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This eBook is for the use of anyone anywhere at no cost and with almost no restrictions whatsoever. You may copy it, give it away or re-use it under the terms of the Project Gutenberg License included with this eBook or online at www.gutenberg.org
Title: Nellina
Dramma in tre atti (Taken from Roberto Bracco Teatro, Vol. VII)
Author: Roberto Bracco
Release Date: August 19, 2013 [eBook #43512]
Language: Italian
Character set encoding: UTF-8
***START OF THE PROJECT GUTENBERG EBOOK NELLINA***
Note: | Images of the original pages are available through Internet Archive. See http://archive.org/details/teatrobra07bracuoft |
ROBERTO BRACCO
TEATRO
VOLUME SETTIMO
I FANTASMI ??? NELLINA
REMO SANDRON ??? Editore
Libraio della Real Casa
MILANO ??? PALERMO ??? NAPOLI
Copyright by Roberto Bracco and Miss Dirc?? St. Cyr in the United States of America.
PROPRIET?? LETTERARIA
I diritti di riproduzione e di traduzione sono riservati per tutti i paesi, non escluso il Regno di Svezia e quello di Norvegia.
?? assolutamente proibito di rappresentare queste produzioni senza il consenso scritto dell'Autore (Art 14 del Testo Unico 17 Settembre 1882).
Off. Tip. Sandron ??? 447 ??? I ??? 290610.
Dramma in tre atti
rappresentato per la prima volta al teatro Manzoni di Milano, dalla Compagnia di Teresa Mariani, nel Carnevale del 1908.
PERSONAGGI:
Epoca attuale.
Un salotto molto signorile. Una porta nella parete di fondo. Due porte laterali. Quella a destra ?? la comune. Tra la mobilia ??? di una eleganza severa ??? c'?? un tavolino, verso il lato sinistro, e c'?? un basso divano, addossato alla parete di fondo, tra l'uscio e l'angolo a destra.[1]
1. Destra e sinistra, nelle indicazioni delle porte e delle pareti, s'intende per destra e sinistra dello spettatore.
CESARE, il SERVO, poi DON CANDIDO.
Cesare
(?? un uomo sulla cinquantina, alquanto emaciato. Il suo sguardo ?? scialbo, spesso smarrito nel vuoto. I suoi occhi sono cerchiati di livido. Il volto ?? pallido, ma gli zigomi sono come macchiati di rosso. Egli ha un portamento da gran signore e veste con sobriet?? e raffinatezza. ??? ?? sdraiato su una poltrona, accanto al tavolino, con le gambe a cavalcioni, [182] dondolando un piede. Cava da una saccoccia un massiccio portasigari di argento, piglia un grosso avana e l'accende.)
(Dal fondo, entra il Servo, recando un piccolo vassoio con una tazza, con la zuccheriera e con una caffettierina. Tutto ?? squisitamente elegante.)
Cesare
I liquori. (Si versa egli stesso il caff??.)
Il Servo
(lascia il vassoio sul tavolino, esce dal fondo, e, alla svelta, ritorna, recando, in un altro vassoio, il servizio dei liquori: bottiglie, bicchieri e bicchierini.)
Cesare
(sorseggiando il caff??) Un Cognac.
Il Servo
(versa il Cognac.)
Cesare
Avete portato il caff?? alla signorina?
Il Servo
(ha l'aria di non capire.) [183]
Cesare
Alla signorina Nellina.... Fate lo gnorri?
Il Servo
Ah, alla signorina... Nellina....
Cesare
Ci sono forse altre signorine, in casa?
Il Servo
Non ho portato il caff?? alla signorina Nellina, perch??, di solito, dopo la colazione, lei va a prenderselo da s??, in cucina.
Cesare
Da oggi innanzi, penserete di servirlo a lei come lo servite a me e a mio figlio.
Il Servo
Certamente. (Esce.)
Cesare
(un po' pensoso, ma non inquieto, manda in su grosse boccate di fumo. Poi, beve d'un fiato il Cognac.)
(Entra Don Candido dalla porta a destra.) [184]
Don Candido
(et?? ambigua, viso spelato, faccia di prete spretato: un aspetto di persona molto zelante e untuosa. ?? vestito di scuro, con una redingote troppo lunga, alquanto frusta, ma ben pulita. Ha in mano un piccolo ramoscello di ulivo.) Riverisco, signor Cesare.
Cesare
Oh, vi si vede?
Don Candido
Un po' tardi?
Cesare
Crederei.
Don Candido
?? domenica delle palme, signor Cesare: ho dovuto....
Cesare
Prendere parte alla messa cantata?
Don Candido
Questo no. Ma sono giornate in cui, diciamo cos??, non ci si sbriga s??bito, in chiesa. (Porgendo il ramoscello di ulivo) Posso offrirvi?... [185]
Cesare
Grazie, non ne prendo. Mettetevi il ramoscello di ulivo... dove meglio vi piace, e sedete, perch?? dobbiamo parlare.
Don Candido
(infila il ramoscello fra lo sparato della camicia e il panciotto, con le punte di fuori, le quali gli sfiorano quasi il mento, e siede di fronte a Cesare, in atto di obbediente attesa.)
Cesare
Oggi, caro don Candido, la vostra funzione di mio amministratore e segretario assume una importanza speciale.
Don Candido
Ne ho piacere.
Cesare
Faremo una liquidazione.
Don Candido
Ne ho dispiacere.
Cesare
Se non sapete di che si tratta.... [186]
Don Candido
Una liquidazione ?? quasi sempre determinata, diciamo cos??, da un fallimento.
Cesare
Io non sono fallito: voglio soltanto ritirarmi dagli affari.
Don Candido
Mi permetterei domandarvi quand'?? che avete avuto degli affari.
Cesare
Mio Dio, ho avuto... delle donne.
Don Candido
Le chiamate affari?
Cesare
Affari di cuore.
Don Candido
Di cuore?! (Ride un po' di un piccolo riso falsamente stupido.)
Cesare
La vostra incredulit?? ?? semplicemente bestiale. Io le ho sempre amate molto le donne. [187]
Don Candido
Benissimo.
Cesare
Ma gi??, che potete capire, voi? Io ho amato ogni donna con la quale ho avuto qualche... dimestichezza, e ho cercato di avere qualche dimestichezza... con ogni donna che ho amata. Questo ?? tutto.
Don Candido
(risolino) Eh eh!...
Cesare
La variet?? non esclude la intensit??. Raramente, mio caro Don Candido, l'amore ??? che ?? poi una tirannica necessit?? di godimento complesso ??? raggiunge in altri uomini quel grado di spasimo e di frenesia che raggiunge in me.
Don Candido
E vi ritirate dagli affari?
Cesare
(correggendosi) Non pigliate alla lettera le parole che ora mi sono uscite di bocca. Mi riferivo al passato. Mi riferivo a ci?? che ?? accaduto in me sino a quando... ho sentita... la possibilit??....
Don Candido
Diciamo cos??, della dimestichezza. [188]
Cesare
Diciamo come volete.
Don Candido
Diciamo come vogliamo, ma io, alla faccenda del ritiro, non ci credo. (Fregandosi le mani) Non ci credo, non ci credo!
Cesare
Be', perch?? non ci credete?
Don Candido
(risolino) Eh eh!... Quel che si vede, si vede.
Cesare
Ma che cosa credete di vedere, voi? Sentiamo.
Don Candido
Credo di vedere... che... se si ha sotto mano un bocciuolo di rosa come quella piccina, che, per fare una buona azione, vi siete cresciuta in casa,... non ?? molto facile... ritirarsi dagli affari.
Cesare
(lasciando trasparire la sua compiacenza) Sicch??,... non vi sembra sgradevole la ??piccina??? [189]
Don Candido
(con un lampo di cupidigia) Tutt'altro! (Poi, rivolgendo immediatamente gli occhi al cielo) Sarebbe ingiusto disconoscere che la Provvidenza non le ?? stata avara.
Cesare
(con umoristica severit??) Don Candido!
Don Candido
Che ???
Cesare
Voi avete fatti gli occhi lucidi!
Don Candido
Io ho fatto gli occhi lucidi?... Non me ne sono accorto.
Cesare
Me ne sono accorto io.
Don Candido
Sar?? stata la espressione spontanea del mio animo di buon credente al pensiero di quella cosa divina che si chiama la Provvidenza. (Con le braccia in atto ascetico e gli sguardi rivolti di nuovo al cielo) Voi lo sapete che io sono un.... [190]
Cesare
Un orangutango.
Don Candido
Un orangutango?!
Cesare
Precisamente! Sotto la veste del santone, in voi si nasconde il bruto, signor mio!
Don Candido
Si nasconde il bruto in me?!
Cesare
O che vorreste dire che si nasconde in me?
Don Candido
Non oserei.
Cesare
Perch?? non lo pensate.
Don Candido
Perch?? non lo penso.
Cesare
Ecco. (Pausa.) (Un po' turbato e nervoso) Volete un Cognac? [191]
Don Candido
Io no: mai!
Cesare
Un Whisky?
Don Candido
Niente, niente.
Cesare
Io, s??. (Versa in un gran bicchiere il Whisky e l'acqua di soda.)
Don Candido
In verit??, almeno di mattina, dovreste astenervene anche voi. Questi liquori vi bruciano.
Cesare
Visto che mi piacciono, lasciate che mi brucino. (Beve avidamente mezzo bicchiere di Whisky. ??? Dal portasigari, cava un altro avana e lo accende. Poi, con un lievissimo tremito nella voce:) Dunque... dove eravamo rimasti?
Don Candido
Cesare
Sicuro: al bruto. (Pausa. ??? La sua fisonomia muta, atteggiandosi a una curiosa ed amara intimit??.) Ditemi un po': quante volte avete cercato di raccogliere le briciole cadute dalla mia mensa?
Don Candido
Signor Cesare!
Cesare
Credete che io ve ne rimproveri?
Don Candido
Ma... mi maraviglio!
Cesare
Sono gl'incerti di ogni intelligente segretario come voi.
Don Candido
Mi addolorate parlandomi cos??.
Cesare
(sempre pi?? intimo) Ora, per esempio, ci sarebbe una briciola abbastanza preziosa; ma... vi prego di rinunziarci, perch??... ?? molto attaccaticcia. Se si attacca a voi, mi parr?? di non essermene ben liberato io. [193]
Don Candido
Questa sarebbe, diciamo cos??, la liquidazione?
Cesare
Appunto. Io liquido la Gigetta.
Don Candido
Ah?
Cesare
Alquanto matura, ma... ancora....
Don Candido
Senza dubbio.
Cesare
E mi pare onesto il metterla in libert?? prima che le rughe la costringano al riposo.
Don Candido
Una certa libert?? glie l'avete gi?? concessa da un pezzo....
Cesare
Naturale! Bench?? ne fossi stato innamoratissimo in illo tempore, sono circa otto anni che non ho con lei che qualche rapporto... di condiscendenza. [194] Ella avrebbe avuto tutto l'agio di fare il comodo suo.
Don Candido
Lo ha fatto? Lo ha fatto?
Cesare
No, povera diavola! Avendo ottenuto da me... un singolare favore... un favore che, modestia a parte, nessun altro uomo le avrebbe reso, ella mi si ?? mostrata sempre riconoscente e devota fino alla esagerazione. Ed ?? proprio per questo che non ho mai saputo avere l'energia di troncare completamente.
Don Candido
Ma poi, diciamo cos??, tutto a un tratto....
Cesare
Tutto a un tratto, non so come, sono stato vinto... dal bisogno urgente di non avere pi?? nulla di comune con lei.
Don Candido
Benissimo. (Breve pausa.) Glielo avete detto?
Cesare
E no. Glielo dovete dire voi. [195]
Don Candido
Io?!
Cesare
Vi munir?? di una letterina per avvertirla che vi ho incaricato di compiere una delicata missione, e voi ve la caverete... con due parole.
Don Candido
Temo che non le basteranno.
Cesare
Io vi prego sul serio di essere laconico ed esauriente.
Don Candido
Ma, in conclusione, mi ci mandate con le mani vuote?!
Cesare
Vi affider??, beninteso, la piccola somma che le ho destinata. Sar?? una buon'uscita ragionevole. In fondo, io non avrei nessun obbligo verso di lei. Quando l'ho conosciuta, non era che una cosuccia di second'ordine. Ha vissuto per dieci anni come una gran signora.... Non ha di che lamentarsi. Adesso, il mio pourboir le permetter?? di non aver troppa fretta, e di questo io sar?? molto contento. Le donne di quel genere, caro don Candido, se [196] hanno troppa fretta, si discreditano, e allora... non c'?? rimedio: sempre pi?? gi??, sempre pi?? gi??, irreparabilmente.
Don Candido
(con gli occhi afflitti e pietosi) Eh!... non ne parliamo!
Cesare
S??, meglio non parlarne, perch?? la cosa non ?? allegra. Suol dirsi che la prostituzione sia la vendetta delle donne contro gli uomini; ma ?? molto difficile che esse medesime non restino miseramente vittime della loro vendetta. (Rannuvolandosi)... E anche l'uomo pi?? cinico ne ?? talvolta... conturbato! (Si alza)... Vado a scrivere la lettera e a prendere il danaro. (Esce dal fondo.)
Don Candido
(resta seduto tutto compunto.)
NELLINA, DON CANDIDO, poi CESARE.
(Entra Nellina dalla porta a destra, e si avanza lenta, molle, quasi sciatta, tutta intenta a fumare una sigaretta. La fuma con evidente inesperienza, tenendola fra le labbra strette e protese e soffiandovi dentro. ??? Don Candido, che ha le spalle verso la porta da cui Nellina ?? entrata, non si accorge di lei. ??? Ella, abituata alla presenza di lui, non [197] gli bada neppure. Un po' di fumo le va in gola. Tossisce. Don Candido si volta.)
Don Candido
Oh, siete voi, Nellina?
Nellina
(come se non avesse udito, continua ad occuparsi soltanto della sua sigaretta.)
Don Candido
(con maraviglia) Fumate?!
Nellina
(seccamente) S??.
Don Candido
Se vi vede il signor Cesare!...
Nellina
Me le ha date lui le sigarette.
Don Candido
(con una smorfia furba) Ottimamente. (Abbassa gli sguardi a terra, riunisce le mani sul petto, e la guarda di sottecchi.)
(Breve pausa.)
Nellina
Oh??!... Perch?? mi guardate?
Don Candido
Ma io... non guardo che il pavimento. (Fissa gli sguardi sul pavimento per mostrare di aver detto il vero.)
Nellina
No. Mi stavate guardando con lo sguardo di sbieco.
Don Candido
Vi giuro che v'ingannate.
Nellina
Uhm! Non ?? la prima volta che vi ho sorpreso a guardarmi in un certo modo.
Don Candido
(come scandalizzato) Ma, dico: per chi mi prendete?
