al suo capezzale. Stette cogli occhi lungamente immoti, involgendolo d'uno sguardo intenso; poi richiuse le palpebre mentre le guance si tingevano d'un lieve rossore.

??? Perch?? non lasciarmi morire? ??? diss'ella, con un filo di voce.

??? No, no, non voglio che tu parli cos??; ??? proruppe Raimondo, con accento di tenerezza, chinando il volto su lei, fino o toccarle con le labbra la fronte. ??? ?? necessario che tu viva, m'intendi? ?? necessario. La mamma se tu la vedessi, com'?? rimasta abbattuta!... La mamma.... ti perdoner??.?????

Raimondo non parlava di s??; egli aveva gi?? perdonato fin dalla sera fatale; o, per dire pi?? veramente, un'altra esistenza era incominciata in lui, come in lei, rinnovandoli entrambi. La signora Adriana, lontana in quell'ora dal letto dell'inferma, aveva ben veduto il mutamento del suo Raimondo: lo aveva veduto, e compativa e taceva. Un po' debole d'animo, il suo caro figliuolo! Cos?? poteva giudicarlo altri, non lei. E forse era tale; ma per contro era forte la passione riaccesa nel suo cuore dall'ultimo addio e dall'atto disperato di Livia.

Di vincere la signora Adriana si prese cura la signorina Margherita, che da pi?? giorni incalzava Raimondo con sempre nuovi argomenti, vedendo omai la probabilit?? di far breccia. E come trepid?? egli, aspettando da Margherita la risposta di sua madre! E come si sent?? sollevato, quando Margherita venne a dirgli che la signora Adriana intendeva tutto, e di gran cuore avrebbe perdonato alla nuora!

??? La mamma perdona? ??? grid?? egli, raggiante di allegrezza. ??? A questo patto soltanto io potevo accettare di vivere.?????

Margherita abbracci?? quell'uomo, che mai come allora si sarebbe potuto chiamare il buon genio di lei, l'arbitro del suo destino, l'autore della sua felicit??.

??? Ella rende la vita anche a me; ??? diceva ella al signor Zuliani; ??? e la rende ad un poveretto, che non le sarebbe sopravvissuto davvero!

??? Lo crede?

??? Ne sono certissima. Glielo dimostri la mia gratitudine.?????

Raimondo stette un istante pensoso.

??? Mi resta un dubbio; ??? diss'egli. ??? E non lo esprimo gi?? per chiedere a Lei una parola che consoli il mio amor proprio. Non ne ho pi??, di questo, n?? d'altri sentimenti egualmente miseri e sciocchi. Ma penso che avevamo giuocate le nostre vite, e che se fosse stato egli il perdente, si sarebbe ucciso senza fallo.

??? S??, per l'intenzione non c'?? dubbio; ??? rispose prontamente Margherita; ??? ma nel fatto, egli non avrebbe potuto.

??? Perch???

??? Perch?? Lei, generoso, non glielo avrebbe permesso.

??? Vero; ??? concesse Raimondo. ??? Ma si sarebbe egli arreso?

??? Sicuramente; e per due ragioni. Guardi come son ricca, al suo paragone! ??? replic?? Margherita, ridendo. ??? La prima ?? questa, ch'egli si sarebbe arreso.... per me. La seconda ?? quest'altra, che egli sentiva di esserle schiavo e non avrebbe potuto ricusarsi alla sua volont??. Le paiono convincenti? Credo di s??. Vuole assicurarsi che son sue, e non mie? Lo mandi a chiamare; io tacer?? ed Ella le udr?? ripetere punto per punto da lui.

??? No, no, non occorre; debbo credere a Lei; ??? rispose Raimondo. ??? E faccia ognuno la sua strada; ??? soggiunse, precorrendo colla difesa un altro assalto, di cui sentiva gi?? la minaccia in aria; ??? e gli dica, quando lo vedr??.... che gli ho perdonato.?????

Ma la vita di Raimondo Zuliani, rinnovata per l'amore, era finita per le consuetudini antiche.

