Edizione di riferimento:
Storia dei sette savi, ed. Commissione per i testi di lingua, Gaetano Romagnoli, Bologna 1880, pubblicata per la prima volta a cura di da Pio Rajna.
* Segnaliamo la ristampa fotomeccanica eseguita dalla Editrice Forni di Bologna
Esepe alora in pi? se fo levato,
dizendo: ? Inperatore mio saputo,
e? vedo chi de Romani a vui ? parlato,
quelo tal dire v? ? molto piazuto.
Anchora io vi aver? qui bene aricordato 5
uno costume de Romani, che iera bruto:
che quando l?omo a sesanta ani era zonto,
convegnivase esere morto e difonto.
E questo per propio hordene, dicho, universale
fato per lo senato contra di zaschuno: 10
l?opinione sua ierano tale,
che l? omo vechio pui non fose buono
da cossa alguna, e per? ogni uno
morire convegnia. Ai, quanto male
fazeva coloro, come io te s?no, io! 15
Lo aricordo delo anticho ? di gran disio.
Era un zita[di]no romano saputo [1],
cortexe e piazente e molto doto,
gran zitadino da tuti tenuto.
Uno fiolo aveva, come dinoto, 20
giovene fante, ed era molto arguto.
Vedendo che ?l padre presto era condoto [2]
a sesanta ani, e convegnia morire,
di cotal cosa languiva lo gioveneto sire.
Secreta mente feze far el fiolo 25
soto la sua chaxa una abitazione
molto asiata, per trarse di quel dolo,
che morto non fosse lo suo padre vechione.
E poi li dentro lo mese solo solo,
levando fama che morto l?era mone; 30
e lui medemo, con le suo propie mane,
al padre, per zibare, portava del pane,
Non era alguno dela sua famelia
che questo fato sapese per lo zerto;
e ogni zorno con aliegra zilia 35
lo fiolo dalo padre s?avia oferto;
e con lui molto parlava e besbilia.
Dizeva el padre: ? Fiol mio asperto,
nel vostro conseio che se ? a tratare?
A lui rispondeva: Cotal e tal afare. ? 40
Arquanto ripensando questi fati,
dizeva el padre: Chus? responderai
sopra la renga [3] con tuo arditi ati,
e i tali esenpli tu arecorderai,
che stato sono per tenpi posati; 45
e ancora le tale raxone tu dirai.
Li esenpli e le raxone li contava,
e alo tuto lo suo caro fiolo amaistrava.
Per modo tale, che, quando nel consilio
era el fiolo, con sua loquela pronta 50
aricordava nelo suo alto besbilio [4]
cosse posate, quando in renga [5] monta.
Zaschuno stava a ?ldirlo a meravilio,
e le raxone suo, poi la zonta [6];
tuto era prexo quelo c? avia arecordato 55
lo fiolo di questo vechione aprexiato.
Se l? avegniva, come speso ochore,
de tuore guera, overo lasar stare,
con alguna provinzia over signore,
lo fiolo col padre s?avea a consiare [7]; 60
e con le suo raxone qui d? ogn? ore
la mior parte avevano a piare;
con lo parlare poi di questo caro zilio,
prexo era el partito ch? arecordava el filio.
Et anchora di zerto voio che sapiate, 65
che tuti li partiti ch? era prexi
per lo conselio suo, intendiate,
di fare guera, ho no, a quei paexi,
tuto seguiva in bona veritate
quelo che ?l giovene con suo anemi azexi [8]. 70
Lo suo conselio era tanto discreto:
la sperienzia seguia d? ogni suo deto.
E zerto lo conselio di Roma divenuto
si era a tanto, che altro partito
non averia prexo n? averia voluto, 75
salvo quelo che costui avea dito;
tanto aprexiato da tuti era tenuto,
che sopra a ogni uno l?era riverito;
da multi costui erano invidiato
per esere in tanto stato lui montato. 80
Hora avene ch? alguni di prinzipali
de queli zitadini alti e romani,
che per invidia voleva molti mali
a questo giovene, ch? era nele suo mani,
inmaginose alora con suo pensier mortali 85
de darli morte, con suo pensieri vani;
alo so inperatore in secreto andone,
e in cotal modo a lui s? parlone:
‒ Ho alto inperatore, non vedete voi
quanto costui s? se viene alzando [9]? 90
Ora intendeti quelo dizemo noi:
pui de vui lo vien ascoltato parlando.
Questa ? una tale semenza, che poi
che forsi forsi v? ander? discazando [10].