Nellina
(freddamente astiosa) Per una robaccia. [199]
Don Candido
Per una robaccia?! Insomma, io sono perseguitato dalla calunnia! (Continua a guardare a terra.)
(Breve pausa.)
Nellina
(si accosta al tavolino, sceglie un bicchiere e vi versa il Whisky e l'acqua di soda.)
Don Candido
(levando gli occhi) Anche il Whisky?
Nellina
Il signor Cesare mi ci sta abituando.
Don Candido
E voi?...
Nellina
Perch?? no?... Mi piace. (Beve.)
Don Candido
Benissimo!
Nellina
(coi gomiti appoggiati al tavolino, ora lo osserva attentamente.) Siete tutto pulito, oggi!... Che cosa avete l??, che vi spunta dal panciotto? [200]
Don Candido
Oggi ?? la santissima domenica delle palme. Questo ?? un ramicello di ulivo benedetto.
Nellina
(gli mette la mano nel panciotto, e tira fuori il ramoscello.)
Don Candido
Ve lo pigliate?
Nellina
(senza rispondergli, lo guarda con una curiosit?? mista di disgusto.)
Don Candido
Adesso, diciamo cos??, siete voi che guardate me.
Nellina
Mi viene la voglia di cacciarvi il ramicello di ulivo in un occhio. (Gli sfiora, difatti, un occhio con la punta del ramoscello.)
Don Candido
(alzandosi) No!... Che vi salta in mente?! Mi accecate! [201]
Nellina
Robaccia!
Don Candido
(preso dalla stizza e da una repentina sensualit?? cattiva) Se non state tranquilla, io vi afferro.
Nellina
(sfidandolo con rabbioso disprezzo) Fatelo! Fatelo! Voglio vedere come lo fate!
Don Candido
(ghermendola forte per le spalle e stringendo i denti) Siete la pi?? terribile delle birichine!
Cesare
(entra all'improvviso e, con austerit?? collerica, esclama:) Don Candido!
Don Candido
(scostandosi da Nellina con un soprassalto, e confondendosi un poco) Mi voleva... mi voleva... accecare.... Non dovevo difendermi, io?
Cesare
(a Nellina:) Lo volevi accecare! [202]
Nellina
(mostrando il ramoscello, senza guardare n?? Cesare, n?? Don Candido) Gi??.
Cesare
(a Don Candido:) E voi, col pretesto di difendervi, facevate... l'orangutango?
Don Candido
Ci siamo all'orangutango!
Cesare
(lo fissa, tentennando il capo in segno di rimprovero.)
Don Candido
(per darsi un'aria disinvolta, con una mano finge di spolverare una manica della redingote.)
Cesare
No, no! L?? non ce n'?? polvere. Dovreste spolverare piuttosto la vostra coscienza!
Don Candido
Cesare
(gli si avvicina e gli consegna due buste: una chiusa, l'altra, pi?? grande, imbottita di biglietti di banca; e gli dice sottovoce:) Questa ?? la lettera, e questo ??....
Don Candido
Ho capito.
Cesare
La cifra ?? scritta sulla busta.
Don Candido
(guardando la cifra, torce il muso ed alza le sopracciglia come per dire: ??troppo poco, non ce la facciamo!??)
Cesare
Siate molto cortese, ma....
Don Candido
... laconico ed esauriente.
Cesare
Senza lavorarvi la piazza per conto vostro. Mi spiego? [204]
Don Candido
Che castigo di Dio ?? la calunnia!
Cesare
Andate, andate, don Candido.
Don Candido
Benissimo. (Esce a destra.)
CESARE, NELLINA, poi GIACOMO.
Cesare
(tenendo d'occhio Nellina, relativamente impacciato, in silenzio, si sdraia sopra una poltrona.)
Nellina
(tira fuori da una saccoccia un piccolo portasigarette di metallo bianco e una scatoletta di cerini; si caccia fra le labbra un'altra sigaretta, l'accende, e, affaticandosi a fumare come dianzi, lentamente, sciattamente, si avvia verso la destra.)
Cesare
Nellina!
Nellina
(si ferma senza voltarsi.) [205]
Cesare
Mi fai il favore di non dare tanta confidenza a quell'imbecille?
Nellina
(alza le spalle con noncuranza.)
Cesare
Gi??, in generale, tratti con troppa familiarit?? anche i servi di casa.
Nellina
(voltandosi appena) Fino a poco tempo fa, mi lasciavate sempre in loro compagnia.
Cesare
T'ho tenuta, per altro, come una piccola parente! Se tu fossi rimasta nell'ospizio, dal quale ti ho tolta bambina, non saresti... che una povera operaia. Io non mi vanto; ma tu mi potresti risparmiare questi rimproveri. Che dovevo fare, io? Dovevo condurti attorno con me?
Nellina
E, dunque, mi sono abituata a stare con i servi.
Cesare
Ma adesso che io comincio a preferire una vita pi?? casalinga,... non c'?? ragione che tu vada gironzolando fra le livree. [206]
Nellina
Io ci trovo gusto.
Cesare
Malissimo!
Nellina
Almeno, ai servitori, posso dire tutte le insolenze che mi vengono alle labbra.
Cesare
A che proposito?
Nellina
Sono uomini anche quelli. (Con un'altra alzata di spalle, sta per dirigersi di nuovo verso la destra.)
Cesare
(dissimulando la sofferenza prodottagli dal contegno di lei, e cercando dei pretesti per trattenerla) Ma... stammi a sentire, Nellina....
Nellina
Cosa?
Cesare
Tu hai qui (indica a sinistra) la tua stanzetta graziosa. Io l'ho recentemente destinata a te perch?? [207] ho creduto necessario che tu avessi un cantuccio tutto tuo. Perch?? non vuoi starci mai?
Nellina
Mi sembra una trappola. Non ci sto volentieri.
Cesare
E allora, va a trattenerti (indica il fondo) nelle stanze interne. ?? inutile che tu stia sempre in quelle dove passano tutti, o addirittura in cucina.
Nellina
(pigramente) Andr?? a trattenermi nelle stanze interne. (S'avvia verso il fondo.)
Cesare
(quando Nellina ?? sul punto di uscire, irrefrenabilmente scatta in tono di comando:) Resta qui, Nellina!
Nellina
(si ferma. Indi, con una fisonomia di rabbia chiusa, le sovracciglia aggrottate, la fronte bassa, siede sul divano, ch'?? accanto alla porta in fondo, e, raccogliendovi le gambe, si raggomitola tutta.)
(Breve pausa.)
Cesare
(contenendosi e mutando tono) Con questo tuo caratterino dispettoso, mi obblighi ad essere brusco, [208] e poi io stesso me ne dolgo. Certe volte, mi fuggi come se io fossi un tuo nemico. E, ieri sera, fosti... cos?? aspra... cos?? irritante... che io... dovetti fare uno sforzo per non punirti acerbamente!
Nellina
(fredda, d'una tranquillit?? acre) Voi stavate per baciarmi. Non voglio essere baciata da voi.
Cesare
(impallidisce, si confonde, si agita dentro; indi si leva, passeggia su e gi??, siede presso il tavolino.)
Giacomo
(entrando dal fondo) Babbo!
Cesare
(sconcertato) Che c'??, Giacomo!
Giacomo
(si avanza un poco, senza accorgersi di Nellina. Appare cogitabondo, ma calmo e risoluto. Parla a suo padre con affettuoso rispetto.) Puoi darmi qualche minuto?
Cesare
Giacomo
S??, ho premura di parlarti.
Cesare
Abbi pazienza, Giacomo: in questo momento sono un po' turbato....
Nellina
(per avvertire della sua presenza Giacomo, fa cadere a terra il suo piccolo portasigarette.)
Giacomo
(ode il rumore, si volta un istante e, nel vedere Nellina, intuisce di essere entrato in mal punto.)
Nellina
(senza scendere dal divano, raccoglie il portasigarette.)
Cesare
Appena rimessomi, sar?? a tua disposizione.
Giacomo
Va bene, babbo. (Via dal fondo.)
Cesare
(nervosissimo, guarda i liquori, prende il suo bicchiere e osserva che ce n'?? un altro adoperato.) Avete bevuto voi in quest'altro bicchiere? [210]
Nellina
S??.
Cesare
(con reticenza)... Volete ancora?
Nellina
No.
Cesare
(Beve sino al fondo.) (Pausa.) (Poi, con la voce pi?? tremula, pi?? roca) Nessuna donna ha mai avuto ribrezzo di me. Ed ?? strano che ne abbiate proprio voi, a cui ho fatto un po' di bene. Non ?? pudore, no, perch?? il pudore non vi consentirebbe certe vostre piccole audacie di sfrontatezza; e non ?? neppure quell'odio misterioso che voi v'immaginate di nudrire per tutti gli uomini. ?? bens?? una speciale ribellione contro di me: una ribellione sorda e maligna, che mi rende ogni giorno pi?? inquieto, pi?? torbido, pi?? sofferente,... pi?? febbricitante!
Nellina
(ha gli occhi spalancati e biechi, fissi su lui in un misto di paura e di ferocia recondita.)
Cesare
(si leva e continua affannosamente:) Io lo so, io lo so, che non dovrei tormentarvi. La coscienza [211] me lo grida. Io mi sdoppio e chiedo a me stesso per quale triste fenomeno io abbia sentite, ad un tratto, le pi?? ossessionanti attrattive della donna nella fanciulla che mi spetterebbe di proteggere.... E, forse, chi sa, avrei potuto a tempo contenere i miei istinti se avessi scorta in voi una certa bont?? per me. S??, in tal caso, forse avrei potuto ragionare, avrei potuto sorvegliarmi. Ma, invece, il vedervi perennemente con quella faccia solcata dai segni del rancore e della ostilit??, il vedervi sempre tutta pronta a difendervi ingiuriando la mia persona, mi d?? le vertigini, mi d?? dei brividi che mi fanno temere... di trascendere fino a una violenza, di cui io stesso non saprei sopportare la vergogna. (Acceso in volto, col corpo oscillante, sorreggendosi alla spalliera di una sedia) Badate, Nellina!... Io ve lo avverto.... Io ve lo avverto.... Non vi ostinate ad avvilirmi, non vi ostinate a difendervi troppo, se volete... che io vi lasci in pace!
Nellina
(con le labbra livide di rabbia rattenuta, con le braccia incrociate e strette al petto fino ad afferrarsi le spalle, tutta tremante, quasi rimpicciolendosi e sogguardandolo, scende dal divano. Vorrebbe scappare, ma, pur vedendolo come disfatto, teme la sua ira. Col passo pauroso, sempre coi vigili sguardi fissi su lui, raggiunge, a poco a poco, la porta a destra, e, dopo averlo ancora sogguardato, esce di corsa.)
Cesare
(cadendo sopra una sedia, e covrendosi il volto con le mani) Dio!... Dio!... Che cosa faccio!?...
CESARE, DON CANDIDO, GIGETTA, poi NELLINA.
Don Candido
(entra affaccendatissimo, ansimando) Signor Cesare....
Cesare
(padroneggiandosi) Gi?? di ritorno, don Candido?
Don Candido
... L'ho incontrata... l'ho incontrata... per istrada. Era in carrozza.... Impensierita alquanto della vostra assenza pi?? prolungata del solito, stava per venire da voi. Io ho cercato di evitarvi questo incomodo.... Le ho consegnato la lettera, le ho consegnato i quattrini, le ho detto il fatto suo e sono stato... laconico ed esauriente. Ma, viceversa, non ho esaurito nulla. La Gigetta mi ha preso, diciamo cos??, per il collo, mi ha messo in carrozza con lei, e, cucita al mio soprabito, ?? venuta fin qui.
Cesare
(bruscamente) Ditele che sono uscito.
Gigetta
(comparisce dalla prima porta a destra: ?? elegantissima, ha il volto sapientemente truccato: entra [213] con disinvoltura, senza gravit??, quasi graziosamente) Ma no.... Sta' tranquillo.... Io non vengo n?? per cavarti gli occhi, n?? per cavarti altri quattrini....
Cesare
(alzandosi con cortese deferenza) Io, non volevo ricevervi... soltanto perch??... c'?? in casa mio figlio. Vi ho sempre ricevuta nell'epoca in cui egli era in collegio o in viaggio; ma adesso che abita con me....
Gigetta
Si scandalizza vostro figlio?
Cesare
?? superfluo che vi occupiate di ci??. Lasciate che ognuno pensi come vuole.
Gigetta
(sedendo, chiama con graziosa familiarit??:) Don Candido!
Don Candido
(servizievole) Ai vostri ordini!
Gigetta
Privateci della vostra presenza, perch?? debbo, ??diciamo cos????, restar sola col signor Cesare. [214]
Don Candido
Benissimo.
Cesare
(a Don Candido:) Ma aspettate in anticamera. Potr?? ancora aver bisogno di voi.
Don Candido
Benissimo. (Esce velocemente per la destra.)
Gigetta
Mi fai il piacere di dirmi a che proposito hai voluto questa separazione solenne? Avevo io forse delle pretese nella mia funzione... di amante onoraria? Da un pezzo, sapevo bene di essere per te... come quell'abito vecchio che si continua a tenere l?? in guardaroba perch??, nuovo, lo si port?? molto volentieri. Ci?? mi sembrava naturalissimo; e io non facevo che fornirmi... di un po' di canfora... di un po' di naftalina... per non mostrarmiti, all'occasione, troppo tarlata. Io sarei curiosa di sapere che ragione hai di destinarmi al cenciaiuolo. Che fastidi ti davo?
Cesare
Nessun fastidio. Ma tutto ci?? che ha avuto un principio deve pure avere una fine. D'altronde, di tanto in tanto, per un avanzo di abitudine, si ricascava nella palude stagnante del passato senza trovarci nemmeno una reminiscenza delle sensazioni di una volta, e se ne usciva, poi, tutti e due, [215] pentiti, disgustati. Non ?? meglio eliminare questo strascico cos?? miserevole?... Ho anche considerato che, adesso, tu sei ancora abbastanza giovane.... E giacch?? hai una casa ben montata, dei gioielli, delle toilettes....
Gigetta
S??, s??, capisco: adesso io... potrei ancora rimettermi in circolazione. Dieci anni di pi?? non sono poi un gran guaio. Si nascondono cos?? facilmente (accennando al viso) sotto questo intonaco! E quanto alla mia salute zoppicante, perch?? darsene pensiero? Anzi! ?? chic portare in giro qualche decimo di febbre, qualche pilloletta di catramina.... Sicch??, sul fatto della circolazione, nulla in contrario: siamo perfettamente d'accordo. (Diventando seria e quasi sottomessa) Ma... tu sai... che di qualche altra cosa... dobbiamo parlare.
Cesare
(rannuvolandosi)... Io non credo opportuno... parlarne qui. Potrebbero ascoltarci... e proprio tu ne saresti profondamente addolorata....