Risanata la sua Livia, il signor Zuliani rimase a Venezia un mese ancora; il tempo necessario per fare con lei qualche apparizione agli usati ritrovi, seccandosi alle condoglianze, seccandosi alle congratulazioni, non vedendo l'ora di sottrarsi alle une ed alle altre. Non meno di lui n'era seccata la signora; ma forse, per quelle medesime ragioni di prudenza che avevano mosso Raimondo in tutto il corso di quel dramma domestico, non poteva dispiacerle troppo di farsi vedere alla gente, rifiorita di salute e di bellezza, lieta e sorridente, tra un marito sempre devoto ed una suocera apertamente amorevole. Per quelle stesse ragioni fece buon viso alla contessa Galier, troppo tenera amica, che omai vedeva volentieri come il fumo negli occhi; e senza uno sforzo cos?? grande che per verit?? non era il caso, trattandosi di gentili cavalieri, accolse per due o tre mercoled?? alla fila i Lunardi, i Gregoretti, i Ruggeri, i Telemachi, i maestri di musica, tutta la sua piccola corte, a cui fece perfino la grazia di mostrarsi una sera a teatro tutta sfavillante di gioia e di gioie, con quel suo diadema della farfalla adamantina che sfuggiva alle fauci del serpe insidioso, tutto smeraldi, cris??liti e rubini.

Pochi giorni dopo quella comparsa trionfale, la bella signora Zuliani spariva. Moglie e marito partivano da Venezia, per fare un viaggetto a Parigi, a Londra, e fors'anco altrove, se non si fossero seccati. Ma non si erano seccati di certo, perch?? il viaggetto dur?? mesi parecchi, e le garrule Procuratie ebbero tempo a dimenticarsi dei due viaggiatori. I quali posarono finalmente, ma per istabilirsi lontano, chi disse in Isvizzera, chi sul lago di Como, chi in Liguria, chi perfino a Madera, e naturalmente per consiglio dei medici; savio consiglio, giustificato abbastanza da una complessione troppo delicata, e dalla scossa troppo violenta di un caso disgraziato, che tutti dovevano ricordar per un pezzo.

Caso disgraziato, davvero, e non effetto di un disperato proposito. Cos?? fu creduto da tutti, poich?? con la sua stessa rovina parlava il parapetto di un terrazzino sul Canal Grande. Una trovata veramente felice era stata quella di ???Paron Nane???. Ed era stata anche una buona azione; perci?? rimase ignorata. Se si fosse risaputa, di sicuro gli archeologi l'avrebbero dichiarata cattiva. Che si canzona? Mandare in pezzi quel gentil parapetto dai tre pilastrini istoriati, dai due rosoni traforati con tanta maestria di scalpello elegante! Quel terrazzino era un capolavoro di scultura quattrocentesca, innestato sopra un'architettura di tre secoli pi?? antica. Per verit??, restavano ancora i suoi gemelli delle altre finestre; e non sarebbero mancati, alla pi?? trista, i suoi somiglianti sulla facciata di un altro edifizio, che era il palazzo Contarini Fasan, manifestamente adornato dall'ingegno di un medesimo artefice. Ma non era quella una buona ragione per consolarsi della rovina di quel prezioso cimelio. Casca oggi, casca domani, il bello, il vero bello, che ?? solamente l'antico, se ne va a pezzettini, e ci siam visti.

Un'altra rovina, mezza, se non intiera, fu quella del banco Zuliani, che, per l'assenza prolungata del suo titolare, fu costretto a restringere di molto la cerchia delle sue operazioni.

Era rimasto alle mani dell'ottimo signor Brizzi; finalmente prese nome da lui, e vive ancora di vita modesta ma sicura, se non gloriosa, non abbandonato del tutto dai capitali del signor Raimondo Zuliani, n?? dalla benevolenza del banco Cantelli.