Per? a bon? ora partito prenderete, 95
e a tal pericolo vegnire non vi laserete. ‒
Dise lo inperatore: ? Voi dite el vero.
Come fare sto fato mai potria
con qualche raxone, con l? animo senziero,
az? che ?l populo mormorare non fia? ? 100
Coloro li respoxe: ? O alto inpero,
comanda a lui con tua dizeria
che fra tre zorni a te el sia venuto
toto spoliato e ben vestito tuto.
Tu sai che questo a tuti ? inposibele, 105
come in un ponto vestito e spoliato
potese vegnire, ho andar invesibele,
e questo lui non por? avere oservato;
questa tal cossa a vui sar? fatibele;
e per sta caxon l?areti bandizato [11] 110
de tuta Roma e delo suo distreto. ?
Dise lo inperatore: ? Bene aveti deto. ?
E presta mente lui mand? un donzelo
a dire a costui che, fin tre die [12],
nudo e vestito dovere vegnir a elo, 115
dicho, in un ponto [13] a so prexenzia lie.
Questo intendendo, quelo giovene belo
al vechio padre and?, dizendo: ‒ Chusie
lo inperatore a me ano comandato
che a un ponto vada vestito e spoliato.‒ 120
Respoxe el padre: ‒ Questa ? gran invidia
che sopra di te costoro s? ano;
repareroti dala sua azidia [14],
e chaveroti da ogni rio afano.
Costoro di te voria far homezidia [15], 125
e lo tuo stato voria c?andase in vano.
Sapi, fiolo; che questo ? bon signale:
el gran homo ? invidiato senpre tale.
Riparo e? volio dar al tuo perilio [16],
non dubitare, che ? trovato el modo. 130
Pilia un rede [17], o charo lo mio filio,
pui sotile che poi, con suo nodo,
e quelo te vesti con tuo zentil artilio [18];
poi tu te sarai spoliato tuto
deli tuo pani, e vestirai lo rede; 135
e a tal modo sazierai la tua sede [19]. ‒
Venuto el zorno a lui diputato,
el giovene un rede s? piliava;
e quelo se vest?, poi che ?l s? ebe spoliato,
e a tal modo a l?inperador andava. 140
Zaschuno lo guardava, e ?se meraveiato:
che questo si poteso fare, non pensava;
l? inperatore disse: ‒ Ho fiol mio,
e? vedo ben che savio tu ?, per Dio. ‒
E fezeli gran festa e grande honore, 145
e poi de richi pani lo feze vestire,
e molto in grazia fo alo inperatore,
e pui cha prima se alzava lo sire [20].
Un tenpo si pas?, parla lo autore;
l? invidia mai non pot? morire; 150
tanto fastidio a l? inperator fo dato,
e nuova fantasia s? ebe pensato.
Mand? a dire a questo homo acorto,
che con lui menase lo mazor amicho,
ala sua prexenzia, che l?abia, e lo pi? scorto, 155
aconpagnato con lo suo nemicho [21];
e tuti tre insieme a lui sia condoto.
Lo meso a lui and? molto mendicho,
e recontoli quela tale inbasata;
lo zovene se spaur? a sta fiata. 160
And? dal padre, e ?l fato li contava;
e lui disse: ‒ Fiol, non dubitare;
lasa pur far a me ‒, li raxonava. ‒
Fa che adeso a l? inperador tu abi andare,
e fati dare termine un mexe, e non li grava. 165
Poi una grazia tu abi a dimandare,
che quando lo suo voler arai adinpiuto,
la grazia a te s? abiano conzeduto [22].
E quantonque la grazia fose contra legie,
overo contra uxanza fin qui oservata, 170
a te sia conzeduta, con suo alte gregie,
quela grazia che per te ser? dimandata.
Zi? non creder? lui nele suo segie
che la sua dimanda per te fose fata,
che lo amicho tuo col tuo nemicho 175
li meni insenbre; e aldi quel ch? io dicho. [23]
Prometerati la grazia di fare;
e poi a me tu farai retorno,
e io del tuto t?aver? a consiare. ‒
Da lui se part? lo fiolo adorno; 180
and? al? inperador a dimandare,
come dal padre informato lo fono.
L? inperadore tuto li ave conzeduto;
e ?l fiolo dal padre poi se fu reduto.