Gigetta
Visto che mi hai dato il congedo, bisogna per forza che noi ci diciamo s??bito tutto quello che abbiamo da dirci. Per non essere ascoltati, abbasseremo la voce.... [216]
Cesare
(agitato, impaziente, cerca d'imporsi un po' di calma. La sua fisonomia esprime l'intima concitazione, ma il tono piano della sua voce la dissimula in una cortesia quasi affettuosa.) Del resto, mia cara Gigetta, non si tratta che di riepilogare con esattezza ci?? che ?? passato tra noi due relativamente... alla persona di cui ti preoccupi.
Gigetta
Ma no, Cesare: questo non ?? necessario....
Cesare
?? necessario, perch?? tu mostri di averlo dimenticato. Un giorno, fra le follie della nostra luna di miele, tu fosti invasa da una stranissima tristezza. Volesti a un tratto confessarmi di essere stata madre prima che io ti conoscessi e di avere abbandonata una figlia, alla quale ti eri completamente sottratta....
Gigetta
Purtroppo!
Cesare
Mi supplicasti di raccoglierla dall'Ospizio dei Trovatelli, ed io, che non sapevo rifiutarti nulla, accondiscesi ad ospitare la piccola intrusa.... [217]
Gigetta
Te ne fui e te ne sono tanto grata.... Puoi dubitarne?
Cesare
E non si stabil?? forse che ella sarebbe stata da me allevata e che avrebbe continuato a ignorare di essere tua figlia?
Gigetta
?? vero: non lo nego.
Cesare
(sedendole molto vicino e parlandole sommessamente) Il solo scopo che tu ti prefiggevi era quello di salvarla da una eventuale miseria. Mi raccontavi tu stessa che, sedotta, giovanissima, da non so chi, avevi data alla luce quella creatura fra le tue pi?? amare imprecazioni contro la maternit?? non desiderata. Mi raccontavi tu stessa che avevi potuto separarti dalla tua bambina e farti sostituire da un ospizio senza essere punta dagli scrupoli e senza provarne nessuna pena. Gli scrupoli erano cominciati dopo di esserti imbattuta in me e perci?? mettevi a profitto, con uno scopo indubbiamente ottimo, la influenza che, allora, su me esercitavi. Ma, intanto, per un istintivo buon senso, ti proponevi di non rivelarti mai alla figlia che era stata da te gettata via e che ti pareva dovesse gi?? confusamente odiare la madre disumana e sconosciuta. [218]
Gigetta
Ne ero cos?? convinta!
Cesare
E non t'ingannavi! Eri convinta per conseguenza di aver perduto ogni privilegio materno, e soggiungevi di comprendere che, dopo tutto, una trovatella ha meno dolori della figlia di una... donnina leggera. Sono questi, anche oggi, i tuoi convincimenti? Dillo con lealt??. Sono questi?
Gigetta
(debolmente) S??... sono questi.... Ma quando ci sar?? una barriera fra me e te,... io... non avr?? pi?? nessun mezzo... di avvicinarmi a lei.
Cesare
Di avvicinarti a lei?!... Per fare che?!
Gigetta
Capirai che... se potessi... a poco a poco... conquistarla....
Cesare
E che logica ?? la tua?
Gigetta
Io non ho mai preteso di averne. In tutta la mia vita, dov'?? la logica?... Ignoro perfino in che consista. [219] Agisco come parlo; parlo come sento.... D'altronde poi,... non ?? oggi la prima volta che esprimo il desiderio di conoscere da vicino mia figlia. Sei tu che non l'hai voluto mai.
Cesare
Il mettervi a contatto l'una dell'altra, se pure io avessi potuto trovare un pretesto per farlo, sarebbe stato una crudelt??. Dal momento che fra noi c'era l'intesa di mantenere il segreto soprattutto al cospetto di lei, ti avrei procurate le pi?? acute sofferenze stimolando la tua improvvisa sensibilit?? di madre.
Gigetta
Questo ?? giusto.... Ma non ti sembra una crudelt?? anche pi?? dura il tagliarmi per sempre la strada? Ed ?? una cos?? grave colpa l'aver cominciato a sentire, con l'andare degli anni, ci?? che non sentii quando, brutalizzata dagli uomini, gettai via la mia bambina? Io sono quel che sono, e, oramai, ?? vero, non posso rifarmi una onest?? per offrire degnamente una madre alla creatura che ho fatta io; ma... la certezza di non diventare mai nulla per lei... mi rattrista troppo... e il potermi illudere un poco... mi farebbe tanto bene. Illudere su che?... Non lo so.... Mi basterebbe una illusione vaga, un'illusione... senza logica... come ?? la mia vita. (Ha qualche lagrima negli occhi.) Mi aiuterebbe, se non altro,... ad essere... meno leggera in avvenire... e me ne accontenterei. [220]
Cesare
(stranamente turbato, stranamente preso da quelle parole) Senti. Ti garantisco che, udendoti parlare cos??, faccio tacere, con una insolita forza di volont??, ogni mio... egoismo. Il programma che tu sogni ?? assolutamente fantastico. Io non posso e non debbo essere l'intermediario fra te e lei per questa specie di esperimento da te vagheggiato. Nella situazione in cui ci troviamo, o un tentativo energico, o niente. (Accalorandosi in uno sforzo nobile con cui, secondando la donna, vorrebbe anche liberare la sua coscienza) E poich?? la separazione nostra ??, comunque, improrogabile, io ti consiglio di rivelarti a lei, oggi stesso. Bene o male, questo diritto lo hai. E se ti sentirai capace di trarla a te con la tua rivelazione e di condurla in casa tua, non sar?? io che te lo impedir??. Dunque, decidi! Vuoi tentare?
Gigetta
(dopo lunga esitazione, tristamente commossa, accenna col capo di no. Indi, quasi parlando a s?? stessa, aggiunge:) Sarebbe una imprudenza grande!... Giocherei tutto in un colpo solo.... E se perdessi, perderei pi?? della speranza: perderei... anche quello che resta di incerto... nel cuore di chi ha inutilmente sperato. (Ora i suoi occhi riboccano di lagrime. ?? un pianto mite e breve. Poi, ella, rassegnata, si alza, rivolgendosi a Cesare:) Non insisto pi??.... Me ne vado. (Un istante di pausa.) Addio, Cesare. [221]
Cesare
(tuttora seduto, compreso da sensazioni opposte, tace col capo chino. Quando ella si avvia lentamente per uscire, egli si leva e mormora:) Addio, Gigetta.
La voce di Nellina
(aspra e ribelle) Occupatevi dei fatti vostri, don Candido! Voglio andare dove mi pare e piace!...
(Ella entra di corsa e si trova di faccia a Gigetta. Si ferma imbarazzata e, per timidit??, quasi le volta le spalle.)
Gigetta
(si ferma anche lei e la guarda tutta, dissimulando l'ansia.)
Nellina
(sentendosi guardata, fissa alla sua volta Gigetta, con lo sguardo obliquo, con viva curiosit??.)
Cesare
(vigila, perplesso.)
(Breve silenzio.)
Gigetta
(ha l'impulso di accostarsi a lei, di rivolgerle la parola, ma si trattiene, prudente, in una profonda commozione. Indi, tra la necessit?? di sottrarsi [222] alla tentazione e il bisogno istintivo di assumere al cospetto della fanciulla un contegno di donna rispettata, si volge a Cesare con uno sforzo di disinvoltura:) Non mi accompagnate fino alle scale, signor Cesare?
Cesare
... Certo. (Va alla porta a destra. Aspetta rispettosamente che ella gli passi davanti. Ed esce, dopo di lei.)
Nellina
(la segue con lo sguardo. Si avvicina alla porta per guardarla ancora, e resta l??, attenta, immobile.)
NELLINA e GIACOMO.
(Entra Giacomo dal fondo, col cappello in testa, assorto. Accorgendosi di Nellina, vorrebbe ritrarsi; ma Nellina si ?? gi?? voltata.)
Nellina
Che ??? Avete visto il diavolo?
Giacomo
Nellina
Vostro padre accompagna Gigetta che se ne va.
Giacomo
Come avete imparato questo nome?
Nellina
L'ho udito da vostro padre, l'ho udito da don Candido.
Giacomo
Vi hanno parlato di quella donna?!
Nellina
A me, no. Ma ne parlavano fra loro. Anche i servi ne parlavano fra loro, e la chiamavano Gigetta, quando lei faceva spesso delle visite a vostro padre.
Giacomo
E voi la vedevate?
Nellina
Mi nascondevo dietro le portiere per vederla un po' e per sentirne il profumo. Porta un profumo che mi piace tanto! (Annusando con volutt??) Ce n'?? ancora nell'aria. Non lo sentite, voi? [224]
Giacomo
L'avete incontrata in questo salotto?
Nellina
Proprio nel momento che lei stava per uscirne. L'ho potuta vedere bene, oggi.... Poveretta! ?? sciupata.... Ma sempre elegante!... Sempre caruccia!... (Raggiante di contentezza) E come mi ha guardata!...
Giacomo
(mite) Non ?? lodevole tutto questo entusiasmo per una donna di quel genere.
Nellina
Ho un cos?? gran desiderio di diventare la sua amica!
Giacomo
?? un desiderio di cui dovreste vergognarvi!
Nellina
(alzando le spalle) Perch???... Non potr?? forse un giorno essere come lei?
(Un silenzio.)
Giacomo
(si avvia verso la comune.) [225]
Nellina
(afferrandolo per la giacca) Ma no. State un poco qui, con me.
Giacomo
Ho fretta, Nellina. Ho fretta.
Nellina
(tenendolo per un braccio) Che cosa dovete dire, con tanta premura, a vostro padre? (Breve pausa.) Da qualche giorno, siete cos?? taciturno, cos?? preoccupato!... (Con forza, quasi con rabbia) Io voglio sapere ci?? che dovete dirgli!
Giacomo
(evita gli sguardi di lei per non farsi indovinare, e tace, cercando di nascondere la sua emozione.)
Nellina
Ho capito! Vi siete deciso a partire.
Giacomo
V'ingannate.
Nellina
Ne avevate gi?? il progetto, e ho veduto, stamane, portare un grosso baule nella vostra stanza.... Voi partite oggi stesso. [226]
Giacomo
Ebbene, s??, parto. Parto! Parto! Qui dentro mi sento soffocare.
Nellina
(seccamente) Io voglio venire con voi.
Giacomo
(con uno scatto di spavento e di rifiuto reciso) No, Nellina!
Nellina
E mi lascerete sola, in questa casa? Sola, nelle mani di vostro padre?
Giacomo
Ci?? non mi riguarda.
Nellina
Vi riguarda, perch?? mi volete bene.
Giacomo
(dissimulando) Non ?? vero.
Nellina
?? tanto vero che ve ne andate per non assistere alla infamia che vostro padre sta per commettere. [227]
Giacomo
Evitare una sensazione di orrore non significa volervi bene.
Nellina
Non mi avete detto mai una parola senza farmi sentire che me ne volete immensamente.
Giacomo
Io ho cercato di mettere nel vostro animo qualche germe di virt?? che vi era rifiutato dal destino. (Insistendo nella dissimulazione) Voi avete creduto amore questo mio proponimento pietoso. Ma, intanto, giacch?? i miei sforzi sono stati inutili, non c'??, fra voi e me, neppure quell'affetto buono che essi avrebbero potuto creare.
Nellina
Forse, avete ragione; ma io ho la certezza che, se mi affido a voi, le vostre braccia mi terranno stretta.
Giacomo
(preso di nuovo dallo spavento) Non lo fate, non lo fate, Nellina! Saremmo tanto infelici tutti e due! Io vi torturerei ??? e inutilmente ??? per vincere la vostra indole, che corre verso quello che c'?? di pi?? abietto sulla terra e voi finireste col torturare me, perch?? non potreste mai riuscire ad amarmi! [228]
Nellina
Io lo desidero, Giacomo. Vi giuro che lo desidero. Vi giuro che lo spero.
Giacomo
Ma non lo spero io!
Nellina
Lo vedete che mi volete bene!
Giacomo
Non debbo volervene! Non debbo trafiggere mio padre, che, dopo tutto, non ?? che un disgraziato.
Nellina
Egli ?? il lupo che da un momento all'altro mi si avventer?? addosso per divorarmi!
Giacomo
Silenzio! Sta per venire.
Nellina
(fugge per la porta a sinistra.)
GIACOMO e CESARE.
Cesare
(ritornando)... Non era qui, Nellina?
Giacomo
L'ho pregata io di lasciarci soli.
Cesare
(affettuoso) Ma, insomma, Giacomo, m'impensierisci con quest'aria di mistero.
Giacomo
Babbo... io ti avevo annunziato che, uno di questi giorni, sarei partito. Parto oggi.
Cesare
E non c'?? altro?... Meno male! (Siede.) Niente di grave. Tu hai la nostalgia dei viaggi, e non ho il diritto di rimproverartela. Ne sono un po' responsabile io stesso. Appena sei uscito di collegio, ti ho fatto viaggiare, affidandoti alla tua precoce saggezza e ai tuoi bei sogni d'idealista.... Tu te ne sei dilettato, ed ?? naturale che, dopo sette mesi di casa paterna, abbi il desiderio di guardare un po', nuovamente, il mondo a volo di uccello.... [230]
Giacomo
Ma io volevo dirti pure... che, al mio ritorno, non verr?? ad abitare con te.
Cesare
(scosso) Quando hai preso questa decisione?
Giacomo
L'ho maturata a poco a poco.
Cesare
Non me ne hai mai parlato.
Giacomo
... Speravo di poterne fare a meno.
Cesare
E, invece, a poco a poco, t'?? parso indispensabile di assicurarti una completa indipendenza?
Giacomo
M'?? parso indispensabile di assicurarla a te, babbo. Tu hai le tue abitudini.... Sei vedovo dal giorno in cui io nacqui e, in tutto il tempo trascorso da allora, evidentemente, non c'?? stato nulla che ti abbia indotto a rinunziare ai vantaggi... di una libert?? sconfinata. Cerchi nella vita passeggera... le soddisfazioni,... i godimenti... pi?? immediati; e [231] l'avere in tuo figlio uno spettatore assiduo, per quanto involontario, ti obbliga a restrizioni incomode e ti impone un freno che non puoi sopportare. Quando ognuno di noi due avr?? la sua casa, io non sar?? pi?? turbato dal pensiero di essere il tuo incubo.
(Un silenzio.)
Cesare
(imbarazzato, triste, quasi umile) L'ammonimento che tu mi fai ?? meritato....
Giacomo
(interrompendo) No, babbo, non ho inteso di farti un ammonimento....
