Versione in ottava rima
del libro dei sette savi
Questo libro trata di Stefano,
fiolo de uno inperador di Roma;
el qual trata de beli amaistramenti.
1.
Malchidas in pi? levato fone,
e dise: ? Signor, el fo tre meretrixe,
ch? avea marito, e contra raxone
meseno un pegno, Filocolo dixe.
A colei che fazea pui bela gabaxone [1] 5
vinzese el pegno, l? una al? altra redixe.
Et el pegno a questo avendo stabelito,
zaschuna si pensava lo suo partito.
2.
Una di quele se fezeno da malata,
e acordata la iera con un medicho; 10
venendo lo marito a chaxa, la sventurata
cridava: ? E? moro ! Andati per lo clericho;
e chiamati maistro Teofilo a sta fiata,
ch? ? savio, e guarirame col nericho [2]. ?
El medico a chaxa presto fo venuto; 15
la femina in lo studio l?? metuto.
3.
Esendo lo marito a chaxa tornato,
adimand?: ? Come stai, sorela? ?
Ed ela dise: ? Lo medico ? ordinato
una cosa che ponto nonn? ? bela. 20
Lo [3] dize che voi m? avete ingravedato,
e nasuta [4] me ? ala schena asai renela;
e ?l voria che la mia schena con la vostra fregase;
e a questo modo la mia sanit? farase.
4.
Ma questo mai non averia a consentire 25
se li ochi prima non ve abindase [5];
e zerto avanti me laseria morire,
cha vui le mie brute cose vardase.
E? so ch? aveti pur molto desire
ognora de guardarme le cosse base; 30
cognosco quanto vui sete maledeto!
li ochi metete per ogni vile buxeto. ?
5.
Dise el marito: ? Questa ? pocha faticha:
fare se vuol sta cossa molto presto;
maistro Teofilo ? sienzia anticha, 35
creder io volio a ogni suo deto. ?
Poi despoioxe; e lei presto lo licha,
abindoli li ochi, e nudo stava resto [6];
e nuda poi se spoli? la moiera:
saltoli sopra la schena molto liziera. 40
6.
Schena con schena sopra una bancha stando,
presto chiam? Teofilo lo medicho;
e lui spoliato presto ivi andando,
con secho avendo lo suo conpagno clericho,
chazolo [7] in la prixone oschura, e d?li bando, 45
ed elo volentiera ne intr? lo fisicho;
volendo al suo signor in tuto servire,
stavali reverente, e fea se no languire.
7.
E lo bon medicho, con la sua medizina,
la schena alo marito pur frevava, 50
adoperando tuta la sua dotrina.
Al bon homo di soto pur li pesava;
sentivase adoperar tanta ruina,
e ale fiate lui s? forte biastemava.
Dizeva la moiere: ? Tazete in mal?ora 55
quando me ingravedavi, el ve piazeva alora!
8.
Ahora el piaze a me, e zoxo state,
non parlate pui, che ve dar? el malano;
guarire io mi sento aora che zanzate [8]. ?
E? stando un pocho, el marito cridano: 60
? Tuto mi bagno! non so se pisiate. ?
Respoxe lei: ? Un onguento e? ? in mano,
lo quale rende molta umilitade
e fa guarire la mia infermitade. ?
9.
Fornito ch? ebe qui lo suo lavoriero, 65
lo medico s?ascoxe di prexente.
Suxo lev? lo marito con so moiero,
asugavase lo becho presto inmantinente.
Poi oliva quelo bagno s? fiero,
e dizeva ala moier: ? Dona piazente, 70
sto tuo onguento me sa da tal desire,
che zerto me vergonzo a doverlo dire. ?
10.
Respoxe lei: ? Zi? mi sento guarita,
abia l? onguento che odor se volia.
Ma io ve dir? ben un? altra partita: 75
ogni negreza di dente quelo despolia;
fregativi li denti, ch? ala vostra vita
bianchi li parer? come neve di solia [9]. ‒
E questa fo la befa che feze alo marito
questa tal femina, come aveti udito. 80
11.
L? altra, che ?l pegno volea pur guadagnare,
feze andare lo so marito a solazo,
e in un bel prato costoro s? ebe a trovare,
dov? era un bel pomaro, e non salvazo [10].
Soto quelo alboro li ebeno a disnare; 85
e poi che manzato ebe zascun ad aio,
dise la molie: ? O charo mio marito,
suxo sto pomaro voio andar a sto partito.
12.
Dise ?l marito: ? S? andare el te piaze,
andarne ala tua posta tu ne poi. ? 90
E lei a salirne ne fo audaze;
e montata che fo suxo la dona moi,
con voze a cridar comenz? molto rapaze:
? Ai, tristo homo, mo che fate voi?
La tua putana qui ?i fato venire; 95
perch? me dai aora questo martire? ?
13.
E pui forte aora a cridar comenzava:
? che fate vui? che fate vui? ? dizeva.
