Versione in ottava rima
del libro dei sette savi
Questo libro trata di Stefano,
fiolo de uno inperador di Roma;
el qual trata de beli amaistramenti.
1.
Charaus filosofo, nel?arte de gramaticha
savio, e sopra i altri molto soprano,
vene alo inperator con gran f?ticha,
dizendo: ? El fo una femina, nel so malano [1],
la qual in mal fare aveva gran praticha. 5
Ed aveva un so marito molto umano,
lo qual amava questa sua moiera,
che iera molto bela in tal maniera.
2.
Chostei le male fine comenzono a fare [2]
con uno giovene belo e molto altiero. 10
Lo marito se ne achorse de lo peschare [3]
che ?l fazia con so moiera lo giovene fiero.
Hora, vedendo lo suo mal operare,
reprendea la moiere con animo senziero.
Ma nula valeva a lui lo so reprendere, 15
che alo giovene la voleva pur atendere [4].
3.
Dizeva el marito: ? O chara dona mia,
non volere tal viltade consentire. ?
E lei dizeva : ? Voi dite gran poxia [5],
gran pechato fate, a non mentire, 20
a incolparme di cotal rexia [6];
c? a vui senpre lialt? ho a seguire. ?
Un zorno la femina con so abilitade
parl? a quel giovene, ch?era di gran beltade:
4.
? Ho charo amicho e chuor del corpo mio, 25
sta note ale zinque ore poi venire
a questa chaxa, e averemo nostro dixio;
priegoti ch? a z? n? abi a falire.
In leto meter? lo becho de mio mario,
a te e? vigner? l?uso [7] ad aprire. ? 30
Lo giovene a tal chossa fo contento,
dizendo: ? E? ne vigner? con l?animo artento.
5.
Venuta la sera, la molie e lo marito
andono in leto lor do de conpagnia;
e ?l giovene a l? ora data ne vene ardito, 35
e piano piano a l?uso percotia.
La dona che ?l sent?, se lev? rito [8],
ins? [9] de zanbra, e poi la caxa apria:
and? con el giovene a darse dileto
in altra chassa, spoliandose in leto. 40
6.
E lo marito di zo se ne fo achorto;
lev? di leto molto piana mente,
ser? la porta, e non li par far torto,
e fuor de chaxa serola inmantinente.
La sua moiera, quando ebe arcolto [10] 45
quante roxe la volse zerta mente,
con lo suo drudo stando streti abrazati,
nudi per nudi, s? ebeno molto afaticati.
7.
Torn? a chaxa, conpito lo so lavoro,
la porta dela chaxa trov? serata; 50
bateva ala porta, pianzendo, di foro,
pregava lo marito in quela fiata
che aprire lo la dovese senza dimoro [11].
E lui li dise: ? Bruta putana selerata,
la porta mai e? non te aprirone : 55
le tuo male opere se cognoser? mone [12].
8.
Al signor dela tera ti vor? achuxare
come putana e falsa meretrixe;
lui di prexente te far? bruxare. ?
Chus? lo marito dal balcon li dixe. 60
Alora lei comenz? a plurare [13].
Disse el marito: ? Per santo Alvixe,
che molte molte volte te ? amonita :
ora sarai ponita a sta partita. ?
9.
? ? questo el bene, o charo mio marito? 65
? questo el grande amor che m? ?i mostrato?
O trista me, ch?io azo male invito,
di tanto bene come ti azo fato!
E voime tratar a sto partito?
a questo modo m?averai meritato? 70
Ma zerto, se la porta non apri presto,
in questo pozo me buter? manifesto.
10.
E quivi finir? la mia aspra vita.
Non volio al palazo esere menata,
con tal vergonza de qui esere rapita; 75
e so che per la tera saria frustata,
non per mal fare, ma per tua loquela ardita,
che falsa mente m?aresti achuxata.
Ma per l? anema mia Dio debi pregare,
che in questo pozo mi volio anegare. ? 80
11.
E dito questo, la malvaxia femina
al pozo andono con un gran saso in mano,
e dentro dalo pozo quela pietra semina [14];
o, quanto gran remor lo saso fano!
E lo marito suo tuto se stremina [15]; 85
aldendo lo remor, s? artien zertano [16]
che la moiere sia zitata nel pozo;
non potea sofrire questo chaxo sozo [17].
12.
Subita mente la porta ebe aperta;
al pozo and? chiamando la moiera: 90
? O anima mia, voi?tu esere diserta [18]?
lasare me voi tristo in tal maniera?
Ora vieni suxo, che la corda t?azo oferta. ?
E quela femina, ch? era gran luxengiera,
la quale drieto el pozo stava ascoxa, 95
(o, quanto lei fo femina vezoxa!)
13.