Cesare
Lasciami dire. Non sono addirittura imbecillito e ho poi sempre dentro di me qualche cosa che basta a farmi vedere tutto quanto vi ?? di biasimevole nella mia esistenza. Lo vedo, s??, lo vedo e lo dissimulo talvolta a me stesso. Mi creo dei pretesti, ricorro a cento cavilli per giustificarmi innanzi agli occhi miei, per convincermi di non avere nessuna colpa; ma la visione esatta della realt??, all'improvviso, mi si avvinghia al cervello e non riesco a cacciarla via se non chiedendo all'alcool l'inconsapevolezza dell'abbrutimento. (Breve pausa.) Tu ti allontani per non essere pi?? il mio spettatore. Non oserei oppormi alla tua volont??... anche perch?? so, purtroppo,... che non potrei mutare. [232] Ma non credere che io non abbia per te l'affezione profonda che ogni padre non snaturato ha per un figlio impeccabile. Ti ho tenuto lontano per una specie di pudore, e ora ti consento di separarti da me per il rispetto che ti debbo. Nondimeno, Giacomo, io non voglio perderti. Ben presto sar?? un uomo orribilmente logoro.... E Dio sa quali supplizi d'animo e di corpo sono serbati ai miei ultimi anni. Allora, io avr?? tanto bisogno della tua assistenza, avr?? tanto bisogno della tua purezza!... Promettimi... che mi starai vicino.
Giacomo
(con le lagrime agli occhi) Non dubitare, babbo. Ti star?? vicino.
Cesare
(molto commosso, tace per qualche istante. Poi, chiede:) A che ora parti?
Giacomo
Parto s??bito. Ho gi?? fatto uscire il mio bagaglio per le scale di servizio.
Cesare
Giacomo
No.... Avevo stabilito di andare via senza mettere a soqquadro la casa, e desideravo di non salutare che te.
(Pausa.)
Cesare
(scrolla il capo con tristezza) Sta bene. Tutto come tu vuoi.
Giacomo
A rivederci, babbo!
Cesare
(gli prende le mani e glie le tiene.)
Giacomo
(lo bacia in fronte.)
Cesare
Ti ringrazio... (Si leva anche lui, tenendogli tuttora le mani, lo trae a s??, lo abbraccia vivamente, e, alla sua volta, posa le labbra sulla fronte di Giacomo.)
Giacomo
(per non prolungare la commozione, si libera con dolcezza, e, risolutamente, esce.)
CESARE e NELLINA.
Cesare
(torna a sedere, abbattuto, triste, preoccupato.)
Nellina
(entra dalla sinistra. Si ?? messo un cappelluccio di feltro e ha infilato una giacchettina. Sperava forse di attraversare la stanza senza essere scorta, ma, nel vedere Cesare, non si paralizza.)
Cesare
(all'apparire di lei, scatta in piedi) Che ?? questo?
Nellina
(fa per proseguire) Esco.
Cesare
(mettendosi davanti a lei e impedendole il passo) E credi che io ti permetta di uscir sola?
Nellina
(indietreggiando come se temesse di essere toccata) Non vi riconosco per mio padrone! Lasciatemi uscire. [235]
Cesare
(parlandole sul viso) Ma dove conteresti di andare? Dove? Dove?
Nellina
Lasciatemi uscire!
Cesare
(trasalendo con orrore) ?? Giacomo che ti porta via?!
Nellina
Egli non sa nulla! Sono io che corro a cercarlo.
Cesare
(ruggendo di gelosia e di ribrezzo) Corri ad aggrapparti a mio figlio?!
Nellina
(con gli occhi schizzanti rabbia felina) S??, s??, a vostro figlio, e, se lui non vorr?? saperne di me, mi metter?? ad aspettare la fortuna in mezzo alla strada.
Cesare
(in una spaventevole concitazione frenetica) Io ho il diritto d'impedirtelo! [236]
Nellina
Per abusare della mia schiavit??.... Per farmi cosa vostra.... Mai! Mai! Mai! Provatevi a chiudermi in casa, legatemi mani e piedi, gridando che siete il mio benefattore.... Finch?? non mi avrete strappata la lingua, io grider??, pi?? forte di voi, che mi avete nudrita, per potervi saziare di me....
Cesare
(quasi fosse investito da un ossesso) ?? la verit??! Non la voglio ascoltare!
Nellina
(urlando con un accento diabolico) Ma di veleno mi avete nudrita! Prendetemi ora, se ve ne sentite il coraggio!
Cesare
(con gli occhi orribilmente aperti, che non riesce a distogliere da lei, cade, di peso, sopra una sedia. Poi, senza fiato, come inebetito, guardandola ancora e, accompagnando la parola con un lieve gesto, balbetta:) Va!... Va!...
Nellina
(rinchiudendosi in s?? stessa, e serrandosi, come dianzi, le braccia incrociate sul petto, fino ad afferrarsi le spalle con le mani, si precipita verso la porta a destra, e sparisce.)
(Sipario.)
Una stanza tutta vivacit?? e colori. Lo stile nuovo si spampana in tutte le sue curve e i suoi frastagli floreali. Abbondano le piante dal fogliame decorativo. Abbondano gli specchi. Verso destra, oltre quello della piccola toeletta civettuola, ce n'?? qualcuno al muro e c'?? una grande specchiera, discosta dal muro, la quale riflette l'intera persona. Un largo ed alto paravento, adorno di figurine botticelliane, si stende in semicerchio per nascondere, nell'angolo sinistro della stanza, oggetti pi?? intimi. Dallo stesso lato, pi?? avanti, c'?? un sof?? carico di piccoli cuscini morbidi dalle tenere tinte varie. Presso una parete, un mobile di legno laccato a molti cassetti. Le poltrone, le poltroncine, le sedie, gli sgabelletti sono cos?? in disordine che pare siano serviti al giuoco di bambini impertinenti. E il disordine ?? ovunque. Si vedono, qua e l?? sparsi, dei nastri, dei merletti, delle calze. Qualche cassetto del mobile laccato ?? tirato fuori. Sulla toeletta, sono, in iscompiglio, le fiale, le boccettine, i ninnoli, le spazzole, i pettini, gli scatolini dei cosmetici, i lapis, i piumini. Due porte laterali. Una in fondo. ?? sera. [238] Molte lampadine elettriche sfavillano e si moltiplicano negli specchi.
NELLINA e SOFIA.
Nellina
(?? sola, seduta davanti alla toeletta. Ha indosso, sulla sottoveste, un breve e leggero accappatoio bianco, che scende fino alla sottana di seta; ai piedi, un paio di babbucce dal tacchetto dorato. Ella ?? intenta a dare l'ultima mano alla capigliatura. Liscia, aggiusta, corregge. Poi, sceglie fra i lapis e i cosmetici con evidente inesperienza, e comincia a ??farsi la faccia??, mirandosi or nello specchio in bilico della toeletta ed ora in un altro specchietto dal manico d'avorio, che ella piglia e regge o vicino o lontano. Tormentando il volto, chiama, in una assai comica e cadenzata intonazione di burletta:) Sofia!... Dolce Sofia! Cameriera del mio cuore! Vi siete addormentata nella guardaroba?
Sofia
(di dentro, mollemente) Un momentino.
Nellina
Accidenti, che tartaruga!
Sofia
(dopo un istante, entra dalla porta a sinistra, recando, appesa a una gruccia, una veste di color [239] chiaro, abbastanza ricca. ??? Sofia ?? una donna sulla sessantina, tutta lisciata e stringata per parere pi?? giovane. I suoi capelli appaiono neri. Si d?? delle arie di cameriera importante. Cammina e parla con prosopopea autorevole. ??? Entrando, mostra la veste a Nellina.) Ecco: io le consiglio questa.
Nellina
Ma no. ?? addirittura una toilette per festa da ballo. Me la feci per un capriccio e non l'ho messa mai appunto perch??, fino a quando ho vissuto con Giacomo, non le vedevo neanche col cannocchiale le feste da ballo.
Sofia
Io le dico che stasera andr?? benissimo. Lei ha degli invitati a cena? Questa ?? la toilette che ci vuole. (Allarga la veste sopra una poltrona davanti al paravento.)
Nellina
A me pare troppo d??collet??e.
Sofia
Per sua regola: se si trattasse di un pranzo, basterebbe una scollatura sin qui. (Indica, con la mano sul petto, una scollatura limitata.) Ma, per una cena, la scollatura deve scendere pi?? gi??. (Indica una scollatura fin sotto le mammelle.) [240]
Nellina
?? una esagerazione!
Sofia
Non pretender??, cara lei, di saperne pi?? di me, che sono stata cameriera e accompagnatrice di Dora F??ller.
Nellina
Dora F??ller, quando ha degl'invitati a cena?...
Sofia
Sempre molto pi?? gi??. Si capisce. ?? correttezza di etichetta. La Dora ci ?? cos?? attaccata!
Nellina
Mi dispiace che Gigetta non sia ancora venuta. (Continuando a truccarsi) Quella s?? che se ne intende!
Sofia
Cara lei, chi ?? la Gigetta al confronto della Dora?!
Nellina
(intenta a pitturarsi gli occhi) Adesso, tante grazie! Gigetta non ?? pi?? niente, lo so. Malaticcia com'??, e con gli anni che ha sulle spalle!... Poverina!... [241] Ma, una volta!... Altro che la Dora! (Saltando di palo in frasca) Del resto, per mettermi l'abito che avete scelto, dovrei darmi la pena di mutarmi la sottoveste?!... Io me ne infischio della etichetta! Pigliatemi un abito meno scollato, e, per questa sera, quei signori avranno la bont?? di perdonarmi la grave scorrettezza... di non essere mezza nuda.
Sofia
Lo dice a me? Io me ne lavo le mani. Lei comanda, io obbedisco.... Ma, per carit??, stia attenta a quello che s'impiastriccia sul viso! S'?? fatto un occhio pi?? grande dell'altro! (Si avvia verso la sinistra.)
Nellina
(pigliando lo specchietto col manico d'avorio) Qual'?? il pi?? grande?
Sofia
(fermandosi e voltandosi) Il destro. Non lo vede?
Nellina
Se ?? cos??, ingrandir?? il pi?? piccolo; ma, in fin dei conti, non sarebbe neanche indispensabile avere due occhi eguali. (Comincia a ritoccare col lapis l'occhio sinistro.)
Sofia
E si ?? dato troppo rosso alle labbra, troppo bianco alle guance. ?? lo stesso che mettere una maschera. [242]
Nellina
Lasciate fare. Una donna senza maschera non vale due soldi!
Sofia
Cosa c'entra questo!? Io vado coi principii della dignit??, cara lei. Il rossetto e il bianchetto sono stati discreditati dalle signore. Ma gi??, con chi parlo?... a chi pr??dico?... A lei? Spreco il mio fiato! (Sgarbatamente, esce a sinistra.)
Nellina
Io non ho mai conosciuta una rompitrice di scatole come questa! (Terminata la truccatura degli occhi, si mira di nuovo nello specchietto dal manico di avorio che ella regge a una certa distanza.) Accidenti, che occhi!... (Poi, lasciando lo specchietto) Eh, ingrandire gli occhi non ?? difficile; ma... (Allunga un po', di sotto la sottana, i piedi nelle babbucce, e se li guarda)... rimpicciolire i piedi! Questa ?? l'operazione scorbutica!... Be', coraggio! (Si alza, si toglie l'accappatoio e gira di qua e di l??, cercando, invano, nel disordine.) Sofietta dell'anima mia, dove li avete cacciati i miei scarpini nuovi?
Sofia
(di dentro) Sono sulla poltrona, davanti al paravento. [243]
Nellina
(trovandoli) E che diavolo! Ci avete posta la veste sopra. Disordinata!
Sofia
(di dentro) ?? lei che mi fa essere disordinata in questa babilonia!
Nellina
(canzonandola e sedendo sulla poltrona, tra le pieghe della veste) S??, s??, joujou mio! Avete ragione! Vi domando scusa. (Si toglie e lancia in aria le babbucce, che ricascano in mezzo alla stanza. Quindi si affatica a calzarsi uno scarpino.) Stelle del firmamento, com'?? stretto!
Sofia
(rientrando carica di abiti sulle braccia e sulle spalle) Questi son tutti gli abiti di sera che ho trovati nella sua guardaroba. Scelga lei stessa, perch?? io non voglio avere nessuna responsabilit??!
Nellina
(si alza sul piede che ha gi?? ficcato nello scarpino e va da lei a saltellini, tenendo levato l'altro piede che dondola nella calza traforata. ??? Guarda gli abiti con frettolosa superficialit??, escludendoli e gettandoli sul sof?? a uno a uno. Poi, prendendo l'ultimo) Io metto questo. (Lo getta, a parte, sopra una sedia.) [244]
Sofia
Via, non ?? bello, ma, almeno, ?? di buon augurio.
Nellina
Perch???
Sofia
?? l'abito che lei aveva la sera in cui si liber?? dal signor Giacomo.
Nellina
(scattando d'ira e di severit??) Come vi permettete di mancare di rispetto al signor Giacomo, voi?!
Sofia
Lei lo mise in croce e poi sono io che gli manco di rispetto?!
Nellina
Siete pregata di non parlare mai pi?? di lui!... E venite immediatamente a calzarmi quest'altro scarpino, senza farmi bestemmiare. (Ci?? dicendo, ha preso di fra i ninnoli una sigaretta e uno scatolino in cui sono i fiammiferi, e ora siede di nuovo sulla poltrona.)
Sofia
(le s'inginocchia dinnanzi per calzarle lo scarpino.) [245]
Nellina
(con la testa arrovesciata sulla bassa spalliera della poltrona, accende la sigaretta.)
Sofia
Cosa fa? Mi brucia i capelli!
Nellina
Ma che capelli! ?? un parrucchino! Ve ne regaler?? uno pi?? nero.
NELLINA, SOFIA, IL SERVO.
Il Servo
(di dentro) Permesso?
Nellina
(drizzandosi in piedi) No, no! Sono svestita!
Sofia
(con noncuranza) ?? il domestico.
Nellina
Che ??? Non ha occhi il domestico?! [246]
Sofia
Che importa?!
Il Servo
(di dentro) Avrei da farle un'imbasciata.
Nellina
E chi ve lo impedisce? Parlate di l??.
Il Servo
Da lontano, non potrei.
Nellina
(irritandosi) Auff, che nervi!...
Il Servo
Ho da aspettare molto?
Nellina
(piglia rabbiosamente l'abito che deve indossare e, afferrando Sofia per un braccio, la trascina con s?? dietro il paravento.)
Sofia
Nellina
(grida:) Entrate, seccatore! Entrate!
Il Servo
(entra dal fondo e, non vedendo nessuno, tace.)
(Un silenzio.)
Nellina
E dunque?
Il Servo
Dov'???! Io non la vedo.
Nellina
Mi dovete anche vedere per parlarmi?
Il Servo
Ah, ?? dietro il paravento?... Allora, va bene. (Tace e guarda un po' di sbieco il paravento, sperando di scorgere qualche cosa.)
Nellina
Questa imbasciata, insomma?
Il Servo
Ecco. L'imbasciata sarebbe del signor Conte Marlenghi, che ?? l??, in salotto, ed aspetterebbe la risposta. [248]
(Giungono le prime battute di una saltellante canzonetta francese, accennate vivacemente al pianoforte da mano non esperta.)