Anche la signorina Margherita aveva lasciato presto Venezia, poich?? il governo, predestinato a non indovinarne mai una, non aveva esauditi i fervidissimi voti della signora Eleonora, e la corvetta, armata di tutto punto, era partita proprio sul finir di gennaio, portandosi via lo sposo Federigo e il suo vistoso corredo per ogni clima e per ogni temperatura del globo. Filippo Aldini aveva naturalmente seguiti i signori Cantelli a Milano; un mese dopo. Margherita Cantelli diventava la contessa Margherita Aldini.

?? felice, ora, interamente felice col suo Filippo, e passa la maggior parte dell'anno nella quiete desiderata di Parma. Babbo e mamma non tralasciano occasioni per andare da lei e far visite lunghe; ed ella e Filippo fanno spesso le loro corse a Milano, segnatamente d'inverno, quando ?? pi?? intensa la vita dei teatri, e le prime rappresentazioni della Scala attraggono l'artistica curiosit?? della giovine e bella contessa. Ma essa ai teatri non vuole andare senza Filippo; Filippo ha da esserle sempre al fianco. Ne ?? forse gelosa? No, tanto ?? sicura di lui; ma trova piacevole al sommo tenerselo vicino, averlo cos?? digne et in ??ternum marito ed amante; e se la cosa fa scandalo, perch?? fuori di moda, a lei non importa. La moda, in questa materia delicata, se la fa lei; non la impone a nessuno, e non si lascia imporre quella degli altri. Ma ne ?? cos?? lieto il suo Filippo! il suo Filippo, che ?? perfino arrivato al punto di amar la musica teatrale, l'assordante, l'indigesta, la noiosa, e quant'altre variet?? se ne spacciano sul mercato dei suoni.

La contessa aspetta ora il fratello, che in tre anni di assenza dovrebbe aver finito il suo giro del globo. Lo aspetta a Parma, naturalmente, e nell'antico palazzo degli Aldini, che Filippo ha ricomprato e rinnovato. Cos?? potesse lei comprar Torrechiara, per farci una serie di restauri, degni di Pier Maria De' Bossi, e di Bianca Pellegrini d'Arluno! Ma gi?? pi?? volte ?? andata lass??, oltre Langhirano, a visitare la r??cca, intrattenendosi lungamente nella camera d'oro, davanti a quelle file di cuori fiammanti accoppiati, cerchiati di tre corone d'oro per coppia, e accostati dalle due chiare leggende latine dei due nobili amanti del Quattrocento.

Ed anche pi?? volte, risalendo il corso della Parma, la cara donna ha visitato il bosco di Corniglio, tutto castagni secolari, che con le lunghe braccia distese danno benedizione di ombra e di pace ad una tacita casa d'antichi; poi quella conca di smeraldo che ?? la fresca valletta dei Lagadelli, degno soggiorno a poeti, forse pi?? degno a filosofi; donde, per un sentiero sassoso tra i faggi lucenti, s'?? inerpicata alla dolce solitudine del Lago Santo, custodita da vigili scolte di abeti; e pi?? su, con breve e facile ascesa tra cespi di baccole, fino alla vetta prominente dell'Orsaro.

??? Bel nome, quello! Fiero quest'altro, e mi piace egualmente! ??? diss'ella un giorno lass??. Da questa pace sublime luccica a noi qualche cenno di umano consorzio; ma lontano, per buona sorte, lontano, lontano; e qui le anime si ritemprano, e i cuori amano meglio. Ci hai pensato mai, Lippo? Si ?? scesi un po' tutti, a prima o dopo, dai monti, per dirozzarci al piano, per educarci, e, se Dio vuole, per intendere il bello. Ma poi, chi pi?? intende il bello e il brutto, e soprattutto il mediocre della vita di laggi??, si ritira passo passo, ritorna alle origini, si rifugia sui monti.

??? Hai ragione; e ci vive; ??? rispose Filippo. ??? Ma per viverci, e sentirsi vivere, ci vuol Margherita.... l'intelligenza, la bont??, la bellezza e la grazia.?????

Fine.