Subita mente quela femina ardita
in chaxa corse, e la porta ? serata;
e i[n] chamixa discalzo, a tal partita,
lo marito de fuora ser?, e fo zitata 100
ala fanestra, cridando a tal screnita [19]:
? Coreti, coreti, aim? desventurata!
che quivi trovereti el mio marito,
che ogni note mi lasa a tal partito.
14.
El pui inpazito nonn? ? homo al mondo 105
de andare driedo femine de chostui;
zerchando el va ogni putana al tondo,
la roba di chaxa tuta consuma lui;
a me topina el fa portar el pondo;
o, come male maritata in lui fui! 110
Ora vegnite presto, chari vezini! ‒
La sua voze era aldita per tuti li confini.
15.
Di chaxa presta mente hognon [20] usia,
chi con dopiero e chi luzerna in mano,
e lo povero becho trov?, che stasia 115
discalzo, e solo in doso la camixa ?no.
E tuti quanti molto lo reprendia, dizendo:
? De voi questo non si pens?no.
Per costumato homo sei tegnuto
in prima fosti de sto mal cognosuto. 120
16.
Ai, misera topina la tua vita!
tal moiera ?i, che zerto non sei degno.
Questa zit? dona tanto fiorita
zerto nonn? ?, homo rio e maligno,
che con putane te consumi a tal partita. ? 125
E lei cridava: ? E io ve lo asegno. ?
In questo ponto lo cavaliero del podestade
per questa strada pass? con so brigade.
17.
Intexe el fato di questo pover?omo,
ch?a torto falsa mente vien achuxato 130
dala moiera, e quivi da hognomo;
subita mente lui l? ebe piato [21].
Discalzo in chamixa, s? lo men? como
al gran palazo lui l? be trovato ;
in scrito fo data tuta la so quarela [22]; 135
al podest? non parve bona n? bela.
18.
E segondo lo statuto dela bona zitae,
sentenzi? ch? el fose frustato
ivi atorno per le suo contrae,
az? che ognomo l?avese afigurato [23]. 140
E chus? s? fo fato, dicho, in veritae,
senza colpa lui fo sentenziato
per le parole de quela ria femina
dela so moier, che tanto mal si semina. ?
19.
Disse el filosofo: ? E chus?, signor mio, 145
seti inganato da vostra moiera;
e s? ve priego per l?onipotente Dio,
non li credete, che l?? falsa luxengiera.
Ma bone novele ancora ve dicho io:
che doman da matina in ogni maniera 150
lo vostro fiolo a vui parlerane,
e como sta el fato lui ve dirane. ?
20.
E dito questo, lo filosofo saputo
dalo inperatore prexe conbiato [24];
dov? ? li suo conpagni lui fo reduto, 155
e tuti sete ad uno s?ebe trovato.
Lo zorno poi se ne pas? tuto;
la sera in zanbra l?inperator ? andato;
di mala volia trov? la moliera,
che forte pianzeva con malvaxia ziera [25]. 160
21.
E ben sapea che non potea schapolare
zertana mente di esere bruxata,
perch? bene cognosea el so falare
domane poi dovea esere apalentata.
Melio che la po ancora se vuol schuxare; 165
e dise: ? Signor mio, a sta fiatta
ascolta, se ?l te piaze, lo mio dire. ?
Al vostro honor sto canto qui ? fenire.
Note
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[1] malano: sciagura; qui: malvagit?. - Pu? essere inteso anche come una imprecazione: malanno (accidenti) a lei
[2] cominci? a fare cattivi pensieri con un giovane bello, cominci? a trescare, a pensare di tradire il marito, a cercare di mettersi d?accordo coll?amante
[3] peschare: sorprendere o cogliere all'improvviso (resta in molti dialetti centromeridionali: l'ho pescato con le mani nel sacco...)
[4] Ma a niente gli riusciva di ottenere col suo rimproverare, perch? il giovane desiderava solo poter dedicarsi solo a lei
[5] poxia: bugia
[6] rexia: eresia, comportamento contro le norme morali
[7] l'uso: l'uscio
[8] rito: in piedi
[9] ins?: usc? (da insire)
[10] arcolto: raccolto
[11] senza dimoro: senza perder tempo
[12] mone: adesso
[13] plurare: implorare piangendo
[14] semina: getta
[15] se stremina: prova sgomento
[16] zertano: certo
[17] sozo: pieno di vergogna
[18] diserta: abbandonata
[19] screnita: schernita
[20] hognon: ognuno
[21] piato: preso
[22] fu trascritta tutta la sua lamentela ma non f ritenuta n? buona n? bella
[23] afigurato: riconosciuto
[24] conbiato: commiato
[25] con malvaxia ziera: con viso malvagio
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? 1996 - Tutti i diritti sono riservati Biblioteca dei Classici Italiani di Giuseppe Bonghi Ultimo aggiornamento: 30 ottobre 2004 |
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