Sofia
Ah, il piccolo Marlenghi! Veniva dalla Dora. Ne riconosco la sonatina con cui soleva annunziarsi.
Nellina
(infastidita) Ma io l'ho invitato a cena per mezzanotte. Com'?? che si presenta adesso, che sono appena le undici?
(Il suono ?? cessato.)
Il Servo
Per l'appunto. Il signor Conte dice che ha anticipato, perch?? amerebbe di avere, dice, un abboccamento con lei.
Nellina
Come antipasto?
Il Servo
Nossignora. Il signor Conte dice che non potrebbe abboccarsi innanzi agli altri invitati, perch?? si tratterebbe d'una cosa delicatissima, e quindi, vorrebbe, dice, un abboccamento a quattr'occhi. Questo dice il signor Conte. [249]
Nellina
Il signor Conte... dice un sacco di corbellerie e io... dico che, prima che egli si abbocchi con me a quattr'occhi, ne deve passare dell'acqua per sotto i ponti! Quando torner?? con i suoi amici, parleremo della cosa... delicatissima. Per ora, ?? pregato di non importunare n?? me, n?? il mio pianoforte!
Il Servo
Perfettamente. (Resta l??, fermo, fingendo di niente, e allunga il collo, cercando un po', un'altra volta, di spingere lo sguardo indiscreto dietro il paravento.)
Nellina
(dopo qualche istante, viene fuori, segu??ta da Sofia che le chiude l'abito sul dorso. Vedendo il servo, che ella credeva gi?? via, e sorprendendolo in atto di allungare il collo per spiare, si accende di collera.) Che fate ancora qui, voi?
Il Servo
Lei non mi aveva detto di andarmene.
Nellina
Uscite s??bito, bestione!
Il Servo
(scappa per il fondo a gambe levate.) [250]
Nellina
(a Sofia, come per dirle che i servi sono pari a tutti gli altri uomini) Avete capito?...
Sofia
(annodandole qualche nastro o fissando qualche spillo) Eh, ma, cara lei, se gli uomini non avessero quel difetto l??,... starebbero fresche le donne!
Nellina
Bel ragionamento! (Completando la sua acconciatura davanti alla specchiera grande) Datemi gli anelli e il collier.
Sofia
(rovistando sulla toeletta) Quass??, il collier non c'??.
Nellina
Non l'avr?? certo gettato dalla finestra. Guardate nei cassetti.
Sofia
(vedendo il collier a terra e raccogliendolo) Ma che cassetti!... ?? a terra! Dovrebbe avere pi?? cura, lei, di questi pochi gioielli che possiede! ?? vero che sono cos?? meschini!...
Nellina
Quando vorr??, sapr?? averne da farvi intontire. [251]
Sofia
(con una smorfia d'incredulit??) Uhm! (Le porge gli anelli, e si accinge a metterle il collier.)
Nellina
(mutando) Ho sentito che il conte Marlenghi andava dalla Dora....
Sofia
Ne era pazzo!
Nellina
Ah s???
Sofia
(congiungendole il collier sulla nuca) Stia ferma!
Nellina
Lo avete chiamato: il piccolo Marlenghi. Perch?? poi ??piccolo???
Sofia
Si chiamano cos?? i giovanotti di primo pelo quando promettono bene. (Le scende un po' la veste da sopra una spalla.)
Nellina
Sofia
Le scopro il neo sulla spalla. ?? quello che lei ha di meglio.
Nellina
... Sicch??, il conte Marlenghi promette bene?
Sofia
Senza dubbio. Non ha che venti anni e ha gi?? duecentomila lire di debiti.
Nellina
E allora, cos'?? che promette?
Sofia
Di farne degli altri, cara lei.
NELLINA, GIGETTA e SOFIA.
La voce di Gigetta
Amore mio! Ti sento e non ti vedo....
Nellina
(a Sofia:) Eccola, eccola, finalmente, la mia Gigetta. Correte, Sofia. Fatela entrare qui.
Sofia
(esce dal fondo.)
(Entra Gigetta. ??? ?? vestita con una certa grazia, [253] ma con uno sforzo di effetto e con una eleganza alquanto frusta che rivelano la decadenza. Il suo volto ?? emaciato. I suoi occhi hanno una stanchezza triste.)
Nellina
(andando a lei festosamente) Cominciavo a impensierirmi, sai. L'ultima volta che ci vedemmo, eri un po' sofferente... (Abbracciandola) Stai meglio, ora?
Gigetta
Si, abbastanza.... Me la cavo... (Sta per baciarla.)
Nellina
No, non baciarmi! Mi sono gi?? truccata.
Gigetta
Alla tua et???! Fai male! Fai malissimo!
Nellina
(deviando) Be', visto che stai meglio, potevi venire un po' pi?? presto.
Gigetta
Amore mio, nella tua lettera ci ho capito ben poco. Perch?? questa cena? [254]
Nellina
Ho invitati a cena quei tre signori che ti fecero visita nel mio palchetto, venerd?? sera. Ricordi?
Gigetta
Dove li hai riveduti?
Nellina
Non li ho riveduti. Avevo le loro carte coi loro indirizzi.... Li ho invitati con due righe graziose. E poi, per non farli annoiare troppo, ho invitata anche te. Ti dispiace?
Gigetta
(mortificandosi e rattristandosi) No, ma....
Nellina
Sono tuoi conoscenti....
Gigetta
(abbassa gli occhi) Gi??.... Appunto!...
Nellina
D'altronde, da sola mi sarei trovata un po' in imbarazzo....
Gigetta
Io avevo immaginato, piuttosto, che tu volessi festeggiare la tua pace con Giacomo.... Ci?? che mi [255] disorientava era l'invito fatto a me, perch?? so che egli non mi pu?? sopportare. Ma mi son detto: forse lei ha perorata la mia causa, e, se ?? riuscita a guarirlo dell'antipatia che io suscito in lui, tanto meglio!
(Un silenzio.)
Nellina
(seria, rannuvolata, con un accento freddo) Giacomo non ?? tornato. (Siede.)
Gigetta
(facendosi pi?? triste, siede accanto a lei e la interroga pavidamente, con una intensa lentezza nella voce:) E credi... che... non torner?? pi???
Nellina
Io non credo nulla... (Con una latente malinconia) Mi lascio andare come un sughero che galleggia sull'acqua corrente d'un fiume....
Gigetta
Ma guarda: non ?? possibile che Giacomo non torni pi??. Quello ?? un uomo veramente eccezionale. Ti ama, Nellina! Ti ama sul serio.
Nellina
Si ?? stancato di amarmi, o se ne stancher??. Io stessa gliel'ho augurato. [256]
Gigetta
Ma perch??? Ma perch???
Nellina
Perch??... ho sempre sentito di non meritare quel suo amore sublime.
Gigetta
L'amore non si merita. ?? un bene che capita cos??... senza ragione, ed ?? perci?? che bisogna tenerselo caro.
Nellina
Io non sapevo, non potevo ricambiarlo.... Sono guasta dentro!... Sono tanto guasta!
Gigetta
Tu ti calunni, Nellina! Ti compiaci di sembrare peggiore di quella che sei.
Nellina
Evvia, Gigetta! Pretenderesti d'illudermi proprio tu che hai voluto essere la mia confidente e che, oramai, non ignori di me se non la mia nascita, che io stessa ho dovuto ignorare? Tutte le vigliaccherie si unirono per farmi come sono!... Tutte quante, tutte quante, lo sai, e sarebbe bastata quella di mettermi al mondo come un mucchietto di fango affidato al vento! [257]
Gigetta
(diventando pallidissima e smozzicando le parole) S??... ?? vero.... Tutte le vigliaccherie contro di te.... E tu ne sei amareggiata, ne sei inasprita, ecco; ma la tua indole non ?? cattiva. Io sono certa di non ingannarmi. E se dalla tua indole ti lasciassi guidare adesso che sei ancora in tempo, non perderesti l'appoggio di Giacomo e non ti esporresti a nuove offese, a nuovi dolori.
Nellina
(accigliata, parlando in un tono cupo e fiero) Io non temo n?? dolori, n?? offese. Sono nata e cresciuta con una specie di febbre vendicativa, che mi fa coraggiosa. Non so dirti con precisione che cosa sia. Quando ero fanciulla, sognavo spesso di trovarmi in mezzo ad una folla di donne disgraziate, che gridavano vendetta! Era l'incubo della mia febbre. E tutti gli uomini che ho conosciuti finora, ad eccezione di Giacomo, me l'hanno aumentata. S??, ?? vero, Giacomo ?? assolutamente un uomo eccezionale. Ma appunto per questo io preferisco che non ritorni. Anche senza avvedermene, farei pagare a lui i peccati degli altri, e sarebbe una ingiustizia.
Gigetta
E se, invece, la sua immensa bont?? finisse col vincere la tua febbre vendicativa?
Nellina
La sua immensa bont?? sarebbe per me, come ?? gi?? stata, una camicia di forza. (Con un accento [258] di efferatezza) Io voglio essere libera di cercare quelli che sono diversi da lui, e voglio vederli soffrire, e voglio tormentarli con le unghie che gli stessi loro vizii mi hanno aguzzate!
Gigetta
Ma l'origine della disgrazia tua, Nellina, fu la donna che ti mise al mondo. Non ?? forse questo che tu mi hai detto, in sostanza, poco fa? E dunque ?? lei che devi maledire!
Nellina
S??, lei, lei, lei, cento volte lei; (assorgendo in piedi come per un impeto di bestemmia) ma non ci sarebbero delle madri mostruose, se non ci fossero degli uomini infami! (Poi, mutando) Del resto, la man??a che hai di convertirmi io non l'apprezzo, e non mi va. Sciupi in discussioni inutili l'amicizia che mi hai offerta.
Gigetta
In questa amicizia ho messo tutto il mio cuore.... Mi ti sono affezionata... come a una sorella: a una sorella... tanto pi?? giovane e tanto pi?? sventurata di me! ?? naturale che io abbia la man??a di convertirti. Ti vedo andare verso un precipizio che conosco.... Ne ho uno strazio indicibile... per il male che non so impedirti di compiere contro te stessa.... Se tu ti perdi, mi parr??... d'averne avuta io la responsabilit??....
Nellina
Ma che perdere! Vuoi essermi realmente amica? Vuoi essermi realmente utile? [259]
Gigetta
(con la voce spenta) S??, Nellina.
Nellina
Insegnami, insegnami con la tua esperienza le arti della seduzione; fammi diventare abile, accorta, bella, affascinante, irresistibile.... E se tu ci riesci, perdio, vedrai quello che sapr?? fare!
Gigetta
(non si domina pi?? e, terrea in volto, ansante, come per un principio di asfissia, piega il capo all'indietro, con gli occhi socchiusi.)
Nellina
(in uno scatto di allarme) Gigetta!... Gigetta mia!... Che ti senti?...
Gigetta
(fa un lieve gesto per rassicurarla.)
Nellina
Se mandassi per un medico.... Desideri che mandi?... Dimmelo con un cenno.... Non affaticarti a parlare. (Resta l??, ansiosa, guardandola.)
Gigetta
(fiocamente) Non chiamare medici.... So di che si tratta. [260]
Nellina
(accarezzandole la fronte, pigliandole e baciandole le mani) Sei tutta fredda, tutta fredda!...
Gigetta
(respirando meglio) Da qualche tempo vado soggetta a questi abbattimenti.
Nellina
Ma, dunque, sei proprio malata?!
Gigetta
Un poco.
Nellina
E, intanto, tu non ti curi abbastanza!... No! No! Non ti curi abbastanza.
Gigetta
Non dovrei pi?? fare la vita che faccio....
Nellina
Ma s'intende.
Gigetta
Nellina
(continuando a carezzarla) E poi, sono qua io. Appena comincer?? ad avere fortuna, provveder?? io alla mia Gigetta.
Gigetta
(in un impeto di raccapriccio) Ah no! Questo mai!
Nellina
Non accetteresti un po' d'aiuto mio?!
Gigetta
Mai, mai, Nellina!
Nellina
(con profonda meraviglia) Perch???!...
Gigetta
(ha dentro di s?? un brivido d'orrore e si copre il viso con le mani.)
Nellina
Disdegneresti?... Eppure, io ricordo le parole tue: le parole che mi dicesti commossa, quando, all'impensata, venisti da me la prima volta. ??Io ho segu??ta una mia ispirazione ??? mi dicesti ??? . Noi non ci conosciamo che di vista, e, invece, io sento [262] che dobbiamo allearci, sento che dobbiamo essere pi?? che amiche, perch?? mi pare che voi possiate avere bisogno di me, e che io possa avere tanto bisogno di voi??. Te ne sei dimenticata di queste parole?
Gigetta
... Io intendevo... tutt'altro!
Nellina
... Ma le distinzioni che facevi tu, nel tuo cervello, io non le capii allora e non le capisco oggi. Allora mi bast?? di capire che mi dicevi una cosa bella, e ti strinsi fra le mie braccia come se ti avessi sempre aspettata. Oggi mi basta di capire che, effettivamente, tu potrai avere bisogno di me, e mi addoloro assai del tuo rifiuto. (Si allontana rammaricata, imbronciata. ??? Siede.) (Un silenzio.) (Poi, la chiama in un tono fra di rimprovero e di esortazione:) Gigetta!
Gigetta
Nellina?
Nellina
Non hai nulla da aggiungere? Non parli pi???
Gigetta
Io sono desolata dal pensiero di addolorarti, ma nulla ho da aggiungere. Solamente, ti prego... di [263] non credere che io disdegnerei il tuo soccorso. Non lo accetterei, no, no, questo ?? certo; e, anzi, (con energia) mi nasconderei, ti fuggirei addirittura se stessi nella condizione di doverlo accettare, ma la ragione del mio rifiuto sarebbe molto diversa dal disdegno che immagini.
Nellina
E quale sarebbe?
Gigetta
??Quale sarebbe???.... Il giorno in cui profittassi della fortuna che, disgraziatamente, tu ti auguri, io discenderei l'ultimo gradino della vergogna!
Nellina
(levandosi con una sorpresa quasi comica) Accidenti, che frasi terribili!... Di dove le prendi?
Gigetta
No, no, non scherzare, Nellina! Non scherzare!
Nellina
Ma come diamine ?? fatta questa famosa scala della vergogna che ha un ultimo gradino di cui tutti si preoccupano? Io pagherei un occhio per saperlo!... Ed anche mi piacerebbe di sapere a quale punto della scala mi trovo io adesso. (Ridendo con ostentazione) Dove mi vedi tu, Gigetta? Di': dove mi vedi? [264]
Gigetta
(prorompendo con una infrenabile angoscia) Fammi la grazia, fammi la grazia di non scherzare! Tu ti metti in mano uno staffile, e d??i e d??i e d??i, senza sospettare le piaghe che apri! Io credo che, se tu ti accorgessi di quello che fai, ne avresti pena... e mi risparmieresti un poco.