Tal cosa vituperoxa e? non pensava;
? levate su, levate su! ? e non rideva. 100
? La vostra vorgonza e? vedo, ? s? parlava,
e quela meretrixe che l? steva,
? se de qui desmonto, zuro a Dio sire
che voi e lei io far? pentire. ?
14
Nula vedeva quela dama vezoxa 105
di quelo ch?ela incolpava el so marito,
ma come femina falsa e vizioxa,
avanti trato li dava l? invito.
E poi dismont? come rabioxa;
lo marito de tal cridare stava smarito, 110
e non sapea quelo che la dizese;
ed ela vene a lui con suo parole esprese:
15
? Dove h? la putana ch? aveti vergonzato? ?
Dise el marito: ? Non so quelo che dizi.
Nesuno ? visto ozi su questo prato. 115
Che crides?tu tanto? tu par de Dio i nemizi ! ?
Respoxe lei: ? Se l? alboro n? ? incantato,
ozi aveti adoprato li vostri mali vizi. ?
Respoxe lui: ? Per santo Zuane,
altra femina che te ozi non toch? mie mane. - 120
16.
? Creder vorove, se la prova farete
di quelo che mi ? fato al prexente.
Suxo quel pomaro ve ne anderete;
se nuova cosa ali ochi dela mente
ve avignerano, e quele vederete, 125
dir? che incantato ? l? alboro zerta mente.
Mont? lo marito alora sul pomaro:
la molie lo suo drudo s? chiamaro.
17.
E in prexenzia dilo suo marito
churar se feze bene lo so zardino; 130
e ?l povero becho si stava screnito;
parlare non osava, e poi desend?no.
La molie lo domand?: Ai tu nula udito?
Ed elo respondeva come un fantino:
? Veduto ? cose, che non me piaze el fato. ? 135
E lei respoxe: ? L? alboro h? incantato.
18
E questa fono un? altra gran solia [11]
che la seconda femina feze al so marito.
La terza asotiliava la sua volia
d? averlo mazor mente costei screnito [12]. 140
Lo marito per andar in piaza se despolia;
poi se mise un manto incholorito.
And? ala piaza con li altri a stare;
a chaxa tornendo a ora de disnare,
19.
trov? dela sua chaxa una bast?a, 145
fraschade e zerchio come una taverna,
e molte tavole drezate tuta via;
chi beve vino, e chi truova lanterna,
chi de gran spedi menava tutavia,
e chi le tavole in qua, in l? governa. 150
Intr? in chaxa, e vide la moiere
ivi con un homo in leto giazere.
20.
Costui la moiere forte inzuriava:
adoso li salt? tre compagnoni,
e questo so marito s? bastonava, 155
e fuora dela chaxa loro lo cazoni.
Lui per li suo parenti el se ne andava;
intanto la moiere la caxa disbratone [13];
zaschuno presto and? ala sua via.
al ela sola in chassa si rimania. 160
21.
Intanto azonse lo marito e li parenti,
nula trov? di quelo li avea dito
lo povero becho neli suo parlamenti;
e lui stava alora come homo smarito;
e dise ala moiere con suo forti talenti: 165
? Dov? ? choloro ch? io viti a tal partito? ?
Disse la dona: ? Vui seti zavariado [14],
overa mente ve l? aveti insuniado.
22.
Per li parenti de costui fono terminato
che dele do cosse zerto fosse l? una: 170
o che de chaxa a chaxa l? avese radegato [15],
overa mente la note lui se insuna;
questo che l? ? veduto, el s? abia insuniato [16];
e abandonato el fo da ogni persona,
dizendo che mato l? iera a non falire [17]; 175
e lui medemo non saveva che dire.
23.
Radegato da chaxa a chaxa lui credea,
e del tuto la sua aver smarita. ?
Melchidas nel suo parlar cus? dizea:
‒ Non crediate a vostra molie, ch? ? perita [18] 180
innel mal fare, inperator di nomea;
la verit? hozi voi saperite drita. ‒
E dito questo, lui se asent?no [19].
Questo canto ? finito. Dio ne dia el bon ano.
Note
___________________________________
[1] gabaxone: beffa
[2] nericho: bastone nodoso; da nerbo (nervo) > nerchia (simbolo fallico)
[3] Lo: Lui (dice che m?avete messa incinta)
[4] nasuta: nata
[5] ve abindase: vi bendassi
[6] da correggere in lesto
[7] lo cacci? (chazare: cacciare)
[8] zanzate: fate discorsi vuoti
[9] solia: nel doppio significato di soglia e beffa: la beffa ? quella che la moglie perpetra contro il marito troppo credulone, la soglia ? quella di casa su cui cade la neve restando pi? pulita di quella che cade in strada; i due significati si integrano.
[10] salvazo: selvatico
[11] solia: beffa
[12] screnito: schernito
[13] disbratone: sbarazz?, ripul? di tutto
[14] seti zavariado: avete delirato
[15] radegato: sbagliato
[16] insuniato: sognato
[17] a non falire: sicuramente
[18] perita: esperta
[19] lui se asentano: lui si sedette
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