Lo padre disse: ? Fiolo, tu anderai: 185
prendi un porcho, e quelo secretamente,
fiolo charo, tu lo alziderai,
e in un sacho lo liga stretamente;
e in secreto to moier chiamerai,
dili che tu ? morto un homo di prexente; 190
fate aiutare a lei a sopelire
innel zardino lo porco, aldi lo mio dire.
Poi mostra a lei di fare gran chareze,
az? che secreto la t? abi a tenere.
Pasando arquanti zorni, poi per le dreze [24] 195
la pilierai alora senza temere,
e donali un bufete con aspreze;
e poi de lei vederai le maniere.
E quando el termene, fio, sar? venuto,
con techo mena to moier al tuto. 200
La sperienzia arai che nemicha
maore te sia cha persona alguna.
Poi a piare lo to chan non te sia faticha;
con techo lo mena, tuti do ad una:
fornita averai la sua gran rubricha [25]; 205
e per me poi grazia domanderai buona,
che per algun modo io non sia morto,
quantonque ala gran etade e? sia scorto [26]. ‒
Amaistrato lo fiolo molto bene,
part? dal padre e lo porcho amazava, 210
e in un sacho streto quelo s? retene.
E poi la moiere s? chiamava,
e s? li dise: ‒ Un homo ? morto con pene:
aiutame a sotorarlo, ‒ lo la pregava [27].
E lei respoxe : ? Marito, volentieri. ? 215
E innel so zardino lo sopel? a tal manieri.
Dizea la molie: ? Ai, trista me dolente,
fati che questo fato sia secreto!
Non lo dite [ad] amizi n? a parente;
a me sola lo lasati nel peto! ? 220
E lo marito li dizeva prexente:
? E? chusi te ne priego, amore mio perfeto. ?
E pasato alguni zorni con letizia,
lo marito si mostr? pien de niquizia [28].
E per zerta sua pichola chaxone, 225
con la moiere lui se corozava [29].
Con questo corozo un bufeto li donone;
e per sta chaxone la moiere presto andava
alo senato, e diseli sua raxone,
e lo marito d?omezidio lo incolpava; 230
per la qual cossa el fo posto in prixone.
Alora lo giovene lo fato apalentone [30]:
come tal cossa lui aveva fata
per provare quanto l? ama so moiera.
And? ala fossa, e quela ebe cavata, 235
trov? che ?l porcho sopelito i era;
de prixon fo lasado in quela fiada.
Poi, zonzendo el termene [31] in tal maniera,
la molie e lo suo chane costui piava,
e davanti delo inperatore se ne andava. 240
Vedendo lo inperatore costui venire
con tale conpagnia, se fo meraveiati;
fra s? medesimo dizeva lo sire:
‒ Questa mi pare conpagnia da mati. ‒
Dise lo giovene alora con ardire: 245
? O sacro inperator, per sastifarti,
questo chagnolo son el mazor amicho
ch? io abia al mondo. Aldi quelo ch? io dicho.
Dame un bastone, e mostreroti el fato,
e aperta mente lo porai vedere. ‒ 250
Lo bastone a lui presto fo aprexentato,
e lui baston? lo can con suo sapere;
e bastonandolo, quelo fo scanpato;
e poi lo chiam?, come ? dovere;
lo chane a lui tornava festigiando, 255
e al suo misiere gran careze fazando.
Parl? alora quel zovene discreto:
? Qual padre e madre, overo fiolo,
moiere, fratelo, dizeva el gioveneto,
eh?io avese bastonato con tanto dolo, 260
che a me ritornase col cuore s? perfeto
con tanta festa, in un propio volo?
Sich?, inperatore, aldi quelo ch? io dicho:
sapi che questo ? lo mazor mio amicho.
E costei, che zi? spoxai per mia moiera, 265
ala qual senpre ? fato tanto bene
pi? che a me, e costei, come liziera,
la cruda morte m? ? voluto dar con pene;
per un picolo bufeto e mala ziera [32]
m? a achuxato de homezidio, e l?acuxa ne ene; 270
la quale per la gola se mentia;
che, per provarla, un porcho sopelia.
Adoncha costei per mia nemicha
t?aprovo ed ? provata zerta mente
esere la magiore ch? io abia e rust?cha [33], 275
e del ben fare molto negliente [34].
Fornito e? azo ogni tua rubricha [35]:
fame la grazia, signor mio piazente,
la quale a voi azo adimandata. ?