Nellina
(fortemente impressionata, ?? presa da una contrizione confusa, da una confusa piet??, da un dolore indeterminato, in cui si smarrisce. ??? Dopo una pausa, cerca di esprimersi.) Che io non m'accorga di torturarti, ?? certo. Tu stessa non ne dubiti.... E giacch?? nemmeno tu mi dici in qual modo io ti torturi, che rimedio c'??? Nessuno. Senza volerlo, senza avvedermene, io forse ti torturer?? ancora... e, quando tu te ne lamenterai, non potr?? che esserne mortificata, non potr?? che chiederti perdono... come te lo chiedo in questo momento.
Gigetta
(correndo a lei e abbracciandola con uno slancio violento di protesta tenera e dolorosa) No, taci, taci, Nellina! Queste parole sulla tua bocca, no!
Nellina
Sei tanto migliore di me, tu! (Stringendola vivamente al petto) Ed hai un gran desiderio di baciarmi ora, lo sento. Baciami, baciami: non importa che va via la truccatura! Baciami quanto vuoi! [265]
Gigetta
Nellina mia!... Nellina mia! (La bacia con effusione infinita.)
(Qualche istante di silenzio.)
GIGETTA, NELLINA, GIACOMO.
La voce di Giacomo
(chiamando con ansia:) Nellina!... Nellina!...
Nellina
(in un sussulto di spavento) ?? Giacomo!
Gigetta
(in un sussulto di gioia) Lo vedi, lo vedi che ?? tornato!
Nellina
(presa da grande orgasmo) E come far??, Gigetta? Fra poco verr?? quella gente!...
Giacomo
(entra dal fondo, correndo verso di lei; ma, alla vista di Gigetta, si arresta turbato.) Ti credevo sola. [266]
Nellina
Gigetta ?? di casa... (Poi, con una certa titubanza) Stavi per abbracciarmi.... Fallo.
Giacomo
(respingendola con mitezza e guardandola da capo a piedi) Sei tutta elegante....
Nellina
... Sono andata al teatro con Gigetta....
Gigetta
... Difatti, siamo state a teatro insieme, signor Giacomo.
Giacomo
(continuando a guardare Nellina) Hai gli occhi tinti... (Passandole sopra una gota la punta di un dito) Hai ancora in faccia un avanzo di sudiceria... (a Gigetta:) Naturalmente, siete voi che le date lezione....
Gigetta
No, signor Giacomo! Al contrario: io l'ho rimproverata.
Giacomo
Di che l'avete rimproverata se lei cerca di imitarvi? [267]
Gigetta
Io vorrei che ci?? non accadesse: credetemi.
Nellina
?? tanto severa con me!
Giacomo
Ma ti conduce a teatro per metterti in mostra.
Gigetta
(di scatto) No!
Nellina
(s??bito) Sono io che ho voluto farmi condurre.
Giacomo
Si vede che ti eri gi?? consolata del mio allontanamento.
Nellina
Volevo distrarmi, volevo dimenticare....
Gigetta
Ella era convinta che non sareste tornato.... [268]
Giacomo
E perci?? non bisognava sprecar sospiri, non bisognava perdere tempo. ?? questo il consiglio che le avete dato?
Gigetta
... Voi sospettate sempre di me e io non ho nessun mezzo per dimostrarvi che... c'?? un equivoco.
Giacomo
Io non sospetto di voi pi?? che di lei. Sospetto egualmente di tutte e due, senza distinguervi l'una dall'altra. Voi siete diventate inseparabili fra voi, quasi che ciascuna delle vostre persone, prima che vi conosceste, non fosse stata completa; ed ora siete inseparabili anche per me. Cos?? mi sembrate, cos?? vi vedo, cos?? vi penso, e, nel mio pensiero, nelle mie impressioni, non saprei pi?? separare l'influenza di Gigetta dall'istinto di Nellina.
Nellina
(con energia) Se Gigetta avesse influenza su me, io sarei una santa!
Giacomo
?? stata una santa, lei?!
Nellina
Per conto suo, sar?? stata, probabilmente, ci?? che hanno voluto farla essere. Vicino a me, ?? una creatura [269] angelica, innanzi alla quale io dovrei arrossire.
Gigetta
No, Nellina. Pi?? ti affatichi a difendermi e pi?? gli riesco odiosa. La mia presenza suscita in lui un'amarezza... forse non ingiusta. ?? veramente un gran disappunto che egli m'abbia trovata qui. Piuttosto che difendermi, permettimi di andar via.
Nellina
(fissando su lei gli sguardi supplichevoli)... Proprio stasera?
Giacomo
Cos'??? Ti faccio paura? Io sono rientrato in questa casa ancora vinto dalla prepotenza di quel sentimento che ha sconvolta tutta la mia vita; ci sono rientrato portando ancora con me, per un impulso di bene, la certezza di domare le tue ribellioni, di moderare la tua sregolatezza, di rendere meno irrequieto il tuo spirito; e tu, invece di ricevermi con fiducia, ti allarmi e tremi come se io fossi venuto a punirti! ?? scoraggiante! (Siede.)
Gigetta
(a Nellina, con molta mitezza:) Non ha torto il signor Giacomo.
Nellina
(inquietissima, ostinata, afferrandole un braccio) Tu non devi distaccarti da me, questa sera. [270]
Gigetta
Ma io qui sono di troppo. ?? naturale che egli desideri di parlarti liberamente. Se non vuoi permettere che io me ne vada, permettimi almeno di non essere importuna. (Accostandosi un poco a Giacomo) Vi dispiace, signor Giacomo, che io resti di l??.
Giacomo
(con qualche reticenza, ma in un tono remissivo e deferente) Io non v'ho mai messa alla porta, Gigetta.
Gigetta
(si avvicina a Nellina, e le chiede trepidante:) Sei contenta, cos???
Nellina
Ma non ti muovere dalla mia camera! (Abbassando la voce) E se ti chiamo, vieni s??bito.
Gigetta
(sogguardando Giacomo, che ?? assorto, la interroga segretamente, ansiosamente:) Che farai quando giungeranno quei signori?
Nellina
(nervosa, torva, risponde pianissimo:) Non me ne rendo conto. Accadr?? quello che deve accadere! [271]
Gigetta
Ma, in fondo, tu hai gioito ch'egli sia tornato!
Giacomo
(vedendo confabulare le due donne) Eccole l??, come sempre, a mescolare e a confondere le loro idee, le loro volont??, le loro sensazioni, le loro anime! (Andando verso Nellina quasi con violenza) Io voglio guardare la coscienza tua, stasera! Mi capisci s?? o no? Voglio guardarla sottratta, per quanto ?? possibile, alle influenze e ai consigli altrui, siano pure influenze e consigli sublimi, perch?? mi ?? necessario di comprendere chi sei, oramai, per te stessa e per me! (Si frena un po'.) Vi prego, Gigetta: allontanatevi.
Gigetta
(vorrebbe aggiungere qualche cosa. Non ardisce, e, col cuore in palpiti, esortando con lo sguardo Nellina a essere buona e ad arrendersi, dopo avere indugiato presso la porta, esce a destra.)
NELLINA e GIACOMO.
(Un silenzio.)
Nellina
(siede sul sof??, rannicchiandovisi in uno di quegli atteggiamenti di concentrazione selvaggia che aveva una volta.) [272]
Giacomo
(siede lontano, tutto preso dalla emozione di iniziare il colloquio. Poi comincia:) Prima di tutto, ?? bene che tu sappia che ho potuto soddisfare molti dei miei debiti, vendendo la propriet?? di Sant'Angelo, gi?? donatami da mio padre. A lui non ho avuto il coraggio di rivolgermi. Volevo andare a offrirgli la mia assistenza per mantenere la promessa che da lui medesimo m'era stata richiesta il giorno in cui ci separammo; ma egli ha incaricato il suo segretario di avvertirmi che non mi avrebbe mai pi?? ricevuto. (Dolorosamente) Cos??, il suo sogno di avermi vicino nelle sue ore pi?? tristi... non sar?? realizzato. Tu ci hai divisi per sempre! (Pausa.) Sappi, inoltre, che ho trovata una occupazione decorosa e abbastanza remunerativa.
Nellina
(con un rammarico unito a uno stupore quasi ingenuo) Per causa mia, sei costretto a metterti a lavorare?
Giacomo
Non faccio nessun sacrifizio utilizzando i miei studi e il mio ingegno.... Comprenderai che non mi sarei ripresentato a te senza essere in grado di assicurarti un po' di agiatezza. Indubbiamente, se tu non rinunziassi allo sperpero a cui ti sei abituata, non saprei come provvedere. Il problema sta nel mutare il tuo sistema di vita. [273]
Nellina
Dovrei diventare... un'altra donna. E posso io farlo questo miracolo?...
Giacomo
Se tu mi amassi, non crederesti di dover compiere un miracolo per diventare... ??un'altra donna??. Ma la verit?? ?? che l'affetto immenso, del quale, malgrado tutto, ti ho voluta circondare, ?? rimasto dinanzi alla porta del tuo cuore come un mendicante inascoltato. Io non sono stato per te che l'uomo che tu hai preferito... per cominciare la tua carriera.
Nellina
Io ti ho amato... come meglio potevo. Tu non ne eri soddisfatto e questo, naturalmente, mi scoraggiava e mi rendeva ogni giorno pi?? fredda. Io non m'intendo di amore. Ma, non so perch??, credo che se alla persona da cui si vuole essere amati si dice continuamente: ??non mi ami, non mi ami, non mi ami??, si debba per forza finire col perdere quel tanto d'amore che si era ottenuto.
Giacomo
... Io... dunque,... ho finito col perderlo? (Pausa.) Non senti pi?? nulla per me?!... Pi?? nulla?!...
Nellina
(senza rispondere, tormenta le dita, intrecciandole e torcendole.) [274]
Giacomo
(dopo averla ancora interrogata con gli occhi e col pensiero, scrolla il capo. Poi, invano raffrena l'angoscia: gi?? il pianto gli sale alla gola e, con desolazione rassegnata, abbandona il volto nelle mani per nascondere le lagrime.)
Nellina
(ne prova un senso di rincrescimento pietoso, un senso di dolore del quale non sa rendersi conto e che vorrebbe non provare. A poco a poco, gli si avvicina, e gli scuote lievemente una spalla.) No, Giacomo.... Non soffrire, tu.... Non ?? te che voglio veder soffrire.... Tu sei buono ed hai cercato di farmi tutto il bene che potevi... (Quasi con durezza) Soffro anch'io nel vederti cos??... I miei occhi non hanno lagrime come ne hanno i tuoi.... Non ho pianto mai.... Ma, guardandoti piangere, stasera.... mi pare che l'anima mi pianga.
Giacomo
(si rivolge a lei con dolce meraviglia e la contempla trasognato.) Perch?? non ti d??i tutta a questa gratitudine, a questa gentilezza, di cui, tuo malgrado, ti riveli capace? Se tu comprendessi che sollievo ne avresti tu stessa e che sollievo, che gioia ne verrebbe a me! Per ora, Nellina, io non ti chiederei di pi??. Nella calma che mi concederesti, correggerei qualche mio eccesso, limiterei le mie esigenze, e, senza mai costringerti, senza mai stancarti, ti terrei, ti terrei, conducendoti piano [275] piano per una strada che adesso tu non intravedi neppure.
Nellina
Io sono fatta di spine. Ogni mano che cerca di tenermi, ne ?? lacerata a sangue! La sola prova che io ti possa dare della mia gratitudine ?? di allontanarti. Vattene, Giacomo! Fuggimi, disprezzami, sc??rdati di me!
Giacomo
Ma che cos'?? che t'impedisce perfino di consentire che io ritenti? Tu temi che ne riporterei altre ferite, e non pensi che se io gettassi via il mio affetto e i tanti ricordi che gi?? mi legano a te e la speranza di... costruire la tua onest??, mi parrebbe di non vivere pi??! Tu non vuoi che io pianga, e, per non farmi piangere, mi consigli di strapparmi gli occhi. ?? assurdo, Nellina! ?? assurdo! Io sono tornato per riprenderti e non mi lascer?? spaventare dal tuo pessimismo. Esso non ?? che una menzogna amara dietro cui si nasconde una creatura infelice. A prima giunta, s??, il tuo aspetto, la tua veste, il tuo volto insudiciato, tutte le tue parole, tutto l'insieme della tua persona, tutto questo piccolo laboratorio di incoscienti vanit?? disordinate, mi hanno messo i brividi; ma, riflettendoci, ?? diverso. Che c'era di enorme, che c'era d'imprevedibile in quello che ho trovato? Mi avevi creduto il tuo tiranno, mi avevi creduto il tuo carceriere; ed essendo rimasta sola, cominciavi a inebriarti spensieratamente della tua libert??. Un po' di reazione, un po' di frivolezza: non altro. E io mostrerei [276] di amarti d'un amore mediocre e meschino se anche a mente tranquilla esagerassi l'importanza di questa frivolezza quasi infantile. M'intendi, Nellina? M'intendi bene? Ti convinci che non devi farmi fuggire?
Nellina
(ascoltandolo, si ?? accoccolata a terra, tra i piedi di lui, a guisa di una cagnetta intimidita che le immeritate carezze del padrone non riescano a rassicurare. Non vuole, non pu?? sopportare che egli s'illuda e stranamente borbotta:) Tu... mi giudichi... con troppa indulgenza....
Giacomo
Perch???
Nellina
(in un misto di acre schiettezza istintiva e di timidit?? tremebonda) Io... ti ho mentito.
Giacomo
Quando?
Nellina
Quando t'ho detto di essere stata a teatro.
Giacomo
Nellina
... Non mi sono mossa di casa.
Giacomo
E questo vestito?... Questa imbellettatura?
Nellina
(temendo sempre di pi??, ma sempre bieca e crudele verso s?? medesima)... Aspetto delle persone....
Giacomo
A quest'ora?!
Nellina
Aspetto dei giovanotti a cena.
Giacomo
(impallidendo)... Li hai invitati?!
Nellina
S??, li ho invitati.
Giacomo
Evidentemente, essi ti assediavano, ti importunavano, e tu....
Nellina
Non devo pi?? mentirti! Sono io che li ho voluti. [278]
Giacomo
(levandosi ed esplodendo d'ira e di disprezzo) Per sceglierti il mio successore, non ?? vero?... Dillo! Dillo!... Dillo!... Per venderti all'incanto?!...
Nellina
(come se temesse d'essere battuta, si allontana rapidamente.)