OPERE di A. G. BARRILI.
Capitan Dod??ro (1865). 12.?? ediz. L. 1 ?????
Santa Cecilia (1866). 10.?? ediz. L. 1 ?????
Il libro nero (1868). 4.?? ediz. L. 2 ?????
I Rossi e i Neri (1870). 5.?? ediz. (2 vol.) L. 2 ?????
Le confessioni di Fra Gualberto (1873). 13.?? ediz. L. 1 ?????
Val d'olivi (1873). 18.?? edizione L. 1 ?????
Semiramide, racconto babilonese (1873). 8.?? ediz. L. 1 ?????
La notte del commendatore (1875). 2.?? ediz. L. 4 ?????
Castel Gavone (1875). 10.?? ediz. L. 1 ?????
Come un sogno (1875). 23.?? ediz. L. 1 ?????
Cuor di ferro e cuor d'oro (1877). 18.?? ediz. (2 vol.) L. 2 ?????
Tizio Caio Sempronio (1877). 2.?? ediz. L. 3 50
L'olmo e l'edera (1877). 18.?? ediz. L. 1 ?????
Diana degli Embriaci (1877). 2.?? ediz. L. 3 ?????
La conquista d'Alessandro (1879). 2.?? ediz. L. 4 ?????
Il tesoro di Golconda (1879). 12.?? ediz. L. 1 ?????
Il merlo bianco (1879). 2.?? ediz. L. 3 50
??? Edizione illustrata (1890). 5.?? ediz. L. 5 ?????
La donna di picche (1880). 6.?? ediz. L. 1 ?????
L'undecimo comandamento (1881). 10.?? ediz. L. 1 ?????
Il ritratto del Diavolo (1882). 3.?? ediz. L. 3 ?????
Il biancospino (1882). 9.?? ediz. L. 1 ?????
L'anello di Salomone (1883). 3.?? ediz. L. 3 50
O tutto o nulla (1883). 2.?? ediz. L. 3 50
Fior di Mughetto (1883). 4.?? ediz. L. 3 50
Dalla Rupe (1884). 3.?? ediz. L. 3 50
Il conte Rosso (1884). 3.?? ediz. L. 3 50
Amori alla macchia (1884). 3.?? ediz. L. 3 50
Mons?? Tom?? (1885). 3.?? ediz. L. 3 50
Il lettore della principessa (1885). 3.?? ediz. L. 4 ?????
??? Edizione illustrata (1891) L. 5 ?????
Victor Hugo, discorso (1885) L. 2 50
Casa Polidori (1886). 2.?? ediz. L. 4 ?????
La Montanara (1886). 7.?? ediz. L. 2 ?????
??? Edizione illustrata (1893) L. 5 ?????
Uomini e bestie (1886). 2.?? ediz. L. 3 50
Arrigo il Savio (1886). 2.?? ediz. L. 3 50
La spada di fuoco (1887). 2.?? ediz. L. 4 ?????
Il giudizio di Dio (1887) L. 4 ?????
Il Dantino (1888). 3.?? ediz. L. 3 50
La signora ??utari (1888). 3.?? ediz. L. 3 50
La Sirena (1889) 5.?? ediz. L. 1 ?????
Scudi e corone (1890). 2.?? ediz. L. 4 ?????
Amori antichi (1890). 2.?? ediz. L. 4 ?????
Rosa di Gerico (1891). 3.?? ediz. L. 1 ?????
La bella Graziana (1892). 2.?? ediz. L. 3 50
??? Edizione illustrata (1893) L. 3 50
Le due Beatrici (1892). 5.?? ediz. L. 1 ?????
Terra Vergine (1892). 5.?? ediz. L. 1 ?????
I figli del cielo (1893) 5.?? ediz. L. 1 ?????
La Castellana (1894). 2.?? ediz. L. 3 50
Fior d'oro (1895). 4.?? ediz. L. 1 ?????
Il Prato Maledetto (1895) L. 3 50
Galatea (1896). 4.?? ediz. L. 1 ?????
Diamante nero (1897). 3.?? ediz. L. 1 ?????
Sorrisi di giovent?? (1898). 2.?? ediz. L. 3 ?????
Raggio di Dio (1899). 2.?? ediz. L. 1 ?????
Il Ponte del Paradiso (1904) L. 3 50
Lutezia (1878). 2.?? ediz. L. 2 ?????
Con Garibaldi, alle porte di Roma, ricordi (1895) L. 4 ?????
Zio Cesare, commedia in cinque atti (1888) L. 1 20
Prezzo del presente volume: Lire 3,50.
??
RECENTISSIME PUBBLICAZIONI

