Versione in ottava rima
del libro dei sette savi
Questo libro trata di Stefano,
fiolo de uno inperador di Roma;
el qual trata de beli amaistramenti.
1.
Catto, magistro e dotore romano,
lev? in piedi drito e molto presto,
e con sua loquela a parlare comenz?no:
? A voi, signore, e? fazo manifesto
che quando Zexaro [1] in Roma s? intr?no 5
la prima volta, col suo inperio a sesto [2],
quando quela zit? se rezeva [3] per senato,
come in pui libri, lezando, ho trovato,
2.
Muzio ? zitadino molto fedele
ala sua patria, et amava honore; 10
a morire per la patria pareali dolze mele [4],
in preda vedea andare Roma con furore ?
inmaginose col suo animo crudele
lo maor trionfo de tuti dover tuore:
una fama e memoria granda ed eterna, 15
e che conmemorato el fosse in senpiterna.
3.
Esendo Zexaro montato [5] el palazo,
per dovere lo inperio a s? suiugare,
Muzio alora, ch? era molto sazo [6],
ala porta del tesoro s? ebe apuzare, 20
dizendo a Zexaro: Ho homo de rapinazo [7],
Roma la francha tu voi conquistare.
Questo texoro non ti laser? tolire [8],
se prima mente non me fai morire.
4.
Quelo alto inperador, magno e saputo, 25
che in tuto ?l mondo non fo lo simiante,
voltose a lui con so volto arguto,
? Muzio, Muzio, dizendo, tu n? ? fante [9],
a questo fato zi? desproveduto
a voler morire con amor si constante 30
che per conservare lo texoro romano
morire tu debi qui con tanto afano!
5.
Mazor honore di mo aquisteresti,
e mazor fama la tua s? seria,
che per conservare lo texoro moristi 35
dela tua patria, che aora ? mia,
cha io medemo, se non te antivedisti,
che tuto lo inperio tolio in mia bal?a
di Roma, e suiugo el mondo tuto quanto;
mazore zerto saria lo tuo avanto [10]. 40
6.
Hora te lieva, Muzio, da sta porta,
che fare non te volio onfensione;
ora te ne vai con l?altra tua scorta;
a me laserai ogni tua raxone. ?
Alora Zexaro, con la mente acorta, 45
Muzio per lo brazo streto lui pione,
e da quela porta lui lo tirava,
e da quelo luocho presto el discazava.
7.
Ho, quanto Muzio se vide mal contento,
vedendose perdere alora tanto honore 50
dela sua propia fama, come sento,
e in servit? la zit? di Roma tuore!
Al suo propoxito Zexaro non fo lento:
prexe palazi, forteze e tore,
e lo texoro di Roma ben dominava, 55
e tuto ?l mondo lui s? inperiava.
8.
Ho, quanto Zexaro fo signore altier e magno!
o, quanto bene lui sepe disimulare!
Avendo fato di Roma guadagno,
a tuti i suo nemizi l?ebeno a donare; 60
a chi texoro, e a chi posesion don?no,
e a chi ofizio, per lui exaltare;
e aforzavase [11] che ogni suo nemicho
per questo modo li doventase amicho.
9.
E quando Tolomeo feze morire 65
Ponpeo, che iera s? gran capitanio,
grande nemico suo, come vi ? a dire,
ed era suo suozero Ponpeo romanio
de Zexaro inperator, a non mentire,
prexo che lui l? ebe Ponpeo el stranio, 70
la testa subito li fezeno taliare,
e quela a Zexaro mand? a prexentare.
10.
Pianseno Zexaro col cuore asai lento,
dicendo: ? La morte tua e? non desiderava,
(ben che di quela el ne fo contento); 75
ma de suiugarti questo mi atalentava, ?
dizeva Zexaro col suo parlar artento,
e forte dela sua morte lui se lamentava;
e per mostrare che gran dolor n? avese,
mostra che vendeta di Tolomeo fazese. ? 80
11.
Disse Chatone: ‒ O inperator mio,
amati lo vostro fiolo caramente,
che pui magnanimo cuore l? ?, per Dio,
che n? ave Muzio tanto aparisente.
E se lui vive, ancora ve dicho io 85
che tuto ?l mondo el dominer? prexente
per la sienzia sua, che ? tanto profonda:
Zexaro ci paser? con sua ziera ioconda. ‒
12.
Ho, quanto Chato si fo ricomendato [12]
del suo parlare, ch? ? dito tanto bene! 90
L?inperadore propio ebe parlato:
? Sta tua conmemorazione da caro mi ene
di zaschuno nostro antizesor pasato. ?
Asentose Catone; come se conviene,
zaschuno a lui con reverenzia inchina. 95
Di questo canto ? finito mia rima.
Note
___________________________________
[1] Zexaro: Cesare
[2] a sesto: adeguato
[3] rezeva: reggeva
[4] mele: miele
[5] montato: conquistato
[6] sazo: saggio
[7] homo de rapinazo: ladro, rapinatore
[8] tolire: prendere
[9] tu n'? fante: tu sei un semplice fante
[10] avanto: fama
[11] e aforzavase: si sforzava, faceva in modo che
[12] ricomendare: elogiare
? 1996 - Tutti i diritti sono riservati Biblioteca dei Classici Italiani di Giuseppe Bonghi Ultimo aggiornamento: 30 ottobre 2004 |
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