Giacomo
(afferrandosi il capo con ambo le mani, grida:) Avevi ragione tu, pocanzi! Avevi ragione tu!... ?? la fine, dunque! ?? la fine! Dopo di aver seviziato barbaramente mio padre per cedere alla tua voce che impetrava soccorso, dopo di aver frantumata la mia esistenza per offrirtela, tutta quanta, come pane quotidiano, eccomi a vederti sparire a poco a poco nella depravazione ed eccomi annientato nel vuoto che mi si fa intorno! (Andando a lei impetuosamente) Avevi ragione tu, ed ebbi ragione anch'io quando ti dissi che non avrei potuto lottare con la tua indole, attirata irresistibilmente da ogni cosa pi?? abietta. Ero preveggente, quel giorno, e ti scongiurai di non raggiungermi; ma tu, nella tua istintiva ferocia, chiedevi gi?? una vittima, e t'impadronisti di me. Mi hai rovinata la vita, Nellina! Me l'hai distrutta! (Si abbandona sul sof??, tra le vesti in disordine.)
(Un silenzio.)
Nellina
(presso di lui, con umilt??) A te sembrer??, per ora, lo so, come hai detto,... di non vivere pi??;... ma... i soli morti che certamente non risorgono sono i morti che stanno sottoterra. Quando davvero io sar?? tutta sparita per te,... tu tornerai a vivere, con la tua bont?? nel cuore. Questa bont??, che ?? soltanto tua, ti servir?? per amare un'altra donna.... La sceglierai fra quelle nate oneste, fra quelle che non somigliano a me. Ce ne sono tante!... Io le vedo da lontano.... ?? meno difficile proteggerle, ed ?? bene che siano protette, perch?? io credo... che, senza una protezione,... si possano perdere anch'esse!
(Giunge, a un tratto, come dianzi, il suono del pianoforte: sono le stesse poche note gaie, suonate con una pi?? irruenta vivacit??.)
Giacomo
(trasalisce.)
Nellina
(con una immediata scossa di paura e di smarrimento) Eccoli!
Giacomo
(si drizza col volto bianco e terribile.)
Nellina
(allacciandosi a lui, impaurita, ansiosa, urgente) Li scaccio, Giacomo! Li scaccio! [280]
Giacomo
(con ribrezzo, cercando di svincolarsi) Sc??stati! Non mi toccare!
Nellina
(aggrappandoglisi addosso pi?? fortemente) Li scaccio s??bito, ti dico!
Giacomo
(respingendola con forza in un scroscio di sdegno violento) Sarebbe inutile, perch?? non saprei pi?? perdonarti! E poi... ti conosco, oramai. Se oggi tu li scacciassi, te ne pentiresti domani, e imprecheresti contro di me. Colui che hai pensatamente scacciato da questa casa sono io;... e sono io che debbo affrettarmi a sgombrare per lasciar posto a quelli che tu confessi di aver chiamati. Fra pochi minuti, essi avranno il diritto d'invaderla tutta! Potranno patteggiare con te, sdrai??ti qui, qui, fra questi abiti, fra questi merletti, con i quali io mi lusingai di conquistarti!... Potranno essere i tuoi amanti fra le stesse mura intime che posseggono il segreto dei momenti in cui ti credetti mia! (Poi, come assalito da una grande vergogna, abbassando la voce:) Fammi uscire, fammi uscire di nascosto.... Io non voglio che essi mi vedano...
Nellina
(umiliata, avvilita, perduta nell'orrore di s?? stessa, col respiro mozzo) Sono in salotto.... Non ti vedranno.... [281]
Giacomo
Tuttavia... se qualcuno dei tuoi domestici ha detto che io sono qui....
Nellina
Non ?? possibile che l'abbiano detto.... Si sono guard??ti anche dall'annunziarli in tua presenza.... I miei domestici... sanno aiutarmi... a diventare una miserabile!...
Giacomo
(col cervello annebbiato, il petto rotto dallo spasimo, si dibatte e si convelle per avere l'energia di uscire. Ma, troncando l'indugio, risolutamente si avvia.)
Nellina
(cade in ginocchio, si aggrappa ancora a lui e supplica, gridando:) Giacomo?! Giacomo?!
Giacomo
Zitta, per carit??!... Non far sentire il mio nome. (Si trascina fino alla porta. L'apre un poco, con circospezione. Sporge la testa per spiare. Indi, come un ladro pauroso, cautamente esce, e richiude.)
Nellina
(abbattendosi a terra, fiaccata, disperata a guisa di una naufraga, con la gola stretta dall'affanno, [282] come se invocasse soccorso, chiama:) Gigetta!... Gigetta!... Gigetta!...
NELLINA, GIGETTA, SOFIA.
Gigetta
(accorrendo) Amore mio! Amore mio! (Si curva su lei ginocchioni, abbracciandola, tenendola.)
Nellina
(torcendosi ed ergendo la testa infiammata) Io sono la pi?? perfida delle donne!... Io sono un rettile!
Gigetta
Non dire cos??, Nellina! Non essere cos?? atroce nell'accusarti!
Nellina
?? stata veramente la fine di tutto e per quest'odio che mi sta nelle vene non ho risparmiato a quell'uomo un martirio d'inferno!
Gigetta
Ma sei nel martirio anche tu, intanto, per averlo martirizzato! [283]
Nellina
(portando la mano alla gola) Ho qui, qui... una corda che mi strozza l'anima.... Vorrei piangere e non posso....
Gigetta
(desolatamente) E non so nemmeno liberarti dal nodo che ti soffoca!
Nellina
(in un impeto estremo) Dio, dammi per una volta le lagrime che d??i alle persone buone!
(Si bussa alla porta.)
Gigetta
(come se temesse che qualcuno entrasse, vi corre e, con una specie di ritegno, domanda:) Chi ???
La voce di Sofia
(allontanandosi) Ho bussato io, sa, perch?? quei signori aspettano da un pezzo.
Nellina
(si leva con sul volto una contrazione di dolore e di ribrezzo; e, in questa contrazione, resta immobile. ??? Pare la statua dolente del pudore offeso.) [284]
Gigetta
(s??bito, nel centro della soglia, col dorso alla porta, ha aperto le braccia come per sbarrarle la strada. Quindi, ritraendosi verso lo stipite, vi si ?? appoggiata, diritta. E ora, immobile anche lei, sospesa nella trepidanza, sorveglia la fisonomia e l'atteggiamento di Nellina, e vorrebbe col pensiero arrestarla.)
(Passa cos?? qualche istante.)
Nellina
(repentinamente si scuote, quasi sentisse un violento soffio negli occhi. Con uno sforzo graduale, va alla toeletta. Siede. In un vago smarrimento, si mira nello specchio. Con l'incertezza di chi si muove nel buio, ricompone i capelli scompigliati, cerca un piumino, si rid?? la vellutina alle guance. Poi, come vinta dalla stanchezza, incrocia le braccia sulla toeletta e sulle braccia piega la testa.)
Gigetta
(vedendola andare allo specchio, ha ceduto allo scoraggiamento e, sempre tenendo lo sguardo intenso su lei, si ?? accostata, disfatta, al divano e vi si ?? lasciata cadere. Ma adesso che Nellina ?? l??, in quella mestizia inerte, ella di nuovo dubita e spera e, in silenzio, febbrilmente aspetta.)
Nellina
(a un tratto, risolutamente, si drizza in piedi.) [285]
Gigetta
(sussulta, prorompe e implora, in una ambascia spasmodica:) Fallo per me, Nellina!... Non andarci!... Non andarci!... Non andarci!...
(Ancora una breve pausa.)
Nellina
(tutta compresa dalla sua immensa tristezza, stringendosi un po' nelle spalle, tristissimamente mormora:) Ci vado! (Si avvia verso il fondo con passo lento e mal sicuro.)
Gigetta
(guardandola allontanarsi, frena i singhiozzi. Appena la vede sparire, perdutamente, disperatamente, si abbandona al pianto.)
(Sipario.)
?? una stanza di aspetto squallido: piccola, polverosa, male ammobigliata, con le pareti di un colore piuttosto fosco. I mobili ??? un cassettone, un armadietto, un lavamano ??? son roba vecchia. C'??, a destra, un letto di cui la testa ?? alquanto discosta dalla parete, occupata dall'armadietto. Presso il capezzale, una sedia. Qualche altra sedia qua e l??. ??? Una poltrona sdrucita, quasi nel mezzo della stanza. ??? Verso il lato sinistro, un tavolino con sopra un po' di carta, un calamaio, una penna e un lume a petrolio. Sul cassettone, qualche fiala, qualche pannolino. ??? Alle pareti, qualche oleografia sbiadita. ??? Due porte nella parete di fondo, a molta distanza l'una dall'altra. Tutt'e due queste porte danno in un corridoio oscuro. Alla parete sinistra, una finestra chiusa. ?? notte. Il lume ?? acceso.
GIGETTA, poi ESTER.
Gigetta
(in una modesta vestaglia bianca, ?? adagiata nella poltrona, col capo arrovesciato sulla spalliera.)
(Un orologio interno suona le cinque.) [288]
Gigetta
(seguendo i rintocchi, li conta:) Uno... due... tre... quattro... cinque... (Pausa.) Non viene! (Pausa.) Se potessi mandarle un'altra lettera,... un'altra lettera pi?? chiara, pi?? urgente... (Si leva. ?? diventata sottile, diafana. Ha il viso magro e bianchissimo, gli occhi pi?? grandi nelle orbite disseccate. Cammina come una sonnambula. ??? Giunge al tavolino. Siede. Prende e intinge la penna, e, sopra un pezzo di carta che ?? lass??, la fa scorrere lentamente, pronunziando, lievi, le parole che sente e che scrive:) ??Non ritardare pi??, Nellina.... Tra qualche ora, sar?? l'alba.... Pensa che sono in una trista casa, dove... anche la morte... non vuole entrare che di notte.... Pensa che se ritardi ancora, essa arriver?? prima di te... e io morir?? sola sola. Capisco che il trovarmi gi?? finita... non ti impedirebbe di darmi un bacio.... Ma io... non me ne accorgerei... e non ne avrei nessuna gioia....?? (Le dita restano inerti. La penna cade sulla carta. Ella, con le braccia penzoloni, gli sguardi nel vuoto, pronunzia queste altre parole che il suo cuore le suggerisce e che la sua penna non deve scrivere:) ??Vieni a mamma tua, Nellina.... Io ti aspetto per dirtelo, in questa notte di addio, che sono la tua mamma.... Vieni a saperlo.... Vieni a perdonarmi....??
La voce di Ester
(con falsa infantilit?? scherzosa e rumorosa) Zia Fanny, zia Fanny! Io me ne scappo!... [289]
Un'altra voce femminile
(un po' vecchigna e comicamente autorevole) Ester! Non ti muovere di qua, ti dico!
La voce di Ester
?? pazzo! ?? pazzo!... Io ho paura dei pazzi!
L'altra voce
Ma dove porti la pelliccia e il cappello del signore? Sono scherzi di maleducata! Hai inteso?
Ester
(entra dalla porta a sinistra. ?? una donna giovanetta, che ha le guance e le labbra tinte di rossetto, i capelli arricciati e pettinati con soverchia ricercatezza. Indossa una vestaglia cilestre piuttosto sciatta e breve, che lascia scoperti i piedi, stretti nelle scarpine di pelle colorata. Porta sopra un braccio una pelliccia maschile e in una mano un elegante cappello duro da uomo. Ella ??, evidentemente, un po' brilla. Ha gli occhi scintillanti. Le parole le sdrucciolano dalla bocca. Entra ridendo:) Ah ah ah ah!... Com'?? ridicolo! Se tu vedessi, Gigettona!... Trema dal capo ai piedi.... Non si regge pi?? sulle gambe.... E poi, appena Elviruccia e io gli facciamo l'occhiolino, si elettrizza e farnetica che sembra davvero un pazzo!... Elviruccia lo ha chiamato: ??Vecchio lupo rammollito!...?? (Ride.) Intanto, oh??, il lupo rammollito... ?? spendereccio... (Col pollice e con l'indice di una mano accenna ai quattrini.) Ha perfino fatto comperare [290] una bottiglia di ??Cognac Tre Stelle??.... E come beve!... Ma, saperlotte!,... ha voluto per forza darne a bere anche a me... e sono diventata... alquanto rammollita anch'io!... (Le si accosta molto e abbassa la voce:) Vuoi che te ne porti un bicchierino di nascosto?
Gigetta
(l'ha sogguardata sinora con uno smarrimento malinconico e pietoso. Ma, all'avvicinarsi di lei, ha una sensazione tra di nausea e di spavento. Le risponde, nondimeno, con bont??:) No... ti prego... lasciami stare....
Ester
Ma perch???!... Sono venuta apposta per farti distrarre.... Guarda, guarda che copricapo forestiero!... (Mostra, a rovescio, il cappello che ha una nitida fodera bianca.) Guarda che sfarzo di pelliccia!... Aspetta che me la voglio godere un po'... (Mette il cappello a terra e infila la pelliccia.) Nei nostri paraggi ignobili, non era mai comparso un animale con questo bellissimo pelo indosso. (Cacciando le mani nelle saccocce, le dice in confidenza:) Fu un ammiratore di zia Fanny quando lei faceva la mima nel ballo ??Amor?? e se la intendeva con Adamo.... Epoca remota!... Adesso, poveraccia,... se non avesse inventate delle nipotine,... addio Adamo!... (Cavando da una saccoccia un grosso portasigari di terso metallo bianco e pesandolo sulla palma della mano) Saperlotte, che valigetta d'argento! (Lo apre e ne tira fuori un avana dalla fascetta lucente.) Gigettona, ne avrai visti tu, ai [291] tuoi tempi, di questi sigari di prezzo! (Glielo mostra con ammirazione.)
La voce di zia Fanny
(pi?? severa di prima) Ester! Ester!...
Ester
(senza gridare, come se la sedicente zia le stesse davanti) Imp??ccati!
La voce di zia Fanny
Ma, insomma, che stai macchinando in quel corridoio oscuro?
Ester
(con una mano affettuosamente posata sulla spalla di Gigetta e con la testa voltata verso la porta per farsi sentire) Non sono nel corridoio.... Tengo compagnia alla nostra... (Interrompendosi e abbassando il tono) Diavolo!... Stavo per fare una brioche! (Piano a Gigetta:) La zia non lo dice a nessuno che ha fittata una stanza a te.... Capirai che se si venisse a sapere che in casa c'?? un'ammalata....
La voce di zia Fanny
S??bito qua. Obbedisci!
Ester
Pronti! (Si ficca il sigaro in un angolo della bocca. Piglia da terra il cappello e se lo mette in testa, [292] calcandolo sopra un orecchio. E, con addosso la pelliccia, il sigaro in bocca, il cappello messo a sghimbescio, si avvia quasi vacillando.) ?? curioso che il rammollimento comincia a prendermi le gambe come a quell'ometto l??.... Ma, con la buona volont??, si va avanti lo stesso! (Ella esce, e si ode che raucamente grida:) Cognac!... Absinthe!... Whisky!...
(Giunge, attenuato dalla lontananza, un prorompere di risa femminili.)
La voce di zia Fanny
(risonante di compiacenza) Boietta! Boietta, che non sei altro!