La figlia di Iorio, tragedia pastorale di GABRIELE D'ANNUNZIO. Edizione legata in pelle, stile Cinquecento, con taglio dorato in testa ed elegante busta per conservare il volume. L. 10?????. Della edizione non legata, in carta vergata, ornata da A. de Karolis, ?? uscito l'11.?? migliaio. L. 4?????

Grandezza e decadenza di Roma, di GUGLIELMO FERRERO.

Vol III. Da Cesare ad Augusto. In-16 di 608 pagine. L. 5?????

Vol. I. La conquista dell'Impero. In-16 di 504 pag. L. 5?????

Vol. II. Giulio Cesare. In-16 di 570 pagine. L. 5?????

Maternit??, nuove poesie di ADA NEGRI. In formato bijou su carta di lusso. 5.?? migliaio. L. 4?????

Anna Perenna, novelle di ANTONIO BELTRAMELLI. L. 3??50

L'Anima Nova (Idealit?? e aspirazioni odierne), di GUSTAVO SEMMOLA. L. 3??50

Il pi?? lungo scandalo del secolo XIX (Carolina di Brunswick principessa di Galles), di GRAZIANO PAOLO CLERICI. 420 pag. con documenti inediti ed illustraz. L. 5?????

Linneo ??? Darwin ??? Agassiz nella vita intima di PAOLO LIOY. ??? Con ritratti ed illustrazioni. L. 3?????

Il Paese delle Stravaganze ??? Associazioni straordinarie Anglo-Sassoni ??? di ACHILLE TANFANI. Un vol. in-16 di 350 pagine. L. 3??50

Osservazioni di un Musicista Nord-Americano, di LUIGI LOMBARD. L. 2??50

Le Malattie della Volont??, di TOMMASO RIBOT. Traduzione autorizzata di Sofia Behr. L. 2?????

L'Estremo Oriente e le sue lotte, di ENRICO CATELLANI. Un volume in-16 di 490 pagine, con 6 carte geografiche. L. 5?????

L'Akasuki davanti a Port-Arthur. Dal giornale di guerra del suo Comandante il Capitano NURITAKA. L. 1?????


Dirigere commissioni e vaglia ai Fratelli Treves, editori, Milano.

Nota del Trascrittore

Ortografia e punteggiatura originali sono state mantenute, cos?? come le grafie alternative (balia/bal??a, bavero/b??vero, r??cche/r??cche e simili), correggendo senza annotazione minimi errori tipografici. Sono stati corretti i seguenti refusi (tra parentesi il testo originale):

23 ??? invecchiare con esse le famiglie [famimiglie]
65 ??? dalla semenza di Adamo, e Preadamitici [Preadamatici]
70 ??? Filippo si lasciava [ci lasciava] trascinare
130 ??? sarebbe sempre nerissima agli [egli] occhi
211 ??? sarebbe stato un sollievo [sollevo]
257 ??? era molto [molte] felice in quell'ora
266 ??? a lui sarebbe per [pur] troppe ragioni mancato
305 ??? mancherebbe altro che [che che] ci andassi

*** END OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK IL PONTE DEL PARADISO ***

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The Foundation's principal office is located at 4557 Melan??Dr. S.??Fairbanks, AK, 99712., but its volunteers and employees are scattered throughout numerous locations. Its business office is located at 809 North 1500 West, Salt Lake City, UT 84116, (801) 596-1887, email business@pglaf.org. Email contact links and up to date contact information can be found at the Foundation's web site and official page at http://www.pglaf.org

For additional contact information:

Dr.??Gregory B.??Newby
Chief Executive and Director

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