Respoxe l? inperador: ? La grazia te sia fata. ‒ 280
Avendo al giovene la grazia conzeputa,
dise: ? Signor, in grazia te adomando
che alo mio padre la vita sia conzeduta,
lo quale in chaxa mia va dimorando;
e s? te dicho con la ziera arguta 285
che lo suo conselio senpre e? adimando;
in ogni chossa lui m? ? conseliato,
e senpre ala mior parte m? ? maistrato [36]. ‒
Aldendo questo lo gran inperatore,
prexe gran meraveia del suo dire; 290
che la grazia li avea promeso ebe dolore,
ma pur quela li convene consentire.
Mand? per lo vechio, e lui usite fuore
di quela chava col suo fiol d? ardire,
e davanti delo inperator se aprexentone: 295
tuti a riguardarlo stava artenti mone.
Aveva otant? ani quelo vechio.
Alora lo senato s? deliberoe,
vedendo sora zo lo chiaro spechio,
de non amazare niun vechione moe, 300
n? a quelo dare male di soperchio,
perch? lo suo conselio molto aprexioe.
E roto [37] fo in quel tenpo tal statuto,
e senpre poi lo vechio ? da charo tenuto.
Chusi far? Stefano tuo fiolo, 305
lo tuo conselio senpre artignerane [38];
per lui mai non rezeverai dolo;
hozi ala tua maiest? lo parlerane [39]. ?
E dito questo, abas? la testa con lo cholo [40],
e con i altri filosofi lui se asent?no, 310
e tuti laudono lo suo dire.
Al vostro honor sto canto e? vo? finire.
Note
________________________
[1] saputo: saggio
[2] era condoto: sarebbe arrivato
[3] renga: pulpito, balconata da cui parlavano i senatori
[4] alto besbilio: elegante modo di parlare, forbito eloquio
[5] da arenga, arengaria: balatoio da cui parla l?oratore
[6] le ragioni sue e le conclusioni (zonta da zonzere, giungere e quindi anche giungere a conclusione. Non dimentichiamo che parecchie parole sono di difficile decifrazione, come afferma il Rajna, perch? inventate dall'autore)
[7] consiare: consigliare
[8] anemi azexi: animo acceso
[9] se viene alzando: diventa sempre pi? importante
[10] pi? di voi egli viene ascoltato quando parla. Questo ? un principio che pu? portarlo a scacciarvi dal trono
[11] bandizato: bandito, cacciato da tutta Roma
[12] fin tre die: entro tre giorni
[13] in un ponto: nello stesso tempo
[14] azidia: accidia, cio? pigrizia che porta a commettere azioni malvage
[15] homezidia: omicidio: costoro vorrebbero farti uccidere
[16] perilio: pericolo
[17] rede: rete
[18] prendi una rete, caro figlio mio, coi suoi nodi pi? sottilie che puoi, e quella indossa con gentilezza e intelligenza (artilio)
[19] sede: sete
[20] e pi? di prima fu stimato il re
[21] Mand? a dire a questo uomo intelligente che andasse davanti a lui portando con s? il miglior e pi? saggio amico e il suo peggior nemico: e tuttti e tre insieme si presentassero davanti a lui
[22] Poi una grazia tu dei chiedergli, quando avrai adempiuto al suo volere, una grazia che ti venga concessa
[23] E la grazia, che tu chiedi, ti sia concessa anche se fosse contro la legge o contro l'usanza finora osservata. Egli non creder? che tu porrai porgli la domanda perch? non crede che tu potrai portare con te l'amico e il nemico insieme.
[24] dreze: trecce
[25] avrai cos? portato a termine ci? che t'era stato richiesto
[26] quantunque io abbia superato l'et?di 60 anni prescritta dalla legge
[27] "Ho ucciso un uomo con gran fatica: aiutami a sotterrarlo", lui la pregava
[28] nequizia: cattiveria, malvagit?
[29] se corozava: si corrucciava, si adirava
[30] apalentone: rivel?
[31] zonzendo el termine: arrivando la fine del mese che aveva chiesto
[32] mala ziera: brutto atteggiamento
[33] rust?cha: villana
[34] negliente: negligente, incurante
[35] io ho adempiuto ad ogni tua richiesta
[36] e sempre mi ha ammaestrato per il meglio
[37] roto: cancellato
[38] artignerane: si procurer?, raccoglier?
[39] oggi egli parler? alla tua maest?
[40] abas? la testa con lo cholo: abbass? la testa e il collo, si inchin?
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? 1996 - Tutti i diritti sono riservati Biblioteca dei Classici Italiani di Giuseppe Bonghi Ultimo aggiornamento: 06 gennaio 2008 |