(Poi, silenzio.)
Gigetta
(ha continuato a guardare Ester, non pi?? con smarrimento e commiserazione, bens?? in una tetra impassibilit??. Ed ora, di nuovo sola, ritorna, estatica, al suo pensiero. Rivolge lo sguardo alla carta scritta e rilegge:) Non ritardare, pi??, Nellina.... Fra qualche ora sar?? l'alba.... Pensa che... (S'interrompe. Trasalisce. Mormora:) Una carrozza... (Animandosi) ?? lei! ?? lei!... Deve essere lei! (Con una energia prodigiosa, vince la debolezza del corpo. Si alza, e, protendendo le braccia, correndo alla porta a destra, oltrepassando la soglia, con un'ansia incalzante, prima a bassa voce, poi un po' pi?? forte, chiama:) Nellina! Nellina! Nellina!... Nellina! (E, nel buio del corridoio, si aggrappa a lei fortemente.)
GIGETTA e NELLINA.
Gigetta
(rientra, lasciandosi reggere da Nellina.)
Nellina
(indossa un ricchissimo mantello di ermellino. Ha nei capelli un qualche smagliante fiore. Sulla testa un velo. Di sotto al mantello in disordine, si scorge la ricchezza bizzarra dell'abito e la nudit?? delle spalle e del petto. Ella adagia Gigetta sulla poltrona, avvolgendola nel suo sguardo.) Finalmente.... Finalmente ti ritrovo....
Gigetta
Non parlare, te ne supplico, prima di aver chiuso quelle porte!
Nellina
(chiude le due porte, butta via il velo e si slancia a riabbracciare Gigetta.) Gigetta mia cara, Gigetta mia cara! Quando verso le quattro sono tornata a casa e ho lette le poche parole con cui tu mi chiamavi, m'?? parso che, nelle ore passate stanotte fra la solita spensieratezza mentre tu mi aspettavi a mia insaputa, io avessi commesso il mio pi?? cattivo peccato! Che odio ho avuto per me, Gigetta, e, anche, come ti ho rimproverata di esserti nascosta per tanto tempo! Io non avevo pi?? a chi [294] rivolgermi, non sapevo pi?? dove cercarti!... Tu eri sparita all'improvviso, senza lasciare traccia di te, come sparisce un'ombra.... Perch??, perch?? ti sei nascosta cos???
Gigetta
Non te l'avevo forse avvertito che mi sarei nascosta se mi fossi ridotta al punto di non poter rifiutare i tuoi soccorsi?
Nellina
La pi?? incomprensibile, la pi?? strana di tutte le cose strane che mi hai sempre dette!
Gigetta
Io dovevo evitare a qualunque costo la tentazione di lasciarmi soccorrere da te; e credo che poche donne, nelle condizioni mie, non avrebbero sentito lo stesso dovere. Ma... a quali atrocit?? mi sono piegata!... Non parlarti, non udirti, non vederti pi??,... ed essere costretta a insozzare il mio dolore strisciando ancora, con la morte alle spalle, nella muffa del vizio! Che cosa funesta, Nellina! Che abiezione! Che orrore!
Nellina
(stringendosi a lei) No, non pensarci, non pensarci, ora! E non farmici pensare! Mi metti addosso come dei vermi! [295]
Gigetta
Tu non puoi immaginare neppure vagamente ci?? che io ho provato! Del male che mi prendeva il petto io mi vergognavo non meno di quanto ne soffrissi, perch?? capivo che la consunzione mi rendeva ogni giorno pi?? misera, ogni giorno pi?? brutta.... E mi rifugiavo nel buio della notte.... E la luce dell'alba mi avviliva anche pi?? dell'offesa che era passata sulle rovine della mia persona!
Nellina
(stringendosi sempre pi?? a lei, dolorosamente) Ed io ero nel lusso, Gigetta, e ridevo, ridevo, ridevo....
Gigetta
Ridevi, come ho riso io alla tua et??!
Nellina
(in uno scatto di angoscia ribelle) Ma io avr?? il coraggio del suicidio se da questi medesimi tormenti inauditi sar?? minacciata! (Si allontana un poco, tutta vibrante, e siede, guardando ancora con la mente il quadro orrido che ella s'?? visto comporre dinanzi.)
Gigetta
(con riluttante dolcezza) ?? stato pi?? grande, credimi, il coraggio... di non voler morire. E questo coraggio io l'ho avuto... (indugiando nella reticenza)... per te. [296]
Nellina
(si leva con una scossa di sorpresa. Poi, attonita, le chiede:) Per me?!
Gigetta
(nell'alternativa della speranza e del timore di essere indovinata) Di che ti meravigli?
Nellina
(trasognata) Non so.... Stanotte, pi?? che mai, mi sembra che ci sia qualche cosa di straordinario, qualche cosa di prodigioso in tutto quello che accade tra noi. E il pensiero che per me tu non ti sei stancata di vivere nella pi?? crudele mortificazione mentre perfino m'impedivi di soccorrerti; mi trasporta addirittura fuori della vita.... Io ti vedo come in un mistero, come in un sogno....
Gigetta
(sovraeccitandosi) Ma io, al contrario, voglio che questa notte tu mi veda nella realt?? di una colpa, che non hai mai sospettata! Nulla di prodigioso! Nulla! Nulla! Non illuderti pi??, Nellina! In tutto quello che accade tra noi due non c'?? che un rimorso: un rimorso perenne, un rimorso crescente: il mio rimorso!
Nellina
(spaventata e teneramente soccorrevole) Il rimorso di che, Gigetta? Spi??gati! [297]
Gigetta
(levandosi freneticamente) Io sono stata una di quelle madri mostruose che meriterebbero di essere bruciate vive!
Nellina
(vivamente perplessa) Tu avesti una creatura?!
Gigetta
S??, ebbi una creatura.
Nellina
E che ne facesti?! Di', parla: che ne facesti?!
Gigetta
... Avevo ceduto alla violenza feroce di un vile.... Quando la bambina mi nacque, io ero una piccola belva, senza amore, senza coscienza.... Non l'amavo, non mi pareva mia....
Nellina
(interrompendola con un accento di furore orribilmente minaccioso) E tu l'abbandonasti?! Tu fosti capace di questo delitto che ?? il pi?? iniquo dei delitti?!
Gigetta
(atterrita da quell'ira inesorabile) No.... Ascoltami.... Ascoltami.... [298]
Nellina
(con un grido selvaggio) Toglierla dal mondo, piuttosto che abbandonarla!
Gigetta
(spalanca gli occhi in un terrore di istantanea chiaroveggenza. Poi, chinando la fronte, con ribrezzo e raccapriccio, stentatamente balbetta:).... Io... difatti... la tolsi dal mondo. (Come abbattuta da un peso enorme, cade sopra una sedia.)
(Breve pausa.)
Nellina
(accigliata, cupa, truce, ma placata).... In tal caso... la tua coscienza ??? ?? vero ??? non pu?? non essere divorata dal rimorso, ma lei, intanto,... fu messa in salvo.
Gigetta
No, perch?? io l'ho sempre riveduta nella tua persona.... Dinanzi ai miei occhi, ella rivive in te. (Scendendo in ginocchio) Calpestami, schiacciami, maledicimi.... Fammi tutto quello che mi faresti se tu sentissi di essere lei!
Nellina
(sopraffatta dalle sensazioni pi?? diverse, invasa da una commozione complicata) Ma che dici?! Che dici?! ??lzati s??bito! (La prende, la solleva, la mantiene [299] serrata fra le braccia.) Ti pare possibile che io voglia maledirti? Ti pare possibile che io voglia giudicarti?!... Questa tua allucinazione, s??, questa tua allucinazione di madre, che dura da tanto tempo e che mi spiega la tua tenerezza, la tua umilt??, i tuoi scrupoli, i tuoi sacrifizi, mi ha fatto per lo meno comprendere che anche una donna come noi pu?? alimentarsi di bont?? e di amore. Tu hai carezzato il mio cuore come si carezza un bambino sordo e muto e, facendo cos??, gli hai dato, a poco a poco, l'udito e la parola. Io ti sono riconoscente, Gigetta, io ti copro di benedizioni, e, giacch?? tu rivedi in me la figlia che volesti perdere, ci?? che io ti dico dovrebbe bastare, se non altro, a liberarti dal tuo cilicio.
Gigetta
Non basta, non basta! La tua indulgenza ?? un dono generoso che tu mi fai, e io me lo prendo con devozione.... Ma non ho ancora ottenuto lo scopo per il quale volli avere la forza di vivere... e non posso ancora morire tranquillamente vicino a lei... e vicino a te. (Si distacca e ricasca sulla sedia.)
(Un silenzio.)
Nellina
(sedendole accanto, le si curva all'orecchio amorosamente) Che altro vorresti che io ti dicessi?....
Gigetta
(la contempla, la osserva, la carezza, trattenendo le lagrime).... Queste perle che hai al collo.... Questo [300] ricco mantello.... (Poi, ritira la mano e abbassa il capo scoraggiata.)
Nellina
(si drizza con lentezza e, cautamente, alle spalle di lei, si toglie il filo di perle e il mantello e fa scivolare l'uno e l'altro sopra una sedia. Indi, si turba per la nudit?? audace del seno. Prende il velo che gi?? aveva sul capo, vi si avvolge per nasconderla e resta tuttora indietro in atto di trepida umilt??.)
Gigetta
(chiamandola ad un tratto, paurosamente:) Nellina! (Erge il torace, contrae le linee della fronte, dilata gli occhi e resta in ascolto.)
Nellina
(avanzandosi) Che hai, Gigetta?!
Gigetta
Non senti?
Nellina
(per rassicurarla).... Un rumore di passi.... Qualche voce.... Saranno le persone di casa.
Gigetta
(misteriosamente) Lo sai che casa ?? questa? [301]
Nellina
E che temi?
Gigetta
Di l??... c'?? un uomo orribile....
Nellina
Ma tu non devi temerne.
Gigetta
(con gli occhi straordinariamente aperti e fissi).... Egli si trascina fra quelle donne.... Ha le mani tremanti, che offrono.... Ha le labbra livide, che chiedono, che chiedono.... Ti cerca, Nellina!... Ti scorge.... Ti vuole.... (Con un grido) Viene a prenderti! (Afferrandola tutta rapidamente e difendendola, quasi che, difatti, l'uomo fosse entrato avido e rapace) Ah no: questa no! (Pausa.) (Indi, tenendola ancora stretta) Si allontana.... Giunge alla porta di scala.... (Pausa.) ??? (Si ode nel silenzio il rumore di una porta che si chiude pesantemente.) ??? Se n'?? andato.
Nellina
(ha un sussulto.)
Gigetta
Hai visto che ti ho difesa? [302]
Nellina
(come convinta) Ho visto. (Si drizza, e resta immota, in un atteggiamento d'ipnotizzata, con sul volto i segni di una veggenza estatica.)
Gigetta
(in un tono segreto di paura e di ambascia incalzante) Ma quando, tra breve, io non potr?? pi?? difenderti, egli ritorner??.... E ritorneranno gli altri che sono come lui.... E tu non vorrai respingerli, e continuerai a credere di compiere cos?? la tua vendetta, continuerai a non vedere che essa ricade sulla tua testa, continuerai a ridere, a ridere....... (Scoppia in singhiozzi.)
Nellina
(in una profonda crisi di lagrime) Non rider?? pi??, Gigetta!
Gigetta
(irradiandosi) Tu?!
Nellina
S??, io piango, io piango! Per la prima volta piango, perch?? con te mi addoloro, con te mi pento, con te, oramai, non desidero e non cerco che un poco di riposo. [303]
Gigetta
(in una suprema emozione di giubilo che esaurisce le sue forze) Io lo trovo, finalmente! Io lo trovo in questo tuo pianto, che ho voluto aspettare e che ??, per te, il principio di una vita purificata.
Nellina
(piangendo) Di un'altra vita infelice! Di un'altra vita senza rifugio!
Gigetta
(sfinita) Non ?? vero. T'indicher?? io... il rifugio... e forse... la felicit??. (Ha un gesto di sosta.) Adagiami sul letto... e dammi dell'aria....
Nellina
(la sorregge fino al letto e ve l'adagia delicatamente. Poi, apre la finestra.)
(I primi riverberi dell'alba invadono la stanzuccia.)
Gigetta
Anche l'alba?... (Ravvivandosi) Tutte le grazie, Nellina! ?? la nostra festa, ?? la nostra festa, e diremo ancora tante cose belle! Vieni qua, vieni qua....
Nellina
(smorza il lume, raccoglie il mantello, e si accinge a stenderlo sul corpo di Gigetta.) [304]
Gigetta
No, non coprirmi con questo mantello!...
Nellina
(si arresta, ha un brivido, lascia cadere il mantello a terra.)
Gigetta
(per dissimulare il significato del suo rifiuto) Non ho freddo. (E implora:) Acc??stati....
Nellina
(si accosta al capezzale, s'inginocchia, posa una guancia sui cuscini, sicch?? la sua testa sfiora quella di Gigetta.)
Gigetta
(si volta tutta dal lato dov'?? Nellina e, con soave intimit??, le susurra:) Hai pi?? avuto notizie... di Giacomo?
Nellina
Notizie di Giacomo?!... No.
Gigetta
Io s??, perch??... un giorno... mi recai da lui.... [305]
Nellina
... Era lontano?
Gigetta
Non troppo lontano.
Nellina
Era... solo?
Gigetta
Tutto solo, in una casetta di campagna.
Nellina
Ti ricevette male?
Gigetta
lo m'inginocchiai sulla soglia,... e lui mi sollev?? fra le sue braccia... come tu hai fatto pocanzi.
(La voce di Gigetta si va spegnendo.)
(Nellina ha la bocca dischiusa che quasi combacia con la bocca di Gigetta, e ne respira l'alito.)
Nellina
Gigetta
Poi... parlammo di te.
Nellina
(s??bito) Che ti disse?
Gigetta
Le sue prime parole... furono queste: ??Quando voi, Gigetta,... avete bussato... alla mia porta,... io,... non so perch??,... ho creduto che fosse Nellina....??
Nellina
(si abbandona nuovamente al pianto: a un pianto sommesso di dolce effusione.)
Gigetta
??Qui... in questa pace ??? egli soggiunse ??? ...io,... qualche volta,... la chiamo a nome, sottovoce,... come se ella fosse... nella stanza accanto........?? E mi disse di pi??........ Mi disse.... (Il languore vince la sua voce; ma il suo pensiero continua a parlare.)
(Si odono appena, in un ritmo piano, i singulti di Nellina.)
(Il sipario cade lentamente.)
Fine del dramma.
Nota del Trascrittore
Ortografia e punteggiatura originali sono state mantenute, correggendo senza annotazione minimi errori tipografici.
Copertina elaborata dal trascrittore e posta nel pubblico dominio.
***END OF THE PROJECT GUTENBERG EBOOK NELLINA***
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